Tumgik
#fatevi sentire
tiaspettoaltrove · 18 days
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I cani sono il mistero occidentale del ventunesimo secolo.
Spesso, camminando per strada, mi capita di sentire due o tre persone che parlano tra di loro. Usano aggettivi dolci e affettuosi, e un tono di voce leggermente acuto. Insomma, dai per scontato che stiano parlando a un bambino. Poi, invece, mi giro e noto che c’è solo un cagnolino (su X li chiamiamo, in tono canzonatorio, “canniolini”). Ecco, be’, ogni volta ci rimango malissimo. Non ho figli, e verosimilmente non ne avrò mai poiché questa scelta ho fatto anni addietro, e solo Dio eventualmente potrà farmi cambiare idea. Ma, al contempo, so molto bene quanto fondamentale sia la prosecuzione del genere umano. Quando una ragazza che conosco rimane incinta, sono sempre molto contento per lei. Perché è la vita che prosegue, che si rinnova, che va avanti. Non solo: penso che le nascite andrebbero incentivate in modo anche deciso, con sussidi economici e una cultura appropriata. E che non siamo né saremo mai troppi. C’è spazio per tutti, bisogna solo accettarlo. Ecco, insomma, quando per strada mi capitano scene come quella descritta all’inizio di questo testo, mi piange il cuore per svariati motivi. Innanzitutto per un’idiozia di fondo: rivolgersi a un animale come se fosse un essere umano, non ha senso per definizione. Non può capirti, è solo una bestia, i suoi unici obiettivi nella vita corrispondono ai suoi bisogni primari. Non è che ti ama, è solo che tu gli dai da mangiare e lui lo vede. E ne approfitta di conseguenza come è logico che sia. Ovviamente è molto più facile “crescere” un cagnolino piuttosto che un bambino. Il primo, alla fine, è solo poco più che un giocattolo. E lo si usa anche per “rimorchiare”. Togliete un animale dalla natura, mettendovelo in casa, e vi spacciate pure per animalisti. Private una bestia del suo habitat naturale, credendo di fargli del bene. È sempre quel senso di superiorità morale che vi sentite in dovere di esprimere. Fingervi paladini della difesa di una qualche forma di vita, peraltro accantonando la vostra. Io penso che gli animali vivano alla grande in mezzo ai loro simili, nei boschi o dovunque sia. E mi spiace, ma vedervi trattare questi cani con quelle vocine idiote, mi fa molto ridere. Ma riflettere, anche. Certo, la solitudine è difficile da accettare per tutti. Ma questa è davvero la soluzione? Non vi dico di fare dei figli (non sono nessuno per dirlo!), ma v’invito solamente a non prendere necessariamente parte a questa involuzione intellettiva del ventunesimo secolo. Ci sta, nonostante tutto, affezionarsi a un gatto, un cane, un coniglio o qualunque altro essere vivente, ma non esagerate. Non fatevi vedere, in mezzo alla strada, in quelle condizioni. Dai. Recuperate un po’ di decenza e di dignità, un po’ di contegno, e dedicate le vostre energie in modo corretto al prossimo. “Ma gli animali sono meglio delle persone”. Troppo facile dirlo, troppo facile abbandonarsi a questo funesto pensiero. Molto più gratificante, invece, è scavare. Alla ricerca di quell’umanità rara, un po’ persa, ma preziosissima.
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susieporta · 2 months
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IL PIACERE PROIBITO
Vite che non sbocciano, che non ingranano, adulti mai nati, fermi, bloccati dentro scomodi grembi.
La patologia più grave, che per la scienza non è incasellata tra le patologie, è quella dei MAI NATI.
Ci sei, sei qui, cammini, guadagni, parli, fai sesso, viaggi, acquisti eppure non sei tu.
Non è la tua vita.
La vita è altrove.
Le cose accadono ma non a te.
La gente svolta, cambia, evolve, e tu sei fermo, come nel gioco dell’oca “fermo un altro giro”, e sto giro conta 40,50, 60 anni.
Sensazione di vivere espropriati da se stessi, 007 senza licenza di vivere.
Senza licenza per vivere ciò che piace davvero, perché il resto viene facile.
Il piacere è proibito, ciò che ami e desideri davvero, non osi nemmeno pensarlo ad alta voce e nemmeno dentro te.
E sapete quando il piacere diviene come la mela per Adamo ed Eva?
