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#lacaton&vassal
j-j-j-j-j-j-j-j-j · 2 years
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cite manifeste, mulhouse - lacaton vassal
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serenasr · 5 months
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Maison Dordogne
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subtilitas · 2 years
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Lacaton & Vassal - Latapie House, Floirac 1993. Scans via, photos (C) Hisao Suzuki, Philippe Ruault.
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whatwemeantoeachother · 10 months
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TOP: Agnes Martin, Taos, New Mexico, 1999 by Annie Leibovitz
BOTTOM: Social Housing in Mulhouse, France, 2005 by Lacaton & Vassal
I remember watching Leibovitz's Masterclass and she talked about the picture of Martin and said something along the lines of her "sit[ting] here and wait[ing] for inspiration to come to [her]." A minimal room without personality, perhaps a space of meditation.
The bottom image from Lacaton & Vassal's housing project suggests a "lived-in" space that reads (to me) as a collage of some sort. The photo exemplifies a space with personality, a dwelling imbued with memory and narrative, things to draw inspiration from.
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deardhiarry · 1 year
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okroglo · 2 years
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Lacaton & Vassal
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axelchauvin · 7 months
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2021, Bordeaux, Lacaton Vassal + Druot + Hutin, Grand Parc, 2017 Photos personnelles
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atlasparrichada · 9 months
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Maison Latapie Lacaton & Vassal Floirac, France, 1993
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architectuul · 2 years
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Kvadrato: Bulid Different
An international conference on sustainable building in all its facets “Build Different” has innumerable touch points: circular economy, the common good, climate crises, the rise of the digital - almost all domains of architecture are being redefined. We will have to build differently. 
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But what does different architecture look like? Which production models does it follow and how do we make them common practice? All this we discuss right before the opening of Documenta XV with Anne Lacaton and Jean-Philippe Vassal (FR), Andreas Hofer (CH), raumlabor berlin (DE), Atelier Fala (PT), Bauhaus der Erde (DE), Lacol - arquitectura cooperativa (SP), Ruangrupa (ID) and many others as well as students from Kassel, Germany and the whole of Europe.
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The conference programme being put together by Kvadrato, an editorial team comprising editors of Architectuul, Domus and Volume and the Department of Buildings Economics at Universität Kassel | Architecture, Urban Planning, Landscape Planning.
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lamilanomagazine · 1 year
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Milano: presso la Triennale la mostra "Home Sweet Home"
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Milano: presso la Triennale la mostra "Home Sweet Home". In occasione del suo centenario, Triennale Milano presenta dal 12 maggio al 10 settembre 2023 la mostra Home Sweet Home, a cura di Nina Bassoli, curatrice per architettura, rigenerazione urbana e città di Triennale, con progetto di allestimento di Captcha Architecture. L’esposizione, che parte dalla storia dell’istituzione e delle sue Esposizioni Internazionali per arrivare alla contemporaneità, intende riflettere sull’idea di casa e di abitare, da sempre argomenti privilegiati della ricerca di Triennale. Dalla trasformazione dei ruoli di genere all’evoluzione del rapporto con la natura all’interno dello spazio domestico, fino alla crescente influenza della tecnologia sul modo di abitare, aumentata dopo due anni di pandemia Covid-19: questi sono alcuni dei temi centrali dell’esposizione, che intende mettere in luce alcuni grandi cambiamenti che negli ultimi cento anni hanno caratterizzato la sfera della casa. La mostra si articola in dieci ambienti totali site-specific, con le installazioni progettate da alcuni tra i più interessanti studi di architettura, gruppi e centri di ricerca internazionali, come i londinesi Assemble Studio, la paesaggista francese Céline Baumann, la designer Matilde Cassani, il Canadian Center for Architecture (CCA), il gruppo di ricerca DOGMA, lo studio di architettura catalano