Tumgik
#decollo
haikyou · 6 months
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Il tempo vola
Non decolla né atterra,
Né mai sciopera.
Passeggeri siamo, noi
Dal check-in al check-out.
WakaBaoTzeBao, 6 novembre 2023 - 15.49, Kontowood.
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sauolasa · 1 year
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Cape Canaveral, decollo ok per Falcon 9
Lanciati con successo due satelliti di una nuova costellazione
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dolianet2022 · 2 years
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arcobalengo · 9 months
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Questa meraviglia della tecnologia anni 60 é atterrato sulla luna con due astronauti dentro.
Con le riserve di ossigeno, acqua, cibo e attrezzature necessarie.
Con i serbatoi pieni dei propellenti necessari per guidare la discesa.
Poi si è diviso a metà, ed è decollato aiutato da un razzo che doveva avere una potenza specifica almeno 6 volte di quella del lanciatore Saturno multistadio, in orbita lunare.
Con i serbatoi ancora pieni di tutto il carburante che occorreva per decollo, risalita e raggiungimento della velocità di fuga dalla forza di gravità lunare ( un sesto di quella terrestre )
Ha raggiunto la velocità di oltre 11.000 kmh in pochi secondi.
Nelle profondità dello Spazio, grazie a un computer potente un centesimo di un commodore 64, ha trovato con precisione chirurgica l'Astronave Madre, si è girato a 180 gradi, ed è stato agganciato al volo dall'Apollo 11 in orbita.
Poi, è stato scaraventato sulla superfice lunare dopo che i due astronauti sono rientrati dentro la navicella madre.
Davvero un peccato aver perso tutti gli appunti, le telemetrie, il domopak, tutta la stratosferica tecnologia che ha permesso un prodigio del genere.
Giuseppe Masala
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instabileatrofia · 4 months
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Inutili tentativi di decollo
I.S.A.
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Do not remove the captions pls.
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diceriadelluntore · 3 months
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Storia Di Musica #310 - Captain Beyond, Captain Beyond, 1972
Il mio impegno di scoprire più gruppi e artisti sconosciuti ma autori di dischi eccezionali inizia oggi. E inizia con quello che una volta si chiamava un supergruppo: musicisti provenienti da altre band che, a volte non lasciando definitivamente i loro gruppi di appartenenza, si riunivano per suonare in divertimento ciò che gli interessava di più. La storia di oggi ci porta a Los Angeles ad inizio degli anni '70. La grande stagione della musica californiana è al termine della sua spinta propulsiva, ma ha lasciato sul campo semi che germoglieranno per tanni. I musicisti del gruppo di oggi hanno storie particolari. Rod Evans è britannico, è stato il primo cantante dei Deep Purple, per i primi 3 dischi (quelli dell'avvio psichedelico, Shades Of Deep Purple e lo splendido The Book Of Taliesyn del 1968, e poi Deep Purple del 1969), ruolo che perde per Ian Gillian. Evans abbandona l'Inghilterra e va prima in Florida, dove prova la carriera solista, e poi vira in California, dove prima pubblica un singolo, Hard To Be Without You/You Can´t Love A Child Like A Woman e poi si aggrega al gruppo di oggi. Bobby Caldwell, batterista braccio destro di Johnny Winter, Larry "Rhino" Reinhardt, chitarrista e Lee Dorman bassista, provengono invece dai mitici Iron Butterfly, autori di uno dei brani culto della stagione del rock californiano, In A Gadda Da Vita (titolo che è una storpiatura psicotica di In The Garden Of Eden). In un primo momento della band fa parte anche il tastierista Lewie Gold che però abbandona poco tempo prima le prime registrazioni: Non resta che scegliere un nome, che in stile europeo viene individuato in Captain Beyond, e iniziare a scrivere musica. Il disco d'esordio, omonimo come le storie scelte per gennaio, Captain Beyond, esce nel luglio 1972, prodotto e arrangiato dalla stessa band. In copertina, meravigliosa, un disegno di Joe Garnett su progetto e idea della Pacific Eye And Ear, leggendaria agenzia di stampa creativa che realizzerà centinaia di copertine iconiche negli anni (ve ne ricordo un paio, Toys In the Attic degli Aerosmith, il loghino della moneta di Alice Cooper, molte copertine per i Bee Gees e la copertina di Berlin di Lou Reed).