Quando si è mantenuta fede al patto depressivo familiare, quando stare bene è un fottuto reato, quando ci si è dovuti spegnere il fuoco da soli per non far sentire spenti quegli altri, quando la madre era invidiosa, troppo egocentrica, un seno cattivo direbbe la psicanalisi.
Il piacere di esserci e di Osare, di ardere, fare casino, essere eccessivi, essere creativi, sboccati, sopra le regole, affamati, voraci di vita.
Ma il piacere è soprattutto muovere il passo verso dove punta il cuore; il mai nato, lo vede! E va.. da un’altra parte.
E non è paura.
Non è sabotaggio, è per antico divieto materno.
È per sacro sigillo di stantìa fedeltà.
E dove è andata a finire tutta questa spinta? Repressa, dentro, sotterrata.
Come un sepolto vivo che ha giusto un foro per l’aria.
Si avverte violento il desiderio di rivalsa, di mordere la vita, di prenderla a calci in culo, di far vedere a tutti chi sei, ma ormai il tuo fuoco è spento, e sei così devastato dentro che non hai la forza per andare contro quell’invisibile mano che continua, giorno, dopo giorno, dopo giorno, a versarci acqua.
Quella mano è la tua, e con una mano vorresti accenderti e con l’altra, sei un pompiere.
Quella vita non nata, paralizzata dentro un gelido sepolcro, da cui spunta qualche foglia, ma non il tuo fiore, è la tua, la tua vita incatenata ad un antico tradimento, forse prima che nascessi, prima di emettere il primo respiro, eri già consapevole che sarebbe andata così.
E credo, niente per l’essere umano sia più tragico di questa frase, non per nulla tratta dalla canzone “Hurt” :
You are someone else, i am still right here e cioè vedere che i fiori sbocciano, crescono, fanno frutti e tu sei lì che non muovi un passo.
C’è tutto quel che ti serve per germogliare, ma tu in qualche modo senti che non lo puoi fare, che ti è vietato, che i piaceri e le gioie della primavera sono vietate, che il pullulare degli amoretti estivi puoi guardarlo da una cartolina, che le rondini svolazzano e tu sei estraneo a quella primitiva contentezza.
Ci sono figli che Dio non sa aiutare per quanto incastrati nelle loro angosce antiche, figli incasinati, figli disperati, che respirano flebili, accucciati nel fondo di un congelatore come una busta di surgelati.
Non so se questi figli vedranno mai la luce.
Forse non basta una vita, forse ce ne vogliono due, tre o chissà quante.
E non fatevi ingannare: non basta la volontà o il senso di responsabilità e non è vero che è tutto nella testa.
Anzi.
È una briglia marchiata nel DNA, è una paralisi dell’essere, che senza le giuste mani, rimane inoperabile.
YOU ARE SOMEONE ELSE
I AM STILL RIGHT HERE,
Cantavano i nine inch nails, ma molto meglio resa dall’immenso Johnny Cash, vero campione del soffrire e dell’autodistruzione, da buon pesci qual’era, salvato in estremis da June Carter, sua devota moglie cancerina.
È vero e lo credo che queste vite mai nate possano trovare la loro primavera grazie a un’ostetrica dell’anima.
Non ci si toglie dal ghiaccio infernale a mani nude, quando già si è privi degli strumenti per camminare.
Ci vuole Virgilio, ci vuole June, ci vuole un amore che ti strappi da quel grembo di eterna cova.
Che tutti i mai nati possano trovarne uno, non importa sotto quale forma, sotto quale veste, che si manifesti a voi, che sappiate riconoscerlo, e lasciatevi trarre in salvo.
Qualcuno nasce da solo, qualcuno no.
ClaudiaCrispolti
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cedricsnotdead · 6 months
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i'm happy that the international fandom is still there, and that i found so many of you through this account, but today i really need to ask something to the fellow italians so forgive me for switching language: MA NDO STATE? io lo so che ci siete e osservate in silenzio, ma non è possibile che un gioiello italiano come w.i.t.c.h. abbia ancora un fandom attivo dopo vent'anni e che non ci siano italian* a farne parte, FATEVI SENTIRE INSOMMA
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picture attached to catch the attention lol (if you're interested to see it, my full collection is here)
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mitsvra · 3 months
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fan italiani di persona3 dove siete fatevi sentire
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Oggi verranno a darti lezioni.
A farti sermoni.
A darti un attimo di finta attenzione.
