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#matteo de' fedeli
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Da: SGUARDI SULL’ARTE LIBRO TERZO - di Gianpiero Menniti 
L’UMANO POTENZIALE
Il “Rinascimento” mi ha sempre colpito per le immagini ispirate al mito antico, pagano, politeista. Non dovrebbe sorprendere: il Cristianesimo ha sempre tratto a piene mani dalle rappresentazioni sacre precedenti all’età “volgare”, piegandole, adattandole, assorbendole. Eppure, tra il ‘400 e il ‘500, il recupero dell’antico tende a sfrondarsi da escrescenze e stratificazioni, libero persino di ritornare sulle tracce di Ovidio e delle sue “metamorfosi”. Questo è un tema irrisolto, una questione che si prolunga fino agli anni del Barocco.  E oltre. Tollerata dalle gerarchie ecclesiastiche perché salda nella convinzione della “catena aurea” propugnata dalla scuola neoplatonica di Marsilio Ficino, nella cosmopolita Firenze medicea? Non fino in fondo: la reazione di Savonarola e dei suoi seguaci rompe fragorosamente l’idillio e manifesta un riflesso intransigente, non certo privo di una logica di fede che si riannoda al sentimento popolare. E la Roma “scandalosa” agli occhi dei luterani del nord Europa, rafforza la domanda: perché, nel cuore della cristianità, riferimenti così evidenti all’età pagana, anche indirettamente, affollano delle loro immagini le rappresentazioni artistiche? Una risposta possibile la si rintraccia nella “necessità” di un’estetica slegata dai vincoli della tradizione medievale. E’ una traccia. Ma non è sufficiente. Troppo debole. Anche se, quell’acutezza estetica, trova riverbero nelle rappresentazioni sacre del cristianesimo trionfante, proponendosi come modello di compiuta classicità. Guardando meglio, si osservano rivoli intrecciati intorno ai temi umanisti e poi rinascimentali: tra questi, l’apologetica curiale intorno al potere della Chiesa; in questo filone, ma con una visione più intensa nella ricerca teologico-filosofica, si affermò il “neoplatonismo” di Giovanni Bessarione e Niccolò Cusano; ancora, un altro modello di riferimento fa capo al classicismo dell’Accademia romana di Giulio Pomponio Leto, piuttosto estrema, dichiarata eretica e infine sciolta da Papa Paolo II.  Un altro Papa, Pio II, reagì male all’elevazione del cosiddetto “Tempio Malatestiano” di Rimini al quale lavorarono Leon Battista Alberti, Agostino di Duccio e Matteo de’ Pasti. Ma la pluralità del pensiero umanista non è estranea a sommovimenti politici che, nella Roma e nelle capitali italiane del XV e XVI secolo, sono tutt’uno con le espressioni letterarie, architettoniche e artistiche. La chiesa cattolica non è un monolite: ospita la varietà intellettuale. Tratto tipico del potere. A differenza del “fanatismo” che è proprio della visione protestante. Oltre che di correnti filo-riformiste radicali in seno alla stessa Chiesa. Così, in un solco che non è mai lineare e uniforme, quelle immagini prendono vita. Tuttavia nulla mi potrà convincere che il primo cenno di quello sguardo al passato non sia il frutto di una suggestione antropologica molto profonda: gli Dei pagani rappresentano la potenza inespressa dell’umano. E sono anelito e simbolo di una possibilità: il sogno di uomini che possano farsi divini, superare i limiti del tempo e la fragilità dell’esistenza. Proiezione di mondi che oscillano tra un reale mondano e un “reale” ultraterreno, dove non solo le figure ma anche le architetture sono scenario di un “Olimpo” reinterpretato in chiave cristiana. Così, la bellezza e la forza della classicità, “rinascono” come segno ancestrale di superiorità tornato alla luce.
- Pietro Perugino (1448 - 1523): “Consegna delle chiavi a San Pietro”, 1481/1482, Cappella Sistina, Città del Vaticano
- Sandro Botticelli (1445 – 1510): “Nascita di Venere”, 1486, Galleria degli Uffizi, Firenze
- Michelangelo Buonarroti (1475 - 1564): “Centauromachia”, 1492, Casa Buonarroti, Firenze
- Raffaello Sanzio (1483 - 1520): “La disputa del Sacramento”, 1509, Stanza delle Segnatura, Musei Vaticani
- In copertina: Maria Casalanguida, "Bottiglie e cubetto", 1975, collezione privata
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filorunsultra · 2 years
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URMA Invitational 50k 2022 Classifica
Inutile dire che immaginavo di vivere questo fine settimana diversamente, e avere un pensiero fisso appeso sopra la testa mi ha un po’ inibito le altre emozioni. Comunque è stato bellissimo, e sono grato a chi ha organizzato URMA e a chi è venuto. Non voglio pensare a cosa sarà URMA nel futuro, ma so cosa è riuscito ad essere un’altra volta: un fuoco in mezzo al bosco in cui le persone si ritrovano.
Cose che ricorderò: 1) Vedere correre Davide Grazielli è sempre emozionante. 2) Arriva qualcuno dicendomi: “abbiamo visto uno disteso a stella in mezzo alla strada. Pensavamo fosse morto. Ma ci ha detto che stava provando a scoreggiare.” Poco dopo arriva il Loren e i tipi mi fanno: “è quello lì!”. Il Trento Running Club non delude mai. 3) Noah ha corso il Passatore due settimane fa, poi non ha più corso, poi è venuto in Oregon a prendersi il sacro adesivo. Rispetto. 4) I Bongo Core sono la scoperta musicale dell’anno. I Riviera sono bravi ma potevano anche suonare un po’ di più. Il soundcheck dei Cayman ha rotto il cazzo: a nessuno interessava sentire bene. 5) Andare a URMA senza poter prendere il sole, bere e correre è strano. Le prime due sono sopportabili, la terza no. Comunque l’alcol è sopravvalutato. 6) Se correte in sandali qualunque cosa vi accada daranno la colpa ai sandali. Esempio: “Quello di Officine Running è svenuto”. “Vedi cosa succede a correre coi sandali?”. “Vabè, è svenuto, mica gli è venuto il mal di piedi”. 7) Il Liba corre sempre bene. Anche il il Grisa. Appena io e Ale lo abbiamo notato si è ritirato. 8) URMA è quel luogo in cui chi non c’entra nulla si trova più a suo agio: Fil e Spina appena arrivati a Colferraio.
