Il mio cuore è un luogo abbandonato, dove si respira l'aria di un tempo antico e si vive l'atmosfera incantata di una fiaba, ci vuole coraggio per entrarci, bisogna fare attenzione ai rovi di spine, ai precipizi, agli angoli buio dove dimora il gelo dell'inverno, ma nei punti in cui filtra la luce si possono vivere esplosioni prepotenti di primavera.
Ogni anno sempre la stessa storia, una candelina e tanti desideri da soffiare. Tuttavia, quest’anno c’è qualcosa di diverso… qualcosa di nuovo che suscita in me una strana calma, un’imprevista primavera nel preludio dell’autunno.
Ho un desiderio nel cuore, più forte fra tutti, ma stavolta non lo soffio via… stavolta lo tengo per me.
Mi auguro di realizzare tutto ciò che sono in grado di dare a me stessa, mi auguro di donarmi un infinito amore e una possente lealtà alla stregua degli altri.
Merito il primo posto nella mia vita e ora che - finalmente - sono sul podio capisco che è tutto ciò che di più bello ho.
(Solo quando sei importante per te stesso puoi rendere la tua presenza importante anche per gli altri.)
In questi giorni mi sono concessa un poco di libertà in più e mi sono presa delle ferie. Dico sempre che dovrei farlo più spesso, come per molte delle altre cose che mi fanno stare bene. Tra il dire e il fare, però, bisogna che mi organizzi meglio >_<
Ho giocato a carte per ore come quando ero piccola, a Macchiavelli (con due C perché a casa mia l'ho sempre chiamato così e quindi ormai è ribattezzato u_u), ho fatto morbide sculture color pastello, ho mangiato cose buone, ho camminato tra piante cariche di foglioline nuove e fiorellini. Avrei voluto rotolarmi nell'erba come F., il cagnolino della mia amica G., ma mi sono trattenuta ^_^
Ho letto (anche un libro tutto di fila, come mi capita di rado ormai, ma questi di Bianca Pitzorno erano racconti brevi di quelli come le ciliegie, che uno tira l'altro, anche perché le protagoniste erano quelle di Ascolta il mio cuore e quindi ero già affezionata dalla prima pagina, e quella mattina sul balcone si stava proprio bene *_*)
Ho girovagato per librerie e piccole mostre di illustrazione (avremmo voluto andare alla fiera del libro per ragazzi, ma non siamo riuscite :( sarà per un'altra volta), ho passato del tempo insieme a chi amo e insieme a me stessa e ho ricaricato un poco le energie. Stasera ho anche disegnato, che era da qualche tempo che avevo perso il ritmo, e sulla scia dell'entusiasmo e delle riflessioni su un post sui modi di incanalare l'energia mi sono detta che era proprio il momento di ricominciare u_u
(P.s. questo è di Anna Kaźmierak, una delle autrici esposte che mi è piaciuta di più - se siete in centro a Bologna passate dalla Salaborsa, dura fino al 5 maggio)
(questo invece è mio - da un selfie di ieri mattina nel verde *_*)
Insomma, in questi primi giorni di primavera mi sono sentita come la rosellina che avevo preso un mese fa, che sembrava bruciata dal freddo e dalla mancanza d'acqua e che invece ha messo su le foglioline nuove dopo che l'ho comunque interrata in uno dei vasi in cui avevo spazio. Per i fiori vedremo. Chissà se il quadrifoglio che ha trovato G. porterà anche un poco di fortuna. Intanto ci ha portato un sorriso in quel momento di scoperta fortuita, e forse forse basta questo, in realtà.
(...) debbo imparare ad essere felice.
Un tempo lo sapevo, o credevo di saperlo, per istinto. Era sempre primavera, un tempo, nel mio cuore. Il mio temperamento inclinava alla felicità. Colmavo la mia vita fino all'orlo di piacere, come si colma fino all'orlo una coppa di vino. Ora mi accosto alla vita da un punto di vista completamente nuovo, e anche soltanto concepire la felicità mi è spesso estremamente difficile.
Ieri mattina sono stato al mare. Il mare in versione invernale.
Quello racchiuso dal solito cordone di sabbia : la "duna" innalzata ad ottobre, a proteggere l'ininterrotta linea degli stabilimenti balneari, quella che corre per decine e decine di chilometri, sulla "riviera romagnola.
È uno dei paesaggi che sento in assoluto più miei, quasi quanto il paesaggio alpino delle Dolomiti.
Entrambi li frequento fin da bambino.