Si faranno inquadrare da una telecamera, parleranno a un microfono e ti spiegheranno dove sbagli.
Perché non sono loro a sbagliare, sbagli tu.
Sfoggeranno abiti di circostanza e facce toste.
Ti diranno che sei in errore se subisci, se lo fai in silenzio; ripeteranno come dischi rotti che la sola via d’uscita é denunciare.
E magari hai già denunciato tre volte e non é servito.
Tu lo sai. Loro lo sanno.
O non l’hai fatto perché hai visto che non é servito a tutte le altre.
~ E ora che ho denunciato che succede?
- Aspettiamo.
- Aspettiamo cosa?
- Che rispetti l’ordine di restrizione, che si ravveda, che si scoraggi.
- Voi i pazzi li fermate così?
- Non possiamo fare altro.
- Io avrò ancora paura. Anzi, ne avrò di più.
- Può recarsi in una struttura protetta.
- Lui mi perseguita ma volete rinchiudere me?
- Non possiamo arrestarlo senza che faccia altro.
- Ho i referti dell’ospedale, ho i testimoni. Ho i messaggi, le chiamate. Ha minacciato me, i miei cari, i miei amici. Ho perso il sonno, la fame. Me lo ritrovo ovunque. Che altro serve?
- Qualcosa di più grave, purtroppo.
- Più grave di questo?
- Sì.
- Più grave c’é solo la morte.
- Beh, ma se l’ammazza sapremo chi andare a cercare.
~ Gabriela Pannia ~
Violenza su violenza, ecco cos’é la giornata di oggi. Una barzelletta, il festival dell’ipocrisia.
Chiedo scusa, per questo, a ogni donna vittima delle persecuzioni criminali di perfetti aborti umani. Oggi, oltre a sentirvi abbandonate, cercheranno di farvi sentire sbagliate. Come se non bastasse quella bestia che ha scacciato la bellezza dalla vostra preziosa vita. Come se il fallimento di un paese e del suo intero sistema giudiziario fosse una responsabilità vostra.
Dovrebbero riaprire i manicomi e sbatterci ogni essere squilibrato che giri per strada. Buttando poi la chiave.
Dovrebbero punire davvero e non per finta.
Prima che la situazione degeneri.
Alla prima denuncia e non incoraggiando la sesta.
Sanno solo puzzare di menzogna e inconsistenza a ogni monosillabo.
A ogni sguardo falsamente contrito.
Spegnete la tv, non fatevi usare nei loro ridicoli teatrini.
Vi abbraccio forte, che Dio vi aiuti.
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da uomo provo solo vergogna...
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ma-pi-ma · 1 year
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Ho voglia di sentire cose belle. La bellezza crea energia positiva. La bellezza è ciò che rilassa la mente e la nutre esponenzialmente. Non fatevi fagocitare dalla bruttezza. Che è demoniaca e deprime. La bellezza è vita ma soprattutto speranza. Costrite e fate "cose belle".
Elewhatelse3
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girulicchio · 3 months
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Avere trent'anni
Avere trent'anni vuol dire sentirsi a disagio se si vive ancora con i genitori. Avere trent'anni vuol dire ascoltare canzoni di vent'anni fa, credendo che siano passati solo dieci anni o poco più, e realizzare che si sta invecchiando. Avere trent'anni vuol dire pensare più al futuro che al passato, ma con la voglia di non perdere il presente. Avere trent'anni significa parlare di case e matrimoni con gli amici, specie le coppie. Avere trent'anni implica, quasi necessariamente, dover andare a letto presto in settimana. Perché magari si lavora o perché il corpo non ti aiuta più. Avere trent'anni è poter dire "avere trent'anni e non sentirli", ma solo perché l'udito, come la miopia, ha già preso una discesa non del tutto inattesa. Avere trent'anni vuol dire andare alle feste e sentire le persone realizzate e felici chiederti: e tu cosa fai? E non sapere cosa rispondere, se l'amara verità o una più piacevole bugia, che fa tanto "conversazione ok per la situazione". A ben rileggere tutto questo, io che non ho ancora trent'anni credo di avere trent'anni da un bel po'. Sono un trentenne precoce. Non ne vado fiero, capiamoci, ma la medicina dice che un uomo su quattro ne soffre. E vi posso assicurare che esistono donne in grado di accettare questa situazione. Colleghi, amici, fatevi coraggio. Ammettete il vostro problema. Uniamoci e diamoci manforte. Il tempo non è tutto. C'è sempre modo per recuperare. Allontaniamo la tristezza, viviamo la gioventù finché siamo in tempo. Io, ad esempio, ho prenotato un'esperienza di rafting per la settimana prossima. Non so nemmeno cosa sia. È in acqua o in aria?
