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#l'anima non conta
annaeisuoipensieri · 3 months
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Da leggere tutto...
"All'improvviso mi è crollato tutto. Non suono più il pianoforte davanti ad un pubblico da quasi due anni. Nel mio ultimo concerto, alla Konzerthaus di Vienna, il dolore alla schiena era talmente forte che sull'applauso finale non riuscivo ad alzarmi dallo sgabello. E non sapevo ancora di essere malato. Poi è arrivata la diagnosi, pesantissima. Ho guardato il soffitto con la sensazione di avere la febbre a 39 per un anno consecutivo. Ho perso molto, il mio lavoro, ho perso i miei capelli, le mie certezze, ma non la speranza e la voglia di immaginare. Era come se la malattia mi porgesse, assieme al dolore, degli inaspettati doni. Quali? Vi faccio un esempio.
Non molto tempo fa, prima che accadesse tutto questo, durante un concerto in un teatro pieno, ho notato una poltrona vuota. Come una poltrona vuota?! Mi sono sentito mancare! Eppure, quando ero agli inizi, per molto tempo ho fatto concerti davanti ad un pubblico di quindici, venti persone ed ero felicissimo! Oggi, dopo la malattia, non so cosa darei per suonare davanti a quindici persone. I numeri non contano! Sembra paradossale detto da qui. Perché ogni individuo, ognuno di noi, ognuno di voi, è unico, irripetibile e a suo modo infinito.
Un altro dono! La gratitudine nei confronti della bellezza del Creato. Non si contano le albe e i tramonti che ho ammirato da quelle stanze d'ospedale. Un altro dono.
La riconoscenza per il talento dei medici, degli infermieri, di tutto il personale ospedaliero. Per la ricerca scientifica, senza la quale non sarei qui a parlarvi. La riconoscenza per l'affetto, la forza, l'esempio che ricevo dagli altri pazienti, i guerrieri, così li chiamo. E lo sono anche i loro familiari, e lo sono anche i genitori dei piccoli guerrieri.
Quando tutto crolla e resta in piedi solo l'essenziale, il giudizio che riceviamo dall'esterno non conta più. Io sono quel che sono, noi siamo quel che siamo. E come intuisce Kant alla fine della Critica della Ragion Pratica, il cielo stellato può continuare a volteggiare nelle sue orbite perfette, io posso essere immerso in una condizione di continuo mutamento, eppure sento che in me c'è qualcosa che permane! Ed è ragionevole pensare che permarrà in eterno. Io sono quel che sono.
Voglio andare fino in fondo con questo pensiero. Se le cose stanno davvero così, cosa mai sarà un giudizio dall'esterno? Voglio accettare il nuovo Giovanni. Come dissi in quell'ultimo concerto a Vienna, non potendo più contare sul mio corpo, suonerò con tutta l'anima. Il brano si intitola Tomorrow, perché domani, per tutti noi, ci sia sempre ad attenderci un giorno più bello!"
Il Maestro Allevi ❤️
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vividiste · 3 months
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Grande Anima ❤
"Ho perso molto, il mio lavoro, ho perso i miei capelli, le mie certezze, ma non la speranza e la voglia di immaginare. Era come se la malattia mi porgesse, assieme al dolore, degli inaspettati doni. Quali? Vi faccio un esempio… Non molto tempo fa, prima che accadesse tutto questo, durante un concerto in un teatro pieno, ho notato una poltrona vuota. Come una poltrona vuota?! Mi sono sentito mancare! Eppure, quando ero agli inizi, per molto tempo ho fatto concerti davanti ad un pubblico di quindici, venti persone ed ero felicissimo! Oggi… dopo la malattia, non so cosa darei per suonare davanti a quindici persone. I numeri… non contano! Sembra paradossale detto da qui. Perché ogni individuo, ognuno di noi, ognuno di voi, è unico, irripetibile e a suo modo infinito.
Un altro dono! La gratitudine nei confronti della bellezza del Creato. Non si contano le albe e i tramonti che ho ammirato da quelle stanze d'ospedale. 
