Tumgik
#non mi abbronzo
ecleptica · 2 years
Text
Tumblr media Tumblr media
in realtà sono sul terrazzo di casa ma vorrei vivere al mare
103 notes · View notes
kyda · 6 months
Text
sono ritornata nella fase caratterizzata da profonda passione per quello che studio e allo stesso tempo fastidio per i libri che non posso scegliere di leggere perché li scelgono i prof e vanno portati agli esami e di conseguenza rifiuto per qualsiasi libro cartaceo quando non sono in mood studio e quindi ebook mi salvano la vita perché posso fare la mia cosa preferita ma senza toccare la carta che mi fa pensare che devo studiare. sto leggendo da un paio di giorni, lentamente, prima di dormire, un libro che si chiama what moves the dead perché anche se fuori ci sono tipo 37 gradi e il sole estivo che se esco a stendere i vestiti mi abbronzo, la mia anima percepisce che dovrebbe essere autunno e un po' di inquietudine ci sta e questa lettura mi sta inquietando decisamente (sono più o meno a metà libricino, che appunto è piccolo perché pensare di iniziare un libro più lungo in questo periodo così pieno mi sembrava eccessivo)
14 notes · View notes
mermaidemilystuff · 11 months
Text
Mia nonna, da parte di padre, era nera. Non so che origini, ma una brasiliana nera. Mio padre è nato a São Paulo. Quando sono nata -c'è questo aneddoto divertente che mi piace sempre raccontare- e dovettero darmi a mia madre dopo essere stata nelle cullette le rifilarono una biondina e al "ma questa non è mia figlia!" di mia madre la risposta fu "..ma è rimasta solo quella neretta là". 'Twas me.
Non mi sono mai bruciata a stare sotto il sole, forse arrossata quattro o cinque volte in tutta la mia vita. Se mi abbronzo per bene in estate il segno del costume mi rimane fino all'estate dopo. Con il tempo, crescendo e, soprattutto, avendo sempre meno possibilità e occasioni di stare quasi tutta l'estate sdraiata sotto il sole, mi sono sbiadita. Sì, mi sono sbiadita dio bestia. Ho sempre avuto una pelle un po' colorata, fino alle medie poi non ne parliamo ero bronzea, dopo mi è rimasto un olivastro e da qualche anno sono senza ombra di dubbio e molto tristemente: bianca.
Qualche settimana fa, poi, è successa una cosa per me impensabile. Sono stata in un parco al compleanno di una parente. Okay che mi sono rifiutata di stare nemmeno 5min all'ombra, passi che sono stata sotto il sole dalle 11:30 alle 17, vada anche che la mia pelle l'ultima volta che aveva visto il sole era settembre 2022, fatto sta che nel pomeriggio il mio braccio destro era un gamberetto. Io incredula, tutte le persone preoccupate.
"Ommiodio ti sei bruciata!" Ma no guardi non mi sono mai bruciata dico. "Oioi questo ti farà patire un bel po'!" Ma no guarda credo passerà tra qualche giorno senza troppi problemi. "Se lo sapevo avevo la crema solare dietro!" Crema solare? A maggio!? IN UN PARCO? Iniziano a venirmi i dubbi. Mi vede il mio ragazzo e fa una faccia preoccupata. Io inizio a sudare, ommiodio sono ufficialmente una bianca che si strina stando al sole in qualunque luogo, oh cielo dovrò iniziare a mettermi la crema da aprile a settembre ogniqualvolta esco di casa per non diventare un peperone perenne ma scherziamo.
Dopo due giorni di doposole il rosso è passato, non mi si è levato nemmeno un cm² di pelle a differenza dell'opinione di almeno cinque persone e, al momento, con uno splendido taglio t-shirt manica corta il mio braccio è: ⚫.
27 notes · View notes
orotrasparente · 1 year
Text
se quest’anno non mi abbronzo un po’ potrei tranquillamente buttarmi in un forno a legna di una pizzeria
si mi scusi cottura lenta
10 notes · View notes
ritorneremonoi · 2 years
Text
per quelli che regolarmente mi prendono per il culo per il fatto che sono pallida e non mi abbronzo
scusate amici se devo studiare e non ho tempo per non fare un cazzo e prendere il sole o andare in piscina 🤠
e no , non mi fa piacere sentirmi dire che sembro un vampiro
eh si , sono nobile e voi no.
13 notes · View notes
chris69003 · 2 years
Text
Bongiornooooooo Tumblr..
Oggi niente scappatelle…non disturbami…sono alla spiaggia…mi abbronzo..
Grazie 🖤😎🥰
Tumblr media
2 notes · View notes
emailsiwillnotsend · 8 months
Text
Giorno 42
Neppure le più aspre
oggi mi fa male ogni millimetro dell’anima.
Mi odio così tanto perché sto ancora male, ma almeno siamo lontani e posso elaborare i miei sentimenti. Sono quasi a cento pagine scritte su di te. Nessuna di queste parole, neppure le più aspre, riescono a esaurire quello che sento. Mi sento sempre tanto, ma adesso non trovo un senso. 
Sono stata al mare e ho pensato a tutte le cose che avremmo potuto fare insieme, se fossimo andati al mare io e te. Sai che ogni volta che finisco in mezzo alle onde rido fortissimo? Sai che non so camminare sugli scogli? Sai che mi sono tuffata da uno scoglio per quattro volte, e che per almeno due volte prima di lanciarmi ho pensato a cose dolorose, tipo tu che baci lei? Non so perché lei sia diventata il capro espiatorio di questa storia, però è un volto chiaro che collego al tuo andare con altre persone ed è relativamente facile da gestire. Sai che non mi abbronzo? Nonostante tutti i miei sforzi, non mi abbronzo. Queste cose avrei voluto farle con te. 
Forse quello che mi fa male è arrivare a capire che la cosa che ti fa stare bene è la mia assenza, e non era mai stato così prima. 
Penso che tornerai. Anzi lo so. Certe volte ne ho la certezza. So che tra qualche mese mi scriverai. Magari un mese o due, ma so che lo farai. Altre, sono certa che non ci sentiremo mai più. Sono certa che la nostra ultima interazione sono stati quegli auguri sbiascicati di Buon Compleanno che mi hai scritto all’una di notte. So che eri in giro, ti vedo camminare e pensarci e cercare di capire se scrivermi o no. Ti vedo che decidi che non ti importa e che mi vuoi bene. Ma se prima quel “ti voglio bene” non era abbastanza, adesso è solo questo. È solo che sono una delle persone a cui vuoi bene, anzi forse adesso è anche troppo dirmi che mi vuoi bene. Adesso che non sai a cosa penso, che non dormo, che non so come gestire il mio futuro, che ho tanta ansia e tanta paura di restare qui.
