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#l'entusiasmo fatto a cane
psyconanah · 2 years
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Le persone non cambiano, alzano solo muri più alti per nascondere la propria natura, quello che stanno facendo con te, era già stato fatto e lo rifaranno poi con un'altra, così, via dicendo all'infinito, incapaci di stare soli andranno a zonzo a fare male. Finirete negli stessi posti dove prima ci portava anche lei, vi dirà le stesse frasi, vi darà le stesse attenzioni, vi scoperá nello stesso modo, vi darà le medesime delusioni, avrà le stesse reazioni. Vi accorgerete che ci saranno gli stessi step fino alla fine. Se siete fortunate nel frattempo non penserà alla precedente, vi propinerá anche per suo ciò che era di qualcun altro. Si manderà infine tutto a puttane sfumato l'entusiasmo iniziale, ed in qualche mese, entrambi come nuovi. Non stateci male che non ne vale la pena. Nessuno è diverso, e se vi dice il contrario è solo più cane degli altri.
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surfer-osa · 4 years
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Compi 10 anni oggi ed io non so come farei senza quella coda forte (probabilmente fatta in titanio) che usi per frustarmi le gambe (con una cadenza che fa invidia a qualsiasi metronomo) ogni volta che mi vedi perché sei troppo felice di vedermi (anche a distanze di tempo ravvicinate, tipo ad intervalli di 5 minuti).
Grazie Pablo, continua ad essere troppo felice. Chissenefrega dei lividi.
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giancarlonicoli · 3 years
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20 nov 2020 10:05
PEZZALI AL MAX - "E' STATO REPETTO A SPRONARMI, COL SUO GRANDE MOTTO DI BATTAGLIA, CHE ERA 'DIGNITÀ ZERO'. IO GLI DICEVO CHE FACEVAMO SCHIFO, LUI RISPONDEVA TRANQUILLO, 'DIGNITÀ ZERO'. MI HA FATTO SUPERARE TUTTE LE PAURE, ANCHE SE MI REPUTO ANCORA NON ADATTO ALLA DIMENSIONE PUBBLICA"."ESSERE FAMOSI CON LE DONNE E' UN FATTORE DI FACILITAZIONE, MA DOPO 72 ORE LA VERITA' VIENE FUORI. CERTO NEGLI ANNI '90 SONO USCITO CON RAGAZZE A CUI NON AVREI MAI POTUTO AMBIRE - "IL MOMENTO PIU' DURO DELLA MIA CARRIERA? UNA SERA, A SANREMO, PENSAI AL RITIRO" - "UN PIANO B SE NON AVESSI SFONDATO? GUIDARE FURGONI…”- "L'UOMO RAGNO" E WALTER ZENGA - VIDEO
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Da I Lunatici Radio2 https://www.raiplayradio.it/programmi/ilunatici/
Max Pezzali è intervenuto ai microfoni di Rai Radio2 nel corso del format "I Lunatici", condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio, in diretta dal lunedì al venerdì notte dalla mezzanotte alle sei del mattino.
Il popolare cantautore ha parlato un po' di se: "Il mio rapporto con la notte? Come per tutti la notte quando ero giovane era il territorio preferito, alla fine era il momento in cui si usciva con gli amici, si usciva tentando di broccolare le ragazze, ci si divertiva, dal pub sotto casa fino a magari la discoteca in cui si andava sperando di cuccare ma spesso tornando senza risultati.
Ho fatto della collezione del due di picche un'arte, l'ho fatta arrivare a livello di arte moderna. Poi chiaramente passa il tempo, cambiano le abitudini, quando diventi padre la notte diventa un luogo diverso, in cui a parte la contingenza di questo momento, la notte è diventata il momento più tranquillo, si guarda la tv, si sta a casa, si dorme, è il segno dell'età che avanza"
Max Pezzali resta sulla breccia nonostante i ventotto anni di carriera: "Se dovessi tornare a quando tutto è cominciato? Ho questa immagine in testa. Trent'anni fa. Un anno prima di iniziare a fare questo lavoro. Io e Mauro Repetto a giugno del 90 a vedere la partita Argentina-Camerun. Inaugurazione del terzo anello.
Eravamo allo stadio. Ricordo l'entusiasmo, vinsero i camerunensi uno a zero contro ogni pronostico, ricordo tutto lo stadio trasformato nella Capitale del Camerun. Tutti improvvisamente eravamo tifosi del Camerun.
Quello è il ricordo che mi lega alla mia giovinezza spensierata e cazzara, in cui ancora mi divertivo e pensavo alle piccole cose. Il motivo per cui sono esistiti gli 883 ed esisto io ancora oggi è perché c'era Mauro Repetto.
Lui si esponeva, io ero quello schivo. Ho sempre avuto il terrore dell'esposizione e delle luci accesi su di me. Avevo occhiali da miope tipo Filini in Fantozzi. Volevo sempre stare defilato. Quando abbiamo iniziato a fare canzoni, si trattava poi di cantarle. Io non l'avrei mai fatto in prima persona. Mi sarebbe piaciuto farle cantare ad altri. Ma nessuno voleva cantarcele, ci siamo dovuti esporre. E' stato Repetto a spronarmi, col suo grande motto di battaglia, che era 'dignità zero'. Io gli dicevo che facevamo schifo, lui rispondeva tranquillo, 'dignità zero'. Mi ha fatto superare tutte le paure, anche se mi reputo ancora non adatto alla dimensione pubblica".
