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#disney edita
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Cumpleaños 🎂
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Carlos Rivera sopla las velas de su 37 cumpleaños
Carlos Rivera es un cantante mexicano nacido en Huamantla, Tlaxcala, el 15 de marzo de 1986, como Carlos Augusto Rivera Guerra. Se inició en la música desde muy pequeño pero se hizo conocido al ganar en Acapulco la tercera edición del reality show “La Academia”, en 2004. Esto le valió el nombramiento por el cabildo de su ciudad “Hijo Predilecto de Huamantla”.
En 2005 firma contrato con Sony Music y, mientras prepara su álbum debut, graba la cortina de la novela “Amor Sin Condiciones” y la canción “Si Tú Supieras”, para la película “Mar De Sueños”.
Actúa en la obra “Orgasmos la comedia” durante 2007. Ese año edita su álbum debut homónimo ("Carlos Rivera"), el que incluye canciones como “Te Me Vas” y “No Soy El Aire” y obtiene Disco de Oro por ventas.
En 2008 se convierte a los 22 años en el actor más joven del mundo en protagonizar el rol masculino de “La Bella y la Bestia”, primer gran producción de Broadway y Disney montada en México. Al año siguiente participa en la famosa comedia musical “Mamma Mía!”.
En 2010 encarna el papel de Simba en la obra musical “El Rey León”, en el teatro Lope de Vega de Madrid, hasta 2013.
Durante 2014 participó del reality show “La Voz Kids” siendo el asesor de Malú.
En 2017 se conoce la noticia de que grabará el tema "Recuérdame", del film animado de Disney Pixar titulado "Coco".
En enero del 2020 Carlos Rivera anunció que formará parte del programa televisivo de talentos "La Voz" de España, donde será el asesor de Laura Pausini.
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patemi-pk · 1 year
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Aspettando Pk
Post in italiano, mi spiace per i lettori internazionali, ma mi trovo più comodo a parlare nel mio idioma natio per questa piccola digressione.
Davide Cesarello
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Ho ordinato su Panini.it il nuovo volume di Pk, assieme ad altre cose, perciò avrò modo di leggerlo dopo la data di uscita. Intanto, mi fa piacere che per le matite sia stato scelto stavolta Davide Cesarello.
Potrà apparire forse strano, ma faccio moderatamente il tifo per Cesarello da tempi non sospetti. Allievo della defunta Accademia Disney, ha collaborato con Disney Italia dalla seconda metà degli anni 90, fino agli anni 00. In quegli anni disegnò un pugno di storie, in due delle quali si cimentò anche da autore completo. Ben presto, però la sua carriera prese una strada che definirei più corporate, ovvero da copertinista per varie serie, come Minni & co., Mega 2000, X-Mickey (di cui si occupò anche di parte del processo creativo alle spalle), i Gialli di Topolino e iniziative editoriali come i Classici della Letteratura (la serie edita in collaborazione col Corriere della Sera ebbe in Italia come copertinista principalmente Fabio Pochet, ma in altri Paesi continuò con copertine di Cesarello).
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In pratica si potrebbe dire che sviluppò una carriera simile a Marco Ghiglione, ma, parlando da lettore, nelle poche cose disegnate da lui, vedevo una maggiore capacità narrativa e recitativa, che superava la capacità di mettere in posa dei personaggi per un'illustrazione statica.
Una storia in particolare, mi permise di mettere a fuoco il suo talento: Topolino e il diamante rosa, che ritrovai su un Topolino di quelli venduti nelle buste delle edicole.
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La cosa che mi colpì maggiormente, fu, nello stile, la volontà di eludere dal manierismo un po' provinciale che spesso insidia varie storie italiane, per mettere in scena un Topolino molto reale e allo stesso tempo fedele alla lezione d'oltreoceano. Questa commistione fra look corporate e taglio rampante dei personaggi, più che a Ghiglione, finiva per farmelo accostare a Sciarrone o Barbucci. Insomma, mi sembrava arrivare da quella scuola (o meglio, come avrei scoperto dopo, da quell'Accademia).
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Guizzi così me li potevo immaginare animati dagli studi di Burbank. Non era un qualcosa che sembrava troppo alieno da un Runaway Brain. Tutto questo portava a crederci un po' di più in quello che si leggeva. E la trama, poi, non era neanche banale, ma aveva delle sequenze, inquadrature, tagli, che la facevano risaltare. Anche la scelta di alcune vignette monocromatiche dava un appeal moderno, simile a quello che Monteduro aveva inaugurato su Pk (sui colori, però, suppongo indicazioni dell'autore, data la valenza narrativa degli stessi, ma non ho elementi per identificare autori).
Se ciò sembra poco, questa storia segna anche il suo esordio sul settimanale, come rivela lo stesso autore nella sua scheda su Topolino.it:
Di saper disegnare lo dimostrai molto presto, all’asilo delle suore di Sesto S. Giovanni, dove i classici omini stilizzati prendevano forme e dinamismi unici per un bimbo di quell’età. L’asilo fu in effetti una buona palestra, si passava molto tempo a fare “scarabocchi” che tra l’altro conservo ancora gelosamente (oltre che a giocare a Zorro e D'Artagnan, gli eroi dell’epoca). Ad ogni modo, fu subito chiaro che il disegno sarebbe stato una componente molto importante nella mia vita e irrinunciabile. Seguirono poi gli anni delle elementari, tra cartoni animati giapponesi, che copiavo senza fermo immagine (ahimè all’epoca non ce l'avevamo) e caricature di compagni e maestre, naturalmente a loro insaputa, con una vena sempre umoristica. Crescendo diventai un divoratore di fumetti e col tempo mi appassionai soprattutto allo stile umoristico, imparando a riconoscere gli autori e l loro segno grafico. Da adolescente non ebbi troppi problemi a scegliere la mia strada. Passai diversi anni a studiare grafica e illustrazione, finendo poi all’Accademia di Belle Arti di Brera dove mi diplomai in scenografia. Fu proprio a Brera che venni a sapere della scuola Disney e così convinto da una amica, mi presentai con un book di disegnetti molto naif alla selezione per entrare ai corsi tenuti dal grande Giovan Battista Carpi. Passò un lungo periodo di prove infinite ma alla fine riuscii ad entrare all’Accademia Disney, un luogo di incontro e scambio culturale che mi rimarrà sempre nel cuore. La prima storia uscii nell’ottobre 98: "Topolino e il diamante rosa”, scritta e disegnata da me e in seguito ne uscirono altre, mentre collaboravo saltuariamente anche con il dipartimento Licensing della Disney per la creazione di prodotti per il consumer product. Dopo qualche anno da freelance mi venne offerto di entrare alla Walt Disney Company come senior artist, dove ebbi modo di conoscere tantissimi artisti provenienti da tutto il mondo e crescere artisticamente, ispirato dal loro talento e i loro insegnamenti. Nonostante fossi ormai lontano dalla testata di Topolino ebbi modo comunque di ispirare la redazione con alcune serie di grande successo: X-Mickey e le Storie della Baia. Il fumetto come mezzo per raccontare storie continuava ad avere un certo fascino su di me. Nel 2018 tornai a fare il freelance, riallacciando i rapporti con la rivista di Topolino.
