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#fine del mondo
crazy-so-na-sega · 4 months
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Non abitiamo più la terra e il cielo, bensì Google Earth e il Cloud. Il mondo si fa sempre più inafferrabile, nuvoloso e spettrale.
Byung-Chul Han
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rikyrikycri · 2 years
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Buon pranzo :3, come vi sta andando in questo famoso e brutto circolo chiamato vita? Io dopo varie sventure questi due giorni sto respirando giusto un po' d'aria pulita, ma visto cosa dicono le superstizioni meglio che mi aggrappi a qualche simbolo della fortuna e mi prepari al peggio.
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s-memorando · 4 months
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"Il mondo dietro di te": il film.
Mi ha incuriosito una recensione tra l’enigmatico e lo scientifico che ho letto su Wired, il giornale online che ha anche una versione cartacea. Tratta di scienza, economia, cultura mondo moderno!!! Una pubblicazione interessante anche in rete. Inoltre ha due o tre newsLetter interessanti da leggere. In una di queste, appunto, ho letto la recensione del film che ho visto su una piattaforma…
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robertofontana1991 · 6 months
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come è possibile proprio questo?
come è possibile proprio questo? non nascondere con immagini la realtà – tu potereschifoso che chiudi un popoloantico e giovane  – popolo ospitale e indesiderato insieme – nel carcere il più apertoal mondo come è possibile proprio questo?animali umani (?) – bombe su bambini –o bombardare ospedali o luoghi dove si cerca speranza – le dimorefatiscenti degli ultimi ora macerie e cimiteriaperticome è…
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youtube
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yourtrashcollector · 1 year
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This is the way the world ends
Not with a bang but a whimper
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T S Eliot, The hollow men
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ilfalcoperegrinus · 1 year
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IL FUTURO DEL CREDENTE È NASCOSTO NEL PRESENTE
IL FUTURO DEL CREDENTE È NASCOSTO NEL PRESENTE, un commento al vangelo della XXXIII domenica del T.O., disponibile anche come audio-commento e con testo tradotto in lingua spagnola, entrando nella sezione "Commenti al vangelo" del menu principale
XXXIII DOMENICA DEL T.O. anno C (2022) Ml 3,19-20; 2Ts 3,7-12; Lc 21,5-19 https://predicatelosuitetti.files.wordpress.com/2022/11/xxxiii-domenica-del-t.o.-anno-c-2022.mp3  Mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, Gesù disse: «verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta». Gli domandarono:…
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giuseppepiredda · 1 year
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Si avvicina la fine, in questi tempi di pandemia e con forti rumori di guerra mondiale?
Si avvicina la fine, in questi tempi di pandemia e con forti rumori di guerra mondiale?
Si avvicina la fine, in questi tempi di pandemia e con forti rumori di guerra mondiale? I discepoli chiesero a Gesù quando sarebbe venuta la fine, e Lui rispose, tra le altre cose, con queste parole: «Or voi udirete parlar di guerre e di rumori di guerre; guardate di non turbarvi, perché bisogna che questo avvenga, ma non sarà ancora la fine» (Matteo 24:6) Quindi, state tranquilli, non siate…
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spritzapeiron · 2 years
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Non guardare su
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Meteoriti e pop corn
Oggi parliamo di Don’t Look Up, la pellicola firmata Netflix uscita sull’omonima piattaforma lo scorso dicembre. Casting stellare: volendo citare i volti più noti abbiamo Leonardo Di Caprio, Jennifer Lawrence, Meryl Streep, Jonah Hill, ma anche molti altri come ad esempio Timothée Chalamet, che è un po’ come il nostro Favino, ubiquo. 