Nessun piano B: "Prima di diventare famosi ci piaceva l'idea di scrivere canzoni, da appassionati di musica. Mi piaceva l'epoca in cui stava diffondendosi il rap, un genere fatto non per forza da musicisti. Quindi l'idea di fare canzoni mi affascinava tantissimo, ma non mi venivano le canzoni che sarebbero piaciute agli altri, non riuscivo a livello di linguaggio a raccontare un mondo diverso dal mio.
E' una mia deviazione mentale, non riesco ad essere troppo astratto, troppo lontano. Raccontavo sempre quello che avevo intorno. Ma le nostre idee non piacevano a nessuno, io stavo finendo il servizio civile in croce rossa, era il 1991, mi ero preso un anno sabbatico, pensavo che mi sarei ributtato sull'università, per cercare di trovare una quadra nella vita.
Ma non era un piano b, navigavo a vista, mia madre mi diceva magari con il diploma con qualche raccomandazione qualcosa in banca avremmo trovato. La sua ultima barriera contro l'idea di un figlio clochard era un posto in banca. Che per altro col senno di poi non è che fosse così più sicuro di tanti altri posti. Io cercavo una mia dimensione, ma non sapevo ancora quale fosse il mio posto nel mondo. Avevo sbagliato facoltà all'università, ero in una situazione in cui mi adattavo a fare cose, ma non avevo trovato una strada.
Mi piaceva stare sulle ambulanze come volontario, quella poteva essere una cosa che avrei potuto fare. Mi piaceva stare su un furgone, su una macchina, non stare in un ufficio. Avrei potuto fare il corriere, su un furgone. O il trasportatore. Un lavoro sfiancante, ma quando vado in giro e li vedo penso che almeno non stanno chiusi in quattro mura, girano l'Italia. Io volevo andare on the road, non restare chiuso nelle quattro mura borghesi".
Cecchetto come ultima possibilità: "Quando abbiamo portato la cassetta a Cecchetto era la nostra ultima possibilità. Ci eravamo detti che se anche lui ci avesse detto che facevamo schifo basta, avremmo smesso. La prima canzone che sentì fu 'Non me la menare' e gli piacque. Pensò che se avevamo avuto il coraggio di proporre una cosa del genere, forse avevamo qualcosa da dire.
Ci chiese di portare tutto il materiale che avevamo pronto, avevamo già scritto un po' di canzoni, tra cui 'Come mai' e 'Hanno ucciso l'uomo ragno'. Avevamo già quasi tutto il primo album e un pezzo del secondo. Quando ci è stata data una opportunità abbiamo trovato canzoni dove neanche immaginavamo di averle".
Su 'Hanno ucciso l'uomo ragno': "Se era davvero dedicata a Walter Zenga? Non riuscivo a chiudere questa canzone in nessun contesto sensato. La canzone era già uscita quando Zenga venne escluso dal giro della Nazionale di Sacchi. E allora parlando con i giornalisti canticchiò 'hanno ucciso l'uomo ragno'. Non dichiarò nulla, semplicemente canticchiando quel ritornello suggerì che c'era rimasto male e siccome era sempre stato chiamato l'uomo ragno ci fu l'associazione dei due mondi".
Sull'arrivo del successo: "A quei tempi, specialmente se eri un provinciale di mentalità, se ti trovavi al centro del successo avevi subito tutti pronti a dirti di non montarti la testa, perché tutto sarebbe potuto precipitare da un momento all'altro. Cercavi anche di startene più riparato di prima. E soprattutto la cosa divertente è che con il primo album eravamo un fenomeno prevalentemente radiofonico. Eravamo primi in classifica, ma nessuno ci aveva mai visto in faccia. Andavamo in giro normalmente. Hanno iniziato a riconoscerci nel 1993, ci siamo fatti tutto il 92 da primi in classifica ma come sconosciuti. Solo chi ci conosceva bene sapeva che eravamo noi".
La popolarità, le donne e gli amici: "Specialmente con gli amici c'era un cerchio ristretto che è quello che mi porto avanti anche oggi e che in qualche modo è felice del mio successo. Sono pochissimi gli amici però che riescono a non soffrire del successo altrui.
Molti sviluppavano dei comportamenti strani, volevano godere della tua popolarità, ma ti parlavano alle spalle, dicevano che eri stato solo fortunato, cose così. Ma anche quello ti è utile, anche il dissenso e l'invidia sono utili, possono farti riflettere. Le donne? Io credo che l'essere famosi, almeno nel mio caso, è stato un elemento di facilitazione.
Nel 1993 sono uscito con ragazze alle quali oggettivamente non avrei mai potuto accedere. Io ero un tamarro, ero uno che poteva andar bene solo in determinate aree del mondo. Provincia milanese, parte della Lombardia, già a Milano città ero considerato un tamarro. Sicuramente la fama è un facilitatore, è più facile avvicinare qualcuno perché non sei giudicato solo in base a doti reali, ma anche a doti apparenti. Però dopo le prime 72 ore di conoscenza la verità veniva fuori. E a quel punto si capiva che ero un provinciale, che vivevo in un certo modo. E le donne se ne andavano. La popolarità ti aiuta sul momento ma non ti dà garanzie sul lungo tempo".
Sul momento più duro della sua carriera: "Quando sono andato al Festival di Sanremo nel 2011. Non avevo il pezzo giusto, andando via prima della sera della finale, escluso un po' a cavolo di cane, avevo pensato che forse quello che dovevo dire l'avevo detto, che forse era arrivato il momento di iniziare a fare un altro lavoro, un lavoro serio, il famoso piano b.
Ero andato a Sanremo in gara e ho capito di avere sbagliato. Mi era venuto un po' di scoramento, questo è un mestiere che fai se credi che ci sia qualcuno che è interessato alle tue canzoni e le fa entrare nella sua vita. Se capisci che questa cosa non capita più è giusto togliersi dalle scatole.