Ecco la classifica:
1 Borgialli Riccardo RikiBorg 05:26:00 2 Zuccollo Federica 06:08:00 3 Andreani Simone 06:12:00 4 Perini Franz 06:19:00 5 Forti Luca Luchino 06:19:00 6 Colombi Fabio Fabione 06:41:00 7 Zamboni Matteo 06:47:00 8 Grazielli Davide Coach D 06:49:00 9 De Zan Davide 06:58:00 10 Rigodanza Francesco Rigo 07:03:00 11 Ambrosini Davide Ambro 07:03:00 13 Sansone Ugo Maria 07:03:00 14 Bozzoli Jacopo 07:03:00 15 Zampieri Damiano Dabbo 07:04:00 16 Gabrielli Francesco 07:11:00 17 Piani Alessandro 07:16:00 18 Farinoni Fabrizio 07:19:00 19 Paganini Luca Winner 07:19:00 20 Crapelli Manuel Manu 07:19:00 21 Troiano Jacopo 07:22:00 22 Giacomoni Enrico 07:24:00 23 Repetto Giulio 07:34:00 24 Libardi Alessandro Liba 07:36:00 25 Biaselli Samantha 07:37:00 26 Sgarlata Francesco Ciccio 07:44:00 27 Vanzo Elia 07:47:00 28 Dinosio Davide 08:05:00 29 Grynberg Noah 08:05:00 30 Paoletto Matteo 08:05:00 31 Podetti Luca Lupo 08:09:00 32 Supino Gianluca 08:11:00 33 Zuani Alberto AbaZu 08:18:00 34 Maroccia Angelo 08:23:00 35 Fornelli Giacomo 08:23:00 36 Luzzi Stefano 08:23:00 37 Casiraghi Nicola Nic 08:28:00 38 Bolognani Andrea Batu 08:28:00 39 Filippi Silvia 08:35:00 40 Passerelli Andrea Amilcare 08:36:00 41 Rizzo Oscar 08:40:00 42 Zottele Lorenzo Loren 08:44:00 43 Serena Enrico 08:56:00 44 Vendramel Marco 08:56:00 45 Della Puppa Francesco FDP 08:56:00 46 Domeneghetti Matteo 09:45:00 47 Gresteri Nicola Niki 09:50:00 48 Piloni Francesco 09:50:00 49 Bonomo Daniele 10:12:00 50 Gentilucci Giorgia 10:19:00 51 Canetta Filippo Filo 10:19:00 52 Petrazzuolo Manfredo Dino 11:05:00 53 Colla Giulio 11:46:00 54 Albrisi Luca 11:46:00 55 Bondi Nicolò 11:46:00
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In fede, Filo, Fil & Spina
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lamilanomagazine · 2 months
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Fiastra: furto alla chiesa di San Paolo, riconsegnati dopo 42 anni due preziosi dipinti su tavola
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Fiastra: furto alla chiesa di San Paolo, riconsegnati dopo 42 anni due preziosi dipinti su tavola. Il 29 febbraio 2024, alle ore 11.00, all’interno dell’aula conferenze del Museo MARec (Museo dell’Arte recuperata) di San Severino Marche (MC), due dipinti olio su tela applicata su tavola raffiguranti due Misteri del Rosario, la Visitazione della Madonna a Sant’Elisabetta e la Salita di Cristo al Calvario, sono stati riconsegnati dal Comandante del Nucleo Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale (TPC) di Bologna, Ten. Col. Giuseppe De Gori, a S.E. Mons. Francesco MASSARA, Arcivescovo di Camerino e San Severino Marche. La cerimonia si è svolta alla presenza del Sindaco di Fiastra, Sauro Scaficchia, del Comandante Provinciale Carabinieri di Macerata, Colonnello Nicola Candido, della Direttrice dei Musei e dei Depositi dell’Arcidiocesi di Camerino e San Severino Marche, Dott.ssa Barbara Mastrocola, e del Dott. Matteo Mazzalupi, Storico dell’Arte. Entrambi i dipinti su tavola, rispettivamente cm 22,6 x 22 raffigurante la “Visitazione della Madonna” e cm 22 x 24,2 raffigurante la “Salita al Calvario”, furono rubati nel 1982 dalla Chiesa parrocchiale di San Paolo di Fiastra, insieme ad altri coi quali costituivano un ciclo completo dei quindici Misteri del Rosario, e sono stati individuati dal Nucleo TPC di Bologna nel mese di novembre 2023. L’accurata attività di indagine è stata sviluppata dai Carabinieri TPC dopo aver accertato, nel corso della regolare attività di controllo e monitoraggio dei beni venduti sulle piattaforme e-commerce in Italia, la commercializzazione delle due opere presso una casa d’aste bolognese. Difatti, le immagini dei due dipinti asportati erano state inserite all’epoca del furto nella “Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti” gestita dal Comando TPC, e, proprio dai preliminari accertamenti condotti, i Carabinieri, dopo aver rilevato che le foto dei beni posti in vendita da una casa d’aste erano identiche a quelle delle opere trafugate nell’anno 1982 dall’interno della Chiesa di San Paolo di Fiastra (luogo di culto attualmente inagibile a seguito degli eventi sismici che colpirono l’Italia centrale nel 2016), ne disponevano l’immediato sequestro, impedendo così la loro ulteriore commercializzazione. Confronto tra le foto censite presso la banca dati TPC e quelle delle tavolette proposte per la vendita. Per l’esito positivo della vicenda, sono risultati importanti i successivi accertamenti condotti dai Carabinieri TPC con la fondamentale collaborazione della dott.ssa Barbara Mastrocola, Direttrice dei Musei e dei Depositi dell’Arcidiocesi di Camerino e San Severino Marche, che attraverso la consultazione degli Archivi del clero è riuscita a individuare una serie di documenti che confermano l’inventariazione delle due opere come appartenenti alla Chiesa di San Paolo di Fiastra. Le tavolette recuperate sono due delle 15, raffiguranti i Misteri del Rosario, che incorniciavano a forma di U rovesciata una statua lignea policroma della Madonna col Bambino risalente agli inizi del XVI secolo. A conclusione delle attività condotte dai Carabinieri dell’Arte, che vedono una persona indagata per ricettazione di beni culturali, la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Bologna, ha così disposto il dissequestro delle preziose tavolette, consentendo all’Arcidiocesi di Camerino e San Severino Marche di poterle finalmente restituire alla collettività dopo un’attesa di oltre quarant’anni e di esporle poi all’ammirazione dei fedeli nella Chiesa di San Paolo di Fiastra, a completamento dei lavori di restauro.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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giancarlonicoli · 5 months
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29 nov 2023 09:21
ECCO COME I VESCOVI FINANZIANO, PER SOSTENERE IL SALVATAGGIO DEI MIGRANTI IN MARE, L’EX NO GLOBAL CASARINI ALLA SBARRA PER AVER FATTO BUSINESS SULLA PELLE DEI NAUFRAGHI – “PANORAMA” RICOSTRUISCE COME ALCUNE DIOCESI E ALTI PRELATI, CON IL CONSENSO DELLA CEI DI MONSIGNOR ZUPPI, ABBIANO ELARGITO PIU’ DI 2 MILIONI DI EURO (FRUTTO DELLE OFFERTE DEI FEDELI) ALL’ONG MEDITERRANEA DELL’EX LEADER DELLE TUTE BIANCHE LUCA CASARINI, OGGI IMPUTATO PER FAVOREGGIAMENTO DELL’IMMIGRAZIONE CLANDESTINA – L’INTERCETTAZIONE DELL’EX NO GLOBAL: “CON QUESTA ROBA HO PAGATO L’AFFITTO DI CASA E LA SEPARAZIONE SENZA DOVER ANDARE A LAVORARE IN UN BAR” – LA COPERTURA POLITICA DELL’OPERAZIONE DA PARTE DELLA SINISTRA TERZOMONDISTA: DA FRATOIANNI E ORFINI FINO A…
Esclusiva di Panorama in edicola questa settimana – Testo di Giacomo Amadori pubblicato da la Verità
C’è un passo del Vangelo di Giovanni che racconta la pesca miracolosa di Simon Pietro e di altri discepoli nel lago di Tiberiade. Ma duemila anni dopo c’è ancora chi, in nome di Gesù, fa pesche miracolose, in questo caso di migranti, ma soprattutto di euro. È la banda di Luca Casarini, già leader delle Tute bianche e No global, celebre per aver declamato una «dichiarazione di guerra» al mondo alla vigilia del G8 di Genova, anno del Signore 2001.
Lui e altre cinque persone sono imputati davanti al Tribunale di Ragusa per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, mentre la violazione delle norme del codice della navigazione è contestata a Casarini e ad altri tre. Il prossimo 6 dicembre inizierà l’udienza preliminare propedeutica al rinvio a giudizio, richiesto dalla Procura. Il lavoro dei pm
L’inchiesta ruota intorno, è la tesi accusatoria, all’equivoco o, meglio, all’inganno in base al quale gli indagati, schermandosi con l’associazione di promozione sociale (Aps) Mediterranea saving humans (di cui Casarini è fondatore e membro del consiglio direttivo), hanno costituito una compagnia di navigazione triestina, la Idra social shipping, proprietaria del rimorchiatore battente bandiera italiana Mare Jonio, non tanto per soccorrere in mare i migranti a fini umanitari, ma per farne un business. […]
A quanto risulta a Panorama, Mediterranea e le attività di recupero di migranti della Mare Jonio vengono finanziate da numerose diocesi italiane grazie all’impegno, in primis, del presidente della Cei Matteo Maria Zuppi, dell’arcivescovo di Palermo Corrado Lorefice (l’uomo che avrebbe fatto capire a Casarini e ai suoi il vero senso del Vangelo) e di altri suoi colleghi come il napoletano Domenico Battaglia, all’interno del progetto «Cum-finis, fratelli tutti (come l’enciclica del Pontefice, ndr), alle frontiere di mare e di terra, d’Europa». Un programma sperimentale che, almeno sulle fonti aperte, non è stato pubblicizzato e su cui, all’ufficio stampa della Cei, non hanno saputo darci informazioni.
Eppure ci risulta che, il 26 aprile 2023, proprio la presidenza della Conferenza episcopale, destinataria dell’8 per mille, abbia approvato un finanziamento di 780 mila euro delle arcidiocesi di Napoli e Palermo e delle diocesi di Brescia, Pesaro e Ancona. In pratica avrebbe avallato le erogazioni mensili dell’importo di 65 mila euro previste da questo progetto pilota. E il «sostegno economico determinante di alcuni vescovi» è citato in un dossier interno di Mediterranea sulla relazione con la Chiesa cattolica, dove viene esaltato il ruolo centrale di Zuppi e Lorefice. Probabilmente l’imprimatur è arrivato direttamente da Jorge Mario Bergoglio.
