Scrivere una lettera d'amore nella libreria più romantica della città, dichiararvi a casa di Serge Gainsburg e Jane Birkin, alloggiare in loft bohemien con il pianoforte a coda o scambiarvi un bacio davanti alla finestra di Coco Chanel al Ritz?
Dire “ti amo a Parigi”. Vi è mai capitato?
È il luogo in cui si può emozionare pazzamente e provare la joy de vivre. Parigi è detta la città dell'amore ed è indubbiamente il posto giusto dove gridare "Je T'Aime!"
Ed in quali luoghi potremmo dire quindi “Ti Amo” a Parigi? Non si può essere scontati, ma al tempo stesso, se si sceglie la Ville Lumiere l''ideale sarebbe trovare nuove prospettive per ammirarla e viverla.
Alloggiate alla suite del Ritz a Place Vendôme dove risiedeva Coco Chanel
Siamo negli anni 20 quando Coco Chanel, pseudonimo di Gabrielle Bonheur Chanel, è già una delle stiliste più in vista di Francia, pur vivendo nella Ville Lumière come una vera parigina si rifiuta di acquistare un appartamento. Preferisce alloggiare all’Hotel Ritz e affacciarsi (spesso di notte) sulla mitica Place Vedôme che in seguito ispirerà la boccetta e il tappo di Chanel n.5, il profumo tutt'oggi più venduto al mondo. Nel 1937 si decide ad affittare una suite al terzo piano tutta per lei e trasferirvisi definitivamente. Il cielo stellato che vedrà da quella posizione privilegiata le ispirerà alcune delle sue più belle collezioni di gioielli. Oggi la suite del Ritz a lei dedicata, lussuosissima, con salotto e hammam privato, arredata da Karl Lagerfeld, si può affittare per 25 mila euro a notte (ma si arriva anche a 40) ed è tra le più richeste. Non una cifra per tutti ma per una dichiarazione d'amore tutto è concesso. Ma si può anche scegliere un'alternativa all'inverso: ammirare la finestra di Coco da place Vedôme magari mentre con una visita nella boutique Chanel Joaillerie che si trova proprio di fronte, al numero 18 del piazza. Pura magia!
Scrivete una lettera d'amore seduti nella libreria Shakespeare and Company
Passeggiando nel 5° arrondissement, in Rue de la Bucherie, al n.37, c'è la libreria più romantica e celebrata di Parigi: Shakespeare and Company. Una libreria anglosassone con scale di legno dipinte da citazioni letterarie. Negli anni ’50 era il ritrovo della Beat Generation ed è stata scelta da Woody Allen per il suo film Midnight in Paris. Ci si immerge nella storia e nella letteratura e si può tranquillamente sedersi e scrivere una poesia o una lettere d’amore con le macchine da scrivere che sono a disposizione
Sussurrate all'orecchio “Je t'aime” nella casa di Serge Gainsbourg e Jane Birkin
Lui è il compositore di "Je t'aime... moi non plus" e la sua storia con Jane Birkin ha ispirato intere generazioni e la cultura pop francese. La sua casa parigina è un luogo incredibilmente sentimentale in cui Gainsbourg visse dal 1969 fino alla sua morte. Si trova nel 7° arrondissement, a pochi passi dal Café de Flore ed è ormai un luogo di culto. La facciata è coperta di scritte, disegni e messaggi di amore e di omaggio all'artista. Qui ha vissuto anche la moglie Jane Birkin e le figlie Kate e Charlotte. Ed è stata proprio Charlotte a volerla trasformare in una casa-museo. Al numero 5 bis di rue de Verneuil c'è la casa vera e propria, dall'altro lato della strada, al civico 14, è aperta una libreria-boutique e un café piano-bar chiamato Gainsbarre.
Godete di una vista mozzafiato dal belvedere delle Buttes Chaumont
Dal parco Buttes Chaumont si gode di una delle più belle viste sulla città. Bisogna salire 173 gradini ma alla fine non rimarrete delusi. Immenso e misterioso il parco è popolato da una moltitudine di uccelli delle più svariate specie. All’interno si trova il Tempio della Sibilla, centro di un pentagono mistico da cui affacciarsi sulla maestosità di Parigi. I momenti migliori per visitarlo sono l’alba o il tramonto.
