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#incantesimi
umi-no-onnanoko · 10 months
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dodematt · 6 months
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Incidero' col fuoco dei segni sul mio cuore E traccero' col sangue incantesimi d'amore Mi chiameran pagano e brucero' all'inferno Ma il mio spirito ora vola in questa notte d'inverno
Fino a te per venirti a cercare Fino a te per entrarti nel cuore Fino a te che non posso toccare Fino a te per restarti nel cuore Raccogliero' dei fiori per farti una ghirlanda E mischiero' i miei semi per farne una bevanda Mi chiameranno strega e brucero' all'inferno Ma il mio spirito ora vola in questa notte d'inverno
Fino a te per venirti a cercare Fino a te per entrarti nel cuore Fino a te che non posso toccare Fino a te per restarti nel cuore
incantesimi d'amore - 270 bis
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littlevioletmoon · 2 years
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Conosco un incantesimo che trasforma i pensieri normali in stupore e immaginazione.
Si chiama campo di lavanda.
Fabrizio Caramagna
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ragazzoarcano · 2 years
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“Ci sono canti e parole che sono magie, e amori in volo che sono incantesimi dell’anima.”
— Alda Merini
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ADDIO MALOCCHIO E INVIDIE?
ADDIO MALOCCHIO E INVIDIE?
IL SEGRETO PER ANNULLARE AL 101% MALOCCHIO INVIDIE MALEFICI ? ANTIDOTO ALLE INVIDIE DI AMICI E PARENTI OGGI O MAI PIU’? COME AIUTARE IL TUO CARO CHE NON VUOLE ESSERE AIUTATO… FAI SPARIRE LE ENERGIE NEGATIVE, I MALEFICI, IL MALOCCHIO, L’INVIDIA ANCHE DA SOLO… MALEFICI, INVIDIE E SUOI DERIVATI E SOLUZIONI MENTALI… IL SEGRETO DEI SEGRETI PER SUPERARE LE ENERGIE NEGATIVE SOTTO OGNI NOME… SOLO…
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daimonclub · 6 months
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Letteratura, religione, morti e psicologia
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Libro dei morti Tibetano Letteratura, religione, morti e psicologia. Questo articolo analizza l'importanza della letteratura alla luce dei vari libri dei morti nelle diverse religioni e soprattutto il legame tra letteratura, morti, immagini e psicologia all'interno del libro rosso di C.G. Jung, attraverso un estratto di una conversazione tra James Hillman e Sonu Shamdasani riportata nel libro Lament of the Dead: Psychology After Jung's Red Book, Il lamento dei morti in italiano. Il messaggio principale che ne sembra derivare è che, mentre i libri dei morti costituivano una guida per il defunto per arrivare nell'aldilà, il libro rosso, così come buona parte della migliore letteratura, costituisce al contrario una guida suggerita ai vivi da parte dei defunti per raggiungere la tanto agognata consapevolezza della nostra esistenza. Carl William Brown Volgiti ai morti, ascoltane il lamento e prenditi amorevolmente cura di loro. Carl Gustav Jung Ovunque vado trovo che un poeta è stato lì prima di me. Sigmund Freud Ciò per cui i morti non parlavano, da vivi, te lo possono dire, da morti: la comunicazione dei morti è una lingua di fuoco al di là del linguaggio dei vivi. T.S. Eliot Lo scopo della letteratura è trasformare il sangue in inchiostro. T.S. Eliot Le tre grandi divinità madri dei popoli orientali sembra fossero generatrici e annientatrici insieme; dee della vita e della fecondità nello stesso tempo che dee della morte. Sigmund Freud D’ora in poi voglio immaginarmi la morte come una tenera e affettuosa mamma che con estremo amore, stringendomi sorridente al suo seno per tutta l’eternità, invece di darmi la vita me la toglierà. Carl William Brown
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Il libro dei morti egiziano Abbiamo ucciso i morti, e adesso ci aggiriamo in una vita che è poco più di un pregiudizio, lontani dalla pienezza dell'esistenza. Ecco il sintomo collettivo, la malattia di cui soffre la nostra cultura, e che le psicoterapie tentano invano di sanare. Lo intuì un secolo fa C.G. Jung, quando iniziò quella discesa nei propri abissi inferi che avrebbe speso anni a trascrivere, calligrafare e corredare di immagini sfolgoranti, consegnando poi il testo a un silenzio infranto solo nel 2009, con l'edizione che lasciò stupefatti: il Libro rosso, favoleggiato da tempo nelle cerchie junghiane, vedeva finalmente la luce e la sua unicità ancora da decifrare scuoteva non solo l'edificio della psicologia analitica ma ogni altra costruzione concettuale eretta sul territorio