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#mi sono cresciute
sara-smind · 10 months
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Obiettivo di oggi: arrivare a pagina 120 degli appunti
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mccek · 8 months
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Molti dei Millennial sono cresciuti sotto l’effetto di strategie fallimentari di educazione famigliare.
Per esempio, è sempre stato detto loro che erano speciali, che potevano avere tutto quello che volevano dalla vita solo perché lo volevano.
Quindi qualcuno ha avuto un posto nella squadra dei pulcini non perché fosse un talento, ma solo perché i genitori hanno insistito con l’allenatore.
Oppure sono entrati in classi avanzate non perché se lo meritassero ma perché i genitori si erano lamentati con la scuola, per non parlare di coloro che hanno passato gli esami non perché se lo meritassero ma perché gli insegnanti erano stanchi di avere rogne dai genitori.
Ad alcuni hanno dato medaglie di partecipazione per essere arrivati ultimi, una bella medaglia affinché nessuno si dispiaccia.
La scienza comportamentale non ha dubbi: è una svalutazione della medaglia e dei riconoscimenti di chi lavora duramente per ottenere un buon risultato, inoltre fa sentire anche in imbarazzo chi arriva ultimo perché, se ha un minimo di dignità, sa che non se l’è davvero meritata quella medaglia.
Così queste persone sono cresciute con l’illusione che, anche senza sforzarsi troppo, è possibile farcela in qualunque settore.
Allora finiscono l’università, magari a pieni voti e pretendono immediatamente che un tappeto rosso si srotoli sotto i loro piedi, invece sono gettati nel mondo reale e in un istante scoprono che non sono per niente speciali voto o non voto, che i genitori non gli possono fare avere un buon posto di lavoro e figuriamoci una promozione, che se arrivi ultimo non ti danno niente, anzi rischi il licenziamento e, guarda un po’, non ottieni qualcosa solo perché semplicemente lo vuoi.
Non voglio fare ironia, credetemi, né tanto meno sorridere, la faccenda è davvero delicata poiché quando questa persona prende coscienza reale dalla situazione in cui si trova è un momento cruciale perché in un attimo, nell’istante preciso in cui concepisce la verità, l’idea che ha di se stessa va letteralmente in frantumi.
È questo anche il momento in cui si attacca alla sua fonte primaria di dopamina: i social network.
Ciò ci porta ad un altro problema : la tecnologia.
I Millennial sono cresciuti in un mondo fatto di Tik Tok, di Instagram ed altri social, dove siamo bravi a mettere filtri alle cose.
In cui siamo un po’ tutti fuoriclasse a mostrare alla gente che la nostra vita è magnifica: tutti in viaggio ad Ibiza, tutti al ristorante stellato, tutti felici e pimpanti anche se invece siamo tristi e depressi.
Ho letto un’interessante ricerca scientifica, che in sintesi dice che ogni qual volta che riceviamo una notifica sullo smartphone, un messaggio o quant’altro, nel nostro cervello viene rilasciata una bella scarica di dopamina (una sostanza che dà piacere).
Ecco perché quando riceviamo un messaggio è una bella sensazione oppure se da qualche ora non si illumina il cellulare, alcuna notifica, né un messaggio, iniziamo a vedere se per caso non è accaduto qualcosa di catastrofico.
Allo stesso modo andiamo tutti in stress se sentiamo il suono di una notifica e passano più di tre minuti senza che riusciamo a vedere di cosa si tratta.
È successo a tutti, ti senti un po’ giù, un po’ solo, e allora mandi messaggi a gente che forse nemmeno sapevi di avere in rubrica.
Perché è una bella sensazione quando ti rispondono, vero?
È per questo che amiamo così tanto i like, i fan, i follower.
Ho conosciuto un ragazzo che aveva sui 15 anni che mi spiegava quanto tra loro si discriminassero le persone in base ai follower su Instagram!
Così se il tuo Instagram cresce poco vai nel panico e ti chiedi: “Cosa è successo, ho fatto qualcosa di sbagliato?
Non piaccio più?”
Pensa che trauma per questi ragazzi quando qualcuno gli toglie l’amicizia o smette di seguirli!
La verità, e questa cosa riguarda tutti noi, è che quando arriva un messaggio/notifica riceviamo una bella botta di dopamina.
Ecco perché, come dicono le statistiche, ognuno di noi consulta più di 200 volte al giorno il proprio cellulare.
La dopamina è la stessa identica sostanza che ci fa stare bene e crea dipendenza quando si fuma, quando si beve o quando si scommette.
