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#impastare
laura-bitoni · 1 month
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Best yeast-free flatbread instead of bread – bake cakes on kefir in the oven
Today, at your request, I will show you the simplest recipe for unleavened flatbread dough made from kefir or any other fermented milk product, be it fermented baked milk, matsuri, yogurt, or yogurt. Flatbreads made with this dough can be baked in the oven and fried either in a dry frying pan or in oil.
It contains only 4 ingredients – flour, kefir, salt, and soda. By the way, the same dough makes quick soft pies
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erreshopit · 1 year
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Il Sbattitore elettrico Girmi SB03 giallo è l'alleato perfetto in cucina per impastare e frustare senza fatica. Grazie ai suoi torciglioni, impastare diventa un gioco da ragazzi, mentre le fruste garantiscono una montatura perfetta in pochissimo tempo. Acquista ora il tuo Sbattitore elettrico Girmi SB03 e scopri la comodità di avere un alleato affidabile in cucina! #sbattitore #sbattitoreelettrico #girmi #impastare #frullare #cucinafacile #cucinarechepassione #attrezzidacucina #sbattitoriogiratorio #torciglioniperimpastare #facileutilizzo #versatile #affidabile #montatureperfette #velocitàregolabile #comoditàincucina #consiglidicucina #strumentidacucina #acquistaintelligente (presso Castelnuovo Vomano) https://www.instagram.com/p/CosnB1IITla/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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moonuuwu · 6 months
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Pov: when u miss out spanish lesson
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il-gualty1 · 7 months
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Impastare, massaggiare, modellare, plasmare. pensare, coccolare, così in ordine sparso …
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a-dreamer95 · 1 month
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Quando muore una persona, ci vuole del tempo per abituarsi a quella assenza. Non entrerà più dalla porta, non sentiremo più la sua voce. Bisogna darsi il tempo di accettarlo, affinché quel buco vuoto venga riempito da altre cose. Quando muore un amore è la stessa cosa. Quei sorrisi, quei baci, quella complicità, non fanno più parte della nostra vita. È straziante. Se ti sparano a una mano, non puoi pensare di impastare il pane il giorno dopo. Ma un giorno tornerai a farlo. Perché il tempo cura tutte le ferite. Prenditi cura di te stesso. Fatti dei regali come a una persona a cui si vuole bene, cioè fai le cose che ti piacciono, che ti fanno stare bene. La gente che ci usa e ci umilia crea una destabilizzazione emotiva, è una cosa deleteria per la mente e per il corpo. Esiste poi il rimorso, i ricordi belli soppiantano quelli negativi e si manifesta una certa nostalgia, o magari si comincia a star male da soli e si cerca di recuperare al meglio qualcuno che si conosce già. Non siamo macchine, ogni nostra decisione lascia tracce nel nostro spettro emotivo, e quest'ultimo influenza il nostro modo di agire. ❤️
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finestradifronte · 4 months
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I consigli beauty di Finestradifronte
Dopo il colluttorio per struccarsi gli occhi al posto dell'acqua micellare... dedicato a @2delia non perché ne abbia bisogno ma solo nell'intento di farle rimpiangere i reblogghi rispetto a miei contenuti originali... ecco in esclusiva per voi un consiglio beauty economico ma soprattutto efficace!
La domenica mattina ancora stropicciate di sonno vi guardate le mani e con orrore le vedete secche bresche* e avizzite ? Niente paura ! Per la gioia di tutti (garantita) procedete ad impastare la crescente con i ciccioli (detta gnocca*), ricetta originale sorelle Simili. Quando aggiungerete il pizzico di strutto (100gr/kg e non si scherza) NON lavatevi subito le mani ma massaggiatevelo ben bene con cura come fosse un siero di Dior. Quanto tempo? Giusto il tempo per ripetere con me : "sarà anche la ricetta doc delle Simili ma di ciccioli mettetene 500 gr e se avete 2 cotiche mettetecele sopra prima di infornare". Sciacquate non troppo con acqua calda e avrete le manine di una ventenne (capito @blackmammaaa @agirlinamber e tutte le altre vecchie di m* ????). Peccato che tutti presi dalla gnocca nessuno se ne accorgerà...ma in fondo ci facciamo belle per noi stesse nooooo?!??!!!
*traduzione @nicolacava
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annaeisuoipensieri · 4 months
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E poi, ci sono quegli appetiti...
Una donna può desiderare follemente essere vicina all’acqua, o a pancia in giù, con la faccia nella terra, a odorare quel profumo selvaggio.
Può aver voglia di correre nel vento, o di piantare qualcosa nella terra.
Può aver voglia di impastare e mettere nel forno, immersa nella farina fino ai gomiti.
Può aver voglia di salire sulla montagna saltando di roccia in roccia e facendo risuonare la sua voce.
