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k-lua · 11 months
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goddanik · 6 years
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♡ a squish ♡
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aleannanxx · 4 years
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.         ××  ─── sᴜʀᴘʀɪsᴇ ᴍᴏᴍᴇɴᴛ 🍾🥂         “ tonight  ♡  at new york harbor         ☆ ᴛʜᴇ ᴘᴀʀᴛʏ ´- Cameron's Birthday !    ♯   Prima di iniziare con le gifrole, ci tenevo a postare la " sorpresa " che avevo inserito nel programma della festa. Questo discorso si terrà intorno alle 22:30. Non vi spoilero altro, ma è una cosa molto semplice & sentita. Dopo cena starto per tutti.        Buonasera a tutti, grazie per aver accettato l'invito e per aver mantenuto il segreto fino ad oggi. Premetto che non sono brava con i discorsi, non sono nata per intrattenere le folle, né ho la stoffa da protagonista — mi ritengo più la spettatrice di un film in bianco e nero dalla pellicola sgranata e le immagini un po' sbiadite. Ma se stasera dovessi mettere a fuoco la mia vita, direi che non c'è un solo istante che io rammenti senza Cameron. Le persone vivono molteplici storie prima di trovare qualcuno che li completi davvero. Io no — sono una privilegiata e ho trovato il grande amore della mia vita quando ero ancora molto giovane. Quando Cameron era un bambino, molto spesso con sua madre era ospite a casa mia, ma puntualmente lui e i miei fratelli mi escludevano dai loro giochi. Mentre si arrampicava sugli alberi, invidiavo la sua forza e quei movimenti agili che riusciva a compiere senza il benché minimo sforzo — ed oggi le cose non sono cambiate : continuo a guardarlo da lontano gioendo per i suoi successi, per l'uomo che è diventato e per la passione con cui svolge il proprio lavoro. Ai tempi però lo detestavo, volevo essere anch'io parte di quel gruppo; volevo giocare con lui, ridere con lui, sfidarlo, tenergli testa — un lusso che mi sono poi concessa col mio ritorno in Scozia, non temete. Quando appena maggiorenne raggiunsi quella terra straniera di kilt, cornamuse, chiome rosse e antichi manieri, lo rividi per la prima volta all'ingresso di casa Boyle, con le ginocchia sporche di fango e una divisa da damerino. Quel pomeriggio era di ritorno da una partita di Polo. Ricordo che ci guardammo per un istante che mi sembrò lunghissimo, ma riuscimmo a parlarci solo qualche ora dopo, nella sontuosa biblioteca del maniero. Le piante allora erano già la mia più grande passione, studiavo come una matta perché credevo di dover dimostrare qualcosa, temevo gli sguardi indiscreti dei figli di papà della St. Andrews University. Cameron ha sempre saputo come rallegrare le mie giornate, è sempre riuscito a strapparmi un sorriso, a rendermi meno seria e " pesante " per certi aspetti. Quel pomeriggio mi accusò di avergli rubato la sedia ed il tavolo — ma col senno di poi ho capito che la sua era solo una scusa per ' ' attaccare bottone ' ' e per alleviare le mie pene. Invidio il suo carattere estroverso, la sua originalità e la sua imprevedibilità — da sempre è un uomo pieno di sorprese. In soli due mesi ci siamo sposati, abbiamo concepito Freya e credevamo così tanto nel nostro amore che ci unimmo contro tutto e tutti, sottostando per un po' ad una vita difficile, fatta di sacrifici e perdite. In quel periodo della nostra vita lavoravamo, studiavamo, avevamo una bambina da accudire e non badavamo più ai nostri bisogni : fame, sete e stanchezza passavano in secondo piano, Freya era il nostro chiodo fisso e lo sarebbe stata anche Faith se non avessimo scelto di rinunciare a lei. Ci sono cose che non si dicono con facilità. A guardarci con sguardo poco attento, la gente potrebbe credere che la nostra sia una bella vita : siamo ricchi, innamorati, abbiamo una splendida famiglia — ma abbiamo anche dovuto privarci di molte cose per guadagnarci tutto questo. Cameron, è a te che mi rivolgo adesso. Mi dispiace di non aver potuto dare alla luce la nostra seconda figlia. Mi dispiace averti deluso, ferito. Mi dispiace che dalle mie scelte siano scaturite delle complicazioni che mi hanno impedito di donarti la gioia di essere padre ancora una volta. Mi dispiace esser stata per te una moglie, talvolta, a metà. Sei un padre straordinario, un marito perfetto, un ingegnere di talento, un capo generoso, un amico affettuoso, un uomo d'onore e valori. Arya è arrivata nelle nostre vite come un fulmine a ciel sereno dopo anni di scartoffie e documenti. Questa festa invece, è per ricordarti che hai l'amore di tutti noi e che sei una persona straordinaria, a cui è impossibile non voler bene — Spero di averti reso ( almeno un po' ) ciò che un tempo ti ho negato — e ringrazio tua madre per averti messo al mondo. Senza di te la mia vita non sarebbe stata la stessa. Ti amo immensamente, buon quarantaduesimo compleanno.