della psiche. James Hillman Pensiamo che ogni elaborazione mentale faccia parte del Tagesrest, come lo chiama Freud: i residui diurni, immagini composite, la spazzatura della vita. Ma Jung dice che persino i nostri pensieri derivano dalle figure. Dunque il compito sarebbe riportarle alla luce, e il Libro rosso sembra fare esattamente questo. Jung permette alle figure di parlare, di mostrarsi. Addirittura le incoraggia a farlo. James Hillman Leggevo della pratica diffusa tra gli antichi egizi di aprire la bocca dei morti. Era un rituale e non credo sia possibile riprodurlo oggi, con le nostre mani. Eppure aprire il Libro rosso è un po' come aprire la bocca dei morti. James Hillman La religione è solo letteratura, ma la letteratura non è solo religione. Carl William Brown Ci vuole il sangue. L'opera è il «libro dei morti» di Jung, la sua discesa nel mondo infero, il tentativo di stabilire un rapporto con i morti. Jung si rende conto che se non veniamo a patti con i morti semplicemente non possiamo vivere, e che la nostra vita dipende dalle risposte che diamo alle loro domande rimaste senza risposta. Sonu Shamdasani Gli antenati. I morti. Non è una mera metafora, un messaggio cifrato per indicare l'inconscio o qualcosa del genere. Quando parla dei morti, Jung intende proprio i morti. E loro sono presenti nelle immagini, continuano a vivere. Sonu Shamdasani Nel commento al "Segreto del fiore d'oro" c'è un punto in cui Jung parla dell'importanza del lasciar accadere, o Gelassenheit, una lezione appresa da Meister Eckhart e analoga al wu wei dei taoisti, ovvero non fare nulla ma lasciare che gli eventi psichici accadano da soli. Lì ha luogo la relativizzazione: si consente l'emergere spontaneo delle figure, si fa un passo indietro e poi si tenta di valutare, di seguire ciò che ne scaturisce. Sonu Shamdasani I libri dei morti sono importanti in molte religioni, poiché contengono istruzioni, preghiere e rituali per assistere i defunti nel loro passaggio dall'esistenza terrena a quella dopo la morte.
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Carl Gustav Jung Nella religione egizia, il "Libro dei Morti" era una raccolta di testi funerari che venivano posizionati nelle tombe per aiutare il defunto a superare le prove del regno dei morti e a raggiungere la vita eterna. Il libro conteneva preghiere, incantesimi, formule magiche e istruzioni per la mummificazione. Anche nella religione tibetana, esiste un "Libro dei Morti", chiamato "Bardo Thodol", che fornisce una guida per il defunto attraverso i vari stati di transizione tra la morte e la rinascita. Nella religione cristiana, il "Libro della Vita" è menzionato nella Bibbia come un registro dei nomi dei giusti che godranno della vita eterna. Il Libro di Apocalisse, in particolare, contiene riferimenti al giudizio finale e alla risurrezione dei morti. In generale, i libri dei morti rappresentano un modo per la religione di fornire conforto e guida ai propri fedeli anche dopo la morte. Essi offrono una sorta di mappa per il viaggio verso la vita eterna, aiutando il defunto a superare le prove che si presentano nel loro passaggio nella dimensione successiva. Il "Libro Rosso" di Jung è un'opera privata e molto personale dello psicologo svizzero Carl Gustav Jung, che egli scrisse tra il 1914 e il 1930. Il libro, che originariamente venne tenuto segreto, fu pubblicato per la prima volta nel 2009, molti anni dopo la morte di Jung. Il "Libro Rosso" è una raccolta di appunti, disegni e riflessioni di Jung sui suoi sogni, le sue visioni e le sue esperienze interiori. È considerato un testo fondamentale della psicologia analitica, la teoria psicologica sviluppata da Jung, che sottolinea l'importanza dell'inconscio e del simbolismo nella vita umana. Nel libro, Jung descrive il suo viaggio interiore, esplorando le profondità della sua psiche e incontrando figure simboliche che rappresentano diverse parti di sé stesso. Egli considerava questo viaggio come un'esperienza spirituale e un processo di individuazione, ovvero il processo di diventare una persona completa e consapevole di sé stessa. Il "Libro Rosso" è una lettura impegnativa e complessa, ma è anche un'opera molto preziosa per chi è interessato alla psicologia analitica, alla spiritualità e all'esplorazione della psiche umana. Esso rappresenta una testimonianza unica della vita interiore di uno dei più importanti psicologi del XX secolo. Dal libro Lament of the Dead: Psychology After Jung's Red Book , Il lamento dei morti in italiano. SS: Abbiamo accennato all'importanza della letteratura. A suo avviso la letteratura cosa può offrire alla psicologia?