[…]
Oltre alle somme già citate, nel 2021 a Mediterranea sarebbero stati elargiti altri 219 mila euro, nel settembre 2022 ulteriori 200 mila provenienti dalle arcidiocesi di Napoli e Palermo, soldi che avrebbero consentito di coprire le missioni in mare di quell’anno. Sempre nel 2022, 10 mila euro sarebbero stati erogati dalla diocesi di Modena, 20 mila dalla Fondazione migrantes (organismo pastorale della Cei costituito per «la fraterna accoglienza», l’evangelizzazione e l’integrazione degli stranieri), 30 mila direttamente dal vescovo di Palermo, 115 mila euro dagli enti ecclesiastici (diocesi e fondazione). Nel 2023, 200 mila sarebbero stati versati dalla Caritas, 200 mila di nuovo da Napoli e Palermo, altri 270 mila euro da altre diocesi, 25 mila direttamente dal cardinal Jean-Claude Hollerich, arcivescovo di Lussemburgo e presidente della commissione delle conferenze episcopali dell’Unione europea. In tutto, più di 2 milioni di euro.
Se si considera che Mediterranea nelle uniche quattro missioni condotte con la Mare Jonio tra il 2022 (gennaio, aprile e giugno) e il 2023 (nell’ottobre scorso) ha condotto in porto 422 migranti in tutto, il recupero di ogni naufrago è valso a Casarini e soci 4.900 euro, una vera pesca miracolosa.
La «conversione» […]L’ex ateo Casarini ha da tempo completato il suo percorso da incendiario a pompiere e che nel 2019 ha confessato ai giornali la sua svolta spirituale, a cui, però, non ha voluto dare un nome. Ha solo fatto sapere di avere sul comodino l’enciclica Laudato si’ di Bergoglio. Meritandosi quest’anno un posto al Sinodo dei vescovi come «invitato speciale». […] Il 5 agosto 2020, dopo aver ricevuto la lettera con la proposta da Casarini, monsignor Castellucci si scioglie: «Carissimo Luca, grazie!».
[…] Ed ecco l’ispiratissima risposta di Casarini: «Don Erio Grazie. Grazie per quella che tu chiami “una goccia nel mare”, ma che ha in sé una potenza straordinaria. Queste gocce, come le lacrime, sono calde. Si fanno strada nell’acqua resa gelida dall’indifferenza, nell’aria rarefatta dei senza respiro, e si muovono, scendono dagli occhi e rigano il viso, bagnano il mare e per un attimo lo riscaldano, mescolandosi alle onde. Caro Padre, sappi questo: con questa goccia delle tue lacrime, noi riscalderemo l’acqua del Grande Lago di Tiberiade».
Dopo questa concessione al lirismo, Casarini diventa pragmatico e spiega di essere «in assoluta emergenza», ma offre anche una possibile soluzione da realizzare attraverso un’associazione costituita ad hoc: «Se organizziamo il fatto che una volta al mese le parrocchie delle diocesi possano destinare una lacrima, le offerte raccolte dai fedeli, al soccorso in mare […] Provo a mettere giù uno schema di costruzione della associazione Grande Lago di Tiberiade, cosicché tu possa parlarne a Don Matteo Zuppi. Il giorno 10 incontreremo, io, Beppe e Don Mattia, Don Corrado Lorefice. Poi Monsignor Mogavero (Domenico, ndr), poi Don Pennisi (il vescovo Michele, ndr) e tanti altri. Per intessere insieme la rete dei pescatori di uomini. Grazie dunque per questa prima goccia».
Arrivano i bonifici A questo punto Casarini invia l’iban di Caccia e specifica: «Si tratta del conto di Beppe, per non fare inutili giri di bonifici che farebbero tardare l’arrivo. Ci mettiamo alla ricerca adesso di tutto il resto: entro martedì dobbiamo pagare circa 40 mila euro... ma ce la faremo! Ti abbraccio forte. Luca».
Il fiume di finanziamenti inizia con questa prima goccia, a cui ne seguono molte altre. Il 14 agosto 2020 don Mattia invia lo screenshot della ricevuta di un secondo bonifico bancario da 10 mila euro, disposto dalla diocesi di Brescia. Il 29 settembre, Caccia riceve dall’arcidiocesi di Modena-Nonantola 20 mila euro e chiede di «ringraziare molto Monsignor Castellucci». Il 14 gennaio 2021 giunge una nuova iniezione di cash sempre dalla diocesi di Modena, che tra agosto 2020 e febbraio 2021 invia 45 mila euro. Gli investigatori rilevano «gravi e sistematici elementi di anomalia» nelle movimentazioni bancarie di Caccia.
[…] Per esempio alcune sono state inoltrate alla Idra come «prestiti infruttiferi», pronte per essere richieste indietro dai novelli lupi di mare. In una captazione Caccia ammette che «non è stato bello tenersi i soldi delle donazioni di Facebook e di domandarli in prestito». Al telefono Casarini, destinatario di 6 mila euro di emolumenti mensili, ammette che «’sta roba» è stata messa su da lui, Metz e Caccia e che gli ha permesso di «pagare l’affitto di casa e la separazione» senza dover «andare a lavorare in un bar».
[…] Ma che le parrocchie siano viste come una gigantesca mucca da mungere è dimostrato da un’intercettazione del 27 novembre 2020. Caccia spiega che «la riunione con i vescovi», organizzata per chiedere «un intervento di emergenza sui debiti» dell’anno, «è andata molto bene» e che «vi erano 16 vescovoni», quindi aggiunge che «partirà il tesseramento, le donazioni permanenti». Il brogliaccio della telefonata prosegue con altri particolari riportati da Caccia: «Tutti hanno detto dobbiamo... poi don Ciotti, che è il capo dei bergogliani, li ha messi in riga, e tutti hanno detto che non è in discussione il fatto che la nave bisogna comperarla e finanziare perché tutti hanno detto che è la loro nave, e noi gli dobbiamo garantire di potere navigare».
Addirittura per qualcuno la Mare Jonio avrebbe dovuto battere bandiera vaticana. Caccia sogna a occhi aperti e si augura che «con questi qua» passi «il concetto di 30.000 euro (forse 3.000, ndr) al mese da ogni diocesi» (in Italia sono 226), che vorrebbe «dire mettersi d’accordo con 100 parrocchie che sottoscrivano per ogni diocesi 30 euro per Mediterranea».
Caccia, a questo punto, aggiunge: «Siamo già 100.000 sopra la previsione messa sul piano economico di Mediterranea e si è già sui 580 annui».
[…] Ma chi sono stati i garanti di un’operazione tanto rischiosa? Eccoli: gli allora deputati del Pd Matteo Orfini, Gennaro Migliore, Luca Rizzo Nervo, Fausto Raciti, Massimo Ungaro, Giuditta Pini (nel direttivo di Mediterranea), Luca Pastorino, Vincenza Bruno Bossio, il fondatore di Sinistra ecologia e libertà ed ex governatore della Puglia Nichi Vendola, la verde Rossella Muroni, il senatore dem Francesco Verducci e l’ex collega Francesco Laforgia, i già parlamentari (alcuni rieletti nel 2022) di Sinistra italiana Nicola Fratoianni, Loredana De Petris, Giuseppe De Cristofaro, Erasmo Palazzotto, gli europarlamentari Pietro Bartolo (ex sindaco di Lampedusa) e Massimo Smeriglio, il consigliere regionale lombardo di +Europa-Radicali Michele Usuelli, oltre a Caccia e Metz.
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daniela--anna · 8 months
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"The spiritual level of a man is not proportional to the vastness of his intelligence. On the other hand, it is directly proportional to how much the spirit really pervades him, whatever the nature of that man."
(Hermann Keyserling, De la pensee aux sources de la vie)
"The fruitage of the spirit is love, joy, peace, patience, kindness, goodness, faith, meekness, self-control.
There is no law against these things."
(Letter to the Galatians 5:22,22)
"A good tree cannot bear bad fruit, nor can a rotten tree bear good fruit.
Every tree that doesn't produce good fruit is cut down and thrown into the fire.
It is therefore by their fruits that you will recognize those men."
(Gospel according to Matthew 7:16-20)
"Il livello spirituale di un uomo non è proporzionale alla vastità della sua intelligenza. In compenso è direttamente proporzionale a quanto realmente lo spirito lo pervada, qualunque sia la natura di tale uomo."
(Hermann Keyserling, De la pensée aux sources de la vie)
"Il frutto dello spirito è amore, gioia, pace, pazienza, benignità, bontà, fede, mitezza, autocontrollo.
Contro queste cose non c’è legge."
(Lettera ai Galati 5:22,22)
"Un albero buono non può dare frutti cattivi, né un albero marcio può produrre frutti buoni.
Ogni albero che non produce frutti buoni viene tagliato e gettato nel fuoco.
È quindi dai loro frutti che riconoscerete quegli uomini."