Un altro dono. La riconoscenza per il talento dei medici, degli infermieri, di tutto il personale ospedaliero. Per la ricerca scientifica, senza la quale non sarei qui a parlarvi. La riconoscenza per l'affetto, la forza, l'esempio che ricevo dagli altri pazienti, i guerrieri, così li chiamo. E lo sono anche i loro familiari, e lo sono anche i genitori dei piccoli guerrieri. Quando tutto crolla e resta in piedi solo l'essenziale, il giudizio che riceviamo dall'esterno non conta più. Io sono quel che sono, noi siamo quel che siamo. E come intuisce Kant alla fine della Critica della Ragion Pratica, il cielo stellato può continuare a volteggiare nelle sue orbite perfette, io posso essere immerso in una condizione di continuo mutamento, eppure sento che in me c'è qualcosa che permane! Ed è ragionevole pensare che permarrà in eterno. Io sono quel che sono. Voglio andare fino in fondo con questo pensiero. Se le cose stanno davvero così, cosa mai sarà un giudizio dall'esterno? Voglio accettare il nuovo Giovanni. Come dissi in quell'ultimo concerto a Vienna, non potendo più contare sul mio corpo, suonerò con tutta l'anima.
E Ancora: «Ho due vertebre fratturate, e tremore e formicolio alle dita. Nome tecnico: neuropatia. Proprio io che devo suonare il pianoforte. Ma non potendo più contare sul mio corpo, suonerò con tutta l'anima».
E così fa, Giovanni Allevi. Dopo due anni, rimette le mani sul pianoforte. Ed emoziona l'Ariston. Il brano si intitola Tomorrow. Perché, dice, «domani, per tutti noi, ci sia sempre ad attenderci un giorno più bello. più bello.
Giovanni Allevi🌻
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poesiablog60 · 9 months
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“Sono belle le persone che non c'è niente da spiegare.
Che ci si capisce da subito.
Da prima di incontrarsi, magari.
Comprendi che un incontro è già avvenuto.
E l'anima lo sa.
Sono persone che non ti chiedono perché.
Ti sono accanto.
Vogliono sapere di te, ma senza chiedere.
Non sono curiose.
Hanno solo sete di andare dentro.
Dove sanno di trovare la parte migliore.
Quella in cui entrarci è difficile, ma restarci è un attimo.
Quella nascosta al rumore,
ma che si può leggere tra i loquaci silenzi dello sguardo.
Persone complici davvero.
Complici dove conta.
Dall'anima in poi.”
Angelo De Pascalis
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situazionespinoza · 3 months
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Voci
Da quando ho avuto la diagnosi di OCD e depressione, cioè da 1 anno e mezzo a questa parte, il mio ragazzo ha iniziato ad attribuire a suoi comportamenti normalissimi l'etichetta di ossessioni.
Se si soffia il naso due volte di fila non è perché è raffreddato, ma perché ha "l'ossessione del muco".
Se fuma una canna e gli viene una paranoia non è perché la marijuana l'ha preso male, ma perché ha "l'ossessione del fumo".
Se conta il numero di pagine che mancano alla fine del capitolo che sta studiando non è perché vuole semplicemente sapere quanto ancora deve stare seduto alla scrivania, ma perché ha "l'ossessione di sapere".
Io non gli dico nulla, mi limito a sorridergli e a cambiare discorso. Non provo sinceramente alcun fastidio quando lui o altre persone attribuiscono la definizione di una patologia a loro azioni e reazioni perfettamente nella norma. Piuttosto, mi fa ridere la loro ingenuità.
Il mio ragazzo non sa - e mi auguro che non sappia mai - che il problema non sono tanto le ossessioni quanto le compulsioni.
Lui e tutte quelli che credono fermamente che essere fissati con l'ordine e la pulizia sia disturbo ossessivo compulsivo, non sanno che il vero problema non è il disordine ma le azioni più semplici.
Per un anno ho avuto paura di tenere in mano i coltelli da cucina, perché ogni volta che ne afferravo uno immaginavo di piantarmelo nei polsi.
E visto che in quello stesso anno lavoravo nella cucina di un pub, quindi non c'era modo di fuggire alla persecuzione dei coltelli, la soluzione che avevo escogitato era quella di indossare sempre i guanti in nitrile. "Così c'è una distanza tra me e i coltelli", mi dicevo.