Ti ho appena scritto che non trovo un senso, e invece lo trovo. Il senso è proprio nella sua assenza. Non capivo perché lasciarci quando le cose si stavano semplificando, quando sarei stata vicina, quando ci saremmo potuti conoscere bene, finalmente, nelle nostre vite e non in questa sorta di simulazione creata ad hoc per sopravvivere a 888 km di distanza. Ci saremmo conosciuti bene e avresti visto tutte quelle cose che ti facevano paura. Penso che tu ti sia ingarbugliato a pensare che avresti dovuto dimostrarmi un sacco di cose che non ti avrei mai chiesto di dimostrarmi, anche se avrei dovuto chiederti di farlo. Penso che sfogare queste emozioni sia l’unico modo per riuscire a respirare. 
0 notes
furiesinmyhead · 8 months
Text
cose a caso su di me, cose a caso su Claudja, cose a caso
Claudja è nata il 19 febbraio del 2000, di sabato, e io sono nata il 1 agosto del 1998, anch’io di sabato. Claudja si scrive con la J perché a lei piace di più così. A me e a Claudja piace fare tante cose insieme: andare a fare la spesa, andare al cinema, mangiare, vedere mostre e mercatini, giocare, girare negozi, andare al centro commerciale, stare sul mio letto a guardare video, mangiare cereali. Claudja è più alta di me e i suoi capelli sono sempre di un colore diverso, passa dal fucsia al verde per poi averli blu o viola. Io non mi sono mai tinta i capelli. Ma le dico sempre di volerlo fare e che prima o poi le chiederò di decolorarmeli, anche se un po’ la impaurisce. Ma a me piace che sarebbe una sorta di esperimento di cui mi andrebbe bene fare da cavia. Io non riesco ad addormentarmi nel buio totale, ho sempre bisogno di una lucetta a farmi compagnia. Quando Claudja mangia tende a prendere per prima quello che le piace di meno, e a lasciare per ultimo sul piatto quello che le piace di più. Se mangia la pasta, invece, fa attenzione ad avere sul piatto un numero pari di pennette. O maccheroni. Ma meglio pennette. Rigate, ovviamente. Veste quasi sempre di nero, le piace vestire anche di marrone. Uno dei pochi vestiti colorati che mette è un maglione natalizio oversize con su scritto Merry Kissmass. È rosso e bianco con piccole renne nere. Io non riesco a fare molte cose se nel frattempo non ascolto musica, è una cosa di cui non riesco a fare a meno, l'unica eccezione è quando devo concentrarmi. Amo gli animali più di qualsiasi altra cosa ed è per questo che circa cinque anni fa sono diventata vegana. Claudja è figlia unica, io sono la più piccola di tre figli. Mia sorella è la più grande, poi c'è mio fratello, e poi ci sono io. Io e mia sorella abbiamo sei anni di differenza, io e mio fratello due.
Claudja guida un'Opel Agila color fragola che ha chiamato Amanda, ed entrare nella sua macchina è un po’ come entrare nel suo mondo. La musica che ascoltiamo nella sua macchina può derivare da due fonti: le sue playlist su Spotify o la pen-drive di suo padre, piena di cantautorato italiano. Claudja le conosce tutte. Non gliel'ho mai detto ma mi piace moltissimo sentirla cantare mentre guida. Penso abbia una bellissima voce e anche se mi sento stonata come una campana quando cantiamo insieme per me è sempre un momento bellissimo. Lei studiava canto e pianoforte. Amo i dolci e tutto ciò che ha zucchero, non riuscirei mai a fare colazione o merenda con cibi salati. Io sono decisamente una dog person, mentre Claudja è decisamente una cat person. Ma a entrambe piacciono molto sia i cani sia i gatti. Claudja è allergica alla carne di maiale, intollerante al lattosio e ha una leggera intolleranza alla soia. Le sue verdure preferite sono i broccoli, le zucchine e i fagiolini. Non le piacciono invece le melanzane e i peperoni. Claudja ha gli occhi marroni, io verdi. Quando mangio cibi liquidi uso sempre il cucchiaio piccolo, mi piacciono i film e i videogiochi di azione e amo la pioggia. Preferisco le luci calde a quelle fredde e mi fanno paura i rumori forti. Quando Claudja fa la spesa non prende i carrelli o carrellini, mette tutto nelle sue borse del supermercato, e quando posa la spesa nel portabagagli separa le cose fresche nella busta da frigo da tutto il resto.
D’estate quando prendo il sole mi escono tante lentiggini sul viso e sulle spalle, e spesso dopo una giornata di mare mi scotto. A me piace il fatto che d’estate non mi abbronzo ma divento rossa. A Claudja no, lei preferisce rimanere bianca. Non mi è mai piaciuto il formaggio e spesso l’odore mi disgusta. Claudja ha le dita lunghe e le gambe lunghe, porta il septum e mi piacciono un sacco i suoi denti e le sue labbra. Quando sorride, a volte, le si arriccia leggermente il labbro superiore e posso giurare che sembri avere il muso di un gattino rilassato, compiaciuto. Sia io sia Claudja portiamo gli occhiali. Lei ci ha messo un pochino per decidere di metterli sempre. Quando l'ho conosciuta li portava solo in casa. Fuma Golden Virginia Verde, io ogni tanto le Philip Morris azzurre. Ho una cicatrice sul mento da quella volta alla scuola materna in cui sono caduta su un rametto mentre correvo. A Claudja piacciono i videogiochi di enigmistica e logica, ha fatto indigestione di giochi rompicapo Professor Layton, ma ama giocare a The Sims (come me) e probabilmente il suo gioco preferito è Animal Crossing. Li conosce tutti. Tranne l’ultimo. Ma ci stiamo lavorando.
Io sono molto impacciata e ho sempre la testa fra le nuvole. Non so e non conosco molte cose, ma Claudja sì. Non so come faccia. Per me è sbalorditiva la quantità di cose che conosce, da fun facts casuali al funzionamento dettagliato di marchingegni specifici. Mi sento molto stupida ma mi piace un sacco che sia lei a spiegarmi le cose. Ogni volta che glielo dico sembra che le stia facendo complimenti gratuiti solo per gentilezza, ma io penso che sia una delle persone più brillanti che conosca. Non solo a livello accademico (al suo primissimo test d’ingresso per l’Università prese il punteggio più alto, ha un C1 in inglese, ha la media del 30 in Accademia e si impegna per assicurarsi la lode agli esami, prese la patente in poco tempo e una volta per un Ferragosto fece più di 50km da neopatentata) ma anche a livello individuale, personale. Non è una secchiona, non le interessa eccellere per apparire brava, in realtà non gliene frega più di tanto. Ha semplicemente un’immensa curiosità nei confronti del mondo in generale, quasi insaziabile. E pensa che sia un po’ questa la bellezza, o quel che muove il mondo. Quando ci conoscevamo da poco mi chiedeva sempre il perché di tutto. Io non ero abituata a dare spiegazioni, ma mi sono accorta che non ero abituata neanche ad averle. Questa cosa mi affascinava tantissimo, ero convinta di essere forse fin troppo consapevole di me stessa, e adesso mi ritrovavo a riflettere su cose banali da un punto di vista che non avevo mai preso in considerazione. Non erano pensieri pesanti, non mi arrovellavo il cervello alla ricerca di un motivo per ogni cosa. Se riuscivo a trovare una risposta andava bene qualunque fosse, altrimenti se non arrivava le dicevo (e mi dicevo) “perché è così”, ed entrambe ce la facevamo andar bene! In ogni caso, suppongo che il suo fosse un modo per conoscermi meglio. Intuivo che da parte di entrambe ci fosse la voglia di conoscere sempre più l’una dell’altra.