Il paradosso è che abbiamo veri limiti di età per fumare, per scommettere e per bere alcolici, ma niente limiti di età per i cellulari che regaliamo a ragazzini di pochi anni di età (già a 7 o 8 anni se non a meno).
È come aprire lo scaffale dei liquori e dire ai nostri figli adolescenti: “Ehi, se ti senti giù per questo tuo essere adolescente, fatti un bel sorso di vodka!
In sostanza, se ci pensate, è proprio questo che succede: un’intera generazione che ha accesso, durante un periodo di alto stress come l’adolescenza, ad un intorpidimento che crea dipendenza da sostanze chimiche attraverso i cellulari.
I cellulari, da cosa utile, diventano facilmente, con i social network, una vera e propria dipendenza, così forte che non riguarda solo i Millennials ma ormai tutti noi.
Quando si è molto giovani l’unica approvazione che serve è quella dei genitori, ma durante l’adolescenza passiamo ad aver bisogno dell’approvazione dei nostri pari.
Molto frustrante per i nostri genitori, molto importante per noi, perché ci permette di acculturarci fuori dal circolo famigliare e in un contesto più ampio.
È un periodo molto stressante e ansioso e dovremmo imparare a fidarci dei nostri amici.
È proprio in questo delicato periodo che alcuni scoprono l’alcol o il fumo o peggio le droghe, e sono queste botte di dopamina che li aiutano ad affrontare lo stress e l’ansia dell’adolescenza.
Purtroppo questo crea un condizionamento nel loro cervello e per il resto della loro vita quando saranno sottoposti a stress, non si rivolgeranno ad una persona, ma alla bottiglia, alla sigaretta o peggio, alle droghe.
Ciò che sta succedendo è che lasciando ai ragazzi, anche più piccoli, accesso incontrollato a smartphone e social network, spacciatori tecnologici di dopamina, il loro cervello rimane condizionato, ed invecchiando troppi di essi non sanno come creare relazioni profonde e significative.
In diverse interviste questi ragazzi hanno apertamente dichiarato che molte delle loro amicizie sono solo superficiali, ammettendo di non fidarsi abbastanza dei loro amici.
Ci si divertono, ma sanno che i loro amici spariranno se arriva qualcosa di meglio.
Per questo non ci sono vere e proprie relazioni profonde poiché queste persone non allenano le capacità necessarie, e ancora peggio, non hanno i meccanismi di difesa dallo stress.
Questo è il problema più grave perché quando nelle loro vite sono sottoposti a stress non si rivolgono a delle persone ma ad un dispositivo.
Ora, attenzione, non voglio minimamente demonizzare né gli smartphone né tantomeno i social network, che ritengo essere una grande opportunità, ma queste cose vanno bilanciate.
D’altro canto un bicchiere di vino non fa male a nessuno, troppo alcol invece sì.
Anche scommettere è divertente, ma scommettere troppo è pericoloso.
Allo stesso modo non c’è niente di male nei social media e nei cellulari, il problema è sempre nello squilibrio.
Cosa vuol dire squilibrio?
Ecco un esempio: se sei a cena con i tuoi amici e stai inviando messaggi a qualcuno, stai controllando le notifiche Instagram, hai un problema, questo è un palese sintomo di una dipendenza, e come tutte le dipendenze col tempo può farti male peggiorare la tua vita.
Il problema è che lotti contro l’impazienza di sapere se là fuori è successo qualcosa e questa cosa ci porta inevitabilmente ad un altro problema.
Siamo cresciuti in un mondo di gratificazioni istantanee.
Vuoi comprare qualcosa?
Vai su Amazon e il giorno dopo arriva.
Vuoi vedere un film?
Ti logghi e lo guardi, non devi aspettare la sera o un giorno preciso.
Tutto ciò che vuoi lo puoi avere subito, ma di certo non puoi avere subito cose come le gratificazioni sul lavoro o la stabilità di una relazione, per queste non c’è una bella App, anche se alcune delle più gettonate te lo fanno pensare!
Sono invece processi lenti, a volte oscuri ed incasinati.
Anche io ho spesso a che fare con questi coetanei idealisti, volenterosi ed intelligenti, magari da poco laureati, sono al lavoro, mi avvicino e chiedo:
“Come va?”
e loro: “Credo che mi licenzierò!”
ed io: “E perché mai?”
e loro: “Non sto lasciando un segno…”
ed io: “Ma sei qui da soli otto mesi!”
È come se fossero ai piedi di una montagna, concentrati così tanto sulla cima da non vedere la montagna stessa!
