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arcobalengo · 9 months
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LA CINA CI SCRIVE
Non capita tutti i giorni che il Global Times – l’organo di stampa del governo cinese – dedichi un articolo in homepage all’Italia. E purtoppo il titolo era tutt’altro che incoraggiante:
“Non permettete che l’abbandono del BRI possa diventare per l’Italia un motivo di pentimento” . (BRI sta per “Belt and Road Initiative”, cioè l’accordo commerciale italo-cinese, da noi soprannominato “Via della seta”).
L’articolo cinese critica le recenti dichiarazioni del ministro Crosetto, che si è detto contrario all’accordo in un’intervista al Corriere della Sera. Come scrive Giorgio Bianchi : “Non si e' fatta attendere la risposta cinese alle dichiarazioni offensive fatte da Crosetto nell'intervista al Corriere. Il Ministro della Difesa, avventurandosi in un campo che non conosce e non gli compete, quello dell'economia e del commercio, aveva definito l'adesione dell'Italia alla Via della Seta una decisione "improvvisata e scellerata" e aveva snocciolato una serie di falsita' sulla mancanza di benefici per l'Italia.”
Nell’articolo, il Global Times smentisce apertamente i dati dichiarati da Crosetto:
“Crosetto ha affermato che la BRI ha moltiplicato le esportazioni cinesi verso l'Italia, ma non ha avuto lo stesso effetto sulle esportazioni italiane verso la Cina. Ma in realtà, per più di quattro anni, il volume degli scambi bilaterali tra Cina e Italia ha ripetutamente raggiunto nuovi massimi. Dal 2019 al 2022 è aumentato di quasi il 42% in controtendenza. L'anno scorso ha raggiunto quasi 78 miliardi di dollari. Dal 2019 al 2021 le esportazioni italiane verso la Cina sono aumentate del 42%. Nei primi cinque mesi di quest'anno, le esportazioni italiane verso la Cina sono aumentate significativamente del 58%. Queste cifre riflettono inconfutabilmente il forte effetto della BRI, che non è affatto quello che ha detto Crosetto.”
Dopodichè il Global Times va dritto al punto, ovvero la situazione di sudditanza dell’Italia rispetto agli USA:
“Anche la tempistica della retorica di Crosetto è dubbia, e dietro ovviamente ci sono gli Stati Uniti. … Dopo l'incontro con il presidente Usa Joe Biden, la Meloni ha detto che il governo italiano prenderà una decisione sulla Bri entro dicembre, sottolineando di "mantenere aperto un dialogo costruttivo con Pechino" e rivelando la volontà di visitare la Cina. Ciò riflette anche l'attuale dilemma dell'Italia: vuole il riconoscimento politico di Washington, ma non è disposta a rinunciare alla cooperazione economica con la Cina, e non vuole sceglierne solo una. È chiaro chi è responsabile della difficile situazione attuale dell'Italia. Da quando l’Italia ha deciso di aderire alla BRI, nel 2019, gli Stati Uniti hanno esercitato una forte pressione su di essa e hanno quasi etichettato l'Italia come un "traditore dell'Occidente". A quel tempo, il New York Times descrisse addirittura l'Italia come un "cavallo di Troia" del mondo occidentale, "che consente all'espansione economica - e potenzialmente militare e politica - della Cina di raggiungere il cuore dell'Europa". Dopo il cambio di governo italiano, Washington ha visto un'opportunità e ha intensificato le pressioni su di essa. Poco prima della visita di Meloni negli Stati Uniti, John Kirby, direttore delle comunicazioni strategiche del Consiglio di sicurezza nazionale, ha pubblicamente "istruito" l'Italia sulla "mancanza di ricompensa per le partnership economiche con la Cina" e ha detto che "abbiamo creato un'alternativa".
Il Global Times conclude dandoci dei “suggerimenti amichevoli”:
“Essendo l'unico paese del G7 che ha firmato il Memorandum sulla BRI, la priorità dell'Italia nelle relazioni estere della Cina e lo stato delle relazioni Cina-Italia nelle relazioni Cina-UE sono stati notevolmente migliorati, con molti effetti positivi diretti e indiretti. Inoltre pone l'Italia in una posizione unica e vantaggiosa per collegare l'Oriente e l'Occidente. Se guardiamo solo da un punto di vista pragmatico e puramente dagli interessi nazionali dell'Italia, l'adesione alla BRI è senza dubbio vantaggiosa. Ma se si mescola con la geopolitica e la pressione e la coercizione degli Stati Uniti, le cose si complicheranno. Ci auguriamo che l'Italia possa prendere una decisione razionale senza interferenze esterne. Questo è il momento di mettere alla prova la saggezza politica e l'autonomia diplomatica dell'Italia.”
Parole sante. Ma di quale “saggezza politica e autonomia diplomatica” stiamo parlando?
Massimo Mazzucco
https://www.globaltimes.cn/page/202308/1295423.shtml
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bungisngislordes · 9 months
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hello! nakakarelate ako sa dilemma mo. mas maigi na pag-usapan niyo ni hubby kasi nagiging issue rin talaga ang sex. madalas need niyo rin talaga siya pag-usapan kasi pag mag-asawa na hindi na ganun ka-passionate ang sex and minsan kelangan talaga i-scheeule at pag-usapan lalo pag tumagal. sana makatulong.
Alam mo sizt kinausap ko na sya about dito, sabi niya lang di na nga daw kami tulad ng dati nung mag jowa palang, tumatanda na daw kami kaya parang medyo nawawalan na ng gana/energy ganon.
Bihira nalang talaga kami mag make love pero may time kasi na gusto ko magpalambing ganon kaya lang lagi sya wala sa mood pag sinabi ko sa kanya. E wala naman ako magawa about don tulog nalang talaga 🤣
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vorticimagazine · 1 month
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Il museo della felicità di Copenaghen
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Tra le città europee più visitate da turisti di tutto il mondo, la capitale danese offre un’attrazione particolare in più.
Il museo della felicità di Copenaghen, che ha aperto i battenti nell’estate 2020, é la nuova e curiosissima istituzione danese dedicata alla gioia di vivere, al benessere e alla cura dell’anima.
