Tumgik
#farsi coraggio
ragazzoarcano · 8 months
Text
Tumblr media
💪
56 notes · View notes
my-liminalspace · 7 months
Text
Tumblr media
Ho imparato a sentirmi spaccare in due avanti ad un tramonto ed ho smesso di spaccarmi in due per chi non me ne ha mai concesso uno.
Io ho imparato che la vita non è ieri, non è domani, è adesso 🌈
18 notes · View notes
gelatinatremolante · 1 year
Text
Il modo in cui la lista dei partecipanti al prossimo Sanremo sarà tra le principali motivazioni che mi spingeranno a svegliarmi ogni giorno da qui fino a febbraio.
29 notes · View notes
Text
Voglio superare i miei limiti ma so che, per superare i propri limiti, bisogna essere disposti anche a cadere e farsi male.
Zoe
43 notes · View notes
lospalatoredinuvole · 2 years
Text
Non ho paura di mostrarmi come sono, non ho paura di essere ferito.
5 notes · View notes
angelap3 · 2 months
Text
Tumblr media
Chiarisco una volta per tutte che sono un'artista che disegna e dipinge donne, anche nude.
Ciò non fa di me una donna disponibile, chiaro?
Inoltre, non accetto richieste di amicizia da profili chiaramente falsi, da profili senza foto, da profili con i quali non condivido contatti consolidati.
Punto!
Detto questo, un saluto affettuoso a voi!!!
PS..... E alla persona che mi segnala sempre, abbia almeno il coraggio di farsi riconoscere.
Non sei obbligata /o..... A seguire il mio blog!!!!!
(Angela P.)
35 notes · View notes
Text
Se capita una volta, è un mostro.
Se capita mille volte è un problema più grande.
È difficile scrivere qualcosa oggi. Non so neanche se sia giusto. Però il 50% della mia bolla è muto. Ed è un silenzio insopportabile.
Non credo sia una mera questione di menefreghismo. È che ignorare è più facile. È che c'è questa cosa che è li, e di cui non parliamo mai.
C'è che nella cultura dello st*pro siamo cresciuti tutti. E quando leggiamo una notizia del genere, non riusciamo a sentirci "puliti".
Certo, non avremmo mai fatto niente del genere. Però anche noi certi paradigmi abbiamo imparato a contestarli tardi, lentamente, da soli. E prima? Prima ne eravamo parte. E un po' ti rimangono addosso, nonostante tutto. Attaccate alla radice più profonda dei pensieri.
C'è che non abbiamo il vocabolario per parlare di queste cose, perché non lo abbiamo mai fatto. Eppure sarebbe così importante cominciare a farlo.
Da uomo a uomo.
Mi torna in mente un ricordo di quand'ero adolescente. Litigavo con la mia ragazza dell'epoca, in mezzo alla strada. Avevamo la voce alta, le lacrime agli occhi, eravamo visibilmente scossi.
Un signore, vedendoci, si mise in mezzo a noi. Provai a spiegargli che ci stavamo confrontando soltanto a parole, ma mi interruppe. Disse: "Qualsiasi cosa sia successa, non ne vale la pena. È un attimo che si rovinano due vite: la sua e la tua."
Quel ricordo mi provoca ancora sensazioni contrastanti.
Da un lato, chiunque sia cresciuto socializzato come uomo, sa quanto sia odioso essere visti come aggressori fino a prova contraria.
È una cosa che ti insegnano fin dalla scuola, appena la tua voce diventa più forte e più grave di quella delle ragazze. E i richiami aumentano e i voti di condotta scendono. E se la persona che ti schernisce è una ragazza, verrai richiamato comunque tu più spesso, perché le tue reazioni sono più scomposte, il tuo corpo è una presenza più ingombrante nel mondo.
Ed è una cosa che ti ricordi quando cresci. Quando camminando per strada, cambi marciapiede o acceleri il passo per superare la ragazza che sta camminando da sola, per non darle l'impressione di starla seguendo.
Dall'altro lato, provai un senso di gratitudine.
Quell'uomo aveva fatto ciò che io vorrei aver sempre avuto il coraggio di fare negli anni seguenti. Intervenire, prima che una situazione di pericolo potenziale potesse farsi pericolosa davvero.
Non conosceva né me, né lei, né il contesto. Aveva visto due ragazzini urlarsi contro e uno dei due aveva un corpo che cresceva di due centimetri al mese e presumibilmente quasi nessuna idea su come gestire quella forza, quegli ormoni, quelle emozioni.
Quante volte ho avuto modo di parlare di questa storia? Quasi nessuna.