Mi danno fastidio le luci artificiali durante il giorno, e fino a qualche anno fa mi mangiavo le unghie. Sono decisamente una persona più notturna che mattiniera, riesco a essere molto più produttiva di notte che di giorno. Penso che l’ananas sulla pizza non starebbe male e la mia festività preferita è Halloween. A volte penso che l’unica cosa che potrebbe farmi star meglio quando sono triste sarebbe imbracciare una chitarra acustica, poggiarci la guancia e suonarmi una canzone calma. Ma non so suonare la chitarra. Vorrei imparare a suonare qualche strumento, prima di tutto la batteria. Mi gasa da morire. E poi la chitarra. Mi piace un sacco leggere le trame dei film subito dopo averli visti. Non lo so, lo trovo soddisfacente. E amo passare dalla finestra e notare le persone nei palazzi di fronte mentre fanno qualcosa nella loro casa, che sembra una scatoletta vista da lontano. Mi dà l'impressione di guardare delle api operaie impegnate nel loro compito. Ma mi piace di più scorgere le persone nei momenti in cui non sono altro che esseri umani. Tipo l'altra volta ero in balcone e riuscivo a vedere qualcuno in accappatoio e con l'asciugamano in testa che ballava e cantava. Claudja conosce benissimo Catania ed è affascinata dai beni culturali e in generale da ogni forma d'arte. Da piccola voleva fare la stilista di moda, poi la guida turistica, e adesso studia cinema. Non condivido i suoi stessi gusti musicali ma è grazie a lei se conosco alcune delle mie canzoni preferite di sempre. Ce ne sono tante che nella mia testa definisco un po’ “canzoni nostre”. Ricordo perfettamente la prima volta che mi fece ascoltare Le Rane dei Baustelle, Mancarsi dei Coma_Cose, Let’s Go to Bed dei Cure, Cymbaline dei Pink Floyd, e chissà quante altre. Mia dei Meganoidi. Sparami dei Pop x. Vero degli Amor Fou! Quanto cazzo è bella quella canzone. L'unica insalata che le piace è l'iceberg, ama i pomodori (soprattutto i cuori di bue) e il succo di frutta mela e banana del Lidl. Sempre del Lidl anche le Pringles fake e i cornetti al formaggio. E il cioccolato al sale marino. Il seitan hmm… era meglio la ricetta vecchia.
Beve tantissima acqua ogni giorno e mi ricorda sempre di fare lo stesso. Mi chiede ogni giorno come ho dormito e se ho mangiato. Il suo dolce preferito dal bar vegano è la tortina con gli Oreo. Claudja non ama i dolci alla frutta. Né le torte, né i gelati. E non le piacciono le crostate. Sa perché il gusto della banana artificiale è così diverso dal frutto vero e proprio e sa anche come cambiare uno pneumatico. “Non è che prendi la patente e basta, non devi fare nient’altro, devi saper fare tutto”. Claudja è abituata a fare tutto. E a fare tutto da sola. A volte quando andiamo a fare la spesa l’aiuto a imbustare le cose e lei mi lancia occhiatacce e mi dice “che fai, lascia stare”. O quando arriviamo a casa sua con la macchina e andiamo in garage, io scendo e apro il portabagagli per prendere le buste e lasciarla parcheggiare, e sento i suoni ovattati di lei dentro la macchina che fa versi scemi. Prima mi dispiaceva che lei fosse abituata a fare tutto da sola, e mi impegnavo per farle capire che va bene chiedere aiuto, che verrebbe aiutata volentieri. Volevo che mi permettesse di aiutarla. Ma adesso so che era una cosa un po’ egoistica da parte mia, e che in realtà va bene se preferisce fare le cose da sola. È la normalità, è sempre stato così per lei. Al supermercato ho smesso di aiutarla a imbustare la spesa, e non faccio niente che non mi chiede di fare. Il che rende speciali quei rari momenti in cui lo fa. I suoi gusti di gelato preferiti sono zuppa inglese e cookies. Anche stracciatella, a volte. Le piace il cioccolato ma solo se è fondente. Né io né lei amiamo la pizza, preferiamo entrambe la pasta. Quando leggo un libro e trovo un passaggio che mi colpisce lo sottolineo con la matita, e mi piace scrivere in alto a destra sulle prime pagine di un libro il mio nome e la data in cui l’ho acquistato o ricevuto. Sia a me che a Claudja piace molto l’usato. Le piacerebbe tanto, in un ipotetico futuro, se aprisse un mercatino second-hand. Le piace che un oggetto possa contenere più storie e che non si limiti ad avere un’unica vita, breve o lunga che sia. Spesso quando mi annoio mi faccio la ceretta. E mi piace guardare qualcosa di leggero mentre la faccio. Ci sono alcune serie tv che guardo soltanto quando sono impegnata a farla. Tipo Friends, o Easy Girl, o One Day at a Time. Avevo cominciato Please Like Me e Derry Girls.
Quando dici “grazie” a Claudja, lei ama rispondere dicendo “no! grazie a te!”. A me fanno ridere: le cadute, Le follie dell'imperatore, la gente che si spaventa, Brittany Broski, Takeshi’s Castle, Raven, Maccio Capatonda, altro che non mi viene in mente. A Claudja fanno ridere: i giochi di parole, la faccia della gente quando urla, quel video del rutto in chiesa, i vines, cose random e stupide dette in momenti random, Maccio Capatonda, Le follie dell'imperatore, altro che non mi viene in mente. Né io né Claudja abbiamo una religione vera e propria, ma se c'è qualcosa di trascendentale in cui crede è l'energia. Delle cose, delle persone, della vita in generale. Energia che passa un po’ attraverso tutto e non ha regole precise, si manifesta in mille modi diversi, alcuni più palesi di altri. Non ci piacciono le spiagge con la sabbia, preferiamo i ciottoli, e Claudja odia le cose al gusto di menta. Non beve bibite gassate, e se fosse un animale sarebbe una gatta calico. Io probabilmente un panda un po’ rincoglionito. Da bambina ha mandato a fanculo una maestra. Questa storia mi fa sempre ridere un sacco. Claudja ama i giochi da tavolo e preferisce l'argento all'oro, il tè freddo alla pesca, ma il tè caldo non le piace. Neanche a me (quanto vorrei mi piacesse!). Non le piacciono le mele e va matta per i muffin, le crocchette e le donuts.
Aggiornerò questo post ogni volta che vorrò pensare a cose a caso.
28/08/2023
1 note · View note
iamsamuele · 9 months
Text
Sono stato al mare, in vacanza per 7 giorni, e non c’è stato un giorno che sia passato senza pensarti.