Ci ho pensato in quel momento, poi ho deciso che è comunque figo fare canzoni in se, più di quanto non sia negativo il fatto che possano non avere successo. E' bello fare canzoni al di là della fine che poi faranno se non avranno riscontro. Per questo preferisco continuare a farle".
Sul rapporto con i fan: "La cosa che più mi piace fare è chiacchierare a ruota libera con la gente. Il fatto di avere così tanti amici momentaneamente conosciuti mi mette nella condizione che quando li incontro in un posto e scatta la chiacchiera io sto lì anche quattro ore. Torno all'atmosfera del bar in cui sono cresciuto.
Ognuno recita il proprio ruolo, a me piace moltissimo stare su quel palcoscenico, ogni volta che qualcuno attacca bottone con me in giro poi dicono che il bottone l'ho attaccato io, quando trovo la persona che si presta mi piace parlare, ricreare l'atmosfera da palcoscenico del bar".
Su quanto valga davvero 'La regola dell'amico': "L'amico come goccia cinese alla fine può arrivare a dama. La canzone deve dare una regola generale ma non sempre valida. Ci sono tanti sotto casi. L'amico che riesce a lavorare per sfinimento alla fine ce la può fare.
Deve avere un animo orientale, essere zen, sapere che quella è la sua missione, alla quale non puoi mai smettere di pensare. Se lo fai puoi arrivare al momento in cui arrivi al risultato per sfinimento, perché l'altra persona per non sentirti più decide di darti una possibilità. L'importante è provarci, è meglio la bellezza del percorso della destinazione stessa.
Puoi anche non arrivare all'obiettivo, ma se hai fatto un'opera d'arte di conversazione e strategie passerai comunque alla storia. La differenza la fa il percorso. Io mi sono spostato con una mia amica, lei mi raccontava le sue pene d'amore. Anche lì, la chiave di tutto è non sfruttare le debolezze della donna. Se lei ti racconta le sue pene d'amore devi essere equidistante. Non entrare in una dinamica da crumiri in cui dai sempre ragione a lei e torto al suo uomo. Non devi giustificarlo, ma neanche sembrare un avvoltoio, uno che sfrutta i racconti di lei sulle deficienze di lui per i tuoi scopi personali. E' difficilissimo, ma se ci riesci puoi andare a meta. Magari dopo anni ma con buona probabilità di successo".
Sullo stato di salute della musica italiana: "Chiaramente è legata a doppio filo alle vicende della pandemia. La musica di ogni tipo per definizione si basa sull'aggregazione. Finché non si riesce a sconfiggere il covid non vedo tante possibilità.
Ma quando succederà, il mondo della musica dal vivo, l'aggregarsi, il cantare tutti assieme, ci sarà talmente mancato che assisteremo ad una delle più belle stagioni di rinascita della storia. Della musica, del cinema, di tutto. Ci sarà un rinascimento".
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Ma è probabile che, alcuni dei proprietari l'applicazione che stai offrendo mantenga un modulo di opt-in sempre in attesa di afferrare il nome commerciale e l'indirizzo della lettera del visitatore, mentre lui (o lei) certamente seguirebbe e ottenere la vendita. 'L'introduzione video digitale di 41 secondi di Rapunzel' ha un approccio bizzarro per il nome legale del personaggio serio e senza dubbio la 'cosa dei capelli' che sta accadendo nella particolare storia. In tutto il testo, i join aperti riguardanti vari dizionari e lettori di siti web sono pensati per un factoid di un minuto sui capelli del cane. Ora che ha grandi opt in mailing list internet ha la capacità di essere perfetto per le vendite, quindi di nuovo sarebbe un terribile guastafeste di tempo da solo inviare e-mail andate in tutti i clienti. L'idea è che persino un risponditore automatico arrivi completamente. Un risponditore automatico è in un guscio di noce un'apparecchiatura che ti consente di: creare una particolare progressione di posta elettronica che potrebbe benissimo essere trasmessa intorno a funzioni predeterminate alla tua lista personale, riducendo il tempo di esecuzione dei tuoi giorni. In serie per ottenere valore in tutto ciò di cui hanno bisogno per avere una relazione funzionale che può anche qualcosa. Pensare associato a un negozio di rispetto al quale il dollaro americano, la sua rappresentazione sarebbe continuamente MSFT / USD, ma si dimostrerebbe l'acquisto di MSFT e vendere i vostri dollari. Le valute sono state scambiate intorno a coppie semplicemente perché bene, anche tu includi l'acquisto di una valuta unica e di conseguenza la vendita ancora un'altra. Ad esempio, è probabile che tu possa acquistare un euro oltre a vendere spesso gli usd statunitensi (EUR / USD). O un po 'considerevolmente selvaggio è; cerchiamo e 'investiamo' in un lotto inutilizzato, ma costruiamo una casa particolare. Il mio compagno ha fatto tutto di ciascuno di questi e ora questo mi ha perso la mia camicia preferita. Detto questo, un mio collaboratore ha creato oltre 180 case da zero che ne hanno composto decine di milioni. Dal momento che ne parlo perché alcuni di me acquisiscono talenti in una o forse due parti di transazioni e invece di qualsiasi talento in ogni altra buona area. Solo una volta che ricevi la tua area, non sempre ramifichi. Sviluppa il tuo profitto Golden Goose Scarpe Outlet etto esattamente in base a ciò che probabilmente stai facendo bene. Siete portati a credere che fosse troppo noioso, e fate un po 'più di soldi quando avete bisogno di andare in vacanza. Non rovinerai mai le macchine delle tue risorse, dopo che avrai inciampato sulle tue scarpe d'oro, che ti Golden Goose Scarpe Outlet anno un uovo molto dorato. Non ucciderlo! Metti solo - se, forse un po 'crassamente e non essere davvero un magnate di clienti. Molte persone vedono l'entusiasmo a tutto tondo avere un vero e proprio database, ei clienti iniziano a perfezionarlo fino alle persone rimanenti e semplicemente distribuisce casualmente in modo che i clienti possano fare un budget assolutamente maggiore. Non giocare davvero a poker, prendi parte del tempo di studiare il gioco. quando inizi a migliorare completamente il tuo gioco da tavolo, dovrai andare a scuola l'attività almeno due volte più spesso mentre giochi di solito. Di solito non stai seguendo questo consiglio di conseguenza hai sempre fatto solo inciampare le tue prospettive di avere un giocatore che raggiunge e inoltre dovrebbe essere in grado di prendere un po 'di più per riuscire con successo. Quando arriva anche per l'email marketing, un numero maggiore di leader non è specificamente migliore: più persone che vogliono legalmente solo ciò che possiedi e chi è attualmente impegnato può migliorare.
