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#fuorisede
shygirls-world · 1 year
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Spesso le persone intorno a me non sono in grado di capire il motivo per cui sono andata via. Il motivo per cui sono scappata, anche se in realtà non é proprio così, io non lo definirei proprio scappare, penso sia meglio dire decidere di stare meglio, di andare avanti. Spesso i luoghi in cui viviamo cominciano a diventare delle trappole che man mano sembrano rimpicciolirsi fino a quando non resta altro che una tremenda ansia e un enorme senso di oppressione. É così che ci si comincia a sentire quando non si sta bene nel posto in cui si vive. É come se qualunque cosa pesasse il doppio, ogni strada, ogni vicolo, ogni edificio. Quel luogo comincia a diventare sempre più una prigione dalla quale si cerca di fuggire in ogni modo. Io l’ho sempre fatto tramite la lettura, i romanzi sono sempre stati il mio grande sfogo per dimenticare almeno per un istante le situazioni in cui mi trovavo. E la mia immaginazione è quella che mi ha salvata, da un mondo orribile. Quando le cose andavano male io chiudevo gli occhi e immaginavo di vivere in luoghi differenti, con gente diversa, più matura o magari più reale. Mi sono resa conto di quanto davvero stessi male solo quando sono andata via, mentre ancora abitavo nel mio paesino sapevo di non stare bene al 100% ma credevo che quella fosse la normalità e mi dicevo ‘le cose saranno per sempre così, devo solo abituarmi’ e invece non è vero, da quando mi sono trasferita il peso che mi appesantiva ogni giorno é sparito, magicamente, e io ho cominciato a vivere davvero la mia vita. Ma quando torno nel mio piccolo paesino quel senso d’oppressione torna a galla e le cose sembrano tornare a prima della partenza. A questo punto arrivo alla conclusione che il problema o sono io che mentalmente mi auto convinco di questa cosa, o è il mio paese che è sbagliato.
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gregor-samsung · 2 years
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“ «Come va come va quando sei arrivato che si fa in città?» badava a ripetere lo zio. Giovancarlo rispose qualcosa di sommario. La zia chiese notizia di alcuni parenti; i parenti godevano ottima salute, ma essa stette ad ascoltare le risposte del giovane come se fossero particolari della loro morte, colla solita compassionante tenerezza. Ancora qualcuno chiese notizia dell'Università e così, esauriti subito tutti i possibili argomenti di conversazione, sopravvenne un istante di silenzio. Lo zio allora si schiarì la gola e, nell'intento di portare il discorso, come il suo magnanimo senso d'ospitalità esigeva, su un soggetto familiare a Giovancarlo, chiese alfine: «Ma Leopardi è buono, buono?» Voleva notizie, cioè, sul valore letterario del nominato Leopardi; sapere, ad esempio, se fosse il primo il secondo il terzo scrittore italiano, se fosse più grande del Tasso o meno, come aggiunse dopo. Naturalmente non fu soddisfatto della risposta del giovane, ma seguiva lo stesso il suo discorso con finta attenzione, mentre gli occhi gradatamente gli si impicciolivano dal sonno; la zia, senza più, dopo qualche minuto piegò la testa sul petto, come era d'altronde sua costante abitudine a quell'ora della sera, e prese anzi a ronfare un tantino. Del resto anche con quell'argomento non s'andò per le lunghe. Disperando della sua causa, lo zio si guardava le unghie sporche; il cugino chiese allora dei locali notturni della capitale, scivolando nel discorso con visibile soddisfazione le parole tabarin girl champagne; l'unica obbiezione che gli si sarebbe potuto muovere avrebbe riguardato una sua cocciuta confusione dei condizionali cogli imperfetti soggiuntivi. Laddove suo padre non confondeva che fra loro, del soggiuntivo, i vari tempi; le confusioni delle due donne vertevano invece di preferenza sui generi dei nomi; quanto al fratello della zia non parlava, ovvero barbugliava in modo del tutto incomprensibile grazie alla particolare pinguedine della sua lingua, complicata dal curioso puntiglio di non voler rifiatare se non a discorso finito, avesse a esser lungo quanto voleva, sicché a costui si poteva concedere, in fatto di flessione verbale, il più largo credito. “
Tommaso Landolfi, La pietra lunare. Scene della vita di provincia, Firenze: Vallecchi, Gennaio 1944² [1ª edizione 1939]; pp. 9-11.
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poplianes · 2 years
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Tornare alle origini
Prima di trasferirmi a Roma ho sempre pensato che casa mia non mi sarebbe mai mancata e invece... . Invece ho proprio capito che quando ti senti persa tornare nel luogo di origine, quel luogo dove sei nata, cresciuta per grande parte, quel luogo che ti ha fatto anche odiare la vita, quel luogo fatto di persone, paesaggi, orari e abitudini. Si quel luogo avete capito. Quel luogo diventa il tuo paradiso, la tua ancora di salvezza, la tua camera delle necessità. Torni a casa e trovi tutto come era, nulla è mutato ed anche i tuoi genitori sembrano non essere mai invecchiati. Tu ti senti in pace, ti senti in pace, senti che tutti i problemi sono affrontabili che non c'è nulla che possa ferirti o farti del male, che ogni cosa ha il suo tempo e che così anche tu. Sei pronto puoi affrontare di nuovo la tua vita.