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geminicolecollins · 4 years
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[ James & Rosalie _ #anewmayor #Ravenfirerpg _ Maffei’s Party _ #gifrole ]
* L’aveva vista, e come se non l’aveva vista. Era lì, a pochi passi da lui, tutta tranquilla, come se tutto il mondo era in equilibrio, come se ogni cosa fosse al suo posto. Chissà perché, invece, James vedeva l’esatto opposto di quel mondo in delirio e, per di più, vederla così tranquilla gli dava il voltastomaco.* « Quindi esisti. Pensavo fossi morta. » * Pronunciò per poi deglutire e soffermarsi affianco a lei, sorseggiando un cocktail. Crudo, netto, come chi voleva essere pungente di proposito e assumeva quell’aria piena d’orgoglio e negatività. James era proprio cambiato, sembrava essere un lugubre verme. * Rosalie Campbell ‍ ‌ ‍‌ ‍ ‌ ‍ ‌ ‍ Il DJ set era iniziato da poco. L'atmosfera era allegra e spensierata. Molti giovani ballavano scatenati davanti alle casse, mentre Rosalie osservava la scena da lontano, sotto un abete. La vicinanza con la natura le dava sicurezza e calma. Non pensava a niente in particolare; dopo il pomeriggio passato a struggersi per James aveva finalmente ritrovato la serenità di cui aveva bisogno. ‍ ‌ ‍‌ ‍ ‌ ‍ ‌ ‍ ‍ ‌ ‍‌ ‍ ‌ ‍ ‌ ‍ Poi, come un fulmine a ciel sereno, la sentì, quella voce che le era tanto familiare eppure estranea da un po' di tempo. La frase di James la pugnalò dritta allo stomaco, la tranquillità che credeva di aver riconquistato crollò come un castello di carte. « James » rispose, senza riuscire a proferire altra parola. Le si irrigidirono le spalle, era palesemente scossa. « C-che ci fai qui? » continuò, confusa e imbarazzata.