Quello che questa generazione deve imparare è la pazienza, che le cose che sono davvero importanti come l’amore, la gratificazione sul lavoro, la felicità, le relazioni, la sicurezza in se stessi, per tutte queste cose ci vuole tempo, il percorso completo è arduo e lungo.
Qualche volta devi imparare a chiedere aiuto per poi imparare quelle abilità fondamentali affinché tu possa farcela, altrimenti inevitabilmente cadrai dalla montagna.
Per questo sempre più ragazzi lasciano la scuola o la abbandonano per depressione, oppure, come vedo spesso accadere, si accontenteranno di una mediocre sufficienza.
Come va il tuo lavoro? Abbastanza bene…
Come va con la ragazza? Abbastanza bene.
Ad aggravare tutto questo ci si mette anche l’ambiente, di cui tutti noi ne facciamo parte.
Prendiamo questo gruppo di giovani ragazzi i cui genitori, la tecnologia e l’impazienza li hanno illusi che la vita fosse banalmente semplice e di conseguenza gliel’hanno resa inutilmente difficile!
Prendiamoli e mettiamoli in un ambiente di lavoro nel quale si dà più importanza ai numeri che alle persone, alle performance invece che alle relazioni interpersonali.
Ambienti aziendali che non aiutano questi ragazzi a sviluppare e migliorare la fiducia in se stessi e la capacità di cooperazione, che non li aiuta a superare le sfide.
Un ambiente che non li aiuta neanche a superare il bisogno di gratificazione immediata poiché, spesso, sono proprio i datori di lavoro a volere risultati immediati da chi ha appena iniziato.
Nessuno insegna loro la gioia per la soddisfazione che ottieni quando lavori duramente e non per un mese o due, ma per un lungo periodo di tempo per raggiungere il tuo obiettivo.
Questi ragazzi hanno avuto sfortuna ad avere genitori troppo accondiscendenti, la sfortuna di non capire che c’è il tempo della semina e poi quello del raccolto.
Ragazzi che sono cresciuti con l’aberrazione delle gratificazioni immediate, e quando vanno all’università e si laureano continuano a pensare che tutto gli sia loro dovuto solo perché si sono laureati a pieni voti.
Cosicché quando entrano nel mondo del lavoro dopo poco dobbiamo raccoglierne i cocci.
In tutta questa storia, sono convinto che tutti abbiamo una colpa, ma che soprattutto tutti noi possiamo fare qualcosa di più impegnandoci a capire come aiutare queste persone a costruire oggi la loro sicurezza e le loro abilità sociali, la cui mancanza rende la vita di questi giovani inutilmente infelice e inutilmente complicata.
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ambrenoir · 3 months
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“Ho contato i miei anni ed ho scoperto che ho meno tempo da vivere rispetto a quanto ho vissuto finora.
Mi sento come quel bimbo cui regalano un pacchetto di dolci: i primi li mangia con piacere, ma quando si accorge che gliene rimangono pochi, comincia a gustarli intensamente.
Non ho più tempo per riunioni interminabili, in cui si discutono statuti, procedimenti e regolamenti interni, sapendo che alla fine non si concluderà nulla. Non ho più tempo per sopportare persone assurde che, oltre che per l’età anagrafica, non sono cresciute per nessun altro aspetto. Non ho più tempo, da perdere per sciocchezze. Non voglio partecipare a riunioni in cui sfilano solo “Ego” gonfiati. Non ho più tempo per i manipolatori, gli arrivisti, gli approfittatori. Mi disturbano gli invidiosi. Ho poco tempo per discutere di beni materiali o posizioni sociali.
Amo l’essenziale, perché la mia anima ora ha fretta. Adesso voglio vivere tra esseri umani sensibili. Gente che sappia amare e burlarsi dei suoi errori. Gente che non si vanti dei suoi lussi e delle sue ricchezze. Gente che non sfugga alle sue responsabilità. Gente che difenda la dignità umana. Voglio circondarmi di gente che desideri vivere con onestà e rettitudine. Perché solo l’essenziale fa sì che la vita valga la pena viverla.
Ho fretta per vivere con l’intensità che solo la maturità ci può dare. Il mio obiettivo, è andar via in pace con i miei cari e con la mia coscienza. Abbiamo due vite e la seconda inizia quando ti rendi conto che ne hai solo una.”