MAIO, il collettivo Sex and the City e con i lavori dell’architetta siciliana Maria Giuseppina Grasso Cannizzo, e quelli di due studi vincitori del Pritzker Prize, come Lacaton & Vassal Architectes e Diller Scofidio + Renfro. Questi ambienti site-specific dialogano con cinque sezioni storiche tematiche, che nascono come delle incursioni negli archivi storici di Triennale. Stefano Boeri, Presidente di Triennale Milano, dichiara: “In occasione del suo centenario, Triennale Milano propone una riflessione su un tema, oggi più che mai – in un’incerta epoca post pandemica e segnata dagli spettri della guerra – di stringente attualità. ‘Una mostra di mostre sulla casa’, nelle parole della curatrice Nina Bassoli, ma anche una mostra su Triennale, sulla sua storia, sul suo futuro e sul ruolo centrale della nostra istituzione nel dibattito architettonico italiano e internazionale. Affrontare temi quali casa e lavoro, maschile e femminile, produzione e riproduzione, spazio pubblico e spazio privato è diventato imprescindibile per una seria e attenta riflessione sulla progettazione dell’ambiente domestico, che non può non partire da un’attenzione costante all’accessibilità delle informazioni e all’inclusività.” Nina Bassoli, curatrice della mostra, afferma: “Intima e universale al tempo stesso, la casa è stata l’oggetto di indagine più sensibile ai cambiamenti culturali, politici e sociali, che, fin dalle prime Esposizioni Internazionali, passando per le sperimentazioni delle case nel Parco degli anni Trenta, l’ottimismo modernista della ricostruzione, il boom economico, le esperienze postmoderne, decostruttiviste e infine il pluralismo contemporaneo, si sono materializzati in sperimentazioni audaci in grado di veicolare nuovi linguaggi, nuove aspirazioni etiche e nuovi programmi per l’architettura. Oggi, l’opera di architette, architetti e gruppi di ricerca contemporanei fa emergere con forza una nuova sensibilità, dove il lavoro di cura è da intendere come azione fondante dell’abitare, ovvero del processo di costruzione dello spazio e dell’architettura.” La mostra Home Sweet Home non intende procedere lungo percorsi strettamente disciplinari ma vuole delineare un campo in cui l’architettura sia in grado di parlare a tutti, mettendo al centro dell’indagine la necessità di ristabilire una relazione diretta e coerente tra i nostri bisogni più autentici e gli spazi da progettare. Le opere in mostra evidenziano le profonde trasformazioni del ruolo dell’architettura nella società contemporanea e presentano i risultati di una ricerca tipologica, ma anche sociologica, scientifica, storica, artistica, politica e, al contempo, una sperimentazione sui linguaggi non solo architettonici ma anche comunicativi ed espositivi. In discontinuità con il passato, però, è senz’altro un’inedita presenza di progettiste donne, che questa volta sono in grande maggioranza – quasi la totalità – e una nuova sensibilità verso i valori della cura e dell’ambiente. Il progetto di allestimento, realizzato da Captcha Architecture, riprende frammenti di allestimenti di mostre passate per rimetterli in campo in una nuova veste. I dispositivi di supporto per le sezioni storiche sono così degli assemblaggi iperstatici composti da gambe provenienti da vari tavoli espositivi conservati nei magazzini di Triennale, e riadattati con la cura che si riserva a un oggetto amato che non si vuole buttare nonostante abbia perso la sua efficacia funzionale. Il percorso espositivo si articola in cinque sezioni storiche tematiche, che riuniscono oggetti e materiali storici presi dagli archivi di Triennale e ripercorrono i cento anni della storia dell’istituzione, dal 1923 al 2023. Casa ludens, a cura di Gaia Piccarolo, è dedicata ai temi del relax e della cura di corpo e anima; La natura è di casa, a cura di Annalisa Metta, indaga il rapporto tra natura e spazio domestico; Abaco di finestre, a cura di Maite García Sanchis, esplora il tema della finestra come dispositivo di mediazione ambientale e di controllo; L’angelo del focolare, curata dal gruppo di ricerca Sex & the City (Florencia Andreola e Azzurra Muzzonigro), rilegge i ruoli di genere tradizionalmente legati alla sfera domestica; Cucinare all’italiana 1923-2023, a cura di Imma Forino, guarda alle trasformazioni che hanno interessato lo spazio della cucina in relazione ai mutamenti sociali. I dieci ambienti site-specific, di grande impatto e caratterizzati da tematiche e linguaggi autonomi, si inseriscono in questo percorso e rappresenteranno delle vere e proprie mostre nella mostra. Il tema della cura e della stigmatizzazione di genere a esso legata viene affrontato dell’emergente gruppo di ricerca Sex & the City con un’installazione sarcasticamente intitolata Caro, bastava chiedere. Lo studio MAIO propone un prototipo di cucina urbana, Urban