Si tratta di una piccola esposizione permanente nel centro storico, che illustra e spiega come gli individui e una società possano raggiungere la felicità e perché la Danimarca, la Finlandia e gli altri Paesi nordici siano classificati regolarmente ogni anno come i più felici del mondo dal World happiness report delle Nazioni Unite. Creatore e direttore del museo è Meik Wiking, un giovane studioso ritenuto forse il massimo esperto di felicità nel piccolo regno. Felicità tanto per precisare si dice lykke in danese. Meik Wiking ha dedicato al tema un libro dal titolo che suona quasi allusivo e ironico: “La via danese alla felicità”. Sembra quasi offrire alternative a utopie di ieri, come le cosiddette vie nazionali al socialismo. È infaticabile, il giovane esperto: dirige anche l'Istituto danese di ricerche sulla felicità. E lavora di continuo come consulente per comuni, provincie, istituzioni di ogni genere e aziende aiutando a fare di tutto per rendere più felici e soddisfatti della vita i loro cittadini, membri o dipendenti. Situato nel seminterrato di un edificio settecentesco della Città Vecchia, il museo è stato creato dall’Happiness Research Institute, ente indipendente incentrato sul benessere e sulla qualità della vita, per «dimostrare come la felicità sia coinvolta in ogni ambito della vita» e «ricordare ai visitatori cos'è che dà loro valore e li fa sentire bene». «La nostra speranza è che gli ospiti usciranno dal museo un po' più saggi, un pò più felici e un po’ più motivati a rendere il mondo un posto migliore», ha spiegato il direttore Meik Wiking. L’Happiness Museum, il museo della felicità di Copenaghen, è uno spazio educativo e interattivo nel quale riflettere sul tema del benessere e sulla ricerca del proprio equilibrio interiore. Che cos’è la felicità? Quest’annosa domanda attanaglia l’umanità sin dalla notte dei tempi, ponendosi come uno dei quesiti per antonomasia della filosofia esistenzialista. Mai prima d'ora, tuttavia, era accaduto che un museo si facesse carico del tema, proponendosi come una sorta di “mecca” per chiunque voglia provare a cercare la propria risposta a questo cavilloso dilemma. A questo proposito analizza, per esempio, le caratteristiche dei paesi nordeuropei: a partire dal famoso *hygge*, quel sentimento di benessere dello stare a casa con le persone care. Suddiviso in otto stanze dedicate ad altrettante tematiche, l’Happiness Museum propone esperienze ludiche e interattive, esperimenti di sociologia e momenti di riflessione sui limiti della nostra conoscenza, sulle illusioni del reale e sulla strada da intraprendere per sentirci bene con noi stessi. Una serie di mappe visuali, statistiche e informazioni scientifiche completano il percorso espositivo, offrendo ai visitatori dati concreti per osservare quanto la politica, le imposizioni sociali e il nostro stile di vita limitino la nostra crescita interiore ostacolando il traguardo di una vita serena. A molti potrà sembrare un luogo bizzarro, ma farci un “salto” potrebbe aiutarci non poco a ritrovare l’equilibrio e il buonumore messi a dura prova dalla pandemia. Scoprite la nostra rubrica dedicata all'Arte Immagine di copertina: Image by wirestock on Freepik Read the full article
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luigidalise · 3 months
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Tra vent'anni, le uniche persone che si ricorderanno se hai lavorato fino a tardi sono quelle che ti aspettano a casa ogni sera.
La citazione di Charles Bukowski bene si adatta a raccontare l'eterno dilemma tra carriera e vita privata: almeno metà dei lavoratori (non solo italiani) confessa di avere perso la spinta, e l’ambizione, per dedicarsi a occhi chiusi solo alla prima.
Ne parliamo, con dati e cifre, sul quotidiano Il Mondo del Lavoro
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Devon Toews dei Colorado Avalanche non è soddisfatto della sconfitta contro i Chicago Blackhawks
I Chicago Blackhawks sono l'ultima squadra in punti rispetto alle altre squadre NHL. Molti fan possono vedere dai punti in campionato che il record dei Chicago Blackhawks non è ottimista, ma in realtà hanno sconfitto i Colorado Avalanche. Devon Toews dei Colorado Avalanche era insoddisfatto del risultato della partita. Guardò la sconti maglie nhl del suo avversario con emozioni contrastanti.
Dopo che i Chicago Blackhawks hanno vinto una partita, giocatori e tifosi hanno esultato felicemente. Al contrario, il Colorado Avalanche è in uno stato fiacco e i tifosi sono insoddisfatti della prestazione della squadra. Dopotutto, era accettabile che i Colorado Avalanche perdessero contro un forte rivale in campionato, ma hanno perso contro i Chicago Blackhawks, che erano ultimi in punti. Ciò ha portato Devon Toews a esprimere la sua insoddisfazione dopo la partita, e i suoi compagni di squadra non si erano ancora resi conto della gravità del problema. I giocatori del Colorado Avalanche pensavano di aver giocato tutti bene, e Devon Toews pensava che stessero tutti barando a loro volta. Il processo di questo gioco non ingannerà tutti. I giocatori del Colorado Avalanche hanno sottovalutato la prestazione degli avversari. La differenza nel punteggio finale non è stata grande, ma i Colorado Avalanche hanno perso contro i Chicago Blackhawks 2–3. I giovani giocatori dei Chicago Blackhawks hanno segnato gol fondamentali per la squadra e i dati di salvataggio del portiere della squadra sono stati eccellenti.
In effetti, i dati di salvataggio del portiere del Colorado Avalanche erano altrettanto buoni, ma la loro squadra non è stata in grado di contrattaccare e sconfiggere l'avversario. La Colorado Avalanche è stata recentemente in un momento di depressione e la squadra non ha ancora trovato un modo per sfondare. La maglie Colorado Avalanche apparirà anche tra i regali di Capodanno, e i giocatori dovranno ancora continuare a lavorare duro per risolvere il dilemma. Dopotutto, gli avversari fanno costantemente progressi e il Colorado Avalanche deve modificare il suo stato per migliorare i suoi punti.