(Vangelo secondo Matteo 7:16-20)
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loveantoniolove-blog · 9 months
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➡️🌺🙏Sabato 12 Agosto 2023​
S. Giovanna F. de Chantal; S. Ercolano; S. Leila
18.a del Tempo Ordinario
Dt 6,4-13; Sal 17; Mt 17,14-20
Ti amo, Signore, mia forza
👉🕍📖❤️VANGELO
Se avrete fede, nulla vi sarà impossibile.
+ Dal Vangelo secondo Matteo 17,14-20
In quel tempo, si avvicinò a Gesù un uomo che gli si gettò in ginocchio e disse: «Signore, abbi pietà di mio figlio! È epilettico e soffre molto; cade spesso nel fuoco e sovente nell’acqua. L’ho portato dai tuoi discepoli, ma non sono riusciti a guarirlo». E Gesù rispose: «O generazione incredula e perversa! Fino a quando sarò con voi? Fino a quando dovrò sopportarvi? Portatelo qui da me». Gesù lo minacciò e il demonio uscì da lui, e da quel momento il ragazzo fu guarito. Allora i discepoli si avvicinarono a Gesù, in disparte, e gli chiesero: «Perché noi non siamo riusciti a scacciarlo?». Ed egli rispose loro: «Per la vostra poca fede. In verità io vi dico: se avrete fede pari a un granello di senape, direte a questo monte: “Spòstati da qui a là”, ed esso si sposterà, e nulla vi sarà impossibile».
Parola del Signore.❤️🙏
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jacopocioni · 1 year
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Famiglia Sassetti prima parte
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STORIA DI UNA NOBILE FAMIGLIA FIORENTINA PRIMA PARTE Nell’anno 1600 Francesco di Giambattista Sassetti iniziò a scrivere per sé, per i suoi figli i loro figli, e per tutti coloro che volessero conoscere la storia della sua famiglia, dall’inizio fino ad allora. Con una accurata precisione nel rintracciare notizie riguardanti il suo nucleo familiare. Rivolgendosi a chi leggerà con una richiesta. Se il lettore fosse a conoscenza di una storia o di un avvenimento a lui sfuggito, di aggiungerlo a beneficio di coloro che avrebbero in seguito letta la storia. Inizia a scrivere lodando il Signore, la Santissima Trinità, la Vergine Maria, i Santi Apostoli Pietro e Paolo, e il precursore di Gesù Cristo San Giovanni Battista Patrono della città di Fiorenza. Fa presente che fino a questo momento, nessuno dei suoi predecessori nella casata, abbia lasciato notizie di loro di chi li aveva preceduti e delle famiglie nobili allora viventi.
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Francesco di Tommaso Sassetti Cita i cronisti che hanno parlato degli avvenimenti della loro epoca; Ricordano Malespini, Giovanni Villani e il Vate Dante Alighieri, non ne hanno fatto menzione nei loro scritti, della sua famiglia. Medesima lacuna la rileva nei libri lasciati da personaggi famosi: il reverendo Monsignor Vincenzo Borghini Priore degli Innocenti, Messer dottore Paolo Mini, medico e filosofo e uomo di belle lettere. Il primo autore descrive la bellezza, la grandezza e nobiltà di Firenze. Il secondo scrive una apologia a difesa della onorabilità della città, contro coloro che l’avevano biasimata. “Difesa della città di Firenze, et de Fiorentini”. In questo scritto, si conosce la divisione della nobiltà nelle fazioni guelfe e ghibelline, che si affrontavano violentemente senza interruzione distruggendo le torri degli avversari, con morti e feriti da ambo le parti. Per difendersi dai nemici venivano costruite torri molto alte, che unendosi con il loro alleati formavano consorterie. Queste costruzioni erano difese con balestrieri e trabocchi e altre difese approntate allo scopo. Quando i consorti si rinchiudevano nelle loro abitazioni, per soccorrere i loro alleati, gettavano fra le torri dei ponti mobili, incastrati in feritoie chiamate “buche pontaie”, costituendo un blocco unico. Nei loro ambienti trovavano sicuro rifugio i componenti delle famiglie loro consorte, vi rimanevano finché non cessavano i combattimenti. Molte famiglie ostentavano la loro ricchezza costruendo sontuose case con un ambiente chiamato “Loggia”, dove trattavano i loro affari di mercanti o attività di cambio. Vi ricevevano gli ospiti di riguardo, vi contrattavano e stipulavano matrimoni per rafforzare le alleanze e vi si riposavano dalle fatiche. Francesco Sassetti, interroga Vincenzo Borghini sugli studi da lui fatti sulla storia antica di Firenze, per avere certezza sulla nobiltà della sua casa. Lo scrittore risponde confermandone la nobiltà, dicendo dell’esistenza della loro casa torre, e di “non poter negare che fosse di primo cerchio”. Nella ricerca sulle origini della sua famiglia, trova altri libri che parlano di storie fiorentine e delle antiche famiglie nobili, scritti da Giovanni e Matteo Villani, Iacopo Poggi e Lionardo Aretino, ma non ci sono notizie alcune sulla supposta nobiltà della famiglia, anche se vi sono ricordate in gran numero famiglie di antico lignaggio.
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Trova nei libri della Repubblica notizie dei tempi dei Guelfi e Ghibellini, riguardanti la casata. All’epoca era annoverata fra quelle di fede ghibellina. Erano sorvegliati dalla parte guelfa e sospettati come ribelli. Negli anni 1269 e 1311, i suoi famigliari vennero banditi dalla città. Per questa causa non risulta nessuno di loro eletto alle Magistrature della Repubblica. Lo scrittore e ricercatore Francesco Sassetti, racconta di essere entrato in possesso di un libretto coperto in carta pecora, la cui antichità è data dalla “favella e pronunzia” con cui è stato scritto. Narra della nascita in Firenze delle fazioni Guelfa e Ghibellina, nate dall’omicidio di Buondelmonte dei Buondelmonti per mano dei suoi nemici. “Nel 1215 surse Parte Guelfa e Ghibellina, cioè per un certo parentado fatto per Messer Buondelmonte dei Buondelmonti, è non l’attenne: fu morto una mattina di Pasqua a piè del Ponte Vecchio per uno delli liberti, e uno ‘de’ Lamberti e uno degli Amidei e uno dei Sifanti, o uno de’ Conti da Gangalandi; ed era vestito di bianco; di che la terra n’andò a remore, e tenessi: e chi tenne con lì liberti, e chi tenne cò Buondelmonti”. E qui appresso saranno scritte quelle famiglie e gente che governavano la città e governavasi a Consoli e a sesti, e tutta la città era in sestieri. I sesti sono questi: sesto d’Oltrarno, sesto di Porta S. Piero, sesto di S. Pier Scheraggio, sesto di Borgo S. Apostolo, sesto di S. Pancrazio, sesto del Duomo. Da questo libretto, si viene a conoscere della appartenenza della famiglia alla Parte Ghibellina.
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Continuando nella ricerca, si lamenta dei suoi antenati, che durante la loro vita non hanno lasciato nessuna notizia, mentre lui rovistando in archivi e libri è riuscito a ricavare ben poco sui suoi avi. Decide di creare il suo albero genealogico, partendo da notizie ricavate da due quadernucci pieni di ricordi lasciati da Paolo d’Alessandro di Federico Sassetti, vissuto fra il 1360 e il 1400. Ricavando il nome dell’antichissimo capostipite Giunta, e da lui si ripartono tutti i rami in cui si è allargata la stirpe, fino a tempi più vicini a lui con Francesco di Tommaso di Federigo Sassetti, vissuto fra il 1420 e il 1491, e di seguito fino a lui. Scrive di suo padre Giambattista morto nel 1565 alla età di 66 anni, il quale gli raccontava di suo padre Teodoro e di suo zio Cosimo, della loro casata antichissima e nobile di essersi formata in Germania, di essere scesi in Italia al seguito dell’Imperatore tedesco, quando questi veniva incoronato per l’Impero o altre occasioni. Lo stesso affermava di aver conosciuto Bartolomeo di Gentile di Bartolomeo Sassetti morto nel 1516 alla vetusta età di 99 anni. Il quale oralmente gli aveva raccontato della provenienza della nostra nobile casa dal castello di Sassetta nella Maremma pisana, e dei gentiluomini, degli Imperatori della Magna e lor setta allora dominante in Italia.