Mamma, negli anni ho potuto vedere in quanti modi meravigliosi hai reso speciale la vita della nostra famiglia. I momenti d'amore, l'allegria, le ricorrenze, ricordi che porteremo con noi per tutta la vita.
Ma soprattutto, ho potuto vedere come con ogni tuo gesto tu ci abbia insegnato il vero significato dell'amore.
Se riuscissi a rubare al cielo una fetta di felicità, la donerei a te mamma, perché la mia felicità è vederti sorridere
Grazie mamma perché mi hai dato la tenerezza delle tue carezze,
il bacio della buonanotte, il tuo sorriso premuroso,
la dolce tua mano che mi da sicurezza.
Hai asciugato in segreto le mie lacrime, hai incoraggiato i miei passi,
hai corretto i miei errori, hai protetto il mio cammino,
hai educato il mio spirito, con saggezza e con amore,
mi hai introdotto alla vita.
E mentre vegliavi con cura su di me, trovavi il tempo per i mille lavori di casa.
Tu non hai mai pensato di chiedere un grazie.
Grazie mamma.
...❤️...
A MIA MADRE❣
Lei guarda fuori dalla finestra senza sapere quello che vede realizzando gli anni passati, senza sentire il calore del sole accarezzare la sua pelle, Lei riposa, sente la fragranza dolce dei ricordi che gli anni crudelmente hanno dato fine. Ricordi amari tormentano i suoi pensieri, avvolgendola in una tristezza che distrugge l'anima. Scappa da questa prigione in un istante di lucida memoria, rifugiandosi in un sonno colmo di tranquillità e pace.
La sua eleganza e la sua grandezza rimarrà per sempre chiusa in un incubo di confusione e paura, anni di sofferenza e guerra sono freschi nella sua memoria, non si ricorda il presente, il suo cuore cerca le persone da lei tanto amate nel passato, soffrendo per loro ogni giorno, la tristezza è l'incapacità di ritenerli nella sua memoria. É tutto quello che ci rimane... trovare la pace è il suo desiderio... accettare la realtà è l'unica possibilità. Dedico questa alla mia più cara amica, alla donna che mi ha dato la vita, alla donna che oggi non mi conosce più, ma so che nel suo cuore sa che io la amo, madre grazie di esistere.
Gli animali furono imperfetti
lunghi di coda
plumbei di testa
piano piano si misero in ordine
divennero paesaggio
acquistarono nèi grazia volo
il gatto
soltanto il gatto
apparve completo
e orgoglioso
nacque completamente rifinito
cammina solo
e sa quello che vuole.
L'uomo
vuole essere pesce e uccello
il serpente vorrebbe avere ali
il cane è un leone spaesato
l'ingegnere vuol essere poeta
la mosca studia per rondine
il poeta
cerca di imitare la mosca
ma il gatto
vuol solo essere gatto
ed ogni gatto è gatto
dai baffi alla coda
dal fiuto al topo vivo
dalla notte
fino ai suoi occhi d'oro.
Non c'è unità come la sua
non hanno
la luna o il fiore
una tale coesione
è una sola cosa
come il sole o il topazio
e l'elastica linea de suo corpo
salda e sottile
è come la linea della prua
di una nave
i suoi occhi gialli
hanno lasciato una sola fessura
per gettarvi
le monete della notte.
Oh piccolo
imperatore senz'orbe
conquistatore senza patria
minima tigre di salotto
nuziale sultano del cielo
delle tegole erotiche
il vento dell'amore
all'aria aperta
reclami
quando passi e posi
quattro piedi delicati
sul suolo
fiutando
diffidando
di ogni cosa terrestre
perchè tutto
è immondo
per l 'immacolato
piede del gatto
oh fiera indipendente
della casa
arrogante vestigio della notte
neghittoso ginnastico
ed estraneo
profondissimo gatto
poliziotto segreto
delle stanze
insegna
di un irreperibile velluto
probabilmente non c'è enigma
nel tuo contegno
forse non sei mistero
tutti sanno di te ed appartieni
all'abitante meno misterioso
forse tutti si credono padroni
proprietari parenti di gatti
compagni colleghi
discepoli o amici
del proprio gatto.
