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#giunone
umi-no-onnanoko · 2 months
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luigiviazzo · 8 months
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Via Lattea spettacolo dell'estate ma non solo perché in realtà è ben visibile tutto l'anno, tranne in primavera quando scende bassa sull'orizzonte anche se in realtà nella stagione della canicola e del solleone si staglia in cielo la sua porzione più generosa, con la complicità della caccia alle Perseidi che la rendono ancor più facilmente rintracciabile e osservabile.
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lovefrenchisbetter · 7 months
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Giunone
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il-gualty1 · 5 months
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Tonda quel tanto che mi dà tormento, la tua coscia distacca di sull’altra …
Dilati la tua furia un’acre notte.
Giunone, 1931 Giuseppe Ungaretti
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spettriedemoni · 5 months
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Quando viene sera
Da qualche giorno a Tigrotto racconto la mitologia greco-romana.
A quanto pare gli piace moltissimo.
Stasera mi ha detto che dovevo raccontargli di Giunone perché ieri sera si è addormentato troppo presto e non ha potuto sentire tutta la storia.
«Non vedevo l’ora che arriva la sera, così mi racconti di Giunone»
E ora dorme beato al mio fianco senza che sia andato troppo avanti nel racconto.
È bellissimo sentirlo respirare.
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giallo4ver · 1 year
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La triade Vessicchio-Arisa-Grignani sta all'Ariston come la triade Minerva-Giove-Giunone sta al Monte Capitolino.
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miciagalattica · 2 months
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Giunone
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italiasparita · 1 year
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Agrigento. Tempio di Giunone Lacinia
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gregor-samsung · 1 year
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“ È scappata suor Maria Concetta, da tempo profumava gioia e amore, ne prorompeva; era bella, era uguale a Giunone, l'amore le aveva percosso il cuore, glielo aveva aperto. Tra le infermiere e il contado c'è un vocio fittissimo, scoppiettante di divertimento. Le suore del manicomio questa volta sono “alle basse”; questa volta non sanno con chi prendersela. Sembra che suor Maria Concetta, la giunonicamente rosea-bella, si sia innamorata di un impiegato che faceva servizio all'occasionale reparto degli alluvionati del Polesine, dove anche lei prestava la sua opera, e abbia con lui preso il volo. È uscita dal cancello del manicomio la mattina del 24 marzo alle otto e mezzo con una scatola sotto il braccio (che si dice contenesse un vestito). Il portiere ha notato che quando era sulla soglia ha avuto alcuni gesti di incertezza, poi è andata via; sembra che l'impiegato l'aspettasse a poche centinaia di metri. Ora tutti facilmente dicono: «Ce ne eravamo accorti! Era innamorata! cantava la sera ritornando dal reparto alluvionati, aveva una voce d'argento, era per amore diventata spavaldissima!». Questa stessa suor Maria Concetta, bella fuggita, è la medesima che, da poco arrivata, sognò sua sorella nella malattia e telefonò a Piombino, e poiché era vero, la Casa Madre le proibí di correre verso dove il suo cuore le dettava. “
Mario Tobino, Le libere donne di Magliano, introduzione di Geno Pampaloni, A. Mondadori (collana Oscar n° 90), 1969²; pp. 197-198.
[1ª Edizione originale: Vallecchi, Firenze, 1953]
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illsadboy · 2 months
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Rancore mi fa sempre impazzire, in poche strofe c’è un mondo dentro… (tra l’altro io adoro i miti greci)
“Dov'è lei? Ora, dov'è lei? Se ogni scelta crea ciò che siamo che faremo della mela attaccata al ramo? Dimmi chi è la più bella allora, dai, giù il nome mentre Paride si aggira tra gli Dei ansiosi, quante mele d'oro nei giardini di Giunone.”
Riferimento al mito greco del giudizio di Paride.