Captain Beyond (chiamato dagli appassionati "first") è un disco di culto, per via di alcune caratteristiche peculiari per un disco statunitense del periodo e per la qualità eccezionale musicale, dell'amalgama tra i musicisti e i brani eseguiti, tutti a firma Caldwell \ Evans. Innanzitutto, è uno dei pochi dischi americani del periodo che, come i coevi del progressive europeo, in pratica non ha divisione dei brani, registrati come se fossero un'unica e strepitosa suite di 37 minuti. Il disco è un continuo e meraviglioso scorrere da riff a riff, drumbeat a drumbeat, in questo ambito fenomenale il lavoro di Caldwell, maestro dello strumento, che cambia la ritmica più volte nello stesso brano, per un groove irresistibile. È un mix perfetto di rock blues, cavalcate strumentali prog ma anche spesso vicino a quelle della Allman Brothers Band (a tal proposito, è giusto raccontare che il disco fu dedicato alla memoria del da poco scomparso Duane Allman), poiché linee di chitarra veloci e cariche di riff predominano per alcune canzoni prima di rallentare temporaneamente in una pausa fino al successivo decollo. Dal punto di vista dei testi, l'album si differenzia esplorando temi del mondo esterno e significati dell'esistenza, spesso con riferimenti alla luna, al mare, al sole e così via. Rod Evans ha una forte voce rock e si dimostra un grande canante, Rhino suona un'enorme quantità di linee di chitarra cariche di hook e Lee Dorman suona linee di basso complesse (ad esempio, alla fine di As The Moon Speaks-Return) che portano a suoni tipicamente ritmici e agili. Come non ricordare il groove monumentale di Dancing Madly Backwards (On A Sea Of Air), in apertura del disco, oppure la cavalcata strumentale di I Can't Feel Nothin', Pt. 1., il suono psichedelico di Myopic Void che in certi passaggi è meravigliosamente jazz fusion, che sfuma nella hard rock piena di potenza di Mesmerization Eclipse. Come curiosità, segnalo che Thousand Days Of Yesterdays (Intro) come suggerisce il titolo fa davvero da introduzione per Frozen Over, altro grandissimo brano di un disco di qualità decisamente superiore.
Si rimane davvero affascinati da questo disco, che lascia all'ascoltatore la sensazione che il viaggio debba continuare per un futuro indefinito. L'esordio però lascia strascichi: Caldwell ne se va, sostituito da Marty Rodriguez e Guille Garcia, con il timone musicale preso da Lee Dorman che scriverà tutti i brani dell'eccellente Sufficiently Breathless, che esce nel 1973. Per contratto con la Warner Bros. dovevano realizzare un terzo album, questo avverrà solo nel 1977, con il ritorno di Caldwell ma non di Evans, sostituito dal semisconosciuto Willy Daffern: per capire che confusione regnava all'epoca, il brano Dawn Explosion che dava il titolo al disco, Dawn Explosion, non venne nemmeno inserito in scaletta. La band con discontinuità formidabile e continui cambi di componenti è arrivata a suonare concerti fino ad oggi, in ricordo di un disco eccezionale di un periodo musicalmente florido come pochi della storia.
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tergestin · 1 month
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Questa meraviglia della tecnologia anni 60 é atterrato sulla luna con due astronauti dentro.
Con le riserve di ossigeno, acqua, cibo e attrezzature necessarie.
Con i serbatoi pieni dei propellenti necessari per guidare la discesa.
Poi si è diviso a metà, ed è decollato aiutato da un razzo che doveva avere una potenza specifica almeno 6 volte di quella del lanciatore Saturno multistadio, in orbita lunare.
Con i serbatoi ancora pieni di tutto il carburante che occorreva per decollo, risalita e raggiungimento della velocità di fuga dalla forza di gravità lunare ( un sesto di quella terrestre )
Ha raggiunto la velocità di oltre 11.000 kmh in pochi secondi.
Nelle profondità dello Spazio, grazie a un computer potente un centesimo di un commodore 64, ha trovato con precisione chirurgica l'Astronave Madre, si è girato a 180 gradi, ed è stato agganciato al volo dall'Apollo 11 in orbita.
Poi, è stato scaraventato sulla superfice lunare dopo che i due astronauti sono rientrati dentro la navicella madre.
Davvero un peccato aver perso tutti gli appunti, le telemetrie, il domopak, tutta la stratosferica tecnologia che ha permesso un prodigio del genere.
