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#e le espressioni<3<3<3
vedova-nera · 3 days
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Squilla il telefono, rispondi.... Una voce che non lascia spazio al rifiuto ti dice: "vestiti in modo succinto, truccati e fatti trovare seduta al bar dove ci siamo conosciuti".. E così fai. Ti prepari con calma e arrivi a destinazione. Entri nel bar, ti accomodi ad un tavolino fuori, abbastanza appartato, e ordini da bere. Aspetti una decina di minuti quando entra un signore distinto che ti chiede di seguirlo senza fare domande. Entri in macchina, sul sedile c'è una scatola regalo con una lettera. La apri. C'è scritto solo "indossala". È una maschera nera che ti copre solo gli occhi. La macchina si ferma, scendi, quel signore ti prende per mano. Lo segui in silenzio. Il cuore batte a mille, una goccia di sudore scivola sulla tempia, un'altra goccia, più calda, scivola tra le gambe. Una chiave nella toppa, un portone si apre, entri. Ti accompagnano davanti ad una porta e li ti lasciano la mano. Resti sola e poi...... poi silenzio assoluto. Senti aprire la porta e capisci che sono io. Mi riconosci dal profumo che indosso. Ti prendo la mano e ti accompagno ad un tavolo pieno di cose da mangiare. Via il soprabito, ti metti seduta, non vedi nulla. "Apri la bocca!" ... E inizio a farti assaggiare di tutto, dolce, salato, piccante, amaro. Capisci che mi diverto nel guardare le tue espressioni del viso e nel sentire i tuoi mugugni. Avvicino la bocca alla tua, leccandoti le labbra, succhiandole, mordendole e poi butto a terra tutto ciò che era sul tavolo e ti faccio sdraiare. Piano piano ti spoglio, e gioco con te, prendo le manette e ti blocco i polsi, braccia alzate. Le caviglie immobilizzate con una corda sottile alle gambe del tavolo. Prendo la rotella di Wartenberg e inizio a giocare un po', passandola su tutto il corpo, spingendo su certi punti. Vedi che inarchi il corpo. Ti piace sentire il freddo e l'acuminato delle punte dell rotella. prendo il frustino..un bacio sulle labbra e 1..2..3..4..sul seno, sulla pancia, sulle cosce, sui piedi fino a diventare rossa ovunque. Afferro delle pinze e le stringo sui capezzoli tirando la catena verso di me. Rallento, respiro, ammiro il tuo corpo e le mie mani scivolano dentro di te...senza fermarsi un attimo...... Senti la mia mano sul collo che stringe poi........ Solo calore ovunque, frutto di un orgasmo potente.
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gregor-samsung · 11 months
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TELEGRAMMA DEL PRESIDENTE PERTINI AI MILITARI ARGENTINI
« L'agghiacciante cinismo del comunicato col quale si annuncia la morte di tutti i cittadini argentini e stranieri scomparsi in Argentina nei tragici anni trascorsi sotto la dittatura militare, colloca i responsabili fuori dell'umanità civile. Esprimo lo sdegno e la protesta mia e del popolo italiano in nome degli elementari diritti umani, così crudelmente scherniti e calpestati ». 29 aprile 1983
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PROTESTA DEL GOVERNO ARGENTINO PRESSO IL GOVERNO ITALIANO
« Il governo della Repubblica Argentina esprime al governo della Repubblica Italiana la sua più energica protesta per le espressioni contenute nel telegramma rivolto dal signor presidente Alessandro Pertini alla giunta militare e le respinge fermamente nella loro integrità, in quanto esse sono lesive e rappresentano una evidente intromissione negli affari interni della Repubblica Argentina ». 3 maggio 1983
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RISPOSTA DEL PRESIDENTE PERTINI AL PRESIDENTE ARGENTINO GEN. BIGNONE
« Signor presidente, ho ricevuto il memorandum che ella mi ha fatto pervenire in seguito alla mia protesta ufficiale per i delitti contro vittime innocenti. Prima di tutto tra le vittime vi sono anche italiani: di qui il mio diritto a protestare. Secondo: l'Argentina ha firmato la Carta di San Francisco e quindi i suoi governanti devono rispondere innanzi al mondo intero di ogni loro violazione di diritti umani e civili. Inoltre mi chiedo stupito perché lei, uomo onesto e ufficiale integerrimo, voglia difendere ufficiali che con gravi misfatti hanno disonorato la divisa che lei porta con onore. Non mi interessa che altri capi di stato non abbiano sentito il dovere di protestare come ho protestato io. Peggio per loro. Ciascuno agisce secondo il suo modo di sentire. lo ho protestato e protesto in nome dei diritti civili e umani e in difesa della memoria di inermi creature vittime di morte orrenda. È tutta l'umanità che deve sentirsi ferita e offesa. Sono certo che nell'intimo del suo animo ha risonanza la mia umana parola, anche se per dovere di ufficio, acconsente che la sua diplomazia protesti per il mio legittimo e doveroso intervento ». 3 maggio 1983
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Documenti tratti da:
Piero Di Monte, Desaparecidos. Testimonianza di un superstite, a cura di Giulio Battistella, edizioni EMI, Bologna, ottobre 1983¹; pp. 63-65 (passim).
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ideeperscrittori · 4 months
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"KISS ME, LICIA" È IL MALE
Stavo pensando che "Kiss me, Licia" in realtà non è un anime di vedute aperte, anche se ce lo raccontano così.
In apparenza la morale è questa: «Puoi vestire come vuoi. Puoi avere il look che vuoi. Puoi essere ciò che sei. La gente deve smettere di criticare le persone giovani per come si vestono e per la musica che amano».
Ma è davvero così? Pensiamoci bene.
Mirko (uso nomi ed espressioni dell'adattamento italiano) è il protagonista maschile. Egli è musicista di una band pop-rock che fa musica da Zecchino d'oro, anche se la spacciano come rumorosissimo death metal. Ha un look vagamente ispirato alla new wave post punk anni 80, quindi è impresentabile nel contesto tradizionalista e ultra reazionario del Giappone più provinciale.
Ecco perché Marrabbio, padre della brava ragazza (nel senso nipponico reazionario) di cui Mirko si innamora, non sopporta che sua figlia frequenti il nostro eroe. Il padre di Licia chiama Mirko "capellone bicolore" e lo prende in giro continuamente, manifestando il suo disprezzo in mille modi.
Ma alla fine, dopo mille avversità, Marrabbio accetta Mirko e la sua relazione con la figlia.
"Tutto è bene quel finisce bene", direte voi.
Tutto bene un cazzo.
La vera morale dell'anime è: "Il look alternativo devi espiarlo con un contrappasso dantesco, con un controbilanciamento karmiko immane".
Ed è proprio quello che capita a Mirko.
Egli infatti:
1. Non ha il padre. La madre lo abbandonato quando aveva tipo 13 anni e ha abbandonato anche suo fratello, che probabilmente era poco più che un neonato, per fare la stilista a Parigi.
2. Quindi Mirko, quando ancora è un ragazzino, lavora durante il giorno, di sera riesce a coltivare la passione per la musica e fa le prove con la sua band, studia di notte e (non si sa come) riesce pure a prendersi cura del fratellino e del suo gatto. Non è umanamente possibile, ma Mirko ci riesce.
3. Andrea, il fratellino per cui Mirko fa tutti questi sacrifici, è il bambino più odioso del mondo. L'unica creatura più odiosa di lui è il suo gatto. E lo dico da persona che adora i gatti. Ma non parlatemi del gatto di Andrea, per favore. Mirko non solo lavora e si prende cura di Andrea e del gatto Giuliano per 24 ore al giorno, ma deve anche sopportare i capricci di entrambi.
4. Di fronte al disprezzo di Marrabbio la reazione del nostro eroe è questa: non si scompone, massimo rispetto e deferenza.
Quindi ecco l'insegnamento dell'anime: «Hai un look alternativo? Io ti accetto come essere umano degno di essere integrato nella società, ma solo se sei la persona più paziente e dedita agli altri dell'universo. Ah, ovviamente devi sopportare anche le angherie dei reazionari, interiorizzando l'idea della loro indiscussa superiorità».
Dunque alla fine Mirko ce l'ha fatta. Si è guadagnato le stellette per essere accettato dalla società patriarcale giapponese e mostra subito il suo senso di appartenenza. Si fidanza con Licia e parte in tour alla volta degli Stati Uniti, sbolognando fratellino e gatto a Licia, per la quale intravediamo un futuro in cui cucinerà e stirerà le mutande a tutti.
Ecco perché «Kiss me, Licia» per me è gigantesco NO. [L'Ideota]
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unfilodaria · 9 months
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dato che @anonpeggioredelmondo ha detto che potevamo sentirci liberi di autotaggarci, io lo faccio, tze
1. Are you named after anyone?
Il mio nome è la classica "pezza a colori" come si suol dire dalle mie parti. Nessuno in particolare a cui riferirsi ma in famiglia tra zii, bisnonni e cugini ce ne sono almeno tre o quattro. Il Maria poi ha dato un tocco esotico, che mi ha creato non pochi problemi ma mi ha salvato da un inverecondo Annino, perchè nato il giorno di Sant'Anna
2. Quando è stata l'ultima volta che hai pianto?
Non mi vergogno a dire che di tanto in tanto piango. E' liberatorio. Ed il fine 2022, inizi 2023 mi ha dato tanti spunti seri per farlo
3. Hai figli?
Una. Il mio "tesssoroooo"
4. Fai largo uso del sarcasmo?
Sarcasmo, ironia conditi da espressioni dialettali a me care ma che non tutti afferrano
5. Quali sport pratichi o hai praticato?
A livello agonistico? divano estremo. Nella mia mente, sarei un ottimo runner e da ragazzino avrei voluto eccellere nel baseball (mai giocato) e nella palla a mano (praticata ai giochi della gioventù delle medie)
6. Qual è la prima cosa che noti in una persona?
Gli occhi e mani e soprattutto espressioni. Poi se è donna, anche il resto ma solo dopo, giuro. Gli occhi e le mani dicono tutto
7. Qual è il colore dei tuoi occhi?
Castano scuro
8. Scary movies o happy endings?
Tragedia greca ehehe... No, Commedy romantiche... in fondo, ma molto in fondo, sono zuccheroso a rischio diabete
9. Qualche talento particolare?
Avere il dono di non essere capito... sicuramente ho difficoltà a trasmettere cosa voglio dire o penso realmente. Grosso limite e grandi fraintendimenti e incazzature
10. Dove sei nato?
Avellino
11. Quali sono i tuoi hobby?
Cinema, musica, letteratura e (ultimamente) concerti jazz. Prima cucinavo (ed anche bene, dicevano, ma non avendo per chi esibirmi ho smesso)
12. Hai animali domestici?
me stesso? Ho un geco che mi fa compagnia fissa da 3 anni sul mio balcone. Appare puntualmente a giugno per sparire a fine settembre. Una rondine che ha deciso di nidificare da 4 anni sul mio box auto, un merlo cacacazzo e scacazzone che viene a mettermi sottosopra i gerani e poi ogni tanto appaiono in casa dei "simpaticissimi e affettuosissimi e schifosissimi" animaletti con le antenne, che, nonostante la guerra batteriologica messa in atto da me da anni, se ne infischiano e ogni tanto mi fanno venire lo "spannico" (la paura)
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13. Quanto sei alto?
