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#l'arte di essere felici
lamiaprigione · 8 months
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Se i detti del Nuovo Testamento non li consideriamo come comandamenti ma come espressione di una straordinaria, profondissima conoscenza dei misteri dell'animo umano, la cosa più saggia che sia mai stata detta, il breve compendio di tutta l'arte di vivere e di essere felici, è la frase «ama il prossimo tuo come te stesso», che del resto si trova già nell'Antico Testamento. Il prossimo lo si può amare meno di noi stessi: e allora si è l'egoista, l'arraffone, il capitalista, il borghese, e si possono accumulare quattrini e potenza ma è impossibile avere un cuore veramente lieto, e ci restano precluse le più delicate e squisite gioie dell'anima. Oppure si può amare il prossimo più di se stessi: e allora si è un povero diavolo, pieno di sensi d'inferiorità, pieno di desiderio d'amare tutto, eppure colmo di rancore e di crudeltà verso se stesso e si vive in un inferno che ci si apparecchia ogni giorno da sé. Di contro a ciò: l'equilibrio dell'amore, la possibilità di amare senza restare in debito ora in questo, ora in quello, un amore di se stessi che non ruba niente a nessuno, un amore per gli altri che però non diminuisce né violenta il nostro io! Il segreto di tutta la felicità, di tutta la beatitudine è racchiuso in quella parola. E se si vuole, la si può rigirare anche alla maniera indiana e darle il significato di: ama il prossimo tuo, perché sei tu stesso!, una traduzione cristiana del «tat twam asi». Oh, l'intera saggezza è così semplice, ed è stata enunciata e formulata da tanto mai tempo e con così indubitabile precisione! Perché dunque ci appartiene solo a momenti, nelle giornate buone, e non sempre?
Hermann Hesse, La cura
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occhietti · 4 months
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Assaporare piuttosto ogni momento del presente nel modo più sereno possibile: questa è saggezza di vita.
- Arthur Schopenhauer - L'arte di essere felici
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animapienadiodio · 21 days
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Di solito cerchiamo di illuminare l'opacità del presente speculando su possibilità favorevoli e fantasticando su cento speranze chimeriche, ciascuna delle quali è gravida di disappointment, se, come capita per lo più, rimane delusa. Viceversa dovremmo fare oggetto della nostra speculazione tutte le possibilità sfavorevoli, il che in parte consentirebbe di prendere provvedimenti per prevenirle, in parte offrirebbe piacevoli sorprese se non si verificassero. I caratteri cupi e meticolosi incontreranno qualche dolore immaginario, ma meno dolori reali dei caratteri sereni e spensierati: infatti chi vede tutto nero e teme sempre il peggio non avrà modo di sbagliarsi altrettanto spesso di chi attribuisce sempre alle cose un colore e un aspetto sereni.
Arthur Schopenhauer, L'arte di essere felici
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L'idea che l'arte di vivere sia una cosa semplice è relativamente recente.
Da sempre sono esistiti individui convinti che per essere felici sarebbe bastato raggiungere il piacere, il potere, la fama e la ricchezza, e che l'unica cosa da imparare non fosse tanto l'arte di vivere quanto il modo per ottenere abbastanza successo da acquisire i mezzi per vivere bene. Eppure, se anche esistevano individui e gruppi che praticavano il principio di un edonismo radicale, tutte le culture avevano maestri di vita e maestri di pensiero. Questi proclamavano che vivere bene è un'arte che va imparata, che imparare quest'arte richiede fatica, dedizione, comprensione e pazienza, e tuttavia costituisce la cosa più importante da apprendere...Eppure, vivere non è facile! L'uomo è dotato solo di alcune pulsioni istintive, che non può fare a meno di soddisfare per la sopravvivenza tanto del singolo quanto della specie. Sotto tale profilo non siamo diversi dagli animali. Ma, a differenza di questi, non possediamo un corredo istintuale innato che di volta in volta ci indichi come organizzare la nostra vita e che contenga un progetto per l'arte di vivere. Se noi uomini, nelle nostre azioni, fossimo determinati da queste necessità biologiche, agiremmo allora "razionalmente" e - per fare solo un esempio - non ci uccideremmo a vicenda per questioni di onore, di fama o di ricchezza, ma saremmo solidali tra noi con l'obiettivo della sopravvivenza. Se il nostro agire fosse determinato solo dalla ragione, non sorgerebbero problemi; ma troppo spesso il nostro pensiero si pone al servizio di interessi egoistici e passioni irrazionali per essere una guida affidabile nell'arte del vivere...Tutto è diventato business, ogni cosa deve funzionare ed essere utilizzabile. Non esiste un sentimento di identità, esiste un vuoto interiore. Non si hanno convinzioni, né scopi autentici. Il carattere mercantile è l'essere umano completamente alienato, privo di qualunque altro interesse che non sia quello di manipolare e funzionare. È proprio questo il tipo di umano conforme ai bisogni sociali. Si può dire che la maggior parte degli uomini diventano come la società desidera che essi siano per avere successo. La società fabbrica tipi umani così come fabbrica tipi di scarpe o di vestiti o di automobili: merci di cui esiste una domanda. E già da bambino l'uomo impara quale sia il tipo più richiesto... L'uomo è diventato una merce, il cui valore è determinato dalla sua vendibilità. Deve funzionare bene; deve essere allegro e soddisfatto solo nei limiti e nei modi in cui ciò è necessario al suo funzionamento. Ma se così è, se il "buon funzionamento" ha sostituito il "ben-essere", a che scopo sforzarsi di imparare l'"arte di vivere"?
Erich Fromm
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fazidoart · 11 months
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Vacanze dall'Italia...