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daimonclub · 4 months
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Un buon libro per Natale
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Albero di Natale di libri Un buon libro per Natale, in questo periodo di feste e di pandemia vi consiglio Curarsi con i libri un regalo intelligente per tutti che sfrutta i rimedi millenari della letteratura per lenire molti dei nostri disagi. Nel momento in cui ci si chiede il significato ed il valore della vita, si è malati. Sigmund Freud Qualunque sia il vostro disturbo, la nostra ricetta è semplice: un romanzo (o più d'uno) da leggere a intervalli regolari. Ella Berthoud e Susan Elderkin Non limitarti a dire che hai letto libri. Dimostra che attraverso loro hai imparato a pensare meglio. Epitteto Biblioterapia, ramo della medicina che cura certi disturbi dell'esistenza con la somministrazione di opere di narrativa. Ella Berthoud e Susan Elderkin I libri sono la cura per ogni malessere, ci mostrano le nostre emozioni, una volta, e poi ancora una, finché non riusciamo a dominarle. D.H. Lawrence La malattia è il medico al quale prestiamo più attenzione; alla gentilezza, alla conoscenza, facciamo solo promesse; al dolore obbediamo. Marcel Proust Scegliete sempre un libro che vi faccia fare bella figura se passate a miglior vita prima di averlo finito. P.J. O'Rourke In questo periodo di feste, e purtroppo di pandemia, voglio consigliare Curarsi con i libri, veramente un ottimo libro che potrebbe essere l'oggetto di un regalo intelligente un po' per tutti, proponendone sia una piccola sintesi introduttiva degli autori stessi, sia un paio di pagine relative al Natale. La letteratura si basa fondamentalmente sul linguaggio, e quest'ultimo è stato elaborato nel corso dei secoli per comunicare, vale a dire per mettere in comune quello di cui c'è bisogno, ovvero condividere informazioni, dati, notizie, storie, consigli, esempi, ammonimenti, leggi, e naturalmente gioie e dolori. Ecco, non sempre una buona e rapida comunicazione è alla base delle nostre relazioni e soprattutto dei rapporti tra medici e pazienti. Le varie problematiche sono dovute sia ad una certa disorganizzazione della nostra società, sia ad una certa ignoranza e incapacità dei vari attori della stessa. Per questo il linguaggio e la letteratura possono sempre servire, oltre che a migliorare le nostre conoscenze, anche a stimolare la comunicazione effettiva tra i vari artefici delle diverse attività umane, migliorandone così la qualità e l'efficacia. In ogni caso spero comunque che questi miei suggerimenti possano almeno aiutare tutti ad essere un po' più disponibili e ad avere più a cuore sia la cura di noi stessi, sia quella dei nostri simili e dell'ambiente in cui viviamo. Carl William Brown
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Natale nella vecchia Londra Curarsi con i libri I farmaci che prescriviamo non si trovano in farmacia quanto in libreria, in biblioteca, oppure sul proprio lettore di e-book. Siamo biblioterapiste, e i libri sono i nostri ferri del mestiere. La nostra farmacopea include balsami balzachiani, lacci emostatici tolstoiani, pomate di Saramago e purghe di Perec e Proust. Per compilarla abbiamo spulciato duemila anni di letteratura in cerca delle menti più brillanti e delle letture più ricostituenti, da Apuleio, che nel II secolo scrisse L'Asino d'oro, ai tonici contemporanei di Ali Smith e Jonathan Franzen. La biblioterapia è diffusa, sotto forma di libri di auto-aiuto, da alcuni decenni. Gli amanti della letteratura, tuttavia, utilizzano i romanzi come rimedio, più o meno consapevolmente, da secoli. La nostra fiducia nell'efficacia della narrativa come forma migliore e più pura di biblioterapia si basa sulla nostra esperienza con i pazienti ed è corroborata da una valanga di aneddoti. A volte è la storia che affascina; a volte il ritmo della prosa che lavora sulla psiche, calmandola o stimolandola. A volte un pensiero o un atteggiamento suggeriti da un personaggio che si trova invischiato in un dilemma simile. In qualsiasi caso i romanzi hanno il potere di trasportarci in un'altra esistenza, e farci guardare il mondo da un altro punto di vista... "Leggere uno scrittore, per me, non è solo avere un'idea di quello che dice, ma anche partire con lui e viaggiare in sua compagnia" disse André Gide. Nessuno torna da un simile viaggio come la stessa persona. Qualunque sia il vostro disturbo, la nostra ricetta è semplice: un romanzo (o più d'uno) da leggere a intervalli regolari. Alcuni trattamenti porteranno a una completa guarigione. Altri invece vi porteranno semplicemente conforto, dimostrandovi che non siete soli. Ma tutti, alla fine, offriranno un temporaneo sollievo dei sintomi, grazie al potere di distrarre e trasportare della letteratura... Come per ogni medicina, il trattamento deve essere sempre concluso per ottenere i migliori risultati. Ella Berthoud e Susan Elderkin
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Canto di Natale di Charles Dickens Canto di Natale di Charles Dickens e Natale in casa Cupiello di Eduardo De Filippo Natale può essere uno di quei momenti in cui vi sembrerà di dover affrontare tutti i vostri problemi in una volta sola. Se avete una famiglia numerosa sarete in trappola sotto lo stesso tetto insieme a una notevole quantità di parenti (v. Famiglia, gestire la propria), che potrebbe includere un certo numero di bambini sovraeccitati (v. Maternità; Paternità; Intrappolati dai bambini). È probabile che in un mese spenderete tanto quanto, di norma, spendereste in tre (v. Al verde, essere al); di sicuro mangerete troppo (v. Gola; Obesità), farete molta aria (v. Flatulenza) e forse vi verrà pure la diarrea (v. Diarrea), o magari il contrario (v. Costipazione), e alla fine pagherete anche pegno per aver bevuto troppo (v. Sbornia, postumi della; oppure, se siete reduci da molti Natali punitivi, Alcolismo). Se siete sposati o fate coppia fissa, uno di voi senza dubbio litigherà con i suoceri e per questo potrete litigare tra voi (v. Sposati, essere). Se siete fidanzati, probabilmente sarete costretti a rispondere a varie domande personali su questa relazione (v. Coming out, fare; Bambini, essere sotto pressione per avere). Se siete single, infine, vorranno sapere perché (v. Single, essere) e questo potrà farvi desiderare di non esserlo e lasciarvi in preda a una terribile solitudine (v. Solitudine). Se non avete una famiglia numerosa, o se passate il Natale da soli con il vostro cane, potrete certamente sentirvi soli (di nuovo, v. Solitudine) o sentire la mancanza dei vostri famigliari. Tutto considerato, l'esperienza del Natale può condurre alla perdita della fede (v. Fede, perdere la) e al desiderio di chiudersi in un armadio, al buio, da soli (v. Misantropia). In queste pagine potrete trovare la cura per ognuno di questi disturbi. Come misura preventiva leggetele un po' per volta, nel corso dell'anno, e fatevi forza in vista del grande giorno. Quando arriverà, annunciate alla vostra famiglia, al partner, alla nonna o alla vostra pianta che, invece di guardare il solito film in TV, nel giorno di Natale leggerete a voce alta, intorno al camino acceso, con a portata di mano caldarroste e vin brulé, un libro per tutte le età: Canto di Natale di Charles Dickens. È una splendida storia di fantasmi. Ebenezer Scrooge: un uomo solo, vecchio, avaro, cattivo. Bob Cratchett, il suo impiegato: umile, sfruttato, maltrattato, eppure allegro. Tiny Tim, il figlio di Cratchett: adorabile, patetico, in punto di morte. Jacob Marley, un collega di Scrooge: ansioso, vendicativo, allarmista, morto. Tutti insieme raccontano una storia che ha il fascino e il con-forto di un classico per bambini ma è capace di rivolgersi anche a un pubblico adulto. Gustatevi quelle apparizioni spettrali. Restate sgomenti per l'inutile avarizia di Scrooge e per l'eterno rinvio del suo matrimonio. Versate calde lacrime di compassione per Tiny Tim.
