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#i miei tramonti
ascoltolelune · 2 years
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Tuscany Sea, sunset
by-ascoltolelune
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intotheclash · 7 days
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Con cosa posso trattenerti? Ti offro strade difficili, tramonti disperati la luna di squallide periferie. ...Ti offro le amarezze di un uomo che ha guardato a lungo la triste luna. Ti offro i miei antenati, i miei morti, i fantasmi a cui i viventi hanno reso onore col marmo: il padre di mio padre ucciso sulla frontiera di Buenos Aires due pallottole attraverso i suoi polmoni, barbuto e morto, avvolto dai soldati nella pelle di una mucca il nonno di mia madre - appena ventiquattrenne - a capo di trecento uomini in Perù, ora fantasmi su cavalli svaniti. Ti offro qualsiasi intuizione sia nei miei libri, qualsiasi virilità o vita umana. Ti offro la lealtà di un uomo che non è mai stato leale. Ti offro quel nocciolo di me stesso che ho conservato, in qualche modo - il centro del cuore che non tratta con le parole, nè coi sogni e non è toccato dal tempo, dalla gioia, dalle avversità. Ti offro il ricordo di una rosa gialla al tramonto, anni prima che tu nascessi. Ti offro spiegazioni di te stessa, teorie su di te, autentiche e sorprendenti notizie di te. Ti posso dare la mia tristezza, la mia oscurità, la fame del mio cuore cerco di corromperti con l'incertezza, il pericolo, la sconfitta. (Jorge Luis Borges)
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s-a-f-e-w-o-r-d--2 · 1 month
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Sei uno spettacolo... con la tua linea snella e sinuosa... Provocante e misteriosa... Mi metti tanta paura... Mi incuti timore... Sei di quelle cose belle e spaventose che non si può che bramare... Con la tua lingua biforcuta, velenosa come un serpente disegni sui miei glutei, con i tuoi denti aguzzi, tramonti che non potrò mai dimenticare... Che non tramontano mai dalla mia anima ma che rivivono in me ad ogni nuova alba per farmi sognare.
~ Virginia ~
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annaeisuoipensieri · 2 months
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Da leggere tutto...
"All'improvviso mi è crollato tutto. Non suono più il pianoforte davanti ad un pubblico da quasi due anni. Nel mio ultimo concerto, alla Konzerthaus di Vienna, il dolore alla schiena era talmente forte che sull'applauso finale non riuscivo ad alzarmi dallo sgabello. E non sapevo ancora di essere malato. Poi è arrivata la diagnosi, pesantissima. Ho guardato il soffitto con la sensazione di avere la febbre a 39 per un anno consecutivo. Ho perso molto, il mio lavoro, ho perso i miei capelli, le mie certezze, ma non la speranza e la voglia di immaginare. Era come se la malattia mi porgesse, assieme al dolore, degli inaspettati doni. Quali? Vi faccio un esempio.
Non molto tempo fa, prima che accadesse tutto questo, durante un concerto in un teatro pieno, ho notato una poltrona vuota. Come una poltrona vuota?! Mi sono sentito mancare! Eppure, quando ero agli inizi, per molto tempo ho fatto concerti davanti ad un pubblico di quindici, venti persone ed ero felicissimo! Oggi, dopo la malattia, non so cosa darei per suonare davanti a quindici persone. I numeri non contano! Sembra paradossale detto da qui. Perché ogni individuo, ognuno di noi, ognuno di voi, è unico, irripetibile e a suo modo infinito.
Un altro dono! La gratitudine nei confronti della bellezza del Creato. Non si contano le albe e i tramonti che ho ammirato da quelle stanze d'ospedale. Un altro dono.
La riconoscenza per il talento dei medici, degli infermieri, di tutto il personale ospedaliero. Per la ricerca scientifica, senza la quale non sarei qui a parlarvi. La riconoscenza per l'affetto, la forza, l'esempio che ricevo dagli altri pazienti, i guerrieri, così li chiamo. E lo sono anche i loro familiari, e lo sono anche i genitori dei piccoli guerrieri.
