Tumgik
#foglie trifogliate
waxen · 4 years
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Oggi Igor compie un mese.
È cambiato molto dal giorno in cui è nato, e anche se c'è stato qualche piccolo incidente di percorso durante le prime due settimane, adesso sembra essersi tutto risolto. 
Il livello di umidità complessiva del sistema si è assestato, il ciclo dell'acqua è preciso come un orologio svizzero, e i collemboli (le piccole bestioline detrivore presenti nel substrato) si sono moltiplicati a sufficienza per tenere a bada l'inevitabile decomposizione della prima generazione di piante.
Oggi Igor prolifera come se non sapesse di essere confinato in un ambiente sigillato. Alcune piante (tra cui l'edera) si sono arrampicate fino al collo della bottiglia e hanno raggiunto le luci al led che scendono dal tappo. Altre piante sono spuntate dal nulla (probabilmente erano presenti nel terreno a mia insaputa) e anche loro si sono ritagliate uno spazio all'interno del terrario. Ci riconosco dei trifogli, ma il resto continua a rimanermi ignoto. Nuove radici stanno crescendo e dal terreno ha fatto capolino anche qualche germoglio di chissà che. 
Perfino i collemboli si sono dati da fare e hanno lasciato piccole sacchette rosse di uova attaccate al vetro e ad alcune foglie. Sono curioso di scoprire quando si schiuderanno.
Come continuerà ad evolversi la situazione lo scopriremo solo col tempo, ma per il momento Igor sta benissimo e lotta insieme a noi.
Questo per dire che quando qualcuno ti invita a darti al giardinaggio non è necessariamente una brutta cosa.
#Giorno31
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blueladyhogwarts · 2 years
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Halloween
Una carrozza vittoriana ha appena infranto la nuvolosa cortina plumbea del cielo, materializzando centimetro per centimentro per centrimento alla vista man mano che ascende di quota sul villaggio - dove gli Incantesimi AntiBabbani non servono piu`. Le enormi ruote in legno ammortiscono l`atterraggio e scorrono su se stesse nell`accompagnare la frenata sulla radura che si spalanca poco fuori i confini della Stamberga. Col vento a scricchiolare - fruscii di foglie cadute e rami -, serve qualche minuto perche`, spalancatasi la porta, lo scalino di sostegno accolga i piccoli stivaletti stringati dell`esile donna in uscita. Quando si appoggiano sul terriccio umido della raduna, e` possibile notare quanto minimale sia il tacco che pur li slancia, ma anche quanto sospettoso sia il candore che li caratterizza - immuni alle intemperie. Dev`essere inganno alla vista anche l`impressione di luminosita` che emana lei, che sembra catturare riflessi di miele e rame sui capelli anche sotto un clima tanto grigio, forse per il contrasto con la mantellina che, da spalle esili, s`allarga attorno al bacino e sussulta ai passi che lei compie in avanti. Nemmeno questo pero` sembra raccontarla giusta, a cogliere la saturazione d`un ricco autunno che le riverbera nel viso, tra gli occhi dal taglio felino, ambra cristallina, e le lunghe ciglia scure o il rosse delle mele candite sulle labbra piene. Sono colori distanti da chi spunta dietro di lei dalla carrozza: un altissimo Syd Mayson - nero, Irlandese e vivace quanto un Dissenatore - e, avvinghiata al suolo, Aileen - sei anni e un trionfo di riccioli rossi sui lineamenti dolci e scuri d`una meticcia nel cui DNA si sia versato per sbaglio il gene ginger. Lei l`anima pero` deve averla ancora, per aver la forza di esibire un adorabile - e convintissimo - broncio nel mentre che rifiuta staccarsi dal padre, mentre si rifiuta salutarlo e si rifiuta versare le lacrime che le bagnano un po` gli occhi azzurri - luminosissimi sull`ambra del suo viso. « Syd non e` potuto restare » mormorebbe a mo` di scuse/spiegazioni Phoebe, una volta davanti a BASTIAN, intenta a pagare con Aileen al fianco con la testolina bassa e tutta una nuvoletta di umore nero addosso. La carrozza che hanno abbandonato resta li`, in radura, visibile per qualunque mago o strega che, contrariamente ai babbani, non si stupira` trovare tale mezzo di trasporto nei pressi del villaggio - soprattutto in prossimita` di un evento per famiglie. Lo schiocco che irrompe in quella radura deriva piuttosto da altre dipartite - quelle di un Mayson Smaterializzatosi chissa` dove. 