Si racconta infatti che Eris, dea della discordia, lanciò un pomo d'oro al banchetto nuziale tra Peleo e Teti, a cui non era stata invitata. Sulla mela, poi detta “pomo della discordia”, era scritto “alla più bella”: ciò causò litigi furibondi tra tre dee, Atena, Era e Afrodite, poiché ciascuna pretendeva per sé il frutto dorato. Zeus, allora, ordinò che fosse Paride, il più bello dei mortali, a decretare chi fosse la dea più bella. Ciascuna delle candidate promise una ricompensa per aggiudicarsi il premio: Atena promise intelligenza e imbattibilità in guerra, Era ricchezza, potere e gloria, e Afrodite l'amore della donna più bella del mondo, Elena. Paride scelse dunque quest'ultima: il rapimento di Elena, già moglie di Menelao, fu la causa mitica della guerra di Troia. Paride scelse e determinò il futuro dell'umanità: dalla caduta di Troia alla conseguente fondazione di Roma e questo mostra come ogni scelta che facciamo, anche se piccola, può portare a grandi conseguenze.
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Giunone col pavone by Giampietrino
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il-gualty1 · 1 year
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Tonda quel tanto che mi dà tormento. La tua coscia distacca di sull’altra …
Dilati la tua furia un’acre notte.
Giunone, 1931 Giuseppe Ungaretti
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diceriadelluntore · 1 year
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Storie di Orse
Callisto era una bellissima ninfa. Che fosse bella, lo dice il suo stesso nome: Καλλιστώ, la più bella. Era una ninfa di Artemide, abilissima cacciatrice. Il suo mito è raccontato sia da Eschilo (opera persa, ma Eratostene di Cirene riporta la versione di Esiodo nei suoi Catasterismi), sia da Anfide, commediografo ateniese contemporaneo di Platone, nella sua Kallisto (perduta anch'essa, ma riassunta in un'altra opera, De Astronomia).
Il mito è questo: essendo al corteggio di Artemide, era a lei legata e, come la Dea, vergine. Un giorno, dopo una caccia stancante, era stesa senza faretra su un prato di un boschetto, quando capitò lì Zeus. Il Re degli Dei, con la consueta furbizia e cupidigia, prese le forme della dea, e la ninfa "ne accettò l'amore" (ovviamente la situazione è più violenta, ma tant'è atteniamoci alla favola). Questo punto è importante perchè è forse l'unico esempio di seduzione omosessuale femminile, e secondo alcuni studiosi era simbolico di riti iniziatici femminili scomparsi verso il I° millennio a.C. (tesi suggestiva si, ma piuttosto eterea). La ninfa rimase comunque incinta. Ma non lo disse ad Artemide, fino a quando, mesi dopo durante un'altra battuta di caccia, la Dea chiese alle ninfe di fare un bagno rigenerante: fu allora che scoprì la gravidanza della ninfa (un meraviglioso quadro di Tiziano ferma questo momento, del 1556-1559, conservato presso il Kunsthistorisches Museum di Vienna)
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Scoperto il fatto, Artemide la scaccia: offesa e adirata, la trasforma in orsa.
Ovidio nelle Metamorfosi (che è un libro da tenere e leggere ogni tanto) narra che Callisto fu inizialmente avvicinata da Giove (Zeus per i greci) sotto le sembianze di Diana (Artemide greca), ma che, una volta accortasi della passione di questo, tentò di fuggire, costringendo il dio a riassumere il suo vero aspetto per prenderla con la forza. Uscita dal boschetto dove si trovava, Callisto notò Diana che la chiamava ma, per paura che potesse trattarsi di un nuovo travestimento di Giove, si rifiutò di avvicinarsi finché non vide il resto del corteo avvicinarsi, al che, convinta dell'identità della dea, si riunì al gruppo. Dopo tempo e in una nuova battuta di caccia, Diana propose di fare il bagno presso una fonte. Callisto tentò di nascondersi dietro alle altre ancelle per occultare il fatto di essere incinta, ma venne infine scoperta e Diana, adirata, la scacciò. Callisto diede quindi alla luce il figlio di Giove, Arcade, e solo allora Giunone (Era per i greci), infuriata per la messa al mondo di un figlio illegittimo del marito, la trasformò in un'orsa. Il figlio fu trovato da dei cacciatori e portato al re Licaone. Callisto vagò nei campi e nei pressi degli uomini ma avendo le sembianze di un orso fu temuta e scacciata sia dagli uomini che dai cani (in questo caso, il mito segue evemeristicamente il naturale comportamento dell'animale con l'uomo e gli animali addomesticati). Similmente, nella natura, era lei stessa a fuggire dalle altre bestie selvagge, compresi i lupi, "nonostante suo padre fosse un lupo", poichè secondo Ovidio era figlia di Licaone, Re della Pelasgia. Quindici anni dopo riconobbe il figlio Arcade che si era addentrato nella foresta per cacciare, ma quando cercò di avvicinarsi questo spaventato tentò di colpirla con una lancia nel petto. Giove, tuttavia, non permise il crimine di un figlio che uccide la propria madre, e mandò un vento che li sollevò entrambi da terra e lì collocò come costellazioni in cielo. Callisto diventò l'Orsa Maggiore, Arcade l'Orsa Minore. Giunone, infuriata nel vedere i due venire onorati con questa condizione, si recò da Teti e Oceano per chiedere che impedissero a madre e figlio di riposarsi nelle loro acque tramontando: si dice infatti che le due costellazioni "non si lavano nelle onde" poichè non scendeno mai sotto l’orizzonte, dove si riteneva vi fosse l’oceano. L’Orsa Maggiore è infatti alle latitudini mediterranee una costellazione circumpolare, di quelle cioè che non tramontano mai, non si inabissano sotto la linea dell’orizzonte.
