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#film2020
chemwhat · 1 month
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TETRAKIS(DIMETHYLAMINO)ZIRCONIUM CAS#: 19756-04-8
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IdentificationPhysical DataSpectraRoute of Synthesis (ROS)Safety and HazardsOther Data Identification Product NameTETRAKIS(DIMETHYLAMINO)ZIRCONIUMIUPAC Namedimethylazanide;zirconium(4+)Molecular StructureCAS Registry Number 19756-04-8EINECS Number629-068-5MDL NumberMFCD00006400SynonymsTETRAKIS(DIMETHYLAMINO)ZIRCONIUM19756-04-8TDMAZZirconium, tetrakis(dimethylamino)-Tetrakis(dimethylamido)zirconium(IV)17828-33-0Tetrakis(dimethylamino)zirconium(IV)dimethylazanide;zirconium(4+)TDMAZ: Zr4MFCD00239502Zr(NMe2)4SCHEMBL77142CS-0099001Tetrakis(dimethylamido)zirconium(IV), crystallineTetrakis(dimethylamido)zirconium(IV), deposition gradeTetrakis(dimethylamido)zirconium(IV), packaged for use in deposition systemsTetrakis(dimethylamido)zirconium(IV), electronic grade, >=99.99% trace metals basisTetrakis(dimethylamino)zirconium(IV), 99% (99.99%-Zr) TDMAZ, contained in 50ml Swagelok? cylinder forMolecular FormulaC8H24N4ZrMolecular Weight267.53InChIInChI=1S/4C2H6N.Zr/c4*1-3-2;/h4*1-2H3;/q4*-1;+4 InChI KeyDWCMDRNGBIZOQL-UHFFFAOYSA-N Isomeric SMILESCC.CC.CC.CC. Patent InformationPatent IDTitlePublication DateWO2022/169232GROUP 4 TRANSITION METAL COMPOUND, METHOD FOR MANUFACTURING SAME, AND METHOD FOR FORMING THIN FILM USING SAME2022KR102080218DOUBLE-SUBSTITUTED CYCLOPENTADIENE COMPOUNDS, ORGANOMETALLIC COMPOUNDS AND PREPARATION METHOD THEREOF2020KR102093226Silicon-containing organic metal precursor compound, a method for the preparation thereof, and method of manufacturing a silicon metal-oxide thin film2020 Physical Data AppearanceWhite or yellow crystals Melting Point, °C 57 - 60 Boiling Point, °CPressure (Boiling Point), Torr850.8800.1 Description (Association (MCS))SiO2 modified with cyclopentadienylsilylamines Spectra Description (NMR Spectroscopy)Nucleus (NMR Spectroscopy)Solvents (NMR Spectroscopy)Temperature (NMR Spectroscopy), °C Frequency (NMR Spectroscopy), MHzChemical shifts1Hbenzene-d6500Chemical shifts1Hbenzene-d640013Cfurther solvent(s)25 Description (IR Spectroscopy)Solvent (IR Spectroscopy)Temperature (IR Spectroscopy), °CBandspotassium bromide 27SpectrumCCl414.85 - 54.85 Route of Synthesis (ROS) Route of Synthesis (ROS) of TETRAKIS(DIMETHYLAMINO)ZIRCONIUM CAS19756-04-8 ConditionsYieldWith chloro-trimethyl-silane In tetrahydrofuran at 20℃; for 5h; Schlenk technique; Inert atmosphere;Experimental ProcedureA Schlenk vessel was charged with tetrakis(dimethylamido)zirconium(IV) (135mg, 0.507mmol), dry THF (30mL) and a stirring bar. Under protection from air, 2 (200mg, 1.01mmol) was added. After the solution was stirred at room temperature for 2h, all volatile materials were removed on a vacuum line. To the solid residue, an excess of trimethylchlorosilane (5mL) was added to effect exchange of amido ligands versus chloro ligands. After the mixture was stirred at room temperature for 3h, volatile materials were removed on a vacuum line. The solid residue was triturated with dry n-hexane, filtered off, and dissolved in a small amount of dry dichloromethane. Crystallization afforded the product in the form of yellow needles. Yield: 200mg (71%). M.p. 255-259°C. 1H NMR (300MHz, CD2Cl2, 298K): δ=6.27 (s, 1H), 6.82 (d×d, J=6.30Hz, J=6.44Hz, 1H), 7.13 (d, J=8.03Hz, 1H), 7.50 (m, 3H), 7.59 (d×d, J=7.0Hz, 1H), 7.95 (d, J=5.71Hz, 2H), 8.48 (d, J=5.39Hz, 1H) ppm. 13C NMR (75MHz, CD2Cl2, 298K): δ=104.0, 120.4, 126.2, 126.4, 129.4, 130.6, 136.0, 139.9, 149.2, 155.4, 160.2ppm. IR (ATR): ν=1608, 1541, 1479, 1447, 1364, 1283, 1080, 892, 815, 770, 679, 650cm-1. MS (FAB pos): m/z=532.29 (M-Cl+O)+. Single crystal structure analysis of 15′: Fig. 5 and Table 2.71% Safety and Hazards Pictogram(s)SignalDangerGHS Hazard StatementsH228 (100%): Flammable solid H261 (100%): In contact with water releases flammable gas H315 (97.5%): Causes skin irritation H319 (97.5%): Causes serious eye irritation H335 (100%): May cause respiratory irritation Precautionary Statement CodesP210, P231+P232, P240, P241, P261, P264, P264+P265, P271, P280, P302+P352, P304+P340, P305+P351+P338, P319, P321, P332+P317, P337+P317, P362+P364, P370+P378, P402+P404, P403+P233, P405, and P501(The corresponding statement to each P-code can be found at the GHS Classification page.) Other Data Shelf Life1 year DruglikenessLipinski rules componentMolecular Weight267.529HBA4HBD0Matching Lipinski Rules3Veber rules componentPolar Surface Area (PSA)12.96Rotatable Bond (RotB)4Matching Veber Rules2 Use PatternTETRAKIS(DIMETHYLAMINO)ZIRCONIUM CAS 19756-04-8 may be used as a precursor for synthesizing other zirconium compounds. By controlling reaction conditions, TETRAKIS(DIMETHYLAMINO)ZIRCONIUM is possible to prepare a variety of materials with different properties. Read the full article
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Le donne hanno una mente, hanno un’anima e non soltanto un cuore. Hanno ambizioni, hanno talento e non solo la bellezza.
Sono così stanca di sentir dire che l’amore è l’unica cosa per cui è fatta una donna. Sono così stanca di questo.
- Piccole donne
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carocinematv · 4 years
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Piccole Donne
Dolce, ottimista, meravigliosamente vero. Il romanzo Piccole Donne di L. M. Alcott è datato 1868 e sono moltissimi gli adattamenti cinematografici e televisivi che hanno raccontato la storia delle sorelle March.
Meg, Jo, Amy, Beth sono le eroine della vita di sempre, avvolte nella dolcezza genuina e negli stereotipi a cui era solita sottoporsi la donna americana del ‘800. Nella sua visione, la Gerwig ha restituito sullo schermo le emozioni della lettura ed un immaginario collettivo scenograficamente impeccabile. Non ci sono falle, non c’è noia, seppure la durata superi le due ore.
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Tecnicamente ineccepibile, ogni inquadratura è un dipinto ad olio. I costumi, le acconciature, quel velo di trucco che risalta le bellezze naturali e l’età di ogni personaggio, caratterizzando la tipicità ed unicità di carattere in piccoli dettagli. Non c’è una rivisitazione in senso stretto del romanzo originale, ma Piccole Donne nasce come autobiografia e si rinventa, tornando sempre a raccontare la vita di chi sceglie di rispolverarlo.
Caro Piccole Donne, sei un gioco di flashback, tra ricordi dell’infanzia nella casa familiare, tutte e quattro insieme ed il presente fatto di stenti e di sacrifici, ma anche di successi editoriali e cambiamenti considerevoli. Jo è la personalità di spicco tra le quattro sorelle e la Ronan supera sé stessa ed i ruoli fin’ora interpretati, meritando molto più della sola candidatura al pregiato Oscar. L’aria della rivalsa, il desiderio di non mollare mai, di reinventarsi sono la spinta motivazionale che hanno condotto la Gerwig alla regia e la Ronan a tatuarsi Jo March sulla pelle. Non ne veste solo i panni, Saoirse Ronan è Jo March.