Quando tutto crolla e resta in piedi solo l'essenziale, il giudizio che riceviamo dall'esterno non conta più. Io sono quel che sono, noi siamo quel che siamo. E come intuisce Kant alla fine della Critica della Ragion Pratica, il cielo stellato può continuare a volteggiare nelle sue orbite perfette, io posso essere immerso in una condizione di continuo mutamento, eppure sento che in me c'è qualcosa che permane! Ed è ragionevole pensare che permarrà in eterno. Io sono quel che sono.
Voglio andare fino in fondo con questo pensiero. Se le cose stanno davvero così, cosa mai sarà un giudizio dall'esterno? Voglio accettare il nuovo Giovanni. Come dissi in quell'ultimo concerto a Vienna, non potendo più contare sul mio corpo, suonerò con tutta l'anima. Il brano si intitola Tomorrow, perché domani, per tutti noi, ci sia sempre ad attenderci un giorno più bello!"
Il Maestro Allevi ❤️
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vividiste · 2 months
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Grande Anima ❤
"Ho perso molto, il mio lavoro, ho perso i miei capelli, le mie certezze, ma non la speranza e la voglia di immaginare. Era come se la malattia mi porgesse, assieme al dolore, degli inaspettati doni. Quali? Vi faccio un esempio… Non molto tempo fa, prima che accadesse tutto questo, durante un concerto in un teatro pieno, ho notato una poltrona vuota. Come una poltrona vuota?! Mi sono sentito mancare! Eppure, quando ero agli inizi, per molto tempo ho fatto concerti davanti ad un pubblico di quindici, venti persone ed ero felicissimo! Oggi… dopo la malattia, non so cosa darei per suonare davanti a quindici persone. I numeri… non contano! Sembra paradossale detto da qui. Perché ogni individuo, ognuno di noi, ognuno di voi, è unico, irripetibile e a suo modo infinito.
Un altro dono! La gratitudine nei confronti della bellezza del Creato. Non si contano le albe e i tramonti che ho ammirato da quelle stanze d'ospedale. 
Un altro dono. La riconoscenza per il talento dei medici, degli infermieri, di tutto il personale ospedaliero. Per la ricerca scientifica, senza la quale non sarei qui a parlarvi. La riconoscenza per l'affetto, la forza, l'esempio che ricevo dagli altri pazienti, i guerrieri, così li chiamo. E lo sono anche i loro familiari, e lo sono anche i genitori dei piccoli guerrieri. Quando tutto crolla e resta in piedi solo l'essenziale, il giudizio che riceviamo dall'esterno non conta più. Io sono quel che sono, noi siamo quel che siamo. E come intuisce Kant alla fine della Critica della Ragion Pratica, il cielo stellato può continuare a volteggiare nelle sue orbite perfette, io posso essere immerso in una condizione di continuo mutamento, eppure sento che in me c'è qualcosa che permane! Ed è ragionevole pensare che permarrà in eterno. Io sono quel che sono. Voglio andare fino in fondo con questo pensiero. Se le cose stanno davvero così, cosa mai sarà un giudizio dall'esterno? Voglio accettare il nuovo Giovanni. Come dissi in quell'ultimo concerto a Vienna, non potendo più contare sul mio corpo, suonerò con tutta l'anima.
E Ancora: «Ho due vertebre fratturate, e tremore e formicolio alle dita. Nome tecnico: neuropatia. Proprio io che devo suonare il pianoforte. Ma non potendo più contare sul mio corpo, suonerò con tutta l'anima».
E così fa, Giovanni Allevi. Dopo due anni, rimette le mani sul pianoforte. Ed emoziona l'Ariston. Il brano si intitola Tomorrow. Perché, dice, «domani, per tutti noi, ci sia sempre ad attenderci un giorno più bello. più bello.
Giovanni Allevi🌻
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canesenzafissadimora · 4 months
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ALLA MIA età molte, tantissime, persone amate e più frequentate non ci sono più. Non riesco a sopportare queste assenze, soprattutto certe assenze. La notte provo a metterle nei miei sogni e nei miei dialoghi, con l'orecchio teso ad ascoltare le loro voci e le loro parole. All'alba e al tramonto, immagino che siano tutte là, nelle nuvole, nei tramonti, nel vento, nei paesi vicini e nel mondo lontano. Poi, quando ho la forza di mettermi a scrivere, quando trovo ancora un senso nella scrittura, provo ad accoglierle tutte, a chiamarle tutte. E tutte le mie persone amate e assenti arrivano, stanno lì, cercano di dirmi che sono tutte ancora qui ed è per questo che, forse, continuo a scrivere. In passato lo facevo per non impazzire e per non perdermi, adesso lo faccio per non morire e per non fare morire, di nuovo, i miei morti.