Può aver bisogno di ore di notti stellate, quando le stelle sono come cipria sparsa su un pavimento di marmo nero.
Può sentire che morirà se non potrà danzare nuda nella tempesta, sedere in perfetto silenzio, tornare a casa sporca di inchiostro, di pittura, di lacrime, di luna... d'amore.
~ Pinkola Estés
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petalididonna · 4 months
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Rimedi naturali per l'arrivo del freddo
- Coprirsi il collo con una sciarpa, possibilmente non sintetica e possibilmente che porti ancora un profumo o almeno un ricordo
- tenersi al caldo i piedi, pancia e reni con calzini e maglioni di lana
- non accendere condizionatori e i termosifoni, solo se due coperte non bastano
- raccogliere fiori da portare in casa quando piove, altrimenti fermarsi a guardarli
- preparare zuppe di verdura, calde
- impastare il pane
- prendere una decisione
- farsi una tana con quello che ti pare e dove ti pare, con accesso singolo e privato: andarci ogni volta che chiama
- Annusare spesso olio di lavanda, di rosmarino e limone
- piangere, se necessario
- ridere, quando capita
- baciare, per chi può
- stare a letto con la coperta sopra gli occhi a inventare favole, poi farle diventare neve e vere
- camminare
- andare a tenere compagnia al bosco
- consolare il mare
- costruire un aquilone ed aspettare il vento
- appoggiare la testa sulla spalla dei nonni e se non ci sono, sulla corteccia di un albero
- rifare il letto tutte le mattine e una vita ogni giorno
- dire la verità
- scrivere lettere e consegnarle
- leggere libri per bambini
- avere una canzone per colazione, pranzo, merenda e cena
- bere centrifugati di frutta e verdura ( il più buono per me è mela e barbabietola)
- accompagnare il prato
- semplificare
- semplificarsi
- dimenticare
- amare quello che c'è, quello che non c'è, non c'è
- svelare i segreti
- cercare e trovare un carillon e usarlo, quando serve
- spogliarsi di tutte le foglie e tremare
- inginocchiarsi dove vuoi
- mettere le mani dentro alle maniche lunghe e sventolare le braccia
- registrare la pioggia e ascoltarla ad ogni paura, ché l'acqua scioglie tutto
- sedersi su uno scalino con il viso tra le mani
- accarezzarsi le ciglia
- respirare
E poi danzare e danzare in ogni stanza e in ogni angolo della terra.....
La Raccontadina
Accarezzarsi sotto i maglioni❤️
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smokingago · 6 months
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Non solo poesie e sogni, mi piace anche cucinare, purtroppo ho tempo solo nei fine settimana, ma anche qui ci metto tutta la mia passione, oggi gnocchi di zucca mantovana (rigorosamente coltivata nel mio orto).
"Sono persuasa che la cucina rivela in una persona il suo rapporto con la terra, i senso, il corpo e il… sesso. Ci mette allo scoperto. Chi ama il cibo ama la carne. Chi è capace di passare tre ore a palpare, tritare, impastare, pelare, grattugiare, affettare, per un piacere così effimero come un pasto, è un gaudente di primo ordine. Un essere pieno di sensualità."
Anne Plantagenet
#fotomia
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difensoredelfocolare · 11 months
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Parigina, ma quanto è buona?
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La pizza parigina è una pizza rustica tipica della cucina napoletana: una morbida pasta per la pizza farcita con pomodoro, prosciutto cotto e fiordilatte (o provola) e ricoperta con della pasta sfoglia.
A dispetto dei tanti ingredienti è una ricetta semplicissima da realizzare, basta avere solo qualche accortezza in fase di cottura. Ma veniamo alla ricetta.