Nonostante io ti avessi teso la mano un’altra volta, tu hai deciso di respingerla facendomi credere il contrario.
Ti ho pensata tutti questi giorni perché tante cose mi hanno ricordato te
Ti ho pensata perche queste cose mi sarebbe piaciuto farle con te, dalla prima all’ultima.
Perché mi sarei goduto la tua voglia di vivere del quale sono innamorato perso, perché mi sarei goduto le chiacchierate sul terrazzo dell’hotel a parlare del più e del meno. Io ad ascoltare te e tu ad ascoltare me.
Mi sarei goduto te con i capelli bagnati uscire dal mare, il tuo “mi metto al sole almeno mi abbronzo”.
Non nego che mi manchi perché sarebbe la cazzata più grande mai detta, mi manchi da impazzire tanto da starci male
Mi hai fatto male ancora, nonostante io sperassi che la situazione sarebbe potuta migliorare, ma hai preferito mettere da parte me, per un’altra persona, per qualcos’altro da fare
Io ripeto ci ho provato tantissimo, ho messo da parte quel poco di orgoglio che ho perché tengo più a te che a me, dopo tutto quello che è successo non sarei dovuto tornare io
E ora mi hai dato motivo di non farlo più, per davvero.
Ti voglio un bene inimmaginabile, è infinito.
Però ho imparato a staccarmi dalle persone, sono diventato bravo sai? Lo avrai notato se ti interessasse un po’. E per come ti conoscevo prima non mi avresti mai fatto andar via.
Vuol dire che hai motivo per farlo ora invece.
Lo accetto. Ma nel momento in cui dovessi tornare, io non mi dimenticherò il come e il perché te ne sei andata.
Va bene essere attratto da una persona, ma una volta giocato con i sentimenti, Samuele rimane deluso in modo indelebile.
Mi spiace, ma ti voglio bene
0 notes
Text
Da domani sto al sole da quando sorge a quando cala, voglio vedere se ancora non mi abbronzo
1 note · View note
Text
ㅤㅤDohyun giustifica il suo insuccesso con le donne con tre motivi: il corpo gracile che sembra non abbia ancora sviluppato, nonostante i suoi trentacinque anni; il suo stacanovismo; la ragione dietro al suo stacanovismo, vale a dire la moglie straniera del padrone di casa.
ㅤㅤSarebbe errato dire sia caduto vittima dell’espressione deliziata della signora Innessa quando assaggia uno dei suoi piatti, o delle dita morbide che gli pizzicano l’avambraccio nell’attirare la sua attenzione per domandargli se si prepari così un Moscow Mule. È solo fisiologico che ogni uomo eterosessuale, prima o poi, a furia di vedersi sfilare d’innanzi gli occhi quelle gambe chilometriche, si interroghi sulla sensazione dell’averle strette attorno ai fianchi. È solo naturale, ancora, che ogni uomo romantico come lui, prima o poi, a furia di imbattersi nei suoi occhi vuoti, fantastichi su tutti i modi possibili per renderla felice fino all’ultimo dei giorni spesi insieme.
ㅤㅤ“Innessa dovrà essere stesa a terra. Dietro di lei voglio che ci sia un leone. Io sarò qui, in piedi, e dovrai lasciare uno spazio vuoto a quest’altezza in modo tale da riempierlo quando nascerà nostro figlio. Voglio che il messaggio sia chiaro: le donne come pilastro della famiglia, pertanto in basso, con l’uomo che abbraccia la novità e benedice il futuro tenendo in braccio l’erede. Il leone sottolinea il ruggito della nostra dinastia, ma vorrei che al mio fianco apparisse quieto, domato. Chiaramente.”
ㅤㅤIl signor Byunghun, per cui lavora da due anni, gli ha fatto firmare un patto di riservatezza prima di assumerlo: peggio della bancarotta che rovinerebbe lui e la sua famiglia nella mancata adempienza, ci sono solo tutte le occasioni in cui lo ha visto sfilarsi gli onnipresenti guanti neri e sporcarsi le mani. Lo fanno sembrare un maestro d’orchestra mentre gestisce la scenografia per l’ennesimo ritratto che li vede come protagonisti: sostituirà quello appeso nella sala principale. Anche il pittore è sempre lo stesso, un uomo dai capelli brizzolati e l’aspetto da bohemien francese. Sono amanti: li ha visti unirsi nella piscina al suo terzo giorno di lavoro, dalle porte scorrevoli di vetro della cucina; gli erano tremate le labbra al punto che, all’arrivo di Innessa, quasi sembrava essere stato lui ad averla tradita. Non era nemmeno riuscito a salutarla nel suo balbettare confuso. Ma lei aveva lanciato loro un’occhiata, riempito un bicchiere di succo all’ananas e, augurandogli una buona giornata, si era lasciata rapire nuovamente dal piano di sopra.
ㅤㅤLa cucina è il punto di comando della mansione: garantisce un’ottima visuale sulla piscina, che declina nell’entrata esterna del seminterrato, e regala un ampio scorcio sulla sala principale, dove ora il signor Yongjun abbozza su tela l’imperscrutabilità di entrambi i volti.
ㅤㅤ“Byunghun, tesoro, allora… Hai parlato a Yongjun di Sharm El Sheikh?”
ㅤㅤNonostante l’abbia vista saltellare nuda per casa infinite volte, e altrettante infinite volte a malapena coperta dal bikini, la scollatura vertiginosa del tubino rosso fa girare la testa a Dohyun, che non capisce come possa lasciare impassibile il signor Byunghun. Ma lui è impassibile sempre, anche quando sceglie di usare il tavolo della sala da pranzo come nido d’amore con uno dei suoi innumerevoli amanti.
ㅤㅤ“Sharm El Sheikh?”
ㅤㅤ“Innessa vuole andare in Egitto.”
ㅤㅤ“Con me?”
ㅤㅤ“Con noi.”
ㅤㅤÈ intollerabile la fermezza con cui il signor Byunghun riveste di idiozia ogni idea di Innessa. Dohyun lavorerebbe in altre dieci case pur di accontentare ogni capriccio di quella donna, ma il suo sguardo acquista di senso solo quando afferra quello fuggevole del marito e, solo in quell’istante, la sua infinita coda di cavallo smette di agitarsi come quella dei gatti quando sono infastiditi.
ㅤㅤ“Ho voglia di prendere il sole con i due uomini più importanti della mia vita. Ho immaginato questa scena in cui io mi abbronzo nuda, Yongjun mi dipinge con le piramidi in lontananza e Byunghun recita ad alta voce le poesie di…”
ㅤㅤ“Ci vuole con lei solo perché non può lasciare il paese senza il mio permesso.”
ㅤㅤIl pittore è spettatore quanto lo è Dohyun, ed entrambi assistono al volto di Innessa trasfigurarsi. È talmente veloce a sollevarsi che quasi non sembra stia in equilibrio su tacchi spropositati, e a discapito della rabbia che le persevera addosso, l’accento dell’Est si rende protagonista sibilando basso, un’anomala lentezza incide le parole: “Non è vero. Smettila di mettere in dubbio ogni cosa che faccio. È così difficile da credere che io voglia stare con voi?”
