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#la mia storia
noisiamoinfinito003 · 5 months
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"Hai mai pensato di andare via e non tornare mai più? Scappare e far perdere ogni tua traccia, per andare in un posto lontano e ricominciare a vivere, vivere una vita nuova, solo tua, vivere davvero. Ci hai mai pensato?."
- Luigi Pirandello
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fame-di-vivere · 1 year
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L’amore…
Nessuno è cieco davanti all'amore.. tutti vedono, tutti desiderano, tutti si aspettano di essere amati, vogliamo qualcuno che non sappia soltanto prendere, ma che sia tanto bravo nel saper dare, e quando questi non sono in grado di saper dare tutto quello di cui ha bisogno l'amore, ci diamo colpe che non abbiamo. pensiamo che siamo noi sempre a sbagliare..
arriviamo persino a credere che l'amore faccia male..no. non lo è, perché l'amore è l'unico sentimento che fa stare bene.
Non è l'amore che fa male, ma sono unicamente coloro che non sanno amare o che fingono di farlo
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seminando-rebeldia · 2 years
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queerographies · 11 months
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[Pageboy][Elliot Page]
Pageboy di Elliot Page è un intenso e sincero racconto che parla di genere, amore e relazioni, traumi e successo. Un libro di inquietante bellezza in cui riconoscersi.
Grazie al successo del film Juno, Elliot Page ha ottenuto un’enorme popolarità in tutto il mondo e persino un’ambitissima candidatura agli Oscar. Tutto sembrava perfetto. O forse no. Perché mentre i suoi sogni professionali diventavano realtà, la pressione per soddisfare le aspettative si rivelava sempre più soffocante. E l’Olimpo si è improvvisamente trasformato in un incubo. Sotto i riflettori…
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ottimismocinico · 1 year
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“come si chiama quel giornalista italiano che intervistò Fidel Castro?”
Natural Born Killers - Oliver Stone
Gianni Miná
Torino 17 Maggio 1938
Roma 27 Marzo 2023
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io-pentesilea · 2 years
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Quando ci siamo conosciuti venivo da un periodo particolarmente difficile della mia vita.
Tre anni prima mia madre si ruppe il femore, cosa che oltre a costringerla su una sedia a rotelle, causò la 'perdita delle sue facoltà mentali'. Per coloro che non si sono mai trovati in una situazione del genere, semplificherò dicendo che i 'sintomi' sono quelli dell'alzheimer. Ad esempio, era convinta di poter camminare ed era inutile ripeterle che era appena stata operata. Se chiedeva di andare in bagno - il che comportava ovviamente portarla e poi alzarla dalla sedia - non si faceva in tempo a rivestirla che voleva andare di nuovo. E hai voglia a dirle 'Ci sei appena stata'... alla fine dovevi cedere. E tutto questo in un... loop infinito... le mie domeniche, i giorni di festa, i permessi della badante... non avevo più una vita. E anche quando trovavo una sostituta... dovevo stare con l'orologio alla mano. Probabilmente mi giudicherete... sono la prima a farlo e a vivere di rimorsi, e venderei l'anima al diavolo per riaverla. Ma ero a pezzi, fisicamente e psicologicamente. A volte avendo scambiato il giorno per la notte, passavo giornate intere senza un'ora di sonno - non so come ho fatto a non ammazzarmi o ammazzare qualcuno guidando...
E fu proprio in quel 2016 che arrivò anche la decisione della casa di riposo, quando la badante rassegnò le sue dimissioni. Il marito la voleva in Romania a prendersi cura della suocera... a nulla valse il mio tentativo di convincerla che stava facendo una cazzata.
Non trovando una degna sostituta fui costretta a ricorrere alla struttura.
Ed è stato allora che sei arrivato tu...
Fine prima parte.
Barbara
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Tanto già so che le cose ad alta voce non si avverano mai, ma.. mi fa star bene..
E fa star bene condividere..
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entropiceye · 2 years
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Pelle
Pelle graffiata
Pelle lacerata
Pelle arrossata
Pelle maltrattata
E detestata
Pelle involucro di emozioni
Pelle specchio delle angosce interiori
Pelle corazzata
Pelle stressata
Pelle segnata
Ed esasperata
Pelle gabbia di contenimento di demoni affamati
Pelle dai confini sfumati
Pelle vellutata
Pelle accarezzata
Pelle profumata
E delicata
Pelle amata
Pelle margine di vuoti spaventosi
Pelle tessitrice di solitudini combacianti
Pelle dicotomica
Pelle cangiante
Pelle in divenire costante
Cucita sul dinamismo del flusso esistenziale
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conlatempestanelcuore · 9 months
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Giovedì 27 Luglio 2023
Devo ammettere, sono proprio contenta di tornare a raccontare le mie giornate.
