Cherub Playing a Lute (or Musical Cherub)
Rosso Fiorentino
1521 Florence, Italy
Oil on panel
The total affection that the cherub holds the lute with is so sweet and beautiful. The skin shading is also super impressive, contrasting well with the red hair and wings.
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Lo Struscio al camposanto dei Pinti
Sabato 20 aprile in via degli Artisti 2
Due Turni di visita:
PRIMO TURNO alle ore 14:30,
SECONDO TURNO alle ore 15:30 (specificare nella prenotazione)
Presentarsi 15 minuti prima del proprio Turno, grazie.
Il CAMPO SANTO DEI PINTI o CIMITERO DEI PINTI è il vecchio Cimitero monumentale dell'ARCICONFRATERNITA DELLA MISERICORDIA DI FIRENZE, così chiamato perché si trovava fuori della PORTA A PINTI, lungo l'antica VIA FIESOLANA dove la Misericordia di Firenze aveva dei terreni di proprietà
Ci guideranno nella visita i Confratelli della Misericordia di Firenze.
PRENOTAZIONI: presso FRANCO CIARLEGLIO cell.3479181674, Whatsapp, o email:
[email protected] (no Messenger).
I NUOVI SOCI dovranno indicare: nome, cognome, luogo e data di nascita, codice fiscale, indirizzo abitazione, indirizzo email e numero di telefono per l'iscrizione alla nostra Associazione Culturale (condizione indispensabile per partecipare alle nostre uscite) e pagare sul posto la quota sociale annuale (2024) di 10 euro.
I VECCHI SOCI dovranno solo pagare la quota sociale annuale e rinnovare le tessere.
Ricordate di portare i NOSTRI FAZZOLETTI DEL GRUPPO (per chi li volesse sono a disposizione sul luogo di ritrovo).
La COMPAGNIA dello STRUSCIO FIORENTINO
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"Portrait de Jeune Homme" par Giovanni Battista di Jacopo dit Rosso Fiorentino (1524-28) présenté dans la Grande Galerie pour l'exposition "Naples à Paris" au Louvre en collaboration avec le Musée de Capodimonte, décembre 2023.
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A Seriyası:
İtaliya A Seriyasında yeni mövsümə start verilib.
Metbuat.org xəbər verir ki, I turun ilk oyun günündə matç keçirilib.
Qeydə alınan nəticələri təqdim edirik:
İtaliya A Seriyası
I tur
13 avqust
Sampdoriya – Atalanda 0:2
Qollar: Toloy, 26, Lukmen, 90+6.
Milan – Udineze 4:2
Qollar: Ernandes, 11-pen, Rebiç, 15; 68, Dias, 46 – Bekao, 2, Masina, 45+3.
Motsa – Torino 1:2
Qollar: Mota, 90+4 –…
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Rosso Fiorentino, Playing Putto, 1518. Oil on panel
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Il gigante fiorentino
A Firenze, nell’Ottocento, passeggiando per le strade del centro, capitava sovente di imbattersi in un personaggio alquanto curioso. Un omone grande e grosso, alto oltre due metri, e che sembrava ancora più alto perchè indossava sempre un cappello a tuba che lo proiettava ancor più verso il cielo.
Quasi sempre, accanto a lui, camminava una donnina, piccola piccola, anziana, che sembrava ancor più piccina al cospetto del gigante. Inutile dire che i due destavano l’attenzione dei passanti, che non potevano esimersi dall’osservarli e dal commentare la “strana coppia”.
Il gigante era Mario Palazzi, un poeta improvvisatore, mentre della piccola donnina si conosce soltanto il nome: Assuntina. Mario Palazzi, oltre al suo cappello a cilindro, portava sempre con sé un bastone da passeggio ed una borsa di pelle a tracolla, dove custodiva le sue composizioni, che poi declamava sulla via.
Giovanni Papini, a proposito del Palazzi, scrisse: “In questa borsa di pelle consunta e arrossata, ch’era il suo più amato tesoro, teneva le sue opere stampate e manoscritte, cioè degli opuscoli dov’erano raccolte le sue poesie più belle e altre poesie scritte a penna che egli era pronto a vendere a chiunque le richiedesse. Ma non le offriva con la voce e col gesto a nessuno. Era sempre silenzioso, austero, severo e quasi sempre mesto e sovrappensiero, sia che stesse ascoltando l’ispirazione della musa, sia che si vergognasse di quella sua spropositata statura, che attirava su di lui i lazzi dei beceri e dei monelli...”.
Una volta Papini si mise seduto accanto a Palazzi su una panchina di Piazza d’Azeglio e apprese da lui una vecchia canzoncina che recitava così:
“Al tempo dei Medici
un quattrin facea per sedici
Ma ora coi Lorena
se si desina non si cena
Venuto Emanuelle
non siamo che ossa e pelle…”
Il Palazzi, in cambio di un sussidio, sembra avesse ceduto alla Specola il suo scheletro, una volta morto. Una volta, a seguito di una caduta, Mario Palazzi si ruppe una costola. Invece di dolersene, pare che se ne sia quasi compiaciuto, contento di non donare alla Specola uno scheletro intero…!!
Personaggio davvero singolare, quasi un vagabondo, visse a lungo a Montedomini. Morì all’ospedale di Santa Maria Nuova nel 1913. Il suo scheletro? Nessuno sa che fine abbia fatto!
Riporto una poesia di Mario Palazzi, che può servire ad inquadrare meglio il soggetto.
"Firenze civilizzata"
A noi par d'essere
Civilizzati
Peggio che ora
Non siam mai stati
Se questo è il vago
Giardin di Flora (Firenze)
Era più bella
Prima via Gora (attuale Via Montebello)
Questo è il felice
Secol de' Lumi
Senza più arrosto
Ma molti fumi
Tutti siam dotti
Il Cappellajo
Se fa uno sgorbio
E' Ghirlandajo
E quel che i cavoli
Vende al mercato
Vede suo figlio
Sommo avvocato
Spera nel titolo
Di Generale
Quello che vende
Fino il majale
Chi più dell'essere
Conta il parere (apparire)
Scambia il Te Deum
Col Miserere
E a conti fatti
Può dirgli ognuno
Sperasti pascerti
E sei digiuno
Gabriella Bazzani
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