Per le stesse ragioni mi viene da ridere quando sento una persona triste definirsi depressa.
Darei volentieri via l'anima per potermi sentire semplicemente triste per qualcosa, piuttosto che sprofondare in un baratro nero ogni due settimane senza uno straccio di ragione reale.
La mia mente non è fatta come quella della maggior parte delle persone. Per accettarlo ci ho messo più di vent'anni.
E' come se dentro di me abitassero delle Voci che ogni tanto iniziano conversazioni tra loro stesse, fregandosene di quelli che sono i miei bisogni e i miei impegni reali.
Queste Voci spesso ripetono frasi sentite dalla mia famiglia. "Non vali un cazzo". "Sei una puttana." "Sei disgustosa". "La tua laurea è inutile." "Hai sprecato la tua intelligenza". "Statti zitta che non capisci un cazzo". "Che cazzo piangi, non hai problemi".
Altre volte tirano fuori le parole delle persone con cui ho lavorato. "Come fai a non capirlo?" "Ma ci sei o ci fai?" "Tu non hai idea di cosa sia il burnout".
E per funzionare a dispetto di queste voci, mi trovo costretta a fare delle cose che sono oggettivamente strane.
Controllare le posate prima di mangiare. Sistemare le scarpe in un dato modo. Grattarmi fino a scorticare la pelle. Trascorrere ore e ore e ore con le cuffie addosso anche senza ascoltare niente. Lavare il bagno tante di quelle volte da consumare le piastrelle.
Non sono cose che voglio fare. Si tratta di azioni che devo svolgere per far stare in silenzio le Voci.
La cosa più esilarante è che se io spiegassi al mio ragazzo o alle altre persone che nella mia testa abitano queste voci, finirei per essere etichettata definitivamente come pazza da TSO.
Quindi mi rassegno ad ascoltare la loro "depressione" e le loro "ossessioni" con un sorriso sulle labbra e un sospiro nel cuore.
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mikaelarebel · 7 months
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Non ho bisogno di un diario per scriverci ciò che per me conta. Le cose più importanti le ho scritte su di me: I sentimenti più belli li porto nel cuore. Le ferite più grandi le porto sulla pelle e i ricordi più importanti mi invadono l'anima. lo sono loro e loro sono me.
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Silvia Nelli
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elenascrive · 2 months
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“Ci resta solo la poesia.
In un mondo che non riconosco più, ci resta solo la poesia.
In un mondo in cui i più sposano cause senza senso e prendono le distanze dal dolore vero, ci resta solo la poesia.
Quando un apericena ha più senso dei valori, dell'etica, della gioia e persino dell'amore, sì, ci resta solo la poesia.
Mentre qualcuno si sta sostituendo a Dio, ciò che scompare è proprio ciò che ci resta: la poesia.
In una realtà in cui non conta la sostanza, ma la forma, in cui le competenze vere sono cancellate dalle nozioni, dal sapersi vendere, dallo sgomitare per catturare meno di un secondo di attenzione, cosa può salvarci se non la poesia?
La senti anche tu quella fame che non si placa?
Quella fame, amico mio, è l'anima. È ciò che abbiamo dimenticato. È l'umanità. È l'amore.
È solo la poesia.”
- Elisabetta Barbara De Sanctis
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francesca-70 · 10 months
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Volevo dirti che sto bene.
Ci sono stati momenti, te lo devo dire, che ho creduto di non farcela.
Ci sono stati giorni che mi sono passati accanto senza che io li vedessi.
Ci sono state notti che ho avuto paura di attraversare perché il buio che avevo dentro era più nero delle tenebre.
Ma ora sono qua, a tratti corro libera e leggera e a tratti improvvisamente zoppico ancora un po'.
Ma i giorni adesso mi guardano negli occhi e le notti mi accolgono nei sogni.
So che rideresti se mi dovessi sentire dire queste cose.
Scrolleresti la testa e diresti che sono una bambina, che sono infantile.
Ma non fa niente, ora quello che pensi tu non conta più.
Adesso conto solo io e tutti i pezzi sparsi per terra che ho dovuto raccogliere.