Mário de Andrade (1893-1945), Minha alma está em brisa, 1940
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kon-igi · 8 months
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DIVIETO DI CERVO
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Attenzione, questo post parlerà di responsabilità genitoriale ma in un modo leggero e, soprattutto, coinvolgente anche chi genitore non è.
Non che ci fosse bisogno di specificarlo ma io sono tendenzialmente una persona scherzosa che trova motivo per sorridere di tutto ciò che ha attorno.
Esiste, però, un vulnus profondo che il genitore non si rende conto di infliggere alla propria prole, la quale si porterà dentro cicatrici profonde per il resto della propria vita... e per vulnus intendo le cazzate raccontate ai propri figli spacciandole per vere.
Il fatto è che il genitore cazzone (me compreso) sottovaluta la capacità di dirimere la veridicità dei propri racconti da parte dei figli, i quali, giocoforza, ripongono un'incrollabile fiducia epistemica nei pilastri che li hanno messi al mondo.
Per esempio, quando da giovane mi allenavo con la katana o a lanciare coltelli e shuriken, alla domanda delle mie figlie sul perché fossi così bravo, io rispondevo sempre - Perché da bambino i nonni mi hanno mandato al Tempio del Dragone Dorato per l'addestramento da monaco Shaolin.
Idem quando insegnavo loro a sbucciare l'arancia con il Qiúrén Jiǔ Rèn (囚人九刃) cioè la Sacra Tecnica delle Nove Lame del Recluso.
Tutto bene, finché alla mensa della materna figlia piccola non ha comiciato a urlare che voleva un coltello per insegnare questa tecnica ai suoi amici e quando le maestre l'hanno sgridata, figlia grande (la mensa era unica per materna ed elementari) si è alzata e ha detto che era una cosa che il loro papà aveva imparato in un monastero di monaci guerrieri shaolin.
Non capisco perché una volta cresciute non siano venute a pugnalarmi nel sonno.
Comunque io sono sicuro che ognun* di voi abbia una balla traumatica conficcata nel proprio cuore da raccontare qua su tumblr e per quanto possa valere, io ho passato i mesi antecedenti all'esame di teoria per la patente a ripetere ogni giorno alle mie figlie -
Vi prego! Quel cartello non vuole dire che è vietato fare il verso del cervo! Dimenticate quello che vi ho detto, VI PREGO!
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lusyscilly · 4 months
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Una cosa che mi fa genuinamente ridere è la percezione che twitter e tumblr hanno di mimmo: diametralmente opposte. Ovviamente ci sono le eccezioni, e ci sta, ma su twitter sembra quasi che la sua presenza sia la peste bubbonica
Nel senso, posso capire che non piaccia un personaggio. Difenderò il diritto di non piacere, ma arrivare a commenti classisti per voler difendere la simuel, anche meno. Che poi, se uno ha letto le anticipazioni, sa come finirà la stagione, non dovrebbe avere ragioni di preoccuparsi.
E poi, il massimo si raggiunge con insulti gratuiti verso l'attrice di Nina. Nemmeno a me piace, sarò sincera. Ha un modo di recitare che non mi fa impazzire e non mi trasmette le emozioni che vorrei, ma questo non significa che sia giusto perseguitarla perché il suo personaggio si mette in mezzo a una ship.
È abbastanza palese che per molte di queste persone sia la prima esperienza in un fandom. Se non lo è, è grave che non siano cresciute da riconoscere il problema.
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canesenzafissadimora · 2 months
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Guardo una foto di quando avevo sedici anni e ne guardo una d’oggi. Dio, come sono cambiato! Poi mi chiedo: ma quand’è che è successo? Ho contato i miei anni ed ho scoperto che ho meno tempo da vivere rispetto a quanto ho vissuto finora. Mi sento come quel bimbo cui regalano un pacchetto di dolci: i primi li mangia con piacere, ma quando si accorge che gliene rimangono pochi, comincia a gustarli intensamente.
Non ho più tempo per riunioni interminabili, in cui si discutono statuti, procedimenti e regolamenti interni, sapendo che alla fine non si concluderà nulla. Non ho più tempo per sopportare persone assurde che, oltre che per l’età anagrafica, non sono cresciute per nessun altro aspetto. Non voglio partecipare a riunioni in cui sfilano solo “Ego” gonfiati. Non ho più tempo per i manipolatori, gli arrivisti, gli approfittatori. Ho poco tempo per discutere di beni materiali o posizioni sociali. Amo l’essenziale, perché la mia anima ora ha fretta.
