Tumgik
#inetta
thethingwassettled · 8 months
Text
Tumblr media
Oakland Tribune
May 30 1981, page 30
CHURCH - Classifed displays
0 notes
deathshallbenomore · 7 months
Note
Io non credo proprio che avere o meno una laurea sia esattamente il criterio con cui giudicare la preparazione di una persona in una materia. Abbastanza classista come posizione. Una persona può formarsi fuori dal sistema d'istruzione istituzionale. Facendo un esempio concreto e vissuto in prima persona, sono stata recentemente ad un incontro sulla violenza di genere dove una giornalista laureata che ha seguito diversi casi di femminicidio nella mia zona non credeva nell'esistenza del patriarcato...
guarda mi fa piacere che tu abbia deciso di impiegare del tempo della tua vita per commentare un post di tre righe come se esso potesse rappresentare il punto definitivo sul rapporto istruzione-effettiva competenza, non senza buttare lì anche un "ma hai detto una cosa classista", ché evidentemente in questi tempi si deve per forza vivere di emozioni forti.
a dire la verità, andando oltre la superficie (la butto lì: forse perché tre righe di post non sono sufficienti per esprimere un giudizio completo [né questa è mai stata la mia intenzione], né per esprimere gratuitamente un giudizio necessariamente incompleto sul summenzionato?), va a finire che sono più d'accordo con te che altro. il titolo di istruzione può voler dire ben poco. ce n'é finché vuoi di gente iper-titolata a cui non potresti lasciare in mano manco i soldi del caffè da reggere finché ti allacci le scarpe, da quanto è inetta. e, di contro, ci sono sia esempi eccellenti, sia più "ordinari" (che magari conosciamo nella vita quotidiana senza che diventino mai casi noti) di persone con cultura e competenze sconfinate, che non hanno "il pezzo di carta". non stiamo dicendo niente di nuovo, l'acqua è bagnata e il fuoco brucia, tanto per chiudere il cerchio.
in ogni caso, fermo restando quanto detto sopra, non è che proprio tutti possano dire proprio tutto, sempre e in ogni caso. non vai a farti curare dalla persona che si è formata individualmente, non ti fai costruire la casa da una persona che non ha studiato entro il sistema "canonico" ma ha davvero una grande grandissima passione per l'edilizia. e via dicendo. per fare determinate cose servono determinate competenze, le quali, spesso, si acquisiscono mediante uno o più percorsi di studi (o di formazione più empirica, a seconda, ma pur sempre di formazione si tratta - che non rientra nel campo dell'hobby). è una garanzia infallibile? assolutamente no. è però sensato esigere persone competenti, la cui competenza possa essere misurata (anche) secondo un metro di paragone convenzionale, seppur alle volte fallibile? secondo me sì. e il classismo magari lo lasciamo da un'altra parte, ché tanto ne è già pieno il mondo
21 notes · View notes
belladecasa · 1 year
Text
Senza mia madre non sarei mai stata una donna libera. Mia madre, donna estroversa, eccentrica, disinibita, sfrontata, di una generosità mariale, intrappolata dal padre e dal marito, dalla cultura misogina, bigotta, non ha mai avuto nessuno spazio per sé stessa, ma comunque è capace di rendersi memorabile a chiunque la incontri anche solo una volta. La sua vita è stata solo sacrificio, coercizione dei suoi talenti, del suo fisico, della sua salute, ma mai del suo spirito critico: nonostante non le sia mai stato concesso di sottrarsi al dominio maschile non mi ha mai educata a realizzarmi attraverso la vita coniugale, attraverso i figli, mi ha allontanata dalla dimensione domestica sacrificandosi doppiamente. Fino a 19 anni, quando ho dovuto farlo per necessità, non mi ha permesso di toccare una pentola (questo non è stato proprio un vantaggio), mai mi ha ordinato di mettere a posto la mia stanza, ha lavorato incessantemente per permettere che io avessi i soldi necessari a fare tutto quello che volevo, senza che conoscessi nemmeno un giorno il dolore del sacrificio fisico, i ricatti economici e sociali, di classe, di genere che lei aveva subito. La sua ossessione era che studiassi, privilegio che a lei non era stato concesso (sarebbe stata un'avvocata eccellente). Contrariamente ad ogni madre tipica mi diceva di non fidanzarmi mai, recalcitrava all'idea che conoscessi la famiglia del mio fidanzato, preferiva educarmi alla sperimentazione affettiva, anche sessuale, all'indipendenza intellettuale.