James Cole Collins * Il Dj set? Gli faceva profondamente schifo, soprattutto con tutte quelle persone che emettevano sensazioni positive. Aveva dimenticato cosa significava per gli umani “essere felici”, d’altro canto egli aveva dovuto adattarsi a quella nuova vita, a quel “non-essere-umano” e aveva incominciato a nutrirsi delle paure di questo, codesto e quello. In quel suo stato mentale già assai particolare, vedere Rosalie così tranquilla fu come ricevere uno schiaffo dal Destino. Era sempre punito, ma perché? Che aveva fatto? Era soltanto perché era nato? Ah! Scosse la testa, quelle erano delle idiozie sulle quali poteva concentrarsi più tardi, ora aveva da fare. * « Ricordi il mio nome, wow. » * Rispose per poi continuare nei secondi successivi. * « La stessa cosa che fai tu, Campbell» * Aveva una mano in tasca e lo sguardo altrove, ma quando pronunciò il cognome della ragazza si voltò con gli occhi di fuoco. * Rosalie Campbell ‍ ‌ ‍‌ ‍ ‌ ‍ ‌ ‍ La freddezza di James era più che palpabile. Dopo la sua scomparsa e mesi di completo silenzio era anche comprensibile, ma non per questo meno sconvolgente. Era cambiato e non certo in meglio, e in parte era anche colpa sua. ‍ ‌ ‍‌ ‍ ‌ ‍ ‌ ‍ ‍ ‌ ‍‌ ‍ ‌ ‍ ‌ ‍ La giovane fata era totalmente spiazzata, non sapeva cosa fare né cosa dire. Ogni parola le sembrava vana e vuota, perciò rimase in silenzio di fronte all'affermazione del ragazzo. ‍ ‌ ‍‌ ‍ ‌ ‍ ‌ ‍ ‍ ‌ ‍‌ ‍ ‌ ‍ ‌ ‍ Lei l'aveva lasciato solo quando lui ne aveva più bisogno e ora le sue scelte passate le si stavano ritorcendo contro. Un semplice "scusa" non sarebbe bastato e in quel momento James non sembrava dell'umore adatto per discuterne. Chissà se ne avrebbero mai parlato… Rosalie temeva quel momento. ‍ ‌ ‍‌ ‍ ‌ ‍ ‌ ‍ ‍ ‌ ‍‌ ‍ ‌ ‍ ‌ ‍ « Io… ehm… » fu l'unica cosa che riuscì a dire. Sospirò e poi continuò, come se nulla fosse: « Non mi aspettavo di vederti qui… adesso… ». Che insolita coincidenza: poche ore prima era combattuta se scrivergli o meno ed ecco che il destino glielo faceva spuntare fuori proprio quando stava iniziando a non pensarci più. ( https://66.media.tumblr.com/.../107c1511368ae3f113f9dc300... )
James Cole Collins * James mostrava freddezza, ma all’interno del proprio cuore era come come se gli ribollisse tutto, forse perché quell’amore non era finito come voleva, forse perché tutto quell’orgoglio gli aveva costruito una barriera protettiva nei confronti di lei. Rosalie era stata un punto focale della vita di James, forse, sotto sotto, lo era ancora, ma mai avrebbe pensato ad una cosa del genere. La rabbia, la delusione, l’orgoglio ormai lo controllavano e se vi era una sola cosa vuota in quella scena era di certo la sua anima che, lacerata, era scappata via di fronte agli occhi della ragazza. La faccenda era complicata, ma non perché quel loro “chiacchierare” sembrava ormai troppo freddo, ma perché non sarebbe bastato. Forse nulla sarebbe bastato davvero, Rosalie gli aveva tradito l’anima. * « C’è il libero arbitrio. Posso andare ovunque adesso che sono fuori, fuori dalle gabbie. » * La risposta era chiara e Rosalie non avrebbe potuto fraintendere secondo James. Gli stava indirettamente rinfacciando il fatto che, innocente, era stato imprigionato e lei non si era mossa per niente. Ora, invece, era libero, libero da tutto seppure il suo futuro lo immaginava differente. Rosalie Campbell  Un'altra pugnalata, questa volta dritta al petto. Aveva capito perfettamente il riferimento alla sua prigionia e non poteva negare che non se lo sarebbe aspettato da lui. Era il suo orgoglio ferito che parlava, non il James di cui si era innamorata, il James affettuoso e premuroso, che metteva il bene degli altri prima del suo… quello se n'era andato già da un po'. O meglio, si era nascosto nelle profondità del suo cuore per lasciar posto ad un animo fiero, che ora stava emergendo in tutta la sua possenza e si stava quasi vendicando dell'enorme torto subito.  Si riprese dall'imbarazzo iniziale e disse in modo secco e deciso: « Bene! ». Non c'era emozione nella sua voce. « Ti stai godendo la festa? » gli chiese, raddrizzando le spalle e ricomponendosi. I momenti di debolezza li avrebbe lasciati da parte per quando sarebbe tornata a casa. Per quanto fosse palesemente scossa dal loro incontro, non voleva che lui provasse pietà di lei, ammesso che ancora ne fosse capace. Voleva mantenere quel poco di dignità e fermezza che ancora le restava. Se non avesse indossato quella maschera, probabilmente non sarebbe nemmeno riuscita a parlare da tanto i sensi di colpa le afferravano il cuore. ( https://66.media.tumblr.com/.../5a693f4d5196aff3190cba9ef... )