Sinceramente tralascerei la parte del lavoro, di questi tempi, già tanto averne uno e saperlo tenere senza sputare sangue.
Ultimamente ho la fortuna di terminare il mio lavoro alle 14, così posso stare qualche ora in più con mio figlio. Oggi, dovevo passare al supermercato per prendere due cosette per la cena da preparare con il mio piccolo, ed in più si era aggiunto "l'appuntamento con un amico". Strano ma vero. Eh sì, ho un amico che chiamerò L. È solamente amicizia da parte mia, anche se penso che per lui, non sia esattamente così. Ovviamente io non sono interessata. Ho un ragazzo da circa 3 mesi che chiamerò P. Questa è una storia a parte che esporrò più avanti.
C'è un motivo ben preciso che mi porta da questo amico a chiacchierare. Qualche mese fa, avevo fatto finire per sempre un'amicizia ventennale. Era un'amicizia nociva. Sempre con alti e bassi come in un qualunque rapporto, dannosa per la salute, soprattutto per la mia. Noi due, un abisso di differenza, pensando di fare la cosa giusta, continuavamo a mollarci e riprenderci, finché a malincuore, avevo preso la fatale decisione di dirle addio.
Comunque, questo fatto risale ad aprile 2023, la sera del mio compleanno, ero in casa sua, a festeggiare con questa mia ormai ex amica, ed aveva colto l'occasione per presentarmi il suo nuovo compagno, L per l'appunto. L è un tipo abbastanza silenzioso, non lascia nulla al caso, preferisce starsene più sulle sue ed essere taciturno, che parlare a sproposito o dire qualcosa che poteva sembrare fuori luogo. Mi sembrava un tipo apposto e pensavo addirittura che stessero bene insieme. Come di consueto tra amiche, stavo cominciando l'interrogatorio. Potevano ben rispondere tutti due alle mie domande, ma tendenzialmente rispondeva solo lei. Non erano domande né troppo personali né troppo intime, insomma. Domande del tipo "come vi siete conosciuti? Cosa vi piace l'uno dell'altra? Cosa vi ha attratto dal primo momento?(....)"
A mio parere nulla di che, domande di normale routine tra amiche di vecchia data, semplice curiosità. Le risposte erano vaghe, troppo approssimative, abbastanza imprecise da quel poco che sapevo perché mi aveva accennato qualcosina in precedenza.
C'era qualcosa che non quadrava ed anche sui loro volti, vedevo che le espressioni erano ambigue. "Ehi che sta succedendo? Perché vi state guardando in quel modo?..meglio che l'interrogazione finisca qui. però ho una domanda: cosa vi ha messo a disagio di quello che vi ho chiesto?"
L era diventato una scimmia 🙈🙉🙊 e l'altra non sapeva perché non riusciva ad arrampicarsi su degli specchi insaponati. il disagio era diventato palpabile. Un fastidio terribile mi stava avvolgendo, anche perché sapevo benissimo che mi stava mentendo spudoratamente, ma la vera domanda che mi facevo era: "perché tutta questa diatriba?"
So tutte le vicende che riguardano questa ex amica e devo dire che anche lei conosce bene me. Lei era, e sarà sempre una mitomane, mentre io sono per la sincerità, lealtà, onestà, schiettezza e trasparenza sempre!!
A quel punto, nessuno voleva parlare e dirmi cosa cavolo stava succedendo. Quindi avevo architettato delle domande trabocchetto in modo da fare capire a L con chi stava avendo a che fare, dato che la mia ormai ex amica stava mentendo e lui non stavo comprendendo se stava reggendo il suo gioco o no. La risposta era subito arrivata. L non stava reggendo il suo gioco, aveva capito benissimo che lei stava imbrogliando, ma non conoscendomi, non sapeva come reagire. Era pur sempre la serata del mio compleanno e non volevo trascorrere tutta la notte a cercare di capire le loro cose, comunque ero a conoscenza del fatto che qualche strano allarme era scattato nella testa di L.