Io sono felice, voglio essere sempre, non mi piacciono le bugie. Il mio nome è Giuseppe. Io sono energico, dormo molto, è pieno di fascino. Io vivo molto sconsiderato, il mio sole splendre sempre per me. Io bevo un vino, io canto. Io voglio dire, sono robusto, sono bellissimo ,bello, atletico. Io tratta tutto con leggerezza, è dolce vita. Io invito i miei amici, ogni giorno, organizzò feste e danze. Le mie feste durano fino all'alba, io bisogno di amici. Sono un edonista e amo la vita, mi piace vaggiare. Ogni momento è bello essere felici, quindi non sprecare un giorno per la stupitida. Sono sempre un ottimista eterno, ho sono un bellezza appassionate. Amo le belle persone è cose. Io penso, L'arte e la più importante per me, ma non fermero il tempo, ecco perche me sto divertimento. Sono un cavaliere su un cavallo bianco, ogni giorni è per il peso dell'oro. Un attimo rimani per sempre...
# copyright of photo and post #naiveart #dayofphilosophie #primitivism
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alonewolfr · 2 months
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L'arte di essere felici sta nel potere di estrarre la felicità dalle cose comuni.
|| Henry Ward Beecher
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lamilanomagazine · 3 months
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Firenze: l'arte contemporanea al centro delle opere dell'Antica Compagnia del Paiolo
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Firenze: l'arte contemporanea al centro delle opere dell'Antica Compagnia del Paiolo. Nello spazio espositivo C.A. Ciampi in via de' Pucci 16 si è aperta la mostra collettiva degli artisti dell'Antica Compagnia del Paiolo. Dopo il saluto di Cristina Giachi, presidente della commissione Cultura sono intervenuti Daniela Pronestì, critica d'arte, e Anna Bini, presidente dell'Antica Compagnia del Paiolo. I protagonisti della mostra offrono un vivido esempio della qualità e varietà dell'offerta culturale della Compagnia, con opere che spaziano dall'astratto al figurativo, dalla pittura alla scultura, da tecniche tradizionali ad altre più "moderne", sempre però con cifre riconoscibili, come si conviene ad artisti di lungo corso e alcuni anche maestri di chiara fama. "Un'associazione importante che ha ripreso una tradizione antichissima – ha detto la presidente della commissione Cultura Cristina Giachi – e che si riuniva all'insegna della tradizione artistica e culinaria. La cultura è essenziale e fondamentale come l'aria che respiriamo. L'Antica Compagnia da anni si impegna per diffondere l'arte e il gusto per il bello ai fiorentini e al popolo toscano. Gli spazi del Consiglio regionale sono felici di accogliere gruppi artistici che mettono al centro del loro impegno la diffusione della cultura e la diffusione della bellezza." "Una mostra che intende promuovere i valori tradizionali dell'arte – ha detto Daniela Pronestì critica d'arte - e in questa mostra si raccolgono opere che rappresentano vari aspetti dell'arte contemporanea, passando da lavori più sperimentali ad opere che si collocano nel solco della tradizione." "Una iniziativa – secondo la presidente Anna Bini – che spazia in vari aspetti della ricerca artistica e anche la nostra associazione si occupa della cultura nei suoi modelli diversi, dall'arte alla scienza, dalla visita ai musei ai concerti." Scrive in catalogo il presidente del Consiglio regionale, Antonio Mazzeo: "Sono sempre più convito che riempire di arte e cultura i palazzi delle istituzioni sia una scelta che risponde alle esigenze del tempo che stiamo vivendo. Un tempo che, dopo la pandemia che ha minato le nostre certezze e durante una guerra che nega i valori della pace, del dialogo e della giustizia, ha bisogno di recuperare il senso profondo della convivenza umana." La mostra può essere visitata nei giorni feriali fino al 5 gennaio 2024 con il seguente orario: da lunedì al venerdì, dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 19.00, sabato dalle 10.00 alle 13.00. Chiuso il 23 e il 30 dicembre 2023.  ... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Giorni Felici 2023 In Italia Sub
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✔️ 𝐒𝐓𝐑𝐄𝐀𝐌𝐈𝐍𝐆 𝐎𝐑𝐀 𝐐𝐔𝐈 ▶ https://t.co/hqJOA7TQB9
:: Trama Giorni Felici ::
Margherita, un'attrice che si sta preparando per il prossimo ruolo in un film internazionale che si girerà a Los Angeles, ha appena festeggiato il suo compleanno con gli amici più cari e il figlio Enea, un musicista insoddisfatto della sua carriera. Tra le persone che le sono più vicine c'è la sua agente Michela e l'amico medico Ramiro. La sua vita cambia all'improvviso quando non riesce più a muoversi. Dopo essere stata ricoverata, torna a casa in carrozzina ma spera di riprendersi presto. Non essendo autosufficiente, oltre alla presenza della domestica arriva anche l'ex-compagno Antonio, chiamato da Enea. I due all'inizio si comportano come due estranei. Ma quando le condizioni di salute di Margherita peggiorano dopo che le è stata diagnosticata la SLA, iniziano a riavvicinarsi e ritornano nei ricordi i loro 'giorni felici'.
Un film (in Italiano anche pellicola) è una serie di immagini che, dopo essere state registrate su uno o più supporti cinematografici e una volta proiettate su uno schermo, creano l'illusione di un'immagine in movimento.[1] Questa illusione ottica permette a colui che guarda lo schermo, nonostante siano diverse immagini che scorrono in rapida successione, di percepire un movimento continuo.
Il processo di produzione cinematografica viene considerato ad oggi sia come arte che come un settore industriale. Un film viene materialmente creato in diversi metodi: riprendendo una scena con una macchina da presa, oppure fotografando diversi disegni o modelli in miniatura utilizzando le tecniche tradizionali dell'animazione, oppure ancora utilizzando tecnologie moderne come la CGI e l'animazione al computer, o infine grazie ad una combinazione di queste tecniche.