176 cm... anche se il dietologo mi ha detto che mi sono accorciato di 2 cm
14. Materia preferita a scuola?
Disegno tecnico, italiano e geografia astronomica
15. Dream job?
Vincere un terno secco, sulla ruota di Napoli, una settimana si ed una no (cit.)
taggo: @finestradifronte,, @vivenda, @guelfoalexander, @2delia e @laperlla
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felix-dario-ruggeri · 2 months
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In occasione di Artefiera 2024, nella notte di Art City White Night promossa dal Comune di Bologna e da Bologna Fiere, negli spazi dello studio erAArte, Micro Gallery Space One e Micro Gallery Space Two, in via Nazario Sauro 7/a, inauguriamo 5EXHIBITIONS.
studio erAArte
Felix Dario Ruggeri
Unlikely Landscapes // 2
studio erAArte
Simona Ruggeri
Maiden with Black Cat & PAL 432 new entry
studio erAArte
Felix Dario Ruggeri e Simona Ruggeri
RaccontiMiniati
Micro Gallery Space One
Simona Ruggeri
Shrimpcat, Dama & Friends
Micro Gallery Space Two
Felix Dario Ruggeri e Simona Ruggeri
_ADNG_ (evolution)
Opening sabato 3 febbraio 2024 dalle 20 alle 24
Orari di apertura: venerdì 15:00 – 19:00 / sabato 15:00 – 19:00
Dal 3 febbraio al 15 luglio 2024
Felix Dario Ruggeri
Unlikely Landscapes // 2 (Paesaggi Improbabili)
Il paesaggio è una componente costante nel mio lavoro artistico. Nel mio nuovo progetto Unlikely Landscapes, le installazioni esposte sono note che accompagnano verso mete non definite ma di cui si percepisce la presenza, un percorso che vuole suggerire luoghi per stimolare la nostra curiosità estetica.
Unlikely Landscapes può essere anche assimilata come esperienza dinamica, quasi fisica, alcune opere ci predispongono al viaggio interiore alla ricerca di archetipi che alludono alla carne, in altre la meta finale è l'Incanto fisico e mentale dove tutto diventa reale.
In Unlikely Landscapes le opere si contaminano, interagiscono e non sempre la loro visione ha un punto di osservazione definito, sono presenti molteplici linguaggi e medium che in sinergia danno origine a un contesto dove etica, immaginazione e concettualità si supportano reciprocamente.
Alcuni punti chiave di questa ricerca possono essere così sintetizzati: ricerca minimalista sulle sinergie estetiche, convergenze e nuove tecnologie applicate all'arte tradizionale. Punti di osservazione e slittamento della percezione, interazioni tra medium, design, fotografia, antropologia del fantastico e nuove espressioni del surrealismo. Futuri possibili, dialogo tra spazialità, arte, sentimento poetico tradotto in segno, ritmo e musicalità delle strutture compositive. Realtà oggettiva e realtà fantastica/onirica. Estetica del tutto è concesso e ricostruzione di valori connessi e rielaborati nella tradizione dell'arte.
In questo momento Unlikely Landscapes è composto da 75 opere con caratteristiche e percorsi tematici differenti: Animals, Big Boobs, Fangs, Landscapes, Shining Lake, Structures, Tornados, Abstract caramelized.
Simona Ruggeri
Maiden with Black Cat & PAL 432 new entry
In un passato non troppo remoto, i contorni delle cose erano sfumati. Astrologia e magia erano considerate discipline scientifiche: Tycho Brahe, l’illustre esploratore del firmamento, fu nominato da Rodolfo II d’Asburgo astronomo & astrologo di corte.
Il famoso medico svizzero Paracelso ci sembra nostro contemporaneo quando sostiene che le malattie sono causate da un agente patogeno e non da uno squilibrio degli umori come pensavano i medici della sua epoca, ma è la stessa persona che scrive un trattato su ninfe, silfi, pigmei e giganti che condividono il mondo degli esseri umani.
Georg Agricola, nato a fine Quattrocento, è considerato il padre della mineralogia. Nel suo libro De re metallica, dove ha descritto l'attività mineraria, tra il metodo per la separazione dell'argento dal rame e la descrizione dell'arte del geometra, esamina le creature che vivono sottoterra come conigli, marmotte, furetti, gnomi e coboldi, avvisando il lettore che alcune sono amichevoli mentre altre sono pericolose per i minatori.
Lo zero non esisteva. A noi moderni questo sembra più incredibile degli gnomi, eppure è proprio così: prima non c’era e poi c’è. Ma com’è possibile? Lo zero non è un’invenzione che si può costruire. Forse non ne avevamo bisogno, poi ci siamo accorti che lo zero era già lì, nascosto tra il nove e l’uno, solo che prima non lo avevamo visto.
Per quasi duemila anni la Terra è rimasta ferma e tranquilla al centro di un cosmo fatto di sette perfette sfere girevoli, con pianeti e stelle incastonati come gioielli che le ruotavano intorno. Andava tutto bene finché gli astronomi, a furia di cercare di adattare l’armonia delle sfere ai capricciosi movimenti dei corpi celesti, sono stati costretti a spostare la Terra in periferia.  Non è stato semplice convincerla a traslocare.
Oggi è diverso, abitiamo lo stesso pianeta che ospitò le generazioni umane che ci precedono, ma è come se queste persone, del tutto simili a noi nell’aspetto, fossero alieni incomprensibili. Come potevano credere all’esistenza di gnomi, unicorni, sirene e antipodi? Noi possiamo anche studiare la storia ma non riusciamo a immaginare davvero un mondo senza zeri e con gli gnomi. Siamo certi di sapere ciò che esiste e ciò che non esiste, quello che non rientra nella sfera della realtà concreta è considerato immaginario, simbolo, metafora, allucinazione collettiva… ma non è più solo se stesso.
Attribuiamo le certezze dei nostri antenati alla credulità o all’ignoranza, non pensiamo che forse, se nel Cinquecento queste creature erano ritenute vere, magari erano vere davvero. Nel nostro mondo nuovo c’è sovrabbondanza di dati e scarsa compagnia, quasi nessuno crede di condividere il pianeta con altre creature non approvate dalla scienza.
Magari quando lo zero non esisteva un mago guardando nella sua sfera di cristallo ha detto tra sé e sé: “Che fantasia questi umani del futuro, non so come fanno a credere a una cosa assurda come lo zero… forse è un simbolo, una metafora, un’allucinazione collettiva…”.
Ora è così, prima era cosà, dopo chi lo sa.
Felix Dario Ruggeri e Simona Ruggeri
_ADNG_ (evolution)
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Felix Dario Ruggeri e Simona Ruggeri
RaccontiMiniati
Abbiamo scritto queste storie con una impostazione classica anche se l’opera nel suo insieme è piuttosto eclettica.
Lo stile è mutevole e diverso per ogni racconto, i temi variano: gotico, surreale, umoristico, poetico, religioso, viaggiando inoltre nei territori della science-fiction. Un universo di diversità che trae origine dalla frammentazione del tempo che ci circonda. In alcuni casi il significato sembra restare nascosto, ma va bene così, sono storie, non è necessario chiarire sempre tutto. A volte si avverte un significato criptico nel messaggio che viene comunque completato e rivelato nelle illustrazioni, così che testo e illustrazioni si integrano.
Ciò che desideriamo è attrarre e sensibilizzare la partecipazione del lettore. Non vogliamo distrarvi con un modo di scrivere insolito o stravagante, ma suscitare interesse e attenzione attraverso le idee espresse (o non espresse) nella narrazione. E’ nostro auspicio che il lettore sia complice, per questo cerchiamo di favorire la sua attenzione con immagini per proporre un modo di leggere più attraente, intimo, partecipativo, che non richieda fatica, momenti di tempo sospesi dove analizzare e scoprire indizi anche nelle immagini.
Ci auguriamo che alla fine delle storie permanga nel lettore una sensazione di piacevoli ricordi, anche se con un retrogusto amaro.
Simona Ruggeri
Shrimpcat, Dama & Friends
Riuniti nella Micro Gallery Space One, Shrimpcat, Dama e PAL 432 sono lieti di accogliere i visitatori umani. Benvenuti anche cani, gatti e chimere.
Instagram Felix Dario Ruggeri https://www.instagram.com/felix_dario_ruggeri/
Instagram Simona Ruggeri https://www.instagram.com/simona_ruggeri_/
Sito web: www.studioeraarte.it
Contatto email: [email protected]
Cell. 348 4751267
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der-papero · 8 months
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Per evitare che qualcuno se la faccia addosso, spoiler: questo post non parla di Matematica, però mi serve per il concetto che voglio esprimere alla fine.
Quando studiavo Comunicazioni Elettroniche alla Federico II, il mio professore, con una nota reputazione di persona poco potabile, faceva una mossa per la quale era famoso tra tanti studenti, ovvero quella di accorpare, in una espressione, tante costanti moltiplicate tra loro in una, riutilizzando una delle costanti stesse, ovvero passava da una roba tipo
g(x) = k * A * B * C * f(x)
ad una espressione tipo
g(x) = k * f(x)
facendo sparire volutamente la parte A * B * C, assorbendola in k.