ㅤㅤ“Siediti.” Innessa rimane ferma dov’è. “Non farmi ripetere.”
ㅤㅤDohyun non ha mai visto Innessa disobbedire al signor Byunghun, ma si è reso spesso spettatore delle unghie affilate che sventrano i suoi stessi palmi. L’immagine è sempre la stessa, e sempre gli stessi sono il vermiglio del vestito di lei, il velluto nero dei guanti di lui, l’argento della barba del pittore.
ㅤㅤ“Ti sto chiedendo una cosa. Altrimenti mandami da sola. O con Yongjun, io e—”
ㅤㅤ“Non ti darò l’occasione di fare la puttana in Egitto: te ne rimane ancora qualcuno da scoparti qui a Seoul. Pochi, ma ce ne sono. Devi restare dove posso controllarti. Ora siediti.”
ㅤㅤSe non fosse inetto al punto da ritornare con gli occhi sulla carne da disossare ad ogni tuono della voce del signore, Dohyun lascerebbe la cucina e gli direbbe che Innessa si intrattiene con altre persone solo perché quell’uomo non le dà le attenzioni che merita. Se lei stesse con lui, per esempio, non avrebbe bisogno di guardare altri. Le iridi gli tremano quando torna a spiare la scena.
ㅤ���“Quando ti comporti da marito geloso io non ti capisco.”
ㅤㅤ“Quindi sei sciocca al punto da pensarti degna della mia gelosia.”
ㅤㅤÈ quasi disarmante la sfrontatezza con cui lei gli poggia il ventre sulla punta del pugnale e avanzi per sentirla sprofondare nella carne: “Perché no?”
ㅤㅤByunghun non distoglie lo sguardo da quello del pittore, e non perché cerchi in lui un qualche tipo di consenso, bensì per offrirgli il profilo migliore da immortalare: “Sarebbe difficile per chiunque essere geloso di una tossica borderline come te, mia cara Innessa.”
ㅤㅤGli occhi di Dohyun si incollano alla carne cruda ancor prima che il ticchettio frenetico prologhi l’avventarsi indiavolato di Innessa in cucina; non è coraggioso abbastanza da voltarsi e imbattersi nell’affannarsi feroce della sua bocca, un tirare su col naso che starà di certo scuotendo l’armonia della sua schiena, “Preparami qualcosa da bere,” la voce spezzata, qualcosa che striscia su una superficie, di sottofondo l’alternarsi furente del pittore e quello atono del signore.
ㅤㅤ“L’hai fatta piangere, spero tu ti senta realizzato.”
ㅤㅤ“Innessa non sa piangere. Vuole solo che tu vada da lei a consolarla e torni da me per convincermi a partire.”
ㅤㅤ“Perché devi trattarla sempre così, Byunghun?”
ㅤㅤ“Lei stessa avrebbe ucciso per ottenere quello che ha adesso. Tu sbagli a volerla trattare come se fosse nostra figlia. Non è Duna, mettitelo in testa.”
ㅤㅤDohyun si sente un po’ meno codardo quando si volta per recuperare la bottiglia di rum nello scaffale sopra il frigorifero, tuttavia si sente meschino per lo sfrontato desiderio di imbattersi nelle lacrime di Innessa, che nessuno ha mai visto segnarle le guance. Ha giusto il tempo di vederla sfregarsi il naso, la carta di credito abbandonata vicino al telefono con lo schermo rivolto l’alto, che lei scivola in veranda e si fa inghiottire dall’oscurità del seminterrato. Per alcuni minuti, tutto tace. Il pittore non dice nulla, Byunghun nemmeno, di Innessa nessuna traccia. È una quiete strana, l’atmosfera si addensa e sulla pelle diventa viscosità appiccicosa. La melodia delle sue scarpe appuntite la annuncia nuovamente, seguitata da uno sparo e l’infrangersi di un vetro. Dal cielo cadono lame appuntite come fossero pioggia. Dohyun si afferra il polso con la mancina mentre cerca di centrare il fondo del bicchiere, il corpo aggredito da una paura familiare.
ㅤㅤ“Ma che cazzo, Innessa!” Il grido del pittore non ha nessun effetto sulla furia russa dall’infinita chioma corvina, che chiude un occhio, fucile inforcato sotto al braccio, e si sfoga sulle finestre del secondo piano. “Byunghun, dille qualcosa! Cazzo! Potrebbe colpire qualcuno!”
Deglutire è difficile, Dohyun pecca di salivazione. Il cartone del succo all’ananas è instabile tra le sue dita.
ㅤㅤ“Lascia pure che si sfoghi, Yongjun. Le fa bene. A non farle bene sarebbe cedere al suo intento solito di attirare l'attenzione. In ogni caso, il mondo non si stravolgerebbe se venisse a mancare uno dei nostri domestici.”
ㅤㅤMentre altri due colpi risuonano secchi nell’aria, Dohyun strizza gli occhi e aspetta che tutto questo finisca. Non è la prima volta che capita. Ha il suo epilogo sempre dopo un paio di minuti, qualche urlo, l’indifferenza imperiosa del marito e la fuga di sua moglie. Quando Innessa lancia il fucile davanti alle ampie vetrate della cucina, non può fare a meno di accostarla ad un gatto che regala al padrone il cadavere di una lucertola sullo zerbino. C’è ancora silenzio. E sebbene si senta uno smidollato mentre shakera la Piña Colada più buona che abbia mai preparato, il culmine dell’idiozia risiede nella genuinità del suo sorriso che si forma raggiungendo la sua signora nell’altra sponda della piscina. Sembra abbia messo distanza di sicurezza tra lei e la cattiveria di Byunghun. La trova in equilibrio sui talloni, le dita immerse nell’acqua, i capelli come una cascata corvina sulla schiena.
ㅤㅤ“S-Signora, il vostro…”
ㅤㅤ“Oh, tesoro. Grazie.”
ㅤㅤLei si alza, lo supera di una ventina di centimetri, ha le pupille dilatate e un sorriso rosso che gli fa incendiare il bassoventre. Non l’ha mai guardato come… Non l’ha mai guardato e basta, Innessa, ché una come lei non si preoccuperebbe nemmeno di ricordarsi come si chiama anche dopo dieci volte averle ripetuto il proprio nome. Dohyun deglutisce, è solenne mentre le porge il bicchiere, che lei afferra e distrugge lanciandolo distrattamente verso le carcasse delle finestre. Lo inchioda sul posto il suo ancheggiare felino, il profilo delle unghie aguzze rischia di graffiargli uno zigomo quando gli piombano in volto, le labbra cremisi di lei lo distraggono dall’incavo dei seni, è un patetico farfugliare l’unica difesa che innalza.
ㅤㅤ“Signora, cosa…”
ㅤㅤ“Scommetto che te lo sei menato innumerevoli volte immaginando a come sarebbe scoparsi la moglie di Jung Byunghun.”