L'immagine in movimento può eventualmente essere accompagnata dal suono. In tale caso il suono può essere registrato sul supporto cinematografico, assieme all'immagine, oppure può essere registrato, separatamente dall'immagine, su uno o più supporti fonografici.
Con la parola cinema (abbreviazione del termine inglese cinematography, "cinematografia") ci si è spesso normalmente riferiti all'attività di produzione dei film o all'arte a cui si riferisce. Ad oggi con questo termine si definisce l'arte di stimolare delle esperienze per comunicare idee, storie, percezioni, sensazioni, il bello o l'atmosfera attraverso la registrazione o il movimento programmato di immagini insieme ad altre stimolazioni sensoriali.[2]
In origine i film venivano registrati su pellicole di materiale plastico attraverso un processo fotochimico che poi, grazie ad un proiettore, si rendevano visibili su un grande schermo. Attualmente i film sono spesso concepiti in formato digitale attraverso tutto l'intero processo di produzione, distribuzione e proiezione.
Il film è un artefatto culturale creato da una specifica cultura, riflettendola e, al tempo stesso, influenzandola. È per questo motivo che il film viene considerato come un'importante forma d'arte, una fonte di intrattenimento popolare ed un potente mezzo per educare (o indottrinare) la popolazione. Il fatto che sia fruibile attraverso la vista rende questa forma d'arte una potente forma di comunicazione universale. Alcuni film sono diventati popolari in tutto il mondo grazie all'uso del doppiaggio o dei sottotitoli per tradurre i dialoghi del film stesso in lingue diverse da quella (o quelle) utilizzata nella sua produzione.
Le singole immagini che formano il film sono chiamate "fotogrammi". Durante la proiezione delle tradizionali pellicole di celluloide, un otturatore rotante muove la pellicola per posizionare ogni fotogramma nella posizione giusta per essere proiettato. Durante il processo, fra un frammento e l'altro vengono creati degli intervalli scuri, di cui però lo spettatore non nota la loro presenza per via del cosiddetto effetto della persistenza della visione: per un breve periodo di tempo l'immagine permane a livello della retina. La percezione del movimento è dovuta ad un effetto psicologico definito come "fenomeno Phi".
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Giorni Felici 2023
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:: Trama Giorni Felici ::
Margherita, un'attrice che si sta preparando per il prossimo ruolo in un film internazionale che si girerà a Los Angeles, ha appena festeggiato il suo compleanno con gli amici più cari e il figlio Enea, un musicista insoddisfatto della sua carriera. Tra le persone che le sono più vicine c'è la sua agente Michela e l'amico medico Ramiro. La sua vita cambia all'improvviso quando non riesce più a muoversi. Dopo essere stata ricoverata, torna a casa in carrozzina ma spera di riprendersi presto. Non essendo autosufficiente, oltre alla presenza della domestica arriva anche l'ex-compagno Antonio, chiamato da Enea. I due all'inizio si comportano come due estranei. Ma quando le condizioni di salute di Margherita peggiorano dopo che le è stata diagnosticata la SLA, iniziano a riavvicinarsi e ritornano nei ricordi i loro 'giorni felici'.
Un film (in Italiano anche pellicola) è una serie di immagini che, dopo essere state registrate su uno o più supporti cinematografici e una volta proiettate su uno schermo, creano l'illusione di un'immagine in movimento.[1] Questa illusione ottica permette a colui che guarda lo schermo, nonostante siano diverse immagini che scorrono in rapida successione, di percepire un movimento continuo.
Il processo di produzione cinematografica viene considerato ad oggi sia come arte che come un settore industriale. Un film viene materialmente creato in diversi metodi: riprendendo una scena con una macchina da presa, oppure fotografando diversi disegni o modelli in miniatura utilizzando le tecniche tradizionali dell'animazione, oppure ancora utilizzando tecnologie moderne come la CGI e l'animazione al computer, o infine grazie ad una combinazione di queste tecniche.
L'immagine in movimento può eventualmente essere accompagnata dal suono. In tale caso il suono può essere registrato sul supporto cinematografico, assieme all'immagine, oppure può essere registrato, separatamente dall'immagine, su uno o più supporti fonografici.
Con la parola cinema (abbreviazione del termine inglese cinematography, "cinematografia") ci si è spesso normalmente riferiti all'attività di produzione dei film o all'arte a cui si riferisce. Ad oggi con questo termine si definisce l'arte di stimolare delle esperienze per comunicare idee, storie, percezioni, sensazioni, il bello o l'atmosfera attraverso la registrazione o il movimento programmato di immagini insieme ad altre stimolazioni sensoriali.[2]
In origine i film venivano registrati su pellicole di materiale plastico attraverso un processo fotochimico che poi, grazie ad un proiettore, si rendevano visibili su un grande schermo. Attualmente i film sono spesso concepiti in formato digitale attraverso tutto l'intero processo di produzione, distribuzione e proiezione.
Il film è un artefatto culturale creato da una specifica cultura, riflettendola e, al tempo stesso, influenzandola. È per questo motivo che il film viene considerato come un'importante forma d'arte, una fonte di intrattenimento popolare ed un potente mezzo per educare (o indottrinare) la popolazione. Il fatto che sia fruibile attraverso la vista rende questa forma d'arte una potente forma di comunicazione universale. Alcuni film sono diventati popolari in tutto il mondo grazie all'uso del doppiaggio o dei sottotitoli per tradurre i dialoghi del film stesso in lingue diverse da quella (o quelle) utilizzata nella sua produzione.
Le singole immagini che formano il film sono chiamate "fotogrammi". Durante la proiezione delle tradizionali pellicole di celluloide, un otturatore rotante muove la pellicola per posizionare ogni fotogramma nella posizione giusta per essere proiettato. Durante il processo, fra un frammento e l'altro vengono creati degli intervalli scuri, di cui però lo spettatore non nota la loro presenza per via del cosiddetto effetto della persistenza della visione: per un breve periodo di tempo l'immagine permane a livello della retina. La percezione del movimento è dovuta ad un effetto psicologico definito come "fenomeno Phi".