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Consultando scritture private di Francesco Sassetti, ricorda di aver trovato un'opera in latino in versi, in tre libri di Ugolino Verini fiorentino scritta nell’anno 1490, stampata nel 1585 a Parigi nella stamperia di Mamerto Patissonio stampatore regio, intitolata “Ugolino Verini Poeta fiorentini, “de illuttrattione Urbi Florentinae”. Nel primo libro si parla della maestà e gloria di Fiorenza nei tempi antichi; nel secondo degli uomini illustri della città; nel terzo si parla delle famiglie fiorentine della loro origine, fra le quali è menzionata la “nostra Sassetta”. Da questa scrittura si può affermare senza alcun dubbio che l’origine della nostra famiglia è di Germania, e molto antica se ne trova memoria fin dall’anno 1269. Sempre Francesco di Tommaso Sassetti, racconta di suo fratello Bartolomeo possessore di memorie risalenti al 1105, ma purtroppo sono state perse, e di non poter mettere in dubbio la veridicità di questa memoria, non avrebbe avuto alcun interesse a scrivere notizie non vere. Ancora notizie fornite da Francesco di Giovambattista riguardo a case, torri, magazzini e palazzi di loro proprietà; La prima memoria della nostra casa, è la torre de’ Sassetti, notizia riguardante la nostra proprietà, si rintraccia in scritture private, nelle quali è confermata la proprietà da almeno 350 anni. Nella sala principale al primo piano di detta torre si trova a conferma di quanto detto, un antico camino in cui si nota la vetustà, sopra ad esso si trova scolpita l’arme dei Sassetti. E di un'altra arme non identificabile perché non si distingue quello che vi è rappresentato per identificare la famiglia”. Da una memoria di Filippo Sassetti la descrizione dello stemma familiare; Frombola con il motto francese “A mos pouvoir” a mio potere, avvolta in capo a uno scudo con campo argento e banda obliqua azzurra bordata con due strisce azzurre. “Andando verso la chiesa di San Piero Buonconsiglio, vicino alla chiesa di San Paolino c’è un fornaio, con sopra alla bottega una casetta la cui proprietà era della nostra famiglia, lasciata circa 25/30 anni fa. Nella facciata che dà su via de ferravecchi si trova uno sporto verso Mercato Vecchio, si trovano murati due antichi stemmi nostri. La casa appartenne e vi abitò Manente di Ghino Sassetti. Il quale non ebbe figli, quando morì nel 1390, la donò insieme ai suoi avere allo Ospedale di Santa Maria Nuova. In seguito, un certo Paolo, spedalingo, la ricomprò versando all’Ospedale una certa cifra di denari. In un libro di conti appartenuto a Gentile di Ugo Sassetti morto nel 1285, ci sono descritte le riscossioni delle pigioni di botteghe, e stanze affittate ad artieri. Da un altro libretto molto antico in mio possesso, non si sa a chi è appartenuto, si trova scritto che nell’anno 1215, la famiglia possedeva un gruppo di case fra il Canto della via di Santa Maria degli Ughi fino a S. Pier Buonconsiglio, e rigirava tutto quel quadro.
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Altre informazioni sulle case possedute “Da la torre prendendo per la torre in questo luogo la facciata che riesce nella via de’ ferravecchi, si veniva sul Canto che è a riscontro, dove già erano le volte dei Vecchietti la quale finisce nella strada che va a S. Maria Ughi a mano destra; e quello che va a S. Miniato tra le torri dalla sinistra; e tutto quello che era tra la torre e questo Canto, ora è dei Sassetti, salvo che una casetta sul Canto, la quale ha un primo piano che è di un materassaio; et ancora sotto la torre è una bottega con una stanza, la quale è di Valore Valori, anta dall’anno 1558 o 59 da Luigi di Vincenzo Sassetti, allora padrone di detta torre per parte della dote della Cammilla sua sorella a detto Valori; e tutto il resto per altezza è loro”. Ancora “Et entrando per la via che va a S. Maria Ughi, passata la porta della casetta del materassaio, detta di sopra, si trovano tre portoni grandi molto antichi, a canto l’uno al altro, che quel mezzo entra nella torre; nella corte della quale sono più magazzini e volte possedute da loro con una casetta ancora; e dalla corte si va su in torre: l’altre due porte grande, che mettono in mezzo questa entrata, servono oggi con la loro stanza per botteghe. Che uso già avessero, malamente si può giudicare; e quanto a me considerato l’effetto che le fanno di mettere in mezzo la porta principale con la riuscita delle finestre sulla corte della torre, direi che ne tempi antichi le avessero servito per ridotto e radunata la consorteria in luogo della loggia, che avevano molte famiglie nobili”. Questa è una parte della ricerca fatta da Francesco di Giambattista di Teodoro Sassetti, per asserire la antichità e nobiltà della famiglia, che fin dai tempi antichi è stata parte attiva della storia di Firenze.
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Alberto Chiarugi Read the full article
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amicidomenicani · 1 year
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Quesito Salve Padre Bellon, la mia perplessità riguarda alcuni passi della Lettera di San Paolo ai Romani e della Lettera di San Paolo agli Efesini, in cui l'apostolo afferma che “serviamo Dio non più secondo il vecchio sistema che era fondato sulla Legge scritta ma in modo nuovo, guidati dallo Spirito” (Romani 7,6). Mi chiedo perché nel vecchio sistema, fondato sulla Legge, Dio non aiutasse le persone a seguire i precetti della Legge attraverso la grazia dello Spirito. Perché Dio ha mandato lo Spirito a fortificare i fedeli soltanto dopo la Passione di Gesù, quando ormai la Legge non serve più a stabilire se si è giusti davanti a Dio, inquanto “ora siamo morti nei confronti della Legge”. In altre parole, perché Dio ha aspettato di far risorgere Gesù per donare la sua grazia agli uomini, non avrebbe potuto farlo fin da subito? Mi sembra di capire leggendo la Bibbia che noi uomini non riusciamo ad essere perfetti e giusti davanti a Dio adempiendo i precetti della Legge, così Dio ci ha donato un aiuto. Mi chiedo perché Dio dovesse darci i suoi doni e la sua grazia unicamente per mezzo di Gesù Cristo (Romani 5; 15), invece di farlo in altro modo. In modo più diretto. Perché Dio ha deciso di renderci perfetti in Gesù Cristo (Efesini 1,4) invece di renderci perfetti e basta?! Spero di essermi espresso in maniera chiara, e di non averle fatto perdere tempo. Cordialissimi saluti. Matteo M. Risposta del sacerdote Caro Matteo, 1. è vero che dopo il peccato originale l'uomo con le sue sole forze non può più compiere tutto il bene ed evitare ogni peccato.. Scrive San Tommaso: “Nello stato di natura integra, anche senza la grazia abituale, l’uomo poteva non peccare né mortalmente né venialmente: poiché peccare non è altro che scostarsi da ciò che è secondo natura; e questo l'uomo poteva evitarlo mentre la natura era integra. (…). Ma nello stato di natura corrotta l’uomo, per astenersi totalmente dal peccato, ha bisogno della grazia abituale che risani la natura” (I-II, 109,8).  2. Ci si domanda: Dio dona la grazia solo agli uomini che sono venuti dopo Cristo? La risposta è la seguente: dal momento che “Dio vuole salvi tutti gli uomini” (1 Tm 2,4) e poiché nessuno può salvarsi senza la grazia santificante, ne viene da sé che Dio ha comunicato la sua grazia anche agli uomini vissuti prima di Gesù Cristo. Il caso più chiaro è quello di Abramo, del quale il testo sacro dice: “Egli credette al Signore, che glielo accreditò come giustizia” (Gn 15,6). Qui giustizia è sinonimo di salvezza e di santità. 3. Quando comunicava la grazia? Dio poteva comunicarla in ogni momento, soprattutto quando l’uomo era maggiormente disposto. Proprio per questo, dice San Tommaso, “era necessario che prima della venuta di Cristo ci fossero dei segni visibili con i quali l’uomo testimoniasse la sua fede nel salvatore futuro” (Somma teologica, III, 61, 3). 4. I riti comandati nell'Antico Testamento erano segni sacri, e pertanto erano sacramenti. Sacramento infatti significa segno sacro. Con questa differenza rispetto ai sette sacramenti istituiti da Cristo: questi non soltanto significano cose sacre ma le comunicano. Infatti comunicano la grazia. I riti o sacramenti dell’Antico Testamento non comunicavano la grazia. Tuttavia significavano cose sacre, e cioè ravvivavano la fede nel Messia venturo. San Tommaso afferma che “giustificavano solo per la devozione e l’obbedienza di chi li compiva” (Somma teologica, I-II, 100,12). Usando il nostro linguaggio teologico, si direbbe che giustificavano “ex opere operantis” (dipendentemente dalla fede e dalla devozione del soggetto), mentre i sacramenti istituiti da Gesù Cristo producono la grazia ex opere operato, e cioè indipendentemente dalla devozione del soggetto. Per cui se chi celebra è in peccato mortale, consacra validamente l’eucaristia e perdona i peccati. 5. Leone XIII nell’enciclica Divinum illud munus (9.5.1897) ri
