Tumgik
#katia celestini fine art photography
alchimilla · 2 years
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•• Radioactivity ••
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alchimilla · 2 years
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Y o u r N a m e. ~ 君の名は。Kimi no na wa.
Dimmi il tuo nome.
Tell me your name.
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alchimilla · 2 years
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Unposted >< Unboxing
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alchimilla · 2 years
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Kameko*
My adorable little alien reborn baby Kameko*
Kit Bountiful Baby
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alchimilla · 2 years
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D a R k • W a t e r __ 仄暗い水の底から
Honogurai mizu no soko kara
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alchimilla · 1 year
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I giardini verdi della Morte •• The green gardens of death
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alchimilla · 2 years
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Riportami indietro nel mio tempo felice* •• Take me back to my happy time *
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alchimilla · 2 years
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^^ P e p p e R m i n t ^^
D’estate, T u t t e L e S t e l l e sono di menta piperita*
In the summer, A l l S t a r s are peppermint*
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alchimilla · 2 years
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Oltre la vita* _ Over The life*
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alchimilla · 4 years
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Passi Falsi • False Steps
La vita ai tempi della pandemia - Mondo, Zona Rossa / giorno 25
Qualche spiraglio di luce, e poi, subito il baratro di ripiombare di nuovo nel buio più nero.
La luce: ieri è stato inaugurato il nuovo ospedale Covid, costruito nel tempo record di soli 12 giorni, alla Fiera di Milano (sul modello dell’incredibile ospedale Covid di Wuhan, da 1000 posti letto, costruito in soli sei giorni. Un qualcosa di miracoloso. Impensabile. Un qualcosa che nessuna nazione al mondo sarebbe mai riuscita a fare, se non la Cina).
200 posti di terapia intensiva, con apparecchiature nuovissime.
Creato grazie a 1.200 donazioni, per una raccolta da quasi 21 milioni di euro.
Il buio: il governo, ieri, ha autorizzato i genitori (un solo genitore) a portare fuori i figli, per un’ora d’aria, restando nei pressi delle proprie abitazioni.
Una decisione di una stupidità inaudita, che rischia di vanificare tutti gli sforzi fatti finora per contenere i contagi.
Pensate davvero che i genitori si limiteranno a far passeggiare i pargoletti in religiosa solitudine, vicino a casa, e davvero soltanto per un’ora?
O pensate, invece, che questi amorevoli “genitori”, non avendo un cane da portare fuori, usino i figli come scusa per andarsene allegramente in giro a farsi i cavoli loro, con comunelle varie e assembramenti in parchi e parchetti, perché i “bimbi” devono giocare. Devono socializzare, sennò, poverini, restano traumatizzati, choccati dal cambio della loro routine.
Sì, avete indovinato. È la seconda opzione.
I genitori deficienti, di bambini deficienti (perché la mela non cade mai lontano dall’albero), si rompono le palle a dover sopportare tutto il giorno la loro progenie, abituati com’erano a sbolognare gli infanti a nonni, baby sitter, amici, amanti, doposcuola di qualunque tipo. Tutto, purché i pargoletti stessero fuori dai piedi la maggior parte della giornata.
Così, i genitori deficienti, erano liberi di fare apertivi, cene, di farsi selfie, di ammiccare dalla rete in cerca di avventurette per dare una scossa alle loro squallide vite inutili, mentre i figli erano chissà dove, tenuti da chissà chi.
E invece, ora, il dramma. I genitori deficienti, devono sorbirsi giorno e notte i lamenti, e i piagnistei dei loro bambini deficienti, e non riescono più a tenerli zitti e buoni neppure rimbambendoli con ore e ore di tv, tablet e smartphone.
E allora, ecco l’escamotage: ma sì, portiamoli a pascolare un po’ nei prati, loro che i prati non li hanno visti mai, perché sono la tristissima generazione cresciuta a latte (in polvere) e smartphone. Abbandonati a se stessi, ore e ore nelle loro stanzette o sui divani.
Mentre i genitori deficienti, fanno altro e sono altrove.
I genitori intelligenti (la minoranza), invece, hanno figli intelligenti (sempre per la solita storia dell’albero e della mela, di cui sopra), e nessuno di loro si sognerebbe mai di portarli fuori, se non per dieci minuti sotto casa, vista la gravità della situazione che stiamo vivendo, e l’immensa fatica nel cercare di far diminuire i contagi.