Ora, per quanto matematicamente ineccepibile, al più possiamo farne una questione di comprensibilità (parliamone, perché se da un lato c'è la didattica, dall'altro parliamo di un esame del 4o anno V.O., quindi accetto critiche fino ad un certo punto), puntualmente, e dico puntualmente, c'era lo studente che alzava la mano e puntualizzava: professore, sono sparite le costanti A, B e C al secondo passaggio!, lasciando intendere - qualcuno lo faceva anche con una punta di superchiaria - che il prof avesse appena fatto una cazzata.
Se avevate la fortuna di sedere ai banchi laterali, potevate notare il professore che, mentre finiva di scrivere le espressioni alla lavagna, faceva partire un ghigno beffardo, poi si voltava e lo sputtanava davanti a tutta l'aula, urlando robe del tipo
Lo sapevo! 4 anni di Ingegneria e facciamo ancora questi commenti stupidi, come è possibile che dopo 3 esami di Analisi e 1 di Algebra non si riesca a capire che ho semplicemente accorpato delle costanti per brevità, ...
e poi continuava a farlo una merda fino a quando non gli passava, del resto aspettava questo momento per un anno intero.
Perché lo faceva? Eh, ve l'ho scritto prima, era uno str ... ano, e per quanto potesse avere tutte le ragioni del mondo, il motivo per il quale faceva questa cosa rendeva vano tutto il valore educativo, per fare spazio solo alla caduta di palle.
Ma adesso veniamo al mio punto.
Anche chi non mi conosce penso possa immaginare che la mia indole è esattamente contraria a quella del prof, non ne faccio di queste bassezze. Non è nemmeno mia natura fare post dal contenuto polemico in maniera generalizzata (tranne sui tedeschi, ma ho le mie incontrovertibili ragioni), però oh, sono un papero, ogni tanto scappa anche a me, e vi devo confessare che non lo faccio con uno scopo pianificato, mi sto solo sfogando per i cazzi miei, ma quando vedo poi dei commenti a cazzo giusto per buttarla in caciara e tirarmi per la manica in una rissa (giusto per citare il reblog sul tema di @kon-igi di qualche giorno fa), inizio a bloccare gente a più non posso e sì, in quei pochissimi secondi, mi viene lo stesso ghigno beffardo del Professore di Comunicazioni Elettroniche.
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bones39 · 7 months
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Apprezzo il disegno realista, davvero, quei disegni che sembrano fotografie sono incredibili, frutto di molta pazienza, cura al dettaglio, impegno e molto altro. Ma non fa per me. Più mi sento dire "sei migliorata" da chi definiva i miei disegni "infantili e stilizzati" più mi sembra di perdere qualcosa.. qualcosa di mio, di unico, uno stile che creavo sacrificato per un immagine che già c'è, per una copia invece di un idea. Più so copiare da un immagine visiva meno so fare uscire quello che sta nella mia testa.
Qui un elenco di persone che fortunatamente non hanno ascoltato certe critiche, o non ci avrebbero regalato certi scenari:
Lora Zombie,
Chiara Bautista,
Zoe Lacchei,
Robin Eisenberg
Phazed
1. Jasmine Becket-Griffith: Jasmine Becket-Griffith è un'artista statunitense con uno stile unico e distintivo. Le sue opere spesso raffigurano figure eteree e mistiche, con dettagli intricati e colori vivaci.
2. Chet Zar: Chet Zar è un artista americano noto per le sue opere che fondono horror e fantastico. Le sue raffigurazioni spesso presentano figure bizzarre, mostruose e oscure, in una miscela unica di dettagli realistici e immaginazione distorta.
3. Nicoletta Ceccoli: Nicoletta Ceccoli è un'artista italiana con uno stile fiabesco, ma al tempo stesso inquietante. Le sue opere spesso raffigurano bambine dalle espressioni malinconiche e sognanti, immerse in scenari surreali e simbolici.
4. Camille Rose Garcia: Camille Rose Garcia è un'artista americana le cui opere sono ispirate dal mondo delle fiabe, ma con un tocco oscuro. Le sue raffigurazioni sono caratterizzate da colori vibranti, figure distorte e dettagli intricati.
5. Ray Caesar: Ray Caesar è un artista canadese noto per le sue rappresentazioni di un mondo fantastico e sognante. Le sue opere spesso presentano figure femminili sofisticate e misteriose, ambientate in scenari intricati e dettagliati.
1. Ai Weiwei: Artista cinese e attivista politico, il suo lavoro affronta temi come la censura, i diritti umani, la critica al governo cinese e l'immigrazione.
2. Banksy: L'identità di Banksy è ancora sconosciuta, ma il suo lavoro di street art politica e provocatoria ha attirato l'attenzione a livello internazionale. I suoi murales spesso affrontano questioni sociali, politiche e ambientali.
3. Kara Walker: L'arte di Kara Walker indaga il razzismo, l'identità e la storia dell'oppressione degli afroamericani negli Stati Uniti con raffigurazioni provocatorie e spesso violente.
4. Marina Abramović: Conosciuta per le sue performance estreme, Abramović esplora i confini del corpo, del tempo e dell'interazione umana. Le sue performance sono spesso cariche di simbolismo e suscitano reazioni emotive intense.
5. Yayoi Kusama: Kusama è famosa per le sue installazioni immersive e ad alto impatto visivo che spesso utilizzano il concetto dell'infinito e della sovrapercezione. L'artista giapponese ha affrontato temi come la salute mentale, il consumismo e la sessualità.
6. Jenny Holzer: Holzer utilizza la parola scritta come mezzo d'espressione principale, proiettando messaggi provocatori e contestanti su facciate di edifici, installazioni lumino- testuali e scritte su supporti vari. I suoi lavori si concentrano sul potere delle parole e affrontano temi come l'oppressione delle donne, la guerra e la politica.
7. Olafur Eliasson: Eliasson creane installazioni interattive che coinvolgono il pubblico attraverso l'utilizzo di luce, specchi e elementi naturali. Le sue opere esplorano temi come il cambiamento climatico, la percezione umana e l'interazione con l'ambiente.
8. Shirin Neshat: L'arte di Neshat esplora le dinamiche culturali, le divisioni di genere e la politica nel contesto del Medio Oriente. Attraverso fotografie, video e film, l'artista iraniana-america affronta temi come l'identità, l'oppressione e il conflitto.
9. Damien Hirst: Hirst è noto per i suoi lavori che coinvolgono animali morti o parti di animali. Le sue opere sollevano questioni etiche sulla vita e la morte, il consumo e la bellezza.
10. Cindy Sherman: Sherman è famosa per le sue fotografie in cui lei stessa si trasforma in personaggi diversi, spesso stereotipi femminili. Il suo lavoro affronta la cultura dei media, l'identità e il concetto di autorappresentazione.
Questi artisti spingono i limiti dell'arte e affrontano questioni cruciali che suscitano discussioni e riflessioni sulla società, la politica, l'identità e molto altro ancora.
9. Roger Ballen: Roger Ballen è un fotografo sudafricano noto per le sue immagini disturbanti e surreali, spesso ambientate in ambienti claustrofobici e con protagonisti animali o persone marginalizzate.
10. Jock Sturges: Jock Sturges è un fotografo americano famoso per i suoi ritratti di adolescenti nudi in ambientazioni naturali, creando immagini intime e sensuali che esplorano la transizione dalla giovinezza all'età adulta
11. Elinor Carucci: Elinor Carucci è una fotografa israeliana-americana che si concentra sulla sua famiglia e sulla sua vita quotidiana, creando immagini intime e personali che rivelano emozioni complesse e universali.
12. David LaChapelle: David LaChapelle è un fotografo e regista americano noto per le sue immagini audaci ed eccentriche, spesso con icone pop, celebrità e riferimenti culturali, creando immagini che catturano l'attenzione estraendo la bellezza e l'assurdità del mondo moderno.
13. Antoine D'Agata: Antoine D'Agata è un fotografo francese noto per il suo lavoro provocatorio e crudo, spesso mostrando la vita nei margini della società, con immagini sessuali esplicite, droga e violenza.
14. Daido Moriyama: Daido Moriyama è un famoso fotografo giapponese noto per le sue immagini in bianco e nero che catturano la vita urbana di Tokyo, con un occhio brutale e decisamente moderno.
15. Francesca Woodman: Francesca Woodman è stata una fotografa statunitense che ha creato immagini intime e poetiche di sé stessa e del suo corpo, spesso intrecciati con l'architettura delle case e degli ambienti in cui si trovava.
16. Vivian Maier: Vivian Maier è stata una fotografa statunitense-americana scoperta in modo postumo, nota per le sue immagini di strada catturate principalmente a Chicago, offrendo uno sguardo unico sulla vita urbana degli anni '50 e '60.
1. Jan Saudek: Jan Saudek è un famoso fotografo ceco noto per le sue immagini poetiche e surreali. Le sue fotografie spesso raffigurano soggetti nudi o seminudi in pose suggestive, creando immagini che evocano emozioni profonde e complesse.
2. Sally Mann: Sally Mann è una rinomata fotografa statunitense con uno stile molto intimo e personale. Le sue fotografie spesso raffigurano la sua famiglia e la vita nella Virginia rurale, esplorando concetti di memoria, tempo e degrado.
3. Duane Michals: Duane Michals è un fotografo americano noto per il suo approccio narrativo e sperimentale. Le sue fotografie sono spesso una sequenza di immagini che raccontano una storia o esplorano temi come l'amore, la morte e l'identità.
4. Sarah Moon: Sarah Moon è una fotografa francese con uno stile onirico e poetico. Le sue immagini spesso sfocano i confini tra realtà e fantasia, creando atmosfere surreali e misteriose.
5. Joel-Peter Witkin: Joel-Peter Witkin è un fotografo americano noto per le sue fotografie provocatorie e inquietanti. Le sue immagini spesso includono soggetti "diversi" come deformità, corpi mutilati o oggetti macabri, creando immagini che sfidano le norme sociali e provocano riflessioni sulle nostre paure e perversioni.