Adesso voglio vivere tra esseri umani sensibili. Gente che sappia amare e burlarsi dei suoi errori. Gente che non si vanti dei suoi lussi e delle sue ricchezze. Gente che non sfugga alle sue responsabilità. Voglio circondarmi di gente che desideri vivere con onestà e rettitudine. Perché solo l’essenziale fa sì che la vita valga la pena viverla. Ho fretta per vivere con l’intensità che solo la maturità ci può dare. Abbiamo due vite e la seconda inizia quando ti rendi conto che ne hai solo una.
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Luciano de Crescenzo
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petalididonna · 2 months
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LA MIA ANIMA HA FRETTA
” Ho contato i miei anni ed ho scoperto che ho meno tempo da vivere da ora in avanti, rispetto a quanto ho vissuto finora…
Mi sento come quel bimbo cui regalano un pacchetto di dolci: i primi li mangia con piacere, ma quando si accorge che gliene rimangono pochi, comincia a gustarli intensamente.
Non ho più tempo per riunioni interminabili, in cui si discutono statuti, leggi, procedimenti e regolamenti interni, sapendo che alla fine non si concluderà nulla.
Non ho più tempo per sopportare persone assurde che, oltre che per l’età anagrafica, non sono cresciute per nessun altro aspetto.
Non ho più tempo, da perdere per sciocchezze.
Non voglio partecipare a riunioni in cui sfilano solo “Ego” gonfiati.
Ora non sopporto i manipolatori, gli arrivisti, né gli approfittatori.
Mi disturbano gli invidiosi, che cercano di discreditare i più capaci, per appropriarsi del loro talento e dei loro risultati.
Detesto, se ne sono testimone, gli effetti che genera la lotta per un incarico importante.
Le persone non discutono sui contenuti, ma solo sui títoli…
Ho poco tempo per discutere di beni materiali o posizioni sociali.
Amo l’essenziale, perché la mia anima ora ha fretta…
Non ho più molti dolci nel pacchetto…
Adesso, così solo, voglio vivere tra gli esseri umani, molto sensibili.
Gente che sappia amare e burlarsi dell’ingenuo e dei suoi errori.
Gente molto sicura di se stessa , che non si vanti dei suoi lussi e delle sue ricchezze.
Gente che non si consideri eletta anzitempo.
Gente che non sfugga alle sue responsabilità.
Gente molto sincera che difenda la dignità umana.
Con gente che desideri solo vivere con onestà e rettitudine.
Perché solo l’essenziale é ciò che fa sì che la vita valga la pena viverla.
Voglio circondarmi di gente che sappia arrivare al cuore delle altre persone …
Gente cui i duri colpi della vita, abbiano insegnato a crescere con dolci carezze nell’anima.
Sí… ho fretta… per vivere con l’intensità che niente più che la maturità ci può dare.
Non intendo sprecare neanche un solo dolce di quelli che ora mi restano nel pacchetto.
Sono sicuro che saranno squisiti, molto di più di quelli che ho mangiato finora.
Il mio obiettivo, alla fine, é andar via soddisfatto e in pace con i miei cari e con la mia coscienza.
Abbiamo due vite e la seconda inizia quando ti rendi conto che ne hai solo una. “
Mario de Andrade, poeta brasiliano, su Essere Indaco
Fonte FB.
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vintagebiker43 · 4 months
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LAVINIA CARA,
le racconto una storia.
Quando ero ragazzina e impiegavo le mie giornate sui libri per laurearmi mia mamma e persino mia nonna mi guardavano con orgoglio e mi dicevano “Studia, studia…studia per la tua libertà e la tua indipendenza, così se domani volessi comprarti un rossetto non dovrai chiedere i soldi a tuo marito…”
Mia mamma e mia nonna di figli ne hanno avuti 3 ciascuna e hanno interpretato il loro ruolo di madri alla perfezione.
Mia nonna è rimasta vedova giovanissima e se l’è cavata meravigliosamente.
Mia mamma ci ha cresciute, me e le mie sorelle, lavorando e facendo la mamma alla perfezione.
Per loro essere madri è stata una missione.
Ma non hanno mai dimenticato l’importanza della libertà e dell’indipendenza.
Perché loro tante mamme vittime dei mariti e della sudditanza economica le hanno viste dal vivo, Lavinia cara.
Hanno visto donne far la cresta sulla spesa per poter disporre di qualche spicciolo senza render conto al marito.
Hanno visto mamme spaccarsi la schiena a far pulizie presso terzi di nascosto dal marito durante le ore di lavoro del coniuge, pur di raccattare qualche soldo da metter via per i figli, per il loro futuro.