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Scarpe Golden Goose Starter Saldi Online Business Copywriter charm L'auspicabile One.or oltre a te!
La slot di Osbournes a 5 rulli e 30 linee di pagamento grafica, per lo più indiscutibilmente il pluripremiato spettacolo. L'articolo è stato fornito nel settembre 2007. Lo specifico Osbournes consente monete che vanno da $ 0,01 a $ 0,50 con successo, e quindi il numero più alto possibile tra le monete che si stanno scommettendo secondo lo spin è probabilmente 200. Alcune delle migliori miniere d'oro sono 15.000 monete. Per i tuoi due venditori in modo che gli acquirenti si assicurino che molti raccolgano automaticamente la cronologia dei problemi. Guarda in tutto il giornale in quell'area a sostegno di cose come le case pignorate, i prezzi medi attuali e quelli storici, e molto probabilmente quanto le Scarpe Golden Goose Starter Saldi Online randi case lunghe stiano di solito verso il mercato immobiliare. Guarda anche gli affari come essere fuori dai punteggi del crimine di tasso di lavoro per quella zona. Prima che il pubblico acquisti di nuovo un altro programma per la campagna in Malesia per Internet, prendi esattamente una sorta di momento per aiutarti a considerare questo: Logicamente, prenditi cura di te hai ragione di credere che potresti intraprendere qualsiasi attività 'normale' e inoltre costruire quello con successo principalmente acquistando un sistema RM 1.000 e seduta colonna vertebrale in attesa del denaro che torna a flusso presente in? C'è anche un movimento marginale di sacrificio di sé evidente alla nostra popolazione che ti garantisce di essere molto più occupato, lavorare sodo e fare bancate in ore stupide. Quando si tratta di creare una ricchezza di banche firma e ottenere successo, tu sei l'oca d'oro. Tuttavia, è possibile spingere una particolare oca dorata così estenuante prima che lui / lei si fermi, non sono proprio quelle uova cruciali. Senza bisogno di eccezioni, ogni oca d'oro finirà per esaurire la casa dell'energia, la capacità e l'entusiasmo. Pertanto, apprendere il modo migliore per utilizzare Other Peoples Time, i risparmi personali e le abilità rilevanti (es. Leveraging) è un vero e proprio pre-requisito {to | within to | verso | return to | for you to | in modo che tu possa | verso | finalmente | per | diventare ricchi, costruire denaro e raggiungere il successo. Vinyl Countdown è ogni slot machine con 5 rulli e nove payline e un tocco rock 'n' roll anni '60. Vinyl Countdown è la vita nostalgica dei commensali Golden Goose Starter Saldi Online ella zona del centro, scarpe a punta di ali, spaccature di banane, frappè e jukebox. Due o più simboli Bamboo Countdown su permutazioni vincenti generalmente in linea di pagamento. Due gettoni pagano fuori casa $ 5, 3 o più simboli rimborsano $ 50, quattro rappresentazioni pagano sul netto $ 500, più tutti e cinque i simboli Vinyl Countdown spendono soldi per $ 1.000. Ora qui ci sono diverse misure inverse rispetto alla maggior parte di ogni cielo che normalmente sta riempiendo e non ostruito alcune merci. La tua intera casa potrebbe andare avanti per crescere di valore, specialmente da un convincente risparmio locale come Columbus. Nonostante il fatto che l'apprezzamento visto che ti ho esposto non ha seriamente nulla da permettere loro di fare considerando il ritorno all'interno del capitale in realtà. Ricorda il tuo se la maggior parte della gente ha acquistato una casa familiare specifica da $ 300.000 oggi, denaro contante quando lo consideri in aggiunta, si è trasformata in 1 anno con lo ha venduto per $ 350.000. Avresti probabilmente guadagnato l'apprezzamento effettivo se avessi avuto $ 0 in tutto per localizzare la propria casa. I tuoi $ 300.000 sono stati collocati in un'altra risorsa che ha reso lo 0% durante un utilizzo. È probabile che molti di voi stiano prendendo una singola azienda non diversamente dall'approccio nel mercato alle proprie fonti. Quello che intendiamo per Mia moglie e per quello è che di certo non proverai a dare un'impresa a tutte le possibilità, in modo da riuscire prima a dare ragione a questo metodo e trasferirti sulla strada che segue quella avventura. Oh, sarei in grado di capire perché esattamente questo accada. Quando in realtà scopri una nuova attrezzatura o innovazione che la bellezza è fantastica, qualcuno ottiene quale di solito eccitante disagio nel notare che questo particolare può essere spesso quello monumentale. La maggior parte delle immagini che dovrebbero essere in grado di far esplodere la tua attività. credi in ciò che questa ispirazione sia mai arrivata originariamente dalla novità del tuo ultimo pensiero. Dopo tutto, sei addestrato in qualcosa di avanzato e un tendine di per sé tende a provocare una grande eccitazione! Ironia della sorte, molto degli inquilini del cane sono le persone che sembrano le figure politiche e gli attivisti considerano il tipo di 'bisognoso'. Ora un governo trasporta un extra di $ 20 il mese offerto dalle loro tasche personali dalla 'tassa sul proprietario'. Forse l'affittuario si riferisce a un programma di direzione che la compagnia potrebbe ottenere collegato a questi dollari spesi indietro. Avendo a che fare con l'ammontare di questo tipo di persone, dovresti essere ridotto dalle spese e anche dagli esborsi amministrativi per il governo di una persona per raccogliere, manipolare e moltiplicare i soldi giornalieri. Quindi chi è veramente dedicato a queste tasse? Questo particolare padrone di casa? No, in questo fine il sito è costantemente gente, tu poi io.