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Il libro rosso di C.G. Jung JH: Santo cielo, al momento è proprio il mio interesse principale. Ho l'impressione che il modo in cui comprendiamo le persone nella pratica della terapia sia terribilmente inadeguato: abbiamo i casi clinici, abbiamo i manuali diagnostici, che a loro volta contengono centinaia di categorie diagnostiche, ma non percepiamo mai la persona in carne e ossa. Nel XIX secolo, invece, e anche per parte del XX, i casi clinici erano scritti in modo tale da mostrare la calligrafia del paziente, ogni dettaglio della sua vita lavorativa, i resoconti dei suoi figli ... Tutto era condensato in relazioni tutt'altro che piatte e anodine. Al centro delle descrizioni c'era una sorta di figura immaginaria o letteraria. Oggi le statistiche riportate nei manuali diagnostici affermano che tot persone con un certo tipo di schizofrenia hanno una crisi dopo tot anni eccetera, e capisco che sia così, perché esiste una quantità sterminata di resoconti basati sulle prove di efficacia per quanto riguarda la prognosi, il trattamento e così via. È un approccio molto psichiatrico, molto medico. Tuttavia, se le figure basilari che determinano la vita di una persona non sono caratteristiche della persona stessa, tanto per cominciare, ma sono le figure incontrate da Jung e da centinaia di pazienti, perché non partire da lì per ottenere modelli o immagini che ci aiutino a capire che cos'è la vita di una persona, di che cosa è fatta l'anima di una persona? Prima che nascesse la psicologia, intorno al 1900 - la psicologia nel senso dei casi clinici, intendo -, c'erano i romanzi. Per tutto il XIX secolo Jane Austen, Tolstoj, Turgenev, Balzac misero in pagina le più straordinarie descrizioni della vita umana. Le tragedie, le sofferenze, lo humour, le stranezze, gli appetiti, la brutalità, le perversioni: nella letteratura c'era tutto. E la gente comune leggeva parecchia letteratura, o seguiva uno come Dickens nei suoi giri di conferenze, solo per apprendere quelle storie e scoprire com'era la vita. Ecco, mi sembra che il legame tra le figure sia di per sé una parte del lavoro di apprendimento: la pratica dell'immagine, vedere come le figure lavorano insieme, che cosa costruiscono, quale influenza esercitano. È esattamente ciò che faceva la letteratura, ciò che ha continuato a fare. Per molti versi è diventata più sofisticata, ma non ha smesso di parlare della vita delle persone. Le storie raccontavano di una donna che si sentiva male se qualcosa non andava per il verso giusto in famiglia, e allora si stendeva sul divano o sul letto, o sveniva; oppure di un uomo che faceva innamorare tutte le ragazze del quartiere. I romanzi erano pieni di questo ricco materiale descrittivo sulla vita, su come sia piena di ipocrisia, inganni, azioni meschine e crudeli, rifiuti, indifferenza e chi più ne ha più ne metta. Credo che la via per tornare a comprendere la natura umana passi dagli studi letterari, non dalle descrizioni scientifiche dei casi clinici, o dalle analisi statistiche, o da qualunque altra cosa venga insegnata agli aspiranti terapeuti. Sarebbe uno studio della vita attraverso la buona scrittura. SS: Capisco dove vuole arrivare, ma penso che lo status conferito alla letteratura sarebbe potenzialmente problematico, così come il modo in cui potrebbe essere intesa, perciò preferirei un linguaggio più neutro. Tuttavia la funzione che lei attribuisce alla letteratura è significativa. La descriverei come un fornire ricche articolazioni dell'esperienza. JH: Ottimo. SS: Nelle quali gli individui possono riconoscere se stessi e gli altri. Oggi le persone hanno a disposizione molte fonti, non solo la letteratura ... JH : Il teatro e così via.