Hanno visto donne consumate dalla fatica e dal dolore di dover sempre abbassare la testa ma sempre incredibilmente fiere e dignitose.
Mia nonna e mia mamma non hanno mai detto a me o alle mie sorelle di considerare come massima aspirazione per una donna quella di far figli.
Perché, spiace dirlo ma è così, mia nonna e mia mamma sono nate molti decenni prima di lei ma sono molto ma molto più giovani di lei.
Per loro una donna è una persona, non una fattrice.
E aggiungo, per quel che conta.
Io figli non ne ho avuti ma lei non sa perché.
E come me milioni di donne non abbiamo figli e lei non sa perchè.
Ma nessuno l’autorizza a pensare che non sia o non sia stata la nostra aspirazione.
Impari a dosare le parole, senatrice cara.
Impari a rispettare chi ascolta o legge le sue esternazioni.
Impari a parlare di temi così delicati come il calo delle nascite secondo il suo ruolo, che non è certo quello di dire alle mamme cosa devono insegnare alle loro figlie.
Si impegni piuttosto a ricercare soluzioni per assicurare quanti più diritti possibili alle donne.
Che siano mamme o no.
E, già che ci sono, le ricordo che in Italia le cure per avere una gravidanza per le donne che non ci riescono sono costosissime e solo in piccolissima parte a carico del servizio sanitario nazionale.
Non lo sapeva forse…ebbene, glielo dico io.
Cominci da qui magari.
E tenga per sé i suoi inopportuni predicozzi sulle aspirazioni che dovrebbero avere le diciottenni.
Che non è che tutti siamo stati fortunati come lei, Lavinia cara…
Cordialità (giusto quanto basta)
@ Antonella Pavasili
Nella foto, presa dal web, la senatrice Lavinia Mennuni.
Ha dichiarato che per le donne diventare madri dev’essere la prima aspirazione.
E amen…
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catsloverword · 8 months
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16 anni...
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...sono passati, da quando per la prima volta mi hai reso MAMMA. E da allora è cambiato tutto: mi hai insegnato che l'amore espande, non esclude ma accoglie, comprende, perdona e matura, l'amore incondizionato, che si da e non pretende nulla in cambio.
Mi hai insegnato che un figlio non si sceglie, certo, e una MAMMA non si trova, ma si forgia, crea e plasma da quel figlio e per ogni figlio.
Siamo cresciute insieme da allora e continueremo a farlo.
Grazie tesoro di esistere ❤️
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precisazioni · 2 months
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ho gradualmente smesso di scattarmi foto da quando ho iniziato a perdere i capelli. la stempiatura è in realtà lieve, ed è sufficiente il doppio taglio per averli in ordine: per avere trentatrè anni sono messo molto bene. seppur con lentezza, però, continuano a diradarsi, e i trattamenti che sto facendo non sembrano avere esito. l'impatto che questo ha sulla mia percezione non è sempre di tipo qualitativo: lo scorso anno mi sono rasato e non ero così male; la questione è che, senza capelli, tendo a non riconoscermi. credo si tratti di un aspetto del genere maschile non ancora trattato con i giusti strumenti: basta una veloce ricerca su internet per notare come l'ideale di bellezza sia del tutto coincidente con la totale presenza di capelli; agli uomini nelle pubblicità non gliene manca uno e "pelato di merda" resta ad oggi un'offesa per molti plausibile. sono dell'idea che il disagio della calvizie abbia affinità con lo stereotipo di donna magra: l'immagine mascolina è quella dell'uomo pieno di capelli e, a voler osare, una lunga criniera adornata da barba e muscoli: un ideale il più delle volte utopico
le affinità con i disturbi alimentari sono a mio avviso evidenti, anche se di minor stregua, e la ragione per cui forse non vi è uguale ossessione è che agli uomini, il più delle volte, manca quel tipo di consapevolezza tale a dare un nome ai propri disagi e, in genere, alle proprie emozioni, rendendosi dunque inensperti nel sezionarli altrettanto a fondo: si tratta di persone cresciute nell'idea di reprimere i propri sentimenti, che il maschio vincente è quello che non trapela emozione, freddo e distaccato, stereotipo che trovandosi inapplicabile vede la rabbia come unico sfogo di pulsioni emotive mai espresse. mi chiedo se un giorno il genere maschile avrà coscienza dei propri disagi; senza dubbio con il femminismo: arriverà quel momento in cui si parlerà dell'insicurezza data dalla calvizie; poi si affronteranno discorsi che vedono assonanze con la narrazione del corpo femminile degli ultimi anni: che perdere i capelli è normale, che in misura variegata succede all'ottanta percento dei maschi, che nelle pubblicità inizieranno a mettere uomini con capelli accanto a uomini stempiati e calvi. fino a quel momento, vivrò con l'ossessione per i capelli, la prima cosa che noto nelle foto che mi scattano, la cosa che invidio negli adulti che continuano ad averli, e talvolta non riconoscendomi allo specchio, ingigantendo una minuscola stempiatura del tutto normale alla mietà
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therefore-farewell · 6 months
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Penso che le persone dimentichino che una volta che impari a vivere senza di loro, semplicemente non ne hai più bisogno come prima.