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Nonostante il Diamante Rosa fu a lungo l'unico ricordo connesso a Cesarello, il suo nome mi rimase impresso, tanto da essere stupito, nel tempo, di non trovare più un così fulgido talento speso fra le pagine del topo. Fui perciò molto felice di rivederlo, prima di nuovo sulle cover e dopo sulle storie, a collaborare col settimanale, dopo una decennale assenza (ultradecennale, se poniamo l'attenzione sulle storie lunghe più di una tavola).
Menzione obbligatoria di congratulazioni con la direzione Bertani per il fiuto nel recuperare autori.
Il nuovo Cesarello appare certamente più maturo di come fosse negli anni 90. Mantiene una regia interessante e una buona capacità di far recitare i personaggi. Con le nuove storie di Top de Tops riesce egregiamente a sostituire Massimo De Vita, riuscendo a porsi in continuità con lui, pur avendo infuso una riconoscibilità ai personaggi mutuato, evidentemente, dagli anni nel licensing.
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Se in passato sembrava pendere verso l'animazione in determinate scelte e lo stile corporate, qui pare tornare ad adattarsi al mezzo fumetto, pur mantenendo quella particolare affinità per il dinamismo. Insomma, appare in evoluzione, capace di rinnovarsi e di applicarsi a studiare per adattarsi a ciò che gli viene chiesto, dandone un'interpretazione comunque personale.
Ora ha ricevuto il pesante incarico di occuparsi di Pk, in un periodo in cui alla serie vengono affidate matite inedite. Sono molto curioso della prova che potrà dare in questo contesto.
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newsworld-nw · 6 months
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'Dancing With The Stars': Maksim Chmerkovskiy, Carrie Ann Inaba Talk Emotional Lane Goodman Tribute (Exclusive)
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Tuesday evening Dancing with the Stars was significantly emotional. Not solely that The standard most memorable evening of the yrHowever the present additionally Pays particular respect late Lane Goodman - and there wasn't a dry eye in the home.Halfway by Tuesday's episode, many ex DWTS The professionals returned to the ballroom to pay tribute to Goodman, who Died in April aged 78 After serving as a choose DWTS For nearly all of historical past."There was plenty of emotion to get the decision after which, you recognize, your thoughts goes in 100 totally different instructions," Chmerkovskiy stated. "However to be truthful, that Band-Support has been eliminated by now and there was such a optimistic feeling in the direction of the entire thing. At the very least for me, I loved each second."YouTubeNonetheless, the emotional affect of the second hit Chmerkovskiy like everybody else within the studio, and he shed a number of tears."It was an emotional second on the finish. I held on so long as I may," he stated. "If you happen to do not tear up in that second, it is the improper ballroom."In the meantime, Jenna JohnsonThose that had been liable for choreographing the routine, mirrored some challenges."It was lots, and I feel we needed to put the emotion apart for some time and structurally be like, 'How are we going to execute this?'" Johnson recalled of the dance — which included previous and current professionals, Kim Johnson. -With Herjavec, Tony Dovolani, Anna Trebunskaya, Edita Sliwinska, Karina Smirnoff, Mark Ballas, Louis van Amstel and Derek and Julianne Hough."With 12 {couples} on stage who've by no means danced collectively earlier than? We had three hours to place it collectively. Actually? And we did not get Derek and Julian till yesterday. So it was like plenty of transferring elements," Johnson shared, "however I bear in mind What actually made it come alive was the unity and gratitude all of us had for a similar objective of doing this for Lane.""It was like our love letter to him," he added. "And I've to thank all of the dancers for bringing it to life as a result of it was actually greater than I may have imagined."Eric McCandless/Disney Normal Leisure Content material through Getty Pictures"It was a fantastic honor to be given this chance. The dance was choreographed on my own. I feel it was like preserving it easy, out of the best way," Val defined. "You may have unimaginable dancers, masters of their craft. I simply needed to ensure I created a stage for them to do what they do. There's energy in coming collectively and being collectively, and Jen and I each needed Lane to learn that half. It is not a lot a private nod as it's a collective second the place we are able to all pay tribute to a person who has executed a lot for the dance group."the choose Carrie Ann Inaba -- who had labored with Goodman since Season 1 -- was significantly moved by the tribute."However I assumed the dancers did a fantastic job. They introduced her to life by that dance and all the gorgeous issues about Lane -- and there are such a lot of stunning issues about her," he continued. "However I feel he would have been so proud."For Inaba, the entire expertise was "very, very emotional.""And I feel I feel it took (fellow choose Bruno Tonioli and I) abruptly, as a result of we had been attempting to be skilled and maintain it collectively, however typically you'll be able to't," Inaba defined. "And I feel that is the fantastic thing about this present. The dance could be very emotional. I imply, all dancers are emotional creatures, proper? The dance is fueled by inside feelings. And I could not maintain it in any longer. It was arduous."In honor of the late choose, the present revealed that the long-lasting DWTS The trophy shall be named in his reminiscence Len Goodman Memorial Mirrorball Trophy.Associated Content material: #Dancing #Stars #Maksim #Chmerkovskiy #Carrie #Ann #Inaba #Speak #Emotional #Lane #Goodman #Tribute #Unique Read the full article
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aroundtable · 8 months
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Con Dixit 7, ovvero Dixit Revelations completiamo, almeno per il momento la playlist di Around the Table dedicata alle carte di Dixit. A dire il vero in questa playlist mancano tre scatole una è quella del mio Dixit base ovvero Odyssey, la seconda è quella della prima espansioe di Dixiet: scatole che avevo aperto molto tempo prima di aprire il canale e quindi era un po' strano farvi vedere quelle carte ( anche usurate perché usate senza la consapevolezza del board games), l'altra scatola che manca in questa playlist è proprio quella del Dixit, base che non ho mai acquistato quindi mi domando: vi piacerebbe che io aprissi la scatola dl Dixit base base? Ovvero riuscirete a convincere chi di dovere che e necessario che acquisti anche quella scatola di Dixit fatemelo sapere. Dixit 7 Revelation sarà l'ultima espansione di Dixit prima di settembre/ottobre quando uscirà la nuova scatola di Dixit dedicata al mondo Disney( che mi sta facendo venire l'acquolina in bocca per tutte le anteprime di  @AsmodeeItalia  e  @libelludgames  ) Ma intanto godiamoci le carte che ha realizzato Marina Coudray per Dixit Revekatuions: ho trovato oltre allA classica meravigliosa oniricità delle illustrazioni e la consuerta ironia anche un pizzico di sensualità del tutto in edita per il mondo di Dixit Dixit 7, Dixit Revelations è un'espansione per Dixit che contiene 84 nuove carte immagine edito in Italia da Asmodee! 00:00 Intro 02:28 Le Carte 11:04 Outro! Seguimi sui miei social: https://www.facebook.com/AroundThe7able/ https://twitter.com/AroundThe7able https://www.instagram.com/around_thetable/ http://aroundtable.tumblr.com/ #AroudtheTable #giochidatavolo #Dixit
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enkeynetwork · 10 months
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not-wholly-unheroic · 4 years
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Love this edit of the Disney crew as their 2003 live-action counterparts by JeffersonFan99 on deviantArt. Look at that boy’s fancy coat and hat!!