Vito Teti
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oltreladistanzaa · 6 months
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Quando un giorno ci incontreremo, sappi che avrò sofferto abbastanza, avrò accumulato ore di pianti, kg di biscotti e qualche ricordo sparso di vita. Adoro girovagare per i supermercati il giovedì dopo il lavoro, l'inverno, le grandi felpe , le camicie con i quadri, le montagne, laghi e i tramonti. Potrei scattarti foto senza che tu te ne renda conto, ma solo per farti vedere con i miei occhi come io vedo te. Non mi arrabbio spesso, ma le poche volte, inizio a sbattere le cose, senza fare male a nessuno meno che a me. Non sono mai stato amato,ho solo tanti libri che parlano di questo questo grande "amore" ma tutto mi è sfuggito di mano. Sedersi a terra dopo il lavoro è terapia, è avere il controllo delle piccole cose che sfuggono ogni giorno è fare un reset. Lascio andare così tanto la mia mente che non riesco neanche a controllarla, lei va da sé, ma non avere paura so prendermi cura degli altri, del prossimo e a chi voglio bene. Sedermi accanto e rimanere in silenzio. Lavoro troppo è vero, non riesco a prendermi cura di me, vuoi insegnamii tu a farlo? Non veniamo al mondo completi, perfetti, sono sempre gli altri ad aggiungere qualcosa dentro di noi. Adoro viaggiare, ma ho poco tempo, un po' di timore e ormai la poca voglia di mettermi in gioco, quindi impariamo a giocare?. Non amo guardami allo specchio, mi ricorda vecchi momenti di vita, lasciami guardare nei tuoi occhi, sarà perfetto così. Non ti prometto una grande casa, tanti soldi, tanti viaggi, gli aperitivi in centro, ti assicuro una casa piena di polaroid, il profumo di dolce la Domenica mattina, i Post-it sul comodino, la musica per casa, i silenzi come terapia seduti per terra e tanti tanti bei ricordi.
- Ricordati di essere luce, sempre.
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stregamorganablog · 1 year
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Un altro anno sta finendo e come ogni anno a fine anno si fanno i bilanci,...si affrontano previsioni...si ammettono sconfitte o delusioni...
La parola che rappresenta di più questo mio 2022 e' consapevolezza...
Mi sono studiata...osservata .. interpretata accettata ed amata.... E' mancato il giudizio che per tanti anni mi ha pervaso atterrandomi....
Quest'anno ho capito di quanta ipocrisia sono circondata e che infondo anche io non sono né migliore ne peggiore di chi mi circonda....Perché comunque tutti noi cerchiamo di raggiungere un posto al sole, che sia serenità... amore....lavoro o tutto insieme....Ed ognuno lo fa con i valori e mezzi che ha e secondo le priorità in cui crede e che vuole raggiungere....E in quanto tali, sono soggettive ed uniche....Se un tempo ambivo a voler bene a tutti ed a non scontentare nessuno... oggi la mia priorità è me stessa. ....Star bene da sola o in compagnia ma solo e soltanto se io lo voglio.... Ho dimenticato la vena poetica dei tramonti rosa con un 'e chi se ne frega' e spesso, di fronte ai lamenti o falsi frasi amorose alzo gli occhi al cielo fo le smorfie dichiarando un sincero 'e sti cazzi'....
Quindi..m riassumendo... nel 2022 credo di essere diventata più umana...ovvero un po' più stronza..a un po' più solitaria un po' più egoista e soprattutto molto ma molto più snob... Snobbo quasi l'intero genere umano.... Tutti pregi che mi mancavano e che vanno ad aggiungersi ai moltissimi che già ho e di cui vado molto fiera.....
Questo 2022 mi e' piaciuto un sacco....
Finito il pippone...mentre mi sto soffiando il naso...auguro comunque a tutti i miei amici e conoscenti...e pure a quelli a cui non sto particolarmente simpatica... un buon fine anno ed ottimo inizio del nuovo. ...L'anno prossimo....quando sarò diventata ancora più stronza..a ci saranno solo dei sonori e sinceri vaffa ....
