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#non assomigliare
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È vero. Siamo fatti per pochi.
Ci si deve assomigliare nel cuore.
È trovare chi non ci fa tante domande, perché ha già capito tutto di noi….♠️
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clacclo · 5 months
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Ci sono voluti quasi 45 anni perché io e mia sorella riuscissimo ad avere un rapporto pacifico, ma ora finalmente riusciamo a parlare tranquillamente di quanto nostra madre sia una manipolatrice seriale e nostro padre sia un depresso anaffettivo.
Se ci penso, trovo miracoloso il fatto che sia io che mia sorella non ci siamo suicidati e non siamo diventati tossicodipendenti! I danni ci sono stati lo stesso, ovviamente, le nostre vite avrebbero preso una strada diversa e ci saremmo affermati nel lavoro se non fossimo stati menomati dell'autostima fin da piccoli, ma poteva andare peggio in fin dei conti...
Faccio questa confessione personale solo per dire che dai genitori di merda si può guarire, basta accettare il fatto che siamo stati vittime di patologie altrui di cui non siamo responsabili e andare avanti per la nostra strada senza cercare il loro consenso né quello altrui.
Non è facile e non è privo di dolore, di errori e di ricadute, ma è l'unica strada percorribile se non vogliamo diventare come le persone che tanto male ci hanno fatto...
L'insegnamento di certi genitori, più spesso di quanto vorremmo, è per negazione: cosa non vogliamo diventare, come non vogliamo comportarci, a chi non vogliamo assomigliare. Prima lo si capisce e meglio è, perché se muoiono prima che ce ne siamo emancipati psicologicamente c'è il serio rischio di prendere il loro posto!
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apropositodime · 1 month
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Cose così
Allora sono vegetariana, scelta che ho fatto tantissimi anni fa.
Non ho mai rotto il cazzo a chi mangia carne(la cucino per i miei figli), di solito sono gli onnivori a spaccare i maroni.
Non ho da dire nulla sui vegani, tranne per qualche caso estremista, che va bene un po'...
Spesso mangio vegano.
Ci sono cose che non capisco e che proprio non mi piacciono, tipo il seitan, sto impasto di farina poi messo a bollire nel brodo vegetale, che dovrebbe poi assomigliare alla carne,della quale prende solo un po' di consistenza,ma il sapore no, anzi ti stai mangiando un blocco di farina, ti stai riempiendo di glutine , va be contenti loro...
Oggi per pura curiosità ho assaggiati il tonno vegano.
5/10
Lo ricorda un po' per via dell'ingrediente che usano i vegani per ricordare il sapore del pesce, l'alga nori.
All'inizio il sapore somiglia agli omogenizzati, anche l'odore😝.
No non mi è piaciuto 😑
Forse con un sughetto al pomodoro e basilico per condirci la pasta. Proverò il restante così, forse.
Non sto giudicando nulla,è solo il mio parere verso un prodotto che non rispecchia i miei gusti.
Rispetto assolutamente le scelte alimentari e non solo delle persone.
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fuoridalcloro · 3 months
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“Mi sforzo, ma non riesco a ricordare. Il tempo procede cosí, a piccole sottrazioni. Ci adattiamo all’assenza, facciamo continui aggiustamenti. Finché non ci accorgiamo di assomigliare di piú a quello che manca che a quello che resta.”
Barbara Frandino - È quello che ti meriti
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dany62 · 3 months
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"Bisognerebbe assomigliare a ciò che si dice, forse non parola per parola ma insomma ci siamo capiti"...
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kon-igi · 4 months
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Ciao Kon. Sono una sanitaria pubblica da molti anni. Sempre più spesso sento il peso di un'organizzazione che pezza ma non risolve, delle responsabilità assolte e liquidate con una pacca sulla spalla. Della stanchezza. Non ho più entusiasmo. So che è il momento d'oro del privato, ma non ho mai creduto alla favoletta del Bengodi, prima gli schiavi erano loro, adesso noi, la ruota prima o poi girerà di nuovo e resteranno sempre i conti da pagare. Certe vicende personali rendono tutto più pesante per il lavoro continuo che devo fare su me stessa. La professione mi ha curata tanto, adesso è come se l'avessi associata al mio malessere e volessi almeno cambiare posto... ma finora oltre a sentirmi dire che sono brava e l'occasione ci sarà, non ho ottenuto alcun miglioramento. Anzi. Sento di poter andare avanti, di essermi almeno allontanata un po'dal baratro della depressione, ma sento sempre addosso le sue dita viscide e l'impasse di non saper decidere cosa potrebbe essere meglio per me professionalmente, come mettere in fila le priorità. Non ti chiedo risposte, solo grazie di ascoltarmi, adesso come altre volte. Grazie.