ㅤㅤDohyun non può rispondere. Il suo corpo non reagisce, è rigido, il sangue affluisce dappertutto come se gli organi stessero per implodergli da un momento all’altro. Prova a raffazzonare una risposta, recupera lettere a caso che non costruiscono nessuna proposizione funzionale, solo gli occhi scattano e si assicurano che nessuno li stia osservando dalla cucina, non muove nemmeno il collo.
ㅤㅤ“Ti sarai chiesto quanto bene lo possa succhiare una puttana russa per arrivare fino a qui. O mi sbaglio, tesoro?”
ㅤㅤSi sbaglia—Non si sbaglia, se l’è chiesto così tante volte da aver dimenticato la prima volta in cui l’ha pensato, eppure prova a scuotere la testa, ci prova davvero, ma la mano di Innessa gli striscia tra le cosce e Dohyun si lascia andare allo squittio più ridicolo che abbia mai sentito. Non è in grado nemmeno di imbarazzarsi. Innessa arcua un sopracciglio e gli sorride, “Immagino sia arrivato il momento di risponderti,” e prima che possa fare qualsiasi cosa, dire di no (dire di no?), lei si inginocchia, gli sbottona i pantaloni, è tutto un dita che si inerpicano sotto la stoffa e labbra che schioccano contro la pelle. Le mani di Dohyun restano contratte nell’aria come se toccarla significasse far scomparire in una nuvola di fumo l’illusione, e sembra che quei venti secondi di estasi durino venti minuti, con lei che lo guarda dal basso e se lo porta sulla lingua. Ma i suoi occhi smettono di cercare i propri, Dohyun segue la direzione del suo sguardo non prima di aver colto il capriccio di un ghigno insidiarsi sulla mascella affilata. Il momento in cui il calore della bocca di Innessa lo travolge coincide con l’orgasmo schifosamente rapido che gli inarca la schiena, ma anche col sollevarsi del dito medio di Innessa verso la veranda, infine col raccogliere da terra il fucile di un Byunghun apparentemente lontano, che lo inforca sotto all’ascella e strizza un occhio per centrargli il volto.
Finalmente, le dita di Dohyun trovano conforto nella lunga coda di Innessa.
ㅤㅤ
ㅤㅤ
ㅤㅤ(“Innessa, cosa diavolo stai facendo?”
ㅤㅤByunghun solleva lo sguardo dal proprio libro per osservare l’interazione tra sua moglie e l’uomo che ama. Innessa ha la bocca spalancata e conta la quantità da versarsi sulla lingua alzando dito dopo dito, il contagocce dello Xanax pende sul viso come la lama di un boia.
ㅤㅤ“Tesoro, ma secondo te riesco a resistere diciassette ore di viaggio con voi due? Io dormo, voi potete anche scoparvi a vicenda tutto il tempo.”
ㅤㅤL’intimità del jet privato si lascia colmare da una lontana melodia jazz, che accompagna Byunghun inginocchiato davanti al sedile di Innessa. Le appoggia gli avambracci sulle cosce, lei lo guarda col sorriso da mocciosa che lo ha fatto infatuare quel dì a San Pietroburgo.
ㅤㅤ“Sei contenta, mia cara?”
ㅤㅤ“Sarà una delle settimane più belle della mia vita.”
ㅤㅤRecupera dalle dita affusolate di sua moglie la bottiglietta di Xanax, vi infila il contagocce, lo ricarica. Yongjun sta trovando certamente tenero il modo in cui lei gli accarezza i capelli. “Apri la bocca: quelle che hai preso non bastano per diciassette ore.”)
0 notes
sfondami-il-cuore · 1 year
Text
ㅤㅤDohyun giustifica il suo insuccesso con le donne con tre motivi: il corpo gracile che sembra non abbia ancora sviluppato, nonostante i suoi trentacinque anni; il suo stacanovismo; la ragione dietro al suo stacanovismo, vale a dire la moglie straniera del padrone di casa.
ㅤㅤSarebbe errato dire sia caduto vittima dell’espressione deliziata della signora Innessa quando assaggia uno dei suoi piatti, o delle dita morbide che gli pizzicano l’avambraccio nell’attirare la sua attenzione per domandargli se si prepari così un Moscow Mule. È solo fisiologico che ogni uomo eterosessuale, prima o poi, a furia di vedersi sfilare d’innanzi gli occhi quelle gambe chilometriche, si interroghi sulla sensazione dell’averle strette attorno ai fianchi. È solo naturale, ancora, che ogni uomo romantico come lui, prima o poi, a furia di imbattersi nei suoi occhi vuoti, fantastichi su tutti i modi possibili per renderla felice fino all’ultimo dei giorni spesi insieme.
ㅤㅤ“Innessa dovrà essere stesa a terra. Dietro di lei voglio che ci sia un leone. Io sarò qui, in piedi, e dovrai lasciare uno spazio vuoto a quest’altezza in modo tale da riempierlo quando nascerà nostro figlio. Voglio che il messaggio sia chiaro: le donne come pilastro della famiglia, pertanto in basso, con l’uomo che abbraccia la novità e benedice il futuro tenendo in braccio l’erede. Il leone sottolinea il ruggito della nostra dinastia, ma vorrei che al mio fianco apparisse quieto, domato. Chiaramente.”
ㅤㅤIl signor Byunghun, per cui lavora da due anni, gli ha fatto firmare un patto di riservatezza prima di assumerlo: peggio della bancarotta che rovinerebbe lui e la sua famiglia nella mancata adempienza, ci sono solo tutte le occasioni in cui lo ha visto sfilarsi gli onnipresenti guanti neri e sporcarsi le mani. Lo fanno sembrare un maestro d’orchestra mentre gestisce la scenografia per l’ennesimo ritratto che li vede come protagonisti: sostituirà quello appeso nella sala principale. Anche il pittore è sempre lo stesso, un uomo dai capelli brizzolati e l’aspetto da bohemien francese. Sono amanti: li ha visti unirsi nella piscina al suo terzo giorno di lavoro, dalle porte scorrevoli di vetro della cucina; gli erano tremate le labbra al punto che, all’arrivo di Innessa, quasi sembrava essere stato lui ad averla tradita. Non era nemmeno riuscito a salutarla nel suo balbettare confuso. Ma lei aveva lanciato loro un’occhiata, riempito un bicchiere di succo all’ananas e, augurandogli una buona giornata, si era lasciata rapire nuovamente dal piano di sopra.
ㅤㅤLa cucina è il punto di comando della mansione: garantisce un’ottima visuale sulla piscina, che declina nell’entrata esterna del seminterrato, e regala un ampio scorcio sulla sala principale, dove ora il signor Yongjun abbozza su tela l’imperscrutabilità di entrambi i volti.
ㅤㅤ“Byunghun, tesoro, allora… Hai parlato a Yongjun di Sharm El Sheikh?”