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Natale a Napoli Fate festa con tutti, alla fine. «Sono leggero come una piuma, felice come un angelo, allegro come uno scolaretto. Sono stor-dito come un ubriaco», canticchia Scrooge. È colpa di Dickens se ci aspettiamo sempre un bianco Natale; è lui che per primo ci ha esortati a «onorare il Natale nel cuore», a fare festa e a dare agli altri tutto ciò che possiamo, in altre parole, è in gran parte responsabile per avere trasformato il Natale in quello che è adesso. Dunque, tocca a voi trasformare Dickens in una tradizione che si ripete ogni anno. Un gradevole senso di calore si diffonderà nel vostro cuore mentre leggete, e nel cuore dei vostri consanguinei. Anzi, forse scoprirete che l'anno dopo andrà ancora meglio. E se sarete soli a Natale, offritevi di leggerlo ai vicini. Con la vostra migliore voce dickensiana. Intervenendo nella loro dinamica famigliare potreste aiutarli più di quanto pensiate. Ma se vi piace il teatro, per superare tutto il trambusto di questo periodo di festa e trasformarlo in una sarabanda tragicomica sempre restando nel solco della tradizione, potreste affidarvi anche alle battute di un altro scrittore che conosceva bene le voci dei fantasmi di dentro e di quelli di fuori: Eduardo De Filippo. Natale in casa Cupiello fu rappresentato, nella sua prima versione come atto unico, il 25 dicembre del 1931 a Napoli. Intorno all'ignaro patriarca Luca Cupiello, che si occupa esclusivamente di costruire e salvaguardare il suo presepe, va in scena l'esplosione definitiva di ogni illusoria armonia familiare, una danza di ipocrisie, tradimenti e disinganni. Lo schema eduardiano della riunione di una famiglia per un ultimo grande Natale si riproporrà, in un'altra latitudine e nel primo anno del nostro nuovo secolo, ne Le correzioni di Jonathan Franzen, più o meno con gli stessi esiti: una condanna all'allucinazione e alla demenza per il capostipite. Rammentatelo, quindi, il giorno che vi troverete seduti a capotavola in una cena o in un pranzo di Natale: forse fareste bene a prenotarvi un viaggio alle Hawaii. Tratto dal libro Curarsi con i libri. Rimedi letterari per ogni malanno. Ella Berthoud e Susan Elderkin Sellerio Editore
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Curarsi con i libri Se amate il Natale, le feste e la letteratura potete anche leggere i seguenti articoli: Aforismi e citazioni sul Natale Aforismi divertenti sul Natale Barzellette sul Natale La fiaba del pupazzo di neve Aforismi di C.W. Brown sul Natale Pensieri e riflessioni sul Natale Numeri sul Natale Odio il natale (Umorismo) A Christmas Carol by Charles Dickens Other books by Charles Dickens Fairy tales and other stories by Hans Christian Andersen Best Christmas songs videos and karaoke Christmas markets in England Christmas markets in America Christmas markets in Italy and Germany Christmas quotes 60 great Christmas quotes Christmas tree origin and quotes Christmas jokes Christmas cracker jokes Funny Christmas Stories Amusing Christmas stories Christmas food Christmas thoughts Christmas story Christmas in Italy Christmas holidays Christmas songs Christmas poems An Essay on Christmas by Chesterton Read the full article
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cinquecolonnemagazine · 6 months
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Pil e inflazione, l'economia si ferma: cosa dicono veramente i dati
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(Adnkronos) - I dati si prestano sempre a letture diverse. Quelli che arrivano oggi dall'Istat su Pil e inflazione hanno però un verso simile, se interpretati nella loro somma: l'economia si è fermata. La spinta alla crescita e quella all'aumento dei prezzi si alimentano a vicenda per loro natura, riproponendo il dilemma che guida anche la politica monetaria della Bce: per controllare l'inflazione si riduce la spinta espansiva che aiuta il Pil a crescere. L'economia si ferma? Quello che sta accadendo in questa fase, con l'inflazione che scende anche in maniera consistente e l'economia che ristagna, segnala il rischio concreto che vadano rivisti anche gli obiettivi fissati per l'intero anno e che si possa innescare una nuova spirale recessiva nel caso in cui il contesto internazionale dovesse ulteriormente peggiorare.   Il calo dell'inflazione, di per sé una notizia positiva, può essere per definizione determinato anche da una minore attività economica. Visto da un'altra angolazione il problema si capovolge. La frenata della crescita può essere determinata da un calo della domanda per consumi, condizionata dalla perdita di potere d’acquisto a sua volta determinata dalle elevate dinamiche inflazionistiche dei mesi scorsi. Come è possibile? L'andamento dei prezzi produce in genere effetti ritardati sulla crescita, determinando uno scivolamento in avanti. Al contrario, gli effetti del calo dell'attività economica sui prezzi hanno dei tempi di trasmissione più rapidi. In estrema sintesi, vediamo oggi gli effetti sulla crescita dei prezzi alti degli scorsi mesi, mentre il calo dell'inflazione di oggi sembra andare di pari passo con il calo del pil.    Le conseguenze dell'attuale politica economica Un'economia stagnante ha conseguenze dirette anche sui conti pubblici e sui margini di manovra che restano per la politica economica. In particolare, vista la crescita zero del terzo trimestre, si allontana l’obiettivo di una crescita dello 0,8% nell’anno in corso ipotizzata dalla Nadef: per centrare l'obiettivo servirebbe una crescita del Pil almeno dello 0,4% nell’ultimo trimestre dell’anno. Se la crescita a fine anno fosse più bassa del previsto, crescerebbero ovviamente sia il deficit sia il debito in rapporto al Pil.  Il ministro per le Imprese e il Made in Italy, Adolfo Urso, festeggia il calo dell'inflazione a ottobre, evidente soprattutto nel confronto tra l'1,8% registrato su base annua rispetto al 5,3% di settembre. “Una frenata senza precedenti, frutto anche delle efficaci misure messe in campo nel settore dei carburanti e della corale iniziativa del carrello tricolore". Il ministro fa bene però a guardare avanti. "Ora abbiamo l’obiettivo di consolidare il dato raggiunto, rilanciando così i consumi e la produzione in vista delle festività natalizie e di fine anno". I dati dei prossimi due mesi, insieme alla stima del Pil, saranno infatti significativi e contribuiranno a dare un'indicazione più attendibile rispetto al reale stato di salute dell'economia. (Di Fabio Insenga) [email protected] (Web Info) Read the full article
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atomheartmagazine · 7 months
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Nuovo post su Atom Heart Magazine
Nuovo post pubblicato su https://www.atomheartmagazine.com/mercante-in-fiera-cancellato-pino-insegno-chiusura/
Mercante in Fiera verso la chiusura: il dilemma della Rai su Pino Insegno
La chiusura del “Mercante in Fiera” è alle porte: il crollo degli spettatori è un fatto consolidato, e la situazione di Pino Insegno sta diventando problematica. Ma, sorprendentemente, la risposta a questo enigma è più lineare di quanto si possa immaginare: la Rai ha davanti a sé due opzioni ben definite.