Io no
io non sono d'accordo
io non conosco il gatto
so tutto
la vita e il suo arcipelago
il mare e la città incalcolabile
la botanica
il gineceo coi suoi peccati
il per e il meno
della matematica
gli imbuti vulcanici del mondo
il guscio irreale
del coccodrillo
la bontà ignorata del pompiere
l'atavismo azzurro
del sacerdote
ma non riesco
a decifrare un gatto
sul suo distacco
la ragione slitta
numeri d'oro
stanno nei suoi occhi.
La decennale dedizione che lega a voi tutta la mia adolescenza, i primi claudicanti passi di giovane adulta, il mio Erasmus, i miei primissimi e ultimissimi amori dolorosi, mi legittima all'espressione, con la presente, di un umile e ingenuo interrogativo di ragazza di campagna quale sempre rimarrò purtroppo o per fortuna: avete per caso abusato di sostanze stupefacenti in concomitanza con la registrazione del recente pezzo che allego? Lungi da me qualsiasi bigottismo, ma mi sembra che ci sia una falla ideologica abbastanza ampia nel momento in cui cantate: Milano è la metafora dell'amore. Ipotizzo che voleste scrivere: Milano è la metafora del pensiero neoliberista più grossolano? Poi, procedendo di qualche verso, leggo: da sola contro il mondo di fascismo e di squallore sta. Deduco, dunque, che vi trovaste a Bologna ma il vostro vizietto di ricoprirvi di stoffe firmate Gucci vi abbia indotto questo lapsus.
Attendo fiduciosa e sempre fedele un gentile chiarimento da parte vostra. Nel frattempo trovo empatia e consolazione nei versi che seguono:
Io sono un disperato, ho massacrato il mio cuore
Spacciato dalla nascita, ma questa città
Ti uccide e ti resuscita, si nasce e si muore
Qui resta bellissimo perdersi, verificare l'effetto che fa
Amandovi ma odiandovi - parafrasando un vostro vecchio testo - vi porgo i miei cordiali saluti.
allora. lo sketch dell'amore di ficarra e picone in "sono cose che capitano" è troppo - ma troppo - una metafora velata per closeted gay che non sa come fare coming out all'amico. cioè valentino col cuore spezzato perché si è lasciato, ma non può dire nulla a salvo perché ~teme la sua reazione~ e mentre cerca di salvare la faccia deve stare attento a usare i pronomi/desinenze giuste per non fargli scoprire la verità...... e intanto si incazza sempre di più perché salvo che vive serenamente la sua relazione tranquilla pensa di lasciare la morosa per capriccio........ e alla fine quando il segreto è svelato salvo all'inizio si arrabbia per la menzogna ma poi subito ci ripensa perché si rende conto che valentino ha bisogno di lui ma non ha idea di come consolarlo e quindi semplicemente? si siede con lui? a chiacchierare? e fine? e tutto lo sketch è una critica al machismo e alle dinamiche maschiliste tossiche? boh. potrebbe anche essere la sessione che mi ha bruciato i neuroni. ciao 💝
an- anon.
anon mio.
anon mio adorato, ti sto correndo incontro e inciampo nei miei stessi passi mentre cerco di raggiungerti per abbracciarti e poi immancabilmente inginocchiarmi al tuo cospetto, anon mio.
hai semplicemente così ragione, questa analisi non mi lascia pace, sono distrutta e sono una persona nuova: tutti gli atteggiamenti da Maschio che tenta di fare valentino per nascondere a salvo quanto stia male, e quel finale così tenero che!!!! arriva all'improvviso e lascia quasi spiazzati!!!! l'amicizia!!! e l'amore!!!!!!!!
e sì, assolutamente sì, tentativo di coming out da parte di valentino, che in fondo è il sottotema di qualsiasi cosa facciano questi due maledetti siciliani, dagli sketch ai film, cerino sempre acceso affinchè prima o poi ci diano del content queer canonico baciandosi sul grande schermo davanti a tutti gli italiani e cambiando per sempre il percorso delle nostre vite.
grazie mille anon per questa ask, mi ha letteralmente svoltato la serata e mi ha fatto ricordare quanto diamine mi piace questo sketch 😭💖
Cesare Pavese e l'amore, un brano da "Il mestiere di vivere"
Entro in punta di piedi, con grande rispetto ed emozione, nel registro dell'animo di quest'uomo, Cesare Pavese, ovvero nei suoi Diari. Incontrando dei passi che non hanno implicazioni letterarie o filosofiche, ma che significano soltanto e direttamente dolore (come il seguente), forse dovrei tenere celata la mia "scoperta" e non diffonderla. Tuttavia, penso che Il mestiere di vivere è una lettura che più o meno tutti hanno fatto o potranno fare, che i sentimenti di quest'uomo sono di pubblico dominio, e quindi non sarò certo io la responsabile di un inopportuno svelamento.