Ricordo un paio di episodi comici ma esemplificativi della sua incredibile peculiarità materna, femminile e generazionale. Una volta per scherzo il compagno di mia cugina le chiese come avrebbe reagito se fossi rimasta incinta e lei rispose: Sofia incinta??? A 25 anni si deve divertire, abortisce! Abortisce! Tutto ciò di fronte all'intera famiglia eccessivamente pudica, con una componente ultracattolica.
Un'altra volta ero nel panico e piangevo perché avevo rischiato di rimanere incinta. Ovviamente lei insistette per sapere cosa fosse successo e la sua reazione fu solo: ma scusa non ha fatto retromarcia questo? Vabbè la prossima volta se i preservativi non li compra lui glieli metto in macchina. Adasso ti vado a comprare la pillola. E andò lei a comprarmi la pillola anticoncezionale nella farmacia del mio paesino di bigotti.
Cosciente di avermi dato ogni mezzo economico e ideologico per essere libera, e quindi felice, non ha mai davvero capito la mia infelicità, la mia ansia, la mia depressione. Certe volte cadeva nella rabbia e mi aggrediva perché non accettava che nonostante il privilegio soffrissi a quel modo. So che si sentiva comunque responsabile di guarirmi. Quando non riuscivo più a mangiare, ad alzarmi dal letto, tramortita dall'ansia, mi prendeva di peso, tentava pure di imboccarmi, non andava a lavoro per paura di lasciarmi sola.
Mamma se tu non fossi stata tu forse saprei regolare il mio tono di voce, sarei posata, meno inopportuna, meno inetta per tutte le cose pratiche, più diligente, ma sarei probabilmente morta, o, se ancora viva, non saprei niente dell'amore, della vita, del femminismo, della libertà, non avrei questo cuore unico che mi hai donato.
#s
63 notes · View notes
Photo
Tumblr media Tumblr media Tumblr media
SENSI DELL’ARTE - di Gianpiero Menniti 
COME PIETRA
Se c'è un soggetto del fare artistico capace di attrarre e tenere fisso lo sguardo, ebbene questo è il "ritratto". Una predilezione che, instaurandosi, ha lasciato tracce anche nella fotografia: ma il segno non possiede la medesima presenza. La ragione? La singolarità del ritratto fotografico. Il ritratto pittorico è, al contrario, un atto dialogico: la figura è sempre un'interpretazione. Dunque, ad apparire sono in due. Eppure, questo suggestivo retroscena manca di spiegarne fino in fondo la preminenza. Nonostante il motivo più solido risieda proprio nell'atto del dialogo. Dialogo, da "dia" [dal greco διά] e "logos" indica un atto di comunicazione, di comunanza e scambio, "per mezzo" o "attraverso" (traduzione di "dia") la relazione.  "Dia" può tuttavia essere inteso come "separazione", "decisione" che si determina nell'agone del discorso. S'impone, in questo caso, il dover accettare lo stare nelle cose, l'essere sempre "in res", macchiati, "rei" della colpa determinata nell'inevitabile rottura drammatica dell'unità, della spiegazione compiuta che formando atto di conoscenza, salva. No, nessuno è salvo. Il logos diviene un plurale. Disperdendosi. Nel ritratto si consuma, così, l'anelito disperato al superamento dell'effimero riassunto nella permanenza tragica dell'irrisolto.  Come pietra che pone un pesante sigillo, la figura sfuma nell'immobilità pensosa dell'incertezza, inetta a superare il muro dell'impossibile. 
«“Ma via” vi grideranno, “ribellarsi non è possibile: due più due fa quattro! La natura non domanda mica il vostro permesso; lei non s’interessa mica dei vostri desideri, né se vi piacciano o non piacciano le sue leggi.Voi siete obbligati ad accettarla così com’è, e perciò dovete accettare anche tutti i corollari. Un muro, quindi, è un muro…”» (da "Memorie dal sottosuolo" di Fëdor Dostoevskij).