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benigrec · 6 months
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incastrovuoto · 6 months
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dicono che siano segni di una forte passione. E mi piace che sia così, perchè è quello che sento tra me e te.
Non so se mai un giorno potró farti leggere ció che esprimo per te, di solito resto di poche parole e tanti fatti. Ma quando sono sola tra me e me sento questo bisogno di descriverlo, tirar fuori delle parole.
Ultimamente mi capita spesso di pensare a quanto la mia vita, ma in generale, sia fatta di una serie di eventi che si collegano tra loro. Di conseguenza penso che forse c'era qualcosa, qualche forza misteriosa, che quella sera ci ha uniti. Non so se tutte le persone che incontriamo siano il segno di qualcosa di già prestabilito, di qualcosa che deve essere necessariamente così, so solo che qualunque cosa ci sia, ti ha portato a me.
Il tempo passato con te mi sta facendo imparare l'arte del presente, che è l'unica cosa di cui ci dimentichiamo spesso. Sto imparando ad apprezzare ogni singolo giorno in cui ci sei, nella banalità delle cose semplici, che poi sono sempre le più belle. Non ti so dire quanto tempo abbiamo, quante cose potremo fare insieme, e se ci fosse la possibilità di saperlo, questa volta non vorrei spoilerarmi alcun finale. Siamo abituati a voler sapere che tutte le storie finiscono felici e contenti, ma con te io vorrei solo nuovi inizi felici.
Non posso sapere quanto spazio occupo nella tua vita realmente o quanto è grande ció che provi quando siamo insieme, ma so quel che provo io quando mi stai accanto. È una di quelle sensazioni, quella chimica particolare che ti parte da ogni parte del tuo corpo e il più delle volte neanche riesci a spiegarla.
So che il tuo modo di sfiorarmi, il tuo solo tocco, la tua delicatezza, e i tuoi occhi su di me, ad oggi sono l'unica cosa che mi fa arrivare alla serenità più assoluta.
Delle volte mi fermo a pensare se mi merito davvero così tanto, se è il modo giusto di viverci, se la tua purezza è davvero reale. Poi mi dico che l'unica cosa che voglio è ció che meriti tu. Ti meriti ogni giorno che io ti guardi da dietro ed esser orgogliosa di te. Ti meriti ogni regalo possibile per il solo pensiero di vederti felice. Ti meriti il mio tempo, anche quello che non ho. Ti meriti i tuoi spazi, quelli in cui io non rientro, ma in cui so che stai bene e ti stai divertendo. Ti meriti l'affetto più smisurato che ho a disposizione quando ne avrai più bisogno e non. Ti meriti di aver qualcuno in più che ti ascolti, che ti tolga le paure per quando ne avrai. Ti meriti qualcuno che ti protegga il più possibile dalle cose che non ti faranno bene. Ti meriti di poter sorridere ogni giorno d'amore. Ti meriti qualcuno che a volte non ti sopporti, ma che stia sempre lì a fare amicizia con i tuoi difetti.
Ti meriti qualcuno che ti pensi soprattutto quando non ci sei. Ti meriti tutto il bene che tu per primo hai dentro di te. E non lo so se te ne accorgi, ma ogni singola cosa che tu meriti, è ció che ti do ogni giorno e che cercheró di non farti mancare mai, perchè tu non lo fai mancare mai a me.
Forse entrambi siamo in quella fase in cui non ce lo sappiamo spiegare, ma finchè ci guardiamo così, sapremo che qualunque cosa sia, ce n'è così tanto da far paura e renderci felici allo stesso tempo. Forse entrambi dell'amore non ne sappiamo nulla, o forse è proprio questo che ci unisce silenziosamente, senza riuscirlo a descrivere.
Sarà che ho sempre avuto paura di rischiare, ma alla fine rischio sempre, e con te mi dico meno male, perchè il mio cuore è così tremendamente spaventato, ma pieno d'amore da quando ci sei.
#❤️‍🩹
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alliwanttoseeismgg · 10 months
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Come della letteratura anteriore era idolo il Petrarca, della odierna è il Leopardi. Il Petrarca, tranne le poche poesie politiche e di vario genere, cantò un solo dolore, l'amoroso; il Leopardi cantò tutte le forme del dolore umano. Il dolore dell'uno è consolato dalla fede religiosa, comune a' suoi tempi; il dolore dell'altro sdegna come puerile questo conforto; onde il lutto e la costernazione che attrista il suo carme è più vario, più profondo, più universale del petrarchesco e più rispondente alle condizioni della psiche moderna. Inoltre, l'arte di coprir l'arte e la trasparenza del pensiero è maggiore nel Recanatese che nell'Aretino il quale, da un sentimento sempre identico dovendo cavare sempre nuovi motivi poetici, dà non di rado nello studiato e nel monotono e fa dell'arte artifizio. Onde non è meraviglia se il Leopardi regna oggi sul trono dove una volta sedeva il Petrarca, e il culto suo va crescendo sempre più fervoroso e universale. L'uomo moderno ama il canto leopardiano come interprete fedele del proprio dolore, e il Leopardi come un amico sublime col quale in tutto sente e consente. Ben doveva dunque esser contrassegnato da una ricca reflorescenza di studi leopardiani l'anno centenario dalla sua nascita.