Qualche giorno dopo, L mi aveva contattato su Messenger. Non me lo aspettavo. Praticamente, aveva capito che qualcosa non andava, e cercava spiegazioni da me, dato che aveva visto in me una sincerità che sicuramente dalla sua dolce metà, non c'era affatto. Fu così che cominciò la nostra amicizia, scambiandoci informazioni. Lui chiedeva determinate cose a me dato che da vent'anni conoscevo lei e tra le tante circostanze, lui mi aveva reso partecipe (e fa tuttora) della situazione tra questa mia ormai ex amica ed il mio ex ragazzo. Detta in poche parole (ma ritornerò sull'argomento più avanti e con più precisione) dopo aver lasciato il mio ex a febbraio 2023, lui, aveva cominciato a messaggiare con questa mia ex amica e ne avrò da raccontare di barzellette.
Anticipo solamente che quando stavo con il mio ex ragazzo, erano state davvero pochissime le occasioni in cui eravamo usciti tutti tre (io, la mia ormai ex amica e il mio ormai ex ragazzo), non si sopportavano, non potevano proprio vedersi per svariati motivi, mentre adesso è tutto il contrario. Mille domande mi nascono spontanee come i funghi in un prato immenso. Ne parlerò strada facendo perché davvero, mi sembra di vivere le stesse storie di "Beautiful".
Per oggi è tutto, comunque ero, sono e sarò sempre io: conlatempestanelcuore.
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iosonochiarapagnini · 9 months
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Che il marketing sia qualcosa di cattivo è un pregiudizio duro a morire quando lo si associa al concetto di ''vendere, no matter what''. A dar credito al preconcetto secondo cui per vendere bisogna mentire, ingannare o ancora peggio truffare, bisognerebbe prenderne subito le distanze.
Ma oggi il marketing si sta lentamente riscattando grazie a una posizione diversa presa dagli stessi operatori: il marketing non vuole essere un'arma, ma uno strumento utile che ci fa bene conoscere.
Prima di formarmi come Social Media Manager ho lavorato molto tempo nel commercio a stretto contatto con persone di ogni genere e devo dare merito alla mia curiosità se ho osservato tanto da capire che alla base della vendita ci sono sempre più spesso fattori più semplici di quanto si potrebbe pensare.
La mia esperienza in una boutique è stata altamente formativa per comprendere una regola fondamentale.
Vi racconto una storia.
Ero commessa in questo negozio circondata da abbigliamento, scarpe, gioielli ed accessori. La clientela, naturalmente, era all'80% femminile sebbene fossimo negozio uomo/donna.
Salgo pure al 90%, se considero che i pochi uomini che ho visto erano solo d'accompagnamento (forzato, ovviamente!) a mogli e fidanzate.
Era una mattina d'estate e il negozio era pieno. Vedo entrare una signora che attira la mia attenzione per la sua altezza, una bella donna che di certo non passa inosservata.
Nel trambusto e in un grande via vai, non faccio a meno di notare che la signora gira molto nel negozio osservando qua e là, ma passa e ripassa più volte davanti a un paio di scarpe in particolare.
Finisco di servire altri clienti, mi libero e la signora è ormai al quinto o sesto giro davanti le stesse scarpe.
Le guarda con la testa di traverso, quasi a studiarle. Il corpo è girato verso destra. Sembra prenderne le distanze. Poi distoglie lo sguardo, finge di guardare altro, tocca i vestiti esposti quasi sfogliandoli distrattamente e poi si gira di nuovo a guardarle.
Il mio intuito si attiva e voglio capire.
Le dico che quel paio di scarpe piace tantissimo anche a me (era vero).
Lei per un attimo sobbalza, come svegliata da un sonno di cui non era consapevole. Mi sorride e si avvicina. Ammette il suo interesse palese e mi chiede se ci sono altri colori. Glieli faccio vedere ma negli occhi della signora vedo passare due stati d'animo: l'interesse per i colori che guarda estasiata prima e subito dopo una forte disillusione, il suo sguardo si spegne.
Noto quel cambio di bagliore, ma capisco anche che c'è qualcosa sotto che io non so, anche se posso intuirlo.
Ci vado con delicatezza quando le chiedo: ''Vuole provarle?''
La signora rifiuta, poco convinta e con un'aria di colpevolezza (che era verso se stessa). Ma subito dopo si arrende e mi confida, con voce bassissima quasi a svelare un tremendo crimine, qual è il problema.