Puoi passare giorni senza mandare loro messaggi, non come punizione ma perché non fai più affidamento su di loro come facevi prima.
È il semplice e freddo fatto della vita.
Ho smesso di permettere alle persone di diventare una parte così importante della mia vita, ho dovuto smettere di fare affidamento su alcune persone perché erano solo persone passeggere con cattive intenzioni, che cercavano di ottenere un posto importante nella mia vita.
Mi ci è voluto molto, molto tempo per realizzare l'amara realtà che stavo affrontando.
Alcune persone erano lì solo per il viaggio, altre erano lì solo per i loro secondi fini.
Purtroppo mi ci è voluta un'eternità per capire questo tipo di persone e in che modo poterle distinguere.
Ho sprecato molto del mio tempo cercando di accontentare queste persone, così tanto che ho dimenticato come rendermi felice.
Ora, quando vedo una persona comportarsi in un determinato modo, sterzo così velocemente che è quasi surreale.
Non posso rischiare la mia salute mentale e la mia felicità per cercare di aggiustare gli altri, specialmente quelli che non mi apprezzano o che non vogliono lo stesso per me.
Ci sono alcune persone che trascineranno la loro negatività nella tua vita e si aspettano che tu sia triste con loro.
Ci sono alcune persone che cercheranno di mettere a rischio la tua felicità cercando di piantare i semi del dubbio nella tua testa e, prima che tu te ne accorga, ti ritroverai bloccato in un buco pieno di piante troppo cresciute e cariche di dubbio e insicurezza.
Non tutti gli esseri umani là fuori meritano un posto nella tua vita.
Luoghi così preziosi vanno guadagnati e donati.
Le persone dovrebbero rendersi conto che il tuo cuore include persone importanti e significative per te.
Non è un luogo che ha bisogno di essere inquinato dalla negatività.
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winxwiki · 6 months
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On Iginio Straffi finally catering adult fans
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Napoli Comicon Elisa Rosselli concert
English speaking fans are now discovering this, I guess after the recent New York Comicon panel.
I'm sorry but this has been going for over a year according to italian interviews and events. In fact, to be fair, he always knew about adult fans, he spoke about it in interviews regarding season 8.
He was just convinced they wouldn't be buying merch or watch the cartoon on TV, since auditel data shows that toddlers are the ones watching cartoons in Italy on TV (he's not wrong!). Adults watch stuff in streaming, so that's why he thought Netwinx was a good idea.
Until it wasn't. And then season 8 kind of flopped. Dolls got cancelled, the pandemic happened, merch sales dropped for many reasons. Solely catering to toddlers wasn't a good idea, nor was making something edgy that wasn't really Winx.
Then he had an epiphany or something.
For the 18th anniversary, he said
In 18 anni come sono cambiate le Winx? «Le prime serie avevano un target fra gli 8 e i 12 anni. Con il passare del tempo la crescente offerta di fiction ha attirato i bambini sopra ai dieci anni, relegando i cartoni ai più piccoli e costringendoci ad adattarci a un target 4-9 anni. Ma nella nuova serie a cartoni, che stiamo preparando, torneremo al target originario». We'll be back to the original target audience (8-12 years olds)
And then, in december 2022:
Il lato positivo è proprio quello che ora possiamo pensare di rimettere al centro il vero DNA delle Winx, fatto di magia, trasformazioni... Come ci chiedono anche i fan. Ho fatto un incontro al Milan Games Week & Cartoomics e c'erano migliaia di fan di tutto il mondo, anche per l'elezione del miglior cosplay. Sono rimasto commosso dalla testimonianza di tutte queste ventenni cresciute con le Winx che mi hanno riempito di lettere, dalle parole che mi hanno rivolto. 