6. Nan Goldin: Nan Goldin è una fotografa americana con uno stile documentaristico e intimo. Le sue fotografie spesso raffigurano la sua cerchia di amici e conoscenti, documentando la vita notturna, l'amore, la dipendenza e le relazioni umane con un occhio sincero e senza filtri.
7. Arno Rafael Minkkinen: Arno Rafael Minkkinen è un fotografo finlandese-americano noto per i suoi autoritratti in natura. Le sue immagini spesso esplorano la connessione e l'interazione tra il corpo umano e l'ambiente, creando composizioni suggestive e poetiche.
Ricorda che ognuno di questi fotografi ha uno stile unico e distintivo, quindi ti consiglio di esplorare il loro lavoro per trovare quello che più ti ispira.
46. Ray Troll
47. Daniel Merriam
48. Jasmine Worth
49. Sonya Fu
50. Michael Page
51. Chie Yoshii
52. Yoko D'Holbachie
53. Sarah Louise Davey
54. Kit King
55. Femmepop
56. Travis Lampe
57. Sheri DeBow
58. Mab Graves
59. Popovy Sisters
60. Amy Brown
61. Laurie Lipton
62. Mark Bryan
63. Ray Caesar
64. Joel Rea
65. Simona Candini
66. Tom Bagshaw
67. Marion Bolognesi
68. Lora Zombie
69. Heather Watts
70. Paul Rumsey
71. Brian M. Viveros
72. Nom Kinnear King
73. Brendan Monroe
74. Jeremy Geddes
75. Lesley Oldaker
76. Kim Simonsson
77. Jana Brike
78. Jeff Soto
79. Hikari Shimoda
80. Yoskay Yamamoto
81. Olek
82. Yayoi Kusama
83. Atsushi Suwa
84. Fem Jasper-King
85. Tina Lugo
86. Zoe Keller
87. Erik Jones
88. Moki
89. Justin Mortimer
90. Gustavo Rimada
91. Michael Shapcott
92. Sachin Teng
93. Laura Colors
94. Erwin Olaf
95. Fairy Teller
96. Michelle Mia Araujo
97. Martin Eder
98. Lin Fengmian
99. Marissa Oosterlee
100. Andrew Hem
Ognuno di questi artisti ha una prospettiva unica e un modo particolare di rappresentare concetti e emozioni nella loro arte. Potresti scoprire nuove ispirazioni e dimensioni artistiche esplorando il loro lavoro.
1. Audrey Kawasaki
2. Marion Peck
3. Mark Ryden
4. James Jean
5. Tara McPherson
6. Jenny Frison
7. Brandi Milne
8. Kukula
9. Amy Sol
10. Peter Gric
11. Femke Hiemstra
12. Josh Keyes
13. Brian Despain
14. Kris Kuksi
15. Nicoletta Stamatelatos
16. Gary Baseman
17. Scott Musgrove
18. Sarah Joncas
19. Natalie Shau
20. Shag (Josh Agle)
21. Greg "Craola" Simkins
22. Luke Chueh
23. Caitlin Hackett
24. Soey Milk
25. Audrey Pongracz
26. Alex Pardee
27. Travis Louie
28. Natalia Fabia
29. Chris Mars
30. Casey Weldon
31. Brandi Read
32. Jeanie Tomanek
33. Jessica Joslin
34. Scott Radke
35. Camilla d'Errico
36. Lori Earley
37. Michael Hussar
38. Benjamin Lacombe
39. Miho Hirano
40. Kindra Nikole
41. James Gurney
42. Kris Lewis
43. Martin Wittfooth
44. Timothy Robert Smith
45. Colin Christian
Questi sono solo alcuni dei tanti artisti che potrebbero piacerti.
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aitan · 1 year
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Secondo un sondaggio condotto dal linguista Giuseppe Antonelli e pubblicato sul Corriere della Sera, queste sono le 30 espressioni più fastidiose dell’italiano dei nostri tempi, raccolte in ordine alfabetico.
1) A 360°
2) Anche no
3) Aprire un /sedersi intorno a un tavolo
4) Ci sta
5) Combinato disposto
6) Come se non ci fosse un domani
7) Detto ciò / ciò detto / detto questo
8) E poi mi taccio
9) Eccellenza
10) Gettonare / -ato
11) H24
12) Il tema è…
13) Importante
14) Ma di cosa stiamo parlando?
15) Mettere / messa a terra
16) Mettere in campo
17) Mozzafiato
18) Narrazione
19) Nel senso…
20) Performare / -ante
21) Plastico / -amente
22) Praticamente
23) Quello/a/e/i che è / sono …
24) Resilienza
25) Senza se e senza ma
26) Solare
27) Sostenibile
28) Tanta roba
29) Trovare la quadra
30) Tutta la vita.
Da questa lista è possibile scegliere le 5 espressioni più antipatiche e spedirle all’indirizzo e-mail lettereasette@rcs.
_____
Io, dopo aver votato la mia cinquina idiosincratica, mi sono preso la libertà di scrivere una storiella che comprendesse tutte e trenta le parole moleste.
È nato così il racconto più fastidioso del mondo, che potete leggere qua, se vi va.
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chiesovic · 2 years
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Non io che torno dopo due settimane e trovo tutto "in fiamme"... Sai dove posso trovare un resoconto dettagliato dei fatti di domenica sera (e quello successo dopo)?
per tua fortuna io sono la milena gabanelli dei povery quindi ecco che ti presento tutto quanto:
90'+5: Cuadrado batte il corner, Milik la prende di testa, Bonucci (mentre subisce fallo, tra l'altro) salta anche lui ma non prende la palla, che va quindi dentro a opera di Milik. Tutti sono tenuti in gioco da Candreva che era vicino all'angolo.
Il goal viene convalidato dall'arbitro (sig. Marcerano), il guardalinee non dice nulla, nessun giocatore della Salernitana protesta – anzi, a farci caso, Sepa (portiere della Salernitana) si volta subito imprecando perché capisce di aver fatto l'errore che, in quel momento, pensava sarebbe costato la partita.
A questo punto l'arbitro sta per far ripartire il gioco quando la sala VAR lo chiama a rivalutare l'azione del goal per un possibile fuorigioco attivo di Bonucci (che non tocca palla e non impedisce in alcun modo lo svolgimento dell'azione).
All'arbitro viene mostrato un filmato ristretto all'area di rigore e, in base a quello, quindi ignorando completamente la presenza di Candreva, annulla il goal, sottraendo di fatto una vittoria e 2 punti che spettavano di diritto alla Juventus.
Durante la follia venutasi a creare nel mentre, Cuadrado e Allegri vanno ad aggiungersi a Milik (secondo giallo per essersi tolto la maglietta nell'esultanza del goal poi annullato) nella lista espulsi della Juventus – tutti e tre dovranno scontare un turno di squalifica e Allegri dovrà, in aggiunta, pagare una multa di euro 15.000 per aver "rivolto agli Ufficiali di gara espressioni ingiuriose". Anche Fazio della Salernitana viene espulso.
La partita riprende (per modo di dire) con 9 uomini dal lato Juventus e 10 dal lato Salerniatana e finisce al 90'+11 sul 2-2.
Ai microfoni, Allegri non commenta la decisione, mentre Nicola sostiene che "il VAR ha fatto un ottimo lavoro." Nel frattempo online circola il frame prodotto da Sky che mostra chiaramente Candreva che tiene in gioco tutti. In seguito si diffonde anche un video in cui Candreva stesso sembra colpire di mano/avambraccio la palla goal del primo tempo (goal convalidato).
Nei giorni successivi compare un altro video in cui l'arbitro sembra giustificare la decisione dicendo a Danilo che "l'ha toccata Bonucci di testa [la palla]" (non è così). In un altro video girato dagli spalti dell'Allianz Stadium, si può sentire Chiesa ripetere all'arbitro "ma non tocca la palla" – il che suggerisce che la decisione fosse sbagliata a prescindere, al di là di inquadrature mancanti.
A detta del comunicato che l'AIA emette all'indomani, infatti, la sala VAR, al momento in cui ha richiamato l'arbitro (che dal campo non aveva riscontrato alcuna irregolarità), disponeva di una visuale limitata. Non era cioè in possesso di un'inquadratura che includesse il fondo campo nella sua totalità e, quindi, Candreva. Qua occorre notare che, questa stessa inquadratura era invece a disposizione delle emittenti televisive (tant'è che Sky l'ha trovata e mandata in onda nel giro di minuti, se non secondi), le quali, come da regolamento Serie A e AIA in vigore nella corrente stagione 2022/23, rendono fruibili le proprie telecamere all’utilizzo da parte della sala VAR.
In seguito La Gazzetta fa notare che, per limitare i costi, le partite di Serie A sono in realtà suddivise in 3 fasce in base all'importanza (concetto non ben specificato) e che ad ogni fascia corrisponde un numero diverso di telecamere a disposizione: A – 18 telecamere; B – 16 telecamere; C – 12 telecamere. La partita Juventus-Salernitana, a quanto afferma la testata, era classificata come evento di fascia C.
Si cerca, in poche parole, di giustificare un errore clamoroso con una mancanza di attrezzatura che è altrettanto clamorosa e che non può comunque spiegare la grave inadempienza degli ufficiali di gara che non possono, al netto della mancanza di inquadrature, non sapere dove si trovino geograficamente i calciatori in qualsiasi momento dell'azione.
Tutti, ma proprio tutti hanno immediatamente notato l'errore e ne hanno ammesso la gravità – giornalisti sportivi, commentatori tra cui Marelli (Dazn) e Caressa (Sky), ma anche testate straniere come Marca (Spagna) e The Guardian (UK).
Lo stesso presidente della FIGC, Gravina, pur con fare omertoso, rifiutandosi cioè di ammettere colpe e mantenendosi ben lungi dal porgere scuse, riconosce l'errore ("Gli arbitri hanno visto quello che purtroppo poi si è rivelato un errore, ma non hanno sbagliato né gli arbitri, né la VAR. Un episodio non deve far gridare allo scandalo, diamoci tutti quanti una calmata. Cerchiamo di essere sereni.").