''Io non ho mai potuto indossare un sandalo coi lacci alla caviglia, perchè ho una caviglia bruttissima. Non posso.''
''Non posso''. Ecco, è questo il momento esatto in cui quella donna si è fidata di me.
E' il momento esatto in cui ha svelato la sua debolezza e ora sta a me esserne degna e non tradirla.
E' il momento esatto in cui ho l'opportunità non solo di capire, ma di fare qualcosa di buono.
La mia empatia ha uno scossone tale che la prendo in disparte, le offro uno spazio di dialogo lontana da orecchi indiscreti e lei si apre, erutta come un vulcano le sue insicurezze. Queste caviglie le vede grosse, brutte, orribili, inguardabili, per niente femminili e le mettono un disagio tale al punto che mi confida di averle sempre nascoste il più possibile. Che sono il suo disagio più forte da quando era ragazza e non l'ha mai superato.
Sarà che conosco il peso di un'insicurezza, sarà che fra donne ci si capisce, ma prendo a cuore la situazione al punto che mi dimentico di essere una commessa per un paio di minuti.
Le chiedo con la massima delicatezza possibile se posso darle la mia opinione e lei mi permette di guardargliele. Questo succede perchè si fida di me. Lei si alza di poco i pantaloni lunghi, indossati in Agosto con temperature folli (pur di coprirle) e mi continua un elenco dispregiativo e... ingiusto, mentre mi sono abbassata di poco per osservarle.
Quelle caviglie non avevano assolutamente niente.
Mi rialzo e la guardo, sentendomi in dovere di provare a scioglierle qualcosa che la tormenta da tutta la vita e per farlo non devo cercare le parole perchè quando si dice la verità non c'è bisogno di copione.
Quello che le dico è pressappoco questo: ''Io lavoro qui da mesi, di donne ne ho viste e di caviglie pure perchè vendo scarpe tutti i giorni. Le posso garantire che le sue caviglie non solo non hanno niente, ma sono perfettamente proporzionate alla sua altezza e alla sua corporatura.''
Già, dimenticavo: la signora aveva circa 45 anni ed era alta almeno un metro e ottanta. La sua corporatura era imponente per natura, ma non per questo tozza come si vedeva. Forse plagiata dagli standard comuni, dalle sue taglie non in linea con lo standard imposto dal mondo della moda e forse, chissà, da qualche cretino che gliel'aveva fatto credere, quel ''Non posso'' mi ha disturbata e intristita.
Oppure per qualcosa di più semplice: non aveva mai accettato la sua altezza e le sue forme.
Non so se quella signora non avesse mai chiesto a nessuno un'opinione o se avesse avuto bisogno da chissà quanto di sentirsi dire certe parole, ma sono certa che l'empatia ha vinto.
Le ho chiesto di credermi e che provasse quelle scarpe per me, ma non l'avrei mai obbligata all'acquisto se non se le sentiva. Non c'entrava più niente la vendita, volevo che spezzasse quel circolo. Non sopportavo che vivesse in quel modo. Io sapevo che le sarebbero state bene.
Si è fidata di me, le ha provate e io le ho consigliato con cosa potessero stare bene. Mentre parlavo aveva il sorriso stampato in faccia, come di chi si è appena liberato dalle catene.
Lei ha cominciato a fare una lista entusiasta di cosa aveva già nell'armadio che poteva starci bene, non smettendo mai di sorridere. Eravamo davanti a un grande specchio e lei non smetteva mai di fissarsi i piedi con le sue belle scarpe e io mi godevo lo spettacolo di una donna liberata da una paranoia inutile.
''Le prendo!'' e si illumina in volto ancora di più.
Non mi scorderò mai l'espressione che aveva alla cassa: era di libertà, di felicità infantile, di soddisfazione, di chi si è liberata di un peso che l'ha oppressa per anni. Era talmente libera che era diventata goffa dall'emozione.
Quando se n'è andata mi ha sussurrato un ''Grazie'' che parlava da solo.
Questa esperienza è stata una delle più forti mai provate.
E avevo già capito cosa significa per me vendere: attivare l'intuito e l'empatia, andare a fondo, osservare chi ho davanti. A volte la persona non vuole vuotare il sacco, ma in quel caso serve una bella dose di inutito condita da empatia: individuato il potenziale blocco, esprimerlo con delicatezza e vedere se quella persona si lascia aiutare. Nel 90% dei casi funziona, perchè le persone vogliono qualcuno che le aiuti a scegliere.