Sai qual è il tuo errore?
Lo stesso che ho fatto io cioè credere che chi è sopra di te nella struttura piramidale organizzativa si occupi della cura degli altri con le tue stesse motivazioni.
E bada bene che il mio non è un giudizio sul singolo (esisteranno sempre persone ben motivate quanto abietti approfittatori) ma una considerazione sul sistema: più sali nella piramide, più paiono piccole le persone, fino ad assomigliare a numeri tutti uguali... e a volte diversi, quindi meno importanti.
E più sali, più diventano grandi le pressioni che ti fanno e i compromessi a cui devi scendere per evitare che il castello di carte crolli.
Perché il castello di carta, questo castello di carta E' destinato a crollare, senz'ombra di dubbio alcuna.
Da una parte c'è l'inclinazione di molte persone alla cura e all'accudimento (alcuni usano il termine 'missione' ma a me fa schifo perché sottintende abnegazione, sacrificio e troppo spesso annullamento) e poi ci sono quelli che soppesano le scelte con la bilancia del profitto, perché in una società come la nostra questo è il metro di misura che va per la maggiore...
L'utilità.
Prendi un cane non perché sia un membro della tua famiglia ma perché faccia la guardia, studi non per essere migliore della persona che eri ieri ma perché ti eleva nella succitata piramide, aiuti qualcuno non perché si vada avanti tutti assieme ma perché poi lui saldi il suo debito con te, costruisci non per la gioia della creazione ma per competere, ami non per 'sentire' l'altro ma perché l'altro ti ascolti e basta.
Io ho 'risolto' il problema fuggendo, letteralmente, anche solo dalla visione di quella piramide (senza nemmeno interessarmi al posto che avevo in essa) e lavorando in un contesto piccolo, in cima a una montagna e fuori dal mondo.
Detto da altri, avevo tutte le carte in regola per 'fare carriera' e per un po' ho avuto il pensiero e l'illusione che, magari, sulla parte alta della piramide avrei potuto fare qualcosa per cambiare le cose ma vedendo con chi avrei dovuto avere a che fare mi sono reso conto che non avrei avuto le forze fisiche e psichiche e che molto probabilmente sarei dovuto soccombere a quella merda che è la realpolitik.
No, grazie.
Preferisco aiutare e prendermi cura degli altri stando in basso, venendo deriso da colleghi che hanno fatto carriera e portando a casa uno stipendio decisamente modesto ma senza aver abiurato nemmeno per un attimo a quello che mi ero ripromesso tanti anni fa, quando ho cominciato a fare questo mestiere...
Nessuno verrà lasciato indietro.
Ed è faticoso perché le bestemmie te la cavano a forza dal cuore, con i loro sotterfugi, i loro compromessi al ribasso e la loro cecità verso tutto tranne che il guadagno e la gratificazione di un ego gonfio come la vescica di un alcolizzato.
E allora non rimane che aiutare dal basso, ignorando le false lodi da giuda iscariota, continuando per la nostra strada e spesso scegliendo quella che per altri è meno conveniente... ma certe persone non cercano il lustro o la gratificazione fine a se stessa.
Io con l'utilità dettata dagli altri è trent'anni che mi ci pulisco il culo.
Piango chi è andato insieme a chi è rimasto, tendo mille mani alle mille e uno persone che hanno bisogno (perché davvero non li puoi salvare tutti) e nella folla con cui proseguo il cammino verso non so dove mi tengo strette le persone a cui voglio bene.
Quando il castello di carte crollerà, tu sarai lontana e di gran lunga migliore di chi ti maledirà, perché nemmeno allora ti avrà voluto dare ragione.