K-Type, frutto di una profonda ricerca sul ruolo politico della cucina come luogo di emarginazione, di condivisione o, infine, di possibile emancipazione. In L’architettura della longhouse, DOGMA propone una riflessione tipologica che descrive come la separazione tra spazi per la vita e per il lavoro, tra sfera pubblica, privata e rituale, sia una costruzione recente e per niente scontata. In Assemble Loves Food, Assemble Studio inscena una tavolata con venti coperti, luogo della condivisione quotidiana del lavoro e del pranzo del collettivo, rivendicando il valore pragmatico, ma anche urbanistico e politico del progettare, del vivere e del costruire insieme. Il parlamento delle piante d’appartamento, un’installazione interspecie della paesaggista Céline Baumann, indaga il ruolo della natura all’interno delle mura domestiche e il senso della cura reciproca. La gabbia degli orsi. Un diorama per esseri umani è un’opera quasi teatrale di Matilde Cassani che si interroga su come lo spazio aperto possa essere addomesticato. Infine, il Canadian Center for Architecture propone Una sezione di “A Section of Now”, un estratto della mostra allestita recentemente a Montréal, che invita a riflettere su come l’architettura possa supportare i rapidi, radicali cambiamenti della nostra società, e la relativa instabilità di nozioni come famiglia, longevità, proprietà, lavoro, tecnologia. Lifespan è un’installazione spiazzante di disegni e dettagli realizzati da Maria Giuseppina Grasso Cannizzo, che concepisce ogni progetto come una meticolosa opera di restauro e reinvenzione di una condizione preesistente. La mostra si chiude con Trasformare, non demolire, incentrato sulle trasformazioni dei Grands ensemble francesi a opera di Lacaton & Vassal: un manifesto ecologico e politico della cura per una nuova vita oltre la demolizione. Sarà inoltre riallestita Inside-out: la finestra sul giardino, opera concepita nel 1986 nell’ambito della 17ª Esposizione Internazionale da Diller + Scofidio per Il progetto domestico, e restaurata filologicamente dal Dipartimento di Conservazione e Restauro di Triennale Milano in collaborazione con la Scuola di Restauro di Botticino e con la supervisione dello studio Diller Scofidio + Renfro. La mostra sarà accompagnata da un catalogo, un volume unico in italiano e in inglese edito da Electa, che riunisce saggi, approfondimenti e contributi organizzati in tre sezioni tematiche. Gli autori dei testi del catalogo sono: Florencia Andreola, Assemble Studio, Nina Bassoli, Céline Baumann, Stefano Boeri, Giovanna Borasi, CCA Canadian Centre for Architecture, Matilde Cassani, Diller + Scofidio, DOGMA, Davide T. Ferrando, Imma Forino, Maite García Sanchis, Roberto Gigliotti, Maria Giuseppina Grasso Cannizzo, Dolores Hayden, Lacaton & Vassal, Margherita Marri, Captcha Architecture, Annalisa Metta, Azzurra Muzzonigro, Pierluigi Nicolin, Gaia Piccarolo, Alessandra Ponte, Anna Puigjaner, MAIO, Sex & the City, George Teyssot.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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veredes · 1 year
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Subirse a los árboles | Íñigo García Odiaga
¿Cómo puede hacerse compatible la construcción de una vivienda para todo el año y la preservación de la duna y su vegetación?
El proyecto de Lacaton y Vassal en Cap Ferret podría resumirse en la respuesta a ésta pregunta que ellos mismos se hacen en la memoria del proyecto. La solución, subirse a los árboles. Puede deberse a una idea arcaica de nuestro pasado animal, cuando aún nos subíamos a los árboles buscando su protección, pero ahora actualizada para proteger al hombre y al mismo tiempo el ecosistema.
[...]
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yoursblogs · 1 year
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Lacaton & Vassal Awarded 2022 Pritzker Architecture Prize for Innovative Public Housing Design
The Pritzker Architecture Prize is often referred to as the “Nobel Prize of Architecture,” and for good reason. Since its inception in 1979, the prestigious award has recognized the most innovative and visionary architects in the world, with winners including Frank Gehry, Zaha Hadid, and Renzo Piano. The 2022 prize has been awarded to the French architecture duo, Lacaton & Vassal, for their…
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cpbhomes · 1 year
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https://www.architecturedecollection.fr/product/maison-latapie-lacaton-vassal-architectes-floirac/
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kerlonsd · 2 years
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Humankind vassal
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#Humankind vassal how to
In 1998, Lacaton and Vassal designed a house in Cap Ferret that takes the.