Con affetto Morgana 🫀
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cutulisci · 1 month
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Buenos Aires E adesso la città quasi è una mappa di tanti fallimenti e umiliazioni; da questa porta ho ammirato i tramonti, davanti a questo marmo ho atteso invano. Qui l’indistinto ieri e l’oggi nitido mi hanno elargito gli ordinari casi d’ogni destino; qui i miei passi intessono il loro labirinto incalcolabile. Qui l’imbrunire di cenere aspetta il frutto che gli deve la mattina; qui l’ombra mia si perderà, leggera, nella non meno vana ombra finale. Ci unisce la paura, non l’amore; sarà per questo che io l’amo così tanto.
Jorge Luis Borges
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ascoltolelune · 2 years
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I miei tramonti - sunset
by-ascpltolelune
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volevoimparareavolare · 10 months
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A volte penso che non mi riprenderò mai più dal trauma.
A volte penso sia perché non sono abbastanza forte. Altre volte, perché non lo voglio davvero, come se significasse rinunciare a te anche con le più piccole parti di me. E pur di trattenere il ricordo, lo stringo nonostante sia solo dolore. Nonostante mi faccia tremare le ginocchia e le labbra, e mi faccia sciogliere gli occhi lungo le guance, fin dentro la gola.
A volte penso che non smetterò mai davvero di sanguinare. Che ogni volta che sfiorirò la ferita, quella tornerà ad infettarsi. Che gli incubi questa volta resteranno ad infestarmi il sonno.
C’erano, prima di te. E sono tornati, esattamente dopo di te.
A volte mi sento come se questo senso di colpa mi striscerà sulle ossa, sotto la pelle, fino ai miei ultimi respiri. E crescerà in me come un cancro, facendo ammalare ogni fibra, ogni cellula. Rendendomi sempre più debole e stanca. E le cose mi sfioreranno senza toccarmi.
A volte mi sento come se stessi nuotando ancora e ancora. E la riva é sempre troppo lontana. E l’acqua talmente fredda da incancrenirmi le membra. E non importa quanta forza ci metta ad ogni bracciata. Non importa quanto la mia tecnica sia perfetta, quanto il mio corpo si fletta e scivoli veloce tra le onde.
Non sarò mai abbastanza.
A volte mi sento come se dovessi punirmi in eterno. Come se meritassi questo limbo. Come se fosse la giusta punizione alle mie azioni. E anche gli eventi peggiori li affronto come se fossero una redenzione. Mi sento come se non fossi degna nemmeno delle carezze.
A volte penso che non mi riprenderò mai più dal trauma.
L’ho sepolto sotto strati di silenzio. Affianco ai litigi inconcludenti, ai quei messaggi che ancora conservo, a quelle chiamate nel cuore della notte. Fra tutte le cose che non riesco a raccontare a nessuno. Nemmeno a me stessa. Nemmeno alla luna. Nemmeno alla mia ombra. Vorrebbero disperatamente uscire, ma non possono.
Allora, ho iniziato a sfogarle piangendo per tutto. Piangendo per i libri per bambini, e per i film, anche se “non era poi così drammatico”. Piangendo per i video dei cani su internet che vengono salvati e trovano una famiglia. Per i tramonti, come faceva il Piccolo principe. Per le poesie che sottolineo e tengo solo per me. Per gli anziani che mangiano soli e i bambini che non vengono invitati ai compleanni. Piango quando vedo piangere gli altri; per gioia? per dolore? Non importa.
Non mi importa.
Sembro empatica ma sono solo egoista.
A volte penso che non mi riprenderò più dal trauma.
Altre volte, ne ho la certezza.
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Sto iniziano ad avere la memoria piena e per non perdere i miei bellissimi tramonti li caricherò tutti.