Ma Dio se ce l'ho fatta! Li ho raccolti tutti.
Adesso devo solo sistemare i ricordi.
Decidere quali tenere e quali gettare.
È una scelta dolorosa e difficile.
Se decido di tenere quelli belli, mi farebbero bene solo per poco perché se ricordando i momenti di felicità, mi nascesse un sorriso sulle labbra, avrebbe il sapore dell'inganno.
Se tenessi solo quelli brutti, avrei di te un ricordo  malvagio e crudele, ma vero.
E sarebbe davvero un peccato perché  sei la sola persona che io abbia amato così tanto.
Allora decido di tenerli al riparo.
Li nascondo giù, in fondo.
Li sotterro nella parte più vera che io possieda.
Quella che a te ha sempre fatto paura.
Quella che non ti è mai interessato conoscere.
Li soffoco dentro l'anima.
Lei saprà cosa farne, non sbaglia mai, sai?
Lei è la parte di me che tu hai ucciso senza nemmeno averla mai ascoltata.
Quella parte di me che ti voleva così tanto.
E che non ti cancellerà mai.
Ti auguro di trovare tutto ciò che cercavi in me.
Ed una volta trovato, ti auguro di non dovermi mai rimpiangere.
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(Paola Delton)
da Abbracciami come se fosse Dicembre.
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onceuponalaika · 2 months
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i-am-a-polpetta · 1 year
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ci trovo un non so che di catartico a girare a piedi per Bologna con l'anima non conta sparata a mille nelle cuffie
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immensoamore · 2 months
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Ci resta solo la poesia.
In un mondo che non riconosco più, ci resta solo la poesia.
In un mondo in cui i più sposano cause senza senso e prendono le distanze dal dolore vero, ci resta solo la poesia.
Quando un apericena ha più senso dei valori, dell'etica, della gioia e persino dell'amore, sì, ci resta solo la poesia.
Mentre qualcuno si sta sostituendo a Dio, ciò che scompare è proprio ciò che ci resta: la poesia.
In una realtà in cui non conta la sostanza, ma la forma, in cui le competenze vere sono cancellate dalle nozioni, dal sapersi vendere, dallo sgomitare per catturare meno di un secondo di attenzione, cosa può salvarci se non la poesia?
La senti anche tu quella fame che non si placa?
Quella fame, è l'anima. È ciò che abbiamo dimenticato. È l'umanità. È l'amore.
È solo la poesia e in questo bambino c'è tanta tanta poesia..
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be-appy-71 · 3 months
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Non ho bisogno di un diario per scriverci ciò che per me conta.
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Le cose più importanti le ho scritte su di me:
I sentimenti più belli li porto nel cuore.
Le ferite più grandi le porto sulla pelle
e i ricordi più importanti mi invadono l'anima.
Io sono loro e loro sono me.♠️🔥
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dottssapatrizia · 1 year
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Da dove venga l'anima non lo sapremo mai. Fa giri infiniti e sconosciuti, spesso si perde e vaga. Ciò che conta è che in questo suo migrare, possa avere la fortuna di incontrare un'altra anima...che forse ha vagato più di lei e ora conosce la strada.
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Buongiorno ☕️
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susieporta · 11 months
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"Se non tornate bambini non entrate nel Regno dei cieli", disse un Tale.
Vediamola meglio insieme...
Fame e spossatezza sono esempi di come agisce il potere dell'energia spirituale, del Fuoco.
Prendete un uomo morente di fame e consapevole della sua fine inevitabile e un altro che digiuna sui tre piani per terapia: il primo declina rapidamente, mentre l’altro preserva a lungo le proprie forze. È solo l’energia del Fuoco a sostenerlo, chiamata in gioco dall'intenzione.
(L'Opera è "Amor vincit omnia" di Caravaggio)
Fate questo esperimento anche sulla fatica: chi chiama l'energia spirituale in azione non è mai stanco, mentre chi pensa di essere affaticato perde forza. Uno sguardo superficiale, classificherebbe questi fatti come effetti di “autosuggestione”, ma è ignoranza...
Il cibo terreno può ridursi a poche briciole: il corpo non abbisogna di molto quando il Fuoco arde poiché tale energia non venga sottratta dai pensieri ripetitivi. In passato questa caratteristica era privilegio solo di certi Saggi.