Da donna, sono particolarmente attratta dal rapporto degli intellettuali con le donne e l'amore (e le sue sofferenze); vorrei dire che non c'è nulla di morboso in me, ma solo umana partecipazione; così non è: onestamente, intravedo in me una componente sadica in questo mio "spiare" la visione della donna attraverso la pupilla dell'uomo, specialmente se dotato di grande intelligenza; mi piace guardare come l'intelligenza stessa vien meno, dibattendosi, in questo viscido pantano dell'amore? Sia così; l'amore, come la morte, è una livella: uomini, donne, intelligenti e scemi, siamo tutti nudi e uguali di fronte a queste due grandi e misteriose forze, componenti dell'esistenza.
Ecco il brano che voglio condividere con voi (che mi fa pensare molto al rapporto Leopardi/Fanny Targioni-Tozzetti, come prevedibile):
Chi rivela a una donna l’essere potenziale di lei, ne sarà il primo cornuto. È matematico. Appunto, matematico.
[……]
Quale mezzo migliore per una donna che vuol fottere un uomo, se non portarlo in un ambiente non suo, vestirlo in un modo ridicolo, esporlo a cose di cui è inesperto, e – quanto a lei – avere nel frattempo altro da fare, magari quelle cose stesse che l’uomo non sa fare? Non solo lo si fotte davanti al mondo, ma – importante per una donna, che è l’animale piú ragionevole che esista – ci si convince che va fottuto, si conserva la buona coscienza. Perché con l’abilità e l’esperienza si giunge a questa cosa incredibile: predisporre le cose e i fatti – le catene di causalità – in modo che, quanto si desidera, avvenga senza offendere i propri principî di comportamento etico.
Si chiamava Kahlil Gibran ed è noto soprattutto per il suo libro "Il Profeta". Il libro, pubblicato nel 1923, venderà decine di milioni di copie, diventando il terzo poeta più venduto di tutti i tempi, dopo Shakespeare e Laozi.
Lo chiamavano "sporco" perché la sua pelle era scura, non intelligente perché parlava a malapena l'inglese. Quando arrivò in questo Paese, fu inserito in una classe speciale per immigrati. Ma alcuni dei suoi insegnanti videro qualcosa nel modo in cui si esprimeva, attraverso i suoi disegni, attraverso la sua visione del mondo. Presto avrebbe imparato la sua nuova lingua.
Sua madre aveva preso la difficile decisione di portare lui, le sue due sorelle minori e un fratellastro in America, alla ricerca di una vita migliore per la loro famiglia. Si stabilirono nel South End di Boston, all'epoca la seconda più grande comunità siro-libanese-americana. La famiglia avrebbe dovuto lottare e il ragazzo avrebbe perso una sorella e il fratellastro a causa della tubercolosi. Sua madre morirà di cancro.
Scriverà: "Dalla sofferenza sono emerse le anime più forti; i caratteri più massicci sono segnati da cicatrici".
Nacque in povertà il 6 gennaio 1883 nell'attuale Libano.
Credeva nell'amore, credeva nella pace e credeva nella comprensione.
Si chiamava Kahlil Gibran ed è noto soprattutto per il suo libro "Il Profeta". Il libro, pubblicato nel 1923, venderà decine di milioni di copie, diventando il terzo poeta più venduto di tutti i tempi, dopo Shakespeare e Laozi.
Pubblicato in 108 lingue in tutto il mondo, alcuni passi de "Il Profeta" vengono citati ai matrimoni, nei discorsi politici e ai funerali, ispirando personaggi influenti come John F. Kennedy, Indira Gandhi, Elvis Presley, John Lennon e David Bowie.
Era molto schietto e attaccava l'ipocrisia e la corruzione. I suoi libri sono stati bruciati a Beirut e in America ha ricevuto minacce di morte.