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evangelion369 · 1 year
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Decollo
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the-cricket-chirps · 6 months
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Tullio Crali
In decollo
1932
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platypus-quacks-too · 2 months
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buongiorno sono le nove e quarantanove ho già i coglioni talmente girati che mo' fanno l'elica e decollo 🙃
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haikyou · 8 months
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È una pista
La Via delle righe;
Leggo, m’involo.
Parole decollano
Atterranno pagine.
WakaBaoTzeBao, 8 settembre 2023 - 10.37, Kontowood ( dopo aver letto tre righe da “L’asse che non vacilla” di Confucio/Pound, Ghibli Edizioni. )
Opera di Fabio Magnasciutti per Triestebookfest, BaoCollezione ( particolare )
Particolari da “La lotta con la macchina da scrivere”, Bobi Bazlen, Adelphi Edizioni, BaoBiblioteca.
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soggetto-smarrito · 9 months
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Alla fine è sempre una questione di quote.
Se tu voli piu in alto di me..verrai sospinta sempre più in alto.
Il volo durerà di piu...
potrai permetterti di volare ad altezze che , per ovvie ragioni di quota..a me resteranno precluse.
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Eppure al decollo eravamo stati chiari, si arriva fino a li...non piu in là, perché piu in là un atterraggio di fortuna non c'è.
Mi sono spinto fin dove potevo permettermi.
Poi sono tornato indietro.
soggetto smarrito
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southernlonewolf · 10 months
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...ricordo il tuo tocco lieve
che accorda i miei sensi
e mi prepara al decollo
il tuo tocco ricordo
che mi mette in tensione
e la tua bocca che mi invade
mi strema e mi divora
sussulto ad ogni tocco
e mi sollevo leggero e tremante
ad ogni onda di ritorno
finché mi perdo...
Juan Pedroso
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gonagaiworld · 3 months
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UFO Robot Goldrake: il primo decollo in un video La spettacolare sequenza che vede per la prima volta Actarus ai comandi di Goldrake, decollare dall'hangar del centro di ricerche spaziali. Info:--> https://www.gonagaiworld.com/ufo-robot-goldrake-il-primo-decollo-in-un-video-imperdibile/?feed_id=429480&_unique_id=65c478c4ebf2a #AtlasUFORobotGoldrake #GoNagai #UFORobotGoldrake #UFOロボグレンダイザー #YamatoVideo
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venetianeli · 11 months
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Grazie agli spettatori del Giro d'Italia che mi hanno parcheggiato le auto davanti all'ingresso di casa, ma, purtroppo per voi e per me, non ho ancora l'auto a decollo verticale.
Siete degli adorabili genietti! ~❤️
• Venetianeli
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girulicchio · 4 months
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Lettone87
L'ignoranza è una brutta bestia.
Quando hai un incontro al buio, le aspettative viaggiano molto in funzione delle poche informazioni che hai potuto avere. Certo, è vero: questa cosa poteva valere di più vent'anni fa, perché ora è facile reperire di tutto un po' su internet e in modo anche abbastanza agevole. Facendo un passo indietro nel tempo, ricordando un po' il fascino dell'ignoto, il brivido della scoperta, c'è da dire che è sempre stato tutto un coin flip: molto meglio o molto peggio di come si potesse sperare. E la possibilità che le attese fossero esattamente rispettate è pari a quella che la moneta cada e resti di taglio. Tuttavia, non è detto che se il primo impatto non è da sballo, bisogna invertire la rotta. Anzi, a volte le sorprese più belle sono proprio quelle che nascono da un'aspettativa completamente tradita. Del resto, che figura si farebbe ad alzare i tacchi dopo essersi appena presentati o, peggio, prima ancora di farlo? La cosa peggiore che può succedere è perdere una serata.
Prima di capodanno, ho preso un volo. La tratta non è blasonata, la città di arrivo ha un piccolo aeroporto e poco più. La compagnia aerea vola da poco più di un anno e ha preso il posto di quella di bandiera, fallita per rispettare le tradizioni dello Stato. In aeroporto, alla partenza, c'è stato un piccolo qui pro quo all'accettazione del bagaglio da stiva e mi sono ritrovato con una carta d'imbarco stampata, senza averla richiesta, con un posto assegnato non coincidente con quello avuto al check in online. Ma, ad essere del tutto onesto, nemmeno ci avevo fatto caso se non al gate.