I genitori intelligenti, spiegano ai bambini che di questo virus si può morire, e per non morire, i contagi devono calare, e per calare, bisogna, e si deve, stare in casa.
Avete presente la canzoncina “per fare un albero ci vuole un frutto?” Ecco, riadattatela così: “Per restare vivi, si deve restare a casa”.
I bambini intelligenti, di genitori intelligenti, capiranno.
Lo capiranno, come l’hanno capito prima di loro, i bambini del 1986 (tra cui io), che non potevano uscire se pioveva o c’era vento, e non potevano andare a giocare nell’erba alta, perché era radioattiva. Perché tutto era radioattivo. Perché c’era il disastro immane della centrale nucleare di Chernobyl.
Lo capiranno, come l’hanno capito prima di loro, i bambini ebrei della seconda guerra mondiale, costretti a nascondersi in soffitte o pertugi, senza mai neppure poter aprire una finestra, per cercare di sfuggire alle persecuzioni naziste.
I bambini intelligenti, capiscono la vita e capiscono la morte. E capiscono il pericolo.
E proprio ieri, in America, un altro bambino (perché non sono così pochi i bambini morti di Covid, è ora di capirlo) è morto di Covid-19.
E magari, quel bambino, a casa ci sarebbe rimasto molto volentieri.
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alchimilla · 4 years
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La temperatura più bella • The most beautiful temperature
La vita ai tempi della pandemia - Mondo, Zona Rossa / giorno 16
Passano i giorni, e mentre tutti noi siamo costretti a restare immobili, per sopravvivere, le cose accadono veloci, una dopo l’altra, e ci girano attorno vorticosamente.
È notizia di ieri sera, dagli ultimi dati della Protezione Civile, che il numero dei contagi, e dei morti, in Lombardia (che da sola ha ampiamente superato i decessi per Covid-19 registrati all’inizio della pandemia in tutta la Cina) e in particolare nelle province di Bergamo e Brescia (le più martoriate, tra contagi e morti, del mondo, attualmente), hanno subito un lieve calo, segno che, forse, le misure ancora più restrittive attuate in queste due settimane, stanno funzionando, e se lo stanno facendo, lo sapremo nei prossimi giorni.
Ma è bastata questa notizia, questo piccolo barlume di speranza, ieri sera, a permettermi di dormire un po’ meglio, e qualche ora in più.
Sì, perché, quando l’epidemia era ancora solo in Cina (ufficialmente), io vedendo ciò che stava succedendo là, e vedendo nella mia pietra ciò che sarebbe poi successo nel mondo, e anche qua (e che si sta realizzando, e si realizzerà, in questi mesi, settimane, giorni), avevo già iniziato a non dormire bene la notte, ad essere spaventata, preoccupata, terrorizzata.
E avevo ragione.
E dunque, ogni tanto, si ha bisogno di qualche barlume di speranza, quando il cammino nel buio è ancora molto lungo.
Il governatore della Lombardia, Fontana, ha stretto ancora di più i divieti del governo, e così, da qualche giorno, su Brescia gira a bassa quota un elicottero dei carabinieri, per controllare se e dove ci sono persone a piedi, le quali vengono poi segnalate alle pattuglie su strada, che le raggiungono per accertamenti.
Sono arrivati i militari anche qui, a controllare strade e autostrade, oltre che in altre città, come Torino.
Per andare a fare la spesa, ora, unitamente ad indossare guanti e mascherina, viene anche misurata la temperatura all’ingresso, e chi ha più di 37,5 non può entrare, ma non è ancora chiaro se venga poi segnalato, o monitorato, o che altro.
Non si può più fare sport all’aperto (ovviamente in solitaria e a distanza di sicurezza da altre persone), nemmeno vicino al proprio domicilio (entro i 200 mt.), e neppure si possono più fare brevi passeggiate, sempre vicino casa, e sempre in solitaria. Pena multe e sanzioni penali.
O perlomeno, è altamente sconsigliato.
Anche qui, però, non è che si capisca tanto, perché il decreto Conte, sulle passeggiate, dice “nì”, e l’ordinanza di Fontana invece dice “no”. Boh.
Durante la giornata, mi fanno compagnia le tante storie delle persone che sono morte di Covid, di quelle che ce l’hanno fatta, raccontate dai sopravvissuti stessi, o dai medici e infermieri, gli unici che, essendo in prima linea giorno e notte contro questo mostro di virus, sanno realmente la verità.