Con le mie migliori amiche mi confido, ma ci sono certe esperienze, certe sensazioni che loro non hanno mai provato sulla pelle. Come io non ho provato le loro. Uomini e donne vivono gran parte della propria vita in mondi completamente diversi. E spesso è impossibile raccontarseli del tutto.
Neanche tra di noi. Coi miei amici maschi sappiamo di avere un bagaglio di esperienze comuni. Ma ne abbiamo iniziato a parlare poco, timidamente, recentemente.
Quando cresci maschio, ti insegnano che le emozioni ti rendono debole. Che l'unico modo accettabile di tirarle fuori è la violenza.
Lo insegnano a tutti. E ti insegnano anche che se hai paura, se ti senti rifiutato, non devi chiedere aiuto, non devi dirlo ad alta voce, non devi lamentarti. Chi si aiuta, chi si confida, lo fa in segreto.
Se dovessi descrivere in una parola l'esperienza collettiva di essere un uomo, credo che quella parola sarebbe solitudine.
Io non so cosa significhi essere donna. Non conosco la paura che si vive ogni giorno e quell'ansia terribile e collettiva che hanno vissuto in questi giorni. Per capirla, leggo quello che scrivono loro.
Però so cosa significa essere un uomo. E sono cresciuto anch'io in quella società che rende tanti uomini come me carnefici.
Abbiamo un dovere enorme. Nei confronti delle nostre sorelle. E anche nei confronti dei nostri fratelli, dei nostri figli, dei nostri nipoti.
Di interrompere la catena della violenza, la catena dell'orrore. Di chiedere scusa, per quello che abbiamo fatto e per quello che ci hanno fatto fare. Di dare un esempio diverso.
30 notes · View notes
oramicurcu · 5 months
Text
Questa potrebbe essere una foto che avrei messo su Instagram, dieci anni fa…
Tumblr media
Nel frattempo mi sono resa conto che non so cos’ho fatto in questi dieci anni e domani inizia l’ultimo mese del 2023.
Ansia? No.
Disillusione? A quintali.
Quest’anno non mi sono fermata un attimo, e ancora sto qui a rincorrere uno stipendio in ritardo e spendere del tempo per fare favori a persone che nemmeno si rendono conto. Danno le cose per scontato e io, cretina, non imparo mai.
Tra qualche mese faccio trent’anni, e ieri sera a letto stavo quasi per mettermi a piangere.
Di certo mi immaginavo diversa, a trent’anni.
Casa, figli, famiglia.
Retaggio patriarcale? Non saprei. Sono desideri che non sono mai calati nel tempo.
A calare sono solo le probabilità, ora.
E il mare non da risposte, ma solo altre domande.
Che scivolano e si accavallano e corrodono i miei pensieri.
Allora lascio stare, e guardo quel signore poco distante da me che il 30 novembre ha ancora il coraggio di farsi il bagno.
25 notes · View notes
ragazzoarcano · 9 months
Text
“Quell’unico uomo disprezzato e coperto di cicatrici ha comunque lottato con il suo ultimo grammo di coraggio. Per raggiungere una stella irraggiungibile; e il mondo sarà migliore per questo.”
— Miguel de Cervantes, Don Chisciotte
30 notes · View notes
abr · 6 months
Text
Si stanno rianimando, stan riprendendo coraggio i supporter core di Hamas di antica data: i Dems., gli Erdogan, i Guterres, lo sfigato Dibba m5s, i Barros e gli EUR tutti (notevole la bacchettata pubblica sulle dita rifilata da 500 eurosauri a Stupidina Von der Leyen per aver esagerato nel supporto di facciata a Israele): cartine al tornasole che rivelano gli ordini di scuderia delle lobby woke globaliste.
Dopo una settimana di vergogna, tornano a farsi animo e si sputtanano.
Lasciateli dire lasciateli parlare, confesseranno tutto.
23 notes · View notes
tiaspettoaltrove · 4 days
Text
Le ragazze italiane sono, quasi tutte e quasi sempre, annoiate.