Vogliono essere ascoltate, comprese, supportate.
Tutto il marketing è empatia. Siamo così presi nel produrre, produrre e produrre oggetti sempre più funzionali, sempre più completi, sempre più costosi che ci dimentichiamo spesso delle persone.
Da cliente, raramente trovo commessi e addetti che mi trattano come una persona. Mi trattano solo come un cliente che deve comprare qualcosa e questo mi fa uscire dal negozio. Non mi interessa essere trattata così. Sono sicura che non piace a nessuno.
Le vendite più difficili, coi clienti più impossibili, le ho sempre chiuse con pazienza, professionalità e una grande dose di empatia.
Il segreto è puntare al cuore e non al portafogli.
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midedicoilmare · 2 years
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22 agosto 2022.
"Eii ti va se andiamo a pescare così stiamo un po' insieme solo io e te?"
Ho tentennato, avrei voluto dire di no ma alla fine sai che il cuore prevale sempre.
Tutto il tragitto lo abbiamo fatto in silenzio, 40 minuti di puro silenzio. Tu che ogni tanto buttavi l'occhio per capire come stavo,io che guardavo il panorama trattenendo le lacrime.
Sai mi dicevi sempre che ero fredda,che non riuscivo ad esprimere le mie emozioni e invece adesso quando sto con te si amplificano.
Siamo arrivati e hai sistemato tutto, io che mi sono arrampicata su uno scoglio per calmarmi tu che mi guardavi e sorridevi perché lo sai bene che effetto mi fa il mare.
Per fortuna sono arrivati i nostri amici, abbiamo scherzato,bevuto mangiato.
Tu che mi guardavi e io che guardavo te costantemente con quel telefono tra le mani. So a chi stavi scrivendo,scrivevi a lei.
Un attimo, è bastato solo un attimo. Ho intravisto una foto.
Tu che abbracciavi lei messa come sfondo per crollare.
Non so se sia stato un attacco di panico,ma sono scappata perché stavolta non sono riuscita a trattenere le lacrime,scendevano da sole e il cuore faceva male,male da morire.
Un attimo,un fottuto attimo e sei venuto da me. Mi hai guardato negli occhi e mi hai detto "Parlami,dimmi cosa ti passa per la testa"
Come faccio? Come faccio a dirti che ho il cuore a pezzi perché ti sei innamorato di lei e non di me? Come faccio a dirti che sono gelosa e che ho paura?
Un attimo,ti sei allontanato e io per la prima volta ti ho detto "abbracciami " e sai che non lo dico mai,ma avevo bisogno di sentirti vicino,di sentirti a un millimetro dal cuore.
Mi hai stretta a te e tutto è svanito,c'eravamo solo io e te.
Ti ho detto che mi eri mancato e che non volevo che partissi di nuovo ma non ho avuto il coraggio di dirti che sono fottutamente innamorata di te da 7 anni ormai.
Mi hai abbracciato e stretta al tuo cuore, e li ho capito che non importa cosa succederà,tu sarai per sempre CASA, la mia casa,il mio porto sicuro e il mio amore grande.
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elaisweetart · 2 years
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Sono Elai, adoro le menti aperte, quelle persone che non hanno paura di esprimersi, che non hanno pregiudizi verso nessuno e che semplicemente vivono la propria vita senza immischiarsi inutilmente in quelle altrui. Odio essere timida. Ogni volta che si presenta l'occasione perfetta io la brucio perché non ho il coraggio di andare fino infondo. é sempre stato cosí, a tal punto di farmi trovare altre metologie di comunicazione. Con gli anni mi sono specializzata nella scrittura ad effetto e sull'arte, qualsiasi esse sia.
Il mio sogno é di lavorare online; un giorno, vorrei poter vivere grazie al mio computer, viaggiando e spostandomi dove voglio.
Attualmente mi trovo in Australia e sento di essere determinata come non mai.