E la verità, sempre più terribile, è che Covid-19 uccide, e sta uccidendo tantissimo, gente di tutte le età: sono morti bambini (pochi, ma sono morti, e non se ne vuole parlare di sta cosa, chissà poi perché), sono morti ragazzi di 20 anni, sono morti giovani di 30-40 anni. Sono morte persone di 50 anni, e sono morti tantissimi over 60.
Il virus ha sterminato intere famiglie, decimato generazioni di interi paesi, come Nembro, nella bergamasca.
Covid-19 ha ucciso, finora, 19 operatori sanitari, tra medici, infermieri, personale del 118. E purtroppo, tanti altri, di questi eroi che stanno salvando l’Italia, cadranno.
Medici e scienziati, ci dicono che non hanno mai visto una polmonite bilaterale interstiziale come quella provocata da Covid, perché non è una polmonite interstiziale “normale”, come quelle che possono insorgere, per esempio, in patologie immunodepressive.
No, le polmoniti provocate da Covid sono un’altra cosa. E uccidono. In pochi giorni.
Medici e infermieri, ci raccontano, con le lacrime agli occhi, che vedono i pazienti essere lucidi mentre stanno soffocando per Covid. E prima di morire, chi di loro ha ancora un filo di voce per riuscire a parlare, prega i dottori che li assistono di portare un ultimo saluto ai propri cari.
Come si può sopravvivere a tutto questo strazio?
Non si può. Ma si deve andare avanti per forza.
I parenti delle persone ricoverate per Covid, che purtroppo non ce la fanno, non rivedranno mai più i propri cari, perché i corpi dei deceduti, vengono avvolti in sacchi pieni di disinfettante, e poi chiusi dentro anonime bare di legno, e infine trasportati nelle città con forni crematori disponibili, per essere bruciati.
Ai parenti restano solo le ceneri, e qualche oggetto personale del defunto, che viene loro inviato per posta.
Come si fa a sopravvivere a tutto questo?
Io non lo so.
Ed è in questo scenario di apocalisse e morte che, quando ci si misura la temperatura, perché magari ci si sente un po’ più caldi del solito (e già si trema al solo pensiero), e poi sul display si legge 36.1, si prova una gioia incontenibile. Un sollievo enorme.
Un altro giorno senza Covid.
Un altro giorno di sopravvivenza.
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alchimilla · 4 years
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Cartoline dall’Inferno • Postcards From Hell 4/5
La vita ai tempi della pandemia - Mondo, Zona Rossa / giorno 37
Apocalisse New York: la Grande Mela è diventata la capitale mondiale di Covid-19.
Resteranno nella memoria di tutti, le impressionanti immagini delle fosse comuni, scavate ad Hart Island, nel Bronx, in cui vengono deposte file e file di bare.
Come la processione di camion, pieni di bare, che da Bergamo venivano trasferite in altre regioni, per essere cremate.
Impossibile dimenticare tutto questo.
Si scavano enormi fosse comuni anche a Qom, in Iran.
Gli esperti, intanto, ripetono che il numero dei morti, nel mondo, è almeno il triplo di quello delle stime ufficiali, e anche il numero dei contagi è 10-15 volte superiore a quello dichiarato.
Certo, allo stesso modo, anche le guarigioni non ufficiali, saranno maggiori di quelle dichiarate.
Ma il numero di morti e contagi, ovunque, tranne qualche eccezione, continua a restare altissimo.
Cure e vaccini, al momento, per Covid-19, non ce ne sono.
L’unica protezione sono il distanziamento sociale, e l’uso delle mascherine.
Nel frattempo, tra i guariti, o meglio, sopravvissuti, troviamo Guido Bertolaso, grande persona, il premier inglese Boris Johnson, chissà se ha cambiato idea sull’immunità di gregge, dopo il suo giro all’Inferno, e il “paziente 1” di Codogno.
In Corea del Sud, 91 persone guarite da Covid, sono tornate positive al tampone, e ci sono diversi casi già segnalati anche qui in Italia, oltre ai casi di persone che invece sono ancora positive, dopo più di 30 giorni.
Poi c’è la strage immensa delle case di riposo.
I tamponi che continuano a non venire fatti alla gente a casa, con febbre e sintomi da Covid, e neppure ai loro famigliari, mentre invece andrebbero fatti a tappeto, il più possibile, come hanno fatto in Corea del Sud, per dare una mappatura più completa del numero di infetti nella popolazione.
E ancora, i test sierologici rapidi, che funzionano bene, per determinare chi ha già contratto il virus e ha gli anticorpi, anche qui, ancora inspiegabilmente non si fanno, forse si, forse nì. Boh.