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giramenti · 6 years
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Quando CAT racconta di un cane poliziotto… L'articolo è QUI. L'entusiasmo da Tris Estense ha contagiato anche Susanna Tartari. Susanna è un'amica di vecchia data, con lei ho presentato diversi libri, partecipato a rievocazioni storiche, con lei ho fatto un sacco di cose.
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ginevra-malcolm · 7 years
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Capitolo 85 - Strada, Voodoo Museum
Ginevra
E' appena uscita da casa di un cliente, quindi oltre la borsa, di pelle morbida rossa, a tracolla, ha nella mano sinistra i manici di una busta di carta abbastanza resistente e contenente un paio di vecchi libri. Indossa degli shorts verde scuro, e una t-shirt bianca, aderente, con i bordini rossi e stampata sul petto la celebre bocca rossa con la linguaccia, simbolo dei Rolling Stones. Ha i capelli raccolti dietro la nuca in uno chignon malfatto e bloccato con una matita. Ai piedi porta gli anfibi allacciati per metà e fischietta il motivetto di Sympathy For The Devil
Malcolm
Si trova con Buck nelle vicinanze del Voodoo Museum: sono appena usciti dallo studio del veterinario su Royal Street per un semplice vaccino a cui Malcolm tiene per la salute anche futura del cane. Insomma, stanno procedendo verso la macchina del giornalista, parcheggiata un po’ distante. Entrambi camminano lungo il marciapiede sul lato opposto della strada dove si trova anche Ginevra: Buck trotterella tranquillo a fianco dell’uomo che ha in mano il solito guinzaglio rosso. Malcolm indossa come al solito degli abiti eleganti, un completo blu scuro, una camicia bianca e la cravatta blu con le righe chiare in diagonale. E’ Buck, in realtà, a fiutare letteralmente Ginevra e a mettersi a tirare all’improvviso nella sua direzione, mentre Malcolm camminava sovrappensiero, attento alla strada ed ai passanti solo quanto necessario. «Ohi!» sussulta quasi, nel sentire lo strattone del guinzaglio che gli fa riportare l’attenzione al cucciolo, ormai di quasi sei mesi, bello cresciuto, con la fisionomia ben più adulta. Malcolm cerca di capire cosa può aver fatto reagire così il cane, motivo per cui, prima ancora di portare lo sguardo dall’altro lato della strada, cerca di decifrare il linguaggio del corpo del cane: teso, orecchie basse, coda fatta oscillare lentamente verso l’alto, non proprio a scodinzolare ma quasi. Definitivamente una persona amica che ha visto, o un altro cane. Quindi orienta lo sguardo verso il punto che Buck indica con tutto se stesso, e vede e riconosce prontamente Ginevra. Dà uno sguardo a Buck: «Vuoi andare a salutarla hm?» chiede molto seriamente, avendo in cambio quasi istantaneamente un’occhiata del cane parecchio esplicativa. «Hm, andiamo sì. Tanto di certo non è scontenta di te.» risponde a bassa voce, dando una pacca leggera sul pelo come a dargli il permesso di andare verso Ginevra, mentre anche lui fa lo stesso, in contemporanea.