Ingredienti per una teglia 40×30 cm
Per la pasta della pizza:
350 g di farina “0”
210 g di acqua
3 g di lievito di birra fresco
8 g di sale fino
olio extravergine d’oliva
Per il ripieno:
200 g di passata di pomodoro
150 g di prosciutto cotto
180 g di fiordilatte (o di provola)
olio extravergine d’oliva
sale
Per la copertura:
Pasta sfoglia
1 tuorlo
1 cucchiaio di latte
PREPARAZIONE:
In una ciotola versate la farina, aggiungete il lievito sbriciolato e metà dell’acqua. Poi iniziate a impastare;
Amalgamati tutti gli ingredienti unite il sale e la restante parte d’acqua e trasferite l’impasto su un piano da lavoro;
Impastate per cinque minuti, unite l’olio e continuate a impastare;
Mettete il vostro impasto a lievitare in una ciotola coperto con pellicola per un’ora a temperatura ambiente e poi 12 ore in frigorifero;
Il giorno dopo riprendete l’impasto e rovesciatelo su un piano di lavoro, poi passatelo nella semola e tirate tutti i lembi verso l’interno in modo da formare una pagnotta;
Prendete poi un lato dell’impasto tirandolo verso di voi e chiudete il filoncino, girate di 90 gradi e ripete l’operazione;
Mettete il panetto in una ciotola oliata e fate lievitare fino al raddoppio;
Preparate il ripieno scubettando il fiordilatte ben asciutto e condendo la passata di pomodoro con olio e sale;
Quando l’impasto sarà raddoppiato ungete una teglia, rovesciatevelo all’interno e stendetelo allargandolo su tutta la teglia;
Conditelo con non troppo pomodoro, il prosciutto cotto e la mozzarella, lasciando un centimetro e mezzo dal bordo;
Stendete poi la pasta sfoglia e sbattete un tuorlo con il latte;
Spennellate il bordo della pizza con l’uovo e il latte e coprite con la sfoglia facendola ben aderire, poi bucherellatela e spennellatela con il tuorlo;
Cuocete la parigina in forno già caldo a 200°C, prima per circa 10 minuti sulla base e per altri 15 nel ripiano medio. Sfornatela, fatela intiepidire e tagliatela.
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alessandrom76 · 4 months
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il barattolo di biscotti
nel regno, già proprio in quel regno di cui vi ho già raccontato, c'era un pasticciere bravissimo; era panciuto e paffuto, e nonostante le sue torte fossero bellissime e i suoi pasticcini sopraffini, quello in cui riusciva meglio era sfornare dei biscotti deliziosi: tondi, semplici, eppure buonissimi. erano così buoni che se avevi avuto una brutta giornata, ti bastava morderne uno e subito tornava il buonumore.
un giorno però il pasticcere decise di partire, fu irremovibile nella sua decisione. allora salutò tutti e fece due regali alla regina: per prima cosa le donò un barattolo bellissimo, stracolmo di biscotti e poi le diede le chiavi della sua vecchia bottega; quindi, sorridente e carico di valigie partì.
la regina subito ordinò di portare il barattolo a palazzo e di chiuderlo con un lucchetto che solo lei poteva aprire e poi... poi passarono un po' di giorni e accadde una cosa strana.
ogni volta che la regina si sentiva triste, o aveva semplicemente voglia di un biscotto, si avvicinava al barattolo... ma si tratteneva, e mordendosi le labbra si costringeva a rinunciare a quel piccolo piacere, a quella piccola dolcezza che oramai forse più che piacere era per lei vera e propria medicina.
così passarono i giorni e lei divenne sempre più triste, ma sempre più decisa a conservare il suo dolce tesoro.
e venne la sera della festa in paese e, come da tradizione, la regina uscì per salutare il suo popolo e, come ogni anno, si sedette sul trono approntato al centro della piazza e piano piano salutò tutti quelli che venivano a renderle omaggio.
fu ad un certo punto che arrivò una bambina... poco più di un soldo di cacio, con un grande sorriso di denti da latte e le ginocchia sbucciate per le cadute durante le corse e i giochi con gli amici.
« perchè sei triste? » le chiese la piccola. « oh... ma io non sono triste » rispose la regina. « non è vero, io lo so, lo capisco. perchè anche io quando mi faccio male cerco di trattenere le lacrime, ma poi, se proprio non ce la faccio, mangio uno dei biscotti magici che mi ha regalato il pasticciere prima di partire... come questo. » la bambina prese dalla tasca un biscotto, mezzo sbriciolato « mordilo, ti farà stare bene, è l'ultimo che ho, ma spero sia abbastanza. »
la regina strabuzzo' gli occhi, e scoppiò in lacrime. finalmente capì. finalmente comprese cosa fare dei regali del pasticciere.
ordinò subito alle guardie di portare il barattolo di biscotti in piazza e di romperlo in mille pezzi. i biscotti fuoriuscirono e si riversarono golosamente sul tavolo e formarono una piccola montagnola di dolcezza, e tutti ne mangiarono.
e per una sera tutti furono felici.
per una sera.
...
e adesso lo so, mi chiederete: « ... e poi?... dopo quel giorno? »
beh non tutte le storie hanno una fine, e nemmeno questa ce l'ha. perchè le storie spesso non finiscono, ma continuano. comunque, se proprio lo volete sapere, il pasticciere non tornò mai più nel regno, e i biscotti magici scomparvero per sempre.
ma se passate di lì, ogni giorno, poco prima dell'ora della merenda, sentirete un dolce profumo arrivare da una vecchia bottega, allora, guardando attraverso una finestrella, vedrete una regina impastare e infornare piccoli biscotti, semplici e tondi. se siano buoni non lo saprei dire, e men che meno so se rendano felici a mangiarli...