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fame-di-vivere · 1 year
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Prima di pensare a cambiare il mondo, fare le rivoluzioni, meditarenuove costituzioni, stabilire un nuovo ordine, scendete prima di tutto nel vostro cuore, fatevi regnare l'ordine, l'armonia e la pace. Soltanto dopo, cercate delle anime che vi assomigliano e passate all'azione
Cras amet qui nunquam amavit; quique amavit, cras amet . Crescat scientia vita excolatur. Dum vita est, spes est. Dum vivimus, vivamus. An nescis, mi fili, quantilla prudentia mundus regatur? Ex nihilo nihil fit. Ex vita discedo, tanquam ex hospitio, non tanquam ex domo, Veritas vitæ magistra .Sic vita est
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illsadboy · 5 months
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Mi ricordo che ti facevi la coda per farti più bella, per farti la coca, per farmi una pompa. Ma amavi le droghe tu vivi per farti, non hai bisogno d’amore perché non hai un cuore al suo posto hai una pietra di crack e ti sei dimenticata di tutte le volte che ti tenevo quei capelli mentre vomitavi nella tazza del cesso.
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crocodilesareboring · 11 months
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L'ultima volta che ho visto l'Inter andare in finale di Champions ero in terza superiore.
La sera della semifinale ero ospite a casa di due miei carissimi amici, fratello e sorella, insieme ai genitori e alla morosa del fratello, tutti e sei interisti sfegatati: con una formazione 2-2-1-1 (ovvero i genitori su un divano, le ragazze sull'altro e io e il fratello sulle sedie), qualche birra e il ventilatore, comincia Inter-Barcellona.
La partita inizia male e prosegue peggio, l'Inter va sotto di un gol e in casa c'è disperazione, finché arriva una distrazione da fuori: una macchina sta facendo avanti indietro nella strada chiusa, sgasa, clacsona e tiene la musica a palla. Nessuno si fa troppe domande finché la morosa del fratello, con un filo di voce, dice di sapere chi è a farlo: il suo ex, che la stalker già da tempo.
I genitori si guardano, il fratello è parecchio nervoso e la ragazza fissa il pavimento; ma la macchina se ne va e la partita riprende.
L'Inter pareggia ma soffre da matti, e sul finire del primo tempo riappare la macchina, con clacson sgasate e tutto quanto. La ragazza è sull'orlo delle lacrime. Fischia l'intervallo e la macchina si ferma esattamente davanti all'ingresso del condominio. In questa orgia di clacson e bestemmie contro Thiago Motta il padre si alza, prende le chiavi e dice "ora scendo e gliene dico quattro".
Esplode la casa.
La madre scoppia a piangere, la ragazza lo prega di non andare, il figlio è bianco come un cencio, ma lui non ascolta nessuno; attraversa la cucina, arriva alla porta e davanti ci sono io. Gli sussurro "non si rovini la serata per questo cretino..." ma lui mi fa l'occhiolino ed esce.
Ci sono due cose importanti da sapere sul padre: è siciliano (come la madre) trapiantato in Emilia, ed è uno degli uomini più gentili, colti e delicati che conoscessi.
Con cinque spettatori sul balcone come testimoni esce di casa, si piazza in mezzo alla strada, e la BMW (bc of course) del tamarro gli si ferma davanti.
E lui, 100kg di gentiluomo meridionale, tira un cazzotto epico sul cofano.
"SCENDI DA QUELLA MMMINGHIA DI AUTO" grida con un accento palermitano che non è più il suo da due decenni. Lo stalker saggiamente rimane dentro.
Allora si avvicina al finestrino, e con un volume sempre più alto e una mise sempre più da Padrino gli spiega che se lo rivede sotto casa, lo andrà a cercare. Se sentirà il suo nome, lo andrà a cercare. Se suo figlio o la ragazza verranno colpiti da un fulmine, lo andrà a cercare.
"CAPISTI, AH?" gli dice in un siciliano sempre più macchiettistico. Lo stalker sta per rispondere. Il padre tira un altro cazzotto sul cofano. Non vuole sentire parole. Lo stalker fa cenno con la testa di sì, accende il motore e sparisce.
Risale le scale a secondo tempo iniziato da qualche minuto. All'ingresso ci sono sempre io, stavolta con una birra aperta in mano, che gli passo. "Lei è il mio eroe personale" gli dico. "Lo so!" risponde con un sorriso. Va a consolare sua moglie, si scusa con il figlio e la ragazza per essere intervenuto in cose non sue, e sprofonda sul divano.
Come finisce la serata è scritto nella storia: l'Inter rimonta e vince 3-1. Un mese esatto dopo vincerà la Champions League. È il 2010, e da allora nessuno ha mai più rivisto lo stalker nella mia città.
Pazza Inter, interisti più pazzi.
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