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Dolcissima e bilanciata Meg, intepretata dalla britannica Emma Watson che non ha svestito i panni del personaggio di Belle nel live-action Disney. Nonostante le similitudini tra i due personaggi, la Watson avrebbe dovuto caratterizzare (o personalizzare) la maggiore delle sorelle March, di contro l’opera è ben riuscita a Willa Fitzgerald nella miniserie Piccole Donne, prodotta da BBC One nel dicembre 2017. Meg questa volta la troviamo dopo il matrimonio con John Brooke (James Norton), tra gli stenti e le difficoltà economiche di un marito che non è la Bestia, il principe azzurro della favola.
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Non conoscevo Florence Pugh, o quanto meno non mi era mai saltata all’occhio, ma nei panni di Amy ho rivisto la vanità e l’audacia della terza figlia dei March. Capace di grandi capricci, è la “signorina” per eccellenza, la femminilità più spiccata, l’esempio di stereotipo di donna. Ebbene, questa Amy cela e soffre per amore, insegue quanto è meglio per la sua famiglia, agli occhi di Jo è la più viziata delle sorelle, ma a suo modo, Amy cavalca l’onda delle opportunità e stringe i denti. Probabilmente è la più fortunata delle quattro, ma non è forse soggettivo il concetto di “fortuna” quando ci si confronta con antagonismo?
Fragile, cagionevole e delicatissima, Eliza Scanlen è la Beth che ho sempre immaginato leggendo il romanzo. Guancciotte piene, occhi profondi, colori chiari, timida sin dal modo in cui guarda il mondo e si muove. Scalda il cuore del sig. Laurence (Chris Cooper) meglio di quanto non sia mai riuscito il nipote Laury/Teddy (Timothée Chalamet). Ecco un altro personaggio interpretato alla lettera, da far onore alla descrizione e alla fantasia della Alcott. L’intesa fisica e caratteriale tra Teddy e Jo è tangibile, Chalamet riesce a spiccare sullo schermo dando risalto al “figlio acquisito” dei March, amico di ognuna delle figlie, complice nelle circostanze della vita quotidiana.
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Mi ha un po’ fatta storcere il naso il capofamiglia sig. March (Bob Odenkirk) privato del simbolo della virilità di tutte le epoche, la barba lunga. Non è un mistero che l’anzianità di un uomo era soprattutto misurata sulla lunghezza della barba, difatti è perfettamente in sincro l’aspetto sbarbato e giovane di Chalamet, ma la rasatura a fior di pelle di Odenkirk rimane un neo di contestualizzazione storica. Allo stesso modo ho considerato un po’ irrealistico l’aspetto sempre allegro e la costante vivacità di Mamy March (Laura Dern), quasi fosse alleggerita del vuoto lasciato dal marito in guerra.
Nota di merito indubbia per la zia March, la straordinaria Meryl Streep non ha bisogno di adulazioni, ma si conferma perfetta in ogni veste, in ogni occasione e puntuale nell’interpretazione.
Insomma...
Autoriale, intima e personale, bellissimo da guardare e da vivere, sopratutto sul grande schermo. Piccole Donne che da sempre insegnano il valore della famiglia, dell’amore, il sacrificio, quei principi che oggi abbiamo bisogno di contestualizzare. Il difficile momento in cui la bambina diventa adulta, il racconto di quelle circostanze che hanno permesso la crescita si svelano sul finale e rendono palese la narrazione di Jo all’editore.
Si conferma una regia coraggiosa e matura quella della Gerwig, al suo secondo lungometraggio d’autore, prendendosi qualche libertà e curando il dettaglio dei titoli di coda, come il testo di un antico libro. Una pagina di letteratura americana ingiallita, ma sempre ricca di emozioni e della freschezza della gioventù delle protagoniste.