I molti scritti già pubblicati su questa materia ci facevano ancora desiderare un libro che studiasse di proposito quel sentimento che fu il suo sospiro perpetuo, l'amore, e ci fornisse accurata notizia delle donne che gli apparsero via via nel corso della sua misera vita e diedero palpiti al suo cuore, armonie a' suoi canti. Questo doveva fare una signora colta e gentile, e questo fece la signora Emma Boghen Conigliani, scrittrice già lodata per altri pregevoli lavori tra i quali mi piace ricordare le Rose di macchia, gli Appunti storico-critici sulla Divina Comedia e gli Studi letterarii. Il libro ha titolo La donna nella vita e nelle opere di G. Leopardi, (un elegante volumetto di pag. 404, edito testè dal Barbera). La chiara autrice ha quivi raccolto non solo quante notizie erano state finora pubblicate intorno alle donne legate al Leopardi di parentela o a lui care d'amicizia o d'amore, ma eziandio quelle non poche né poco importanti che ancora si desideravano; e noi dobbiamo saper grado alle sue indefesse e felici indagini se finalmente ci è dato rivedere vestite di nuova e più viva luce le imagini di Antonietta Tommasini, della Carniani-Malvezzi, di Marianna Brighenti, di madama Padovani, di Paolina Ranieri e d'altre.
Dei ritratti, preposti alle biografie delle donne leopardiane, altri erano già comparsi nel numero unico del foglio A GIACOMO LEOPARDI XV GIUGNO MDCCCLXXXVII (Lapi, Città di Castello) altri nello studio psico-antropologico del Patrizi, altri finalmente nell'articolo del Mariotti I ritratti di G. Leopardi (Nuova Antologia, 16 gennaio 1898); ma qui la Boghen-Conigliani, coi già noti, ci esibisce per la prima volta quelli finora sconosciuti della Tommasini, della Brighenti e della Ranieri. Il ritratto del poeta impresso nel frontispizio dell'opera, tra i diversi che se ne hanno, è forse il più vero. Tra le tante peregrine notizie onde è ricco il libro, attraggono particolarmente la nostra attenzione quelle relative a madama Padovani, una delle fiamme o, per dir meglio, uno dei desiderii amorosi, presto spento, del poeta a Bologna. Il sottoscritto (che di necessità qui si registra) l'aveva già rivelata al pubblico in un suo recente lavoro, additando in lei quella che Giacomo scrivendo al Papadopoli diceva strega piena di grazia e di bellezza, ed esponendo tutto ciò che può sapersi intorno ai suoi rapporti col poeta. Ma delle notizie riferentisi particolarmente all'esser suo non avendo io saputo dare quante io e il pubblico ne avrebbe desiderato, la signora Boghen-Conigliani ha sopperito abbondevolmente al mio difetto. La seducente donna era dunque una tal Rosa Simonazzi modenese maritata in Luigi Padovani, ispettore della civica illuminazione a Modena, e da lui per tempo separata. "Bella, di un brio indiavolato, leggera, avida di piaceri e di lusso , sentendo lodare la sua voce e la sua dispozione alla musica, tolte a pretesto le condizioni economiche disagiate e la speranza di fortuna, volle andarsene nel 1826 a Bologna per studiarvi il canto. Là prese pensione in casa del vecchio tenore Vincenzo Aliprandi dove pure alloggiava il Leopardi. Di statura alta e di forme scultorie, riusciva attraente soprattutto pei grandi occhi vivacissimi, scintillanti di brio, di spensierata allegrezza, di malizia birichina, di mordacità". Cantò a Torino, a Milano ma con poca fortuna; passò all'estero, ma ne ritornò povera come prima. Forse, penso io, era una di quelle donne per le quali il teatro non è altro che un richiamo di lucrose avventure. Un vecchio professore il quale la conobbe personalmente, afferma che già carica d'anni e di malanni era tuttavia sempre bellissima e allegra, tanto da far immaginare quale splendida creatura avesse dovuto essere in gioventù; ed asserisce d'averla sentita ricordare Giacomo Leopardi e vantarsi d'averlo molto ben conosciuto, con tali parole da lasciar comprendere chiaramente che ella era stata amata dal poeta; e questo è pure narrato da una vecchia parente de la Padovani.
Ma se nella copia e nella novità della materia biografica noi ammiriamo la ricercatrice accurata e fortunata, nei sentimenti, nei giudizi e nel modo di esporli noi vi troviamo , e con tanto maggior gradimento, la donna. Quella delicata gentilezza tutta femminea che spira come aura profumata in tutto il suo libro, quel garbo onde tempera fatti e giudizi che suonerebbero troppo aspri ad orecchio di spirituale persona, quel discorso tutto signorile famigliarità acquistano all'autrice con la lode anche la simpatia del lettore.
Ed ora qualche breve osservazione. Alle biografie di sette donne leopardiane tien dietro e chiude il libro un capitolo avente per titolo La donna nella vita e nelle opere di G. Leopardi, dove si studia il sentimento amoroso del poeta ne suoi scritti, e si parla di altre donne leopardiane di cui l'autrice, forse per manco di sufficienti notizie, non aveva ancora dato una biografia speciale. Anche quest'ultimo capo, che comprende quasi la quarta parte dell'opera è, come tutto il resto assai ben fatto e interessante; ma non era meglio collocarlo a principio e anzi che escluderne le donne di cui si fa la biografia a parte, accogliervi di queste solo le notizie sufficienti e necessarie a farci conoscere i rapporti avuti e i sentimenti nutriti dal poeta verso la donna considerata nella madre, nella sorella, nella parente, nell'amica e nell'amata, e rimetterne ad una seconda parte la compiuta biografia? Se ben m'appongo, l'opera, così ripartita, avrebbe guadagnato di retto organamento e di ordine lucido. Il difetto forse si spiega dalla difficoltà in cui l'autrice si trovava di rifondere in un sol tutto i non pochi scritti già pubblicati sparsamente sotto forma di articoli in parecchi giornali.