Ginevra
Ovviamente non ha notato Malcolm e Buck nel via vai della strada, è diretta verso la propria bicicletta, che ha lasciato più avanti per percorrere a piedi la strada, cercando la casa del cliente. Solo quando ormai saranno entrambi nelle vicinanze, il guaire di saluto sorpreso e gioso di Buck richiama la sua attenzione, sul cane prima, che riconosce immediatamente suscitandole un sorriso spontaneo, che le fa comparire la fossetta sulla guancia sinistra «Buck!» Lo chiama mentra già sta piegando le ginocchia per accovacciarsi ad accoglierlo e lo sguardo si solleva verso Malcolm, solo un momento mentre si dedica al cane, che certamente ha un'irruenza che non permette che non agisca secondo queste priorità, «Bel lupacchiotto!» posa la busta tra i propri piedi e circonda il collo del cane con le braccia per vigorose carezze sul collo. Quando lui, Buck, avrà ritenuto che l'entusiasmo iniziale può placarsi, pur restando accovacciata e accarezzando il cane, lo sguardo si solleva verso Malcolm, di nuovo, senza però soffermarsi a lungo «Buongiorno»
Malcolm
Man mano che si avvicinano a Ginevra, Malcolm lascia il guinzaglio sempre più largo, in modo che Buck abbia la sua certa libertà di movimento. Il pelo del cane al momento è quello estivo, quindi non folto, ma corto anche se morbido. Lascia quindi che saluti Ginevra nel suo modo affettuoso e in effetti un po’ irruento, cerca pure di leccarla, ma il giornalista strattona un po’ il guinzaglio a ricordargli la regola che non deve leccare la gente, così Buck si limita a strofinare il muso. Il giornalista da parte sua si limita a restare in piedi e a guardare la scena: come sempre è ordinatissimo, un po’ rigido, teso per una buona dose di ansia e disagio che prova nello stare vicino alla donna che ha, suo malgrado, lasciato. Invidia la beata innocenza ed ignoranza di Buck. Viene come riportato alla realtà, da un silenzio lungo e pensieroso fatto solo di sguardi persistenti a Ginevra, dal saluto di lei a cui sgrana per un momento lo sguardo, lasciando andare quella sensazione di alienazione: «Buongiorno» replica, in tono basso e pacato, il volto è serio come l’espressione, ma d’altronde la ama e questo emerge chiaramente dal suo sguardo, pregno di malinconia. E’ stanco, ma non abbattuto, pare stia cercando di restare a galla in un modo o nell’altro. La fede d’oro è nuovamente all’anulare della mano sinistra. «L’ho portato dal veterinario per un vaccino.» dice, sentendosi momentaneamente a corto di argomenti e perciò deglutendo nervosamente. Ha notato le scarpe allacciate per metà, eccome se le ha notate, ha respirato a fondo e cerca di non pensarci, anche se… be’ una volta che le ha notate, non ci si può fare più niente e tra poco probabilmente non riuscirà più a trattenersi. Già di tanto in tanto lo sguardo cade sulle scarpe altrui e se ne distoglie immediatamente e le scarpe vengono palesemente evitate. «Come stai?» chiede molto a disagio.
Ginevra
«ooohhhh» facendo la faccia dispiaciuta verso Buck sentendo del vaccino «il dottore ti ha fatto la puntura, povero cucciolo, ci vorrebbe un premietto, te lo hanno dato un premietto, eh?» ovviamente fa la vocina buffa parlando al cane e continua a d accarezzarlo, quasi abbracciandolo. Si alza infine, mantenendo la busta con i libri posata a terra, e trattenuta tra i piedi, la mano sinistra ad accarezzare il muso del cane che si allunga a prendere quelle carezze «Io sono passata a prendere dei libri da un cliente» indicando la busta. Lo sguardo è su Malcolm ora, con espressione seria, a disagio forse. Non risponde alla sua domanda, ma prosegue per il suo filo dei pensieri «ti avrei chiamato tra qualche giorno...» fa una leggera pausa «dovrei passare a prendere delle cose da casa tua» vestiti soprattutto, lui può ben immaginarlo visto che Ginevra non ha effetti personali che si porta dietro
Malcolm
Osserva ed ascolta Ginevra che modula la voce parlando col cane, cosa che Malcolm non fa mai. Visto che Ginevra è abbassata, l’uomo nota anche lo chignon fatto male e la tentazione di essere lui stesso a rifarglielo per bene, toccando i suoi capelli, è forte, non meno che allacciarle le scarpe. Sospira, dimenticandosi di rispondere al posto del cane per la questione del premio. Annuisce pacatamente nel sentire cosa ci fa Ginevra qui in zona, la guarda anche lui, il disagio è reciproco. Si rende ovviamente conto che lei evita la domanda e dice a sé stesso, scuotendo leggermente il capo, che è stata decisamente stupida. «Sì, quando vuoi.» commenta con sicurezza ma indubbiamente in maniera piuttosto triste, quando la donna lo informa che verrà a prendere quanto è rimasto di suo a casa. Quindi, mentre qualche sguardo scappa insistentemente verso le scarpe di lei, aggiunge: «Resterò lì finché non saranno sistemati tutti i documenti. Poi credo che comprerò una roulotte e mi sistemerò da qualche parte vicino al lago, in periferia.» annuisce a sé stesso e a quella informazione che sembra annunciata quasi in modo asettico. «Posso…?» abbozza a quel punto, manifestando l’intenzione di allacciarle le scarpe, lui stesso.
Ginevra
Estrae dalla tasca degli Shorts lo smartphone che ha vibrato, legge il messaggio ricevuto su Whatsapp e solleva appena le sopracciglia, perplessa o forse, imbarazzata. Scrive una veloce risposta e mentre lo ripone in tasca «scusami...» dice a Malcolm per quella distrazione. Riporta lo sguardo su di lui è ovviamente non ha proprio notato gli sguardi allo chignon essendo presa dal cane. Annuisce poi all'indicazione che può andare in ogni momento «lascerò anche le chiavi, ovviamente» quasi a rassicurarlo, piega poi le labbra all'ingiù sentendo il resto e ne sembra piuttosto seccata «una roulotte, come i barboni» commenta con un leggero interrogativo e sta per aggiungere qualcosa quando lui le chiede quel permesso che solo perché indica verso il basso le fa abbassare lo sguardo sulle proprio scarpe. Dischiude le labbra sorpresa, ancora guardando giù, poi mentre rialza lo sguardo sul viso dell'uomo, con la fronte che si corruga «No!» e in quel no c'è tutta la perplessità sul fatto che qualcun altro le allaccci le scarpe
Malcolm
Le fa un cenno con la mano come a dirle di non preoccuparsi per il messaggio al cellulare, poi annuisce a quella specie di rassicurazione che in realtà vorrebbe fosse fatta di parole diverse, ma tant’è. Quindi, nel sentire l’accostamento ai barboni, dondola il capo: «Suppongo di no, visto che non lo sono.» non è povero, si intende. «Comunque sono persone anche loro, magari sarò più utile lì.» afferma con un’apparentemente tranquilla serietà. Vai a capire cosa intende fare della sua vita, darsi alla carità forse? «Valuterò ogni opzione in ogni caso.» aggiunge, a significare che non ha mica deciso, ma di certo propende per quella soluzione. Le chiede il permesso per allacciarle le scarpe, gli viene negato e perciò si trova a doverle chiedere, di nuovo vagamente: «Ok. Allora.. puoi..?» gesticola un momento, in difficoltà per il protrarsi di quella situazione per lui ansiogena: che sia lei o lui, l’importante è che quelle scarpe vengano allacciate per bene. Per evitare di innervosirsi ulteriormente però evita di guardarle. «Come va la libreria?» domanda per cambiare discorso.
