Disperato erotico stomp!
Disperato. capitolo 1.
Per Marcello, la disperazione è un sentimento da evitare, l'emotività che ne consegue, è alienante al punto tale da farlo sentire fisicamente male. Quando ci si è trovato di fronte, si è lasciato colpire. Succede, di non essere pronti. Succede, di non saper recitare la parte del cavaliere indomito e coraggioso. È successo anche a lui, di fronte all'amore. Si lasciava legare, e si accertava che il nodo fosse ben stretto ma, quando quel nodo veniva sciolto, violentemente slegato non per suo volere, era immediato smarrimento. Vuoto attorno.
" Ho sentito sofferenza. In quale altro modo si sente la passione?"
Si interrogava, su come chi amava avrebbe potuto vivere senza la sua protezione, come l'occhio di qualcun'atro avrebbe potuto essere così attento, se non fosse stato il suo.
"Lungamente Eros mi ha guardato coi suoi occhi lunghi, in me è solitudine e io nel mio letto resto sola...". "Saffo".
Appunto.
Erotico. capitolo 2
L'eros, il motore. Marcello di passioni si nutriva, chi non lo farebbe?! A lui, di "eros" gliene hanno attribuito molto. Il connubio visivo di un gesto da seduttore navigato, le "conquiste", e di nuovo, le etichette da sconfiggere fanno la somma. Suo malgrado, erotico, lo era innatamente, a suo modo. Senza esserlo in modo disturbante, tanto da "star simpatico" anche agli uomini, mentre le loro donne sognavano. Eroticamente innocente, quasi in modo "femminile", da rasentare una certa delicata e non sfacciata "ambiguità". Nonostante la stereotipia, la giacca scura, le spalle larghe, la camminata sicura, lo sguardo seduttivo indossato apposta per l'occasione, era delicato. Erotico, per lui, era tutto ciò che precedeva l'atto, il momento. Erotica era l'intelligenza della sua donna.
Stomp. Capitolo 3.
"Smick, Smack, smick Smack", lo vedi giocare mentre si parla di sesso. In ogni film che toccava l'argomento, l'ironia era la chiave vincente. L'apoteosi dell'ironia si fa sequenza in " Città delle donne" di Federico Fellini, il vecchio Snáporaz, si ritrova nel tempio di "Sante Cazzonius", dove si fa strada tra un cimitero di orgasmi e donne di tutti i tipi. Marcello asseconda il percorso, si intimidisce, ma curioso alimenta il suo voyeurismo sull'argomento. Quasi, non fosse altro, che una parabola della sua vita privata. In molti si sono messi in cattedra per approfondire la materia e a domanda, rispondeva sempre geniale con ironia, e Fellini, suo complice se ne veicolava. In realtà lo facevano entrambi. Sgulp! E il curiosone era additato, tutti i riflettori erano sulla sua malizia.
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La dura vita dello scrittore! (Sottotitolo: aiuta lo scrittore disperato!🤗) Aiutatemi a trovare il nome (inventato) di una città italiana! #malomalo #malo #malowriter #scrittori #scrivere #writer #writing #domande #quesiti #dubbi #help #disperato #fantasia #scrittura #tiktok (presso Bergamo, Italy) https://www.instagram.com/p/Cfyy6vtDRZi/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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Oggi mi sento troppo il famoso meme dei due tizi sul pullman uno disperato mentre guarda la parete rocciosa e l'altro felice mentre guarda il bellissimo panorama, quello disperato perché sta pensando "È ancora giovedì" e quello felice perché invece sta pensando "È già giovedì".
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Talvolta m'è difficile di trovare terraferma, e come un uccello marino cerco luogo ove calmarmi nel mare infuriato dell'animo mio; eppure una tale citazione è il mio elemento, e io mi costruisco sopra, come l'alcione costruisce il suo nido sul mare.
- Diario di un seduttore - Søren Aabye Kierkegaard
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Ché da tutte le cose
siamo sempre fuggiti
irrequieti e insaziati
sempre portando nel cuore
l’amore disperato
verso tutte le cose.
Cesare Pavese
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Ho sperato per mesi di vederti tornare, essendo consapevole del fatto che non sarebbe successo.
Oggi sto andando avanti, ho provato a frequentare altre persone, ma c'è una parte di me che spera di poter parlare di nuovo con te.
Da quando ti ho conosciuto mi sento strana, come se mi mancasse qualcosa.
Mi manca parlare con te, ascoltare i tuoi consigli.
Molto probabilmente avevi ragione tu: io in te rivedo il padre che non ho mai avuto e ho confuso questo sentimento con qualcos'altro.
Non so se sia davvero così, ma tu eri davvero importante per me, e sapere che per te non è stato, non è e non sarà così, mi ha fatto male, mi fa male e mi farà male.
Te ne sei andato come se non fossi niente, ma dopotutto, io per te ero niente.
Non so che tipo di rapporto avrei voluto avere con te, ma di una cosa sono sicura: non ero felice di quello che avevamo, ho solo finto per un po' pur di non perderti.
Un giorno riuscirò a cancellare il tuo ricordo e potrò finalmente stare bene.
Ci vorrà tempo, ma so che succederà.
Il tuo abbandono non è stato né il primo né l'ultimo per me, perciò dovrei superarlo esattamente come gli altri.
Non mi hai mai cercata da quel maledetto giorno.
Sei sparito senza lasciare traccia del tuo passaggio.
Mi manchi ancora oggi, ma so che nella tua vita non c'è posto per me.
In questo mondo non c'è posto per noi.
Provo a pensare ad altro, ma non basta mai.
Qualche giorno fa ho parlato di quello che è successo tra noi con la mia assistente sociale, ovviamente senza accusarti di nulla.
Le ho raccontato di come ho distrutto il nostro rapporto, di quanto ti volessi bene e del tuo rifiuto.
Lei ha detto che avresti dovuto gestire la situazione in modo diverso, e che molto probabilmente non ci sei riuscito perché anche tu mi volevi bene.
Io invece non credo che sia andata così.
Tu non mi hai mai voluto bene.
Io ero una paziente come tante altre per te.
Spero che tu stia bene e sia felice, ovunque tu sia, perché meriti tanto.
Sei un uomo meraviglioso.
Ti scrivo tutto questo perché so che non leggerai il mio blog e non verrai a chiedere spiegazioni.
Fai parte degli sfoghi che non racconto a nessuno.
Nei miei testi ci sarà sempre spazio per te.
Anche se per molte persone queste parole sono sprecate e buttate al vento, e molto probabilmente è così, io non smetterò di scriverle.
Questo è solo uno dei tanti testi che scriverò sul mio dolore.
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