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#oltraggio della pubblica morale
cinquecolonnemagazine · 5 months
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Il pacchetto sicurezza varato dal Governo Meloni cosa contiene?
Il Consiglio dei ministri ha approvato il pacchetto sicurezza varato dal Governo Meloni. Il provvedimento contiene una serie di misure volte a rafforzare la sicurezza pubblica e a tutelare le forze dell'ordine. La domanda che sorge è soprattutto una ovvero cosa contiene questo nuovo provvedimento? Rinnovi contrattuali per le forze dell'ordine Il pacchetto stanzia 1,5 miliardi di euro per i rinnovi contrattuali del personale in divisa. Le nuove tabelle retributive prevedono aumenti medi del 4%, con un incremento massimo del 10% per i gradi più bassi. Questa misura è stata accolta con favore dalle forze dell'ordine, che da tempo chiedevano un aumento dei propri stipendi. Gli aumenti salariali dovrebbero contribuire a migliorare il morale dei dipendenti e a rendere più attrattivo il lavoro nelle forze dell'ordine. Nuovi reati e pene più severe Il pacchetto introduce nuovi reati e aggrava le pene per altri. Tra le novità più rilevanti, si segnalano: - L'introduzione di un reato di "rivolta in carcere o in Cpr" punito con la reclusione da 2 a 8 anni. Questo reato mira a contrastare soprattutto disordini e violenze che si verificano periodicamente negli istituti di pena e nei centri di permanenza per i rimpatri (Cpr). L'introduzione di questo nuovo reato è stata fortemente voluta dal Governo Meloni, che ha voluto dare anche un segnale chiaro di fermezza nei confronti delle violenze che si verificano nelle carceri e nei Cpr. - L'aggravamento delle pene per i reati di violenza, minaccia o resistenza a pubblico ufficiale commessi contro agenti di pubblica sicurezza o di polizia giudiziaria. Questa misura mira a tutelare le forze dell'ordine dai pericoli connessi al loro lavoro. L'aggravamento delle pene per questi reati è stato accolto con favore soprattutto dalle forze dell'ordine, che da tempo chiedevano una maggiore tutela da parte della legge. - L'introduzione di un reato di "accattonaggio di minori" punito con la reclusione da 3 a 6 mesi. Questa misura mira a tutelare i minori dall'essere sfruttati per l'accattonaggio. L'introduzione di questo nuovo reato è stata accolta con favore dalle associazioni che si occupano dei diritti dei minori. - L'introduzione di un reato di "blocco stradale" punito con la reclusione da 1 a 3 anni. Questa misura mira a contrastare le proteste che si svolgono bloccando le strade, causando disagi alla popolazione. L'introduzione di questo nuovo reato è stata accolta con favore da alcuni settori della popolazione, che si lamentano dei disagi causati dalle proteste che bloccano le strade. Misure per la tutela delle forze dell'ordine Il pacchetto prevede una serie di misure per la tutela delle forze dell'ordine, tra cui: - La possibilità per gli agenti di portare fuori servizio armi private, non di ordinanza. Questa misura mira a consentire agli agenti di difendersi in caso di aggressione. La possibilità per gli agenti di portare armi fuori servizio è stata accolta con favore dalle forze dell'ordine, che ritengono che possa essere utile a prevenire aggressioni nei loro confronti. - L'introduzione di un reato di "oltraggio a pubblico ufficiale" punito con la reclusione da 6 mesi a 3 anni. Questa misura mira a tutelare gli agenti dalle offese verbali che possono subire durante il loro servizio. L'introduzione di questo nuovo reato è stata accolta con favore soprattutto dalle forze dell'ordine, che ritengono che possa essere utile a contrastare le aggressioni verbali nei loro confronti. - L'introduzione di un reato di "minaccia a pubblico ufficiale" punito con la reclusione da 6 mesi a 3 anni. Questa misura mira a tutelare gli agenti dalle minacce che possono subire durante il loro servizio. L'introduzione di questo nuovo reato è stata accolta con favore dalle forze dell'ordine, che ritengono che possa essere utile soprattutto a contrastare le aggressioni verbali nei loro confronti. Reazioni al pacchetto sicurezza del Governo Meloni Il pacchetto sicurezza è stato approvato dal Consiglio dei ministri con il voto favorevole di Lega, Forza Italia e Fratelli d'Italia. La sinistra si è invece opposta al provvedimento, accusandolo di essere punitivo e di mettere a rischio le libertà civili. Il pacchetto sicurezza è un provvedimento anche controverso che ha suscitato forti reazioni da parte della politica e dell'opinione pubblica. Foto di oltreme da Pixabay Read the full article
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paoloxl · 6 years
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Anna Maria Vergari è indagata per la manifestazione No TAP non autorizzata svoltasi il 6 dicembre 2017 insieme ad altre persone. Contestati i reati Danneggiamento, Oltraggio a un pubblico ufficiale, Inosservanza dei provvedimenti dell’Autorità. Ma lei si difende.
