Hannibal had torn and broken himself free from the tapestry of Will's mind, distinguishing himself from all the other voices in his head, separated from them - a caged bird, barred and isolated in the forts of Will's mind. Wings broken as he escaped through the cracks, he fell to the dark recesses of Will's heart, pulled apart by the stormy waters that reside there.
Hannibal had torn and broken himself free from the tapestry of Will's mind, distinguishing himself from all the other voices in his head, separated from them - a caged bird, barred and isolated in the forts of Will's mind. Wings broken as he escaped through the cracks, he fell to the dark recesses of Will's heart, pulled apart by the stormy waters that reside there.
Le puttane quando finalmente hanno guadagnato abbastanza soldi da smettere, vanno in vacanza a vivere una vita serena. Sedute su una sdraio forse la parte bassa del ventre la sentono meno, sentono meno anche i loro seni, la loro bocca che è stata più loro che sua, che ha detto sì quando voleva dire no, che è stata stuprata più e più volte solo per un tornaconto economico. Per sopravvivere la puttana ha lanciato parti di sé altrove, in un bosco immenso, che non ha fine, pensando di poterne fare a meno, pensando che prima o poi la gavetta avrebbe ripagato, pensando che un giorno quelle parti le avrebbe cercate e ritrovate.
Nell'antica Roma le prostitute avevano un loro ruolo speciale in diverse osservanze religiose, soprattutto quelle del mese di aprile, notoriamente dedicato alle gioie dell'amore e presieduto da Venere. La prostituzione nell'impero romano era legale, pubblica e diffusa. I cittadini romani di più alto status sociale erano liberi d'intrattenere rapporti sessuali sia con prostitute che con giovani maschi, senza per questo incorrere in alcuna disapprovazione di tipo morale; sempre a condizione che mantenessero il perfetto controllo e padronanza di sé, dimostrando moderazione nella frequenza del piacere sessuale.
Allo stesso tempo però erano considerate anche in maniera vergognosa: si trattava difatti per la maggior parte di schiave o ex-schiave; se invece erano di nascita libera finivano relegate al ruolo di infames, persone del tutto prive di posizione sociale e private della maggior parte delle protezioni accordate ai cittadini ai sensi del diritto romano. Ed è proprio così che oggi vediamo e trattiamo le puttane, da infames, da bambole gonfiabili, come se fossero niente. Fino a che punto la puttana è libera di scegliere? Un suo sì è davvero un sì oppure è obbligata dalla società? è obbligata a trovare dei soldi per sopravvivere oppure lo fa perché le va di scopare? E se lo fa per obbligo e non perché lo vuole quante volte allora si sente stuprata? Quante volte allora è costretta a sopportare il brutto pene di qualcuno? quante volte allora è costretta a succhiarlo ad uno peloso, ad uno che neanche si lava? Per quanto una puttana riesce a sopportare tutto questo? E riflettendo su quello che vi ho scritto, non vi definireste anche voi stupratori sapendo di star scopando una donna che è obbligata a farlo? Una donna che non è pienamente convinta?
Lo spagnolo Mariano Vargas ha iniziato la propria carriera come pittore. Oggi si dice di lui che “dipinge con la macchina fotografica”. I suoi ritratti di donne riaggiornano con ironia i capolavori di Botticelli, Raffaello, Leonardo…Botticelli, Raffaello. “Sono cresciuto in una famiglia all’antica, molto cattolica - spiega - Per reazione, ciò ha aumentato in me la curiosità per l’universo femminile ed i suoi misteri. Fin da piccolo, così, ho nutrito un enorme interesse per le donne, il loro corpo, le loro espressioni. Ricordo ancora perfettamente l’attimo in cui ho deciso di dedicarmi a catturarne la bellezza: è stato quando ho visto per la prima volta La nascita di Venere di Botticelli, che ho subito associato all’immagine del corpo di mia madre". 🌹❤️
Da: SGUARDI SULL’ARTE LIBRO SECONDO - di Gianpiero Menniti
IL BOTTICELLI PENTITO
C'è un Botticelli che dipinge "La Primavera" nel 1478 e "La nascita di Venere" nel 1485.
E poi, nel 1501 presenta, con la "Natività mistica", un testo pittorico di controversa interpretazione, nel quale non mutano solo i riferimenti iconografici e iconologici ma soprattutto lo stile dell'artista fiorentino.
Dopo essersi immerso nel clima rinascimentale acerbo ed entusiasta della Firenze di Lorenzo, gli anni che seguono alla morte di quest'ultimo (1492) sono vissuti dal pittore nel segno della decadenza rispetto ai fasti della casata medicea soppiantata dalla Seconda Repubblica di Savonarola e poi di Pier Soderini e Niccolò Machiavelli.
In Botticelli si avverte l'apparire di una visione apocalittica come espressione di un animo soggiogato dagli eventi ed incapace di comprenderne il significato.
Così, l'espressione artistica muta in cupa premonizione e richiamo tragicamente patetico: le forme perdono naturalità divenendo traccia di presenze effimere, quasi ammiccando all'estetica più antica di stampo gotico.
Senza perdere, tuttavia, eleganza.
Si tratta di un Botticelli che ha smarrito la matrice neoplatonica ispiratrice delle opere più ardite.
Si piega in se stesso, in un'inquietudine priva di slancio.
Come un fanciullo che scomparsa l'innocenza, rielabora la realtà pervaso da un sentimento di oscura, infantile contrizione.
- Sandro Filipepi detto Botticelli (1445-1510): "Natività mistica", 1501, National Gallery, Londra
- In copertina: Maria Casalanguida, "Bottiglie e cubetto", 1975, collezione privata