Con la sua breve dichiarazione, Gravina riesce contemporaneamente a sminuire le legittime preoccupazioni dei tifosi e dei media, a ignorare (maliziosamente) il danno arrecato alla Juventus, e a insultare l'intelligenza di tutti gli appassionati di calcio che, nella stessa giornata di Serie A, sono stati spettatori di un altro errore arbitrale, ovvero quello avvenuto durante Lecce-Monza.
Ora, le reazioni al fatto sono state principalmente di tre tipi: becere, triviali o fallaci, effettivamente di buonsenso e intelligenti.
Al primo tipo appartengono i vari "godo" e "se lo merita la Rubentus", i quali non credo si meritino una risposta.
Al secondo tipo appartengono i vari "eh ma la Juventus stava giocando male", ai quali dico questo: è stata una partita schifosa, al limite dell'indecente? da tifosa juventina dico, sì, assolutamente. Non si meritavano di vincere. Ma il calcio è anche episodico, checché ne dicano i vari Lele Adani del mondo. Puoi anche essere la Pro Vercelli che gioca contro il Real Madrid, ma se per qualche strampalata ragione la palla finisce in rete, è goal. Punto. Cosa c'entra che la Juve stesse giocando male? Non rende l'errore arbitrale meno grave, ingiusto e potenzialmente costoso.
Al terzo tipo appartengono osservazioni che condivido, ovvero: volendo guardare alla questione in buona fede e quindi dando per vero che non ci fosse effettivamente la telecamera, che fiducia si può avere nei confronti dell'operato degli ufficiali di gara da qui in avanti? Come si può confidare nelle decisioni arbitrali e di VAR se non può esserci nemmeno la certezza che le telecamere siano piazzate e utilizzate in maniera consona e corretta?
Per quanto mi rigurda, penso che sarebbe deleterio per tutto il campionato liquidare la questione dicendo "eheh tanto è successo alla Juve" perché così facendo si rischia di far passare il messaggio che si tratti di un episodio isolato (come dice Gravina...) quando così non è. Si tratta di un episodio particolarmente eclatante, quello sì, ma è un episodio che esemplifica perfettamente le gravi lacune della gestione arbitrale del campionato italiano, il che non costituisce un problema solo per la Juventus, ma per tutte quante le squadre militanti nella Serie A.
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morelin · 1 year
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Chiese di Castelvetrano
A Castelvetrano (Trapani) ci sono diverse chiese. Ho avuto modo di visitarne 3 che ritengo essere davvero delle chicche imperdibili. La prima è la chiesa di San Domenico, considerata la “Cappella Sistina della Sicilia” quindi dovete assolutamente vederla! E’ una delle più alte espressioni del manierismo siciliano, decorata con marmi e stucchi. La vostra attenzione sarà attratta in particolare dal grandioso Albero di Jesse e dalla cappella del coro.
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La seconda è la Chiesa Madre che nonostante sia meno decorata rispetto alla chiesa di San Domenico, presenta due ricchi archi trionfali composti da frutta, fiori e putti.
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Infine la chiesa della SS. Trinità di Delia, incastonata in un giardino ricco di cicas, dracene, alberi secolari e palme. 
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E’ costruita secondo i canoni dell’architettura normanna-bizantina quindi dimenticate stucchi e ricche decorazioni ma meravigliatevi davanti alla bellezza di arcate, nicchie e finestrelle.
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Particolari le diverse porte d’entrata previste dal rito greco: dalle porte laterali accedevano gli uomini, che prendevano poi posto nelle corrispondenti navate laterali, mentre la porta centrale veniva destinata alle donne, che si posizionavano in una zona riservata delimitata da transenne lignee.
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acquaconlimone · 1 year
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Sto guardando le foto postate per la Festa del Papà e la cosa che a me risalta di più vedendo i miei coetanei piccoli ed in braccio ai loro padri sono le espressioni di questi ultimi.
Giovani uomini in quella Italia di inizio anno 60 con le facce orgogliose, chi con il vestito buono (uno solo) chi con quello da lavoro, sorrisi un po' stentati, non avvezzi alla macchina fotografica, persone la cui infanzia venne a conoscere i morti ed i bombardamenti della guerra (e che guerra), però tutti sapevano che avrebbero avuto un futuro e avrebbero dato un futuro ai loro figli in una maniera sola, lavorando.
Eppure le fotografie ce li ritraggono sorridenti, felici perché comunque il peggio era passato, non vedo palestrati, vestiti con degli stracci costosissimi, non vedo neppure i tronisti sia over che no, genitori 1 2 o 3, vedo persone che nei loro rispettivi ruoli hanno fatto qualche cosa.
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dilebe06 · 1 year
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Ultimo giro...ultima corsa dell'anno: Nirvana In Fire, D-day e Unexpected Heroes
Ci tenevo, prima di salutare quest'anno, a scrivere almeno due righe sugli ultimi drama visti.
Anche perché tutto sommato non è andata affatto male.
Nirvana in Fire
“Right and wrong can only be justified in one’s heart. You think I am wrong, but since when did I think that you were right? Xia Jiang, you may not believe in the ties of friendship, but you best not look down on times of friendship. Else, you will fail because of it.”–Marquise Yan
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Partiamo con il pezzo da novanta. Questo drama era in lista dall'alba dei tempi e che avevo sempre pochissima voglia di vedere, data la mole di episodi: 54.
Troppi per me.
Fortunatamente @veronica-nardi è venuta in mio soccorso ed insieme abbiamo affrontato questo viaggio che a me devi dire è piaciuto assai.
Non starò a scrivere la trama qui. Vi basti sapere che Nirvana tratta il tema della vendetta o meglio di un percorso arduo ed a tratti impossibile che porta ad ottenere giustizia. È un viaggio lungo e complesso, intricato e super interessante che porta in scena tantissimi personaggi e piani strategici.
Nirvana in Fire è una serie complessa soprattutto inizialmente ma una volta che prende il via cattura. Soprattutto gli amanti dei piani e complotti...coloro che adorano vedere gente chiusa in una stanza che chiacchiera e pianifica nell'ombra.
Lin Shu o Mu Cheng - dipende a chi lo chiedi - offre allo spettatore un viaggio attraverso complotti e piani strategici ( è il Petyr Bealish asiatico ) alla corte dell'Imperatore con lo scopo di far salire al trono il 6° figlio dell'uomo e riaprire un caso di tradimento di 12 anni fa portando alla luce la verità di ciò che è davvero successo.
Mentre osserviamo il percorso del nostro protagonista è inevitabile rimanere folgorati dalla sua intelligenza e capacità di pianificazione. E' talmente davanti a tutti gli altri partecipanti alla corsa per il trono che i cosiddetti villain fanno solo la figura degli idioti incapaci.
Nonostante io abbia ammirato Lin Shu, devo dire che ho dato il mio cuore al Principe Jung. Tralasciando il fatto che pensavo che la storia tra lui e Lin Shu fosse un mezzo BL visto il grande affetto e ricordo tra i due... Il Sesto Principe mi ha fatto una tenerezza assurda, in tutti i momenti in cui pensava o soffriva la mancanza di Lin Shu, rifiutandosi di darlo per morto e sperando sempre nella sua salvezza e in un suo ritorno a casa. La perla portata a casa come ultimo regalo per il migliore amico è una storia bromance stupenda.
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Altri personaggi che mi sono piaciuti sono stati il Marchese di Yan e suo figlio mentre avrei avuto piacere in un pò più di spazio per Xiao Jinrui. Partito quasi all'inizio della serie e tornato praticamente gli ultimi 3 episodi. Peccato, perché secondo me poteva portare un ottimo status di conflitto e tensione nella storia.
Ovviamente menzione d'onore per Il comandante Meng che rispecchiava perfettamente tutti noi quando Lin Shu spiegava i suoi piani cervellotici e c'era della difficoltà nel capirli. Le sue espressioni erano oro colato. XD
Dal lato villain invece vorrei spezzare una lancia verso il Principe Yu. A me è piaciuto tantissimo: intelligente e ambizioso con quel pizzico di tragedia che male mai non fa. Ho adorato la sua determinazione per 10 anni nella lotta per il trono con il Principe Ereditario prima e con il principe Jing poi... non ha mai mollato. E le scene con suo padre nel finale della sua storia sono i suoi momenti più belli.
Ho letto che nel romanzo - che spero prima o poi di leggere ma in italiano sarà difficile - la storia di sua madre diverge dalla serie. Ed onestamente forse lo avrei preferito: quella parte è così casuale e poco studiata che cozza che la perfezione e cura del dettaglio che contraddistingue tutta la serie.
Ultima nota per quanto riguarda i personaggi la vorrei lasciare alla Consorte Jing - nel podio del personaggi più intelligenti della serie - e all'Imperatore. Vedere la scalata sua e di suo figlio tra i ranghi della corte è stato molto soddisfacente: bravissima nel nascondere le sue vere emozioni e intenzioni facendo la remissiva e accomodante mentre "manipolava" l'Imperatore mi ha dato enorme soddisfazione!
Mentre l'imperatore credo che sia stato uno dei personaggi più interessanti della serie. La sua ossessione per il trono, l'invidia per il primogenito, il suo voler controllare la status quo della corte aizzando i fratelli uno contro l'altro, favorendo uno o l'altro perché non si alleassero contro di lui, denota per me una caratterizzazione molto avvincente. Il suo scontro finale con Lin Shu chiude in modo perfetto il suo arco narrativo tirando fuori tutte quelle tensioni e rivelazioni che si annusavano già durante la serie.
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Un altro punto a favore devo darlo alla fotografia e alla regia. Semplicemente perfette, insieme alle OST azzeccatissime. Ci sono state delle inquadrature e dei lavori di montaggio strepitosi, a tratti poetici.
Ultima nota prima di andare alle parti che mi hanno lasciato un po' meh, riguarda la morte del protagonista. Io e veronica speravamo che Lin Shu ci lasciasse davvero le penne e che non trovassero una cura miracolosa per salvarlo come accade spesso nei drama. Fortunatamente non è stato così ed ho apprezzato la coerenza narrativa che ha donato quel tocco di dramma e tristezza che il finale di questa serie si meritava.