- Rembrandt Harmenszoon van Rijn (1606 - 1669): "Ritratto di Jan Six", 1654 circa, Six Collectie, Amsterdam
11 notes · View notes
flusssodincoscienza · 17 days
Text
quanto non ce la faccio più a vivere in un mondo in cui mi sento inadatta, inetta, inadeguata lo sa solo dio soprattutto perché è l’unico con cui parlo ultimamente quando la notte lo prego di portarmi lontano da qua
5 notes · View notes
barrenwomb · 2 months
Text
comunque oggi è venuto l'idraulico ed è arrivato in contemporanea al tipo di glovo e quando sono scesa a prendere la roba che avevo ordinato l'ho intravisto guardarsi confusamente intorno così mi sono avvicinata e gli ho detto ciao sei l'idraulico? e poi ah ok vieni con me ti ho chiamato io e poi mentre riparava le tubature della cucina continuava a farmi domande e io gli ho solo risposto con boh non so questa cucina è tenuta insieme con un sputo e una preghiera e lui ha ridacchiato ma era palesemente imbarazzato e poi dopo io mi sono messa pure a sghignazzare con la mia coinquilina che mi stava raccontando di una nostra collega che si è presentata ad un funerale con un'enorme sciarpa a quadri colorata e un cappello con le piume e non gli ho offerto neanche un bicchiere d'acqua perché sono fondamentalmente inetta dal punto di vista delle relazioni sociali e niente penso che mi abbia un po' detestato mi dispiace mi abbia beccato proprio nel momento in cui mi sono sentita di nuovo una svampita cretinetta bambinella del cavolo ma ahimè
4 notes · View notes
ninfettin · 11 months
Text
il fatto di non poter toccare i pochi soldi che ho guadagnato quest'anno ma di poter solo chiedere soldi direttamente ai miei mi fa sentire ancora più piccola e inetta
8 notes · View notes
Text
Ci sono dei giorni in cui mi sento minuscola, brutta, non meritevole di niente. Ci sono dei momenti in cui mi guardo intorno e tutti mi sembrano meglio di me. Sono tutte più belle, più intelligenti, più brave, più simpatiche. E io mi vedo inetta, piccola, inadeguata, brutta, incapace.
Questi giorni non li controllo, e sono sempre troppi. E rischio di rovinare le cose belle che mi succedono quando mi ritrovo in questi momenti qui.
Faccio a botte con la mia testa da sempre, a volte penso di aver fatto passi avanti, altre mi butto cosi tanto odio addosso che non mi riconosco.
Rischio di rovinare rapporti perché non riesco a fidarmi perché la falla sono io. Sono io quella inadeguata, sono io che a volte sembro una bomba a orologeria. E fatico cosi tanto a credere di poter meritare amore, a credere di valere abbastanza.
È faticoso e vorrei solo rifugiarmi sotto le coperte, nascondermi dal mondo e da me stessa.
Invece devo fare finta di nulla e giustificare la mancanza di espressione sul mio volto e le poche parole che riesco a dire, con un banalissimo "ho mal di testa".
12 notes · View notes
biancospino · 11 months
Text
Ormai quasi inetta alla parola
Ho smesso di danzare
L’inchiostro non bagna più i miei seni storti
Le mie palpebre assenti
I miei occhi pieni e vuoti
Il nero riposa nel bianco
2 notes · View notes
deathshallbenomore · 1 year
Text
chissà quante risate si è fatto dio quando ha detto “questa qui la facciamo lesbica ma anche assolutamente inetta, tanto perché l’omosessualità non rappresentava un elemento di difficoltà sufficiente. e poi, per divertirci un po’, le diamo anche un debole gender-estetico-platonico per gli uomini biondi. per la gag”
11 notes · View notes
belladecasa · 1 year
Text
Tumblr media
Raga io totale ehehhe non so se qui è mai emerso perché uso questo spazio solo per esternare i miei problemi di salute mentale in modo che i miei amici non mi abbandonino ma ho anche:
- celiachia (ieri la pora mamma pagato panettone senza glutine 18 euro - in media pago una pizza di merda 10/15 euro e un sovrapprezzo di 3 euro su ogni cosa che mangio fuori)
- sono vegetariana e vado verso il veganesimo
-sono sia miope che astigmatica ma vado in giro senza occhiali perché mi fanno sentire troppo cessa, però non so mettermi le lenti perché sono anche inetta: il lato positivo è che così non devo fingere di non vedere le persone per non salutarle perché non le vedo davvero
- soffro di emicrania da anni e quindi non devo giustificarmi se voglio chiudermi ore al buio senza vedere anima viva
17 notes · View notes
terramia · 2 years
Text
Tumblr media
EDUCAZIONE E RISPETTO....Roba di altri tempi, oggi insulti e provocazioni da parte di gente inetta e inutile.