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windnoise · 1 year
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Inchiostro nero su pagine bianche, Intere giornate di studio. Ma adesso azzurro, arancione e rosa Colorano l’Arno che riposa.
Il lento movimento delle sue acque Contro il rapido scatto delle lancette, Arrivati per crescere, siamo già grandi, Grandi ma ancora pieni di sogni.
Il fiume scorre con le tue emozioni, Con lo sguardo segui il suo corso, Incontri la chiesa, il ponte, il tramonto, Il sorriso di chi ti sta accanto.
E vedi le guglie puntare in alto, Come ogni persona che passa di lì, E come un velo si adagia la sera Sulla città passeggera.
La bianca e luminosa luna Dall’alto ci osserva e ricama su tela, Fili provenienti da ogni parte del mondo Cuciti insieme nel suono della sera.
La sera ha il suono di voci confuse, Ti parla in più lingue e ti offre da bere, Ha il gusto di una birra fresca, l’odore della sigaretta Tra le labbra umide di chi ti aspetta.
La sera puoi anche toccarla, è pietra grigia e calda. Siediti lì con le gambe scoperte, Senti il calore che ti abbraccia forte.
Così è il saluto del giorno concluso, Puoi farne esperienza con tutti i tuoi sensi. Ti accompagnerà fino all’ultima sera Nella città passeggera.
Una foglia d’alloro per ogni tuo amico, E per quella persona speciale. Poi una lasciala al vento, Cullata dal fiume saprà galleggiare.
La strada si apre, è il momento di andare. Saluta la Torre, l’Arno e la Luna, Io ti auguro buona fortuna.
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ci-gi · 27 days
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Il mondo, una vita, in altri oggetti
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okchiarapi · 2 months
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Momento riflessione Erasmus
Ci sono tantissime cose che ci vengono dette dell'Erasmus ma quella più frequente e che probabilmente sentirete dire più spesso è sicuramente una ovvero "L'erasmus è il tipo di esperienza che ti cambia la vita". Ed essendo in erasmus in questo momento ed essendo qui da un mese esatto vi dirò ciò che finora ho imparato.
Il concetto da cui siamo partiti è vero: l'erasmus ti cambia davvero la vita, per tantissimi motivi, i principali che ho riscontrato sono questi:
1. Arrivi in un paese di cui potresti non sapere la lingua: sono in spagna e posso assicurarvi che molte persone che ho conosciuto non sapevano minimamente parlare lo spagnolo, e vi assicuro che non tutti gli spagnoli parlano l'inglese bene. All'inizio sembra uno scoglio enorme ma le università organizzano dei corsi per imparare la lingua. Prime di venire qui studiavo spagnolo da 4 anni e mezzo, ma ad esempio non ero per niente brava con la pronuncia, qui invece l'ho migliorata molto e quando tornerò in Italia sicuramente prenderò il B2 se non il C1 di spagnolo. Quindi se già lo sai un po', probabilmente migliorerai di molto quel po'.
2. Hai a che fare con un sistema universitario diverso da quello che noi conosciamo in Italia: la valutazione di tutte le materie che devo dare qui si divide tra lavori che si fanno durante il corso, che possono essere individuali o di gruppo, un esame finale che è scritto (qui di orale non c'è proprio nulla), e la partecipazione in classe. Oltretutto si insegna moltissimo a livello pratico, ad esempio come essere dei bravi insegnanti.
3. Vedi davvero una nuova cultura, un mondo diverso che nemmeno potevi immaginarti: in Spagna ad esempio c'è tantissimo la cultura dei libri, ci sono librerie ovunque O libri a poco prezzo, le feste sono fino a tardi e qui a Madrid le strade sono sempre piene. Mi sento anche molto più tranquilla a tornare di notte e da sola. La metro e i bus sembrano molto tranquilli rispetto alle notturne italiani (però ricordatevi che se siete in grandi città dovete stare attenti alle cose di valore, gli scippi ci sono qui come a Milano, Roma, palermo etc. )
4. Una cosa che nessuno ti dice e di cui voglio parlarti io: a volte ti sentirai solo, soprattutto le giornate in cui ci sarà poco da fare. L'erasmus non è solo uscire e feste pazzesche, se vi interessa ancora a mezza festa non sono andata proprio, le ho viste da lontano e basta. A volte socializzare ti sembrerà molto difficile, soprattutto se ti trovi in una grande città come nel mio caso. Ci saranno momenti in cui vorrai tornare a casa dalla tua famiglia, dai tuoi amici, dal tuo fidanzato. Ma so che se sei fuorisede come lo sono stata io prima di questa esperienza, sei abituato a questo genere di mental breakdown e sai benissimo che casa sarà sempre casa per t, ma che le nuove esperienze sono importanti per crescere come esseri umani.