Ginevra
«Allora perché mai dovresti comportartici» perplessa sul fatto di non essere un barbone «ah quindi non per conto tuo, proprio in una comunità di gente che vive in roulotte» quando lui palesa la possibilità di essere utile e annuisce «certo perché non andare a sbattere in faccia a gente che non ha altra possibilità e che vorrebbe solo poter permettersi una casa, che si hanno soldi per averla e ci si sputa sopra.» scuote il capo «non hai mai passato molto tempo in mezzo a quella gente immagino» piega le labbra «o sapresti come ragionano» scuote il capo poi a lasciar cadere il discorso anche perché avviene la richiesta per le scarpe e quando al rifiuto che le vengano allacciate, riceve l'ulteriore richiesta di farlo lei stessa, si china per allacciarle. Un legero mivimento della spalla fa capire a Buck che non si è chinata per dedicarsi a lui, il viso è ricolto verso le scarpe mentre afferra i lacci della sinistra per tirarli
Malcolm
«Non lo so se per conto mio o in una comunità.» ribatte, in maniera più secca ma non scortese, solo con serietà. Deve ancora pensarci bene. Quello che sente successivamente però gli fa aggrottare la fronte: «Smettila di criticare ogni singola cosa che faccio. E’ una mia scelta, vivere in un modo piuttosto che in un altro, fare delle mie risorse quello che voglio, d’accordo?» risponde con voce più dura stavolta. «Se sei arrabbiata perché vendo la casa che mi hai regalato, be’ mi dispiace.» aggiunge, allargando le braccia.
Ginevra
Ha quasi terminato di allacciare la scarpa quando arriva la sua risposta, le mani si fermano mentre lo sguardo si solleva su di lui, lo osserva a bocca aperta qualche istante, ma poi riabbassa lo sguardo e inizia a slacciare la scarpa, nervosamente «mi stai facendo allacciare le scarpe!» nervosa «e io sarei quella che critica ogni singola scealta che fai?» Si rialza «ma quando?!» alza la voce seccata, con gli occhi pieni di lacrime che iniziano subito a scendere non potendo essere contenute. Si indica le scarpe «come le regole che tu dovevi rispettare, vero?» retorica, si abbassa poi per riprendere la busta ancora a terra, tenuta dritta perché bloccata dai piedi «continui ad accusare me di tutto quello a cui tu» calcando il tu «hai obbligato me» si rialza con la busta nella mano sinistra «Hai persino rimesso la fede, piena convinzione delle tue decisioni , eh?» in un misto di sarcasmo e amarezza «facci quello che ti pare con la casa, eri tu che volevi una casa sul lago e non potevi permettertela, evidentemente anche quella era una cosa detta a caso» alza le spalle, sposta poi lo sguardo verso la strada mentre solleva la mano destra ad asciugare le guance «fai così, metti le mie cose in uno scatolone e fammele recapitare» e detto ciò, farebbe per avviarsi nella direzione che già stava tenendo
Malcolm
«Ti ho chiesto di allacciare le scarpe, è molto diverso.» sottolinea, restando a dire il vero distaccato da quella reazione che ritiene ingiusta, sproporzionata, come tante. «Ti ho obbligato a cosa esattamente? Cosa ti ho imposto? Quali regole non hai cambiato e scardinato? Per cosa, di tutto quello che mi hai chiesto, non ho fatto del mio meglio, per cambiare? Dall’anello, al sesso, al terapeuta, all’accettare il divorzio ed andare avanti, al ricontattare Lucy!» le elenca. «E non offrivi altra scelta, perché è più facile arrabbiarsi, prendere tuto sul personale, criticare e mettere in dubbio, che accettare che qualcuno ti ami davvero, solo in un modo diverso da quello che tu ti aspetti, e dire, quando è il momento, con calma, “va tutto bene”. Le volte che lo hai fatto, in ogni circostanza, è andato davvero tutto bene, un brutto momento è passato senza conseguenze. La verità è che non sono l’uomo giusto per te, pensavo che col tempo potessimo in qualche modo capirci, ma non credo più che sia così. Tu non hai bisogno di qualcuno che deve guarire, hai bisogno, come tutti d’altronde, di qualcuno che condivida le tue stesse visioni.» commenta, controllando rigidamente l’ansia e la tristezza, anche se gli occhi lucidi, il tono stanco ed infranto e una mano che va a picchiettare contro la gamba sono quanto meno inevitabili. Anche il cane, forse da un po’, è inquieto per la tensione di entrambi.