Mercante In Fiera cancellato dalla Rai?
L’annuncio della fine del programma Rai “Mercante in Fiera” è stato reso pubblico da Giuseppe Candela attraverso le pagine di Dagospia. Il fiasco eclatante che il game show di Rai2 ha subito in termini di ascolti ha fatto tremare le fondamenta del palazzo di Viale Mazzini. L’effetto devastante di questa debacle si è esteso anche al Tg2, i cui ascolti stanno sprofondando a causa di questa spina nel fianco. Ecco perché si sta cercando una soluzione con urgenza. È innegabile che Pino Insegno, il volto noto del programma, stia attraversando un periodo difficile. Inoltre, Pino Insegno a gennaio sarà impegnato con la conduzione di “L’Eredità”. La domanda che ci si pone è quindi la seguente: se anche questo nuovo progetto dovesse fallire, quale sarà il destino del noto presentatore?
Pino Insegno verso l’uscita?
La strategia di uscita per Pino Insegno sembra essere già stata pianificata dai dirigenti di Rai2. L’opzione più probabile sembra essere la cancellazione del programma. I dati dimostrano che gli ascolti faticano a superare la soglia del 2%, il che rende la situazione insostenibile. Pino Insegno potrebbe avere una seconda chance, ma questa sarebbe una mossa temporanea, che potrebbe includere un possibile cambio di orario. Questa sarebbe una misura precauzionale prima di prendere una decisione definitiva.
Mercante In Fiera, i costi:
Per avere una visione completa della situazione, Dagospia ha calcolato i costi associati al Mercante in Fiera. Ogni episodio del quiz show su Rai2 comporta una spesa di circa 32 mila euro per il servizio pubblico. Con un totale di 62 episodi pianificati, il costo complessivo si aggira intorno ai 2 milioni di euro. Questo è un investimento considerevole e difficile da recuperare, specialmente alla luce del fallimento nei rating di ascolto. La soluzione sembra più ovvia di quanto possa sembrare, e mette la Rai di fronte a una scelta decisiva tra due alternative: terminare il programma o persistere in questa direzione, sperando che il 2023 si concluda quanto prima. La decisione finale sarà cruciale per il futuro di Pino Insegno e del programma.
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crossroad1960 · 8 months
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164alt · 1 year
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Birthday date for gelu! Daming dilemma for this kasi mamumulungan nga dapat si glen and may bisita din sa kanila. So everything was planned before this happen. Aga ko umalis samin mga around 5am kasi gusto ko more time with her. Kaso itong bus di makisama ang late na umalis sa terminal. Pero nakarating din naman ako around 9am dun sa riverstone. Then ayun we spent quality time. We ordered Boks Chicken for lunch then around 3 na din kami nakaalis dun. Then nakita pa namin si kim (miescor workmate dati and kadorm dati). So ayun hahaha then before magpunta ng moonlight deretso muna sa flowershop and nagulat siya i think hahaha. Then deretso na moonlight. Aba si gelu di pa rin makapili ng design ay tatattooan na hahaha up until nakapagisip na siya na japanese characters na lang. Tapos ayun nauna siya tattooan together with the star tapos ako naman next. Tapos ayun nagpadouble helix siya. Then may free na hikaw so ako na yung sumalo so dalawa na hikaw ko sa left ear. Then satisfied naman kami sa tattoo namin. Btw lahat ng tattoo ko ay gawa from her handwriting. Tapos ayun plan ko talaga na birthday gift ko sa kanya yung tattoo na yun. Then pumunta muna kami sa bnb namin sa ciudad de san jose. Ang hassle papasok pero ganda nung room and accommodating nung host. Tapos ayun pahinga ng onti tapos binigay ko yung letter sa kanya and napaluha siya hehe. Happy ako na happy siya. Then nagplan kami lumabas. Nagpunta kami paseo. Nagdinner sa burger king then nag-barik kami dun sa pinag-inuman namin nila kim. Sobrang solid and chill nung inuman namin. Nakakatuwa talaga yung moment na yun. Ang surreal ng kwentuhan namin. Tig-4botts kami hahaha medyo tipsy din. Around 1am na kami nakauwi then ayun nagsleep na rin kami. Then umalis kami sa bnb around 11am na rin tapos deretso balibago. Naglunch muna kami sa chowking. Tagal ng food dami tao. Tapos ayun nalaman niya na rin na di siya sama sa pulungan pero i know na gusto niya rin sumama. Sakay na kami sa van pero sobrang tagal mapuno. Kaya nag mall muna kami. Magpamassage sana kaso walang attendant ngekngok hahaha. Tapos yun hanap kami milktea buti meron dun sa labas then ayun luckily may laman na yung van and ayun nakauwi naman kami. Sobrang memorable ng date namin na yun. Super happy ako.
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tecnoandroidit · 1 year
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iannozzigiuseppe · 1 year
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Sonia Vatteroni, intervista all'autrice della silloge "Un quarto di secondo" [Poesie]
Un quarto di secondo [Poesie] Intervista a Sonia Vatteroni L’immortalità ha vita breve, è un ossimoro di Giuseppe Iannozzi 1. Sonia Vatteroni, “Un quarto di secondo [poesie]” (OLTRE Edizioni) è la tua nuova silloge poetica; l’introduzione porta la firma di Marzia Margherita Dati Graham che, con decisione e senza compromessi, evidenzia che «il poeta pone il lettore di fronte al dilemma del…
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scienza-magia · 1 year
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Formazione di nuove stelle nella Via Lattea
Natalità galattica, formazione stellare nella media, ma si potrebbe fare di più. Una nuova analisi dei dati raccolti dal satellite Herschel dell’Esa ha stimato il tasso di formazione stellare della nostra galassia, la Via Lattea, stabilendo che in media produce nuove stelle per un ammontare pari a due volte la massa del Sole ogni anno. Questo fa della Via Lattea una galassia “mediamente attiva”. Lo studio, guidato da ricercatori dell’Istituto nazionale di astrofisica e pubblicato oggi su ApJ, getta un ponte tra l’astrofisica galattica e quella extragalattica. Hanno contato tutti i clump, grumi di gas e polvere dispersi nel mezzo interstellare che pervade la Via Lattea, identificando quali tra essi ospitano formazione stellare e misurando la loro massa. Così, un team internazionale guidato da ricercatori dell’Istituto nazionale di astrofisica (Inaf) ha stimato il tasso di formazione stellare della nostra galassia, ovvero quanto rapidamente produce nuove stelle: con una natalità stellare pari a circa due masse solari l’anno, la Via Lattea risulta essere una galassia “mediamente attiva”.