Andiamo alle questioni invece, che mi hanno lasciato più perplessa:
La protagonista e la storia d'amore.
Per carità, l'idea della protagonista guerriera e fedele innamorata non era male. Ma credo che sia rimasta troppo poco sullo schermo ed ho trovato la sua storyline legata unicamente al lead, un po' noiosa. Ritengo che Mu Sh avesse tutte le caratteristiche, come carattere e storia per avere più presenza e una storyline tutta sua. Magari anche legata al suo ruolo come guerriera.
Ed anche la storia d'amore per quanto bella, non l'ho minimamente percepita. Sarà il poco minutaggio appunto. O forse il fatto che raramente i due personaggi pensavano uno all'altro. Non so'...magari delle scene dove Lin Shu sognava un futuro irrealizzabile con la sua amata? O magari Mu ricordava il primo incontro tra loro? Non basta dirmi che erano e sono innamorati. Devi farmelo anche vedere il loro amore.
2) Introspezione
Sarò cagazzi io, ma amo quando le serie si prendono la briga di fermarsi un attimo e analizzare la psicologia e l'animo dei personaggi. Per me Nirvana in Fire - anche a causa della storia così complicata - non ha lasciato abbastanza spazio a questo, preferendo concentrarsi sullo svolgersi della storia. Che non è male! Ed è perfettamente in linea con il genere della storia. Ma non nego che avrei amato se la serie avesse rallentato un attimo lasciando pezzi di analisi e introspezione.
Tipo ampliando il risvolto della storia tra Jinrui e Lin Shu. O della scoperta della vera identità di Lin Shu da parte di Jingyi. O anche un minimo approfondimento degli eventi di 13 anni prima che hanno portato poi all'ammazzamento generale. Magari con il Marchese Yan che ricordava la sua amata...
3) Parenti ovunque
Capire le parentele ed i legami tra i personaggi meriterebbe una laurea a parte. Soprattutto inizialmente quando la storia entra nel suo svolgimento e ti vengono presentati via via i characters, ho fatto una fatica incredibile non solo a ricordarmi chi fosse quel personaggio. Ma anche a collegarlo con gli altri: solo verso il 10° episodio e guardando una mappa online ho capito che l'Imperatore aveva delle sorelle! Tutto molto intrigante - io ho adorato una così complessa dinamica familiare - ma non posso negare la fatica.
Concludendo: Nirvana in fire è una serie da vedere per chi ama il genere vendetta/giustizia portata alla luce in modo intelligente, quasi intellettuale. E' poetico, drammatico e richiede un cervello attivo 24H ma alla fine regala una storia stupenda e narrativamente coerente. Anche nel finale che di solito scagano tutti!
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Voto: 8.6
D- day
Terremoti e tragedie
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Drama che ho inserito e tolto più volte dalla mia lista perché le recensioni non mi convincevano ma che alla fine ha vinto la battaglia della visione perché non solo l'ho visto...ma l'ho anche apprezzato. Certo, non è un capolavoro quanto il drama sopracitato ma ha saputo tenermi incollata allo schermo per 20 episodi, narrandomi una storia carina e avvincente con qualche spunto di riflessione interessante.
Certo, un grande merito va al cast: Kim Young Kwang porta in scena un così adorabile Lee Hae Sung modello dottorino che è impossibile non amarlo. E anche Jung So Min è stata molto brava - forse mi è piaciuta più di lui - nel suo ruolo di specializzanda così tenera: sono già 2 drama che mi vedo con lei e che la apprezzo sempre di più come attrice!
La storia parla di un terremoto che porta morti e feriti nella città di Seoul. Non solo: con l'elettricità mancante, l'acqua risicata, strade inagibili e mancanza di medicinali diventa difficilissimo sopravvivere. Ma è difficilissimo anche per i dottori e pompieri aiutare e fare il loro lavoro. D- day si concentra sulle lotte dell'animo umano di fronte ai disastri: tra chi è disposto a sacrificarsi per gli altri e chi invece mette sé stesso ed i suoi principi davanti a tutti.
Adoro le serie apocalittiche o post apocalittiche: osservare la natura umana trovarsi di fronte a scelte difficili in condizioni fuori da ogni zona di comfort. E su questo frangente la serie non mi ha delusa. Certo la CGi poteva essere fatta un tantino meglio ma ho apprezzato quello che ho visto: la sensazione di pericolo era palpabile e tanto mi basta.
Come è stato encomiabile il lavoro svolto per la parte etica/morale di dottori e pompieri ma anche di persone comuni. Per quanto si possa parteggiare per il lead nel suo voler salvare a tutti i costi quante più vite umane possibili è importante il punto di vista del dottor Han quando sosteneva che operare in certe condizioni facesse più male al paziente che bene. Ora, io sto dalla parte del lead ma ho apprezzato come il drama mettesse in campo anche voci ragionevoli contrarie: l'ho trovato realistico. Come ho trovato realistico il fatto che molti dottori abbiano abbandonato il loro posto per salvarsi ecc ecc... era facile scadere nel buonismo e sono contenta che D- day non abbia fatto quest'errore.
Come detto sopra ho apprezzato anche i due lead: lui così eroico - pure troppo - da andare contro tutti e tutto pur di salvare la vita di qualcuno. Ho perso il conto delle volte in cui ha rischiato o è stato licenziato... e questo forse è stata una delle cose che ho trovato un po' ripetitive. Ma accidenti! Lee Hae Sung ha un sorriso e un modo di fare talmente adorabile che gli si perdona tutto. Anche fare operazioni chirurgiche avendole viste una volta sola. Ora, io capisco tutto...ma davvero questo basta che gli metti un bisturi in mano e ti fa qualsiasi operazione: dal cuore al cervello fino al parto ecc ecc... un genio della medicina.
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Ddol Mi invece non è brava quanto il lead...ma ha talento. Sotto la guida del guro del bisturi da specializzanda di ortopedia porta a termine qualsiasi genere di chirurgia. Bravissima. XD Tralasciando le battute è stato bello vedere la sua evoluzione: da dottoressa un po' menefreghista e poco responsabile a medico capace e competente, che rimane in trincea per aiutare gli altri.
Anche la loro storia d'amore è stata carina e adorabile. Credo che i due attori abbiano una buona chimica che li ha aiutati a rendere più vere e divertenti le scene assieme. Peccato che tra loro ci sia solo un misero bacio...per di più a stampo. Si sono sprecati! Ed anche il finale poteva essere fatto un po' meglio...un tantinello frettoloso.
A fare compagnia ai due lead troviamo anche i dottori ed infermieri dell'ospedale: alcuni carini e interessanti. Altri meno. Il dottor Han mi piaceva come personaggio ma non mi ha convinto troppo la sua recitazione. E la rivelazione dell'errore compiuto sulla mamma del lead è stata così anti climatica e inutile che avrei fatto causa agli sceneggiatori: qual era il senso di aver messo tutta tra tensione e conflitto per questa storyline se poi è finita a tarallucci e vino? L'infermiera Ji Na poi non mi ha smosso chissà quali emozioni ed il suo conflitto con il padre sembrava uno spreco di tempo. Il Direttore faceva qualcosa di male, lei lo sgridava e lo rimproverava piangendo e... stop. Basta. E si andava avanti così per 20 episodi. Avrei capito se la figlia avesse fatto poi effettivamente qualcosa per o contro questo padre ma vederla solo urlargli addosso per poi andarsene per i fatti suoi non è stato poi così avvincente.
Mi è piaciuto invece il tirocinante che lavorava a stretto contatto con Ddol Mi! Era carino e divertente e le sue scene con la ragazza mi hanno strappato spesso delle grasse risate. Che nella tragedia generale serviva per stemperare un po' il dramma. XD
Bello anche il ruolo che la serie ha dato ai pompieri e le difficoltà che insieme ai dottori hanno dovuto affrontare: la poca acqua per spengere gli incendi, il mettere a rischio la loro vita per salvare gli altri ecc ecc... fino ad arrivare alla morte e sacrificio del fratello del lead. E' stato straziante soprattutto per il protagonista che povero, si è ritrovato con un padre morto, una madre in coma ed infine un fratello deceduto. E' morto da eroe...ma ha fatto comunque male. Certo è che avrei sofferto ancora di più se la serie avesse approfondito un po' il suo personaggio e le sue relazioni con gli altri. Ma non mi lamento troppo.
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Bocciato invece il villain della serie: il Direttore dell'ospedale. Troppo cattivo e avido tanto da rasentare una macchietta. Io capisco l'avidità e l'ambizione...ma circondato da personaggi umani e realistici nelle loro scelte etiche e morali, un cattivo così stereotipato mi ha rovinato tutta l'atmosfera. E no, il change of heart finale non risolleva il suo personaggio. Anzi.
D- day poi ha una fraccata di altri personaggi...pure troppi. Dalla primaria del pronto soccorso al suo fidanzato, dalla bambina sorda al dottore che faceva la spia per il direttore. Dal cognato del Direttore all'infermiera/sorella del protagonista fino alla psicologa amica del lead. Troppi. E' chiaro l'intento della serie nel portare in campo così tanti personaggi: avere uno sguardo a 360 gradi sulle dinamiche in questo contesto portando più storie possibili su schermo. Devo però dire che non è una strategia che amo particolarmente.
Riassumendo D- day è stata una serie piacevole e godibile. Mi ha tenuta incollata allo schermo per 20 puntate non solo per la trama avvincente ed il suo genere ma anche per aver saputo portare alla luce l'umanità, il bene e male dei suoi personaggi, catapultandoli in un contesto disperato.
Voto: 8
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Unexpected Heroes
Partire a razzo e finire a ca....o
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Dramino su You Tube - un web drama da pochissime puntate - Unexpected Heroes, nonostante le sue basi partiva a bomba.
La storia era seducente: tre adolescenti - che casualmente frequantano tutti e tre la stessa scuola - ricevono rispettivamente un trapianto d'organi dallo stesso donatore. Il donatore in questione non è però una persona qualunque ma un detective che è stato assassinato.