Nel 2020 avevamo bisogno della crescita, della bellezza e della bontà di sentimenti 800eschi? Sono certa di sì.
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criticarter · 3 years
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Films Watched in 2020 - (98/???)
Tenet (2020) - Christopher Nolan (4/5)
While the concept is a bit intellectually ramped-up from Inception, it’s packed with remarkable visuals, a phenomenal score from Ludwig Göransson (he’s grown up so much), and an unforgettably intimidating villain performance from Kenneth Branagh. It also manages to not be a white people party like most of his past work, so Nolan may be at least learning a lesson on that front. However, this is yet another film that wastes Elizabeth Debicki; why does she keep getting casts as damsels rather than kicking all the ass all the time? She is the SAME HEIGHT as Gwendolyn Christie (6′3″), who’s had at least two action-heavy roles to date.
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bredgur · 3 years
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My worst to best films of 2020. A countdown.
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tonyhurtado · 3 years
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Unsatisfied with 2020′s selection of films? How about reliving some of the very best from the last decade where the film industry was running smoothly and creating some of the best films I’m sure we all resorted back to during these crazy Pandemic times.
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clevermakerflower · 4 years
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ТОП 5 ОТЛИЧНЫХ ФИЛЬМОВ УЖАСОВ 2020 | ТОП ФИЛЬМОВ
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tonymartorelli · 4 years
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Una storia di amicizia e sopravvivenza. Un futuro distopico dove nulla è andato come ci saremmo aspettati. Sono iniziate le riprese di #Mondocane, l’esordio di Alessandro Celli con protagonista Alessandro Borghi. Prodotto da @groenlandia_film con @rai_cinema. Foto: @paolocirielloafs . . . #MondocaneIlFilm @alessandro.borghi @ale.celli_photo @barbara_ronchi_ @ludovicanasti_official @josafatvagni @federicatorchetti #AlessandroBorghi #BarbaraRonchi #LudovicaNasti #JosafatVagni #FedericaTorchetti #comingsoon #film2020 #italiancinema #italianmovie #cinemadautore #cinemalovers #cinematography #vitadacinema #tuttialcinema #settimaarte #cinemaitaliano #cinema #alcinema https://www.instagram.com/p/CFR9A3xqAFJ/?igshid=1am72jv5igmke
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filmterseru · 4 years
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Film: Train to Busan (2016)
Sinopsis: Sementara virus zombie pecah di Korea Selatan, penumpang berjinjing untuk bertahan hidup di kereta dari Seoul ke Busan. 
jika ingin nonton vidionya hanya di =>Anakstreaming<=
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helen1963universe · 2 years
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Tenet(2020)action,ski- fi directed by Christopher Nolan.UK&USA @christophernolan_officialpage A secret agent prevent the onset of World War III. There are films that do not need to try to Indy,describe or criticize. Such a film by Christopher Nolan. What is interesting about? It keeps you in suspey,the dynamics of the action is uniform. There are a lot of interesting scenes,such as a demonstration of the time of the future and the past. An interesting scenario I understand how responsibly the direct treated each fray.Bery thoughtful scenes.I took a lot out of the film and movie teaches me directing Фильм,,Довод.,,(2020) Кристофера Ноланда совместный британо-американский боевик,фантастика. Секретный агент выполняет свою миссию. Лауреат BAFTA и Оскара за лучшие визуальные эффекты. Почему я так присматриваюсь к фильмами с визуальными эффектами? Тут они мне помогают визуализировать прошлое и будущее.Этот фильм как пособие по правильному режиссированию. Возьмите себе на заметку. #tenet#skifi#action#triller#christophernolan#ludwiggoransson#warnerbrosstudios#tenetmovie#robertpattinson#elizabethdebicki#johndavidwashington#kennethbranagh#clemencepoesy#himeshpatel#movie2020#film2020#oscarnominee#helenpolishuk#helenpolishukblog#ленчикзнает https://www.instagram.com/p/CaF2LHXJawF/?utm_medium=tumblr
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kayvanmusic51 · 3 years
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‏‎@kayvan.clup @kayvankarimisanandaj #film2020 #film #video #anime #india #فیلم #2020 #2021 #2019 #kpop #halloween #hollywood ‎‏ (در ‏‎سنندج ، كردستان‎‏) https://www.instagram.com/p/CLGm3q8r9CI/?igshid=kl1uxel0w2z0
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pornomacher · 4 years
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Ein bisschen Spaß am Rande der Dreharbeiten für die kommende Doku-Reihe #DiePornomacher Die Porno Fakten jetzt als Zweiteiler auf der BILD. Diesmal mit Lady Elisa. Wer nicht warten kann, findet hier mehr: http://Die-Pornomacher.com #Film2020 #PornoFakten #FaktenueberPorno #webseriestreamen #webserie #onlineserie #diepornomacher #pornomacher (at DE3) https://www.instagram.com/p/CB53uDUgyvj/?igshid=16xi73a4b0d4o
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carocinematv · 4 years
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Tolo Tolo
Politicamente scorretto, dalla battuta pronta ma non sempre esilarante, sei diventato la pietra miliare del cinema italiano a meno di 24 ore dall’uscita in sala. 