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theboysandtheballet · 3 years
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folklore: the long pond studio sessions
a movie poster
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dinamicus · 3 years
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Era medio obvio que Viggo había cruzado la cordillera alguna vez de tanto venir a Argentina.  ¿Que haría si me topara a Viggo en Chile? ooh creo que seria una de esas fans perturbadoras que hacen comentarios incomodos  y preguntas fuera de lugar... jaja
de todas manera esta entrevista la hizo un critico de cine que  lo vi el otro dia en tv . Asi que me estoy imaginando el intercambio 
Viggo Mortensen, actor norteamericano : El retorno del Rey... a Buenos Aires :: Mabuse - Revista de Cine
mabuse.cl
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Por Ernesto Garratt Viñes
Lo primero que hizo Viggo Mortensen al llegar a Buenos Aires fue ir a ver al equipo de sus amores, San Lorenzo de Almagro, que jugaba ese fin de semana de noviembre. Para cualquier seguidor medio de las películas de El señor de los anillos este dato no representa una mayor sorpresa. Mortensen, quien interpreta en la trilogía dirigida por Peter Jackson al héroe Aragorn, es fanático del fútbol argentino pues creció en este remoto país sudamericano. Su padre es danés y su madre, estadounidense, pero quiso el destino y el trabajo de su padre que creciera en Argentina, que aprendiera español, que hablara como un perfecto porteño y que fuera el único actor del elenco que aceptara la gira latinoamerica para promocionar la cinta.
Todos estos datos se saben, pero cuando se tiene a Aragorn en frente, al guerrero que intenta detener el avance de las fuerzas del mal en la Tierra Media, al héroe que habla élfico y protege a Frodo, realmente uno se sorprende. "Ah, vos sos el chileno'', dice Viggo en el Alvear Palace de Buenos Aires. Es un tipo alto, anda con el pelo muy corto, afeitado y con un traje formal y con una mochila con un banderín de San Lorenzo y su termo en la mano para tomar mate.
Son las 9 de la mañana y Viggo comienza su día con una apretada agenda de promoción. La primera para es ir a la radio Rock & Pop, al programa de Mario Pergolini, una de las caras y creadores del original Caiga Quien Caiga. En los estudios de la estación radial Viggo se siente a sus anchas. La relacionadora pública a cargo de Viggo cree que el pesado humor de Pergolini puede causar estragos, pero no. Aragorn contesta de igual a igual. "¿Y qué hacía tu papá en la Argentina? ¿en qué laburaba?'', preguntaba Pergolini. "Pues... no sé, sabes'', contestaba graciosamente lacónico Mortensen. Una nueva pregunta algo pesada y Viggo, luciendo un humor a toda prueba, se va ganando el respeto de su interlocutor.
me encanta la manera que Viggo tiene de gestionar el humor argentino , sinceramente 
Alusiones al mal aliento de Liv Tyler, a los nerds que le piden autógrafos por doquier, a su hijo de 15 años y, por supuesto, al fútbol y Viggo tiene que volar. Hay más entrevistas y una sesión de fotos. Solo una pues a Viggo, quien practica la fotografía, no le gusta que le tomen fotos. Están prohibidas las cámaras en las charlas con él.
"Claro que conozco Chile, he estado allí un par de veces", me reconoce al momento de las entrevistas individuales. Hay periodistas de Uruguay y Argentina y Viggo ya lleva un par de horas contestando lo mismo: que Jackson, que Tolkien, que Aragorn. "Jamás pensé que iba a traer el mate a Aragorn", dice una moza que entra para servirle mate a Viggo, fanático de este brebaje y quien debe mover cielo y tierra para conseguir las yerbas de mate en Los Angeles, California, donde reside.
¿Crees que al fin se reconoció tu esfuerzo de tantos años en la actuación?
Puede ser. Pero hay que reconocer que no solamente en Estados Unidos hay actrices, actores, directores que siguen haciendo buen trabajo en teatro y a veces en el cine y en la TV y que por alguna razón no se les reconoce. No sé por qué. Yo tengo amigos que no sé por qué van por la vida desempleados. Hay que tener suerte.
Y muchos podrían creer que Mortensen tuvo un golpe de suerte, pero fue después de actuar en cerca de 30 películas (Testigo en peligro, Carlitos way, The indian runner, etc.) que logró el reconocimiento, aunque fuese de un modo casual. Stuart Tonwsend, quien originalmente había sido fichado para el rol de Aragorn, fue despedido al primer día de rodaje. "Siempre hago mi mejor esfuerzo, lo mejor que pueda con cualquier personaje. No hice más esfuerzo con este personaje que con otros. Aunque sí fue un rodaje mucho más largo, tuve más tiempo para estudiarlo a fondo".