Costoro infatti erano grandi poiché erano grandi conoscitori del digiuno. Se non erano grandi conoscitori del digiuno non erano saggi... ma non per quello che pensiamo noi: favorire la salute del cuore, ridurre il grasso addominale, abbassare i livelli di sodio nel sangue, ecc... bensì, per riportare il cervello nello stato in cui era agli albori dell'essere. Nell'utero infatti l'anima crea l'uomo perfetto per due motivi: digiuno della bocca e digiuno del pensiero.
È questa la partita: il digiuno dai pensieri ripetitivi poiché tale pratica ti spara nell'unica energia che esiste, ovvero l'Adesso, habitat naturale del Fuoco.
I bambini per esempio conoscono molto bene questo aspetto, e ci insegnano che il seguire le passioni e il portare giocosità nella nostra quotidianità, sono le più potenti molecole farmacologiche dell'anima.
Quando hanno un problema costoro fanno tre cose: piangono finché non gli passa; vanno a dormire e aspettano che Ermes nel sonno porti loro la soluzione - Orfeo svolge altre funzioni; oppure giocano. Tre operazioni dove si rompe il rapporto coi pensieri ripetitivi e quindi col tempo, poiché il nostro mentale razionale, quello che utilizziamo per comprare la carta igienica e i preservativi, è fatto della stessa sostanza illusoria con cui è fatto il passato e il futuro.
Basta guardarli: i fanciulli quando giocano si dimenticano di mangiare e le loro forze sono inesauribili. Quale dieta migliore di questa?
È importante quindi tornare a fare le cose che ci piacciono e ci riescono naturali, superando le prevedibili resistenze del mentale inferiore: "non ho più l'età", "devo occuparmi di cose più importanti", "chissà cosa pensano gli altri"... potrei continuare all'infinito... poiché questi pensieri altro non sono che tentazioni per non farti sedere sulla sostanza dell'adesso.
Mi seguite? La sostanza dell'adesso, non il qui e ora. Il qui e ora è un concetto mentale, la sostanza dell'adesso è un'esperienza cardiaca. È la stessa sostanza dell'orgasmo per intenderci, sostanza della creazione quindi, e la caratteristica principale dell'orgasmo qual è?
Esatto, che non vi è il tempo...
Divenite consci del potere della sostanza dell'adesso e del potere del Fuoco!
Quel che più conta è iniziare dalle piccole cose, vigilando sui propri impulsi.
Cari amici, come ripeto spesso, non ha valore alcuno sapere queste cose, occorre esperienziare se volete innalzare la percezione dal piano intellettuale al sovramentale: "Apparvero loro lingue come di fuoco che si dividevano e si posarono su ciascuno di loro; ed essi furono tutti pieni di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue come lo Spirito dava loro il potere d'esprimersi." (Atti 2, 3)
Ogni circostanza della vita è un laboratorio speciale per sperimentare sé stessi.
Federico Cimaroli
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ambrenoir · 6 months
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Nell'arco di tempo in cui la ragione conta fino a dieci,
l'anima è arrivata oltre il milione.
Quindi:
mentre stai iniziando a riflettere su un problema,
la tua anima l'ha già risolto e sta cercando di comunicarti la soluzione,
solo che tu non la senti perchè il tuo intelletto è ancora occupato a contare fino a dieci senza per altro giungere ad una soluzione utile.
Invece di dare ascolto all'anima,
la ragione ricomincia da capo a contare perchè sospetta di aver sbagliato.
-Vadim Zeland-
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“Rubato” dalla pagina di Stefano Mor 🌟
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greenbor · 6 months
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Ispirato da https://www.tumblr.com/i-am-a-polpetta
avevano ragione gli zen quando dicevano che l'anima non conta, niente conta cazzo.... tutte le cose buone che fai, per quanto cuore tu ci possa mettere, alla fine non contano una sega.
#e va bene così
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pizzettauniversale · 9 months
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Ma di quale anima parlate, ma non mischiate la merda con la cioccolata, neanche sapete che cazzo è l'anima.
L'unica anima che conta
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