Gibran fu l'unico membro della sua famiglia a seguire un'istruzione scolastica. Alle sue sorelle non fu permesso di andare a scuola, principalmente a causa delle tradizioni mediorientali e delle difficoltà economiche. Gibran, tuttavia, fu ispirato dalla forza delle donne della sua famiglia, in particolare della madre. Dopo la morte di una sorella, della madre e del fratellastro, l'altra sorella, Mariana, avrebbe mantenuto Gibran e se stessa lavorando in una sartoria.
Di sua madre scriverà:
"La parola più bella sulle labbra dell'umanità è la parola 'Madre', e il richiamo più bello è quello di 'Mia madre'. È una parola piena di speranza e di amore, una parola dolce e gentile che viene dal profondo del cuore. La madre è tutto: è la nostra consolazione nel dolore, la nostra speranza nella miseria, la nostra forza nella debolezza. È la fonte dell'amore, della misericordia, della simpatia e del perdono".
In seguito Gibran avrebbe sostenuto la causa dell'emancipazione femminile e dell'istruzione.
Credeva che "Salvaguardare i diritti degli altri è il fine più nobile e bello di un essere umano".
In una poesia rivolta ai nuovi immigrati, scriveva: "Credo che possiate dire ai fondatori di questa grande nazione. Eccomi qui. Un giovane. Un giovane albero. Le cui radici sono state strappate dalle colline del Libano. Eppure sono profondamente radicato qui. E vorrei essere fecondo".
Scriverà in "Il Profeta":
"Lasciate che ci siano spazi nella vostra unione, e che i venti del cielo danzino tra di voi. Amatevi l'un l'altro, ma non create un legame d'amore: Sia piuttosto un mare in movimento tra le sponde delle vostre anime. Riempitevi a vicenda il calice, ma non bevete da un solo calice. Datevi l'un l'altro del vostro pane, ma non mangiate dalla stessa pagnotta. Cantate e danzate insieme e siate gioiosi, ma lasciate che ognuno di voi sia solo, come le corde di un liuto sono sole anche se fremono della stessa musica. Date i vostri cuori, ma non l'uno all'altro. Perché solo la mano della Vita può contenere i vostri cuori. E state insieme, ma non troppo vicini: Perché le colonne del tempio sono separate, e la quercia e il cipresso non crescono l'uno all'ombra dell'altro".
🗝 E alla mia conversione il Signore mi disse di raggiungere tutte le genti che potevo e portare loro la buona novella. Studiando la Parola di Dio sentii ben presto, che per il mio modo di vivere, il mio cammino più giusto era seguire le orme di Paolo, che ormai ex-fariseo e libero da qualsiasi altro legame, ha iniziato a camminare, per tutta la Giudea e la Samaria, testimoniando la buona notizia della salvezza e dell'amore di Cristo, fino ad arrivare a Roma, dove scrisse tra l'altro, quel meraviglioso capitolo sull'amore, che oggi sulla Bibbia si può leggere e meditare in 1 Co. 13, e fu questa una delle ultime lettere, che egli riuscì a scrivere prima di venire decapitato. Cosi, decisi di impegnarmi, per seguire i suoi insegnamenti ed i suoi passi ed iniziai a camminare sui diversi cammini riconosciuti di tutta l'Europa, a partire proprio dai 7 cammini di Santiago, e continuare con la Terra Santa e la Via Francigena cammino di Roma.
"Noi però, a differenza e a grande vantaggio, in questa corsa da atleti cristiani è che abbiamo la possibilità di vincere la gara in tanti per ricevere il premio incorruttibile. L'eternità insieme a lui e la vera vita in un mondo senza più dolore, senza morte e senza guerre, nè malattie e nè povertà, ma solo fratellanza e amore". Lode a te Signore!
(1 Co. 9:19-27)
Por lo cual, siendo libre de todos me he hecho siervo de todos para ganar a mayor numero.
"Per cosa vivo?... Vivo per i momenti straordinari, per le cose che rendono la mia vita enormemente divina. Vivo per i gerani rossi che si rovesciano dai vasi blu; per la luce del sole sull'acqua; per la fragranza della pioggia. Vivo per ascoltare la poesia dell'alba, i passi dei miei figli, il sussurro dell'amore - e in qualche modo, vivendo questi momenti, sono diventato ciò che ho scelto di vedere".
