Oggi c'è stato un momento "di pura gioia". Sarà stata l'aria frizzante della primavera che mi arrivava in faccia mentre tornavo a casa in bici, sarà stata la musica in cuffia che era perfetta per quel preciso istante o forse il cielo blu notte che mi abbracciava, forse tutte queste cose insieme. Ma c'è stato un attimo in cui sono stata veramente grata di esserci. È forse questa la felicità? Sono forse attimi?
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@lamaestraninfadora È così semplice e veloce che ci vuole più tempo per leggere la ricetta!
Io ho usato uno stampo speciale (per la precisione questo qui) che è un classico stampo da crostata ma con il fondo rialzato.
Per la base: mescolare con una frusta 100 gr di zucchero semolato con 80 gr di burro morbido/sciolto. Aggiungere 2 uova (medie), una alla volta, ottenuto un composto omogeneo aggiungere 100 ml di latte e mescolare il tutto. Aggiungere 150 gr di farina 00 setacciata con 2 cucchiaini di lievito e mescolare il tutto, non troppo però. Versare il composto nello stampo imburrato e infarinato o con la carta forno e infornare in forno preriscaldato a 170/180 gradi per circa 20 minuti. Lasciare raffreddare completamente.
Per la crema invece ho ammorbidito con una forchetta 280 gr di ricotta, ho aggiunto 70 gr di zucchero a velo e mescolato fino a ottenere una crema liscia che ho versato sulla base ormai fredda.
@tintarella-diluna Con piacere!
@ladyselanurt Addirittura? :D
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Questi due pacchionelli, ormai, vivono nella stessa gabbietta e stanno sempre incollati l'uno all'altra. Si rincorrono, saltellano e si sdraiano vicini.
Io resisto dallo strizzarvi fino a farvi diventare delle sottilette, ma è davvero dura.
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A fine ottobre 2023 mi sono trasferita a Udine per la specializzazione. In questi mesi ho auscultato n toraci, visto n cuori, rimosso drenaggi, suturato gambe e sterni, fatto più di 100 ore a settimana (contro le 38 ore previste da contratto). Ho imparato e sto imparando tanto, soprattutto il tipo di chirurgo che voglio diventare: empatico e compassionevole che riesce ancora a emozionarsi di fronte ai ringraziamenti e ai bigliettini dei pazienti e/o dei familiari, che ascolta in maniera attiva le richieste e domande dei pazienti. In questo aveva proprio ragione la mia Psy: "sono sicura che riuscirai a essere un medico empatico, che si mette al servizio del prossimo anche facendo una specializzazione chirurgica".
Come immaginavo è bello essere indipendenti e vivere per conto proprio, ma la mancanza degli affetti familiari e degli amici a volte può essere pesante.
Le cose che ho scoperto di Udine che mi piacciono sono: le rogge, le papere che ci nuotano dentro, le albe e i tramonti mozzafiato, le montagne innevate all'orizzonte.
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Da quando mi sono laureata sto attraversando un periodo di totale incertezza su tutto: amici, psicoterapia, specializzazione, me myself & I. Avere tempo libero dopo una facoltà di 6 lunghissimi anni mi devasta, non riesco a combinare niente: studiare, suonare, leggere, guardare una serie TV. Mi sento completamente immobilizzata in questo stato di attesa. Ma attesa di cosa? Cos'è che aspetto?
C'è quel preciso momento in cui finisco di fare una cosa, per esempio l'allenamento di nuoto, in cui tutte queste sensazioni fanno nuovamente capolinea e si materializzano a livello della bocca dello stomaco (l'epigastrio, direbbero i miei colleghi medici) come una massa di cemento, dura e palpabile.
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Forse è perché non sono mai riuscita a usare espressioni come «il mio compagno», «il mio ragazzo», «il mio uomo», «il mio partner», «il mio fidanzato». Il punto è che mi sono sempre sembrate delle forme di ostentazione, uno statement [...].
Dato che continuo a sentirmi a disagio nell'usare quelle espressioni, ho sempre chiamato per nome di battesimo la persona con la quale ho convissuto per quattordici anni, e qui la chiamerò A.
Non so dire se sia giusta la teoria di mio fratello, e se davvero io non abbia alcuna idea della coppia, ma proprio per questo so che A. resterà nella mia vita, perché le coppie - di qualunque cosa si tratti - smettono di esistere, le persone no.
Niente di vero, Veronica Raimo
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Vorrei fuggire da me stesso, dalla mia morsa maledetta, per ritrovarmi improvvisamente altrove, davanti a te, perché no?, ma nuovo, libero, nudo. Anche solo per un giorno, per un'unica lettera, per un istante di libertà totale. Perché no, davvero? Cosa valgo, altrimenti?
Che tu sia per me il coltello, David Grossman
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E lì ho capito, Yair, che la tua vita è talmente organizzata e definita che non potrai trovare posto nemmeno per me. Non ho posto nella tua vita. Avrei già dovuto rassegnarmi. E se anche tu lo volessi, non oseresti trovarmi un posto libero nella tua "realtà".
Che tu sia per me il coltello, David Grossman
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Foto di famiglia (da destra verso sinistra: Elio, Sirio)
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Polpette che si addormentano su di me 🥺
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Io sono sempre il mio primo ostacolo. Sono vittima di un atteggiamento troppo analitico. Il calcolo, nel mio caso, disintegra la volontà.
L'uomo che trema, Andrea Pomella
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Ebbene sì, ho aspettato oggi (giorno in cui compio 27 anni) per pubblicare questo.
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