corda che lo Spirito Santo abitava già nei giusti dell’Antico Testamento, quindi ancora prima della pentecoste, come avvenne in Zaccaria, Giovanni il Battista, Simeone, Anna. E riporta la sentenza di Sant’Agostino: “Giacché non fu nella pentecoste che lo Spirito Santo incominciò ad abitare nei santi per la prima volta, ma in quel dì accrebbe i suoi doni, mostrandosi più ricco, più effuso” (Sermone 267 (ex 186) per Pentecoste). Successivamente precisa: “Erano sì figli di Dio anch’essi, ma rimanevano ancora nella condizione di servi, perché anche il figlio ‘non differisce dal servo’, finché ‘è sotto tutela’ (Gal 4,1s); e poi mentre quelli furono giustificati in previsione dei meriti di Cristo, dopo la sua venuta molto più abbondante è stata la diffusione dello Spirito Santo nelle anime, come avviene che la cosa pattuita vince in prezzo la caparra e la verità supera di gran lunga la figura” (DS 3329). 6. Pertanto Dio non ha aspettato l’incarnazione di Cristo per donare lo Spirito Santo e fortificare i fedeli. Lo “Spirito di Dio” era già presente e operante in personaggi come Giuseppe, il patriarca, sui giudici come nel caso di Otniel (Gdc3,10), di Gedeone (Gdc6,34-35) e di Jefte (Gdc 11,29). Li rendeva forti e invincibili. Inoltre introduceva il suo spirito nel cuore degli uomini, li stimolava ad un rinnovamento morale e ad invocare con Davide: “Crea in me, o Dio, un cuore puro... Non respingermi dalla tua presenza e non privarmi del tuo santo spirito” (Sal 51,12-14). 7. Chiedi infine perché doveva darci i suoi doni, e cioè la grazia, solo attraverso Gesù Cristo. Perché la grazia è una partecipazione della vita divina, come ricorda San Pietro (cfr. 2 Pt 1,4). Ora la vita divina la può dare soltanto Dio. Egli ce la comunica congiungendoci con Cristo: “Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto: grazia su grazia” (Gv 1,16). 8. Per essere partecipe della sua vita non è sufficiente una qualunque perfezione morale, che è ancora di ordine naturale. È necessaria una perfezione di ordine soprannaturale. Siamo chiamati infatti ad una vita eterna e soprannaturale di comunione con Dio. Con l’augurio che tu possa crescere sempre di più in questa vita soprannaturale di grazia, e cioè nella santità, ti benedico e ti ricordo nella preghiera. Padre Angelo
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incamminoblog · 2 years
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#PANEQUOTIDIANO,«DONNA, GRANDE È LA TUA FEDE!»
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La Liturgia di Mercoledi 3 Agosto 2022 VANGELO (Mt 15,21-28) Commento:Rev. D. Jordi CASTELLET i Sala (Sant Hipòlit de Voltregà, Barcelona, Spagna) + Dal Vangelo secondo Matteo In quel tempo, Gesù si ritirò verso la zona di Tiro e di Sidòne. Ed ecco una donna Cananea, che veniva da quella regione, si mise a gridare: «Pietà di me, Signore, figlio di Davide! Mia figlia è molto tormentata da un…
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➡️🌺🙏Lunedì 1 Agosto 2022
👉🌺💓🌹S. Alfonso M. de’ Liguori (m); S. Pietro Favre; S. Severo
18.a del Tempo Ordinario
Ger 28,1-17; Sal 118; Mt 14,13-21 (Mt 14,22-36 anno A)
Insegnami, Signore, i tuoi decreti
👉⛪️📖💓VANGELO
Comandami di venire verso di te sulle acque.
+ Dal Vangelo secondo Matteo 14,22-36
[Dopo che la folla ebbe mangiato], subito Gesù costrinse i discepoli a salire sulla barca e a precederlo sull’altra riva, finché non avesse congedato la folla. Congedata la folla, salì sul monte, in disparte, a pregare. Venuta la sera, egli se ne stava lassù, da solo. La barca intanto distava già molte miglia da terra ed era agitata dalle onde: il vento infatti era contrario. Sul finire della notte egli andò verso di loro camminando sul mare. Vedendolo camminare sul mare, i discepoli furono sconvolti e dissero: «È un fantasma!» e gridarono dalla paura. Ma subito Gesù parlò loro dicendo: «Coraggio, sono io, non abbiate paura!». Pietro allora gli rispose: «Signore, se sei tu, comandami di venire verso di te sulle acque». Ed egli disse: «Vieni!». Pietro scese dalla barca, si mise a camminare sulle acque e andò verso Gesù. Ma, vedendo che il vento era forte, s’impaurì e, cominciando ad affondare, gridò: «Signore, salvami!». E subito Gesù tese la mano, lo afferrò e gli disse: «Uomo di poca fede, perché hai dubitato?». Appena saliti sulla barca, il vento cessò. Quelli che erano sulla barca si prostrarono davanti a lui, dicendo: «Davvero tu sei Figlio di Dio!».
Compiuta la traversata, approdarono a Gennèsaret. E la gente del luogo, riconosciuto Gesù, diffuse la notizia in tutta la regione; gli portarono tutti i malati e lo pregavano di poter toccare almeno il lembo del suo mantello. E quanti lo toccarono furono guariti.💓🙏
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koredzas · 3 years
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Matteo de' Fedeli - The Crucifixion. 1450 - 1500
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maertyrer · 2 years
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Matteo de Fedeli St. Christoher
Tempera & gold leaf on wood, 73.1 x 47.1 cm,15/16th century
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lamilanomagazine · 5 months
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A Milano "Music Week" dal 20 al 26 Novembre 2023
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A Milano "Music Week" dal 20 al 26 Novembre 2023 MARTEDÌ 21 NOVEMBRE INCONTRI SPECIALI CON GLI ARTISTI Alle 12.45 al Museo del Novecento Devendra Banhart con Guinevere Alle 19.00 Francesca Michielin con Andrea Delogu al Teatro dei Filodrammatici Alle 20.15 "Ogni fine è un nuovo inizio: intervista a Motta" PANEL "Yas Queen! L’eredità queer di Raffaella Carrà" con Paola Iezzi "The soundtrack of our lives: scrivere colonne sonore per cinema e serie tv” "I producer sono i nuovi compositori?" e “YouTube per i songwriter” presentati da SIAE "Passato, presente e futuro del live in Italia" presentato da ASSOCONCERTI "Musica dal vivo: come potenziare l'export del Made in Italy?" presentato da ASSOMUSICA "Il calcolo dei diritti connessi: criteri e modelli a confronto" presentato da NUOVO IMAIE "All About Vevo: a tu per tu con il più grande network di video musicali al mondo" presentato da VEVO "Guida pratica al mercato musicale asiatico" presentato da Italia Music Export Al Meet Digital Culture Center il più importante convegno europeo sul diritto d’autore musicale. Music Minds Europe 2023 Programma completo su questo link e quest'altro link  Tanti gli eventi in programma domani, martedì 21 novembre, per la Milano Music Week, promossa e fortemente voluta da Comune di Milano - Assessorato alla Cultura, ASSOCONCERTI, ASSOMUSICA, FIMI - Federazione Industria Musicale Italiana, NUOVO IMAIE e SIAE - Società Italiana degli Autori ed Editori, con il patrocinio del Ministero della Cultura, sotto la direzione artistica di Nur Al Habash (direttrice della Fondazione Italia Music Lab) e con la curatela speciale di Francesca