Ha ricevuto l’avviso di conclusione delle indagini preliminari, Anna Maria Vergari, una mamma e anche nonna No TAP, che la indagata per i reati di Manifestazione non autorizzata, Danneggiamento (art. 634 c.p.), Oltraggio a un pubblico ufficiale (art. 650 c.p.), Inosservanza dei provvedimenti dell’Autorità, in concorso con altri, nell’ambito della manifestazione del 6 dicembre 2017 svolta a San Foca.
Il reato di Danneggiamento si riferisce ad un sasso che sarebbe stato scagliato contro un’auto di Almaroma (servizio di vigilanza privata), rendendola addirittura “inservibile”. Più che un sasso sembrerebbe essere stato un macigno a colpire il mezzo.
Il reato di Oltraggio a pubblico ufficialesarebbe dovuto, invece, ad un frase che sarebbe stata pronunciata dalla stessa nei confronti di un carabiniere: ‘E non mi tocchi! Mi ha toccato con la pancia da dietro!’. Il reato di Inosservanza dei provvedimenti dell’Autorità (art. 341 bis c.p.) consisterebbe nell’aver oltrepassato la “zona cuscinetto”.
La vicenda TAP molto spesso sfiora il grottesco e si ha l’impressione di una volontà di infierire con la repressione su una popolazione che proprio non si rassegna ad accettare un’opera che potrebbe avere un forte impatto il territorio, l’economia locale e fa sorgere fondati dubbi sulla sicurezza e sulle potenziali conseguenze sulla salubrità dell’ambiente, dove la volontà, la voce dei cittadini e delle istituzioni locali valgono poco più che zero.
Qui non si vuole dare un parere giuridico sull’azione degli inquirenti, ma si vuole comunque dare voce ad una persona che in ogni caso sta pagando un prezzo per l’amore verso il suo territorio ed il futuro delle prossime generazioni.
Questo il suo messaggio pubblicato su facebook:
‘Mi chiamo Anna Maria, ho 60 anni, i capelli bianchi e per una vita ho insegnato musica ai ragazzi della scuola media. Oggi sono una pensionata, vedova, madre di 2 figlie e nonna di due splendidi nipoti. Incensurata, ligia ad ogni mio dovere di cittadina italiana, mai neanche una multa per eccesso di velocità, leggo e rileggo questi 7 fogli su cui è riportato il mio nome e non riesco a capacitarmene.
AVVISO DELLA CONCLUSIONE DELLE INDAGINI PRELIMINARI.
INDAGATA!
Per i reati di cui agli artt. 110 codice penale, 18 R.D N. 773 (T.U.L.P.S.), 650 codice penale, 635, 341 bis codice penale.
Vi assicuro che FA PAURA! E tanta, troppa RABBIA.
Mi si accusa di aver partecipato ad una riunione pubblica non preavvisata al Questore, cioè in pratica, mi si accusa di aver esercitato il mio diritto di manifestare sancito all’articolo 21 della Costituzione, quando, in data 6 dicembre scorso, mi sono recata con mia figlia a Melendugno per unirmi ai 6000 del corteo contro il gasdotto TAP.