Quando i tre giovani di risvegliano scoprono di avere poteri soprannaturali legati all'organo donatogli: c'è che vede benissimo e ricorda tutto ciò che vede, chi mantiene i battiti del cuore a 70 qualsiasi cosa accade e chi si ritrova con una super forza. I tre ragazzi si ritrovano infine a vivere assieme e decidono prima di usare i loro poteri per fare giustizia e poi di scoprire chi abbia ammazzato il loro donatore.
Non è una storia carina? Insomma a me ha ispirato parecchio. Tanto da maratonarmelo e godermelo pure con i sub inglesi da quanto mi incuriosiva. Di mezzo poi c'è anche la storia d'amore - triangolo per lo più - che pur non essendo nulla di speciale mi interessava assai. Ed a distanza di 10 episodi ancora non so per chi dei due ragazzi tifare. XD
Trovo inoltre intrigante il fatto che i poteri non fossero roba alla raggi laser o invisibilità ma cose più particolari e meno stereotipate.
Anche i personaggi e il cast non erano male. Chiaramente con 10 episodi da 15 minuti non puoi certo caratterizzare o approfondirli ma quel pochino che era su schermo non era male. Ed i ragazzi erano stati tratteggiati abbastanza bene e chiaramente. Devo fargli i complimenti per la recitazione perché se la sono cavata egregiamente.
E quindi, dove è il dramma? Perché quel sottotitolo?
Per il finale.
Perché è brutto? uno si può chiedere.
Perché è incoerente?
o poco chiaro?
No. E' perché non c'è.
La serie si chiude con il cattivo - l'assassino del donatore - che sta davanti alla casa de tre ragazzi armato di mazza mentre guarda la casa con sguardo cattivo.
E fine.
FINE.
F.I.N.E.
MA COME ACCIDENTI TI VIENE IN MENTE DI CHIUDERLA COSì?????????? DOVE è LA SECONDA STAGIONE? Perché se la chiudi in questa maniera è perché hai in programma un seguito per concludere tutta la storia...giusto?!
Ma a quanto pare non si parla di nessuna seconda stagione...ergo per adesso devo considerare QUESTO come finale. E fa male perché questa fine mi ha lasciata cosi frustrata e insoddisfatta per una serie tutto sommato godibile e carina.
VOTO: 7.1
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jetaime03 · 2 years
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"So che amarmi è difficile, ma proprio per questo me lo merito."
Motivo numero 1 per sorridere: tumblr
Motivo numero 2: le canzoni che contengono il tuo cuore
3) aver avuto mio padre e avergli somigliato, vorrei di nuovo prendermi quello che resta di lui e non ci riesco.
4) avere qualcosa che resta dentro.
5) Angela e il suo sorriso.
6) Le espressioni buffe.
7) parlare in inglese.
8) capire di poter avere altro dentro imparando dagli altri e dai personaggi.
9) fare cose nuove di improvviso.
10) i cannibal corpse. L'horror e lo splatter
11) le canzoni dedicate ad Angela
12) i bring me the horizon.
13) i bullet of my valentine
14) la musica
15) il fatto che il mio sorriso non si spenga mai. Il solo fatto di sorridere e alzare la testa col concetto di alzarla senza sfidare, giocando con i ricci. Fa sorridere di brutto. Il fatto che non mi spegno mai e non posso spegnermi. Il fatto che posso riaccendermi o anche solo ci spero, conta molto per me in questo periodo.
16) i gesti estremi di Angela per chi ama che ora si chiama Alexander.
17) mio puma e il nostro amore.
18)sasa
19) il mio passato. Chi lo avrebbe mai detto ma almeno lì ho vissuto.
20) io che scopro di essere affettuoso.
21) io che voglio essere felice come me stesso e spero di poter essere e basta. Come un tempo. La semplicità dell'esserci; è quello che conta.
22) non importa quanto faccio schifo ma me stesso.
23) la scuola e la facoltà che ho scelto di intraprendere.
24) inventare parole e il linguaggio poetico: il sentire è giustificato. Ahhahw
25) il mondo spirituale.
26) io che sono migliorato e faccio cose che un tempo non avrei mai fatto e non sono riuscito a fare in passato.
27) sasso. Amico peloso signor Pupazzo bianco
28) i rimasugli del mio vero carattere, non ci sono più ma alcune cose restano uguali.
29) la voglia di essere una persona bellissima come se avessi già risolto; però ancora mi devo cimentare anche più forte.
30) thurday di jass glynne. La vecchia me
31) non pensare ad Angela.
32) mattia. Non me lo sarei mai aspettato.
33) pensare agli occhi, al nasino e alle labbra di Angela.
34) il mio ipotetico figlio e il mio ipotetico compagno
35) la possibilità di avere Lisa nella mia vita. Dopo tutto non è poco cassius.
36) il modo in cui ti sei sentita guardando Mariagrazia ieri.
37) mattia e il tepore che mi trasmette. Per ora so che mi tocca solo sofferenza, ma la dolcezza che mi manda mi fa resistere. Vorrei respirarlo, ma ho paura.
38) il fatto che ti rende bello la mentalità non l'intelligenza. Ma la stupidità può renderti più brutta di poco.
39) Angela e fare nuove esperienze
40) il mio modo di chiamare "hyung" e il mio futuro "hyung"
41) Quella verità che mi esce con difficoltà dalle labbra e la sentono gli altri>>>
42) il mio splendido viso acqua e sapone.
43) il mondo spirituale e quella vocina interiore che mi guida.
44) sfogarmi disegnando anche se non lo so fare.
45) scrivere poesie su carta.
46) cambiare grazie al processo. La vita è imprevedibile e, ti porta in luoghi che col cazzo tu visiteresti.
47) non pensare a nessuno. Se non a me. Col cazzo che penso a mattia o ad Angela. Ma Vabbè
48) il fatto che mi piacciano anche le ragazze.
49) la poesia, soprattutto se scritta bene.
50) i nomi che si danno gli indiani d'America e la medicina del totem.
51) i miei capelli.
52) scrivere i miei pensieri qui e sentirmi una persona viva. Non tutti possono capire ma sì.
53) la disney.
54) Il fumo che esce dalle bevande calde mentre te le gusti. Makes me smile.>>>>>
55) 🪽🕊🐾
56) il vino e gli alcolici che mi fanno assaggiare. Mi ci sono attaccata per la mia stabilità si e no.
57) neffex e bryce. :3
58) red hot chili peppers. Un pochino. Hanno un bellissimo sound.
59) i pupazzi che sono ricordi e non solo. Call me baby ma mi fanno bene awww.
59) camomille come fiori e il loro profumo.
60) Dio e il mio percorso spirituale.
61) scrivere.
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Il ritorno dopo 12 anni di Boris, la serie
Prima di Gomorra o Romanzo Criminale, se volevamo dare una risposta alla domanda "Qual è la miglior serie italiana mai fatta dagli inizi degli 2000?" allora la risposta era "Boris, la serie". A distanza di 12 anni arriva la tanto richiesta quarta stagione direttamente in streaming su Disney+. La storia di Boris, la serie più amata dagli italiani Le vicende che vedono protagonista la troupe guidata dal regista René Ferretti (Francesco Pannofino) hanno debuttato sui piccoli schermi degli italiani nel lontano 2007 presso le reti Fox Italia. 3 stagioni più un film che hanno fatto innamorare gli italiani per una serie che è rimasto viva nelle menti di tutti. Dal regista Ferretti passando per l’aiuto regista Arianna (Caterina Guzzanti) senza dimenticare lo stagista Alessandro (Alessandro Tiberi), il direttore della fotografia Duccio (Ninni Bruschetta), il capo elettricista Biascica (Paolo Calabresi) o il “poco italiano” Stanis La Rochelle (Pietro Sermonti). Senza dimenticare alcuni famosi camei o apparizioni di guest star come: Pietro De Silva, Roberto Herlitzka, Valentina Lodovini, Luisa Ranieri, Cecilia Dazzi, Sergio Fiorentini, Corrado Guzzanti, Emanuela Grimalda, Laura Morante, Sergio Brio, Paolo Sorrentino, Giorgio Tirabassi, Filippo Timi, Andrea Purgatori e Marco Giallini. Il linguaggio di Boris Tanti nomi, tanti personaggi tutti entrati nell’immaginario collettivo anche per espressioni diventate di uso comune come: - Smarmella, fare tutto nel modo più approssimativo possibile - A c… di cane, per enfatizzare ancor di più il modo di fare della troupe guidata da Ferretti - Bucio di culo, espressioni “tormentone” utilizzata da Martellone (Massimiliano Bruno) nei suoi spettacoli comici - F4 basito, schema di sceneggiatura ordinaria inventata dai 3 sceneggiatori (nella serie) interpretati da Valeria Aprea, Massimo De Lorenzo e Andrea Sartoretti Una lista che potrebbe allungarsi ulteriormente ma bisogna vedere Boris per capire la “magia” che questa serie ha prodotto. La quarta stagione senza Mattia Torre e Roberta Fiorentini La nuova stagione di Boris sarà anche la prima non scritta da Mattia Torre, storica firme e mente dietro le tre stagioni precedenti della serie ed il film. Lo sceneggiatore romani, infatti, è scomparso dopo aver lottato con la sua malattia il 19 Luglio 2019 vincendo postumo il David di Donatello per la migliore sceneggiatura originale del film "Figli" ritirato poi dalla figlia Emma. In questa quarta stagione non ritroveremo neanche Roberta Fiorentini ovvero la storica segretaria di direzione, Itala, purtroppo anche lei venuta a mancare nel 2019. Il ritorno della fuoriserie italiana Sono, quindi, già disponibili su Disney+ le otto puntate che vanno a comporre questa quarta stagione di Boris. Un ritorno dopo 12 anni di assenza dove i fan della "fuoriserie italiana" non hanno mai perso la speranza di poter rivedere sul piccolo schermo la troupe cinematografica guidata da Pannofino. Otto puntate di divertimento e risate ma anche e soprattutto realtà. Read the full article
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jijii1950 · 17 days
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試聴 / 購入: Sus ojos se cerraron DANIELE DI BONAVENTURA & MICHELE DI TORO
La ricerca, anche nell’improvvisazione, di linee melodiche incisive e senza fronzoli sembra caratterizzare il linguaggio musicale di Daniele di Bonaventura, specie quando imbraccia il bandoneon. Non è un caso che la sua poetica intima e raffinata trovi alcune delle sue migliori espressioni nella formazione del duo. Oltre a quello storico e collaudato che lo lega a Paolo Fresu, vanno ricordati, fra i più recenti, quelli con i pianisti Giovanni Ceccarelli e Giovanni Guidi, ma anche il duo con il chitarrista polacco Maciek Pysz in «Coming Home», dove peraltro può mettere in mostra anche il suo sottovalutato talento pianistico. In questa nuova e recente registrazione ad esser chiamato in causa è ancora il pianoforte, suonato dall’amico Michele Di Toro. Una spiccata e naturale sensibilità melodica accomuna i due musicisti, che han trovato nelle comuni radici abruzzesi (più lontane per Daniele, nato e residente nelle Marche) il filo conduttore per coronare con un disco una collaborazione che ha già qualche anno di vita, evidente nella scelta del brano che gli dà il titolo (con l’elisione di un “vola”), raro esempio di canzone popolare italiana dialettale non napoletana di successo internazionale. È un interplay magico e sottile, frutto di reciproca conoscenza e rispetto, quello che si instaura sin dalle prime note della sognante Ninna nanna, eseguita in apertura, e che accompagna il duo anche nelle esecuzioni degli altri nove brani, solo in parte originali. Se Carlos Gardel ed Astor Piazzolla sono da sempre fra gli autori più frequentati da di Bonaventura (una menzione speciale va in ogni caso alla toccante esecuzione di Soledad), hanno rappresentato invece una vera e propria scoperta le suadenti e nostalgiche melodie dell’inglese William Turner Walton (Touche Her Soft Lips and Part, dalla colonna sonora del film “Enrico V”, di Laurence Olivier) e di Joe Sample (One Day I’ll Fly Away), qui ripresa da una bella versione del trombonista–cantante svedese Nils Landgren. Un lirismo che a tratti sa essere struggente, senza apparire per questo mai banale o caramelloso. クレジット2021年3月21日リリース Daniele di Bonaventura (bandoneon), Michele Di Toro (piano).