(Quella che segue non è una recensione del film, ma una riflessione che trae ispirazione da questo prodotto cinematografico. Spoiler o non spoiler andiamo avanti)
Sostanzialmente, Don’t Look up vuole essere una parodia dei tempi moderni, o meglio, della contemporaneità. Tra i protagonisti ci sono due scienziati più o meno pazzi, astrofisici che si aiutano con la chimica per reggere lo stress e probabilmente anche per gestire i disagi che la loro professione comporta, un Presidente degli Stati Uniti d’America donna non troppo in gamba, un sottosegretario che è il figlio di lei, un paio di conduttori di un programma di attualità con il bel sorrisone, e infine un personaggio che è una specie di fusione tra Mark Zuckerberg ed Elon Musk, a mio avviso molto inquietante. In tutto questo un grosso meteorite sta per colpire la terra con effetti devastanti, i due scienziati se ne sono accorti ma nessuno crede loro, almeno all’inizio, poi sì e inizia la vera parodia. 
Per quanto mi riguarda, la genialità del film sta nella riuscita rappresentazione dei nostri tempi, al di là della realizzazione cinematografica, che come sempre può piacere o meno, ma ricordiamo non essere questa una sede di recensioni. Il punto di vista da cui viene narrata questa storia è lo sguardo divertito di chi ha compreso quanto sappiamo essere ridicoli in molte occasioni, e di quanto la verità di ciò che siamo davvero emerga nei momenti storici in cui sta per succedere il patatrac. Il tema è sempre attuale, perché nella storia dell’uomo quell’elemento di tensione verso qualcosa di irrimediabile non può mai mancare, ormai dovremmo averlo imparato. Ma non si tratta solamente di fine del mondo, prima di tutto perché probabilmente il nostro globo continuerà ad esistere senza di noi, dettaglio che le campagne trendy sulla sostenibilità oggi si dimenticano di mettere in luce, visto che spesso tendiamo a scambiare i termini uomo e mondo, illudendoci di poter controllare il nostro destino, fieri e convinti di avere voce in capitolo sulla nostra estinzione, talvolta addirittura anticipandola a nostro piacimento. Certamente religioni e Hollywood hanno contribuito all’idealizzazione dell’atto finale, profetizzando e rappresentando la fine della specie come un evento verso cui tutta l’umanità è proiettata: redimersi o fuggire con un salvagente spaziale? 
Fa sorridere quanto ciò che viene raccontato in Don’t look up non sia poi così distante da quello che è successo in questi ultimi anni nel panorama globale, in cui l’intera umanità si è schierata contro un nemico comune, perché il cattivo va sempre in qualche modo trovato, sia questo un virus o un asteroide. Fa ancora più sorridere l’interpretazione di determinati personaggi, come lo scienziato che diventa una star sotto i riflettori del web e della televisione, in questo caso Di Caprio, ruolo che a mio parere è paragonabile a quello di alcuni nostri uomini di scienza, che fortunatamente esistono ma come anche esistono tanti altri individui degni di nota in questo mondo, che non fanno di cognome Burioni e Bassetti, e che oltretutto non giocano la partita del cuore. Ma al di là dei modelli sociali, siano essi virologi, geopolitici o imprenditori all’avanguardia, è la spettacolarizzazione della nostra quotidianità sulla quale questa riflessione vuole far pensare. Don’t look up significa in fondo guarda giù, verso lo schermo perché è lì che accadono le cose: nessuno sfugge. L’Antropocene è anche l’era della testa china, dell’uomo che modifica sì irrimediabilmente il suo habitat, ma che vive anche la sua vita come fosse un cazzo di film. Sia chiaro che lo scopo di questa riflessione non è quello di fare la paternale sul moderato utilizzo del telefonino e vivere così appieno la nostra vita, no.  Penso invece che un film come questo metta cinicamente in dubbio la serietà della nostra specie, arrivata al punto in cui l’isteria collettiva non si manifesta soltanto i giorni prima dell’apocalisse, ma appartiene ormai in maniera radicale al nostro presente. La fase emergenziale è soltanto la lente che mette a fuoco ciò che siamo diventati, progrediti ma comunque esilaranti. Ecco perché lo scienziato Di Caprio va a letto con la conduttrice del talk show, Cate Blanchett mi pare, e Timothée Favino Chalamet ci prova con Jennifer Lawrence, che è diventata il meme dei meme per una scenata isterica in diretta tv, mentre la Presidentessa Maryl Streep si affida all’acume e ai soldi di Zuckerberg-Musk per distruggere quel meteorite nel cielo. Ma la causa di tutto ciò non è mica il progresso, a cui spesso ci si appella quando c’è bisogno di trovare un colpevole. È invece una questione di reazione ai problemi, di fronte ai quali l’uomo non può essere sempre pronto, a causa dei suoi insiti limiti naturali. 