Heather K.O'Hara
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"What do I live for? ... I live for the extraordinary moments, for the things that make my life so divine. I live for the red geraniums spilling from blue vases; for the sunlight on the water; for the fragrance of rain. I live to hear the poetry of the dawn, the footsteps of my children, the whisper of love - and somehow, living these moments, I have become what I choose to see".
La psicologa dice di buttare fuori la tristezza e di fotografarsi per rendersi conto, una volta superata la bufera, di quanti momenti tristi si sono superati senza mai perdersi.
E allora piango, piango da non capire più nulla anche per delle ore intere, succede spesso in questi giorni che io passi anche intere giornate a fumare e piangere sul balcone di casa.
Fotografo la tristezza in bianco e nero, perché mi è sempre piaciuto così. Credo sia più autentico, non lo so.
Dopo la seduta dalla psicologa, sono andata a prendere un caffè in un bar del centro per cercare di rasserenarmi un po'.
Ho percepito gli occhi della barista addosso, mi sono chiesta cosa avesse da guardarmi, non ho tolto gli occhiali scuri e ho aspettato che passasse a chiedermi cosa volessi.
Un caffè, macchiato, per favore.
Resto seduta in vetrina a guardare la gente che passa con i sacchetti in mano, i tram, i bus e io invece non riesco davvero a muovermi di un solo passo e penso che certi lunedì sono solo l'agglomerato della merda del weekend.
Poi ti rimangono solo i lividi con cui fare i conti, con cui fare pace o con cui scegliere di convivere. Ma è difficile. Scegliere di lunedì è estremamente difficile.
Oggi con la psicologa si parlava del fatto che se qualcosa per essere stabile deve essere immune a qualsiasi tocco, spintone o folata di vento, è dichiaratamente la cosa più instabile al mondo; e sì, credo che sia vero. Quando non hai più modo di costruire puoi almeno cercare di mantenere, è il compromesso per non distruggere.
Ho mandato messaggi subliminali a persone sorde di cuore e ora mi sento vuota, in un modo nuovo. E ripenso alle promesse, oneste, ma grosse, e penso che non sono degna dell'amore di nessuno, della parola di nessuno e mi chiedo perché. Perché.
Ci sono canzoni che non riesco più ad ascoltare e il mio Spotify pare farmelo apposta. Oggi non è proprio giornata.
Ricordo come sia stato a suo modo straordinario passare dalla felicità estrema al dolore più profondo nello spazio di un'ora.
Vederti sorridermi e guardarmi come sempre (o forse no, forse ero troppo felice per rendermi conto di quello che stava per succedermi) e poi vederti chiudermi la porta per far entrare qualcun altro.
Ricordo il timore, la paura, l'ansia, il respiro che iniziò a mancarmi quando vidi lei uscire dalla stanza e dirigersi verso la tua porta.
Ricordo come uscii dalla camera intimorita, consapevole di quello che stavo per affrontare e al tempo stesso così coraggiosa da volerlo vedere, da voler constatare che quello che più temevo era accaduto.
Ricordo come le parole mi morirono in bocca quando iniziai a urlare il suo nome come se stessi cercando una persona cara che non si trova più, e invece io urlavo perché speravo di vederla da qualsiasi parte pur di scoprire che non fosse nella tua stanza.
Però in fondo al mio cuore sapevo che l'avrei trovata lì, forse l'ho sempre saputo ma ero troppo spaventata per crederci.
E fu quando iniziai a sentire la sua risata e i baci dentro la tua stanza che io morì per la prima volta. Ho sentito un abisso scavarsi dentro il petto mentre decisi di aprire quella porta.
Con tutto il coraggio del mondo mi mostrai forte ad affrontare quella pugnalata alle spalle e a imprimere nella mia mente quell'immagine atroce per il mio cuore.
Un'immagine che non dimenticherò mai, che ha cambiato per sempre la mia visione dell'amore e che è scolpita nella mia anima con tutto il dolore che mi ha causato.
Ti ho trovato con un accappatoio nero, i capelli bagnati tirati indietro e lei in pigiama mentre vi baciavate.
E ricordo benissimo che nonostante l'immagine avessi davanti riuscii a pensare "quanto è bello", come a volermi fare più male.