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La regione di formazione stellare Westerhout 43, a circa 20mila anni luce da noi, nella costellazione dell’Aquila, in un’immagine realizzata dal telescopio spaziale Herschel. Questa regione ospita oltre 20 “culle” di formazione stellare, evidenti in blu all’interno delle nubi di gas e polvere che pervadono l’immagine. Si stima che la regione coperta da questa immagine ospiti circa il 3,5 per cento del tasso di formazione stellare dell’intera Via Lattea. Crediti: Esa / Herschel / Pacs, Spire / Hi-Gal Project. Acknowledgement: UniMap / L. Piazzo, La Sapienza – Università di Roma; E. Schisano / G. Li Causi, Iaps–Inaf, Italy Il risultato si basa sulle osservazioni del piano galattico – dove risiede la maggior parte delle stelle della Via Lattea – condotte tra il 2009 e il 2013 dal telescopio spaziale Herschel dell’Agenzia spaziale europea nell’ambito della survey a guida italiana Hi-Gal ed è in accordo con le poche stime precedenti di questa grandezza, che facevano uso di tecniche completamente diverse. Questo lavoro permette di consolidare quanto noto finora sulla capacità della Via Lattea di convertire il gas freddo in stelle ed è stato pubblicato oggi su The Astrophysical Journal. «In primo luogo, stimare il tasso di formazione stellare della Via Lattea ci consente di operare confronti tra essa e le altre galassie», spiega Davide Elia, ricercatore Inaf a Roma e primo autore del nuovo studio. «In secondo luogo, consente di affrontare un annoso dilemma nell’astrofisica galattica, ossia il fatto che il tasso di formazione stellare osservato, di poche masse solari per anno, risulta piuttosto esiguo rispetto alla quantità di materia disponibile. Produrre una stima aggiornata di questa quantità fornisce dunque un dato di riferimento ai colleghi che cercano di spiegare per via teorica questo inatteso comportamento». La velocità con cui una galassia produce nuove stelle, che dipende dalla massa di gas freddo disponibile e quantifica il suo grado di attività in termini di formazione stellare, non è un parametro facile da misurare: negli ultimi 45 anni sono state pubblicate solo una quindicina di stime di questa grandezza. Il team è riuscito nell’impresa partendo da un’idea di Sergio Molinari, dirigente di ricerca Inaf a Roma, principal investigator di Hi-Gal e secondo autore dell’articolo.
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Mappa della densità del tasso di formazione stellare nella Via Lattea. I valori più alti sono rappresentati in bianco e giallo, mentre valori più moderati sono indicati in arancione, rosso, viola, blu e nero. Il centro galattico è riportato al centro dell’immagine, mentre la X in grigio nella parte inferiore indica la posizione del Sole. Sono indicati (in quattro diversi toni di verde) quattro bracci della spirale galattica. Crediti: D. Elia et al. (2022) Dopo aver selezionato dal catalogo della survey, pubblicato lo scorso anno, gli oltre 150mila clump all’interno dei quali stanno nascendo nuove stelle, è stato possibile, a partire dalla loro massa e per confronto con i modelli teorici, stimare la frazione di massa che verrà convertita in stelle e il tempo necessario affinché ciò accada. Il valore trovato, ottenuto per la prima volta a partire dai dati di Herschel, rappresenta uno dei prodotti finali attesi da una importante survey del piano galattico come Hi-Gal. «Stime di questo genere sono molto “attese” dalla comunità e quindi riteniamo di aver fissato una nuova pietra miliare nella storia delle misurazioni di questa grandezza», chiarisce Elia. Questo metodo ha permesso anche di mappare, come mai prima d’ora, il tasso di formazione stellare nel piano galattico, delineando il suo comportamento dal centro alla periferia della Via Lattea e il suo legame con il ruolo dei bracci di spirale. Si è stimato che l’84% del tasso di formazione stellare della Via Lattea è contenuto entro l’orbita del Sole attorno al centro galattico, e solo il 16% al di fuori di essa. «Per le galassie esterne alla nostra, e in particolare quelle molto lontane e non osservabili in dettaglio con gli strumenti a disposizione, il tasso di formazione stellare è spesso una delle poche quantità globalmente misurabili», aggiunge Elia. «Calcolarlo anche per la galassia in cui viviamo, la Via Lattea, ci consente di operare un confronto tra essa e le altre galassie, per capire se la nostra abbia un comportamento “usuale” o in qualche modo peculiare. La tecnica usata, oltretutto, ci consente non solo di stimare il tasso di formazione stellare globale, ma anche di mapparlo zona per zona. Naturalmente esistono varie difficoltà dovute al fatto che possiamo osservare la Via Lattea solo dal di dentro e, oltretutto, da una posizione relativamente defilata». Per saperne di più: Leggi su The Astrophysical Journal l’articolo “The Star Formation Rate of the Milky Way as seen by Herschel” di D. Elia, S. Molinari, E. Schisano, J. D. Soler, M. Merello, D. Russeil, M. Veneziani, A. Zavagno, A. Noriega-Crespo, L. Olmi, M. Benedettini, P. Hennebelle, R. S. Klessen, S. Leurini, R. Paladini, S. Pezzuto, A. Traficante, D. J. Eden, P. G. Martin, M. Sormani, A. Coletta, T. Colman, R. Plume, Y. Maruccia, C. Mininni, S. J. Liu Read the full article
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Abbiamo scavalcato il picco dell’inflazione?