James Cole Collins * L'orgoglio era sempre stato un grande difetto di James, cercava sempre di essere superiore perfino alle sue stesse parole, ai suoi stessi progetti, d'altra parte la costruzione dell'orgoglio era giunta con il passare del tempo, sconfitta dopo sconfitta, perdita dopo perdita, o forse meglio solitudine dopo solitudine. Era colpa di quella maledetta vita che se l'era presa fin troppo con lui, se in quel momento, i suoi occhi cangianti apparvero come due fari spenti, due ghiacciai che non ricordavano neppure di amare quella persona che avevano intorno a loro, che accarezzavano attraverso il loro sguardo. Fu, però, proprio quel ''bene'' a richiamarlo all'umanità perduta, alla brutalità della vita. Rosalie sembrava decisa e quel tono secco appena utilizzato sembrava solo il preludio di una delle sue sparizioni per evitare di litigare, o chissà cosa, d'altra parte, la sua inettitudine, James non l'aveva ancora compresa. * << Bene . >> *Fece per imitare il suo tono di voce secco, freddo, ma ciò non era nient'altro che un modo per farle comprendere che aveva capito il suo cambiamento nei propri confronti. La domanda successiva fu come un pugnale nel petto, James si sentì trafitto, totalmente trafitto e fu probabilmente per questo che per i primi secondi si zittì.* <<Mi sto godendo tutto tranne la festa, forse era questa la domanda. >> * Rispose con una freddezza tale da far tremare i polsi, che le stava dicendo che quella conversazione era già stata sufficientemente tirata per le lunga? Che le stava dicendo che lei era bella più della festa? Che le stava dicendo che stava per andarsene sia da lei che dalla festa? Chissà * << E tu? >> Rosalie Campbell  Per un momento pensò che la temperatura fosse calata improvvisamente perché l'atmosfera tra i due sembrò raggelarsi e un brivido le attraversò le gambe, che le si irrigidirono d'un tratto. L'unica cosa che sentiva di riuscire a muovere in quel momento erano i suoi occhi. Per la prima volta da quando l'aveva rincontrato quella sera, con lo sguardo cercò di osservare e memorizzare ogni dettaglio della sua presenza, dai capelli, alle mani, fino alle scarpe. Dopo mesi di assenza, non sapeva quando l'avrebbe rivisto di nuovo e voleva ricordarselo così. Vestito elegante, tutto ben curato. Chissà forse aveva anche indossato un profumo, ma da quella distanza non riusciva a capirlo. Sarebbe stato però un dettaglio alquanto piacevole per la sua memoria. In effetti, non ricordava più né il sapore né l'odore della sua pelle.  Non capì, però, quella sua affermazione. Cosa ci poteva essere in quel momento oltre alla festa? E soprattutto che si stava godendo di più... Il suo sguardo stranito rispose al posto suo. Preferì non entrare nell'argomento, era meglio non rischiare di far scoppiare una lite al loro primo incontro.  « Solitamente mi diverto di più. Oggi è una giornata un po' no » disse incrociando le mani. Il suo corpo era finalmente libero di tornare a muoversi. ( https://66.media.tumblr.com/.../15f34944fbe2278c706f4ddea... )
James Cole Collins * Il Polo Nord non sembrava così freddo come quei due che, vicini eppure fin troppo lontani, sembravano costruire un vero e proprio ghiacciaio attorno a loro, attorno ai loro cuori. Avevano incominciato a ferirsi con l’assenza ed ora quell’assenza, divenuta leggera presenza, urlava di cattiveria, di freddezza, di “bene” pronunciati al posto di qualsiasi altra parola meravigliosa che avrebbero potuto scambiarsi. Erano scelte, avevano intrapreso entrambi la stessa scelta ed ora la faccenda diventava preludio di un’uscita di scena, o forse di qualcosa di diverso. Se da una parte, James in cuor suo si stava avidamente beando di quella presenza, dall’altra, il ragazzo sembrava