Il mare mi chiama. Mi affascina. Mi parla in silenzio, ogni volta che lo vengo a trovare.
Ho sempre avuto questa sensazione e la debolezza di pensarlo come un vero Essere Vivente.
E così, è normale, passare più volte, nei mesi invernali, a fargli un saluto, come si fa con un amico d'nfanzia.
Oppure è come contemplare un enorme animale in gabbia, che ribolle e soffia e sbuffa e ci guarda a sua volta, col suo abbraccio di vento e distanza.
Adoro questa atmosfera metafisica delle spiagge invernali.
Linee geometriche, bandiere, gabbiani dentro un vento di luce dal largo, un vento di vetro e cemento e un profumo di niente che mi incanta ogni volta.
Perchè il mare è così che ti conquista.
Con atmosfere alla Ghirri o alla De Chirico.
Una lontananza che ti morde nel cuore e disegna, piccolissimi punti scuri, persone sfocate dalla distanza, dentro il frastuono di onde instancabili e spuma bianca e selvatica.
Talvolta scattando le foto, mi sorprendo a contemplare uno scorcio, un dettaglio, un palo storto o un gioco estivo o uno scivolo dai colori allegri, ora semisommersi dalla sabbia.
Sono paesaggi che trovo intrisi di poesia.
Dove saranno ora i bimbi che appena la scorsa estate, correvano a riempire i secchielli con il loro allegro chiamarsi?
E dove sono finiti i gabbiani, coi loro voli implacabili, a perdifiato, verso invisibili punti preclusi a noi umani?
Ritrovare il mare è un pò come passare a trovare un amico. Come salutarlo e chiedergli come sta. Come si sente, come se la passa?
In questa strana stagione che non è mai stato Inverno e non è ancora Primavera...
Mi abbandono al suo suono, al vento dal largo, alla salsedine che imbianca ogni cosa.
Nessun poeta può scrivere
una poesia su Taormina
perché Taormina è già poesia
nel suo essere cielo e mare
nella luce che la veste
nella sua infinita primavera
nei mille colori che l’accendono
nel suo solare abbraccio
perché qui nessun cuore
può essere straniero o triste
o vestirsi di malinconia
o non credere nei sogni
mentre parla con il mare
dai suoi balconi fioriti
da quel gradino del paradiso
che è la sua piazza luminosa.
Nessuno a Taormina
può negare la bellezza
o ignorare la felicità
o non amare la vita.
Perché Taormina
è la luce del giorno
è i versi di una tragedia
nel teatro sospeso sul mare
è il fascino dei palazzi medievali
arrossati dal sole al tramonto
Taormina è il sorriso
delle sue bellissime donne
è le lingue del mondo
che qui trovano casa.
Taormina è i suoi vicoli
il verde ed i fiori che la vestono
è il profumo dei suoi ristoranti
l’ironia, la gioia delle scalinate
il suo essere nobile e casta
sensuale e provocante,
sorella e amante
ricca e generosa
silenzio e musica.
Taormina è abbracciare il nord
è il lungo sereno viale
che vive da levante a ponente
è il suo volto rivolto a sud
è il centro di tre mari
lo specchio di sette cieli
il tempo che si ferma
la vita che scivola felice
su i suoi antichi palazzi.
Taormina è il crocevia
di ogni poesia d’amore
è le stelle d’agosto
con cui le sue luci
si confondono felici
è il sospiro di amanti e poeti
è la luna che la veste d’argento
le nubi che la sfiorano
la serenità che la culla
il vento che l’accarezza.
Taormina è il bello racchiuso
nella sua profumata, antica
multicolore, immensa,
elegante anima mediterranea
TAORMINA - WALKING: No poet can write a poem about Taormina, because Taormina is already poetry, in its being sky and sea, in the light that dresses it, in its infinite spring, in the thousand colors that light it up in its sunny embrace because here no heart can be foreign or sad, or dress in melancholy, or not believe in dreams, while it speaks with the sea, from its flowered balconies, from that step of paradise, which is its luminous square.
No one in Taormina can deny beauty, or ignore happiness, or not love life.
Because Taormina is the light of day, it is the verses of a tragedy, in the theater suspended over the sea, it is the charm of the medieval buildings, reddened by the setting sun, Taormina is the smile of its beautiful women
it is the languages of the world, which find a home here.
Taormina is its alleys, the greenery and flowers that dress it, it is the scent of its restaurants, the irony, the joy of the stairways, its being noble and chaste, sensual and provocative, sister and lover, rich and generous
silence and music.