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felix-dario-ruggeri · 2 months
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In occasione di Artefiera 2024, nella notte di Art City White Night promossa dal Comune di Bologna e da Bologna Fiere, negli spazi dello studio erAArte, Micro Gallery Space One e Micro Gallery Space Two, in via Nazario Sauro 7/a, inauguriamo 5EXHIBITIONS.
studio erAArte
Felix Dario Ruggeri
Unlikely Landscapes // 2
studio erAArte
Simona Ruggeri
Maiden with Black Cat & PAL 432 new entry
studio erAArte
Felix Dario Ruggeri e Simona Ruggeri
RaccontiMiniati
Micro Gallery Space One
Simona Ruggeri
Shrimpcat, Dama & Friends
Micro Gallery Space Two
Felix Dario Ruggeri e Simona Ruggeri
_ADNG_ (evolution)
Opening sabato 3 febbraio 2024 dalle 20 alle 24
Orari di apertura: venerdì 15:00 – 19:00 / sabato 15:00 – 19:00
Dal 3 febbraio al 15 luglio 2024
Felix Dario Ruggeri
Unlikely Landscapes // 2 (Paesaggi Improbabili)
Il paesaggio è una componente costante nel mio lavoro artistico. Nel mio nuovo progetto Unlikely Landscapes, le installazioni esposte sono note che accompagnano verso mete non definite ma di cui si percepisce la presenza, un percorso che vuole suggerire luoghi per stimolare la nostra curiosità estetica.
Unlikely Landscapes può essere anche assimilata come esperienza dinamica, quasi fisica, alcune opere ci predispongono al viaggio interiore alla ricerca di archetipi che alludono alla carne, in altre la meta finale è l'Incanto fisico e mentale dove tutto diventa reale.
In Unlikely Landscapes le opere si contaminano, interagiscono e non sempre la loro visione ha un punto di osservazione definito, sono presenti molteplici linguaggi e medium che in sinergia danno origine a un contesto dove etica, immaginazione e concettualità si supportano reciprocamente.
Alcuni punti chiave di questa ricerca possono essere così sintetizzati: ricerca minimalista sulle sinergie estetiche, convergenze e nuove tecnologie applicate all'arte tradizionale. Punti di osservazione e slittamento della percezione, interazioni tra medium, design, fotografia, antropologia del fantastico e nuove espressioni del surrealismo. Futuri possibili, dialogo tra spazialità, arte, sentimento poetico tradotto in segno, ritmo e musicalità delle strutture compositive. Realtà oggettiva e realtà fantastica/onirica. Estetica del tutto è concesso e ricostruzione di valori connessi e rielaborati nella tradizione dell'arte.
In questo momento Unlikely Landscapes è composto da 75 opere con caratteristiche e percorsi tematici differenti: Animals, Big Boobs, Fangs, Landscapes, Shining Lake, Structures, Tornados, Abstract caramelized.
Simona Ruggeri
Maiden with Black Cat & PAL 432 new entry
In un passato non troppo remoto, i contorni delle cose erano sfumati. Astrologia e magia erano considerate discipline scientifiche: Tycho Brahe, l’illustre esploratore del firmamento, fu nominato da Rodolfo II d’Asburgo astronomo & astrologo di corte.
Il famoso medico svizzero Paracelso ci sembra nostro contemporaneo quando sostiene che le malattie sono causate da un agente patogeno e non da uno squilibrio degli umori come pensavano i medici della sua epoca, ma è la stessa persona che scrive un trattato su ninfe, silfi, pigmei e giganti che condividono il mondo degli esseri umani.
Georg Agricola, nato a fine Quattrocento, è considerato il padre della mineralogia. Nel suo libro De re metallica, dove ha descritto l'attività mineraria, tra il metodo per la separazione dell'argento dal rame e la descrizione dell'arte del geometra, esamina le creature che vivono sottoterra come conigli, marmotte, furetti, gnomi e coboldi, avvisando il lettore che alcune sono amichevoli mentre altre sono pericolose per i minatori.
Lo zero non esisteva. A noi moderni questo sembra più incredibile degli gnomi, eppure è proprio così: prima non c’era e poi c’è. Ma com’è possibile? Lo zero non è un’invenzione che si può costruire. Forse non ne avevamo bisogno, poi ci siamo accorti che lo zero era già lì, nascosto tra il nove e l’uno, solo che prima non lo avevamo visto.
Per quasi duemila anni la Terra è rimasta ferma e tranquilla al centro di un cosmo fatto di sette perfette sfere girevoli, con pianeti e stelle incastonati come gioielli che le ruotavano intorno. Andava tutto bene finché gli astronomi, a furia di cercare di adattare l’armonia delle sfere ai capricciosi movimenti dei corpi celesti, sono stati costretti a spostare la Terra in periferia.  Non è stato semplice convincerla a traslocare.
Oggi è diverso, abitiamo lo stesso pianeta che ospitò le generazioni umane che ci precedono, ma è come se queste persone, del tutto simili a noi nell’aspetto, fossero alieni incomprensibili. Come potevano credere all’esistenza di gnomi, unicorni, sirene e antipodi? Noi possiamo anche studiare la storia ma non riusciamo a immaginare davvero un mondo senza zeri e con gli gnomi. Siamo certi di sapere ciò che esiste e ciò che non esiste, quello che non rientra nella sfera della realtà concreta è considerato immaginario, simbolo, metafora, allucinazione collettiva… ma non è più solo se stesso.
Attribuiamo le certezze dei nostri antenati alla credulità o all’ignoranza, non pensiamo che forse, se nel Cinquecento queste creature erano ritenute vere, magari erano vere davvero. Nel nostro mondo nuovo c’è sovrabbondanza di dati e scarsa compagnia, quasi nessuno crede di condividere il pianeta con altre creature non approvate dalla scienza.
Magari quando lo zero non esisteva un mago guardando nella sua sfera di cristallo ha detto tra sé e sé: “Che fantasia questi umani del futuro, non so come fanno a credere a una cosa assurda come lo zero… forse è un simbolo, una metafora, un’allucinazione collettiva…”.
Ora è così, prima era cosà, dopo chi lo sa.
Felix Dario Ruggeri e Simona Ruggeri
_ADNG_ (evolution)
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Felix Dario Ruggeri e Simona Ruggeri
RaccontiMiniati
Abbiamo scritto queste storie con una impostazione classica anche se l’opera nel suo insieme è piuttosto eclettica.
Lo stile è mutevole e diverso per ogni racconto, i temi variano: gotico, surreale, umoristico, poetico, religioso, viaggiando inoltre nei territori della science-fiction. Un universo di diversità che trae origine dalla frammentazione del tempo che ci circonda. In alcuni casi il significato sembra restare nascosto, ma va bene così, sono storie, non è necessario chiarire sempre tutto. A volte si avverte un significato criptico nel messaggio che viene comunque completato e rivelato nelle illustrazioni, così che testo e illustrazioni si integrano.
Ciò che desideriamo è attrarre e sensibilizzare la partecipazione del lettore. Non vogliamo distrarvi con un modo di scrivere insolito o stravagante, ma suscitare interesse e attenzione attraverso le idee espresse (o non espresse) nella narrazione. E’ nostro auspicio che il lettore sia complice, per questo cerchiamo di favorire la sua attenzione con immagini per proporre un modo di leggere più attraente, intimo, partecipativo, che non richieda fatica, momenti di tempo sospesi dove analizzare e scoprire indizi anche nelle immagini.
Ci auguriamo che alla fine delle storie permanga nel lettore una sensazione di piacevoli ricordi, anche se con un retrogusto amaro.
Simona Ruggeri
Shrimpcat, Dama & Friends
Riuniti nella Micro Gallery Space One, Shrimpcat, Dama e PAL 432 sono lieti di accogliere i visitatori umani. Benvenuti anche cani, gatti e chimere.
Instagram Felix Dario Ruggeri https://www.instagram.com/felix_dario_ruggeri/
Instagram Simona Ruggeri https://www.instagram.com/simona_ruggeri_/
Sito web: www.studioeraarte.it
Contatto email: [email protected]
Cell. 348 4751267
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