(San Patrizio)
.Sta tenendo Aileen in braccio nel momento in cui la stoffa della tenda si solleva da sola per farli entrare. Sta cantando con lei una canzone infarcita di parole in gaelico che la bambina in realtà farfuglia solo nell’imitazione del suono, cercando però di mantenere il ritmo e muovendosi tra le braccia del padre come se ancora volesse ballare, ma con le forze che evidentemente iniziano a mancarle.
Quando una parola galeica che la fa sorride tra le tante anima finamente il capino ad alzarsi, piano, con la flemma del sonno: dita morbidissime ma sporche d'acquarelli con cui s'è dilettata a creare trifogli - macchie di colore verde su pergamena - cercano il profilo più spigoloso degli zigomi paterni, quasi a richiamarne distrattamente l'attenzione mentre lei, con un sorriso che affiora sul visino sonnolento, ripete quell'unica parola con una nota che sa di paziente correzione. Ha deciso che due sillabe di quelle parole non funzionino insieme, si siano antipatiche, e quindi le inverte a proprio modo da stamattina. Quando s'arrende al tentativo di correggere, farfuglia 'No-no' ma con una risatina colpevole mentre di nuovo si sbilancia con le braccia per cingere il collo del padre.
Non gli interessa più di tanto correggere quella parola pronunciata male, anzi per l’ennesima volta da quando l’ha sentita quel giorno sembra divertirlo, così se la lascia risuonare nella testa ancora per un altro po’.
Chi lo ricordi primino potrebbe trovare similitudini tra la sua burbera ostilita` alle `femmine` e la buffa indisponenza ora esibita dalla piccola Mayson. Buffa agli occhi altrui, s`intende. Ha accezioni piu` fragili agli occhi di sua madre, probabilmente, che nonostante il capriccioso rifiuto, dilunga le dita esili tra i riccioli morbidissimi per scostarli via dalla fronte alta e ricurva della bambina. Ricordarle che Daisy ha suo padre li` attorno e lei no la fa rifugiare ulteriormente in se stessa, tra lo stringersi nelle piccole spalle e in un tirar su col nasino (perche` morira` prima di farsi cadere una lacrima). In fondo le scuse di Phoebe erano preventive. La Corvonero osserva da sotto le ciglia Bastian, mostrando la propria muta gratitudine tra un riverbero ambrato delle iridi e quel curvarsi soffice delle labbra piene. « Le possiamo insegnare come recuperare i semi » Ha una voce soave, particolarmente nel rivolgersi ad Aileen che si lascia coccolare dalla madre ma sta ancora a rimuginare sulle colpe eterne del padre. Quando gli occhi azzurri incontrano l`agitarsi della zucca, lo stupore e` stranamente anche sollievo. Non va a indagare sulla zucca pero`: la testolina rossa piuttosto va in cerca di chi abbia animato quella zucca. Perche` e` sicuramente suo padre che e` rinsavito e compreso che l`unico posto al mondo in cui dovrebbe stare oggi e` li` con lei, seh. Altri sorrisi, piu` di Phoebe che della erede Mayson, nel sistemarsi accanto a SARAH e Daisy, la cui figura viene istintivamente raggiunta da Aileen - che i grandi non capiscono niente. "E` Dheaidí!" le dice con tono cospiratorio, parlandole in Galeico irlandese.