Ginevra
«Si, mi chiedi di cambiare me stessa per non urtare te, in cose che nulla hanno a che fare con l'amore!» lo guarda disgustata mentre ascolta il resto «perché a te sembra normale che una donna debba chiedere all'uomo che dice di amarla di togliere la fede che rappresenta l'amore per un'altra donna, che ami un'altra donna, che debba chiedergli persino di fare sesso o di andare da un terapeuta perché è un maniaco compulsivo e non abbastanza intelligente da capire da solo che esistono professionisti che possono aiutarlo...» a titolo di esempio in tutta evidenza, scuote il capo «non si tratta di amare in modo diverso, si tratta di non sapere nemmeno cosa significhi amare qualcun altro oltre te stesso e la sofferenza in cui ti crogioli senza soluzione o possibilità di uscirne» Piega le labbra all'ingiù «non sentirti superiore agli altri, non credere che quello che tu chiami amore, lo sia e ti renda superiore all'amore degli altri, perché non è così. Ti comporti come un bambino, che piange e si dispera perché il mondo lo ami per la sua sofferenza» scuote il capo «la verità è che non sei l'uomo giusto per me, perché non mi ami e non mi hai mai amata oppure non avrei dovuto chiedeare ciò che è naturale tra persone che si amano» ascolterà una eventuale risposta, alla quale però non farà seguire nulla, se non una espressione amareggiata e ferita, per poi allontanarsi, mettendosi a correre
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boringnotes · 7 years
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Dustin (31 marzo 2016)
Non mi ero accorta che fosse salita sul 20 dell'ora di punta. Avevo il naso ficcato nel mio libro e i sensi disinnescati per escludere il cicaleccio querulo di una signora che, a voce altissima, ci stava rendendo edotti delle disgrazie familiari, sue e di una nutrita cerchia di amici. A Porta Saragozza il bus si è svuotato come da copione (sostegno del Grande Sceneggiatore all'umana illusione che la vita sia fatta di tranquillizzanti rituali sempre uguali a se stessi, e invece no) e, mentre prendevo posto in uno degli ultimi quattro sedili, quelli che si affrontano a due a due in fondo al bus, l'ho sentita arrivare accompagnata da un rumorosissimo scartocciare, quello che producono le borse da shopping di cartone per intenderci. Solo che quello era incredibilmente più sonoro e dopo un secondo ho capito perché. Di fronte a me si è "seduta" una sportolona da shopping di cartone misura 150x95, che avrebbe potuto contenere un televisore 52 pollici o anche me stessa, non fosse stato per la sua intima vocazione comunicata attraverso una scritta (non troppo discreta) su entrambi i lati: "GUCCI", che escludeva ontologicamente il contatto con il materiale organico di scarto, tipo la sottoscritta. A seguito della sportolona di GUCCI è arrivata una signora secca e bionda, fasciata da uno spolverino di una deliziosa tonalità di blu che, dopo aver manovrato per qualche minuto il monolito griffato e la sua borsetta (anch'essa GUCCI), ha deciso alla fine che i due sedili (due) dovevano occuparli loro, mentre lei avrebbe fatto il viaggio in piedi. Ma non nel corridoio bensì eretta e svettante fra i sedili per poter custodire col suo corpo ogni eventuale aggressione ai suoi preziosi compagni di viaggio. Girata di spalle rispetto a me. Anzi, vista la posizione sopraelevata, facciamo pure girata di culo. La signora GUCCI ha quindi iniziato a parlare, con una voce frizzante e gnagnolina che solo chi frequenta GUCCI è in grado di capire. È venuto così a crearsi un contrappunto corale in cui la querula di due posti più a sinistra si è intrecciata con la briosa di fronte a me, l'una che piangeva sulle sorti del figlio della vicina di casa che doveva vendere l'azienda di famiglia perché non gliene fregava niente, l'altra che parlava di cose di altri mondi, dove esistono gli Art Director (Art Director?) di GUCCI, le commesse di GUCCI che ti fanno vedere delle cose di GUCCI diverse da quelle che volevi, ma tanto tu eri convinta e hai preso quel GUCCI che entrando avevi deciso di comprare a tutti i costi. In mezzo eravamo in tre: io (che ringraziavo Richard Matheson perché mi stava salvando la vita), il mio vicino di posto (un giovine barbuto con lo sguardo solidamente piantato sui quarti posteriori della signora GUCCI, che si indovinavano di pregevole fattura sotto le pieghe dello spolverino) e Dustin Hoffman, accompagnatore della briosa bionda che in silenzioso contegno raccoglieva le considerazione di GUCCI della compagna. Con quella faccia che accomuna uomini di ogni estrazione sociale quando sono costretti a subire l'entusiasmo della loro donna che sciorina una qualche conquista FONDAMENTALE. Per tutto il viaggio ho pensato che quello fosse Dustin Hoffman davvero. Uguale. Con il giumbottino alla Hoffman, l'occhiale da sole alla Hoffman. Cristo santo, Dustin, ma perché accompagni tua moglie da GUCCI e poi la riporti a casa con l'autobus? Mi veniva da chiedergli. A casa dove, poi? Ti sei comprato casa a Casalecchio di Reno? Fammi capire. Solo che lui a un certo punto ha detto "Stiamo per giungere in centro. Appropinquiamoci verso l'uscita." Così ha detto. E l'ha detto con un accento così poco britannico, pur nella nobiltà del vocabolario, che secondo me non era Dustin. Perciò si sono appropinquati e prima di appropinquarsi lei si è girata (finalmente) e ha detto "Vi preeeeego di perdonarmi per avervi voltato le spalle!" "Si figuri! È stato un piacere, arrivederci!" ha risposto il mio giovine vicino di posto, parlando col culo della signora. "Gnii" ho risposto io, scuotendo la testa, con quel verso che ti esce quando hai la faccia paralizzata in un sorriso cementificato dalle circostanze. Sono scesi davanti alla biblioteca. Li ho guardati mentre si allontanavano, con lui che teneva il baule di cartone da shopping GUCCI come si tiene un cane al guinzaglio. Poteva starci dentro anche un levriero, in effetti. Comunque hanno viaggiato senza biglietto.
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