Non tutti i favolisti seguono questo finale, poichè Arcade è riconosciuto un eroe greco importantissimo: infatti successe a Nittimo (figlio di Licaone, che per i favolisti greci era padre di sua madre Callisto, quindi suo nipote), e come nuovo re introdusse la coltivazione dei campi (che aveva imparato da Trittolemo, re degli Eleusi, e conoscitore dei famosi Misteri Eleusini), insegnando ai sudditi a fare il pane, a filare e a cucire i vestiti. Dopo di lui, la terra precedentemente chiamata Pelasgia fu chiamata Arcadia, e il suo popolo gli Arcadi. L'Arcadia divenne sinonimo di bellezza, della forza bucolica e dove uomini e natura vivono in perfetta armonia. Solo in seguito alla sua morte fu portato vicino la madre come stella, la più brillante, nella costellazione dell'Orsa Maggiore che i Greci chiamavano Arctophylax, Sorvegliante dell'Orsa, custode dell'amore che legava indirettamente madre e figlio.
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"GIUNONE ALLATTA ERCOLE" STUPENDA SCULTURA IN MARMO, PALAZZO REALE STOCCOLMA SVEZIA
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kegantodini · 2 years
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La Sorridente Nordica
Sono arrivato in un orario inusuale.
Sto vedendo Firenze con occhi diversi,
i negozi sono chiusi.
Arrivano i primi furgoni con surgelati e rifornimenti per ristori.
Oltre ai lavoratori ci sono poche persone.
Alcuni corrono e vantano al grembo di Giunone.
Nel mio camminare una ragazza nordica mi ha sorriso.
Lo ha fatto quando non vantavo di bei pensieri.
Probabilmente ero imbronciato e poco accogliente, di mal intriso.
Ma lei ugualmente mi ha sorriso,
trasmettendomi contrarietà al mio essere indispettito,
sorprendendomi.
Ora sono davanti a Nettuno
e nonostante il suo sguardo serio,
non mi trasmette alcun sentir cupo,
sorrido e sono felice,
e tutto per colpa di una paciuccosa ragazza nordica dal candido sorriso
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marenostrum-ac-dc · 2 years
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L'Hera Ludovisi o Juno Ludovisi - la testa femminile colossale in marmo pario del I secolo d.C., esposta a Palazzo Altemps, una delle sedi del Museo Nazionale Romano - apparteneva probabilmente a un acrolito ed è interpretata come una raffigurazione della dea Era, o, più recentemente, come un ritratto di Antonia minore o anche di Livia, con gli attributi di Giunone. La testa è di dimensioni colossali, tanto che l'acrolito al quale apparteneva doveva raggiungere - con l’ipotesi della figura stante - un'altezza di oltre 5 metri e mezzo. La scultura ebbe ampia fama nel Settecento quando - a partire dal neoclassicismo e nella successiva epoca romantica - venne considerata un'incarnazione della bellezza ideale greca. La ammirarono e ne furono ispirati Winckelmann - che la considerava la più bella testa di Giunone - Goethe - che ne tenne nella sua casa romana una riproduzione in gesso e la paragonava a un canto di Omero - e Schiller - che la descrisse come esempio di bellezza ideale.
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