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lunamagicablu · 8 months
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Ieri notte al mio ho chiesto che, per oggi, ma solo per oggi, si pigli un giorno di vacanza. Gli ho chiesto di innalzarsi in volo, di raggiungere chi non vede da molto tempo, perchè, magari, è troppo indaffarato a riparare i miei casini. Non so, forse, là in paradiso c’è un bar, dove si ritrovano tutti gli angeli custodi, dove bevendo un caffè o una birra (il mio ce lo vedo già con una Bud in mano), si raccontano le storie che noi uomini interpretiamo. Il mio, in questo momento potrebbe raccontare: “Lo sai che ha fatto quel cazzaro del mio, invece? Una notte, faceva l’idiota con un suo amico, volevano fare uno scherzo ad una coppietta che si stava imboscando. Si sono nascosti in una casa diroccata e, quel coglione, non si è accorto che mancava il pavimento: è caduto da 4 metri, per salvarlo mi si è stortigliata un’ala… pensa che quando il tempo cambia sento ancora dolore!! E lo sai il bello? Dopo i 2 scemi sono rimasti a ridersela per 30 minuti! Ti rendi conto??” A lui, in questo suo giorno, voglio dire grazie. Voglio dire grazie per aver pianto le mie stesse lacrime. Voglio dire grazie per aver gioito della mia stessa felicità. Voglio dire grazie per aver esultato dei miei stessi traguardi. Voglio dire grazie per essersi emozionato per i tramonti di QUEI giorni che finivano e per le albe di QUELLI che iniziavano. Ma soprattutto, voglio dire grazie per ogni singola piuma perduta per aiutarmi e lo ha fatto tante volte… FRANCESCO PATERA, ANGELI DI LUCE art _by_aisteria_ ************************ Last night I asked my friend to take a day off for today, but only for today. I asked him to fly up, to reach out to those who haven't seen for a long time, because maybe he's too busy fixing my messes. I don't know, maybe, there's a bar in heaven where all the guardian angels meet, where, while drinking a coffee or a beer (I can already see mine with a Bud in hand), we tell the stories that we men we interpret. Mine, at this moment could tell: “Do you know what that jackass of mine did instead? One night, he played the idiot with a friend of his, they wanted to play a joke on a couple who was hiding. They hid in a ruined house and, that asshole, didn't realize that the floor was missing: he fell from 4 meters, to save him my wing was twisted... just think that when the weather changes I still feel pain!! And you know the beauty? After the 2 idiots they were laughing for 30 minutes! You realize??" To him, on this day of his, I want to say thank you. I want to say thank you for crying my own tears. I want to say thank you for enjoying my own happiness. I want to say thank you for cheering on my own accomplishments. I want to say thank you for getting excited about the sunsets of THOSE days that ended and the sunrises of THOSE that began. But above all, I want to say thank you for every single lost feather to help me and he has done it so many times… FRANCESCO PATERA, ANGELS OF LIGHT art _by_aisteria_ 
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rintocchidichieravamo · 11 months
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Con la consapevolezza di comporre versi più rumorosi delle mie urla:
«Ho osservato tramonti su straordinari orizzonti, ho guardato cieli stellati danzarmi sopra la testa, ho visto tanti irripetibili preziosi momenti. Ho visto tanto senza qualcuno accanto, ho fotografato tutto con i miei occhi creando cartoline mentali che già sapevo si sarebbero sbiadite non potendo essere spedite.»
Questo per ripetermi, per l'ennesima volta, che sarebbe oltremodo prezioso trovare una persona che voglia continuare a sentirsi meritevole di condividere dei passi con me.
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greenbor · 3 days
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Scelto in tumblr da https://intotheclash.tumblr.com/
Con cosa posso trattenerti? Ti offro strade difficili, tramonti disperati la luna di squallide periferie. ...Ti offro le amarezze di un uomo che ha guardato a lungo la triste luna. Ti offro i miei antenati, i miei morti, i fantasmi a cui i viventi hanno reso onore col marmo: il padre di mio padre ucciso sulla frontiera di Buenos Aires due pallottole attraverso i suoi polmoni, barbuto e morto, avvolto dai soldati nella pelle di una mucca il nonno di mia madre - appena ventiquattrenne - a capo di trecento uomini in Perù, ora fantasmi su cavalli svaniti. Ti offro qualsiasi intuizione sia nei miei libri, qualsiasi virilità o vita umana. Ti offro la lealtà di un uomo che non è mai stato leale. Ti offro quel nocciolo di me stesso che ho conservato, in qualche modo - il centro del cuore che non tratta con le parole, nè coi sogni e non è toccato dal tempo, dalla gioia, dalle avversità. Ti offro il ricordo di una rosa gialla al tramonto, anni prima che tu nascessi. Ti offro spiegazioni di te stessa, teorie su di te, autentiche e sorprendenti notizie di te. Ti posso dare la mia tristezza, la mia oscurità, la fame del mio cuore cerco di corromperti con l'incertezza, il pericolo, la sconfitta.