ㅤㅤNonostante l’abbia vista saltellare nuda per casa infinite volte, e altrettante infinite volte a malapena coperta dal bikini, la scollatura vertiginosa del tubino rosso fa girare la testa a Dohyun, che non capisce come possa lasciare impassibile il signor Byunghun. Ma lui è impassibile sempre, anche quando sceglie di usare il tavolo della sala da pranzo come nido d’amore con uno dei suoi innumerevoli amanti.
ㅤㅤ“Sharm El Sheikh?”
ㅤㅤ“Innessa vuole andare in Egitto.”
ㅤㅤ“Con me?”
ㅤㅤ“Con noi.”
ㅤㅤÈ intollerabile la fermezza con cui il signor Byunghun riveste di idiozia ogni idea di Innessa. Dohyun lavorerebbe in altre dieci case pur di accontentare ogni capriccio di quella donna, ma il suo sguardo acquista di senso solo quando afferra quello fuggevole del marito e, solo in quell’istante, la sua infinita coda di cavallo smette di agitarsi come quella dei gatti quando sono infastiditi.
ㅤㅤ“Ho voglia di prendere il sole con i due uomini più importanti della mia vita. Ho immaginato questa scena in cui io mi abbronzo nuda, Yongjun mi dipinge con le piramidi in lontananza e Byunghun recita ad alta voce le poesie di…”
ㅤㅤ“Ci vuole con lei solo perché non può lasciare il paese senza il mio permesso.”
ㅤㅤIl pittore è spettatore quanto lo è Dohyun, ed entrambi assistono al volto di Innessa trasfigurarsi. È talmente veloce a sollevarsi che quasi non sembra stia in equilibrio su tacchi spropositati, e a discapito della rabbia che le persevera addosso, l’accento dell’Est si rende protagonista sibilando basso, un’anomala lentezza incide le parole: “Non è vero. Smettila di mettere in dubbio ogni cosa che faccio. È così difficile da credere che io voglia stare con voi?”
ㅤㅤ“Siediti.” Innessa rimane ferma dov’è. “Non farmi ripetere.”
ㅤㅤDohyun non ha mai visto Innessa disobbedire al signor Byunghun, ma si è reso spesso spettatore delle unghie affilate che sventrano i suoi stessi palmi. L’immagine è sempre la stessa, e sempre gli stessi sono il vermiglio del vestito di lei, il velluto nero dei guanti di lui, l’argento della barba del pittore.
ㅤㅤ“Ti sto chiedendo una cosa. Altrimenti mandami da sola. O con Yongjun, io e—”
ㅤㅤ“Non ti darò l’occasione di fare la puttana in Egitto: te ne rimane ancora qualcuno da scoparti qui a Seoul. Pochi, ma ce ne sono. Devi restare dove posso controllarti. Ora siediti.”
ㅤㅤSe non fosse inetto al punto da ritornare con gli occhi sulla carne da disossare ad ogni tuono della voce del signore, Dohyun lascerebbe la cucina e gli direbbe che Innessa si intrattiene con altre persone solo perché quell’uomo non le dà le attenzioni che merita. Se lei stesse con lui, per esempio, non avrebbe bisogno di guardare altri. Le iridi gli tremano quando torna a spiare la scena.
ㅤㅤ“Quando ti comporti da marito geloso io non ti capisco.”
ㅤㅤ“Quindi sei sciocca al punto da pensarti degna della mia gelosia.”
ㅤㅤÈ quasi disarmante la sfrontatezza con cui lei gli poggia il ventre sulla punta del pugnale e avanzi per sentirla sprofondare nella carne: “Perché no?”
ㅤㅤByunghun non distoglie lo sguardo da quello del pittore, e non perché cerchi in lui un qualche tipo di consenso, bensì per offrirgli il profilo migliore da immortalare: “Sarebbe difficile per chiunque essere geloso di una tossica borderline come te, mia cara Innessa.”
ㅤㅤGli occhi di Dohyun si incollano alla carne cruda ancor prima che il ticchettio frenetico prologhi l’avventarsi indiavolato di Innessa in cucina; non è coraggioso abbastanza da voltarsi e imbattersi nell’affannarsi feroce della sua bocca, un tirare su col naso che starà di certo scuotendo l’armonia della sua schiena, “Preparami qualcosa da bere,” la voce spezzata, qualcosa che striscia su una superficie, di sottofondo l’alternarsi furente del pittore e quello atono del signore.
ㅤㅤ“L’hai fatta piangere, spero tu ti senta realizzato.”
ㅤㅤ“Innessa non sa piangere. Vuole solo che tu vada da lei a consolarla e torni da me per convincermi a partire.”
ㅤㅤ“Perché devi trattarla sempre così, Byunghun?”
ㅤㅤ“Lei stessa avrebbe ucciso per ottenere quello che ha adesso. Tu sbagli a volerla trattare come se fosse nostra figlia. Non è Duna, mettitelo in testa.”
ㅤㅤDohyun si sente un po’ meno codardo quando si volta per recuperare la bottiglia di rum nello scaffale sopra il frigorifero, tuttavia si sente meschino per lo sfrontato desiderio di imbattersi nelle lacrime di Innessa, che nessuno ha mai visto segnarle le guance. Ha giusto il tempo di vederla sfregarsi il naso, la carta di credito abbandonata vicino al telefono con lo schermo rivolto l’alto, che lei scivola in veranda e si fa inghiottire dall’oscurità del seminterrato. Per alcuni minuti, tutto tace. Il pittore non dice nulla, Byunghun nemmeno, di Innessa nessuna traccia. È una quiete strana, l’atmosfera si addensa e sulla pelle diventa viscosità appiccicosa. La melodia delle sue scarpe appuntite la annuncia nuovamente, seguitata da uno sparo e l’infrangersi di un vetro. Dal cielo cadono lame appuntite come fossero pioggia. Dohyun si afferra il polso con la mancina mentre cerca di centrare il fondo del bicchiere, il corpo aggredito da una paura familiare.
ㅤㅤ“Ma che cazzo, Innessa!” Il grido del pittore non ha nessun effetto sulla furia russa dall’infinita chioma corvina, che chiude un occhio, fucile inforcato sotto al braccio, e si sfoga sulle finestre del secondo piano. “Byunghun, dille qualcosa! Cazzo! Potrebbe colpire qualcuno!”
Deglutire è difficile, Dohyun pecca di salivazione. Il cartone del succo all’ananas è instabile tra le sue dita.
ㅤㅤ“Lascia pure che si sfoghi, Yongjun. Le fa bene. A non farle bene sarebbe cedere al suo intento solito di attirare l'attenzione. In ogni caso, il mondo non si stravolgerebbe se venisse a mancare uno dei nostri domestici.”