Mi si accusa di aver oltrepassato, durante la manifestazione, l’area cuscinetto del gasdotto TAP (fatto che non ho mai commesso, e, se anche lo avessi fatto, la zona cuscinetto non è certo zona rossa interdetta alla circolazione!)
Mi si accusa, in unione e concorso con altre 27 persone, di aver reso in parte inservibile la carrozzeria dell’auto di servizio dell’istituto di vigilanza colpita dal lancio di un sasso. (27 persone indagate per un solo sasso ed io in quel frangente non ero neanche su territorio melendugnese!)
Mi si accusa per aver offeso l’onore e il prestigio di un pubblico ufficiale ed in particolare per avere rivolto al Capitano dei Carabinieri, dopo essere stata spinta, la seguente espressione oltraggiosa: “Non mi tocchi! Mi ha toccato con la pancia da dietro!” (Espressione PIU’CHEOLTRAGGIOSA… OLTRAGGIOSISSIMA direi!)
Mi si accusa e mi si colpisce nel più profondo della mia INTEGRITA’ MORALE!
In un Salento stuprato da una multinazionale che fa affari con un Paese dittatoriale quale l’Azerbaijan accusato di calpestare i diritti umani.
In un Salento avvelenato dalle mafie dei rifiuti, dalle mafie speculative sottese alle selvagge distese di fotovoltaico, e non da ultimo dal “Mafiodotto”TAP.
In un Salento reso irrespirabile da un Sistema corrotto che, guardando solo alla concentrazione degli utili in poche mani private e a lla socializzazione di danni e perdite, ci dona mostri quale ILVA, CERANO, COLACEM e TAP.
In un Salento costellato da Comuni sciolti per mafia.
In un salento terra di conquista per affaristi senza scrupoli.
In questo Salento. In questa Italia. Io sono INDAGATA!
La difesa dei diritti miei, dei miei figli e dei miei nipoti, la difesa della terra che è stata di mio padre e di mio nonno, la lotta per il diritto al futuro, all’ambiente, alla dignità… sono queste le mie uniche colpe, perseguite ogni giorno nella piena consapevolezza delle mie libertà costituzionalmente garantite.
“E non mi tocchi! Mi ha toccato con la pancia da dietro!”‘
Anna Maria Vergari
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barbieinloveblog · 7 years
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Il #25Giugno1857 esce la prima edizione della raccolta di poesie di #CharlesBaudelaire (1821-1867) #LesFleursDuMal in 1300 copie stampate dall'Editore Auguste Poulet-Malassis. Il testo comprendeva cento poesie divise in cinque sezioni: "Spleen et ideal", "Les Fleurs du mal", "Révolte", "Le vin e La mort". Già il 7 luglio, la direzione della Sicurezza pubblica denunciò l'opera per oltraggio alla morale pubblica e offesa alla morale religiosa. #baudelaire e gli editori vennero condannati a pagare una multa e alla soppressione di sei liriche incriminate come immorali. La forma poetica e i temi trattati fecero scandalo, ma il lirismo aulico, le atmosfere surreali ancora sfumati di una vena romantica, lo sfondo decadente, tradusse Baudelaire nello stereotipo del "poeta maledetto": chiuso in se stesso, a venerare i piaceri della carne e tradurre la propria visione del mondo in una comprensione d'infinita sofferenza e bassezza. Temi quali la morte, l'amore e lo slancio religioso vengono estremizzati col gusto dell'orrore, il senso del peccato e il satanismo. A detta dello stesso Baudelaire l'opera va intesa come un viaggio immaginario che il poeta compie verso l'inferno che è la vita. I fiori del male sono i paradisi artificiali e gli amori proibiti e peccaminosi che danno l'illusoria speranza di un conforto. Quando anche questi effimeri piaceri vengono a svanire, al poeta non rimane che "La revolte", il rinnegamento di Dio e l'invocazione di Satana che tuttavia non si