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animatormentata · 1 year
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Sono depressa,anon fatevi sentire vi prego
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staipa · 6 months
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Un nuovo post è stato pubblicato su https://www.staipa.it/blog/sul-conflitto-israelo-palestinese/?feed_id=1093&_unique_id=654e18cb126e3 %TITLE% Un tempo questo blog si chiamava "Staipa's Blog - PoesiPolemiPolitica", lo premetto per chi mi conoscesse o seguisse da poco, e invito anche a leggere la pagina Questo è un blog politico apartitico (https://short.staipa.it/politico), per chi avesse qualche dubbio. Il tema è già divisivo per partito preso, lo era ben prima di questo conflitto, ben prima della risoluzione Onu del 1948 (https://short.staipa.it/tkey9) e dell'olocausto della Seconda Guerra Mondiale, non sono uno storico, non sono un geopolitico e non ho nessuna intenzione di fare un riassunto tecnico di quanto accaduto, per questo posso rimandare a un video di GeoPop in cui il tutto viene spiegato in maniera chiara e senza troppe prese di posizione (https://youtu.be/hBImPpGnYKE) https://www.youtube.com/watch?v=hBImPpGnYKE Geopolitix: La questione Isreaelo-Palestinese raccontata bene Un mio obiettivo di vita è sempre quello di cercare non schierarmi a priori, e negli ultimi anni ho diminuito di molto il mio desiderio di discutere di determinati argomenti. Non perché non sia importante anzi, se posso scendo in piazza a manifestare ben più di quanto facessi un tempo, ma perché oramai internet e i social sono un guazzabuglio di litigi e di persone che sentono di poter dire qualunque cosa sempre e costantemente dalla parte della ragione e questo mi annoia terribilmente. Non c'è voglia di riflettere ma solo di attaccare e così il mio modo riflessivo e provocatorio di scrivere finisce per alimentare discussioni noiose e poco proficue. Lo stesso vale per voi ovviamente, se siete già annoiati di leggere questo articolo o se pensate già di sapere dove andrà a parare fatevi un favore: smettete pure di leggerlo. Ho comunque l'impressione che in determinati casi scrivere resti utile, se non altro lo è per me. In ogni modo il discorso è annidato, arrotolato e parte degli argomenti che tratto abitualmente in articoli come Quando siamo estremamente divisivi è probabile siamo vittime di Fake News (https://short.staipa.it/gsin5). Ma c'è una ragione più importante: sta morendo un sacco di gente e degli stronzi ci lucrano per ricevere consensi. Il riassunto lo farò a modo mio in ogni caso, due nazioni si odiano per motivi religiosi, politici, etnici, territoriali (tanto per cambiare) e non importa a nessuno chi dei due abbia ragione perché probabilmente nessuno ha mai una ragione completa. Il meccanismo è sempre lo stesso e può agire su ognuno di noi quando si semplifica troppo qualcosa di complesso, quando si cerca una ragione e un colpevole fuori e non ci si guarda dentro. Ne ho parlato anche in Perché odi gli immigrati. O gli omosessuali. O le donne. O i tossici. O… (https://short.staipa.it/ja0z9). Succede ovunque, in grande come in questo caso o nel piccolo dei continui stupidi scontri di "opinione" sui social. In questo caso, nello specifico si promette alla più debole delle due nazioni un'autonomia e non si fa nulla per portarla avanti perché gli interessi economici e culturali sono legati all'altra. La più debole decide di farsi sentire per smuovere la situazione, lo fa nel peggiore dei modi, con un atto terroristico assolutamente inaccettabile e vile, sì. Ma davvero così incomprensibile? La risposta dall'altra è uno schieramento di potenza mostruoso e l'inizio di un genocidio di massa in cui sono coinvolti indistintamente adulti, uomini, donne e bambini, azioni altrettanto terroristiche, inaccettabili e vili. (Guterres, a Gaza numero bimbi morti supera qualunque guerra https://short.staipa.it/l5poi). Non credo che nessuno sano di mente riterrebbe nessuno dei due atti come non terroristico, non inaccettabile e non vile. Non importano quali siano le motivazioni e quanto queste possano essere comprensibili. Le azioni che ne conseguono non sono accettabili. Non è questione di tifoseria, eppure tutti si stanno schierando. Indipendentemente