Y el esfuerzo fue más que arduo. Durante más de un año filmando en Nueva Zelandia, Viggo se rompió un diente, se fracturó un dedo y se lució en el manejo de la espada. Sin embargo, por este papel no reniega de sus anteriores cintas y explica por medio del ejemplo de Nicole Kidman y Demi Moore los altibajos por los que pasan las estrellas. "Estuve, por ejemplo, en Retrato de una dama y para mi Nicole Kidman hizo un trabajo muy bueno allí. Ahora se le reconoce, se le han dado premios y que sé yo. Pero por esa pelicula pasó casi inadvertida... El otro caso. También estuve con Demi Moore en GI Jane. No la comparo con Retrato de una dama, es otro registro, pero lo que hizo Demi Moore fue bastante atrevido y lo hizo de una forma muy enfocada, se metió a fondo y para mí ella hizo las cosas bastante bien, pero la mataron y eso tenía que ver con las películas que habia hecho antes: Striptease. No se la perdonaron".
El señor de los caballos
Otra de las cosas que hizo Mortensen en su paso por Argentina fue ir al Hipódromo. "Me gusta ir a ver los caballos calentando, entrenando, viendo la relación con los jinetes, con la gente que apuesta, todo, todo ese mundo es interesante. El caballo es importante en Argentina y en Chile. Además, me encantan los caballos. En Argentina aprendí a montar y a tenerles cariño a estos animales". Este pre entrenamiento sirvió de background para rendir en El señor de los anillos y el hecho de volver montar fue determinante para elegir su próximo proyecto: la película de Disney Hidalgo, acerca de un militar americano que viaja a Arabia Saudita para competir en exigentes carreras de caballos. "Es un cuento muy lindo esa película'', dice el actor. "Es diferente pero tiene en común con El señor de los anillos que es una aventura, que es un desafio en donde una persona acepta voluntariamente el reto sin saber de verdad lo que van a venir".
¿Se filmó en Marruecos, no?
Sí, en Marruecos, era un sitio increíble, estuve un poco más de dos meses allí.
No has parado de viajar
ok  ahi esta la conexioon con Marruecos
 entonces... ¿Cuándo te vas acostumbrar a estar en casa?
Pues no sé. He estado este año viajando bastante pero a muchos de los viajes ha ido mi hijo (Henry) conmigo. Pero es verdad que me cansa no poder poner las cosas en cierto orden: dejo cosas mal hechas o medio hechas".
También haces música ¿no? Creo que grabaste un disco con los tres hobbits de la película. ¿Es verdad?
Una de las cosas que quiere dejar bien hechas son sus labores en su editorial Perceval Press, una pequeña empresa que mantiene con su socia Pilar Pérez y desde donde edita libros de fotografía (de fotos tomadas por él), de poesía y pintura. En un rato de la conversación Viggo saca de su mochila un libro. "Es uno de mis libros de fotos, para tí, chileno".
Yo estaba haciendo un disco con el guitarrista Buckethead: un guitarrista bastante bueno, había hecho dos cosas con él antes y estábamos por terminar un disco y Dominic Monaghan, Elijah Wood y Billy Boyd, los hobbits que estaban en Los Angeles, me dijeron, ey, qué haces, quieres salir con nosotros. Les respondí que no, que debo terminar un disco y todo. Y con quién es el disco, me preguntaron: con Buckethead, les dije y de inmedianto quisieron venir. Él tambien era fanático de la película y al final hicimos una jam session. Todos cantaron un poco. Billy tocó bajo y batería, él tenía una banda en Escocia. Dom cantó, pero no tocó nada.
En cuanto a la fotografía ¿sigues con tu clásica cámara Hasselblad?
Además tengo una Laika y puedo sacar fotos con cualquier aparato. No tiene que ser necesariamente ésta (y toca su Hasselblad). Es una Hasselblad que he tenido por unos 20 años y estoy cómodo con ella".
¿Y tomas fotos?
De vez en cuando.
¿Qué piensas de la próxima cinta de Peter Jackson, King Kong?
No sé lo que haga Peter con King Kong, no sé si lo hará más hollywodense. Pero él es como un gran espía en Hollywood. Porque hizo su película como quiso hacerla y ha cambiado el modo como se ve este tipo de película de fantasía.
Pero fue un rodaje rudo. Mal que mal te rompiste un diente y un dedo
¿Es cierto que te llamaba Aragorn durante el rodaje para que te metieras en el papel?
Pero todos sufrimos, todos los que estuvimos en esa batalla. Todos trabajamos bastante. O sea, no tuve mucho tiempo libre.
Publicada el 15/12/2003
Me llamaba Viggo.
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artofnicolasammarco · 5 years
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Vi aspetto al Taranto Comix! #tarantocomix “Amici Comixiani, un altro grandissimo autore, tarantino DOC, torna a trovarci al Taranto Comix 2018 con un progetto dal forte impatto emotivo! Ecco a voi Nicola Sammarco con "CERVA: un corto contro la caccia" ---> Chi è Nicola Sammarco? Nicola Sammarco, regista d'animazione, storyboard artist e fumettista. Cresciuto con Disney Company, ha intrapreso da subito la carriera nel mondo del cinema d'animazione a livello internazionale. Disney, Universal Studios, Netflix, collabora attivamente con alcuni dei più grandi studios al mondo, attualmente nelle sale cinematografiche italiane c'è Il Grinch, a cui ha preso parte come story artist a Parigi. Suoi i layout della graphic novel di Alla Ricerca di Dory della Pixar,edita da Panini Editore, recentemente ha collaborato alla regia di alcuni nuovi cortometraggi animati della Funko animation studios, per i nuovi Funko Pop in uscita nel 2019. Attualmente sta lavorando come regista per il suo progetto "Cerva" un cortometraggio/movimento a supporto della salvaguardia degli animali selvatici e contro la caccia, inoltre sta sviluppando la graphic novel "Centaras" con il francese Jerome Hamon e come Creative Director supervisiona i nuovi progetti editoriali della appena nata Mande Books (Mandese Editore), di cui è ideatore insieme ad Antonio Mandese”. https://www.instagram.com/p/BrSk-iqBZtS/?utm_source=ig_tumblr_share&igshid=84u3o95htf6g
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oscaryella · 2 years
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Eternals, lo peor del año, 2021
Se filma sin garantías, se edita sin certezas, con la convicción de que las partes formen un todo coherente, consecuente, con ritmo y armonía.
Salma Hayek no brinda garantías ni certezas, pero nos acerca un poco más a la meta , si esta es tener la peor película del año. Sumemos a Angelina Jolie aún en Maléfica y nos acercaremos más. Disfraces carnavalescos y mucho maquillaje digital para resaltar el tono de farsa y estafa.
Teatro Isabelino con adultos representando jóvenes, Superhéroes 90210 treinta años después, el presupuesto que no alcanza. Los escenarios tan absurdos como los trajes. Mitología que pierde al alma dos veces. Marvel agoniza con billetes marca Disney.