assolutamente insensibile alla sua presenza fin quando i suoi occhi non notarono quello sguardo stranito. Fu in quel momento che avrebbe voluto urlare, dire mille cose e sbraitare contro di lei, contro tutto quello che aveva procurato alla sua anima ormai abbandonata e sola. Avrebbe, ma non lo fece. I suoi occhi si scurirono leggermente e una piccola risata fuoriuscì dalle sue labbra. * « Hai anche paura di parlare adesso. Sono disgustose le scelte che prendi. » * Aveva usato quella risata per alleggerire il peso del suo cuore, ma dopo quelle parole era inevitabile non intervenire nel modo più antipatico che conosceva. * « Siamo tutti destinati a giornate un po’ no.. basta incominciare a conviverci. » * Doppio ammonimento. James stava alludendo alla lotta tra le razze e alla loro diversità. Nonostante quel suo intervento che preludeva quasi uno scontro, nulla si mosse se non i suoi occhi che si spostarono in quelli di lei. * « Vado via. È meglio. »
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genevieveamelie · 5 years
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      Gifrole Ector & Genevieve            #ravenfirerpg   Lago|24/01|08:35 ⋰ ▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬ ☠
[Dopo quella sera al lago, vi si era recato altre volte, come nella speranza di rivederla lì e passare altro tempo con la propria sorella. Ma ben sapendo che non avrebbe riavuto nuovamente quella stessa fortuna, gli bastava il ricordo che quel luogo gli trasmetteva, non ancora pronto ad accettare tutto quello che era successo. Da quel momento forse, passava più tempo seduto su quelle pietre che a casa propria, lasciandosi andare a tutti quei pensieri e finendo pacchetti su pacchetti di sigarette. Aveva iniziato ad adorare il suono che i propri pensieri gli trasmettevano, quando li dedicava a Louisa, per quanto fosse un piacere doloroso al tempo stesso, ma impossibile da allontanare
Genevieve Amélie S. Hale
Il silenzio della mattina, la quiete di quel luogo e quella sintonia con la natura che sembrava emanare quel lago dava quel senso di tranquillità alla fata. Correva le faceva bene all'umore e non si trattava di una semplice fissa per tenersi in forma, il corpo di Genevieve non ne aveva alcun bisogno, ma quel rilascio di endorfine sembrava la cura ad ogni problema per la bella mora. Arrivò in quel luogo silenzioso fino a giungere la sponda est del lago, quando un rumore la fece voltare di scatto. Il cuore sembrò impazzire, portò una mano all'altezza del petto come a volerlo calmare, e solo quando vide un giovane apparentemente appartato, Genevieve riuscì a tirare un mezzo sospiro. Sul suo volto comparve un accesso di sorriso, un sorriso nervoso. « Nessuno ti ha mai detto che non è carino comparire alle spalle di qualcuno? »
Ector Kelley
[Come stesse gettando via i pensieri, tirò un sasso tra le acque cristalline del lago, portando un'altra sigaretta alle labbra. Portò le mani in tasca dopo averla accesa, continuando ad osservare la superficie dell'acqua, finché una voce lo fece trasalire] C—come? Potrei dirti esattamente lo stesso, sai? [Tenne la sigaretta tra le dita per poterle rispondere e nel tono, ricambiare quel velato ma pur sempre presente nervosismo per essere stato sorpreso alle spalle in quel modo] E poi ero qui da più tempo di te, mi pare che sia stata proprio tu a comparire dal nulla
Genevieve Amélie S. Hale
La fata si ritrovò a tenere il palmo della mano sul petto, accarezzando il tessuto termico della maglia che indossava in quella giornata invernale, ma quel sorriso appena accennato sulle di lei labbra, tradiva una certa tensione. Era nervosa, come se potesse aspettarsi chissà cosa dal ragazzo sconosciuto, eppure, quando vide la testata di ricci ne rimase quasi affascinata. Solo quando tornò in sé, inarcò un sopracciglio assumendo una posa più rilassata, abbassando appena la guardia. « Io... Stavo facendo jogging ed è impossibile che tu non mi abbia udito. Tu... —— Tu, a quanto pare, ti stavi divertendo a tirare sassi in acqua, ecco perché. Ti stavi allenando per il nuovo guinness dei primati? » Ammiccò divertita, inclinò appena il capo verso destra con un sorriso furbo sulle labbra.