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niki-1508 · 7 years
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Trovarla fu come trovare un quadrifoglio in un campo di trifogli: esso era comunque un trifoglio perché tre foglie le aveva, ma quella quarta ed ultima foglia serviva a renderlo unico nel suo genere, distinguibile in mezzo a tanti, e lei era così, unica in mezzo a tante.
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soprabito · 4 years
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Stamattina ho pulito il balcone e sistemato le piante.
L’ortensia, che avevo comprato quando ancora stavo a Milano e che non aveva sopportato il caldo dell’estate meneghina, ama Monza e ama soprattutto questa nuova casa e il balcone, in cui le ho riservato l’angolo più protetto sia dal vento che dal sole. Dopo tre estati in cui metteva solo alcune foglie, e da un ramo erano diventati tre ma ci volevano anche parecchi sostegni perché quei tre rami non si piegassero troppo in basso, ora è un tripudio di foglie verdissime e di nuovi germogli.
Altri vasi, che avevano ospitato dei gerani, uccisi in agosto da quella farfalla-verme che se li mangia dall’interno, si sono riempiti di semi di passaggio, e hanno dei trifogli, delle pianticelle sconosciute, che credo che lascerò lì. Un paio di gerani hanno incredibilmente resistito, e vanno premiati.
Ho pensato a mia mamma, che mi diceva che le piante vanno guardate, e che solo se hai il tempo di dedicartci stanno bene, e che insomma le piante sono cose da pensionati, da vecchi. Ho pensato a quel bel libro Verde brillante, di Stefano Mancuso, che spiega quanto le piante sono intelligenti, essendo costrette a stare ferme in una natura in cui tutto si muove, e hanno strategie sofisticatissime per difendersi dagli attacchi degli animali, degli insetti, delle altre piante. Ho pensato a un altro bel libro, La resilienza del bosco, di Giorgio Vacchiano, che racconta come vivono i boschi, come sopravvivono agli eventi estremi, come quegli eventi estremi (incendi, tornadi) vengono usati per sopravvivere.
Ho pensato non è che le piante o la natura ci parlino o ci mandino dei messaggi. Loro, anche le piante del mio balcone, stanno lì e fanno il loro lavoro. Stanno immobili nell’inverno, nei tempi cupi della poca luce e del freddo; si risvegliano a primavera, si godono il sole, tirano un sospiro di sollievo pur sapendo che magari la mattina dopo torna il freddo (così pare che sarà stanotte e poi domani e per qualche giorno). Non la fanno tanto lunga. Se c’è un messaggio per noi, nel modo in cui vivono e fioriscono e poi anche muoiono, sta a noi capirlo e a noi studiarlo.
Basta essere pigri e aspettare la manna dal cielo. Soltanto i dilettanti aspettano l’ispirazione: tutti gli altri si rimboccano le maniche e lavorano.
Buon sabato!
Anna da Re
#iorestoacasa giorno 13. Nonostante tutto è primavera Stamattina ho pulito il balcone e sistemato le piante. L'ortensia, che avevo comprato quando ancora stavo a Milano e che non aveva sopportato il caldo dell'estate meneghina, ama Monza e ama soprattutto questa nuova casa e il balcone, in cui le ho riservato l'angolo più protetto sia dal vento che dal sole.
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senzalinea-blog · 6 years
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Noi irlandesi siamo troppo poetici per essere dei poeti, siamo una nazione di brillanti falliti, ma siamo i più grandi oratori sin dal tempo dei greci.