Quello che Don’t look up forse ci vuole ricordare è che nonostante il progredire della nostra amata specie, rimaniamo comunque fragili davanti alle piccole grandi minacce che l’universo ha in serbo per noi. Ne consegue l’apatia trasformata in spavento per ciò che ci circonda, che è l’attuale condizione di uomini che guardano in basso perché non vogliono alcuna responsabilità, tanto ci pensano gli altri: questa è la nostra via di salvezza. Staccare gli occhi dallo show che va in onda quotidianamente ci mette di fronte all’abisso della nostra esistenza, perciò meglio godersi lo spettacolo, mangiando pop corn e indossando degli occhiali tecnologici e molto costosi. Non c’è un giusto o uno sbagliato. Il meteorite arriva comunque, la notte dei tempi sarà l’ultima visione del grande palinsesto. 
Fonti:
Adam McKay – Don’t look up 
Tommaso Mosole
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mynameis-gloria · 10 months
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Pazza per l'arancione
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crazy-so-na-sega · 8 months
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Wiki, Twitter, Face, Tumblr...è tutto un magna magna.....;-)
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sofysta · 2 months
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«Mon cher Monsieur,
vi starete chiedendo chi è che vi scrive. Non ve lo dirò. Non ancora. Rispondetemi, e provate a scoprirlo. Forse vi aspetta un’avventura che farà di voi l’uomo più felice di Parigi. La Principessa.»
Così comincia la lettera che stravolgerà la vita di Jean-Luc Champollion, l’affascinante proprietario di una galleria di successo in rue de Seine. Molto sensibile al fascino delle donne, che lo ricambiano volentieri, Jean-Luc vive in uno dei quartieri più alla moda di Parigi, in perfetta armonia con il suo fedele dalmata Cézanne. Tutto procede al meglio, tra vernissage, allegri ritrovi con gli amici nei café di Saint-Germain-des-Prés e romantiche passeggiate au clair de lune lungo la Senna. Finché, una mattina, Jean-Luc scorge qualcosa nella posta: una busta azzurra, scritta a mano. È una lettera d’amore, o meglio, una delle più appassionate dichiarazioni d’amore che lui abbia mai ricevuto, ma non è firmata: la misteriosa autrice, nascosta dietro uno pseudonimo, lo sfida a smascherarla dandogli una serie di indizi. Per quanto perplesso, Jean-Luc sta al gioco. Ma l’impresa non sarà affatto semplice: chi sarà mai la deliziosa impertinente che sembra conoscere così bene le sue abitudini e si diverte a stuzzicarlo? Stregato dalle sue parole, Jean-Luc cercherà di dare un nome a quella donna così intrigante e sfuggente il cui volto gli è del tutto sconosciuto. O forse no?
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pgfone · 1 year
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Fungo in giardino.
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robertofontana1991 · 9 months
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Lettera al pensatore della grande estinzione
[Carico sul sito questo scritto di qualche anno fa riguardante una specie di recensione/lettera che scrissi al relatore della mia tesi di triennale, il professore Matteo Meschiari, di cui conservo un bellissimo ricordo, su un suo recente pamphlet, ‘La Grande Estinzione’, che mi aveva chiesto di leggere e commentare; erano i tempi in prossimità della pandemia, la mia laurea, a marzo del 2020, fu…
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io-rimango · 5 months
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Quanta forza può avere, in realtà, un cuore che si è smarrito?
(Haruki Murakami, La fine del mondo e il paese delle meraviglie)
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