#Humankind vassal how to
Once the force surrender option has been selected, both empire's War Support will be set to zero percent and they can resume diplomatic relations.įor more information on Humankind, check out How to patronage Independent People in Humankind and How to claim or build a wonder in Humankind on Pro Game Guides. The ecological narrative, as does the Anthropocene, places humankind in the. This allows you to spend your War Support to force the surrendering empire to pay your demands, give up cities, or become a vassal nation under you. With zero War Support, that empire will have no choice but to accept your terms. Jeu 4x, concurrent direct de Civilization VI Prenez en main votre civilisation, depuis le néolithique jusquà notre époque et même. (reason or because), which suggests that the vassal states became integrated. deemed the public enemies of humankind and should be cast out in banishment. What i have found myself doing when i have beaten a AI player quite heavily in a war. You will need a strong army and strategy to successfully do this.įorcing a surrender allows you the best possible spoilers of war. larger discourse on humankinds attempt to deal with the reality of death. as little as the investiture of a vew vassal does so or that performed by. Hello everyone and i hope you are having a wonderful day,So something that has bothering me a lot lately is not only that vassal are kind of quite bad, but they are also worse than allies. The easiest way to reduce an empire's War Support to zero percent is to constantly defeat their armies and take their cities. War Support is constantly fluctuating both in and out of war as you interact with other empires. The only way to force another empire to surrender is to reduce their war support to zero percent. Related: How to get rid of a city in Humankind
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secteur-vert · 2 years
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notasdeciudad · 4 years
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En las ventanas
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En estos momentos iniciales de confinamiento, la limpieza constituye un escape y un ritual de preparación. Intimamos más con la casa y en especial con las ventanas al asomarnos, apoyarnos, entornar las contras. Su calidad, tamaños y materiales, se hace vital ahora.
 En función de nuestra suerte actual, la casa toca disfrutarla o sufrirla, según nuestro espacio o compañía. Nos convocan en nuestros balcones, pero para muchos ni nuestros, ni balcones. La mitad del país alquilado no tiene balcón y de tenerlo, sólo las flores son suyas. Pero esto es otra historia. 
La ventana-balcón es un conjunto que permite salir de casa sin salir. Sin embargo, el saliente del suelo y la barandilla sirven, sobre todo, para dar intimidad a la casa con respecto a la calle. El balcón hace posible que los vidrios lleguen al suelo, convirtiendo las ventanas en puertas y poder salir e iluminar más.
Las fachadas son también una respuesta a lo que hay enfrente. Sorprende comprobar cómo cuánto más antiguo son los edificios mejor y más rica es esta relación con el exterior. Ya no se construyen balcones por no hablar de amplias terrazas o galerías profundas.
¿En qué momento nuestra arquitectura moderna eliminó el balcón? Ya fuera por claridad formal volumétrica, por falsas razones económicas o por desconfianza ante el progresivo empeoramiento de las condiciones urbanas, lo cierto es que han desaparecido y se han convertido por consenso en falsas galerías. 
Además, la ventana cuanto más pequeña más barata. Resulta cinco veces más cara que hacer un muro y el negocio se antepone a la dignidad del habitar. ¡Es el mercado amigo¡. Por otra parte, la televisión o la ventana compiten ya por cuál tiene mayor tamaño. Todo es publicidad en dos realidades diferentes.
En una situación semejante a la actual padecen nuestros mayores espacios interiores y exteriores que no están a la altura. Bajo pretexto de la seguridad o de la comodidad de gestión, ya no se proyectan generosos corredores exteriores o al menos amplias terrazas comunes como nuestros antiguos sanatorios.
Posibles mejoras. Al comienzo del nuevo siglo, Francia propuso demoler gran parte de los bloques sociales de los años 60. Desconfiando del encargo, un grupo de técnicos consiguió conservar y transformar radicalmente las viviendas, por la quinta parte del coste estimado y sólo treinta mil euros por vivienda. A la accesibilidad y mejora energética, sumaron mayor habitabilidad ampliando el tamaño de las ventanas e incorporando galerías profundas de tres metros e incluso un balcón corrido a la calle. Todo ello, evitando el radical trastorno de tener que realojar al vecindario. La acción renovadora de estas primeras 530 viviendas, además de lo habitual, incrementó la libertad y dignidad de sus habitantes.
En este lugar entre la casa y la calle que ahora redescubrimos, somos en común. Ya que no somos personas que se relacionan sino que somos la relación. Optemos estos días por exteriorizar y compartir en vez de vigilar y castigar.
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Imagen // fuente:
1. Construcción 1900 vs 1990. Rúa San Xosé, Pontevedra // Street View 2014
2. Construcción de 1960 vs 2020. Avenida da Florida, Vigo // Street View 2019
3. Interiores proyectados y previos. Grand Parc, Burdeaux // Lacaton & Vassal - Druot - Hutin 2016
4. Frentes actuales 2017 y previos 2012. Grand Parc, Burdeaux // Street View 2017 - 2012
04 Sermos, nº 390, pág. 29 (28/03/2020)
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