Michielin. Main sponsor di questa edizione UniCredit, UniCredit Allianz Vita e UniCredit Allianz Assicurazioni. Alle ore 12.45 Milano Music Week ha organizzato un incontro speciale al Museo del Novecento con DEVENDRA BANHART (la sera stessa in concerto all’Auditorium), dal titolo "But the Grass is Always Green: Devendra Banhart in conversation with Guinevere". Il talk sarà in lingua inglese. FRANCESCA MICHIELIN porterà per la prima volta il suo Maschiacci a teatro con ospite Andrea Delogu. Alle ore 19.00 al Teatro dei Filodrammatici. Casa Milano Music Week in Torneria Tortona (via Tortona, 32) sarà aperta dalle ore 11.00. Il primo panel è alle ore 12.15 con "Il calcolo dei diritti connessi: criteri e modelli a confronto" presentato da NUOVO IMAIE con Mariano Fiorito, Alessandro Marconi, Maila Sansaini, modera Cristiana Tomei. Il pomeriggio comincia con due panel presentati da SIAE che mettono al centro rispettivamente due figure che sempre più hanno un ruolo fondamentale nell’industria musicale: alle ore 14.15 uno sguardo sul misterioso lavoro di compositore di colonne sonore con "The soundtrack of our lives: scrivere colonne sonore per cinema e serie tv” con Pivio, Yakamoto Kotzuga, Elisabetta Biganzoli, Ginevra Nervi e alle ore 15.15 un focus su come i producer stanno cambiando l’editoria "I producer sono i nuovi compositori?" con Zef e Nicola Migliardi, modera Claudio Cabona; alle ore 16.15 "Musica dal vivo: come potenziare l'export del Made in Italy?" presentato da ASSOMUSICA con Carlo Parodi, Rita Zappador,Maurizio Forte, Sen. Simona Malpezzi, On. Federico Mollicone, modera Luca de Gennaro; alle ore 16.15 "All About Vevo: a tu per tu con il più grande network di video musicali al mondo" presentato da VEVO con Chiara Bonarrigo; alle ore 17.15 "YouTube per i songwriter” presentato da SIAE con Chiara Santoro, Jenna Rubenstein e Omar Ambrosi, introduce Matteo Fedeli, conclusioni affidate a Lyor Cohen; alle ore 17.15 "Guida pratica al mercato musicale asiatico" presentato da Italia Music Export, con Alessandro Pavanello, Francesco De Santi, Gionata Caracciolo, modera Marianna Baroli; alle ore 18.15 "Passato, presente e futuro del live in Italia" presentato da ASSOCONCERTI con alcuni dei principali organizzatori di concerti del nostro Paese per fare il punto sulla situazione attuale e discutere di ciò che sarà: Francesco Cattini, Roberto De Luca, Maurizio Salvadori, Ferdinando Salzano, modera Giampiero Di Carlo. Casa Milano Music Week ospiterà anche due incontri con gli artisti. Alle ore 19.15 "Yas Queen! L’eredità queer di Raffaella Carrà" con PAOLA IEZZI, Fabio Canino e Luca De Gennaro che raccontano la vera icona della musica italiana e alle 20.15 "Ogni fine è un nuovo inizio: intervista a MOTTA" moderata da Michele Bisceglia. RTL 102.5, radio ufficiale della MMW, segue gli eventi con collegamenti in diretta da Torneria Tortona e copertura social. È in distribuzione la guida cartacea della settimana realizzata dal media partner Mi-Tomorrow, con approfondimenti e interviste. Molte realtà hanno organizzato eventi speciali intorno alla Milano Music Week in tutta la città. Al Meet Digital Culture Center alle 11.00 si tiene la conferenza Music Minds Europe 2023, il più importante convegno sul diritto d’autore musicale (che lo scorso anno si è svolto a Parigi), organizzato da ICMP International Confederation of Music Publishers, l’organismo globale per l’industria dell’editoria musicale, e coordinato da FEM. Italia Music Export ha organizzato un songwriting camp internazionale per musiciste e producer in collaborazione con She Is The Music e altri cinque music export office. L’evento coinvolgerà 14 artiste e producer da tutta Europa per una settimana in studio di sessioni di co-scrittura e una listening session finale. Rockol, tra i media partner della Milano Music Week, in qualità di produttore di contenuti organizza una serie di eventi che avranno luogo in diverse venue della città, tra martedì 21 e sabato 25 novembre. Si comincia domani all’Arci Bellezza con il Tunecore Day, evento organizzato da TuneCore Italy con la collaborazione di Rockol. Al SAE Institute di Milano in collaborazione con Ableton, e in coda all’evento di presentazione del nuovo Ableton PUSH, un talk con Elasi e Plastica, produttrici, DJ, autrici e fondatrici di POCHE, collettivo di produttrici italiane. Da martedì a sabato Hard Rock Cafe Milan e SAE Institute presentano “Music Brunch”, una rassegna con ospiti e esperti del settore dell’audiovisivo e dell’industria culturale moderata da Damir Ivic dedicata a cinque temi legati al music business: installazioni audiovisive, intelligenza artificiale, questione di genere, innovazione tecnologica dei podcast e comunicazione musicale. Mare culturale urbano propone per la Milano Music Week il meglio delle rassegne musicali che lo animano abitualmente con cadenza settimanale, a cominciare da domani con il Jazz a Mare e il concerto dei Tendha a cura di Novara Jazz. Sui tavolini del Bar Mosso, Metratron organizza un incontro speciale, aperto a tutti i fan, con Olly e Jody Cecchetto. Alla Sound Faktory di Joe T Vannelli l’incontro fra gli Autori di Saifam e il reparto A&R per intavolare una discussione sui pregi e difetti dello stato attuale del songwriting e del pitching. CPM Music Institute organizza una serie di Masterclass, le modalità di prenotazione e di accesso agli appuntamenti sono disponibili sul sito della scuola di Musica. Spazio anche ai libri con Massimo Cotto alle 18.00 alla Feltrinelli in Duomo che presenta “Il rock di padre in figli*” per Gallucci Editore, e alle 19.30 al Mercato Centrale Milano Livia Satriano creatrice di Libri belli che scorre una carrellata di titoli (e copertine) a tema “musicale”, dagli anni ’40 a oggi, in conversazione con Giulia Cavaliere. Tantissimi gli eventi serali. Sony Music Italia lancia il progetto Afroteque con un party al Moysa. Tra i concerti: Oliver Tree al Fabrique, Devendra Banhart all’Auditorium, Fasma ai Magazzini Generali, Elodie al Mediolanum Forum di Assago. Per la prima volta, il compositore Francesco Messina esegue dal vivo insieme a Michele Fedrigotti (pianista) e Marco Guarnerio (musicista e sound engineer) l’album di culto “Prati Bagnati del Monte Analogo”, all’Auditorium San Fedele, anticipato da Marta Salogni. L’evento apre la nona edizione di Linecheck Music Meeting and Festival, Main Content Partner della MMW. Tutto il programma è consultabile al seguente link Per ogni evento sono indicate le modalità di prenotazione o di acquisto della prevendita. Patrocinatore Istituzionale: Ministero della Cultura. Linecheck Music Meeting and Festival è Main Content Partner della MMW. Partner: A.F.I. Associazione Fonografici Italiani, EMUSA, Evolution, FEM Federazione Editori Musicali, PMI - Produttori Musicali Indipendenti e SCF. Main sponsor: UniCredit, UniCredit Allianz Vita e UniCredit Allianz Assicurazioni. Educational partner: Master in Comunicazione Musicale/ALMED (Università Cattolica), SAE Institute, Scuola Mohole, Scuola APM e Alma Mater Studiorum - Università di Bologna. Sponsor: TicketOne, Amazon Music, M.A.S.T powered by Believe, Spotify, Vevo, YouTube. Radio ufficiale RTL 102.5. Media partner: Rockol, Rolling Stone Italia, Rockit, Cosmopolitan, belive, Mi-Tomorrow, Cromosomi, Billboard Italia. Si ringraziano i technical partners Torneria Tortona, Archiproducts e Santeria. Si ringrazia l’hospitality partner 21 House of Stories Hotel. L’immagine della Milano Music Week 2023 è curata da Pop-Eye Studio. Con il supporto di YES MILAN... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Tratto da: SGUARDI SULL’ARTE LIBRO PRIMO - di Gianpiero Menniti
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IL BUIO E LA LUCE 