Our man Iginio has been going to italian anime conventions, hugging adult fans, doing fans q&a (multiple times), signing autographs and taking photos with cosplayers, as early as late 2022. Telling in interviews how moving it was to see all these adults still into Winx despite everything, happy to see him and ask questions. Milan Games Week, Napoli Comicon, Rimini Comics, he's doing the whole Italy tour.
Look at him! Singing the original opening with fans and posing for the camera!
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Full video from the official channel
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goodbearblind · 2 years
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“Ho contato i miei anni ed ho scoperto che ho meno tempo da vivere da qui in avanti di quanto non ne abbia già vissuto.
Mi sento come quel bambino che ha vinto una confezione di caramelle e le prime le ha mangiate velocemente, ma quando si è accorto che ne rimanevano poche ha iniziato ad assaporarle con calma.
Ormai non ho tempo per riunioni interminabili, dove si discute di statuti, norme, procedure e regole interne, sapendo che non si combinerà niente…
Ormai non ho tempo per sopportare persone assurde che nonostante la loro età anagrafica, non sono cresciute.
Ormai non ho tempo per trattare con la mediocrità. Non voglio esserci in riunioni dove sfilano persone gonfie di ego.
Non tollero i manipolatori e gli opportunisti. Mi danno fastidio gli invidiosi, che cercano di screditare quelli più capaci, per appropriarsi dei loro posti, talenti e risultati.
Odio, se mi capita di assistere, i difetti che genera la lotta per un incarico maestoso. Le persone non discutono di contenuti, a malapena dei titoli.
Il mio tempo è troppo scarso per discutere di titoli.
Voglio l’essenza, la mia anima ha fretta…
Senza troppe caramelle nella confezione…
Voglio vivere accanto a della gente umana, molto umana.
Che sappia sorridere dei propri errori.
Che non si gonfi di vittorie.
Che non si consideri eletta, prima ancora di esserlo.
Che non sfugga alle proprie responsabilità.
Che difenda la dignità umana e che desideri soltanto essere dalla parte della verità e l’onestà.
L’essenziale è ciò che fa sì che la vita valga la pena di essere vissuta.
Voglio circondarmi di gente che sappia arrivare al cuore delle persone…
Gente alla quale i duri colpi della vita, hanno insegnato a crescere con sottili tocchi nell’anima.
Sì… ho fretta… di vivere con intensità, che solo la maturità mi può dare.
Pretendo di non sprecare nemmeno una caramella di quelle che mi rimangono…
Sono sicuro che saranno più squisite di quelle che ho mangiato finora.
Il mio obiettivo è arrivare alla fine soddisfatto e in pace con i miei cari e con la mia coscienza. Spero che anche il tuo lo sia, perché in un modo o nell’altro ci arriverai…”
(MARIO ANDRADE)
#marioandrade
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Diventerò zia e fin da subito con mia sorella abbiamo parlato di questa bimba come di una sorta di creatura aliena che le occupa la pancia. Qualche giorno fa mi ha detto che ha cominciato a sentirla muoversi e fluttuare. Abbiamo emesso in contemporanea un verso tra lo schifato e lo spaventato.
Sono sicura ci sia già un legame enorme tra mia sorella e la sua bimba e che le leghi una tenerezza immensa, ma noi, da brave figlie cresciute in una famiglia di apatici, opprimiamo i sentimenti e li rendiamo tabù.
Sono pronta ad innamorarmi e non lo nasconderò affatto.
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ectopia-cordis · 10 months
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Mamma dice che mi son cresciute le tette ma non ha troppo capito che è perché sono ingrassata
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tortaconspinaciuffa · 5 months
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ieri mentre mia madre cucinava il couscous le ho parlato degli incubi che faccio la notte
e vederla rimanere in silenzio mentre mi guarda con il suo sguardo compassionevole mi spezza il cuore.
mia madre mi ha sempre detto che sono una donna un po' debole, non come insulto ma come verità
io sono sempre stata debole in realtà, alle elementari rimanevo a raccogliere fiori mentre gli altri giocavano e rimanevo vicino alle maestre che mi fissavano impietosite che chiedevano alle bambine di giocare con me
alla cassa se non mi da il resto me ne vado in silenzio, se qualcuno mi dovesse tirare un pugno urlerei per poi mettermi a piangere ma senza reagire.
onestamente non penso che essere deboli sia un difetto, penso che le persone fragili che lo danno a vedere siano solo delle persone cresciute un po' troppo in fretta con le debolezze rimaste incastrate lì tra qualche costola.
le persone deboli sono persone che chiedono di essere amate un po' di più rispetto agli altri perché sono piene di insicurezza
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