Chloé Zhao perdida y corriendo hacia todos lados sin poder escapar del bodrio, escarbando enterrada boca abajo. Un Nomadland con paisajes espaciales y tratando de que el cartón genere drama. Sin sentido anunciado y logrado.
Para que no haya duda de su poder para dañar, Eternals es eterna y dura más de dos horas y media.
Dinero y tiempo perdido. Lo peor del año.
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pangeanews · 6 years
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Ci lascia la nostra più brava autrice di storie per ragazzi. Alessandro Rivali ricorda Miriam Dubini: “era una formidabile storyteller”
Domenica scorsa è morta per le conseguenze di un incidente stradale Miriam Dubini (1977). Era probabilmente la nostra migliore autrice di storie per ragazzi, con una fantasia colorata e incontenibile.
Il suo ultimo libro, Polvere nera, era appena uscito con Solferino Libri. Era il 28 giugno e Corriere Tv l’aveva anticipato con un’intervista molto spigliata, in cui traspare tutto il carattere di Miriam. Si può vedere qui.
Conobbi Miriam in un viaggio in treno da Milano a Torino nel maggio del 2012. Stavamo andando al Salone del libro. Ci presentò Armando Fumagalli, che ha inventato in Cattolica quel Master in Scrittura e Produzione per la fiction e il cinema, che negli ultimi anni ha sfornato una nidiata di talentuosi sceneggiatori. Miriam era stata sua allieva. Mi colpì la sua semplicità, il suo sorriso, il numero di “cantieri aperti” per le sue narrazioni, la sua passione per la bicicletta. E la sua storia: aveva girato l’Europa, lavorato in un circo e in un teatro, e, soprattutto, inventato per Mondadori una saga con la “strega più disordinata del mondo”…
Al Salone, andai alla presentazione del suo Aria: si lasciò circondate da un’ondata di bambini esultanti a cui in un’oretta spiegò le regole auree di una buona storia. Un’oretta in cui la Poetica di Aristotele e altri testi imprescindibili vennero trasformati in puro incantamento. Miriam era una formidabile storyteller. Da parte mia, come amico, la incoraggiavo a tentare anche il romanzo Grande (così Fenoglio diceva del suo Partigiano): le sarebbe venuto benissimo e chissà che ora non sia riposto in uno dei suoi cassetti… Come editor, ho lavorato con lei per due progetti Ares. Provai a chiederle delle storie che avessero per protagonisti dei bambini nelle Sacra Scrittura: nacque così Ci siamo anche noi! Davide e altre incredibili storie di bambine e bambini nella Bibbia (2015). Due anni fa vennero i racconti brevi (con le illustrazioni di Fabio Santomauro) di Storie del cielo e della terra – Dall’Arca di Noè ai miracoli di Gesù, i grandi episodi della Bibbia raccontati ai bambini: sette racconti, come spiegava Miriam, “dedicati ai più piccoli in cui sono proprio le piccole cose a narrare le più grandi avventure. Una goccia di pioggia, due lenticchie e un guanto solitario e molti altri nuovi, sorprendenti amici per volare tra le pagine del libro più antico del mondo…”.
I poeti hanno uno zoom speciale per fissare le piccole cose. Nei racconti di Miriam c’è molta poesia e molta tenerezza. E anche i grandi hanno molto da imparare…
Il mio racconto preferito era di Giona che diventava amico di una balena molto solitaria…
Vorrei ricordare Miriam con l’intervista che segnò l’inizio di un’amicizia. È di qualche tempo fa, ma mi sembra che possa servire a conoscere un’autrice andata via troppo presto.
Alessandro Rivali
*
L’INTERVISTA – Fogli n. 390, febbraio 2013.
Aria nuova. Colloquio con Miriam Dubini
Alessandro Rivali
Tra i personaggi più freschi e accattivanti della nuova narrativa per ragazzi c’è la giovane Miriam Dubini (1977), autrice di Aria, una trilogia per preadolescenti su «amori e biciclette» che ha riscosso molto successo (è in corso di traduzione in Brasile, Polonia, in Spagna e in Germania). Al prossimo Salone del Libro di Torino presenterà l’ultimo capitolo della sua saga: Aria. La danza delle stelle cadenti (Mondadori Saghe Fantasy, pp. 600, euro 18), la storia di un amore impossibile tra Greta e Anselmo, un ragazzo perfetto… anzi persino troppo, perché in realtà si tratta di un angelo… 
Nella vita hai fatto un po’ di tutto, dalla semiotica al teatro, dalla hostess alla spazzina, dal lavoro in Disney al circo… ma come sei arrivata a scrivere?
Tutto è iniziato con un viaggio. Sono partita per un Erasmus di novanta giorni in Germania e ci sono rimasta un anno. Dopo un paio di mesi ho trovato lavoro presso una ludoteca di Monaco dove i bambini tedeschi mi hanno insegnato la loro lingua e io ho insegnato loro a recitare. Insieme abbiamo messo in scena Ein Drache als Freund (un drago come amico) e ci siamo divertiti così tanto che ho deciso che anche i bambini italiani avevano diritto a un’esperienza tanto importante. Così, quando sono tornata a casa ho mandato curriculum a tutte le compagnie teatrali di Milano che si occupavano di teatro per ragazzi e una di queste mi ha contattato. Si chiama Ditta Gioco Fiaba e con loro ho trascorso cinque anni di avventure che meriterebbero un libro. Eravamo una decina di giovani con un grande sogno: quello di un teatro per bambini dove fare i nostri spettacoli. L’abbiamo realizzato con tanto lavoro e tanto entusiasmo. Al Teatro del parco Trotter tutti hanno fatto tutto. Nel frattempo mi laureavo con una tesi in semiotica sulle fiabe. Subito dopo ho passato le selezioni per entrare a un Master di scrittura per il cinema e quelle per l’Accademia Disney dove ho studiato sceneggiatura del fumetto. Grazie al mio maestro di fumetto ho conosciuto Ambra Orfei e il suo circo e ho lavorato con loro per un anno, scrivendo spettacoli e viaggiando con una carovana di contorsioniste cinesi, acrobate bulgare, giocolieri canadesi…
Un percorso davvero insolito…
Sono stati anni meravigliosi in cui correvo da una parte all’altra della città con la mia bicicletta giallo sole e ascoltavo maestri di scrittura parlare di tutti i modi per raccontare una storia: al cinema, con un fumetto, su un palco teatrale, in televisione, al circo o in un libro. Ho scelto il libro. Il primo che ho scritto parla di una strega disordinata dal cuore puro che si chiama Leila Blue. È diventata una collana di sei volumi edita da Mondadori e tradotta in sette lingue.