dall'azione fatta dall'una o dall'altra parte si stanno schierando o perché una religione è meno peggio dell'altra, o perché con una nazione ci sono interessi economici e con l'altra meno, o perché una delle due nazioni è più filoccidentale e l'altra più filorientale. Gi stati stessi si stanno schierando decidendo per i loro cittadini, ma si stanno schierando con o contro altri governi, non pensando ai i loro cittadini, non alle persone. Quelle che stanno venendo ammazzate, trucidate, uccise e che non hanno scelto questa guerra. Si sa, siamo in una società in cui Il bullismo viene spacciato come valore (https://short.staipa.it/sdktc), in cui la gestione passiva del bullo è oramai interiorizzata (https://short.staipa.it/4bdv2): o ci si schiera con il più forte o si resta a guardare, rendendo il bullo più potente, dandogli un tifo e un pubblico, dando valore alle sue atrocità. Per questo è importante parlare, urlare, manifestare una visione quando questa non è allineata con chi prende le decisioni, ma c'è modo e modo di manifestare e c'è una forma di coerenza che non è quella di chi fino a pochi mesi fa dava del pacifinto ai pacifisti e ora predica una pace. UNA pace, non LA pace. In entrambi i casi difendendo il più forte ovviamente, sia quando si trattava di dare del pacifinto sia quando ora si dichiara pacifista. Ci vuole uno sguardo più ampio e privo di assoluzioni, quelle le dà la religione: sia le assoluzioni che le scuse per combattersi. Vanno guardate le persone, gli assassini, le vittime, le popolazioni soverchiate e le nazioni potenti. Non è con l'eccesso di legittima difesa, con io tengo in casa un fucile e se qualcuno entra lo ammazzo che si risolvono le cose. Chi entra è colpevole, -se non sono stato io in precedenza a spingere verso quella situazione- ma questo non assolve le mie colpe quando colgo l'occasione per sfogare i miei istinti ammazzando. Se Hamas fosse la mafia, non sarebbe comunque distruggendo la Sicilia, abbattendo tutti i suoi ospedali, bombardando ogni casa che si sospetta contenere un mafioso, ammazzando tutti i siciliani che si combatterebbe la mafia. Contro questo voglio protestare, e su questo ogni cittadino dovrebbe riflettere: quanto è giusto che la propria casa, la propria famiglia, la propria vita vengano distrutte da una bomba quando non si è fatto personalmente nulla per provocare quella reazione? Questa domanda dovrebbe essere indipendente dalla religione, dall'appartenenza etnica, dalla posizione politica, altrimenti stiamo disumanizzando una fetta di umanità al pari di chi considerava altre etnie come esseri inferiori e accettando lo stesso genere di barbarie che ci orripila quando pensiamo allo schiavismo, al 1945 o al Massacro di Srebrenica. Stiamo guardando il bullo che invece di offendere, o rubare la merendina ammazza migliaia di persone innocenti perché pochi del loro gruppo hanno fatto qualcosa di deprecabile e ingiustificabile, ma pur sempre non quelli che stanno subendo ora il massacro. In fondo, nonostante i secoli, il progresso e la storia restiamo pur sempre gli stessi umani. “Restiamo umani”? Ma anche no. (https://short.staipa.it/uadcm)
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crossroad1960 · 7 months
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gocciaemozione · 1 year
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Donatevi sempre quegli abbracci grandi, larghi, piccoli, intensi, che siano d'amore, o di amicizia, non fatevi mancare mai quei beati abbracci che mettono serenità, che danno pace, che fanno sentire al sicuro. Che spengono ogni sorta di incomprensione, malumore o tormento della vita.
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Ciao genteeee
Compagnia?
Sia di persone nuove che vechieeee
Fatevi sentire 🥰❣️
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ritorneremonoi · 2 years
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C'è un modo per bloccare tutti sti bot ?
Ne avrò una 50ina al giorno
Danno fastidio
Se c'è un metodo alternativo al bloccarli volta per volta fatevi sentire 💫💘
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risplendiii · 2 years
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Maaaa in quanti devono dare un esame a settembre e hanno la voglia di studiare sotto i piedi?