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James Hillman SS: E paradossalmente, con il fallimento della sua volontà scientifica, la psicologia viene trasformata in un altro mezzo che fornisce articolazioni dell'esperienza. La si legge come letteratura. Non per niente, con la disfatta della psicoanalisi il suo ultimo rifugio sono state le facoltà letterarie. JH: È vero. L'ultimo baluardo. SS: Personalmente diffido dei giudizi di valore. A me interessa di più il modo in cui le persone usano le cose. In questo senso, le psicologie sono usate come veicoli per l'articolazione dell'esperienza, mediante i quali gli individui riconoscono se stessi e riconoscono gli altri, e trovano psicologie di loro gusto. Ho una certa remora a valorizzare una forma di articolazione dell'esperienza a discapito delle altre. JH: Immagino che dovrei usare la parola «storia» anziché «letteratura ». Ma non importa. Vorrei concentrarmi sulla «ricca articolazione dell'esperienza», come la chiama lei, ciò che permette di intuire la natura profonda delle cose. SS: La parola-chiave è «intuizione» . A mio avviso le psicologie più fortunate sono quelle che forniscono mezzi operativi semplici: sono abili nella microgestione dei rapporti umani e possono suggerire quale comportamento adottare nei confronti degli altri, ma non forniscono necessariamente intuizioni differenziate. Proprio la semplicità spiega il loro relativo successo. JH: Probabilmente dovremmo tornare alla questione della letteratura. Mi interessa molto, comunque, e uso il termine in senso ampio per indicare tutte le arti, compreso il grande teatro, in special modo quello greco, e Omero, Shakespeare e cosl via. La vera preparazione per il bravo terapeuta che deve comprendere la natura umana e decifrare la vita delle persone si trova ancora nella Natasha di Guerra e pace di Tolstoj, nel Falstaff di Shakespeare: sono le figure vive che rimangono con noi più di qualsiasi essere umano che abbiamo mai conosciuto. Quando dico che rimangono, intendo che sono realtà psichiche, e possiamo imparare di più dagli scrittori particolarmente accurati o brillanti o eloquenti che dallo studio dei casi clinici. Quello che si impara da un caso clinico si estende ben poco alle altre persone, alla vita, non è una lezione sempre valida. Perciò la letteratura va tenuta in gran conto. Il vero studio, per il terapeuta, consiste nel leggere di vite che non sono di persone reali ma che incarnano la parte profonda della vita umana, i poteri da cui siamo tenuti in vita e che i bravi scrittori articolano cosl bene. E non solo i bravi scrittori: questa è la cosa curiosa. C'è poi un secondo aspetto da considerare, e cioè il fatto che la psicologia stessa non dovrebbe basarsi sulle statistiche, sulla sociologia, in qualunque modo la si voglia chiamare, sulla realtà politica e così via, ma sulla storia vissuta da una vita umana e presentata dalla letteratura. Come facevamo a conoscere la psicologia prima ancora che esistesse? Nel XIX secolo le persone, in particolare le donne, leggevano - e scrivevano - romanzi e racconti straordinari, che permettevano di capire a fondo come siamo fatti, come funziona la psiche umana: i romanzi popolari, ma anche le grandi tragedie, che mostravano come gli Dèi intervengano nelle nostre vite. Per me questa è la base estetica del nostro studio, del nostro lavoro, che finora è sempre stato sulla strada sbagliata. La discussione sulla bellezza in Joyce e in Picasso non è ancora finita, Jung e gli junghiani non hanno affrontato a dovere la questione dell'importanza primaria della bellezza, e dunque dell'estetica, per la vita della psiche. SS: Se osserviamo le stesse questioni nel Libro rosso, vediamo che Jung evita il linguaggio concettuale, perché si rende conto che non è in grado di racchiudere il linguaggio dell'anima. E si tratta del linguaggio dell'anima, per quel che lo riguarda, perché il dialogo avviene tra lui e la sua anima. C'è bisogno di un linguaggio nuovo, letterario ma non finzionale, su questo Jung è molto chiaro. L'opera è tutta Wahrheit e non Dichtung , come dice a Cary Baynes, e fa il possibile per trovare un linguaggio che comunichi, che evochi il potere emozionale delle esperienze in questione.
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Sonu Shamdasani JH: Questo è l'importante. Oggi il linguaggio della psicologia non comunica nessuna emozione, non comunica la bellezza dell'esperienza che descrive. SS: È la differenza principale fra il linguaggio dell'evocazione come lo intendo io, che rimanda alle esperienze facendole echeggiare, e il linguaggio della spiegazione. La spiegazione - considerando il fatto problematico che Jung è coinvolto nel Libro rosso - uccide l'esperienza. Jung si dedica al linguaggio della spiegazione fino al 1912, ed è una cosa che lo lascia svuotato. JH: Svuotato come persona? SS: Sì. E lo sa il cielo quali effetti ha sui suoi pazienti e sui suoi colleghi. Perciò la questione è: che cos'è il Libro rosso? È ancora psicologia? Jung fatica a risolvere il problema. Alla fine si allontana dall'opera e torna a una forma di concettualismo, perché ha la sensazione che perderebbe la sua credibilità scientifica se si abbandonasse a quella forma