Fammi un identikit di Leila Blue.
Ha 11 anni, vive a Londra, è molto disordinata ed è la prima strega che non è stata trafitta dalla scheggia di ghiaccio che rende cattive tutte le streghe. È stata la sua mamma a salvarla, sacrificando la propria vita ma nel corso della sua educazione ai misteri della magia, la piccola Leila scoprirà qualcosa che nessuno avrebbe mai immaginato…
Scriverai sempre e solo per ragazzi?
No. Quando lavoravo in Disney scrivevo libri per bambini dai quattro anni, con Leila sono cresciuta e ho inventato una storia per bambini dagli otto anni. La nuova serie, Aria, è rivolta ai dodici… quindi piano piano arriverò anch’io alla maggiore età letteraria…
Prova a farmi un rapidissimo trailer di Aria…
È la storia di Greta e Anselmo, lei ama solo la sua bicicletta, lui può leggere le trame del destino nell’Aria e ripara biciclette in una ciclofficina immaginaria di un quartiere disagiato di Roma. S’incontrano, litigano, s’innamorano, si lasciano, si ritrovano e si riconoscono nel saliscendi dei colli e delle coincidenze del destino. Con loro ci sono le amiche di Greta e tanti messaggi da consegnare in bicicletta per creare momenti perfetti…
Sei proprio pazza per la bicicletta?
Sì. Le ho dato anche un nome: Merlina, come quella di Greta, la protagonista del mio libro. Da cinque anni mi vanto di non possedere un’automobile e pedalo quasi tutti i giorni almeno per un’ora con grande gioia. Andare in bici cambia la percezione della città, del tempo, del traffico, delle persone intorno. Migliora l’umore, la forma fisica, la qualità dell’aria, la civiltà e la tolleranza di chi sta intorno.
Come nasce un tuo personaggio?
Due ingredienti: la lista dei desideri e una scintilla. La lista dei desideri è un gioco che faccio quando mi trovo davanti a una storia e ho bisogno di qualcuno che la racconti e la trasformi in azioni. Scelgo tre cose che volevo fare nella mia vita e che non ho fatto. Per Leila Blue erano: parlare con gli animali, volare, suonare l’arpa. Così è nata una strega che parla con gli scoiattoli, vola sulla scopa e suona l’arpa in maniera incantevole. La scintilla è ciò che rende vivo il personaggio, m’ispiro alle persone che vedo, in questo caso bambine di undici anni, le osservo e scelgo le cose di loro che mi fanno sorridere. Poi le regalo al mio personaggio.
I tuoi autori di riferimento per la tua letteratura da «grandi»?
Lev Tolstoj per aver scritto Anna Karenina. Pirandello perché mi ha insegnato a muovere i personaggi come pupi siciliani e cioè secondo tre corde: la corda seria, quella civile e quella pazza. Il mio bisnonno faceva qualcosa di simile, girando intorno a Enna per raccontare l’opera dei pupi. E poi Mariangela Gualtieri, per il Sermone ai cuccioli della mia specie.
Cosa ne pensi di Christopher Paolini? E di Tolkien? Quali altri fantasy consiglieresti?
La verità è che non ho mai letto un libro di Christopher Paolini, Tolkien invece l’ho letto tutto. Lo amo molto. Consiglierei Il donatore di Lois Lowry.
E tra gli autori italiani contemporanei?
Elsa Morante, Niccolò Ammanniti, Giuseppe Genna, Eraldo Baldini e Goliarda Sapienza.
Hai frequentato il Master in scrittura per la fiction e il cinema inventato dal prof. Armando Fumagalli alla Cattolica di Milano. Quanto è stato importante conoscere i meccanismi di una buona sceneggiatura?
È stato fondamentale. Mi ha dato gli strumenti per trasformare le mie intuizioni in trame, le persone in personaggi e la mia più grande passione in una professione. Conoscere i meccanismi di una buona sceneggiatura serve a creare un dialogo emotivo con lo spettatore. Spesso chi scrive dimentica che ci sarà qualcuno che leggerà o guarderà ciò che lui ha inventato, parla la propria lingua a scapito del messaggio che vorrebbe trasmettere. Le strutture narrative sono desunte dalle fiabe, la forma narrativa più semplice, profonda e pura che esista. Tutti capiscono una fiaba ed è così che andrebbe raccontata ogni storia. Le regole servono a capire il meccanismo, poi ci vuole un’idea, e quella non obbedisce a nessuno. Per fortuna!
Consigli a un genitore che vuol far amare la lettura ai suoi figli preadolescenti?
Una convivenza virtuosa tra l’editoria classica e quella digitale è possibile. Il supporto tecnologico è poco importante, l’importante è leggere. Ci sono libri di stoffa per bambini piccolissimi che, secondo me, hanno lo stesso effetto degli e-book per gli adolescenti: sono giusti per le loro percezioni. Le mamme dovrebbero leggere per prime e con amore, e pure i papà. Iniziare subito, creare una relazione con i propri figli attraverso i primi libri, leggerli insieme e ripeterli. Portarli in viaggio, metterli fra i giochi nel passeggino, lasciare che i piccoli li facciano propri con scarabocchi e morsi. Poi se ne allontaneranno, con l’adolescenza, ma quando torneranno a cercarli, da adulti, avranno sempre la sensazione di ritrovare una cosa amata.
L'articolo Ci lascia la nostra più brava autrice di storie per ragazzi. Alessandro Rivali ricorda Miriam Dubini: “era una formidabile storyteller” proviene da Pangea.