rivela utile alla sua fuga. L'ultimo appiglio per lo spirito disperato del poeta è la morte, intesa non come passaggio ad una nuova vita ma come distruzione e disfacimento a cui tuttavia il poeta s'affida, nel disperato tentativo di trovare nell'ignoto qualcosa di nuovo, di diverso dall'onnipresente angoscia. In foto: #lefemmesdamnées una delle poesie censurate. #photobyme #ioamoleggere #accaddeoggi #poesia #poetimaledetti #ifioridelmale #photooftheday #instabook #instafoto #italianblogger #iphone6s #poetry #leggerepoesie (presso Quartiere Cirenaica)
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paoloxl · 6 years
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In un paese chiamato… c’era un soldatino di nome “pierino” che si divertiva a spiare le soldatesse nello spogliatoio… pierino inoltre aveva anche una strana mania, quella di rubare anche L’intimi… mutandine e balconcini… direte è finita qua? no! a volte si impossessava e prelevava files dai device delle soldatesse… In un paese normale il soldatino pierino dovrebbe essere licenziato o quantomeno dare le dimissioni… ed invece il M.d.D. cosa fa?… lo trasferisce ad altra caserma… altra sede… diciamo che così potrà allargare la sua collezione di filmini e bikini… e nel caso andasse male la sua vicenda, perché eventualmente condannato per interferenze illecita nella vita privata e per furto semplice avrà comunque un futuro da commerciante d’intimi e/o filmini… ma nel paese di cui parlo io, se la caverà probabilmente per esclusione della punibilità per particolare tenuità del fatto art. 131 bis c.p… ovviamente se il soldatino non è imputato per reati più gravi per es. furto aggravato! Sempre nello stesso paese di merda di cui vi parlo io… c’era una maestra, che sicuramente non avrà istruito ed educato il nostro pierino, ma comunque sempre una maestra che… durante una manifestazione antifascista (( personalmente non condivido questi tipi di manifestazioni perché non si manifesta contro l’ideali politici di altri)) urlava, inveiva, oltraggiava altri “soldatini”… APRITI CIELO! cosa sarà mai successo? cosa sarà mai accaduto con una maestra “armata” di corde vocali che esprime la propria indignazione, la propria ideologia?… il dirigente l’avrebbe sospesa!… il M.I.U.R. la vuole licenziare!… non è degna di stare in classe… mentre pierino in caserma sì, e con telecamera, magari! ma tu “vecchia maestra cattiva” in classe proprio no! no! Quindi soldatino pierino nell’esercizio delle sue funzione di pubblico ufficiale può stare in caserma ad addestrare i suo bravi soldatini… tu “vecchia befana” non puoi… sei pericolosa! va be’! direte voi… lei deve dare l’esempio! deve educare i giovani a non diventare come il nostro pierino!  l’insegnanti, e solo loro, devono dare l’esempio!… E’ giusto licenziarla! “La grave condotta” – tenuta dalla docente, dice il miur – “seppur non avvenuta all’interno dell’istituzione scolastica contrasta in maniera evidente con i doveri inerenti la funzione educativa e arreca grave pregiudizio alla scuola, agli alunni, alle famiglie e all’immagine stessa della pubblica amministrazione”. Ed invece pierino non lede l’immagine della PA? non arreca grave pregiudizio? Ma nel paese delle stravaganze… nel PAESE DEL CASSARO!… la Cassaro è stata anche denunciata per oltraggio, minacce, e istigazione a delinquere!… Cactus! neanche fosse Matteo Messina Denaro!.. Ma vi rendete conto!? altro che tenuità del fatto! Quindi guardone-ladrone trasferito ad altra caserma… istigatrice-minacciatrice- oltraggiatrice sospesa e forse licenziata! Morale della favola; se sei maestra indagata il leviatano di butta dalla “finestra”, se sei soldato imputato verrai “lodato-salvato”! cari colleghi docenti SVEGLIATEVI! ecco come ci trattano! figli “ladroni-guardoni” e figliastri “diseducatori”! Manlio Amelio ps. so che due giorni fa hanno perquisito la casa della maestra… chissà quella di Pierino… forse scriverò una seconda parte