All'imbarco, pare ci sia un problema con la lista passeggeri. Anzi, la lista non c'è. E la riassegnazione dei posti è fatta a voce. Non per me, però. Io, che ho ricevuto una carta d'imbarco stampata senza averla richiesta, con, in effetti, la promessa che sarebbe stato meglio così all'imbarco, non ho avuto alcuna rettifica circa il nuovo posto.
Tutti pronti per viaggiare, si vede un aereo di linea a due passi, fermo, in attesa dei passeggeri. Il pensiero comune è: questo è il nostro, cosa aspettano a farci salire? Siamo qui fuori, al freddo, ad aspettare come dei moderni Vladimiro ed Estragone, senza aggiornamenti, senza spiegazioni. Eppure, l'aereo è lì! C'è anche la scala montata.
Ed ecco che una navetta passa. Allora, il pensiero muta: forse, per quanto sia ridicolo, ci faranno salire sulla navetta. Che so io, nuove norme di sicurezza. No, invece. La navetta passa. L'orario di decollo previsto pure. Cinque minuti di ritardo ed ecco, finalmente, un movimento: altri passeggeri, sopraggiunti da un'altra navetta, iniziano a salire su quello che sembrava essere il nostro aereo.
Ormai fuori dal pensiero comunitario, inizio a pensare che il volo sarà cancellato a breve, con una beffa clamorosa. E mi chiedo se tutti ricordano il posto assegnato, detto in effetti solo a voce. Ad essere onesti, mi ha sempre infastidito dovermi spostare per aver sbagliato posto e ancor più far spostare qualcuno seduto al posto mio. In questo caso, però, il problema non sussiste: esce l'hostess di terra e ci avvisa che "questo volo è free-seating. Quando salite, sedetevi dove volete."
Il primo pensiero è stato di sedermi accanto al comandante, per provare la gioia di far finta di pilotare un aereo, come un bambino troppo cresciuto. Il secondo, più lucido, mi ha suggerito di accaparrarmi i posti in prima fila, con lo spazio adeguato alle mie gambe. Allora, ho accelerato il passo una volta avuto il via libera, come le pecore al pascolo. L'aereo vero, in lontananza, sembrava più piccolo degli altri. E con mia curiosità, sebbene abbia messo a fuoco la scoperta solo più tardi, ho notato che avesse le eliche esterne ed è la prima volta che le ho viste su aerei non anteguerra, non militari e soprattutto non su una foto.
Salito per secondo sul velivolo, mi siedo al posto con finestrino sulla destra. Le file di posti sono dispari: due a destra, una a sinistra. Accanto a me, siede un ingegnere navale, il quale mi ha permesso, tramite le sue chiacchierate con l'assistente di volo, nonché anche pilota - ma, no, non di quel volo -, di farmi una piccola cultura sugli aerei e, soprattutto, su quell'aereo.
L'aereo è un velivolo lettone del 1987, con 34 posti a sedere. Le eliche a vista, sebbene non trasmettano gran fiducia a guardarsi, garantiscono una migliore efficienza in volo. Essendo un piccolo velivolo e avendo determinate caratteristiche, può volare solo a bassa quota. E qui mi fermo, sia per evitare di confondere i ricordi e dire sciocchezze, sia per non tediare nessuno con dettagli interessanti, ma sparsi, sul funzionamento delle eliche.
Tornando alla questione dell'incontro al buio, se Lettone87 fosse stata una donna matura conosciuta online, dove per tutto il tempo della frequentazione virtuale ho pensato che l'accetto tonico fosse sull'unica "o" e non sulla prima "e" e che 87 si riferisse alla circonferenza del seno o dei fianchi, sarebbe stata una piacevole sorpresa, pur avendo i baffi, le rughe e il trucco di un pagliaccio.
La morale di questa storia è che uno dei migliori voli che abbia fatto è stato su un apparente catorcio di un Paese cosiddetto povero e che ho sperato di rivedere al ritorno, ma purtroppo così non è stato. Il viaggio verso casa l'ho effettuato su un aereo costruito nell'azienda per cui lavora mio fratello. A suo dire, il loro cavallo di battaglia. Penso l'abbia definito l'aereo più economico, aggiungendo anche altro. A me è bastato quello.
Lettone87 resterà sempre nel mio cuore. L'esperienza bizzarra, gli spazi angusti e il fascino retrò mi hanno regalato un'immagine perenne.
E, ironia della sorte, quando le aspettative sono state tradite da un lato, chi ha scelto di non avere un secondo incontro è proprio chi sembrava inizialmente essere in difetto.
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