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I prezzi al consumo negli Stati Uniti a novembre sono aumentati meno delle aspettative più rosee degli analisti.  Se questa è davvero la tendenza, l’interrogativo adesso riguarda la Federal Reserve, ossia la sua capacità di non trascinare l’America verso la recessione, capendo che è venuto il momento di frenare la stretta sui tassi, a partire dalle decisioni che annuncerà oggi. L’indice dei prezzi al consumo è uno dei più seguiti dalla banca centrale, perché misura quello che la gente paga per beni e servizi fondamentali. Gli analisti che volevano vedere a tutti i costi la luce in fondo al tunnel, speravano in un aumento del 7,3% a novembre, rispetto al 7,7% di ottobre. Invece l’incremento è stato del 7,1%, il minimo da un anno. È sempre troppo, ma impallidisce davanti al 9,1% di giugno. Discorso simile per il dato “core”, ossia quello che esclude i beni più volatili, che a novembre è salito del 6%. Risultato significativo, considerando che ad agosto aveva fatto registrare il 6,6%, ossia il balzo più alto dal 1982. È calato il prezzo della benzina, quello che forse irrita di più gli americani, dalla media di 5,02 dollari per gallone a 3,25. Ma anche le auto usate, la sanità, le bollette elettriche. Il presidente Biden ha contenuto l’esultanza: «Non fraintendete, i prezzi sono ancora troppo alti». Poi, però, ha aggiunto: «Le cose stanno migliorando, vanno nella direzione giusta». Wall Street ha reagito con un rialzo immediato, così come l’euro che si è rafforzato a quota 1,06 sul dollaro). Il rimbalzo è stato temperato nel corso della giornata, anche perché adesso diventa decisiva l’interpretazione che la Fed farà di questi dati. Tutti danno per scontato che oggi deciderà un nuovo aumento del costo del denaro, ma dello 0,5% invece dell’ormai “abituale” 0,75%. Poi però sarà ancora più importante il linguaggio usato per spiegare la scelta e la direzione futura. Rallenterà i rialzi dei tassi nel 2023? E se si fermerà, fino a quando li lascerà così alti? Il presidente Powell ha sempre affermato che se la scelta è tra frenare l’inflazione o favorire l’atterraggio morbido, la sua priorità è il contenimento dei prezzi. Se però iniziano a calare, come dimostra il dato di ieri, il dilemma diventa fino a dove spingersi con la stretta, per non costringere il paese a soffrire una recessione non necessaria. La Federal Reserve aveva già commesso il peccato originale di sottovalutare l’inflazione l’anno scorso, non intervenendo quando forse avrebbe potuto frenarla senza azioni drammatiche. Sbagliare è umano, ma perseverare ora con l’eccesso opposto dei rialzi inutili sarebbe diabolico. Read the full article
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Il paradosso di Fermi: spiegazione e soluzioni ...
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Il paradosso di Fermi: spiegazione e soluzioni del dilemma sulle vite extraterrestri
Ognuno di noi si è chiesto almeno una volta se possano esistere forme di vita aliene, il Paradosso di Fermi ruota attorno a questa curiosità anche se oggi non c’è alcuna prova scientifica dell’esistenza di extraterrestri.
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Nella nostra galassia esistono centinaia di miliardi di stelle e intorno a noi ci sono altrettante galassie, ognuna delle quali potrebbe essere piena di pianeti abitabili in cui potrebbe essersi sviluppata la vita. Dunque è probabile che esistano forme di vita extraterresti e non è da escludere che alcune di essere siano anche dotate di una qualche forma di intelligenza. Ma se ci sono alieni intelligenti, com'è possibile che ancora non li abbiamo incontrati o non ci abbiano comunicato nulla? Più o meno è questo quello che si è chiesto anche l'italiano premio Nobel per la Fisica Enrico Fermi. Era il 1950 quando formulò il Paradosso di Fermi.
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Si tratta di un famosissimo paradosso che gioca su una curiosità che tutti abbiamo, ma su cui ancora non c'è alcun dato certo. La NASA ha dedicato numerosi studi alla possibilità che non siamo soli nell'Universo e qui potete trovare alcuni riferimenti al tema. Proprio perché non ci sono prove scientifiche sull'esistenza di eventuali forme di vita extraterrestri, sono state proposte svariate ipotesi risolutive, e alcune utilizzano la famosa equazione di Drake, ma nessuna è definitiva. In questo articolo analizziamo una ad una le possibili soluzioni al paradosso e di ognuna vedremo le criticità.
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SOMMARIO 1 Cosa dice il Paradosso di Fermi 2 Le soluzioni proposte al dilemma 2.1 Gli alieni esistono, ma non comunicano o non vogliono farlo 2.2 Gli alieni esistono, ma non sappiamo ricevere i loro segnali 2.3 Gli alieni esistono, ma sono troppo lontani (nello spazio e nel tempo) 2.4 Gli alieni sono esistiti, ma sono durati poco 2.5 Gli alieni non esistono 2.6 L'equazione di Drake Cosa dice il Paradosso di Fermi In brevissimo il paradosso di Fermi può essere riassunto in questo modo: se non siamo soli nell'universo, dove sono tutti? La contraddizione, caratteristica principale dei paradossi, in questo caso è data dal fatto che pur essendo molto elevata la probabilità di non essere soli nell'universo (è plausibile che ci siano altre forme di vita su altri pianeti essendoci centinaia di miliardi di galassie), sulla base dei dati scientifici a disposizione non ci sono mai stati contatti con extraterresti. Secondo la storia legata alla formulazione del paradosso, durante una conversazione con i suoi colleghi americani, Fermi avrebbe proprio esclamato:
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Esistono svariate ipotesi per risolvere questo paradosso, tutte basate su ragionamenti logici. Ricordiamo però che nessuna di queste ha evidenze scientifiche alla base, perché non è mai stato accertato l'incontro con forme di vita aliene. Le ipotesi, nessuna delle quali può essere definita corretta ad oggi, vanno dalle più ottimiste rispetto allo sviluppo tecnologico delle civiltà aliene, alle più solitarie. Gli alieni esistono, ma non comunicano o non vogliono farlo In questa risoluzione si accetta l'esistenza di civiltà extraterresti, ma si presuppone che non ci sia stata un'evoluzione tecnologica tale da permettergli di comunicare. In più, se dovessero sviluppare una strumentazione capace di comunicare con noi o con altri pianeti, potrebbero non voler comunicare per svariati motivi: hanno paura di noi, non ci considerano abbastanza meritevoli o non hanno mai pensato che la nostra civiltà possa esistere. Chi obietta alla seconda tesi sostiene che in realtà una società tecnologicamente avanzata dovrebbe giungere alla scoperta delle onde elettromagnetiche e quindi con esse produrrebbe messaggi anche in modo involontario che si propagano nello spazio in ogni caso. Gli alieni esistono, ma non sappiamo ricevere i loro segnali