"Enrico Berlinguer, segretario del Partito Comunista dal 1972 al 1984. Giorgio Almirante, iscritto al Partito Nazionale Fascista (fino al 1943), al Partito Fascista Repubblicano (1943-45) ed al Movimento Sociale Italiano - Destra Nazionale (1946-1988).
Due personaggi estremamente diversi, due uomini agli antipodi. Non li ho mai visti insultarsi in nessun programma televisivo, né in bianco e nero né a colori. Quando l'11 giugno del 1984 morì Enrico Berlinguer, colpito da un ictus durante un comizio per le elezioni europee, Giorgio Almirante si recò in Via delle Botteghe Oscure, allora sede del PCI, dove era stata allestita la camera ardente dell'avversario di sempre (mai nemico) per rendergli un commosso omaggio e si mise in fila, lui, ex-fascista, con gli altri comunisti. Nessuno lo contestò o lo scacciò. Giancarlo Pajetta e Nilde Iotti lo riconobbero, ed affabilmente lo invitarono a seguirlo all'interno davanti alla salma dell'uomo con cui aveva avuto confronti decisi ma leali. Quando Almirante morì, il 22 maggio del 1988, gli stessi Pajetta e Iotti si recarono in via della Scrofa, sede del MSI, per ricambiare l’omaggio, circondati, da parte dei "camerati", dello stesso rispetto che i comunisti avevano riservato 4 anni prima all'uomo di destra davanti alla bara del loro segretario.
Che rimpianto di quell'uomo di sinistra, che non aveva bisogno di insultare o di demonizzare nessuno! Che rimpianto di quell'uomo di destra che rispettava chi non era dalla sua parte senza offendere e senza odiare. Che nostalgia di quegli uomini!
8 notes · View notes
omarfor-orchestra · 2 years
Text
A volte mi chiedo come faccio ad essere così socialmente inetta, poi mi ricordo che alle medie mio padre per dirmi che secondo lui avrei dovuto farmi più amici mi fece un discorso strano che si concludeva con qualcosa come "non devi discriminare i drogati" e capisco almeno da chi ho preso
7 notes · View notes
vogliodirlocosi · 1 year
Text
porco dio che cazzo di motivo di merda avete per far vedere al mondo tutto quello che cazzo fate nella vostra banalissima e fintissima vita??? o sono io totalmente trimona e inetta che non capisco il mondo (social) come gira oppure siete voi che veramente fate pena, ma che cazzo volete dimostrare
5 notes · View notes
lu2211 · 2 years
Text
Un tempo accoglievo con gran rammarico le bugie dei mentitori.
Analizzavo minuziosamente ogni dettaglio per non esser tacciata di stupida.
Ad oggi sento la necessità di abbandonarmi al sentire, e accolgo i mentitori accettando la bugia come condizione necessaria di questa illusoria realtà.
Ho meno paura di esser riconosciuta come inetta per esser cascata in sporche reti ma riconosco, senza ulteriori dubbi, l'inettitudine di chi è incapace di discernere, e si abbandona al mentire e al mentirsi in questo gioco infantile che è la vita rimanendo un eterno bambino in bilico tra una realtà tangibile che non riconosce e una idealizzata in cui vive serenamente impaziente.
4 notes · View notes
missherekore · 2 years
Text
Avevo smesso di arrabbiarmi perché mi faceva sentire male fisicamente, poi ho ricominciato ad essere perennemente nervosa e inetta sopratutto verso gli altri. Così spesso incazzata da darmi fastidio e diventarlo ancor di più per lo stesso motivo. Oggi ho deciso di nuovo non volermi arrabbiare più, o solo quando davvero davvero necessario, ma perché non ce ne è motivo. Pensavo che esistessero, distintamente, fortuna o sfortuna, e mai entrambe insieme. Mi sono ricreduta perché può capitare di trovarsi al centro dell'inferno senza rendersene conto, e al contempo uscirne illesi perché un angelo ci copre la testa con le ali. Allora vorrei concedermi di arrabbiarmi, qualche volta, anche piangere dal nulla, ma voglio ancora di più essere forte e allegra. Semplicemente perché voglio e posso esserlo. Non è mai tutto nero o tutto bianco. Siamo sempre nel mezzo, sempre. Siamo tenuti ad accogliere entrambi, buio e luce, e scegliere da quale parte rivolgere di più lo sguardo.
4 notes · View notes