Sebastiano del Piombo e Raffaello. Come dire, senza nulla togliere alle qualità e al talento del primo, Michelangelo che compete con Raffaello. Due giganti che occupano lo spazio e il tempo dell'arte nel primo ventennio del '500. Sebastiano Luciani (1485-1547), detto "del Piombo" poiché divenne custode dei piombi o sigilli del vaticano, proveniva da ambiente veneziano - fu allievo di Giovanni Bellini -  e seppe interpretare quelle basi artistiche traendo ispirazione anche da Leonardo.  Fino a quando, giunto a Roma, si lasciò influenzare sia dal Maestro della "Sistina", del quale divenne sodale, che dal Raffaello delle "Stanze". Queste esperienze, unite alle sue indubbie doti, lo resero protagonista di una commissione prestigiosa: Giulio de' Medici gli chiese di realizzare, alla fine del 1516, una pala d'altare destinata dal cardinale alla sua sede vescovile a Narbonne. Il tema assegnato era la "Resurrezione di Lazzaro". Contemporaneamente, lo stesso de' Medici (che di lì a pochi anni, nel 1523, diventerà Papa col nome di Clemente VII) commissionò un'altra pala d'altare, sempre per la cattedrale francese, a Raffaello (1483-1520), affidandogli la raffigurazione della "Trasfigurazione". Dunque, uno dei massimi artisti della Roma rinascimentale si venne a trovare in competizione con un pittore di scuola eccelsa ma pur sempre di caratura inferiore. Ma, dietro le quinte, è il Buonarroti a dettare la composizione al suo fin lì fidato discepolo, come scrisse il Vasari chiarendo come la pala in questione venne realizzata «sotto ordine e disegno in alcune parti di Michelagnolo». Quel confronto disegna una delle pagine più controverse della storia dell'arte.  La "Trasfigurazione" rimarrà l'ultimo dipinto di Raffaello. L'opera, iniziata nel 1518 e rimasta incompiuta nell'aprile 1520, venne posta nella camera ardente del maestro urbinate, quasi a suggello della sua estrema capacità lirica e tensione mistica. Un'opera di luce: dominata dalla trasformazione di Cristo in una fonte luminosa di splendore accecante («si trasfigurò davanti a loro, e la sua faccia splendette come il sole e le sue vesti diventarono bianche come la neve» Matteo 17,2), l'ispirazione raffaellesca divenne celebre per il contrasto tra la scena metafisica che sovrasta la composizione e la convulsa, terragna rappresentazione, in basso, del "miracolo dell'ossesso". Come mai l'introduzione arbitraria di un testo così dissonante nella rappresentazione principale? La risposta si trova nel testo pittorico di Sebastiano del Piombo, terminato già nell'aprile dell'anno prima: probabilmente, Raffaello vide, o ne fu informato, la "Resurrezione" del suo rivale.  Comprese l'intonazione drammatica che l'altro dipinto, anche per via del tema, aveva raggiunto e decise di non essere da meno "aggiungendo" una scena che possedesse comparabile intensità. Già, perché l'opera del pittore veneziano, intrisa d'ispirazione michelangiolesca, apparve carica di un contenuto molto denso: Cristo è tra la folla dei fedeli e degli increduli mentre, issato su un podio, mostra la solenne potenza del gesto e della parola.  Sullo sfondo i tratti della città emergono da un sipario oscuro che si salda al movimento agitato di una folla sciamante e atterrita.  Questo è il Michelangelo che presentiva l'esigenza di una profonda riforma della cristianità, fondandola sulla rappresentazione del "timor di Dio" quale soglia insostituibile della fede.  La città è il mondo corrotto e vacuo dal quale promana l'umanità incerta, bisognosa di un Dio che affermi il dominio incorruttibile sulla vita e sulla morte: nel gesto che "salva" c'è tutta la teleologia cristiana. La possanza dell'opera s'imponeva nella sua oscura immagine. Così, Raffaello, con scelta geniale, immette nella sua "Trasfigurazione" la medesima accezione concettuale, includendo in un cono di prospettiva perfino l'immagine di una città dalla quale proviene fino ad uno scenario di buia roccia, la massa brulicante che non ha altro appello se non al Cristo, unica fonte di luce e di salvezza. E' l'umanesimo tragico che ridefinisce l'orizzonte dell'arte sacra e segna l'arte di "maniera" che verrà affermandosi nella crisi: non solo nello stile figurativo, ma nei sentimenti profondi, nel buio dell'errare alla ricerca della luce.
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deathshallbenomore · 3 years
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comunque la fine di don matteo (perché diciamocelo don matteo finisce qui) 🤝 l’inizio de la fede e il coraggio
… coincidenze?
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masindecharles2022 · 2 years
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MANIERA DI CERCASSE UNICO SANTO SIGNORE DIO ,CREATORE, SALVATORE ED REDENTORE CON TUTTO LA VOSTRA CUORE ED ANIMA ED VEDERE DENTRO VITA I TUOL.
PRIMAIRE ECRITURE : ESAIE 55:6
6. Cherchez I'ETERNEL Pendant qu'il se trouve;Invoquez-le, tandis qulil est près.
1. PENTIRSI, ED GIRAVOLTA IN SANTO SIGNORE DIO, ASSOLUTAMENTE.
📚 ATTI DEGLI APOSTOLI 2:38-39.
38. E Pietro a Loro Ravvedetevi,e ciascun di voi sia BATTEZZATO nel nome di GESU CRISTO, Per la REMISSION DE VOSTRI PECCATI ,E VOI RICEVERETE IL DONO DELLO SPIRITO SANTO.
39. Poiche per voi ela PROMESSA, e per I vostri Figliuoli,e per QUANTI IL SIGNORE IDDIO NOSTRO NE CHIAMERA.
2. ABBANDONARE DEMONIACO, PECCATO.
📚SALMI 53:1-3.
1. Lo stolto ha detto nel suo cuore:Non ce DIO. Si sono Corrotti, Si son resi abominevoli con la loro malvagita, NON VE ALCUNO CHE FACCIA IL BENE.
2. IDDIO ha riguardato dal cielo sui Figliuoli degli uomini per vedere se vi Fosse alcuno Che avesse INTELLETTO,che CERCASSE IDDIO.
3.TUTTI SI Son tratti indietro, tutti quantisi son corrotti, NON VE ALCUNO CHE FACCIA IL BENE ,NEPPUR UNO.
3. SPERARE ED OBBEDIRE SANTO SIGNORE DIO.
📚 MATTEO 28:17-18.
17. E Vedutolo,I adorarono;alcuni per dubitarono.
18. E GESU ACCOSTATOSI, PARLO LORO,DICENDO:OGNI POTESTA ME STATA DATA IN CIELO E SULLA TERRA.
4. DIGIUNO, MIGLIORE DIGNIUNO.
📚 1 PIETRO 2:1.
1. Gettando dunque lungi da voi ogni MALIZIA ,e ogni Frode ,e le Ipocrisie, e le invidie, ed ogni sorta di MALDICENZE, COME BAMBINI PUR ORA NATI.
5. OSSERVERETE ED OBBEDIRE SANTO SIGNORE DIECI COMANDAMENTI DI SANTO SIGNORE IDDIO.
📚 APOCALISSE 14:12.
12. Qui e la Costanza dei Santi che OSSERVANO I COMANDAMENTI DI DIO E LA FEDE IN GESU.
6. RAVVEDETEVI, POICHE IL REGNO DE CIELI E VICINO.
📚 LUCA 13:5-9.
NO ,VI DICO ;MASE3 NON VI RAVVEDETE,TUTTI, TUTTI AL PAR DI LORO PERIRETE. Disse pure questa parabola:Un tale aveva Un Fico Piantato nella sua VIGNA;E ANDO A CERCARVI DEL FRUTTO, E NON NE TROVO.
Disse Dunque al VIGNAIUOLO: ECCO ,Sono Ormai tre anni che Vengo a Cercar FRUTTO DA QUESTO FICO,E NON NE TROVO;TAGLIALO;PERCHE STA LI A RENDERE IMPRODUTTIVO ANCHE IL TERRENO?. MA LALTRO, RISPON DENDO, GLI DISSE :SIGNORE, LASCIALO ANCORA QUEST'ANNO,FINCH'IO L'ABBIA SCALZA TO E CONCIMATO;
E FORSE DARA FRUTTO IN AVVENIRE;SE NO,LO TAGLIERAI.
7. CREDERE IN SANTO SIGNORE GESU CRISTO, ED BATTEZZARE NEL NOME DEL PADRE E DEL FIGLIUO E DELLO SPIRITO SANTO.
📚 MATTEO 3:15-17.
Ma GESU gli Rispose Lascia Fare Per Ora;Poiche Conviene che noi adempiamo Cosi ogni giustizia. Allora Giovanni lo lascio fare. E GESU, Tosto che fu BATTEZZATO, SALI FUOR Dellacqua,Ed EGLI VIDE LO SPIRITO DI DIO SCENDERE COME UNA COLOMBA E VENIR SOPRA LUI. Ed ECCO UNA VOCE DAI CIELI CHE DISSE :QUESTO E IL MIO DILETTO FIGLIUOLO NEL QUALE MI SON COMPIA CIUTO .
8. PORTARE OFFERTA ED RITORNO DECIMA ,PORTATE TUTTE LE DECIME ALLA CASA DE TESORO.
📚 MALANCHIA 3:10.
Portate Tutte le Decime alla Casa del tesoro, Perche vi Sia del abo nella mia Casa, e mettetem, alla prova in questo, dice I'Eterno degli riverso su voi tanta Benedizione, che non vi sia piu dove Ripor la.
9. CREDERE SANTO SIGNORE DIO CREARE CIELO, PARADISO ,TERRA, UOMO, MARE ED TUTTO CONTENUTO.
📚 GENESI 2:1-3.
COSI FURONO COMPITI I CIELI E LA TERRA E TUTTO I'ESERCITO LORO. II Settimo giorno, IDDIO Compi lopera che AVEVA FATTA,e si RIPOSO IL SETTIMO GIORNO DA TUTTA I'OPERA CHE AVEVA FATTA. E DIO BENEDISSE IL SETTIMO GIORNO E LO SANTIFICO, PERCHE IN ESSO SI RIPOSO DA TUTTA L'OPERA CHE AVEVA CREATA E FATTA.
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