Per venire a qualche particolare, non credo giusti i dubbi dell'autrice sulle cause del viaggio del Leopardi e del Ranieri a Roma l'inverno tra il 1831 e '32, quando noi consi- deriamo più fatti cioè: la passione tremenda di Giacomo per la bella dama fiorentina da cui senza dolore acerbissimo non poteva al- lontanarsi; l'amor furibondo che trascinava il Ranieri dietro la celebre attrice Pelzet recitante a Roma; l'amicizia o, meglio, l'amore ardente da innamorato che in quei primi tempi avvinceva il poeta al bello, biondo, gentile, lusinghiero, Ranieri (come lettere ancora inedite presto chiariranno); la cura gelosa di costui nel voler sempre seco l'immortale amico suo, noi non dobbiamo più esitare a concludere e ritenere per fermo che il poeta per compiacere l'amico fece violenza al proprio cuore e partì seco per Roma sottoponendosi per lui ad accerbissimo esilio e al dissesto delle sue povere finanze. Io credo colla Boghen-Conigliani che quando Giacomo scriveva al fratello di lungo romanzo, di dolore e di lagrime come circostanze necessarie alla narrazione del suo viaggio di Roma parlasse di sè non del Sodale (comechè questi si vagliasse in romanzi e lagrime non minori), ma questo non solo non esclude ch'egli siasi mosso da Firenze per compiacere l'amico suo, ma anzi lo spiega e conferma. L'egregia scrittrice non vede chiara la ragione del raffreddamento del poeta verso la contessa Teresa Carniani-Malvezzi, e la cerca in un'arrischiata e male accolta dichiarazione amorosa, quando la lettera del Leopardi rife- rita dalla stessa autrice, ce la rivela lumino- samente là dove dice: "Contessa mia, l'ultima volta ch'ebbi il piacere di vedervi, voi mi diceste così chiaramente che la mia conversazione da solo a sola vi annoiava, che non mi lasciaste luogo a nessun pretesto per ardire di continuarvi la frequenza delle mie visite". Fu dunque la soverchia assiduità, ripresa così severamente dalla contessa la cagione dell'intiepidito affetto. Altre imperfezioni potrei notare, da taluni giudizi avrei motivo di dissentire, ma queste ad ogni modo, come le dianzi osservate sarebbero mende così lievi che poco o nulla tolgono al valore di quest'opera veramente bella e interessante. La quale, contribuendo alla letteratura leopardiana nuova e larga copia di materia storica, rimarrà certamente tra le più importanti pubblicazioni del primo centenario del sommo poeta e avrà la fortuna che merita un lavoro maturamente pensato e felicemente eseguito.
Franco RIDELLA
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illibraiodiselinunte · 11 months
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Recensione del libro :"L'arte di correre sotto la pioggia"
Il romanzo "L'arte di correre sotto la pioggia" scritto da Garth Stein è un'opera emozionante e toccante che segue la storia di Enzo, un cane dal sapere straordinario che adora la vita e la sua famiglia umana. Enzo è convinto che, dopo la sua morte, rinascerà come un essere umano per poter realizzare finalmente il suo sogno di correre sotto la pioggia.
Il libro è raccontato in prima persona da Enzo, che osserva la vita che lo circonda e riflette su ciò che vede. Stein utilizza il punto di vista del cane in modo superbo, creando un racconto fresco e innovativo. La voce di Enzo è sagace e ironica, ma anche piena di amore e devoto verso la sua famiglia.
"L'arte di correre sotto la pioggia" tocca argomenti importanti come l'amore, la famiglia, la malattia e la morte, ma lo fa con leggerezza e sensibilità. Enzo è un personaggio indimenticabile che affascina il lettore e lo commuove. Il suo legame con la sua famiglia è profondo e sincero, e la sua dedizione verso di loro lo porta a fare il possibile per proteggerli e farli felici.
Il libro rimane nel cuore del lettore, facendolo riflettere sulla vita e le sue molteplici sfaccettature. Si tratta di una storia commovente e divertente che illustra il rapporto unico e speciale che può esistere tra un cane e la sua famiglia. Consiglio vivamente questo libro a chiunque ami gli animali e sia alla ricerca di una lettura stimolante e appassionante.
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seoul-italybts · 2 years
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[✎ ITA] Intervista⠸ RM, da Superstar e Membro di Una Boy Band, al Suo Nuovo Ruolo : Mecenate⠸ New York Times 24.08.22
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RM, da Superstar e Membro di Una Boy Band al Suo Nuovo Ruolo: Mecenate
Il leader dei BTS si è fatto, da tempo, portavoce deə principali artistə della sua natia Corea del Sud – ne studia le opere, le acquista e, talvolta, ci parla pure insieme. "Ho come l'impressione mi osservino", ha rivelato
Andrew Russeth @ The New York Times - 24. 08. 2022
SEOUL – RM, leader del gruppo sud-coreano dei BTS, ha visto la stazione Grand Central Terminal di Manhattan per la prima volta quando si è esibito per il "Tonight Show" di Jimmy Fallon. Era inizio 2020, prima della pandemia e del lock-down e, in piena notte, accompagnati da un corpo di ballo piuttosto numeroso, i sette membri dei BTS hanno animato la stazione – altrimenti deserta – con una chiassosa performance del loro singolo "ON".
A fine dello scorso anno, RM vi è tornato in vesti civili. "È stato stranissimo tornare una seconda volta a Grand Central, con tutta quella gente intorno", mi ha confidato un pomeriggio, poco tempo fa, seduto presso la sede principale della HYBE, l'agenzia di intrattenimento che ha dato origine alla boy band. Questa volta, ha spiegato, "Ero con degli amici e non ero che un turista impegnato a comprare dei biglietti". Sono dunque saliti su un treno della linea Metro-North, diretti al Dia Beacon, il tempio dell'arte minimalista – situato nella valle dell'Hudson. "È come un mondo utopico", ha commentato. Una delle stanze del museo ospita le opere del suo artista preferito, On Kawara, che ha dedicato tutta la sua vita a creare opere austere e dalle tinte scure su cui spicca la data di creazione, segnata in bianco.