Fatevi sentire così mi sento meno sola e condividiamo il disagio
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mercantedispezie · 2 years
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Stavo riflettendo sulla filosofia del "no reblog". Non la capisco. Perchè non bisognerebbe rebloggare ciò che si ammira e piace? Sarebbe un complimento, un pubblicizzare, un dire "a me piace ciò che questa persona ha condiviso". Una ammirazione.
Di cosa ci vergognamo?
I social sono pubblici. È un ambiente pubblico. L'illusione che siano un luogo al sicuro da tutto è fallace. Ogni cosa che tu posti quassú può essere salvata, rubata, condivisa a tua insaputa. Ogni cosa che entra su internet, RESTA su internet, non importa quel tasto "elimina", non fatevi ingannare. Tutto viene salvato.
E tutto viene osservato. E criticato.
DEVE essere criticato. Lunga vita alla critica!
Se io posto qualcosa, voglio una critica sopra. Voglio un parere, fa piacere, e se anche è negativo, lo valuto per quello che è: se costruttivo, lo uso per crescere; se non è costruttivo, ne gioisco per la provocazione data.
Dal momento che io posto, scrivo, condivido PUBBLICAMENTE, io sono-su-territorio-pubblico. Mi-sto-esponendo. E se non sono capace di sopportare le critice, i giudizi, i complimenti o le osservazioni...allora non sono al livello di ciò che pubblico.
Allora non pubblico.
Ma postare qualcosa in suolo pubblico, e non essere pronti alla reazione del pubblico, è, francamente, un po' ingenuo.
"Haters gonna hate". Non è un problema. Da sempre l'uomo medio è un idiota, critica e giudica per doversi sentire superiore. Copre i suoi difetti trovandone in altre persone, giudicandoli, dicendosi "beh, sono comunque meglio di quella là che mostra le tette online/di quell'ipocrita che parla senza sapere/ di quell'idiota che scrive con l'anonimo". Lo sappiamo che funziona cosí, è una debolezza dell'essere umano. C'è chi se ne accorge e ci lavora su, e chi no e resta cosí.
A noi non ce ne deve fregare.
L'arte non se ne deve fregare.
Perciò, in tono conciliatorio: cosa cazzo ci offendiamo a fare?
"No reblog"...penso sia una grossa forma di debolezza, se ci si pensa un attimo. E anche di ingenuità. Ti metti su suolo pubblico, ma non vuoi che il pubblico muova parola su di te?
Se non sei capace di sostenere delle critiche, non postare. Se non sei al livello delle foto che metti, non postare.
Ma il mio consiglio, invece, è: FREGATENE! E lascia che la gente ti guardi, ti ammiri, ti apprezzi! E lascia che ti giudichi, che ti offenda, che si dimostri in tutta la sua bassezza! Non temere di metterti in gioco, scegli tu a quale giudizio dare peso. Ed elimina quel fottuto "no reblog". SI reblog! Sii il reblog! Lascia che ti vedano, che ti leggano, che ti ammirino! Lusingati per coloro che sanno apprezzarti, ridi dei giudizi di vuole sentirsi superiore, e prova pietà per loro. Perchè ancora non capiscono.
Per quel che mi riguarda, si reblog! Si, si, si! Urlate al mondo ciò che siete! Non temete: siate!
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24 ore dopo più o meno e devo sentire gente in TV che si arrampica sugli specchi a cercare di giustificare sto schifo immondo rimbalzando le colpe tra VAR e arbitro. L’hanno chiamato doveva decidere lui. L’ha validato perché l’hanno chiamato. Bro e noi che minchia ne sappiamo?
Ora non mi perdo in chiacchiere sul fatto che ho visto molte meno giustificazioni in passato per errori molto gravi. Chi se ne frega.
Metto da parte anche che sia la Juve. Qualunque società in questo momento si sarebbe giustamente sentita penalizzata. Io non dimentico Serra. Non dimentico Milan-Spezia. Queste cose qui penalizzano una stagione. La scorsa ha vinto chi doveva, ma pensate un attimo se gli episodi a sfavore del Milan (siamo almeno d’accordo che ci siano stati?) avessero inficiato la loro vittoria del campionato.
Siamo forti come lo era ed è il Milan o altre squadre? No. Ma con un rigore SOLARE per fallo di mano con palla piovuta dal cielo e questo goal fatevi due conti su dove sarebbe la Juve in questo momento.
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