Jorge Luis Borges
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È l’ultima lettera d’amore che ti scrivo.
È stato un lungo cammino, da quel primo giorno che sono entrata nello studio della psicologa.
Ero arrabbiata, delusa, incazzata con il Mondo e con me stessa, ho preso un sacco di decisioni di merda e la serenità sembrava così lontana, da diventare impossibile da raggiungere.
Eppure oggi, mi ha dato un foglio, una penna e mi ha detto “ora, sei pronta a dirle addio”.
Sai, in fondo ho sempre saputo che sarebbe finita così… ed è per questo e per altri mille motivi, che non sono mai riuscita a dirti “ti amo”.
Te lo dico ora, perché ti amavo.
Ti amavo perché eri come uno di quei giorni di fine marzo, che è Estate sotto i raggi del Sole ed è ancora Inverno, quando ti ritrovi all’ombra.
Ti amavo, perché ti guardavo quando eri distratta. Quando lavoravi, guardavi il telefonino, rullavi una sigaretta o ti perdevi nella collezioni dei tuoi mostri e mi rendevo conto, che per averti accanto, qualcosa di buono nella vita, l’aveva fatta.
Ti amavo, perché sentivo il bisogno di coniugare i verbi al futuro ed i sogni al plurale.
Che di notte, mentre dormivi, alzavo le coperte per vedere se respiravi e mi rendevo conto, che da soli si diventa forti, ma in due si diventa un po’ più felici.
Avrei potuto cancellarti, mandarti a quel paese, non risponderti al telefono, voltarti le spalle, dimenticarti, non pensarti, non prendere treni in piena notte, ricordarmi i dettagli, ma non l’ho potuto fare, perché non ci capivo più niente. Ti amavo e basta.
Amavo le tue battaglie perse, l’inchiostro che usavi meglio di me, la voce che era sabbia rotta dalle onde del mare, il modo in cui ti facevano male i sogni, le cazzate che dicevi pur di non dire delle stupide verità.
Allora, ti auguro di circondarti di “persone medicina”
L’ho letto in una stupida poesia, che fa così
“ Nonna diceva che esistono persone che hanno le tisane dentro gli occhi
Camomilla nello sguardo
Che tu le vedi e ti si tranquillizza il respiro, i pensieri.
Diceva che esistono persone che non si spaventano dei tuoi dolori
Che non hanno paura di abbracciarti i traumi
Che sanno dove metterti dentro le parole giuste
Persone che hanno imparato a frequentare così bene il Sole
Che sanno addirittura accompagnarti fino al tuo tramonto “
Lascio a te la rabbia, ascoltare chi voleva solo distruggerci, i punti e le virgole che mancano nelle mie parole, il dolore che ti ha coperto gli occhi e le labbra, rendermi sostituibile, perché io non lascio più sporcare i ricordi e la memoria, a nessuno.
Neanche da me stessa.
E racconterò di noi, alla gente che incontrerò, alla persona che amerò dopo di te, ti ritroverò nei miei progetti per aiutare gli altri, nei film che ti scavano dentro, nei tramonti visti dal finestrino della macchina, nei viaggi dove scoprirò qualcosa di nuovo e negli sguardi dei bambini che non sanno chiedere aiuto.
Tu, porta rancore anche al posto mio.
E ti diranno che è tutto prestabilito, che fa parte di quel rapporto tossico che ti hanno messo in testa, che di buono non ho nulla, che io sono il lupo e tu Cappuccetto Rosso, che sono un fake, che ho rubato, mentito, ma sai, queste parole non sono per riaverti, ma per rendere libera me.
Da tutto questo.
Fatti ancor più carina, un filo di trucco, lascia i capelli sciolti, spruzza il profumo, mettiti quei jeans che ti fanno il culo da paura, sali in macchina, accendi la radio, ma che sia la tua voce la canzone più bella e vatti a prendere tutto il buono di questo Mondo.
Questa è l’ultima lettera d’amore che ti scrivo, se senti un cigolio, è la porta del mio cuore, che si chiude e ti dice addio.
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#Ale
Tuttodunfiato
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