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paoloxl · 7 years
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Oggi 7 luglio si è aperto il processo a Nadia Lioce per “Disturbo delle occupazioni o del riposo delle persone e oltraggio a pubblico ufficiale” In realtà l’udienza è stata rinviata al 15 settembre per difetto di notifica a Nadia del decreto che dispone il giudizio e a seguito di opposizione, da parte della stessa Lioce, al decreto penale di condanna. In assenza dei legali, Nadia Lioce è comunque comparsa in videoconferenza, spiegando di aver avuto notizia dell’udienza solo tramite telegramma da parte dell’avvocata Carla Serra (oggi assente per convalescenza) e che comunque lei ha dato la sua disponibilità a intervenire al processo, anche in assenza di comunicazioni bilaterali. Il rinvio è stato disposto anche per difetto di notifica all’altra avvocata di Nadia, Caterina Calia Dalla videoconferenza abbiamo appurato che Nadia è completamente all’oscuro dei motivi per i quali oggi la si vuole processare e dei capi di imputazione a suo carico. Il permesso chiesto dal PM, di procedere comunque a citare i testi, anche in assenza degli avvocati difensori di Nadia, è stato negato, rimandando tutta l’istruttoria al 15 settembre, ore 9,30. Noi, come Nadia, non abbiamo interesse a rinviare e vogliamo fare il processo, soprattutto per denunciare le condizioni cui è sottoposta ed i pretesti assurdi per continuare ad applicarle l’isolamento, fino a denunciarla, come in questo caso, per reati inesistenti che neanche le vengono comunicati, condannandola prima di processarla! L’udienza in videoconferenza si è svolta verso le 11 al tribunale dei minori, ma fino alle 10,30 siamo state davanti al tribunale in Via XX settembre per chiedere la fine del 41 bis per Nadia Lioce. Nel corso del presidio sono stati distribuiti vari volantini e abbiamo raccolto la testimonianza interessante di un uomo disoccupato che ci ha dato solidarietà ed ha aggiunto che anche stare senza lavoro è una tortura, una tortura sociale, ci sono donne e uomini che né dai padroni, né dalle istituzioni hanno una risposta e non gli resta altra strada che il suicidio per dire l’ultima parola. Le operaie che erano lì a volantinare gli hanno detto che anche chi lavora è sottoposto a tortura e non è per la fatica, ma per il mobbing, quindi niente suicidio, ma lotta e unità. L’appello si può firmare on line, scrivendo a [email protected] e a [email protected] Prime adesioni: –    Avv.to Enzo Pellegrin del foro di Torino –    Avv.to Mario Soggia del foro di Taranto –    Avv.to Vincenzo Catastimeni del Foro di Palermo –    Concetta Musio – Taranto –    Danya Maiuri –    Enrico Di Cola (ex 22 Marzo)- Associazione Pietro Valpreda –    Lavoratori/ci dell’Istituto Nazionale Tumori, Milano –    Lavoratrici precarie Coop Sociali in lotta – Slai Cobas per il s.c. Palermo –    Lavoratrici pulizie Dussmann – Taranto –    Luigia De Biasi – MFPR L’Aquila –    Margherita Calderazzi, già ispettrice del lavoro di Taranto –    Lavoratrice SLAI Cobas sc -Policlinico Palermo –    Sebastiano Lamera operaio Tenaris slai cobas per il sindacato di classe –    Operaie del commercio, Slai Cobas per il sindacato di classe L’Aquila E messaggi di solidarietà: All’Aquila il 7 luglio si processa la compagna Nadia Lioce, perchè continua a ribellarsi a questo sistema fascista di tortura e annientamento dell’identità umana, sociale e politica, con la detenzione 41bis si vuole demolire ogni possibilitá di ribellione e di dignitá. Solidarietá a Nadia dalle lavoratrici pulizie Dussmann – Taranto Nadia resisti! 