Ector Kelley
[La guardò in un moto di nervosismo proveniente ancora dai recenti attimi ormai passati, in un'espressione interrogativa, nonché scettica col proprio sopracciglio inarcato sempre presente] Ma cosa— [Esattamente in quel momento, alle ultime parole della ragazza, si rese conto dell'assurdità di quella situazione e scosse la testa emettendo uno sbuffo divertito, contagiato dopotutto dal sorriso della sua stessa interlocutrice] Forse. Esiste un record? Perché potrei farci un pensierino. [Rispose a tono, non volendosi mai far trovare spiazzato e privo di risposte come poco prima] Mi dispiace, ero sovrappensiero e non ti ho proprio sentita [Per quanto Ector fosse un dooddrear, non è che provasse poi tanto piacere nello spaventare qualcuno—non intenzionalmente, almeno—proprio per questo si scusò infine, assumendo un atteggiamento più calmo e consono al suo portamento di sempre, riprendendo a fumare la sigaretta con calma]
Genevieve Amélie S. Hale
Come suo solito, Genevieve aveva cercato di smorzare quel nervosismo che s'avvertiva nell'aria con una semplice battuta, e sperava che lo sconosciuto capisse. Era solita dire la cosa più folle anche nel momento meno opportuno, e il fatto di essere spesso allegra, faceva sì che la considerassero superficiale, ma se solo si fossero fermati a vedere per davvero la fata, avrebbero visto che vi era molto di più. Ridacchiò divertita ritrovandosi a scuotere appena il capo. « Beh, puoi sempre cimentarti, no? » Replicò divertita lasciando andare del sorriso che ormai era inutile trattenere. Inspirò assaporando l'aria fresca invernale, aggrottando appena la fronte sulla sigaretta del ragazzo ma senza dire alcunché. Distolse poi lo sguardo, e si presentò infine. « Sono Genevieve. E ora, perché non mi dici che cosa ci facevi qui oltre che spaventare tutti i pesci? »
Ector Kelley
Non male come idea [Continuò con quell'aria divertita, senza un apparente perché. Dopotutto per il dooddrear era anche strano quel comportamento: tutto per lui si basava su motivazioni ben precise, ma in effetti una lieta chiacchierata non necessitava realmente di un perché] Piacere Genevieve, io sono Ector. Beh, credo che chiunque venga qui lo faccia per pensare. La quiete di questo luogo—quando nessuno ti assalta alle spalle—è veramente utile per fare un po' d'ordine, non credi? {https://media.tenor.com/.../c3151e6a62607f980bc.../tenor.gif} [E quanto disordine si ritrovava per la testa il giovane meccanico ultimamente? Però non poteva neanche trattenere quello stacco da un discorso quasi serio, con annesso il lieve sbuffo divertito di prima]
Genevieve Amélie S. Hale
Genevieve si ritrovò ad ampliare maggiormente il sorriso che stava spuntando sulle labbra. Era contenta che il ragazzo avesse colto la sua battuta, eppure, oltre a quel divertimento apparentemente, vi era una tensione che faceva drizzare la schiena della fata. Ella perse un poco il sorriso, probabilmente a seguito delle sue parole, ma non perché avesse detto chissà che cosa, ma perché in quelle affermazioni vi era parecchia verità: era lei la prima a dover fare ordine nella sua mente. « Credo... Credo che tu abbia ragione. E a parte gli scherzi, questo posto ha qualcosa che ti spinge a riflettere. » Confessò prima di stringersi nelle spalle ed accennare un sorriso sincero. C'era qualcosa negli occhi di Ector, non sapeva definire cosa, ma vi era comunque qualcosa. « E... —— Mi dispiace, non volevo spaventarti. »
Ector Kelley