espressiva. JH: Oppure trova inadatte le forme di cui si parlava poco fa, le forme estetiche e artistiche dell'epoca, e con la sua esperienza ha la sensazione di essere entrato in forme nuove che tuttavia non ha ancora formulato. È il pezzo mancante: la formulazione della nuova esperienza dell'anima senza regredire alla vecchia modalità concettuale. SS: E senza cadere nell'estetismo, come lo avrebbe chiamato Jung, l'idea di un'estetica che è mera superficie o apparenza. L'estetica ha anche un senso più profondo, usato per comunicare la profondità dell'esperienza. È l'estetica con cui ha a che fare Jung e che per molti versi è inelegante. Non siamo davanti a un libro ben scritto, e le raffigurazioni pittoriche non sono formalmente compiute, ma proprio per questo motivo l'opera è più efficace o più emozionante. Fa a pugni con le categorie estetiche dello stesso Jung. JH: Giusto. Tuttavia il guaio è che Jung si porta ancora dietro la separazione tra etica ed estetica avvenuta dopo la fine della Grecia antica. Se una cosa è solo estetica è dilettantesca, non è davvero impegnata, dunque è immorale o non etica. In ciò consiste l'estetismo. Ma non dimentichiamo che i romantici, i greci, gli uomini del Rinascimento ne avevano già discusso molto tempo prima. Jung viene da una tradizione - non so se chiamarla protestantesimo o altro - che ha già giudicato l'estetica a sé stante come priva di valore morale. SS: Ricollegandomi al discorso della cosmologia, credo che l'elemento cruciale sia l'espressione adeguata, appropriata, penetrante. A mio parere il linguaggio del Libro rosso è il più penetrante fra quelli usati da Jung proprio perché non è concettuale. Read the full article
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«Ehm ehm, riprendendo, la formula del giorno è Locomòtor Mòrtis» aggiunge i due accenti sopra le O, «ed è classificato come incantesimo di attacco, in quanto il suo effetto è di rendere rigida e immobile una parte del corpo, il movimento è puntare la bacchetta verso la parte che volete immobilizzare, per esempio il polso o una gamba, ed eseguire un piccolo fendente orizzontale, così» esegue il movimento per farlo vedere bene agli studenti. «E ora, tutti in piedi, bacchette alla mano» afferma, e non appena tutti eseguono questa azione, le sedie si muoveranno da sole per radunarsi al centro, in modo che sono schiena contro schiena. Tutte le sedie meno una. «Dovete usare il Locomotor Mortis per bloccare i vostri compagni dal prendere posto» in una sorta di gioco della sedia versione magica abbastanza singolare. Intanto dal grammofono inizia a suonare una musica jazz abbastanza movimentata, «quando la musica si fermerà voi dovete lanciare l'incantesimo, pronti?»
La destra è già stretta sul catalizzatore e si distrae solo per osservare la sedia che magicamente si allontana non appena si è messa su in piedi. Affila lo sguardo nel sentire la parte successiva della spiegazione e un sorrisetto le si delinea sul volto lattiginoso. Replica il movimento come allenamento un paio di volte e pronuncia la formula solo con lo scandire delle labbra senza emettere alcun suono. Lancia uno sguardo di sfida proprio a Jaemin e inizia a volteggiare come indicato dalla docente. Inizia già a concentrarsi durante quel girare costante seguendo come un’automa i movimenti dei compagni. Si concentra talmente tanto immaginando quasi il flusso di magia che all’interno delle proprie vene partendo dal cuore fluisce nella mano che stringe la bacchetta. Il cuore le martella, la presa sul catalizzatore è talmente tanto forte da averle reso le nocche quasi rosse. Sguardo fisso sul Serpeverde, adrenalinica. La musica si ferma e la mano destra scatta in aria, venendo puntata proprio verso il polso che regge la bacchetta di Jaemin. Esegue il piccolo fendente orizzontale in quella esatta direzione con uno scatto ben studiato del proprio polso. « Locomòtor Mòrtis! » esclama prontamente scandendo bene le lettere e facendo attenzione a porre l’accento giusto così come l’ha sentito dalla docente. Quello che vorrebbe accadesse - e spera che accada - è esattamente quello che immagina nella propria testa: il polso del coetaneo che si irrigidisce e diviene immobile, magari tanto da fargli perdere la presa sulla bacchetta.
Quando la musica si interrompe, non vorrebbe perdere tempo a puntare un compagno preciso, limitando a puntare a chiunque sia di fronte a lei ma quando nota che Charlotte ha puntato Jaemin decide di vendicare il compagno. Sforzandosi di imitare gli accenti della docente e di immaginare la coetanea ben ferma e pietrificata, esclama un «Locomòtor Mòrtis» che spera esca chiaro e forte quanto lei lo intende, con la mano che regge la bacchetta che disegna nell’aria il piccolo fendente orizzontale.
Solo quando la musica si fermerà tenterà di avanzare con uno scatto in avanti per avvicinarsi a Charlotte. Lo sguardo si abbassa sulla sua gamba e la stessa bacchetta viene puntata verso quel bersaglio probabilmente in movimento. Ciò non toglie che tenterà comunque di compiere un fendente mirando alla gamba della corvonero, mentre a voce alta pronuncia «Locomòtor Mòrtis» con tono fermo e la mente concentrata nel tentativo di visualizzare l’articolazione bloccata.