E l’Italia domani parte con la Fase 2, divisa in 2, anzi, 2 e 3/4, come il binario di Harry Potter, e si cominciano a riaprire alcune cose, totalmente inutili, come le cartolerie, le librerie, i negozi di abbigliamento per bambini.
Fortuna che noi in Lombardia abbiamo Fontana, e almeno queste tre cose non riapriranno domani.
E fortuna che i governatori delle regioni, hanno capito che è meglio farsele da soli le ordinanze, che al governo preme solo far ripartire l’economia, anche quando non si può, anche quando è troppo presto. E poi, se i lavoratori si ammalano, e stanno a casa, l’economia mica riparte. Ripartono le terapie intensive, che non si sono mai fermate.
Ma il governo è parecchio “confuso”, per usare un eufemismo. Aveva chiuso i voli diretti dalla Cina, ma non quelli indiretti. Non ha voluto chiudere fino all’ultimo la Lombardia, (perché fermare la Lombardia, vuol dire fermare l’Italia), ignorando il rapporto dell’Istituto Superiore di Sanità, che diceva di rendere la Lombardia zona rossa già da fine febbraio. E intanto la gente si contagiava. E poi moriva. E poi muore ancora adesso, anche se le morti sono arrivate a 431, il dato più basso fino ad ora, ma sempre molto alto.
E poi sì alle passeggiate coi bambini, e poi, grazie al cielo, no alle passeggiate coi bambini.
E poi, “tranquilli, niente panico, è poco più di un’influenza che colpisce soprattutto gli anziani” a “ok, panico, è un virus che può uccidere chiunque a qualunque età”.
E poi no alle mascherine per le persone sane, e poi, finalmente, sì alle mascherine per tutti e ovunque.
Quanti errori.
Anche in Cina sono tornati i contagi, portati da chi rientra dall’estero. E ancora non si capisce perché i governi del mondo non blocchino gli ingressi delle persone provenienti dall’estero (in cui ci sono mille focalai sparsi), anche se sono cittadini di quel paese.
Con una pandemia in atto, la gente non entra e non esce da nessun paese per nessun motivo, finché i contagi non si sono allineati, diminuendo, in tutti i paesi del globo.
Mi sembra così semplice. Boh.
Ma la verità, è che nessun governo del mondo, di nessuna nazione, dal Burundi all’America, era preparato a gestire un’emergenza apocalittica di queste dimensioni.
Il mondo era pronto a colonizzare Marte, al 5g, alle auto che si guidano da sole, alla domotica, alle robotica che sostituisce i chirurghi nelle operazioni, agli androidi già tanto perfetti da fare paura.
Ma il mondo non era pronto a Covid-19.
Superbamente, il mondo si credeva troppo potente e al sicuro da tutto, per essere schiacciato da un piccolo virus, che pensava non sarebbe mai arrivato nella parte “ricca” del pianeta.
E invece è arrivato. E ha schiacciato il piccolo mondo, che non ha difese, ne armi. E che non è più “ricco”.
La luce in fondo al tunnel, è ancora lontana.
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alchimilla · 4 years
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Quando ancora c’eri tu* ¥ When you were still there *
Tra il "prima" e il "dopo", io cammino in mezzo ad un immenso vuoto •
Between "before" and "after", I walk in the middle of an immense void •
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alchimilla · 4 years
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• † •
“Dal mio corpo in putrefazione cresceranno dei fiori, e io sarò dentro di loro: questa è l’eternità”.
(Edvard Munch)
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alchimilla · 4 years
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*3*
Oggi sono 3 mesi che hai lasciato questo mondo, ma è sempre come se fosse appena successo. E, in effetti, è appena successo. E lo sarà sempre. Per sempre.
Dio ti ha riservato una delle morti più belle che si possano desiderare.
La morte delle persone Giuste, come eri tu.
E sono immensamente felice che tu non abbia dovuto vivere tutto l’orrore che è sceso ora nel mondo, che tu abbia lasciato questa realtà fisica prima che il Covid-19 arrivasse a distruggere ogni cosa, e prima che tu potessi magari ammalarti di questo maledetto virus e morire perché, qualcuno di più giovane, meritava il respiratore più di te.
Non avrei mai potuto sopportare questo.
Mi manchi tanto, ma sei sempre qui con me*
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alchimilla · 4 years
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Access Denied • Giorno 24 • Parte 2/2
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