Quanto avevo pregato per non vivere quel momento, perché mi fosse risparmiato, per essere ancora io fra le tue braccia, per continuare a ridere insieme.
Avevo implorato tutto l'universo per non trovarla lì con te, con lo stesso sorriso mio quando ero al suo posto, perchè questo è l'effetto che provochi a chiunque ti passi accanto e che tu voglia disegnare come tua prossima vittima.
Piansi tutte le lacrime che avevo in corpo, vomitai, non dormii e non mangiai per una settimana. Camminavo e talmente ero debole che mi ritrovavo a terra, soprattutto quando un ricordo mi attraversava la mente e perdevo l'equilibrio e il controllo di me stessa.
Mi chiudevo la bocca mentre piangevo per non farmi sentire o a volte mi lasciavo andare nella disperazione più totale arrivando a tossire e soffocare.
Quella stanza era una prigione, un incubo, non riuscivo a respirare.
Mi hai fatto male più di qualsiasi altra persona abbia incontrato in vita mia. Mi hai svuotata del mio amore per la vita, per le persone, di ogni possibilità di essere felice e serena. Hai spazzato via la Federica che esisteva prima di conoscerti e non riesco più a recuperarla.
Mi hai tolto più di quanto tu creda, tu che non pensi mai alle conseguenze e non t'importa di ferire la gente, tu che pensi solo a te stesso e non dai indietro quello che le persone ti danno.
Il mio amore te lo sei preso, il mio volerti bene ti è piaciuto fintanto che ne avevi bisogno. Poi lo hai gettato via alla prima nuova occasione, alla prima nuova scintilla.
Ed io che dopo tutti questi mesi continuo a spendere del tempo per pensare a te, per scrivere di te, per ricordare il bene e il male che mi hai fatto vivere. Tu che non mi pensi neanche per sbaglio, tu che vai avanti con la tua vita ed io che rimango ferma a te, a un anno fa, al tuo profumo, che quando lo sento per strada scappo e mi salgono le lacrime agli occhi. Io ancora ferma alle tue finte attenzioni e al tuo viso e tu che il mio l'hai già dimenticato per farne spazio a mille nuovi.
Dicono che il tempo guarisce, ma io vedo passare giorni, mesi e continuo ad avere te al centro del mio mondo. E quando forse, per miracolo, non lo sarai più, chi sarò io?
Si deve sapere che una qualunque azione di bene scioglie una porzione di caos...
Non è una norma morale, bensì una sentenza scientifica, poiché ogni impulso alla gentilezza o alla Luce accende i fuochi migliori, che fondono la materia della personalità donandogli una nuova forma purificata: "Il fuoco dello spirito ha lo stesso potere di quello che fonde i metalli." (Infinito, 42)
E ancora... si deve sapere che, qualsiasi atto di bene, scatena la furia delle tenebre.
I tiepidi ora penseranno che sarà meglio astenersene, per ragioni di sicurezza, e sono numerosi coloro che per questo motivo non alimentano le fiamme del Fuoco.
Non sta accadendo forse davanti ai nostri occhi?
Sono i grigi...
Costoro, hanno spento i loro fuochi e vivono nelle tenebre. Ma gli spettri che vi dimorano sono disgustosi, e chi teme la bontà scivola nel pozzo dell'Abisso.
Il Maestro insegnò l'importanza dell'amore, ma la Sua lezione è stata molto deformata. Neppure la semplicità delle Sue parole bastò a proteggerla, perché si trovò modo di interpretarla secondo il tornaconto di alcuni, e la presunzione e l'arroganza di altri.
Come detto più volte, per ricevere l'insegnamento opportuno dai passi evangelici, occorre entrare in primis in uno stato d'innamoramento, e in secundis in una condizione di fluidità psicologica.
Nell’espulsione dei mercanti per esempio, quel Tempio può indicare anche lo spirito umano, dal quale cacciare il pensiero freddo come "brezza d'acciaio", parafrasando i Pink Floyd. Nessuno si sogna di vietare il commercio delle necessità quotidiane, ma i mercanti devono attendere ai loro affari con il cuore innamorato.
Qualunque elemento della vita può essere spiritualizzato. Qualunque cosa, qualsiasi pensiero.
... ma al Sistema non sta bene!