Taormina is embracing the north, it is the long serene avenue, which runs from east to west, it is its face facing south, it is the center of three seas
the mirror of seven heavens, time that stops, life that slides happily, on its ancient buildings.
Taormina is the crossroads of every love poem and the stars of August
with which its lights happily merge is the sigh of lovers and poets
it is the moon that dresses her in silver, the clouds that touch her, the serenity that cradles her, the wind that caresses her.
Taormina is the beauty contained in its fragrant, ancient, multicoloured, immense, elegant Mediterranean soul
Sei come una macchia di olio benedetto che si espande in me .. dal cuore arrivi in ogni cellula e la mia mente si culla perduta in te, verso di te.
Chi sei , cosa hai fatto, da dove arrivi, chi ti ha creato, di cosa sai, come respiri, dove abiti, cosa ti attraversa la mente, cosa sogni?
Qual è il tuo profumo ?
Il mio solo desiderio è poter appoggiare il volto accanto al tuo, sapere di cosa sai, come è la tua pelle ,se hai rughe profonde o si distendono quando chiudi gli occhi.
No, non ho pensieri di sesso sfrenato, non mi interessa il tuo corpo , sapere se sei uno dei tanti adoni ( e il cellulare ha scritto asini perché scrivo di getto), non voglio piaceri fisici. Non è importante, conta più come mi sento.. Il tempo mi ha mitigata, ho capito che il sentimento raggiunge apici che il piacere sbiadisce, so quello che non voglio e non posso ma so chi desidero da dentro.
È una perfetta congiunzione, un fare l’amore così : mente nella mente, anche se non lo sai. Perché certamente ti perderei, ti spaventerei perché le donne profonde fanno paura agli uomini e perché gli uomini che mi rapiscono non mi vedono. So diventare invisibile e sparire, so ormai comandare i miei comportamenti ma non quello che mi fa vibrare come una nota forse stonata ma forte, vibrante : mi senti ?
Non vorrei sporcare questo regalo, ora che il mio cuore si è ricomposto dalle delusioni della vita e dai miei fallimenti vorrei diventare quella bambina che sapeva sognare e non è mai invecchiata nell’anima. Ora che il mio volto non è più il bocciolo fresco di un fiore a primavera vorrei poter sorridere a te, guardare come sei e parlarti, dirti senza parole di questa marea che mi porta su e giù nei meandri infiniti dei miei pensieri che non conosci, delle poesie mai scritte, dei doni mai offerti.
Ora che il tempo si è accorciato vorrei poterti aprire le mani e mostrarti i palmi e le righe del destino che ti vede comunque come un miracolo che mi stritola la gola proprio quando credevo che non avrei più sentito, sorriso o pianto, perché anche di emozione si piange .
… credevo che il disincanto e la delusione avessero portato via il mio fulcro emotivo, le mie fragilità così forti e potenti che con te tornano a bussare, a togliermi il sonno e a dipingermi un sorriso sciocco e anche tremare di paura.
Ora che la notte è vicina e la pioggia bagnerà le strade della città io vorrei poter ascoltare il silenzio finalmente e assaporarlo con te, e mettere a tacere il rombo incessante dei miei pensieri che prendono destinazioni sconosciute ma arrivano sempre a te, da te.
Ascolta la notte e sentimi. Non conosco il suono della tua voce ma intravedo nella mia miopia la bellezza del tuo cuore e questo mi basta per scrivere una lettera al vento e farla volare via.
In alto, dove i miei angeli si sono raccolti in preghiera per salvarmi e salvandomi hanno aperto ancora il mio cuore che credevo finito e morto, come un organo inutile che invece batte, palpita e vive e adesso vuole solo te.
Chiudi gli occhi e se mi sentissi arrivare non mandarmi via.
Sono un essere che non ti ferirà mai, una battito di ali che non potrà posarsi su di te, un testo che non leggerai o abbandonerai perché io sono così diversa e lontana dalla normalità che forse ti farei ridere ma non è importante per me.
Quel che conta è questo: un bisogno immediato di fermarmi e indirizzarti la mia lettera, posala sul tuo comodino, lasciala aperta alla riga che preferisci ma non chiudere gli occhi, guardala, scoprila, cerca la mia calligrafia. La punteggiatura è il mio respiro e se smetti un secondo di correre mi trovi , mi senti e forse sorridi .
Solo questo vorrei da te: essere nel tuo sorriso e tra le tue braccia aperte.