[Notò il suo umore variare da momento a momento, ma soprattutto lo avvertì da dooddrear qual era. Ancor più facilmente, ne ebbe la definitiva conferma osservandola e notando che si era persa chissà dove nei meandri della sua mente, seppur per breve tempo, terminando l'esatto attimo in cui egli rilasciò un'altra nuvola di fumo verso l'alto, per veder risorgere nuovamente il suo sorriso] Non è stato un reale problema, Genevieve, non preoccuparti [A quel punto però pensò a quanto tempo fosse passato, alzandosi e dando un'occhiata al proprio orologio prima di rivolgersi ancora a lei. Sicuramente aveva intuito che si fosse fatto un po' tardi, ma il sorriso che le rivolse, era di un rassicurante poco usato da Ector, quasi fosse nuovo in quel momento] Credo dovrei riprendere degli allenamenti in palestra, sai? [A quel punto, il sorriso rassicurante, diventò più complice e una propria mano andò a prendere quella di lei alzandola di poco in un saluto un po' antico, come a volerle dire semplicemente “ci vediamo lì”] È stato un divertente piacere conoscerti
Genevieve Amélie S. Hale
In quel momento, nel silenzio del lago, sentì un brivido ma qualcosa che non era dovuto al freddo o a chissà a quale altra sensazione: non si trattava di paura, bensì qualcosa di diverso. La fata si ritrovò a essere stranita, come se il giovane volesse scappare da lei ad ogni costo. Il sorriso sulle di lei labbra sembrò diventare più amaro, meno contagioso, e senza accorgersene Genevieve annuì con un lieve cenno del capo. Che diavolo stava succedendo? « Credo... Credo che sia anche per me ora di andare. » Mormorò senza neanche troppa convinzione. Con la fronte aggrottata, e quella piccola V che le si formava in mezzo alle sopracciglia, ogni volta che assumeva un certo sconcerto, mostrò un debole sorriso. Solo quando il ragazzo prese la sua mano, ella alzò lo sguardo nel vedere il suo sguardo che sembrava voler di più di quello che facessero le semplici parole. Osservò la sua mano nella sua, un gesto antico, quasi regale, e quella sensazione sembrò acuirsi. Seguì i movimenti, spinta quasi a fare un debole inchino, e un angolo delle labbra si alzò. « Ci vediamo... —— Ector. »
❪ 𝑭𝒊𝒏𝒆 𝑹𝒐𝒍𝒆. ❫
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applifevn · 7 years
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(Jailbreak) Xem ảnh GIF động cho iOS
(Jailbreak) Xem ảnh GIF động cho iOS
Xem ảnh GIF động cho iOS là tính năng vẫn còn chưa được Apple hỗ trợ qua các đời iOS. Tuy nhiên nếu đã jailbreak bạn có thể sử dụng tweak để kích hoạt tính năng này. Hầu hết những ảnh GIF động thú vị được các bạn tải về sẽ không hiển thị trong ứng dụng Photos của iOS do đó hãy cài vào tweak Cydia có tên GIFRoll. Khi cài đặt hoàn tất, bạn có thể thấy những tấm ảnh GIF động được phát ngay bên cạnh…
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cydiatweaks · 7 years
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Cydia Tweak GIFRoll 1.1
Cydia Tweak GIFRoll 1.1
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sleepininsomniac · 7 years
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Jailbreak tweaks of the week: ControlCenterXI, GIFRoll & more…
The jailbreak community has been a bit slower than usual lately, but that’s not to say things have gone stale. Great projects are under development that haven’t been released just yet. Without spoiling those, however, we’ll talk first about those that have been released already. In this roundup, we’ll discuss all of the jailbreak tweaks […]