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lacopadeeuropa · 3 years
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chan chan chan chan tachan (léase en plan Star Wars)
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(información realizada por María C. y Fermín R.) Se trata del Grupo Prisa. Nació en torno al diario El País(1976) y cuenta con una estructura muy diversificada que alcanza al conjunto de los medios e industrias culturales (prensa diaria, revistas, radio, televisión, edición de libros, edición musical, producción cinematográfica, distribución, Internet, etc). Su actividad se extiende a la mayoría de los países de América Latina, especialmente en el campo de la edición de libros (Santillana, Alfaguara, Aguilar, Taurus, etc.) y de la radio (Radio Caracol y el Grupo Latino de Radiodifusión en Colombia, México, Chile, Bolivia, Panamá, Costa Rica, Estados Unidos y Francia). En España, además de El País, edita otras cabeceras de información general y especializada; también es propietario de las estructuras de radiodifusión con mayor implantación en el país (Cadena Ser). A través de Sogecable, desarrolla un amplia actividad en el campo de la televisión (Canal +, Canal Satélite Digital, Localia, etc.) y de la producción, distribución y exhibición de cine. EL PAÍS, líder de la prensa en España, es el único periódico de difusión nacional cuyo número de lectores ha crecido ininterrumpidamente desde abril de 2000. Los resultados obtenidos tanto la Oficina de Justificación de la Difusión como en los del Estudio General de Medios se evidencian la fortaleza de EL PAÍS. Además de su liderazgo absoluto en difusión y audiencia, EL PAÍS demostró, una vez más, en 2003 su solidez y rentabilidad con un crecimiento del 13,8% en su resultado de explotación (EBIT), que se sitúa en 83,86 millones de euros, frente a los 73,68 millones de 2002. EL PAÍS, ofrece actualmente siete suplementos: El País de las Tentaciones, Propiedades, El Viajero, Babelia, EPS, Domingo, Negocios Ciberp@is, además de los cuadernillos autonómicos de Cataluña, Andalucía, Comunidad Valenciana, País Vasco y Madrid. EL PAÍS cuenta también con una edición en inglés, una iniciativa que comenzó el 8 de octubre de 2001 en colaboración con el International Herald Tribune (IHT). El Grupo PRISA edita todas sus publicaciones periódicas, excepto EL PAÍS, a través de la empresa Grupo de Medios Impresos (GMI), que agrupa en España las cabeceras Cinco Días, As, y los diarios regionales Correo de Andalucía y Jaén, entre otros. También incluye las revistas Cinemanía, Rolling Stone, Foreign Policy, Gentleman y Claves. En octubre de 2001, PRISA creó la Unidad de Educación y Formación/Grupo Santillana. El Grupo Santillana es el principal grupo editorial de lengua española por su implantación geográfica y la diversidad y prestigio de sus líneas editoriales. Publica textos educativos, donde es líder prácticamente en todos los países en los que opera, y libros de interés general, sector en el que mantiene también una posición aventajada, sobre todo, en el ámbito hispanohablante. El Grupo PRISA ha concentrado su actividad en el sector de la música en las áreas de distribución y edición, producción de colecciones para venta en quiosco y organización de eventos, tras llegar a un acuerdo en abril de 2004 con la multinacional Universal Music Group, la primera discográfica del mundo por cuota de mercado, con el fin de transferirle sus activos de producción discográfica, incluyendo el desarrollo de sus principales artistas y la explotación de sus catálogos musicales. Prisa, mantiene de forma independiente sus actividades en el área de organización de eventos, sector en el que Planet Eventses líder en organización de giras de conciertos de artistas latinos y festivales; las compañías de ediciones musicales Nova y Lirics&Music; la distribuidora independiente El Diablo, que cataliza la búsqueda y la distribución del nuevo talento en el mundo de las ediciones musicales independientes, y su actividad de producción de colecciones de DVDs y CDs en quiosco a través de GVM colecciones. El Grupo PRISA vertebra sus actividades radiofónicas en torno a dos ámbitos: español e internacional. El 2003 fue un año extraordinario para la Cadena SER, que ensanchó la distancia que la separa de sus inmediatos competidores. Las emisoras vinculadas a la Cadena SER –un total de 434, de las que 146 son propiedad del Grupo PRISA; 91 son emisoras de Antena 3 de Radio, sociedad participada minoritariamente por PRISA, y el resto pertenecen a otras empresas independientes ligadas al Grupo con carácter temporal por convenios de programación– emiten seis programaciones diferentes: la generalista Cadena SER y las cadenas musicales 40 principales, Cadena Dial, M80 Radio, Máxima FM y Radiolé.En cuanto al sector internacional, las actividades de PRISA se agrupan en el holding Grupo Latino de Radio. La productora audiovisual Plural Entertainment fue creada en 2001 para responder a la creciente demanda de contenidos para cine y televisión en el mercado hispano de EE UU, además de los mercados tradicionales de España y Latinoamérica. Sus producciones están basadas en dos criterios básicos –calidad y audiencia– y abarcan todos los géneros: largometrajes, comedias, concursos, programas de telerrealidad y espectáculo, series dramáticas, documentales y dibujos animados. Plural Entertainment adquirió en 2002 un participación accionarial mayoritaria en Tesela, productora independiente, que en apenas tres años ha conseguido un puesto importante en el sector cinematográfico gracias a películas como El Bola y Noviembre, dirigidas por Achero Mañas y galardonadas con numerosos premios internacionales. Asimismo, en 2002, Plural Entertainment firmó con Televisa Cine, la productora y distribuidora de la compañía mexicana Televisa, un acuerdo para producir y distribuir películas para cine y televisión y miniseries. Localia es la marca bajo la que se agrupan las televisiones locales del Grupo PRISA. Localia concluyó el año 2003 como la red de televisión local más importante de España y se ha confirmado como operador en el sector gracias a dos premisas básicas: una programación centrada en los programas locales, como parte específica de la oferta; y una programación generalista caracterizada por los contenidos de calidad. Ha firmado acuerdos con las principales distribuidoras, como Paramount, Disney-Buenavista, Lauren Films y Filmax, entre otras, así como con las cadenas CBS y BBC, Localia ha seguido emitiendo los mejores estrenos cinematográficos nacionales e internacionales, series, documentales y una cuidada programación infantil. Con la integración de las plataformas Canal Satélite Digital y Vía Digital en Digital+, Sogecable espera llegar a un mercado de tres millones de clientes para finales de 2005. Digital+ comenzó sus emisiones el 21 de julio de 2003 y ofrece más de 150 canales y servicios audiovisuales, que abarcan una extraordinaria variedad de contenidos: cine clásico y de estreno, la práctica totalidad de las grandes competiciones deportivas mundiales, toros, información 24 horas al día, canales temáticos y una selección de series, documentales, programas infantiles o música. En 2003, los estrenos de Sogecine han vuelto a situar a la productora de Sogecable en la primera posición del mercado nacional. El gran éxito del 2003 fue La Gran Aventura de Mortadelo y Filemón, dirigida por Javier Fesser, que obtuvo cinco goyas, una recaudación de 22,2 millones de euros y 4,8 millones de espectadores, convirtiéndose así en la segunda película más taquillera del cine español, por detrás de Los Otros, de Alejandro Amenábar, también producida por Sogecine. Prisacom es la unidad de negocio del Grupo PRISA creada para gestionar, desarrollar y explotar todos sus contenidos en soporte digital, así como para diseñar y promover la implantación de las herramientas más avanzadas en el sector de las nuevas tecnologías de la información. Ha realizado transformaciones en cuatro de las principales cabeceras del Grupo en la Red: ELPAIS.es, Los40.com, CadenaSER.com y CincoDías.com. Y ahora, además ONA CATALANA
(publicado originalmente el 29 de julio de 2004).