L'incantesimo di Charlotte va a segno colpendo il polso di Jaemin, così da renderlo immobile e incapace di usare la bacchetta con la stessa scioltezza. Poppy, invece, cerca di vendicare il suo BFF provando a fare un incantesimo che non è quello che stanno imparando, in quanto non specifica la zona di Charlotte da immobilizzare, ma la Grifondoro comunque ha la caviglia bloccata da Eirlys, quindi si dovrà muovere zoppicando. Jaemin, dal canto suo, ha già un polso bloccato e per quanto provi non riesce ad autocastarsi il Locomotor Mortis su se stesso. E se Charlotte se l'era scampata dall'incantesimo di Poppy, si ritrova nuovamente miracolata per il movimento non preciso di Lugh, che però si affretta di conquistare la sua sedia, seguito poi da una placidissima Eirlys che prende la via del "chi va piano, va sano e va lontano". Fuori, rimangono Charlotte, Poppy e Jaemin, le cui sedie si muovono per raggiungere quella solitaria. La musica riprende e dopo un tot si ferma nuovamente.
La mano sinistra va a sistemare una ciocca dietro l’orecchio. Le gote sono di un rosso scarlatto e gli occhi chiusi in due fessure. « mandami un altro bacio e la prossima volta ti immobilizzo la testa » sputa arrabbiata. Detto questo si girerebbe verso i compagni ad osservare quella nuova battaglia al suo secondo atto « Frederick.. vai su LUGH » prova a suggerirgli rancorosa. Ed ecco che vede Jaemin muoversi verso di loro. Si concentra, è la caviglia a cui punta questa volta, quella destra: solleva il catalizzatore ed esattamente in quella direzione effettua il fendente orizzontale con lo scatto del polso « Locomòtor Mortis! » esclama scandendo nuovamente quelle parole nella speranza che il Serpeverde non raggiunga il suo intento di fare di testa sua come sempre.
Jaemin prova a fare qualcosa che non è abituato a fare, lanciare un incantesimo con l'altra mano, invece che di quella dominante. L'incantesimo, più che altro per la non familiarità di usare il braccio sinistro, non parte, ma tanto la sedia si ferma comunque, probabilmente dandogli anche l'impressione di esserci riuscito, non riuscirà a sedersi principalmente perchè ci sta Charlotte che gli blocca la caviglia destra, proprio ora che il polso destro stava iniziando a muoversi.
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scienza-magia · 1 year
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La magia nel mondo assiro-babilonese
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La maggior parte delle informazioni riguardanti la magia nel mondo assiro babilonese ci viene da iscrizioni in cuneiforme su tavolette d’argilla . Le fonti scritte più numerose ed interessanti sono iscrizioni rituali prescrizioni ed incantesimi che venivano registrati e copiati da ritualisti o altri scribi per le proprie biblioteche personali o per quelle di corte. Una famosa biblioteca ricca di tavolette magiche  è quella di Assurbanipal ultimo grande re assiro. Gli incantesimi venivano trasmessi per iscritto da professionisti quali l’atipu la cui educazione lo rendeva in grado di consultare e copiare i testi magici . Tali testi potevano essere conservati singolarmente oppure raccolti in compendi od anche in composizioni molto più ampie composte da più tavolette . La magia mesopotamica può essere divisa in quattro principali categorie. In primo luogo la magia manipolativa per mezzo della quale la persona o l’oggetto dell’incantesimo venivano trasformati e portati in un ‘altra condizione . In secondo luogo esisteva la magia difensiva per mezzo della quale una malattia o un problema venivano eliminati dalla persona oggetto del rito magico. In terzo luogo esisteva la magia aggressiva mediante la quale la gente o il paziente ottenevano superiorità forza e attrattiva . Infine esisteva la stregoneria ovvero una forma di magia illegale finalizzata a danneggiare gli individui. Inoltre è possibile dividere gli incantesimi tenendo conto della loro funzione: curativi oppure apotropaici . A loro volta gli incantesimi  apotropaici  si possono dividere in sette gruppi . In primo luogo incantesimi anti stregoneria contro sofferenze e malattie dovute alla stregoneria . In secondo luogo incantesimi anti fantasmi finalizzati a placare o scacciare lo spirito molesto di un defunto . In terzo luogo esistevano incantesimi contro i demoni che avevano lo scopo di scacciare un demone specifico oppure un gruppo di entità omogenee. Il quarto tipo di incantesimi era quello utilizzato contro una maledizione . Tali incantesimi avevano lo scopo di annullare le conseguenze dovute alla violazione di un taboo, di un giuramento ed anche del contatto con qualcuno che si era reso colpevole di queste due colpe. In quinto luogo esistevano gli incantesimi contro i cattivi presagi che avevano lo scopo di annullare gli effetti negativi di un cattivo presagio. In sesto luogo nella magia mesopotamica erano presenti incantesimi per placare la collera divina finalizzati a placare divinità infuriate. Infine esistevano incantesimi contro animali pericolosi per scongiurare la comparsa o l’attacco di animali pericolosi come scorpioni serpenti e cani rabbiosi. Prerequisito importantissimo degli incantesimi nella magia assiro babilonese era la purificazione rituale