Non impazzisco per monumenti e robe storiche, ma ammetto che il Colosseo la sua figura la fa sempre. Simbolo imponente, di un’epoca per fortuna passata. Stamattina camminavo al Circo Massimo, e mi sono imbattuto in una rievocazione storica dell’antica Roma. Ovvero centinaia di persone vestite come i combattenti dell’epoca, che marciavano e urlavano in coro. Lo chiamerò cosplay per sminuirne il valore artistico e culturale, e per evidenziarne l’inaccuratezza storica. Ma il punto non è nemmeno questo: perché dovrei glorificare una civiltà che ha messo Gesù Cristo sulla croce? Egli, col Suo sacrificio, ha dimostrato la sconfitta del mondo. E nello specifico, in quel tempo, la crudeltà di quell’impero romano tanto osannato anche ai giorni nostri. Tuttavia, rimanendo indifferente all’atmosfera di giubilo per una Storia che fu, ho deciso comunque di buttare un occhio a quella sorta di sfilata. Non tanto per curiosità in senso stretto, quanto per aver notato delle graziose donzelle (ben vestite e piacevoli da guardare), in quel marasma generale che a tratti sembrava più una rievocazione fascista, che romana (e in effetti dei tratti in comune ci sarebbero pure). Numericamente irrilevanti, ma qualche creatura degna di nota, nella folla l’ho trovata. Mi ha colpito ancora di più, in realtà, un’altra situazione. Ero nel pubblico accanto a un ragazzo, accompagnato dalla sua compagna, una bella biondina. Egli snocciolava date ed eventi, e lei neanche a dirlo palesemente si annoiava. O quantomeno, questo è quello che vedevo io. Guardava altrove, indice del fatto che probabilmente non avrebbe voluto essere lì. E dopo un po’ si è direttamente allontanata per parlare al telefono (probabilmente per chiamare l’amante). Era lì contro la sua volontà? Onestamente non sembrava. Il ragazzo appariva tranquillissimo. Sicuramente ingenuo, non cattivo. Espressioni del viso rilassate, tono di voce basso, non mi sembrava proprio il tipo che avrebbe “costretto” la sua metà a recarsi lì con lui. Secondo me era semplicemente un appassionato di Storia, magari mezzo “secchione”, che invece di godersi la sua bella biondina stava lì a guardare questi soldati molto convinti di ciò che facevano. Un altro aspetto lo devo rilevare, però, perché non vale solo in questo caso: le ragazze italiane le vedo, quasi sempre e quasi tutte, annoiate. Quindi mi chiedo: cosa volete davvero dalla vita? E cosa vi aspettate? Siete così perché siete viziate, e “troppo” libere? Oppure (e probabilmente mi rispondereste così) siete annoiate perché vi annoia chi vi circonda? Be’, in quest’ultimo caso bisogna rinunciare a ciò che non fa stare bene. Perché la vita è una, e va vissuta nel modo giusto solo con chi riteniamo che meriti di stare con noi. E anche qualora l’alternativa fosse la solitudine, ben venga. Ma restare con uno, solo magari per qualche vantaggio materiale, non lo trovo particolarmente edificante. Bisogna prendere coraggio ed agire onestamente. Farsi travolgere autenticamente, senza maschere.
9 notes · View notes
c3ss4 · 7 months
Text
conversazione surreale avuta ieri con mio fratello:
“oh pé non te la prendere……ma perché ti piacciono i ciccioni????”
a parte che credo esista una cosa chiamata “gusti personali”, a mio parere questa ossessione per l’ aspetto fisico altrui è penosa, imbarazzante e deve finire………….l’ umiliazione, gli insulti e le offese alle quali ho dovuto assistere ancora oggi mi lasciano senza parole. vi potrei raccontare talmente tanti episodi da farvi venire la nausea. una volta ero in stazione col mio primissimo ex ed una sconosciuta random è arrivata e gli ha toccato la pancia ridendo. non molto tempo fa ero in giro con la mia migliore amica e qualche rifiuto umano ha avuto il coraggio di urlarle addosso “balena” per farsi una risata. mio fratello una volta mi ha fatto vedere un paio di storie ig in cui insultava un paio di ragazze chiamandole “boiler”, mentre i suoi amici ci provavano solo per il gusto di riderci dietro.
non riesco nemmeno ad articolare un pensiero, boh, secondo me l’ umanità dovrebbe essere rasa al suolo e ricostruita da zero.
28 notes · View notes
2stelle · 2 months
Note
"Geolier è il primo a puntare su un fanatismo identitario, dunque incondizionato. Dice di essere lì solo per Napoli, grazie a Napoli, in quanto napoletano. È comprensibile, legittimo, a me fa un po’ mancare il fiato. Le logiche della terra, del sangue, del debito infinito verso la famiglia, facilmente avvelenano.
Nelle storie in questi giorni chiede in loop ai fan un supporto intensivo e senza esclusione di colpi, invitando a usare più sim del cellulare per massimizzare il voto. Si pone come rappresentante di una mentalità precisa, che si potrebbe definire in tanti modi. Io credo lui abbia molto talento, ma l’esibizione di ieri sera era piatta, vecchia e tutta basata sul campanilismo e modulata su un’alleanza tra capobranco.