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agender--avenger · 7 years
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domino-chan · 7 years
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polarizedtosleep · 7 years
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goddanik · 6 years
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sea-nerd-studies · 7 years
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maris-sa · 7 years
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    ❛ ❛ #gifrole┊ Catherine & Peter Burke         ↳ 02.07.2017         ↳  Parigi  / St. Regis          ( #‎BreakfastatTiffanysNYGDR  ) Peter Burke:« Mi scusi, ma è difficile stare dietro i suoi spostamenti » « Le ho fornito tutta la mia agenda, con orari e location » Peter Burke:« Ha ragione, riformulo; è difficile trovarla da sola » « E’ la Couture Week, è una settimana leggera, quelle di settembre e febbraio sono molto più frenetiche » Peter Burke:« Io le consiglio di riguardarsi, la conosco da diversi anni e mi sembra sfiorita » « Quando sarà il momento, con un paio di cesoie, reciderò il mio stelo. Dobbiamo ancora fare dei preliminari? » Peter Burke:« Ho le informazioni che mi ha chiesto, le ho da qualche settimana, ho voluto avere la certezza prima di parlarle » « Va bene, sono pronta, cesoie a destra, fertilizzante a sinistra » Peter Burke:« Il signor Grey è sempre stato un uomo molto attento nella sua vita, ha sempre pianificato ogni cosa, grazie ai suoi input abbiamo guidato Trevis e rispettato tutte le sue volontà. Il signor Grey come sa ha fatto un testamento, ne ha fatti diversi a seconda di come e quando si sarebbe tenuta la sua dipartita e ad ogni testamento sono seguite specifiche indicazioni, che, membri designati per onore e rispetto hanno mantenuto segrete fin quando non era stabilito » « Sono ancora preliminari questi  » Peter Burke:« L’avvocato Biltrot, ha confermato di esser stato lui a mandare la lettera, perché secondo il volere di Matthew, avrebbe dovuto riceverla quel giorno, dopo la sua dipartita. Biltrot, tuttavia ha avuto difficoltà a scegliere la lettera da inviarle, perché le condizioni erano sfumate.La lettera che le è stata inviata era una lettera a lei designata se foste stati ancora legati, quella che le sto porgendo era l’altra lettera, quella nel caso in cui foste divisi. Non c’è obbligo nel leggerla, non dovrebbe neanche essere in mio possesso o in suo, ma io la lascerò sul tavolo e lei potrà scegliere se leggerla o meno » « Matthew è morto vero? Sono lettere pre-scritte, lui non sa chi sono io oggi vero? » Peter Burke:« La vera domanda Signora Grey è se lei sa chi è lei, questa lettera e quell’altra sono il tentativo di Matthew di non lasciarla mai sola, qualsiasi cosa fosse accaduta, di allungare il vostro tempo insieme. Non so dirle se ce ne saranno altre o queste sono le ultime » « Non sa dirmelo? » Peter Burke:« Come le ho detto, tutti rispettiamo il nostro compito di pedoni nella grande scacchiere in cui si tiene la partita » « La lettera posso tenerla? » Peter Burke:« Si, può farci quello che vuole » « La tenga lei, un giorno verrò a chiedergliela e lei me la ridarà. Non sono mai stata un pedone, Matthew mi faceva sentire un pedone, ma ad oggi so di non essere un pedone. » Peter Burke:« Va bene Catherine, spero di non averla turbata» « Non si preoccupi, sono sempre turbata »
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