della persona oggetto dell’incantesimo . La maggior parte degli incantesimi era composto di alcune parti fondamentali: descrizione del problema ; descrizione della sua eziologia; aiuto divino; ordine espresso dello specialista contro la causa del problema; dichiarazione di appartenenza dell’incantesimo ad una divinità. Per quanto riguarda la descrizione del problema era costituita dalla descrizione dell’essere naturale o sovrannaturale contro cui era necessario difendersi . Per quanto riguarda la descrizione dell’ eziologia del problema essa era costituita dalla genealogia del demone causa della malattia o della rottura di un equilibrio . Esisteva poi la richiesta dell’aiuto divino indispensabile per fare in modo che l’incantesimo sortisse il suo effetto  per quanto riguarda l’ordine espresso dello specialista contro la causa del problema tale ordine poteva essere espresso sia in tono precativo sia in tono imperativo . Le principali divinità invocate nei rituali magici nel mondo assiro babilonese erano Enki- Ea dio della saggezza e della magia, Marduk e il dio sole Utu -Samas dio della giustizia e della luce. Alcuni incantesimi erano poi rivolti a tutte e tre le divinità considerati la triade della magia Assiro Babilonese. Ea e Marduk erano considerati esorcisti divini ed esperti purificatori . A sua volta Samas rivestiva il ruolo di giudice divino che liberava la vittima ribaltando il verdetto divino che era alla base dei problemi della persona colpita . Durante i rituali notturni venivano invocati il dio Luna, le stelle e la personificazione divina della notte. A sua volta la Luna nuova periodo particolarmente favorevole per gli incantesimi contro la stregoneria poteva anch’essa essere personificata ed invocata. Spesso un recipiente con dell’acqua consacrata veniva lasciato all’aperto durante la notte cosicché poteva essere esposto al potere delle divinità astrali . Molti rituali dovevano essere eseguiti sotto determinate stelle costellazioni o pianeti come Giove, Scorpioni, l’Orsa maggiore e Sirio . La stella della Capra nella costellazione della Lira veniva associata alla dea Gura che era la personificazione divina della Notte . Tale dea giocava un ruolo molto importante nei rituali magici notturni. Tra le altre divinità invocate in tali rituali troviamo Mingirsu divinità guerriera da un lato e dall’altra associata alla vegetazione e alla coltivazione nonché alla regolazione dei canali essenziale quindi per l’irrigazione e la prosperità. Un ruolo molto importante rivestiva nel mondo Assiro Babilonese i demoni. Non vi era un termine specifico per designare tale categoria di esseri soprannaturali nel loro complesso . Pertanto per ogni demone vi era un nome specifico di cui tuttavia non abbiamo conoscenze approfondite . Alcune denominazioni di demoni evocavano immediatamente la malattia che si pensava fosse causata dal demone in questione. Nella visione del mondo mesopotamico le forze demoniache facevano anch’esse parte di un universo ordinato sotto il controllo degli dei . Per tale motivo le azioni di danneggiamento di demoni nei confronti degli uomini dovevano essere ordinate dagli dei irritati da una qualche colpa o omissione. Di conseguenza nel mondo Assiro Babilonese i demoni rivestivano il ruolo solamente di esecutori degli ordini degli dei. Gli specialisti di riti magici erano in grado di invocare gli dei per fermare l’attacco dei demoni . Una particolare minaccia per i bambini neonati era rappresentata dal demone Lamartu. Lamartu era molto temuta nella magia mesopotamica per le sue azioni di violenza contro puerpere giovani madri e neonati. Negli incantesimi mesopotamici veniva enfatizzato l’aspetto minaccioso e mostruoso di tale demone nonché la sua aggressività nel compiere azioni finalizzate a danneggiare la salute dei bambini. Risulta importante evidenziare che gli dei non erano necessariamente alleati degli uomini. Infatti potevano riversare la loro collera sugli uomini a causa di torti supposti o reali . Addirittura gli dei potevano essere indotti a colpire gli uomini dagli inganni delle streghe. Di conseguenza una delle funzioni più importanti degli incantesimi Assiro Babilonesi era quella di convincere le divinità invocate dell’innocenza della persona colpita facendo in modo che gli dei cambiassero idea nei riguardi di tale persona . La stregoneria e  L’ira divina non erano le sole aree della magia mesopotamica dove gli dei giocavano un ruolo ambivalente . Per fare un esempio la dimora di Enki ovvero l’oceano sotterraneo non era soltanto la fonte di importanti rituali di purificazione ma anche il luogo da cui i demoni , malattie ed ogni tipo di magia nera provenivano. Gli specialisti della magia nel mondo Assiro Babilonese erano principalmente di due tipi : l’asibu e lasu. Entrambe queste figure si interessavano del trattamento della cura dei problemi di salute. Secondo una visione largamente condivisa la figura del l’asibu e quella della lasu avevano la stessa relazione che esiste oggi tra le figure del medico e del farmacista. Si può arrivare a tale conclusione dal fatto che l’unico gruppo di testi utilizzati dal lasu enumera liste di piante medicinali e istruzioni sul loro uso . Come il farmacista di oggi lasu