Ma il Dia è stata solo l'ultima tappa di un viaggio artistico molto più ampio, portato avanti dal 27enne RM nel corso degli ultimi anni con il fine di costruirsi una propria collezione e, magari, di poter aprire una galleria d'arte personale.
Ə ferventi fan dei BTS (che si fanno chiamare ARMY) hanno fatto tesoro dei suoi post sui social media e degli aggiornamenti stampa dedicati per seguire le sue orme, facendo incrementare considerevolmente le visite presso i luoghi ove si è recato l'artista. Park Kyung-mee, antiquaire veterana, riconosce al cantante e rapper il merito di aver reso l'arte più accessibile al vasto pubblico: “Sta distruggendo le barriere esistenti tra le istituzioni artistiche – gallerie e musei – e le generazioni più giovani”, ha commentato in un'intervista tenutasi presso la sua galleria d'arte, la PKM di Seoul.
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RM si è anche calato nel ruolo di sostenitore delle arti, prestando la scultura in terra cotta di un cavallo – opera dell'artista coreano Kwon Jin-kyu, per una retrospettiva lui dedicata presso il Seoul Museum of Art, conclusasi a maggio, oltre ad aver donato, nel 2020, 100 milioni di won (cca. €76000) al National Museum of Modern and Contemporary Art (MMCA) così che l'istituzione potesse ri-stampare edizioni ormai fuori commercio di vari libri d'arte, per poi distribuirli nelle biblioteche dedicate. In seguito, il Concilio Coreano delle Arti, un organo governativo sussidiario, lo ha nominato Sponsor Artistico dell'Anno. “Siamo molto felici che RM, il quale ha un'enorme influenza a livello globale, sia un amante dell'arte”, ha commentato via e-mail Youn BumMo, direttore del MMCA.
E quell'influenza globale di cui si parla ha un impatto inimmaginabile. Il canale YouTube dei BTS conta oltre 70 milioni di iscrizioni (l'unico altro gruppo K-pop ad averne di più sono le BP) ed il solo profilo Instagram di RM ha 37 milioni di follower (quello del MMCA ne ha 200.000). Un vlog da 35 minuti, racconto della sua visita estiva alla fiera Art Basel in Svizzera, ha raccolto circa 6 milioni di visualizzazioni. Per quel mondo, isolato ed impenetrabile, RM potrebbe decisamente essere l'ambasciatore dei sogni.
E si noti che la sua passione per le arti figurative è nata più per “epifania che come frutto di una casualità”, ha detto RM – il cui nome di nascita è Kim Namjun (ha adottato questo nuovo nome d'arte nel 2017, al posto del precedente soprannome 'Rap Monster'). Il giovane è cresciuto nei pressi di Seoul ed i suoi genitori “mi portavano a visitare musei, ma non credo mmi piacesse poi molto”, ha raccontato. Poi, durante il tour del 2018, mentre se ne stava seduto nella sua stanza d'hotel cercando di decidere come impiegare il tempo libero, RM ha optato per andare a visitare l'Art Institute di Chicago. Le opere di Seurat e Monet lo hanno stregato. “È stato come cadere sotto l'effetto della sindrome di Stendhal” ha svelato, facendo riferimento a quello stato per cui, postə di fronte all'arte, si sperimentano sintomi fisici come il capogiro o il batticuore. Vedere dal vivo opere che aveva solo sempre ammirato attraverso riproduzioni è stato uno shock: “Il mio pensiero è stato: wow. Guardavo quelle opere d'arte, le avevo proprio lì davanti a me, ed è stata un'esperienza straordinaria”.
Ogni volta che la nostra conversazione finiva in argomento 'arte', il musicista, di natura già piuttosto energica, si animava ancor più; era in compagnia di un interprete, ma continuava a passare dal coreano all'inglese (è piuttosto fluente con l'inglese e ha raccontato di averlo imparato guardando “Friends”).
“Ho interrotto gli studi quando avevo 17 anni, per i BTS, per diventare un trainee”, mi ha raccontato, elencando poi quanta pratica ha dovuto fare. “Ma ora che sono passati 10 anni, ho conosciuto il mondo dell'arte e ho ripreso in mano i libri – seriamente”. È carismatico ed impara in fretta, e non mi riesce difficile immaginarlo nei panni di un politico esemplare o di un professore amabile e, forse, solo un pizzico eccentrico.
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Fin da quando era piccolo, RM ha sempre collezionato francobolli, monete, carte dei Pokemon, pietre rare (“ma non quelle preziose o costose”) e poi statuette giocattolo da collezione. Alla HYBE, nel suo studio – ricco di opere d'arte, possiamo vedere anche una grossa scultura intitolata “Companion”, opera di KAWS, ma la maggior parte dei pezzi di sua proprietà sono ben più datati. La sua postazione computer è allestita su un tavolo di George Nakashima ed un dipinto astratto di Yun Hyong-keun – tre semplici ammassi luminosi di tintura – lo sovrasta, appeso alle sue spalle. Una parete è ricoperta con più di 20 opere, molte delle quali riconducibili ad alcuni deə principali artistə coreanə del XX Secolo, come Park Soo Keun, Chang Ucchin e Nam June Paik.
I tour all'estero sono stati, per RM, la riconferma che “le mie radici sono in Corea”, perciò, nel creare la sua collezione personale, si è concentrato principalmente su artistə nostranə, specialmente su quellə appartenenti alla generazione che ha vissuto la Guerra di Corea, la dittatura militare e la conseguente enorme precarietà economica. Questə artistə sono, tuttora, troppo poco conosciutə, al di fuori dei loro confini d'origine. (Altrə idol hanno preferito artistə più notə e di chiara fama, mi hanno confidato alcuni conoscitori d'arte.) “Riesco a percepirne tutti gli sforzi ed il duro lavoro”, ha spiegato RM, il quale vi si riconosce in quanto “esseri umani che cercavano di presentare le proprie opere d'arte al mondo.”