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Anche questa ipotesi accetta l'esistenza di società extraterrestri intelligenti, tanto intelligenti che potrebbero aver sviluppato tecniche di comunicazione a noi ancora del tutto sconosciute o da noi solamente ipotizzate con particelle della materia che ancora non sappiamo manipolare. In questo caso l'obiezione è la seguente: se volessero comunicare con noi userebbero segnali meno complessi in modo da alzare la probabilità di essere intercettati. Gli alieni esistono, ma sono troppo lontani (nello spazio e nel tempo) Gli alieni esistono, ma sono troppo lontani (nello spazio e nel tempo) L'esistenza di civiltà aliene è accettata, insieme alla loro volontà di comunicare. Allo stesso tempo questa proposta colloca le altre civiltà in punti estremamente distanti dalla nostra galassia (nella quale invece dovremmo essere da soli). Un'alternativa possibile a questa ipotesi è che le altre popolazioni non siano poi così lontane, ma ancora non siano in grado di viaggiare nello spazio. Chi non è d'accordo con questa ipotesi, basa la sua obiezione sui alcuni risultati ottenuti dall'equazione di Drake che vedremo infondo a questo articolo. Gli alieni sono esistiti, ma sono durati poco In questo caso si sostiene, sempre sulla base di calcoli di Drake, che la durata media della vita di una civiltà evoluta sia di 10 mila anni, perché poi essa tenderebbe ad autodistruggersi con un annientamento totale o una regressione a uno stato primitivo. Dunque, pur essendo esistite civiltà aliene particolarmente sviluppate e in grado di comunicare, potrebbero essersi autodistrutte prima di riuscire a mandarci dei segnali. Questa tesi stenta a stare in piedi perché non c'è un dato effettivo sulla durata della vita di una civiltà, l'unico dato siamo noi (un campione piuttosto irrisorio calcolando che siamo una sola civiltà). Inoltre, pur disponendo già da tempo di armi per l'autodistruzione, noi stiamo sopravvivendo, quindi siamo ad oggi una prova dei problemi di questa ipotesi. Gli alieni non esistono La probabilità che la vita si sia sviluppata anche su altri pianeti è troppo bassa per i sostenitori di questa tesi. Non è ancora chiaro quale sia nei dettagli il meccanismo con cui sia nata la vita sul nostro pianeta, potrebbe essere stato un insieme altamente improbabile di concomitanze ad averci reso gli unici nell'Universo. Anche in questo caso l'unico prototipo di esistenza su cui basarsi siamo noi, ma non è detto che la vita non possa essere anche qualcos'altro, qualcosa che magari non si basa sul carbonio. In ogni caso per nessuna di queste ipotesi esistono prove dunque restano esclusivamente ipotesi. Il metodo risolutivo di Drake Per rispondere alla domanda di Fermi, l’astrofisico statunitense Frank Drake elaborò agli inizi degli anni '60 una formula che prende il suo nome: l'equazione di Drake. Questa formula si basa su sette parametri e darebbe come risultato una stima dell'esistenza di altre civiltà oltre alla nostra in grado di mandarci un segnale. I sette parametri sono: – il tasso medio annuo con cui si formano nuove stelle nella Via Lattea (è il parametro meno contrastato dell'equazione perché è scientificamente calcolabile con un piccolo margine d'errore); – la frazione di stelle che possiedono pianeti (si hanno meno certezze su questo parametro rispetto al precedente, ma è in parte calcolabile); – il numero medio di pianeti per sistema abitabili da forme di vita (anche sull'abitabilità dei pianeti esistono delle stime in continuo aggiornamento); – la frazione dei pianeti su cui si è effettivamente sviluppata la vita (su questo l'unico dato certo è la Terra, anche se potenzialmente potrebbero essercene altri); – la frazione dei pianeti su cui si sono evoluti esseri intelligenti (anche in questo parametro l'unica prova è data dagli abitanti della Terra); – la frazione di civiltà extraterrestri in grado di comunicare (tutt'ora non esiste alcun dato su questo parametro); – la stima della durata di queste civiltà evolute (non esistendo dati sull'esistenza di altre civiltà è impossibile avere dati sulla loro durata). Quello che era nelle intenzioni dell'astrofisico, più che dimostrare la probabilità dell'esistenza di alieni tramite la formula che – lo ripetiamo – si basa su stime e non su dati certi, era smuovere il dibattito scientifico sul tema. Una cosa però è certa: quello che conosciamo dell'Universo è ancora troppo poco per poterci spingere a una conclusione certa. Articolo a cura di Camilla Ferrario FONTE: Read the full article
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aisna · 2 years
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Sento un conflitto dentro me che non dovrebbe essere così grosso, ma inevitabilmente lo è diventato nel corso degli anni. Cosa postate sui social? Quando lo fate? Perché lo fate? Negli ultimi due anni ho rivoluzionato il modo in cui utilizzo Instagram cercando di postare il meno possibile, non perché fossi una di quelle persone che sentono la necessità di postare la foto dell'aperitivo o del luogo in cui si trovano in vacanza, ma perché sento che parte di me e della mia personalità sarebbero a disposizione di tutti, senza filtri e senza il mio consenso. In particolare, ho vissuto un'esperienza che mi è rimasta molto impressa e mi ha portata a eliminare 3/4 dei contenuti che avevo pubblicato, tra storie in evidenza e post.
Mi è capitato di uscire con un ragazzo prima del mio instadetox. Questo ragazzo mi intrigava tantissimo, la relazione era nata in modo piuttosto ambiguo dopo che ci eravamo dati buca a vicenda per un primo appuntamento ma alla fine eravamo riusciti ad incontrarci. Quando durante questa fatidica uscita lui mi disse "tu sei una rocker" mi sono sentita in modo strano. Chiaramente aveva visto le mie storie in evidenza in cui avevo raggruppato la mia musica preferita ed è normale che l'abbia fatto: sono io ad aver messo in evidenza qualcosa. Ho sentito che la conoscenza con questo ragazzo non sarebbe andata come è andata in passato con altre persone, perché lui già conosceva parte di me. Per un istante mi sono odiata dal profondo. Perché avevo messo quelle storie in evidenza?
Oggi pubblico solo alcune storie per lo più riprese dal mio feed di Instagram: articoli che trovo interessanti e che penso possano interessare a chi mi segue, meme brutti, cose che possono portare le persone ad essere curiose di conoscermi, ma che non dicano nulla di me. Ci sono dei periodi in cui sentirei di voler pubblicare più spesso delle storie e da qui nasce il mio attuale dilemma. Cosa sento l'esigenza di esprimere tramite questi contenuti temporanei? A chi mi sto rivolgendo? La mia percezione di piacevolezza è data dal numero di persone che mi guardano? Mi sento ridicola a pensarlo, ma al tempo stesso penso che sia un buon parametro di successo anche in ambito lavorativo: più persone mi vedono e più opportunità ho di conoscere la persona che mi permetterà di raggiungere i miei obiettivi. Quindi, come dovremmo usare i social nel 2022?
Risp grz
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