4.7.17 Solidarietà a Nadia Lioce, per la sua battaglia di civiltà contro la barbara/tortura del 41bis, che la vuole piegare-mortificare-umiliare-annientare. Ma la ribellione e resistenza di Nadia e la solidarietà è più forte della repressione di questo Stato. Lavoratori/ci dell’Istituto Nazionale Tumori, Milano 4.7.17 Sottoscrivere contro le ingiustizie e la tortura è un dovere, anzi un obbligo morale. Liberare tutti/e! Enrico Di Cola (ex 22 Marzo) (Associazione Pietro Valpreda) 5.7.17 Voglio esprimerti tutta la mia solidarietà, resisti, cosi come stai facendo… Non sei e sarai mai sola… Il 7 saremo a supportati. Tu non mi conosci, così come non conoscerai tanta gente che verrà a supportati… ma io conosco tutta la tua storia. Danya 5.7.17 MASSIMA SOLIDARIETA’ A NADIA LIOCE, CHE LA BORGHESIA NON E’ RIUSCITA A PIEGARE, MALGRADO LA TORTURA BIANCA CONTRO LE DISUMANE CONDIZIONI DI DETENZIONE E PER LA SUA LIBERAZIONE Non v’è dubbio che la “tortura bianca” (isolamento totale e permanente in un “loculo” di due metri per due, posto in un sotterraneo che non ha prese d’aria; un’ora d’aria al giorno, sovente da sola in una specie di vasca di cemento anch’essa piccolissima,dove non batte mai il sole; privata di libri e materiale cartaceo), a cui Nadia Lioce – prigioniera politica rivoluzionaria, condannata all’ergastolo nel 2004 – viene sottoposta da tempo nel carcere de l’Aquila, dove è rinchiusa in regime di 41 bis, denoti la barbarie con cui questo sistema, mediante i suoi governi e le sue istituzioni, cerchi di vendicarsi e di annientare la volontà politica di chi ha osato e osi ribellarsi e lottare per un mondo migliore. Ed il fatto che il 7 luglio prossimo Nadia, che da anni subisce condizioni detentive disumane, sarà processata per “disturbo della quiete pubblica, per avere protestato contro la suddetta barbarie, battendo contro la gabbia di ferro in cui è stata gettata, è davvero aberrante e vergognoso, oltreché recisamente ridicolo verso una persona che è già stata condannata a vita. Ma non ci sono ed non ci potranno mai essere processi e gabbie che possano contenere e neppure annientare la rabbia, la ribellione e il bi-sogno di rivoluzione soprattutto di quelle donne che hanno acquisito la coscienza della necessità di rovesciare questa società brutale, reazionaria, misogina e disumana, oramai in cancrena, che produce oppressione, sfruttamento, disoccupazione, fame, guerre e morte, soprattutto per le donne. NON CI AVRETE MAI COME VOLETE VOI! POTRETE AVERE I NOSTRI CORPI, MA MAI LE NOSTRE MENTI E I NOSTRI CUORI, CHE APPARTENGONO AL PROLETARIATO E ALLE MASSE POPOLARI, SOPRATTUTTO FEMMINILI! MODERNO MEDIOEVO, DOPPIA OPPRESSIONE, DONNE IN LOTTA PER LA RIVOLUZIONE! Lavoratrice SLAI Cobas sc -Policlinico 5.7.17 “Dal marzo del 2003 ad oggi sono passati 14 anni. Questo sistema capitalista e la sua classe politica bellamente rubano, stuprano, violentano e uccidono la dignità nel corpo e nell’anima del popolo e della povera gente. Per sancire il loro strapotere e il loro diritto a fregarsene di tutti gli esseri umani, e in barba alla democrazia e al rispetto dell’essere umano, abusano di quelle persone, come Nadia Lioce, che hanno cercato di cambiare questa società con la rivoluzione armata. Lei indomita, ha continuato a non piegarsi anche in quella cella dove i segni della violenza purtroppo sul corpo non si leggono