... ma quello che so, quello che ho visto, è che la regina, con le mani impiastricciate e tutta sporca di farina, sorrideva.
@alessandrom76
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mirendifelice · 5 months
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Attività di oggi: impastare una pizza per stasera e scrivere la tesi
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il-gualty1 · 1 year
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Impastare, massaggiare, pensare, coccolare, in ordine sparso …
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umi-no-onnanoko · 6 months
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Cucinare per non pensare è un buon metodo ed impastare rilassa per qualche minuto.
Buon appetito
-umi-no-onnanoko (@umi-no-onnanoko / 10.10.23)
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dania72 · 1 year
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Mi chiamo Paolo, 37 anni e faccio il muratore.
Cioè, faccio…
Diciamo che io sono un muratore. Perchè io da quando ho memoria, ho memoria di calce, di cazzuole e di foratini.
A scuola non m’è mai piaciuto andarci. Troppo noioso. Invece quando c’era da andare al cantiere col nonno era festa. Che a me quella cosa di mettere i mattoni in fila è sempre piaciuta.
Io a 10 anni sapevo già impastare il cemento. A 13 bevevo già la birra con la gazzosa e a 14 ho tirato su il primo muro tutto da solo.
A 16 il primo contratto vero e a 20 sono entrato in un’impresa edile bella grossa.
Da lavorare c’è sempre.
Magari certi momenti c’è crisi ma tra lo stipendio e i lavoretti alla fine me la cavo sempre.
È un mestiere duro e diventa sempre peggio. La gente ha fretta ma io non mi faccio fregare. Il presto è nemico del bene.
I clienti se c’è da aspettare aspettano che i tempi di consegna tanto sono solo un’opinione.
Al cantiere si cerca di lavorare sicuri. Ma a volte tutta quella dannata fretta toglie un po’ di prudenza.
Quando ci sono penali da pagare i tempi di consegna diventano un’ opinione decisamente convincente.
Ultimamente cerco di lavorare un po’ meno. Almeno la domenica cerco di evitare qualche lavoretto.
Mia figlia Giorgia adesso ha 10 anni e voglio stare un pochino di più con lei. I suoi primi anni di vita me li sono persi. Sempre in giro per cantieri. I soldi non bastano mai. Ma neanche il tempo basta mai.
E io non lo so come ho fatto a buttare via in quel modo stupido tutto quel tempo.
No.
Non il tempo passato. Quello futuro.
Più di 20 anni di esperienza ed è bastato un piede messo male sul ponteggio. Avevo pure il caschetto ma quando cadi da tre metri non è che te ne fai un granchè.
Sono stato proprio un fesso.
Però tutta quella fretta e tutta quella stanchezza. Provateci voi a stare attenti 12 ore al giorno.
Adesso gli inquirenti indagano, i giornali si indignano e il mio padrone suda freddo. Ma tanto ormai che indagano a fare. Io non voglio mica niente.
A me porca miseria servivano solo 10 minuti in più.
Adesso sto qua che aspetto di passare dall’altra parte. C’è una fila da non credere. Solo dall’Italia ogni anno arriviamo in 1.000 come quelli di Garibaldi, ma niente giubbe rosse. Solo teli bianchi a coprire i nostri corpi freddi.
1.000 persone che la mattina escono per andare a lavoro e poi si ritrovano qui a far la fila per passare dall’altra parte. E io mai avrei pensato di trovarmi in fila con questi mille. A me m’hanno messo in camera con un bracciante che non ha visto arrivare il trattore e c’è anche un camionista che ha avuto un colpo di sonno.
Io sto qua e mi dispiace un casino. Mi sarebbero bastati 10 minuti.
Un minuto per fare gli auguri a tutti i lavoratori. Oggi è la loro festa e nonostante tutto è la festa anche di noi 1.000.
Un paio di minuti sarebbero stati per nonno. Volevo dirgli di non sentirsi in colpa. Io sono stato felice di essere diventato un muratore come mi ha insegnato lui. Che a me sta cosa di mettere i mattoni in fila è sempre piaciuta.
Un paio di minuti per mia moglie. Ci sono un sacco di cose che non sono mai riuscito a dirle. E di certo non sarei riuscito a dirgliele in due minuti. Ma volevo esser certo che le abbia capite.
Cinque minuti con Giorgia. L’avrei solo abbracciata. E le avrei detto di ricordarsi sempre di chiudersi il giubotto. Che quella di inverno va in giro col va giubotto aperto e poi s’ammala.
E io da quassù non glielo posso più abbottonare…
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Emiliano Milucci
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fallimentiquotidiani · 2 months
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Ma hai solo amici scrittori? Gente normale no?
Perché gli scrittori non sono persone normali che usano le mani e la testa per scrivere al posto di usarle per impastare?
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