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enkeynetwork · 10 months
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elperseguido · 4 years
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Sinopsis. 📌
Una joven huérfana rebelde y temeraria se oculta con Rinaldo, su hermano músico, en el corazón de los bosques de la Toscana. Con su honda, su arco, sus flechas, y acompañada de su fiel halcón Argo, Tosca siempre se pone del lado del más débil. De resultas de una expedición al castillo de Castelguelfo, Tosca y Rinaldo conocen a Lucilla, la hija única del duque. ¡Ese encuentro va a cambiar sus vidas!
. Teresa Radice y Stefano Turconi nos presentan esta obra,son un matrimonio de artistas italianos con una trayectoria en el mundo del tebeo muy considerable con grandes éxitos, como son El puerto prohibido y No te canses de caminar.
En Tosca nos encontramos con el primer tomó de una serie ,que ejerce las veces de introducción a los personajes de esta maravilla de colección.
El cómic rebosa dinamismo en cada una de sus viñetas y esta lleno de grandes momentos, con un transfondo cargado de positividad algo muy propio de las obras de Turconi.
En ella vemos claramente una nada velada influencia, del famosos Robin Hood de los bosques y una puesta en escena muy de la factoría Disney.
🖌Respecto a el arte de Turconi utilizando básicamente la técnica del lápiz a color, nos muestra su gran calidad, con un dibujo muy expresivo en modo y forma y con una paleta de colores muy viva, que delimita excepcionalmente los diferentes ambientes de la historia.
En conclusión estamos ante un primer tomó, que te deja con ganas de más y que recomiendo totalmente por su gran calidad.
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. Edita. DIBBUKS
. Edición en rústica.
. Pág. 56.
. 14€.
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foxpapa · 5 years
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Napoli Comicon: la nuova tendenza del fumetto 
Le storie fantasy rivolte al pubblico dei più giovani costituiscono un campo nel quale gli autori di fumetti stanno portando avanti sperimentazioni di grande interesse. E le case editrici di narrativa disegnata stanno provando a coltivarli quei lettori che sembravano in fuga, attratti da videogame e intrattenimento in streaming, ma che in realtà sono solo alla ricerca di suggestioni che riescano a cogliere l’essenza del loro immaginario Nel fantasy giovanilistico a fumetti le linee grafiche guardano all’underground anglosassone, ai manga, a serie di animazione come “Adventure Time”. Le narrazioni non sono per nulla consolatorie e, in maniera più o meno esplicita, si pongono il problema di come l’entertainment sfrenato possa sì liberare la fantasia e permettere di immaginare un mondo migliore, ma, se non si fa attenzione, anche rendere prigionieri di una confortevole bolla. È il caso di “Dogmadrome” (208 pagine a colori, brossurato, 20 euro) di Lorenzo Mò, pubblicato dalla Eris Edizioni, attraverso il quale il lettore viene catapultato nell’immaginazione di quattro amici impegnati in un gioco di ruolo alla “Dungeons & Dragons”. Possono divertirsi e interpretare il personaggio che vogliono, ma il problema è che stentano a riemergere da questa lunga avventura, col rischio di dimenticarsi del mondo materiale. Anche lo sceneggiatore Michele Monteleone e l’illustratore campano Marco Matrone, in “Senzombra” (160 pagine a colori, cartonato, 17 euro), graphic novel edita da Bao Publishing e inserita nel palmarès dei premi attributi durante l'ultimo Napoli Comicon, provano a costruire un universo dove vigono regole da videogioco, cardgame e roleplaying. Il protagonista, Tristan, combatte mistiche creature per accumulare oggetti e punti e liberarsi così dagli obblighi che lo legano a un collezionista alieno, anche se la situazione è molto più complessa di quella che lui crede. “Senzombra” ha generato anche un gioco online: una tendenza all’amplificazione dell’esperienza di lettura testimoniata pure da “Daisy” (120 pagine a colori, brossurato, 14 euro e 50), dove la protagonista che dà il nome alla saga, prodotta da Tunué, precipita, come ne “Il Mago di Oz”, in una terra fiabesca, alla ricerca di una madre che forse è addirittura la Regina cattiva della situazione. Gli autori, il videografo Marco Barretta e la cartoonist Lorenza Di Sepio, famosa per l’hit “Simple & Madama”, hanno realizzato, in parallelo col fumetto, degli scenari virtuali che riproducono quelli della storia e che il fruitore può esplorare con l’ausilio di smartphone, tablet o visori VR. La Tunué, accanto alle novità assolute, inserisce anche classici come “Monster Allergy”. La serie, originariamente made in Disney e graziata da una fortuna multimediale fatta di cartoni animati, videogiochi e musical live action, è oggetto di un reboot, “Monster Allergy Evolution”, giunto al quarto capitolo. L’ultimo volume, “Il filo di Arianna” (48 pagine a colori, brossurato, 15 euro), è stato disegnato da Arianna Rea, veterana della serie e artista di grande sensibilità cresciuta con "Topolino", mentre i creatori letterari Katja Centomo e Francesco Artibani, hanno chiamato ai testi la regina del fantasy Licia Troisi, i cui cicli romanzeschi sono dei bestseller mondiali. Ancora la Bao propone “Kids with guns” di Capitan Artiglio, nome d’arte di Julien Cittadino, giunto al secondo volume (200 pagine a colori, cartonato, 20 euro). Si tratta di una rutilante epopea techno-western ambientata su un pianeta popolato di dinosauri che gli abitanti usano come cavalcature. Protagonisti sono i figli di un leggendario fuorilegge che ottengono l’immortalità grazie a dei teschi mistici. Di recente anche la Coconino Press ha deciso di percorrere in maniera originale il fantasy per ragazzi. “Cosma & Mito: L’antro dei lupiminari” di Nicola Zurlo e Francesco Filosa (136 pagine a colori, brossurato, 16 euro) rappresenta il primo tomo di una saga che si svolge in una Calabria psichedelica e mitologica. Qui una letale guerriera va in cerca del figlio dapprima rapito da una strega e poi conteso tra due clan rivali, quello dei Lupi e quello dei Polpi. Il tutto rappresentato con uno stile che guarda contemporaneamente all’arte nipponica e agli stilemi della serie TV “Steven Universe”
di ALESSANDRO DI NOCERA
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