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Un nuovo record al botteghino che ha riportato in sala chi probabilmente non frequentava il cinema dal 2016, anno d'uscita di “Quo Vado?”. Sei è uno specchio ribaltato, la maschera di Checco usa l'ironia per giocare con i problemi noti, con vizi e pregiudizi infondati che riempiono le notizie e delle quali, spesso, non facciamo neanche più caso. Scritto da Luca Medici (in arte Zalone) e Paolo Virzì, rappresenti la nuova commedia italiana, con un notevole tocco di demenzialità. Divisa in 3 parti, affidi apertura e chiusura al territorio italiano, ma il cuore è nei toni caldi dei colori africani, in cui il protagonista fugge per allontanarsi dai debitori, dalle tasse e sceglie di ripercorrere con sfacciata superficialità le disavventure e le difficoltà del viaggio da migrante, dopo un qui pro quo a seguito di un attacco terroristico. Sketch e dialoghi che citano l'italianità della commedia di Sordi e di Scola, si tinge di grottesco nelle esplosioni di “fascismo”, una malattia tipica dell'italiano medio e come dissentire o allontanarsi da clichés e stereotipi che riempiono i TG e le chiacchiere da bar?
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Un bambino che sopravvive al naufragio del barcone perché Zalone, in Africa, gli ha insegnato a nuotare (o meglio dire, restare a galla) solo solo, “Tolo Tolo”, rappresenta la centralità di una morale da decifrare sotto tonnellate di superficiale, critico cinismo e demenzialità, ma del resto i numeri dimostrano che il successo di Zalone sta proprio nella sua bieca ignoranza eccentrica ed eccessiva. 90 minuti di spettacolo che certamente non fanno onore al linguaggio cinematografico, difatti manca una regia in grado di raccontare con autorialità una storia di eccessi. Eppure c'è del profetico nel papa nero e nella nazionale in azzurro composta da calciatori neri, due immagini suggestive in grado di far sembrare vicine ipotesi apparentemente lontane, ma non per questo irrealizzabili.
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criticarter · 3 years
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Films Watched in 2020 - (103/???)
Wonder Woman 1984 (2020) - Patty Jenkins (4/5)
While it still cribs a tad from the MCU’s Captain America story and the logic behind a certain character getting a second wish isn’t totally clear, this sequel (with an introductory scene particularly reminiscent of Donner’s Superman) is so full of heart and a wonderfully positive underlying message that there’s no refusing Gadot, Wiig, Pascal, and everyone’s second-favorite Chris.