Le reazioni ostili, e scomposte, arrivano anche da qui, dal fatto di essere davanti un progetto che mischia la musica con una serie di altre cose discutibili, e pretende di farsi strada non solo con le armi della creatività. Dato questo sfondo, l’infiltrazione di schifo antimeridionalista purtroppo si può prevedere: sta dentro un gioco retorico che si accetta di cavalcare, più o meno consapevolmente, per costruire un fortino di protezione attorno a un progetto che potrebbe essere più libero, volare più alto
Anche Ghali ha una forte componente identitaria mana differenza di Giolier vuole descotruire l'idea che la terra di provenienza ci imprigioni in un modo di essere"
Però prego bambini di Tumblr cresciuti a pane e vittimismo, continuane la vostra eterna narrazione del mondo che ce l'ha con Giolier e Napoli
Bambini di Tumblr 😭 ti stai umiliand* da sol*, credimi. Non vuoi capire, non capire, non mi interessa minimamente ciò che pensa una persona che si nasconde dietro pensieri altrui e soprattutto che non ha il coraggio di metterci la faccia e mette l’anonimo.
Ciò che noi condanniamo sono i commenti fatti sul fatto che canti napoletano. Che si alluda al fatto che possa aver “comprato”/“corrotto” i voti.
Non stiamo difendendo Geolier a prescindere perché napoletano. Altrimenti dovrei fare lo stesso discorso per qualsiasi artista di Napoli a prescindere.
Qui si tratta di ciò che è accaduto in sala stampa. Ciò che si legge sui social.
Difendo Geolier come difendo Ghali come difenderei qualsiasi altro artista che va incontro a un trattamento simile.
La tua è una lotta personale contro Napoli e contro Geolier a questo punto. Non mettermi in mezzo perché non me ne frega nulla del tuo odio e del tuo antimeridionalismo sottile.
Prova a informarti di più su ciò che è successo che secondo me non hai colto il punto. Prova a leggere i reblog al mio post/le risposte date sotto e forse capirai perché le persone si sono sentite offese da queste accuse sottili a Napoli e napoletani.
Al prossimo messaggio ignorante che mi mandi ti blocco, buona serata.
11 notes · View notes
canesenzafissadimora · 3 months
Text
Com’è difficile a volte farsi comprendere, anche da chi ci ama di più.
Com’è difficile tirare fuori tutte quelle
cose che ci fanno star male e riuscire
a vomitare tutte le parole che ci vagano dentro, aspettando di trovare il coraggio
per farsi ascoltare.
Com’è difficile riuscire a comunicare senza ferire e senza ferirsi, trovare il modo giusto, nonostante la paura di essere fraintesi,
di non essere davvero capiti, di essere giudicati. Com’è difficile, a volte, non piangere mentre ci si mette, inevitabilmente, a nudo, parlando di sé.
E com’è difficile accettare che non tutto
si può dire, che si può essere sinceri ma
fino ad un certo punto, che forse bisogna abituarsi a convivere con un piccolo groppo in gola, con un mucchio di parole
che di venire fuori proprio non ne vuole sapere.
E tutto quello che non riusciamo
ad esprimere si deposita lì, in un angolo nascosto dell’anima…
Tumblr media
Laura Messina
11 notes · View notes
the-bubble-girl · 10 months
Text
"Il problema è che stavamo tutti impicciati e confusi là dentro, qualcuno si teneva stretta quell'armatura da robottone giapponese, perché c'aveva troppa paura di guardà che c'è stava dentro a corazza, qualcun altro invece, provava a farsi coraggio... a trattenè il respiro e a mantenè a testa sott'acqua, per capì che c'è stava sotto a superfice."
-Questo mondo non mi renderà cattivo, Zerocalcare
33 notes · View notes
Text
⁣"E’ dura
sapere di dover meritare di più
ma essere costretti ad accontentarsi
spesso
di quel poco che ci viene offerto.
E’ dura vivere di quello
che la gente non nota.
Un sorriso che accoglie.
Uno sguardo gentile.
Un silenzio che ascolta.
Ci riconosciamo come esseri speciali
anime belle
anche se a volte
ci sentiamo dei mostri.
Se solo le persone imparassero a non insistere.
A non chiedere quando non si deve.
A stare vicino come si dovrebbe.
Il dolore si accarezza.
La paura si rispetta.
Se solo le persone imparassero
a parlare un po’ di meno
e ad abbracciare, un po’ di più.
È dura
trovarsi spalle al muro
per aver mostrato
una fragilità scambiata per difetto
quando invece è poesia.
Per aver risposto alla violenza
con coraggio e con dolcezza.
È dura
ma la vita è questo.
Un cerchio che non si chiude mai.
Un continuo farsi strada
in mezzo a tanti.
E allora petto in fuori
amore in spalla
e andiamo avanti."
Tumblr media
39 notes · View notes