Un posto incantato, dove natura e tradizioni si intersecano in un tenero abbraccio. L’Irlanda, un posto incredibile, da sempre considerata la sorella del Regno Unito, anche perché con essa condivide la lingua e l’antica cultura. L’Irlanda è considerata come un’isola colorata di magia e alquanto mistica, basta considerare il popolo celtico, un antico e misterioso popolo dalle origini indo-europee.  I resti degli insediamenti più importanti dei celti si trovano in Irlanda, nell‘isola di Man e nel gruppo montagnoso della Scozia occidentale, in Galles, in Cornovaglia e in Bretagna. La mitologia celtica, ancora oggi si mescola con la tradizione irlandese e influenza la vita quotidiana; si pensi alla gastronomia, alla musica, alle danze ed anche all’economia. Andiamo a scoprirne i misteri e le tradizioni più antiche. La Cultura e le tradizioni irlandesi sono le prime cose da scoprire per conoscere le radici e l’appartenenza di un popolo alla propria terra.
Scopriamo i sapori irlandesi:
Il main dish, cioè la portata principale, in Irlanda è composta da un piatto di carne o pesce accompagnato da riso, patate o verdure.
Il Boxty è un piatto tradizionale irlandese a base di patate. Nacque nel periodo precedente la Grande carestia, per poter utilizzare le patate che sempre più di frequente  erano di scarsa qualità a causa dello sfruttamento intensivo dei terreni. Le patate sono cotte e schiacciate ed una parte viene comporta cruda per poi essere grattugiate.
Altro piatto tipico è il Fish Pie,  ingrediente principe è il pesce. La caratteristica della ricetta è la crosta di patate, che vengono lessate, schiacciate e condite con del burro. La Fonduta alla Guinness è invece una squisita ricetta, ideale per organizzare una cenetta a tema St. Patrick’s Day. La fonduta irlandese è al formaggio cheddar e alla birra. E’ una portata facile da realizzare, deliziosa da mangiare, ma sopratutto di grande effetto. La tradizione irlandese prevede anche una ricetta speciale, la Irish Cheddar and Stout Fondue, ovvero la fonduta irlandese al formaggio cheddar e alla birra scura.
Mentre per i dolci, gli irlandesi sfornano varie ricette, degli per i miglior golosi, una fra tante è l’ Irish Chocolate Cake. Questo dolce al cioccolato è veramente “Irish” grazie al meraviglioso liquore irlandese usato nel ripieno: una vera delizia per ogni occasione.  La Lemon and Vanilla Curd Cake è un dolce fresco e delicato, grazie alla vaniglia e al limone che insieme si sposano una meraviglia. Molto semplice e divertente da preparare, basta della pasta frolla, burro, zucchero vanigliato, uova, limone, formaggio fresco e vaniglia.  Impossibile non citare il Trifoglio irlandese. E’ impossibile non concludere un pranzo di Natale senza un dolce della tradizione irlandese, un vero porta fortuna. Un dolce di pasta di mandorla, soffice e glassato, tradizionalmente, di verde!
Boxty
Lemon and Vanilla Curd Cake
  Cosa visitare in Irlanda:
Inutile dire, Dublino, la capitale della Repubblica d’Irlanda è la principale città che conta ogni anno milioni di turisti. Città dal fascino indescrivibile, ricca di storia di grandi artisti e scrittori irlandesi, come Oscar Wilde e William Butler Yeats. Una città da vivere a pieno, vediamo cosa visitare. . .  Saint Patrick’s Cathedral: La cattedrale di San Patrizio, è molto suggestiva, dalla struttura Gotica è alta ben 43 metri. Un luogo sacro e speciale della Capitale Irlandese è il primo cimitero Cristiano esistito a Dublino. Qui giacciono personaggi Irlandesi che hanno fatto la storia di questa nazione, parliamo del Cimitero di Glasnevin – Dublino 11. Altra meta importante per ogni turista intento a visitare Dublino, la tappa obbligatoria è il Temple Bar: Il quartiere storico culturale di Dublino, uno dei luoghi must. Qui è possibile  fare una passeggiata lungo le vie con sampietrino, sostare in pub e negozietti in tema Irish. La piazzetta di Temple Bar è luogo di raduno di musicisti da strada. Cos’altro non perdere in città? il Trinity College, il Dublin Castle, il National Museum of Ireland ed, ovviamente, il famigerato Museo-fabbrica della Guinness.  – Cork, è la seconda città d’Irlanda per dimensioni e importanza, uno dei centri più rinomati per la produzione gastronomica e la qualità della tradizione culinaria.  – Galway è una città medievale sulla costa occidentale dell’Irlanda, che si trova sul fiume Corrib tra Lough Corrib e la baia di Galway. E’ la città più giovane e vivace d’Irlanda, dove tra pub, locali e festival di musica tradizionale irlandese, si può trovare la più divertente atmosfera dell’isola.  – Giants Causeway è situata nell’Irlanda del Nord, 40.000 colonne di basalto naturale formate da una antica eruzione vulcanica. Nominato Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO . Una zona circondata da racconti mitici, la più duratura è la leggenda di Finn McCool.