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scorcidipoesia · 5 months
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Mi sforzo, ma non riesco a ricordare. Il tempo procede cosí, a piccole sottrazioni. Ci adattiamo all’assenza, facciamo continui aggiustamenti. Finché non ci accorgiamo di assomigliare di piú a quello che manca che a quello che resta.
Barbara Frandino
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faiunaparola · 8 months
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Non fare passi falsi per assomigliare a loro: tu puoi spiccare il volo.
Chiara Migliucci
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francescosatanassi · 1 month
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MA INSOMMA, CHE COSA VOLETE?
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“Fallo tu che sei un uomo” è una frase che noi uomini abbiamo sentito spesso e paradossalmente fa parte dell'operazione di distruzione fisica e psicologica operata da noi uomini sulla donna nei secoli. Ciò ha portato alcune donne a pensare di essere inferiori all’uomo. La scarsa autostima è il frutto del successo ottenuto dalla cultura maschilista nel tempo: se la donna riesce in un lavoro “da uomo” il successo viene eccessivamente evidenziato come una sorpresa. Se invece un uomo svolge una mansione che la società attribuisce alle donne, non è un vero uomo, e se non ci riesce diventa una femminuccia. La parola “femmina” viene distorta e utilizzata come insulto. Perciò, per conservare il proprio ruolo di potere, l’uomo vuole mantenere la donna nell’imperfezione: deve assomigliare a un uomo, cioè “avere le palle”, ma non troppo, perché deve “stare al suo posto.” Deve essere meno intelligente per non farlo sfigurare, ma non troppo stupida da farlo vergognare. Deve essere alla mano ma moderna, indipendente ma servizievole, suora ma puttana. La verità è che noi uomini non sapremo mai cosa significa essere una donna, vivere tentando di liberarsi dal mantello di colpe appoggiato dagli uomini e distruggere un pensiero millenario. Oggi è una giornata di consapevolezza e di lotta per tutte e per tutti, e se qualcuno di noi vi chiederà, ancora una volta, “Ma insomma, che cosa volete?” potete rispondere “Diritti, non auguri”, pretendere il pane e anche le rose, o mandarci a ‘fanculo, che va sempre bene.
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limoniacolazione · 5 months
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La persiana della camera da letto è ancora abbassata. Da ieri sono in camicia da notte, una che mi fa assomigliare ad un fantasma vittoriano.
Niente va.
A Guillaume dico: vorrei mettermi nel cestino e poi cliccare su svuota cestino e poi lanciare pure un Cc Cleaner che elimini cache e foto e tutti i ricordi, che ripulisca ogni angolo, che faccia come non sia mai esistita.
Adesso mi alzo, entro nella vasca da bagno e faccio lo sforzo di non affogare.
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forselaluna · 3 months
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“Mi convinsi, all’improvviso, che senza accorgermene avevo intercettato i sentimenti di Lila.
Era impegnata in una lotta misteriosa per distruggere la vita che Stefano voleva inserirle per forza.
Non voleva diventare come le nostre madri, e vicine di casa, e parenti. Parevano aver perso i connotati femminili. Erano state mangiate dal corpo dei mariti, dei padri, dei fratelli a cui finivano per assomigliare.
Cominciava con le gravidanze questa trasformazione? Con il lavoro domestico? Con le mazzate? Dal viso delicato di Lila sarebbe schizzato fuori suo padre? E dal mio corpo, sarebbero emersi i miei genitori?”.
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poesiablog60 · 9 months
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Essere luce,
non riceverla
né contemplarla
e nemmeno diventarla,
essere
luce
perdere nomi
sfilare fatti
tremare nei contorni
sfuocarsi.
Ci provo a non assomigliare
a me, a sventolare.