L'impressione è che il leader dei BTS sia un tipo un po' all'antica. Quando gli ho chiesto di spiegarmi quali fossero i suoi gusti, mi ha confidato di essere maggiormente attirato dalle opere d'arte a tema “eternità, e credo sia per via dell'industria K-pop, che è sempre frenetica ed in continuo movimento.” È attratto dal passato, ma sta cercando di imparare di più anche riguardo all'arte più recente; (i suoi progetti musicali solisti, per contro, hanno un sapore estremamente attuale, quasi sperimentale.)
In un'occasione, RM ha postato da una mostra estiva, organizzata presso lo spazio espositivo N/A dal gallerista emergente DooYoung Ro, che mi ha spiegato che molti credevano la star avesse acquistato l'opera d'arte apparsa nel suo post. Non è così. E, tuttavia, l'aggiornamento di RM ha attirato moltə nuovə visitatori/trici pur non avendo fatto menzione diretta della location. Ə instancabili ARMY hanno comunque trovato il profilo Instagram dello spazio espositivo di Ro, il Cylinder. “Come hanno fatto a scoprirlo?”.
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Circondato dalle opere di tantə grandi dell'arte, ormai defuntə, “ho come l'impressione mi osservino”, mi ha confidato RM. “Mi sento motivato. Voglio essere una persona migliore, un adulto migliore, proprio perché avverto quest'aura provenire dalle opere d'arte che ho qui esposte.” Quando si sente “stanco o abbattuto, a volte me ne sto lì davanti e avvio conversazioni” con le opere d'arte ed ə loro autori/trici, ha detto. Ad esempio, in piedi di fronte ad un semplice dipinto di Yun, magari chiede “Maestro Yun, andrà tutto bene, vero?”.
RM sta riflettendo sul suo futuro. Il servizio militare obbligatorio incombe all'orizzonte; (i membri dei BTS si stanno ancora concentrando su progetti solisti e la loro etichetta insiste profusamente nel dire che non si tratta di uno hiatus).
Un paio di mesi fa, via podcast, RM ha detto a Marc Spiegler, direttore globale dell'Art Basel, che sta pensando di aprire uno spazio espositivo di qualche tipo. “Vorrei fosse un luogo molto tranquillo e silenzioso, ma deve comunque essere figo, come quello di Axel”, mi ha rivelato, nominando il designer, antiquario nonché gallerista belga Axel Vervoordt (già il beniamino di una delle principali ispirazioni musicali di RM: Kanye West). Il progetto è ancora per lo più da definirsi, ma RM ha in mente una caffetteria al piano terra e spazi espositivi a quello superiore, con mostre dedicate ad artistə coreanə ed internazionali, allestite di moda da poter attirare e piacere aə giovani. “Credo ci sia pur qualcosa che io possa fare, seppure io sia un outsider rispetto all'industria dell'arte”, ha detto.
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Ma credo possa considerarsi un outsider solo fino ad un certo punto. Recentemente, ha aggiunto alla sua collezione personale uno dei cilindri in vetro colato di Roni Horn – di un bianco semi-trasparente, quasi spettrale – ed è sempre più noto come esperto d'arte. Miss Park, nota conoscitrice d'arte di Seoul, riporta che RM ha addirittura trovato dei testi riguardanti Yun che neppure lei aveva negli archivi della sua galleria (è curatrice del patrimonio artistico di Yun ed è diventata ARMY qualche anno fa, prima di incontrare RM. “Ho iniziato a studiare e a conoscere i BTS attraverso YouTube”, ha confidato. “Ci sono davvero un sacco di contenuti. Ci vuole molto, moltissimo tempo per recuperare tutto.”)
Yun ha avuto una vita straziante, come mi ha spiegato RM. Incarcerato 4 volte per motivi politici, in una di queste occasioni è scampato all'esecuzione per un soffio. All'età di 40 anni ha iniziato a creare dipinti meditativi, stendendo ampie strisce di terra d'ombra, diluita fino a sembrare inchiostro, e tintura blu su tele o lenzuoli. “È un mix completo tra stile occidentale ed orientale, e anche stile asiatico o, più precisamente, coreano”, ha detto RM.
Gli ho chiesto se ha una qualche era preferita per quanto riguarda i lavori di questo artista.
“Mi piacciono particolarmente le sue opere degli anni '70, i suoi dipinti, ma ormai sono talmente appassionato di Yun, del suo mondo, dei suoi lavori, che adoro tutto quanto. Non credo di poter essere più oggettivo”, ha risposto RM. “Sono diventato ciò che chiamiamo un 'fan'”.
⠸ ita : © Seoul_ItalyBTS⠸ Twitter
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somethinginthedeep · 1 year
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L'arte di essere felici. Dalai Lama e h.c. culter
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sorella-di-icaro · 2 years
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Non difenderti. Quando cerchi di difenderti stai dando troppa importanza alle parole degli altri e dai più forza alle loro opinioni. Se accetti di non difenderti, stai dimostrando che le opinioni degli altri non ti influenzano, che "ascolti". Che sono semplicemente opinioni e che non devi convincere gli altri a essere felici.
Il tuo silenzio interiore ti rende sereno. Pratica l'arte di non parlare. A poco a poco svilupperai l'arte di parlare senza parlare e la tua vera natura interiore sostituirà la tua personalità artificiale lasciando che la luce del tuo cuore e il potere della saggezza sprigionino il "nobile silenzio".
Rispetta la vita degli altri e tutto ciò che esiste nel mondo. Non cercare di forzare, manipolare e controllare gli altri. Diventa il tuo insegnante e lascia che gli altri siano ciò che sono o ciò che hanno la capacità di essere.
— Thich Nhat Hanh
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