ㅤㅤMentre altri due colpi risuonano secchi nell’aria, Dohyun strizza gli occhi e aspetta che tutto questo finisca. Non è la prima volta che capita. Ha il suo epilogo sempre dopo un paio di minuti, qualche urlo, l’indifferenza imperiosa del marito e la fuga di sua moglie. Quando Innessa lancia il fucile davanti alle ampie vetrate della cucina, non può fare a meno di accostarla ad un gatto che regala al padrone il cadavere di una lucertola sullo zerbino. C’è ancora silenzio. E sebbene si senta uno smidollato mentre shakera la Piña Colada più buona che abbia mai preparato, il culmine dell’idiozia risiede nella genuinità del suo sorriso che si forma raggiungendo la sua signora nell’altra sponda della piscina. Sembra abbia messo distanza di sicurezza tra lei e la cattiveria di Byunghun. La trova in equilibrio sui talloni, le dita immerse nell’acqua, i capelli come una cascata corvina sulla schiena.
ㅤㅤ“S-Signora, il vostro…”
ㅤㅤ“Oh, tesoro. Grazie.”
ㅤㅤLei si alza, lo supera di una ventina di centimetri, ha le pupille dilatate e un sorriso rosso che gli fa incendiare il bassoventre. Non l’ha mai guardato come… Non l’ha mai guardato e basta, Innessa, ché una come lei non si preoccuperebbe nemmeno di ricordarsi come si chiama anche dopo dieci volte averle ripetuto il proprio nome. Dohyun deglutisce, è solenne mentre le porge il bicchiere, che lei afferra e distrugge lanciandolo distrattamente verso le carcasse delle finestre. Lo inchioda sul posto il suo ancheggiare felino, il profilo delle unghie aguzze rischia di graffiargli uno zigomo quando gli piombano in volto, le labbra cremisi di lei lo distraggono dall’incavo dei seni, è un patetico farfugliare l’unica difesa che innalza.
ㅤㅤ“Signora, cosa…”
ㅤㅤ“Scommetto che te lo sei menato innumerevoli volte immaginando a come sarebbe scoparsi la moglie di Jung Byunghun.”
ㅤㅤDohyun non può rispondere. Il suo corpo non reagisce, è rigido, il sangue affluisce dappertutto come se gli organi stessero per implodergli da un momento all’altro. Prova a raffazzonare una risposta, recupera lettere a caso che non costruiscono nessuna proposizione funzionale, solo gli occhi scattano e si assicurano che nessuno li stia osservando dalla cucina, non muove nemmeno il collo.
ㅤㅤ“Ti sarai chiesto quanto bene lo possa succhiare una puttana russa per arrivare fino a qui. O mi sbaglio, tesoro?”
ㅤㅤSi sbaglia—Non si sbaglia, se l’è chiesto così tante volte da aver dimenticato la prima volta in cui l’ha pensato, eppure prova a scuotere la testa, ci prova davvero, ma la mano di Innessa gli striscia tra le cosce e Dohyun si lascia andare allo squittio più ridicolo che abbia mai sentito. Non è in grado nemmeno di imbarazzarsi. Innessa arcua un sopracciglio e gli sorride, “Immagino sia arrivato il momento di risponderti,” e prima che possa fare qualsiasi cosa, dire di no (dire di no?), lei si inginocchia, gli sbottona i pantaloni, è tutto un dita che si inerpicano sotto la stoffa e labbra che schioccano contro la pelle. Le mani di Dohyun restano contratte nell’aria come se toccarla significasse far scomparire in una nuvola di fumo l’illusione, e sembra che quei venti secondi di estasi durino venti minuti, con lei che lo guarda dal basso e se lo porta sulla lingua. Ma i suoi occhi smettono di cercare i propri, Dohyun segue la direzione del suo sguardo non prima di aver colto il capriccio di un ghigno insidiarsi sulla mascella affilata. Il momento in cui il calore della bocca di Innessa lo travolge coincide con l’orgasmo schifosamente rapido che gli inarca la schiena, ma anche col sollevarsi del dito medio di Innessa verso la veranda, infine col raccogliere da terra il fucile di un Byunghun apparentemente lontano, che lo inforca sotto all’ascella e strizza un occhio per centrargli il volto.
Finalmente, le dita di Dohyun trovano conforto nella lunga coda di Innessa.
ㅤㅤ
ㅤㅤ
ㅤㅤ(“Innessa, cosa diavolo stai facendo?”
ㅤㅤByunghun solleva lo sguardo dal proprio libro per osservare l’interazione tra sua moglie e l’uomo che ama. Innessa ha la bocca spalancata e conta la quantità da versarsi sulla lingua alzando dito dopo dito, il contagocce dello Xanax pende sul viso come la lama di un boia.
ㅤㅤ“Tesoro, ma secondo te riesco a resistere diciassette ore di viaggio con voi due? Io dormo, voi potete anche scoparvi a vicenda tutto il tempo.”
ㅤㅤL’intimità del jet privato si lascia colmare da una lontana melodia jazz, che accompagna Byunghun inginocchiato davanti al sedile di Innessa. Le appoggia gli avambracci sulle cosce, lei lo guarda col sorriso da mocciosa che lo ha fatto infatuare quel dì a San Pietroburgo.
ㅤㅤ“Sei contenta, mia cara?”
ㅤㅤ“Sarà una delle settimane più belle della mia vita.”
ㅤㅤRecupera dalle dita affusolate di sua moglie la bottiglietta di Xanax, vi infila il contagocce, lo ricarica. Yongjun sta trovando certamente tenero il modo in cui lei gli accarezza i capelli. “Apri la bocca: quelle che hai preso non bastano per diciassette ore.”)
1 note · View note
lola--pace · 2 years
Text
Stanotte mi abbronzo con la luna
E la gonna corta
Non guardarmi così
Rivelerai chi sono
Le stelle non vogliono quelle come me
I tuoi occhi scorrono velocemente
Così come le mani
Ma neanche mi va
Non profumi di niente
Non mi lasci niente
Sposta le mani
0 notes
orotrasparente · 1 year
Note
oddio sembri troppo nordico ti giuro
nella mia famiglia siamo quasi tutti con gli occhi molto chiari anche se io a differenza loro sono chiaro anche di pelle, capelli e tutto, infatti non mi abbronzo mai più di tanto, non sono molto mediterraneo purtroppo ahahahaha
1 note · View note
justmythings-stuff · 2 years
Note
“Io una volta sono letteralmente diventata viola e ho dovuto fare degli impacchi freddi. Stavo malissimo 🥲”
no guarda io sto rosicando un sacco!
ieri è stato il compleanno di una mia amica e l’ha festeggiato in piscina, io avendo il ciclo non ho potuto fare il bagno (mi rifiuto di indossare gli assorbenti interni) e ho detto “vabbè mi metto al sole così mi abbronzo un po’ dato che sembro na mozzarella”, metto la crema e tutto, ieri sera non riuscivo a muovere nulla dal dolore, persino i piedi!
Ahia😩 purtroppo non è che si possa fare molto. O l'aloe vera o fai degli impacchi freddi con degli asciugamani senza sfregarli sul corpo.
0 notes
herecomesthenightx · 2 years
Text
è arrivato quel terribile periodo dell'anno in cui non posso neanche mettermi in balcone all'ombra che già mi abbronzo al solo pensiero
0 notes