LIVIA CHANDRA CANDIANI
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frammenti--di--cuore · 9 months
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sto facendo di tutto per cambiare ed essere una persona nuova, la persona che sento di essere e che non sono mai riuscita a far emergere del tutto. Anche a costo di risultare incompresa, non adeguata, quello che volete. Ho la necessità, oggi, di assomigliare sempre di più a quello che sono e mi prendo tutte le conseguenze di ciò. Ma la conseguenza più grande e bella che possa mai accadere, è quella di riconoscermi finalmente, anche a discapito di diventare sconosciuta per il resto del mondo.
zoe, nuova
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filorunsultra · 5 months
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Esperienza, varietà, curriculum, e sentieri battuti
Ogni tanto penso a che tipo di corridore vorrei essere. Continuo a credere che spesso facciamo le gare più per lo status che perché vorremmo facessero parte del nostro cammino. LUT, Western States, UTMB: è come se fosse una lista di gare fondamentali, con accanto una casella da spuntare. Ma sono tutte strade già battute. E se penso ai corridori che mi ispirano non mi vengono in mente grandi nomi dello sport, ma miei amici, spesso quelli col curriculum meno sorprendente. Non mi frega nulla che abbiano corso una lista di gare prestabilita. Con questo non voglio dire che le gare non siano importanti, o che l’esperienza non sia importante: non sei un ultrarunner se non corri ultramaratone, e ci sono ultramaratone più dure e più importanti di altre, non fingiamo che sia tutto uguale, Jurassic Miles non è Wasatch. Ma aver corso certe gare non ci rende automaticamente corridori d’esperienza. Se devo pensare a un corridore di 100 miglia in Italia continua a venirmi in mente sempre e soltanto un nome: Davide Grazielli. Ci sono un sacco di corridori più forti di Davide in Italia, corridori che hanno avuto risultati più importanti, corridori che hanno corso più 100 miglia di lui. Ma nessuno di loro, credo, è un interprete della distanza come lui. Per le gare che ha fatto, per la varietà soprattutto, per il fatto di essere stato tra i primi a correrle, per la maturità con cui le interpretava. Se penso a Davide non penso alle sue Western, a LUT o a UTMB, e non penso a un curriculum sterminato su UltraSignup: penso a una lista di gare relativamente contenuta, ma solida e completa, cucita su di lui. Molti corridori hanno curriculum fatti con lo stampino, Davide no, ha corso gare importanti e famose, e gare piccole che senza di lui nemmeno conosceremmo, e gare corribili e gare dure. Se penso a un corridore a cui, un giorno fra tanti tanti anni, vorrei assomigliare come maturità ed esperienza è Davide. Che non significa fare le gare che ha fatto lui come lui, ma seguire il mio percorso, indipendentemente dalla lista di cose che sembra che tutti debbano fare. Essere un corridore di 100 miglia completo, e stampare un bel tempo in una 100 miglia semi sconosciuta dell'Oregon, sarebbe davvero una figata.
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io-sono-la-tua-favola · 5 months
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Ed è questa la tua vittoria più grande...... non assomigliare per niente a chi ti ha ferito...
📖🌹
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noneun · 1 year
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Era il 21 Novembre quando...
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...decisi di riempire di terra un vasone 100x40 cm per avere in terrazzo qualcosa che potesse assomigliare il più possibile al giardino che non ho. E siccome nel mio ipotetico giardino ci sarebbe sicuramente un laghetto, ecco che ci ho infilato una vaschetta di plastica e due medaka nati nel mio mini pond. Il fil di ferro è ovviamente una protezione anti-gatto, per evitare che il vascone venga usato come lettiera o che i pesci vengano predati (sì, Luna, sto parlando a te).
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Nonostante l'intenzione mai cambiata di lasciar crescere le piante che fossero germogliate spontaneamente, un mese dopo ho deciso di interrare i bulbi di narciso trombone (Narcissus pseudonarcissus) e di Zafferano maggiore (Crocus vernus).
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Due mesi dopo era spuntato solo qualche ciuffetto di centocchio (Stellaria media), complice il freddo che aveva anche congelato parte della superficie del micro-laghetto.
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A fine Febbraio il centocchio aveva già colonizzato quasi tutto lo spazio ed era fiorito, e qualche bulbo aveva iniziato a spuntare.
Ma era solo il preludio all'esplosione di questa prima metà di Marzo:
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I pesciolini vivono tranquilli all'ombra del centocchio, ma l'acqua è un po' torbida. Ho provato ad aggiungere dell'Elodea densa, una pianta acquatica che assorbe nitrati e fosfati e rilascia ossigeno. Spero che inizi a crescere e a fare il suo lavoro.
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