Se, come suggerito da Frate Francesco, inclinassimo l'orecchio del cuore, e liberassimo lo sguardo dall'identità, potremmo udire in questo periodo risate di scherno: le forze oscure sono in preda alle convulsioni, e vorrebbero che i suoi servi restino schiavi.
Ecco perché un pensiero di bontà provoca la furia del male. Ma abbiate Fede e restate verticali, innanzi anche alla più orrida delle sue smorfie, giacché il primo dovere di un'anima incarnata è rivelare la propria natura mediante una personalità trasfigurata.
Nell'innocenza del mio pensiero mi ritrovo a fare domande stupide e curiose alle persone che conosco, del tipo "Cosa ti piace di una persona? Cosa vedi per prima? Cosa ti colpisce del suo modo di pensare?" per poi finire a domande più infantili come "cosa intendi per amore?" e parte di solito un lungo monologo in prima persona sulle proprie esperienze soggettive. Ma ieri dietro al gazometro, a due passi dal Tevere, su quel ponte di ferro, queste domande me le hanno ribattute, le hanno fatte a me. E io sono un infante nella vita, vedo molte cose con innocenza e molte cose con gli occhi di un bambino che le scopre per la prima volta. E la mia risposta sull'amore è stata del tipo "se dovessi ricondurre un sentimento a un discorso di sinestesia, direi che l'amore lo puoi descrivere con i colori e dire che l'amore che una persona ti ispira è uno spettro di colori sfumati che può includere alcuni o molti colori" e il disappunto nei miei confronti è che io sono poliamoroso mentre le persone che hanno ascoltato intendono l'amore come esclusivo e la loro definizione d'amore è più simile alla mia che a qualunque altra loro abbiano mai letto o sentito. In questa innocenza io ascolto i loro discorsi e rispondo con sensazioni che loro non riescono a comprendere, però mi tengo in un cassetto le loro considerazioni, le annoto, e le confronto (stupida statistica che faccio per lavoro).
Una larga fetta di persone che conosco intendono l'amore come totalizzante, come qualcosa che devi possedere e come un sentimento che deve farti male per sentirlo. È una concezione comune, un sentimento condiviso. Quando parlo di colori, di sensazioni, la concezione è quella di possederla, di averla a disposizione. E non posso dire nulla, quel sentimento è forte, liberatorio, immenso. La discussione continua e io chiedo, perché loro ne hanno un'idea precisa, cosa intendono per tradimento, quando la persona con cui hai questo rapporto d'amore sente amore verso un'altra cosa, e l'idea comune è "gli manca qualcosa", con conseguente stare male perché quel qualcosa non la si ha. E io qui ho un blocco e un mare di curiosità, quel sentimento di mancanza non me lo riesco a spiegare, non è dentro di me, e spiegare questa cosa (che entra nello spettro della gelosia) è logorante. Sono stato in diverse relazioni, in una tossica, in una esclusiva e molto molto chiusa, in una aperta (questo è un capitolo a parte, lo vivo tuttora e non vorrei fare altro se non viverla per tutta una vita). Contro me trovo scetticismo, trovo quasi rabbia, mai indifferenza. Come se io non potessi provare quello che provano loro perché ho una diversa concezione, non provo gelosia, non ho una visione totalizzante e dolorosa dell'amore, non uso delle parole che a loro sembrano adeguate. In definitiva io per loro non provo amore e non posso parlarne. Le prime volte era doloroso, mi sono sentito sbagliato, ho dato di matto, ho perseguito un modello d'amore che mi faceva del male, perché è distruttivo provare amore per diverse cose, diverse persone, e sentirsi rimbalzare perché la mia non è una visione totalizzante ed esclusiva. L'amore che provo non mi completa, non è quello a cui aspiro, a me piace essere incompleto, ho questo vuoto che devo riempire con curiosità, sentimenti, sensazioni, gioie, dolori, eventi. L'amore che provo è una sensazione d'estasi per qualcosa che posso ammirare e condividere come se fosse il mare, come se fosse un quadro di Waterhouse o Turner, è uno spettro di colori che osservo e mi colpisce e mi trapassa ed esce in maniera diversa perché l'amore perturba ogni mio sistema nel modo in cui può farlo perché ogni amore è diverso, ogni amore ha la sua natura e io non voglio e non posso possedere la natura o sentirmi esclusivo per essa.