ma nella parte più intima del nostro essere ci sono, e per cui sicuramente in altre persone avrebbe portato alla pazzia. Non può servire forse, per chi stà al di fuori solamente solidarizzare, bisogna armarsi della rabbia e del rispetto per chi ha affrontato e affronta ancora oggi la lotta contro l’oppressione di questo stato infame”. Concetta Musio – lavoratrice precaria del Mfpr di Taranto Firmo. E faccio girare. Avvocato Enzo Pellegrin di Foro di Torino(difensore al processo Ilva di operai e cittadini di Taranto) ADERISCO ALL’INIZIATIVA Avv. to Mario Soggia – Taranto Aderisco all’appello PER LA DIFESA DELLE CONDIZIONI DI VITA DELLE PRIGIONIERE POLITICHE – NO AL 41bis PER NADIA LIOCE, perchè è inaccettabile stare in silenzio di fronte ad una vera e propria tortura speciale, riservata a chi si ribella e lotta contro un sistema ingiusto… questo metodo fascista deve finire. Ogni giorno gli operai che lottano per un lavoro dignitoso contro i licenziamenti, vengono criminalizzati, e invece che lavoro hanno come risposte dallo stato denunce e repressione, attacco al diritto di sciopero, mentre le istituzioni difendono sempre il diritto di fare i profitti dei padroni. Per questo porteremo questa denuncia anche tra i lavoratori perchè non abbiamo altra strada che continuare a lottare e resistere insieme per conquistare un mondo migliore. Sebastiano Lamera operaio Tenaris slai cobas per il sindacato di classe – Bergamo Dalmine 7-6-2017 Per questo Stato, per questa società capitalistica non è ammesso ribellarsi e lottare contro un sistema basato sul potere di  una  minoranza  che sfrutta e opprime la maggioranza dei lavoratori, lavoratrici, operai, operaie, precari, precarie,  disoccupati, masse popolari e a maggior ragione non è ammesso ribellarsi e lottare se questo lo fanno le donne, che non accettano di restare doppiamente subalterne e succubi di questo sistema e si mettono al servizio della lotta rivoluzionaria ma per questo sono ritenute da questo Stato così pericolose al punto di doverne annientare la persona sia sul piano fisico che psichico, intellettivo, umano, politico, sociale… Il duro regime carcerario del 41 bis imposto alle prigioniere politiche come Nadia Lioce, cui è vietato tutto, perfino leggere dei libri o ricevere dei soldi per acquistarli, in una disumana condizione di totale isolamento, è l’annientamento che lo Stato borghese vuole mettere in atto, mentre non vi è alcuno scrupolo a parlare di sottrarre dallo stesso regime carcerario 41 bis marci personaggi mafiosi come Riina. Tutta la nostra solidarietà come precarie e come donne a Nadia Lioce che  resiste e lotta giustamente, nelle forme in cui le è possibile e per questo processata il 7 luglio all’Aquila, contro le inaudite condizioni di non vita cui è sottoposta come prigioniera politica rivoluzionaria. Lavoratrici precarie Coop Sociali in lotta –Slai Cobas per il s.c. Palermo 5.7.17 La vicenda di Nadia Lioce colpisce ed offende chi come me, anche per professione, crede in quello che il nostro ordinamento prevede. Ed il nostro ordinamento, se da un lato stabilisce che chi commette un reato, qualunque sia la sua gravità, deve scontare una pena, dall’altro statuisce che la pena DEVE essere rieducativa e non lesiva della dignità del detenuto. Quello che sta subendo Nadia non è né rieducativo né, cosa ancora più grave, dignitoso. BASTA CON QUESTA TORTURA INGIUSTIFICATA ED ARBITRARIA. BASTA CON TRATTAMENTI LESIVI DELLA DIGNITÀ DEL DETENUTO, SPECIE SE DONNA E SE COLPISCE CHI, ANCHE CON GESTI ESTREMI, LOTTA PER IL BENE DEL POPOLO! Avv.to Vincenzo Catastimeni
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