Dublino
Curiosità irlandesi:
Il Leprechaun è senza dubbio il più famoso folletto irlandese, uno dei simboli dell’Irlanda che porta con se leggende e superstizioni. Il suo nome bizzarro deriva dal gaelico “leath bhrogan” cioè “calzolaio”, infatti, il nostro minuscolo ometto è l’unico in tutto il popolo dei folletti ad avere un’attività: s’industria a fabbricare le scarpe che i suoi colleghi consumano a furia di gighe sfrenate; forse è per questo che lo si trova quasi sempre in stato di ebbrezza. Oltre al suo lavoro di ciabattino, il leprechaun è anche il guardiano di favolosi tesori, di solito monete d’oro custodite in un pentolone situato alla fine dell’arcobaleno.
Il trifoglio è il simbolo iconico dell’Irlanda. La leggenda la considera come una pianta sacra, perché le sue foglie formano una triade, e il numero 3 era una cifra mistica nella religione celtica, e anche in quella cristiana.
Strano ma vero, si consuma più Guinness in Nigeria che in Irlanda – Il primo mercato della birra Guinness non è l’Irlanda ma il Regno Unito. Al secondo posto si piazza la Nigeria e solo terza l’Irlanda.
È (stranamente) illegale essere ubriachi nei luoghi pubblici, infatti si rischiano multe che possono aggirarsi tra i 100 e i 500 euro. La legge però non viene applicata alla lettera.
La passione per la birra e per la musica hanno una tradizione molto più potente di quanto si creda. Una delle tante leggende narra di un diluvio universale che ha colpito l’isola spopolandola; le prime persone a ripopolare l’isola furono un produttore di birra e un distributore di bevande alcoliche. E da qui si spiegano molte cose. . .
  Per gli irlandese, le tradizioni si traducono in momenti goliardici, ricchi di entusiasmo, come la partecipazione alla festa del St. Patricks Day, il Bloomsday, omaggio allo scrittore James Joyce, assistere alle partite di rugby, calcio e frequentare pub e amare la birra. Ma l’Irlanda è anche molto altro. . .
  l’Irlanda, un posto splendido, tutto da vivere e da bere!
Tra trifogli, birra, leprechaune e Boxty, Irlanda da vivere Noi irlandesi siamo troppo poetici per essere dei poeti, siamo una nazione di brillanti falliti, ma siamo i più grandi oratori sin dal tempo dei greci.
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waxen · 4 years
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Igor - #Giorno39 - Plot Twist
Non erano uova, erano spore (si dice spore?) di non si sa cosa.
Qualunque pianta sia, è stata capace di spuntare e mettere radici anche da attaccata al vetro, o da sopra altre foglie, in alcuni casi restandoci (chissà come, chissà per quanto).
I trifogli stanno prendendo il sopravvento su un'altra pianta che non ce l'ha fatta. I collemboli ne fanno take away, soprattutto di notte, probabilmente sotto l'effetto di chissà che fame chimica.
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