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Haingosoa, Edouard Joubeaud, 2020
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Avant de commencer à parler d’Haingosoa, il me faut vous préparer à la plongée en Antandroy, « le pays épineux », du sud de Madagascar. Vous quittez Antananarivo en voiture ou en taxi brousse. Le bruit des rabatteurs de la gare routière et l’odeur du gasoil ne sont plus qu’un vague souvenir tandis que vous laissez derrière vous les plaines grasses des hautes terres. Prenons la RN7 qui suit l’implacable droiture d’un cap au sud absolu. Passées les brumes d’Antsirabe et les dernières forêts de Fianarantsoa, les petits cailloux de la route deviennent d’immenses massifs. Ce sont les zébus gigantesques d’Andriamanitra qui paissent depuis toujours dans les hautes herbes de l’Isalo. A partir de là, suivez le soleil couchant, le magnétisme de l’Afrique toute proche, les prières convulsives des didiéracées… Arrivez à Tuléar, qu’on appelait auparavant « Fitoliana » « le terme du voyage ».
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C’est ce voyage inversé que fera Haingosoa devant la caméra d’Edouard Joubeaud. Partie de Tuléar pour tenter sa chance à la capitale à l’instar de milliers d’autres avant elle. Comme le monstre thébain, Antananarivo engloutit chaque année des milliers de nos jeunes poussés sur les routes par le ventre vide et les lumières dansantes de la ville. Pour payer l’écolage de sa fille, la douce Haingo intègre une compagnie de danse traditionnelle merina. Mais comme beaucoup de côtiers, elle se heurte à la réticence de ses parents, la dureté de l’exil et à un certain décalage culturel. Ce film est celui d’un apprentissage forcé et douloureux, quête initiatique d’une jeune mère qui se découvre enfin fille et femme.
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C’est à Tana, qu’Haingo renouera avec son patrimoine Tandroy, matérialisé et concentré dans la vièle lokanga traditionnelle de son père. Haingosoa est aussi le film d’un dialogue entre deux jeunesses malgaches qui ne se connaissent pas. Celle des côtes et celle de Tana. Quand elle acceptera enfin de jouer de sa vièle, un jeune guitariste merina, amusé mais intrigué lui lancera « Mais il n’y a que trois cordes sur ton vieil instrument, ça fait de la musique ça ? ». Avec Dimison, jeune danseur merina, qui s’ennuie dans les éternelles chorégraphies traditionnelles du Hira Gasy, elle retrouve confiance en elle et en sa culture Tandroy. Un héritage artistique qui l’étouffait devient soudain une arme pour exister dans la compagnie de danse. Ce dialogue est alors essentiel pour raviver l’attrait de nos jeunes pour la culture traditionnelle. Le film montre bien notre éternel mouvement de balance entre cette tradition qui nous étouffe mais constitue notre identité et l’élan perpétuel que nous avons pour l’ailleurs et l’autrui, qui nous rejette aussi parfois.
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C’est un étonnement tout particulier qui nous prend devant le style très naturel et quasi-documentaire de ce film, pourtant entièrement écrit. Devant l’objectif d’Edouard Joubeaud, chaque personnage joue son propre rôle, pris au jeu du cinéma mais terriblement sincère. Etonnement aussi devant l’intimité manifeste que le cinéaste entretient avec la famille de Haingosoa. Arrivé en 2010 dans la troupe de Remanindry, il est d’abord fasciné par ce joueur de vièle à l’aura chamanique, un pur patriarche Tandroy qui avait déjà eu l’occasion d’exporter sa musique, issue des cultes de possession kokolampo, dans le monde entier. Ce personnage à la ville comme à la scène reste entier et brut dans le film, inquiétant et puissant face à sa fille Haingosoa, qu’il voudrait tout entière dédiée à la poursuite de son œuvre. Et c’est pourtant elle qui sera l’héroïne du film d’Edouard Joubeaud, c’est elle qui le touche avec ses blessures et ses espoirs. C’est dans les petites joies étouffées de sa vie, que le réalisateur parvient à saisir la beauté et la tragédie de la femme malgache.
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Et dans son sillage, les moments de grâce sont légion : la lumière aveuglante du port de Tuléar, la stridence sacrée des violons Tandroy, l’imperturbable RN7 et ses paysages de légende, le son clair des percussions, le Hira Gasy dans toute sa théâtralité, il nous ramène parfois au katak indien ou à l’opéra de Bali, les jacarandas en fleur de notre enfance…
Courez donc voir et soutenez Haingosoa, en salles le 4 mars !
Le dossier de presse à consulter ici
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