mesopotamico era l’esperto nell’uso dei farmaci . Lasibu a sua volta era l’esperto che praticava rituali apotropaici recitando incantesimi ed eseguendo manipolazioni di carattere magico . Contrariamente a Lasu lasibu faceva parte del personale dipendente dal tempio . Il suo aiuto era richiesto dal re e dalla corte nonché da clienti privati appartenenti alle classi sociali più elevate. La formazione professionale degli asipu era di livello molto elevato . Per l’asipu era di fondamentale importanza esaminare il paziente , fare una diagnosi ed una prognosi della malattia e spesso stabilirne l’eziologia . Infatti era importante capire se la malattia dipendeva da una causa naturale oppure era stata mandata da una divinità oppure causata dalla violazione di un Taboo . Per ognuno di questi casi si sarebbero dovuti utilizzare incantesimi e rituali differenti. Infatti la recitazione di incantesimi rappresentava una parte moto importante dell’attività dell’ Asipu. Vi erano tuttavia altri professionisti della magia di cui poche tracce sono rimaste nei testi scritti ma che si incontravano sicuramente per le strade delle città babilonesi e assire . Non sappiamo bene come tali professionisti venissero considerati visto che su di loro venivano formulati anche giudizi negativi. Per fare un esempio tali professionisti della magia erano a volte sospettati di usare la magia illegalmente per causare danni invece che curare gli uomini. Concludiamo il nostro discorso dicendo che nel mondo Assiro Babilonese sguardi e parole malevoli facevano molta paura. Ad esempio le streghe colpivano le loro vittime anche in questo modo. Inoltre le streghe colpivano le loro vittime anche creando figurine di creta e di argilla, che poi sporcavano con la terra dopodiché le bruciavano e ne disperdevano le ceneri. Detto ciò riteniamo concluso il nostro discorso sulla magia Assiro Babilonese. Prof. Giovanni Pellegrino Read the full article
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damanascosta · 1 year
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🕯 Un rituale di allontanamento per mandare via la persona che vi ostacola, che vi molesta, che vi tratta male.. insomma, un rito per cacciare via il cattivo. Leggete bene tutta l'inserzione, e se avete domande e volete, giustamente, altre informazioni, inviatemi un messaggio nella messaggistica di eBay oppure anche qui. 🕯
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tattoocostellativo · 1 year
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Come esistono le benedizioni, ci sono anche le maledizioni, ecco perché è opportuno fare una pulizia energetica quando le cose non sono in armonia come dovrebbero e percepiamo l’esigenza di rinnovamento. Impara a Benedire te stesso ed a ringraziare con gratitudine. Hai il potere di creare e trasmutare le energie, benedici la tua vita, la tua famiglia, la tua casa, la tua felicità, le tue finanze. Tutto ciò annullerà e trasformerà l'energia negativa che è entrata nella tua vita attraverso decreti o pensieri caricati di basse vibrazioni. Per rimanere in armonia e serenità costante, medita, ti rafforzerai spiritualmente, la meditazione equilibra anche i nostri chakra. Chiedi sempre che tutto avvenga in comune accordo alle sacre leggi Simone Morretta . . . #benedizione #benedire #maledizione #puliziaenergetica #pensierieparole #paroleepensieri #sciamanesimo #operatoreolistico #costellazionifamiliari #counselingolistico #esoterismo #milanocity #milanomagica #toglieremaledizione #incanto #incantesimi #incantesimo #energiepositive #trasmutazione #trasformazione #milanolife #belleparole #esoterico #magia #purificazione #conamore https://www.instagram.com/p/CmHk4vnLuDG/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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umi-no-onnanoko · 10 months
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patrizio-ag · 1 year
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https://davventura.altervista.org/dragons-of-flame-uscire-dal-pasticcio-parte-i/ Questo corridoio termina… con un mattone che cade in testa ai PG! Questo lo do per scontato dato che è la prima #trappola incontrata nel #videogioco, non credo nessuno avrà mai l’accortezza di usare #incantesimi nuovi e personaggi; ma volendo anticipate, qui si inizierà a ricorrere al finora superfluo #kender #Tasslehoff Burfoot, il quale non ha neppure una battuta da dire. https://www.instagram.com/p/ClO2NlYIp3N/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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thenyxwriter · 1 year
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E allora supera la banalità di una favola Disney e diventa la fata di te stessa:
regalati quell’incantesimo che nessuno ha mai avuto in serbo per te.
Selene Nyx
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stefandreus · 2 years
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VABE' ho paura adesso
youtube
(1956 bitches)
I put a spell on you
Because you're mine
Stop the things you do
Watch out I ain't lyin'
Yeah, I can't stand
No runnin' around
I can't stand
No put me down
I put a spell on you
Because you're mine, ohh yeah
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