In conclusione vi direi: fatelo. Fate l’erasmus. Soprattutto se siete universitari che vivete con i vostri genitori. La vita da fuorisede io la conoscevo già, ma ho conosciuto una realtà diversa e quindi gente nuova che viene da diverse parti del mondo. Una città nuova con tantissime cose, e spero di vederne molte altre. Un sistema nuovo, un nuovo posto da poter chiamare casa e che so già che sarà parte del mio cuore. Non so se tornerò cambiata. Tornerò però con un’esperienza in più, un'esperienza diversa da tutte le precedenti. Allego foto del mio posto più frequentato.
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entropiceye · 5 months
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Voglio bene alla mia famiglia, anche se mi ha fatta sentire a lungo non amata, non compresa, non ascoltata, non vista.
Mi manca casa, anche se per anni è stata la mia prigione, il posto dove mi sono ammalata fino a mettere a rischio la vita, in più di un'occasione.
Tra studio e lavoro, ormai non ho quasi mai modo di tornare dai miei genitori e la cosa mi pesa, specie perché so come stanno (sia fisicamente che mentalmente).
Mi sento in colpa.
Sono la figlia più piccola, arrivata inaspettatamente dopo tanto tempo. Il bastone della vecchiaia mi chiamavano, scherzando.
Forse per questo mi sono sempre sentita addosso una responsabilità in più.
Il fatto è che per me, giù, non c'è niente. Né una rete sociale, né un lavoro. E per quanto loro mi manchino, so che se tornassi al mio paese natale, probabilmente tornerebbe anche il mio malessere ed in quello stato non sarei utile a nessuno.
Oggi sono venuti a pranzo i genitori di una mia coinquilina. Sicuramente non sono la famiglia perfetta, ma vedere quel calore, quei piccoli, ma immensamente unici e speciali gesti di convivialità, ha riaperto una mia ferita antica.
Mi sono inebriata del piacere di quei momenti, ma mi sono sentita quasi una ladra, una ficcanaso, come se stessi facendo qualcosa si sbagliato.
Mi sono sentita sola e vulnerabile, mi sento esposta e spero che questo turno pomeridiano passi in fretta, senza troppi intoppi...
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liveunict · 1 year
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Caro bollette, studentesse fuorisede: "Preferiamo usare una coperta in più per risparmiare"
Il caro bollette, come è già noto da molti mese, ha colpito anche e soprattutto gli studenti universitari fuorisede che hanno scelto e deciso di andare a vivere in una città differente e dunque affittare una casa o una stanza. Tuttavia, già a febbraio, con gli aumenti della luce e del gas molti studenti e fuorisede sono stati costretti a rincasare poiché i prezzi erano diventati…
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lunaticaromantica · 1 year
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Non luccicano le stelle
Nei dubbi immerso,
Guardo il cielo di terso,
Il ponte della fantasia attraverso,
In un attimo non mi sento più perso
.
.
.
Nel vivido ricordo di quando appollaiata sulla mia finestra guardavo il cielo in una delle mie prime sere da "fuorisede" e il mondo mi sembrava immenso e casa lontanissima...
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clorofolle · 2 months
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Assolutamente nulla contro Angelina Mango che in questo non c'entra niente, ma il risultato di questo Sanremo è una vergogna. Non lo dico con leggerezza.
Il fatto che un partecipante sia stato fischiato e così gratuitamente contestato per due volte in due serate, e che radio & sala stampa si siano messe d'accordo per votare in massa la partecipante che con i loro voti avrebbe potuto spodestarlo - è una vergogna che quest'accanimento sia stato consentito e passi senza chissà che commenti.
A me Geolier non piace neanche, come cantante. Non lo ascolto, non ho votato lui. Ma cazzo se punge questa vicenda. Perché un ragazzo se n'è dovuto tornare a casa con la bile in bocca perché ha commesso lo strano crimine di essere un rapper napoletano di successo.
Boh, stamattina mi sento orridamente Napoletana. Sento una puzza di antimeridionalismo che di solito qui non mi arriva, o riesco ad ignorare, perché sono del centro e non ho l'accento forte e "sono una ragazza perbene" come se questo mi lavasse del crimine di essere nata a Napoli.
Fa male vedere uno di qua salire su quel palco col suo accento vero ed il suo dialetto vero e la sua cultura vera e vederlo SPACCARE e piacere un botto, e poi vedergli negata la vittoria perché suppongo troppo polemica, troppo divisiva.
Non sono di secondigliano ma oggi Geolier m'è fratm pure a me. Quest'anno l'ha vinto lui.
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heliotropion · 3 months
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posso dire queste esibizioni legate così alla regione di provenienza mi stanno scaldando il cuore
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emozionidinchiostro · 2 months
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Io facendo la spesa alla Lidl con Nei Letti Degli Altri nelle cuffie sentendomi una bad girl mentre conto i panini con i semini nella mia busta di carta riciclabile davanti alla bilancia
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fedrrri · 4 months
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freedominthedarkmp3 · 10 months
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mishkakagehishka · 4 months
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Two hours and 30min into my 3h lit lecture i am scrolling grocery store apps looking for discounts. #FuorisedeCore
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phjlavtia · 10 months
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MATURA. godo
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