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#pensieri silenziosi
petalididonna · 5 months
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Avrei voglia di mandarti un messaggio. Sai?
Ne avrei voglia. Ne ho voglia.
Prendo il telefono in mano, lo sblocco e vado su whatsapp, cerco il tuo nome. Guardo quella riga vuota che aspetta le mie parole per te. Quel tasto che aspetta la mia voce, per te.
Penso a cosa potrei scriverti, magari anche solo una cosa così. "Una cosa così". Che non impegni, che non ti faccia preoccupare e chiedere "cosa vuole? Perché mi scrive?"
Inizio; "mi sei venuta in mente". "Scusami, ma ti sto pensando".
Ma forse è già troppo, non capiresti e avresti ragione a non capire.
Potrei scrivere solo "buon pomeriggio, come stai?". Cancello.
A cosa servirebbe, se non a vestire di educata ipocrisia la realtà? Ti sto pensando, vorrei che tu lo sapessi, questa è la verità.
Chiudo Whatsapp, poso il telefono. Rimango lì, a guardare lo schermo che si affievolisce, poi diventa scuro.
Avrei voglia di mandarti un messaggio. Ho voglia di farlo, e mi chiedo se magari non è la stessa voglia che avresti tu, che hai tu, che come me ti chiedi le stesse cose e poi - come me - non fai niente.
Quanti messaggi, quanti pensieri, che rimangono lì, silenziosi e senza parole, per la paura che abbiamo di esprimerli.
Marco.Proietti.Mancini©
Buon weekend 😘
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gregor-samsung · 5 months
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“ Stanno appoggiati al reticolato. Di quando in quando uno barcolla via, e subito un altro si mette al suo posto. I più tacciono, qualcuno mendica un mozzicone di sigaretta. Io vedo le loro figure brune, le barbe ondeggianti al vento. Nulla so di loro, se non che sono prigionieri di guerra, e ciò appunto mi turba. La loro vita è senza nome e senza colpa. Se sapessi qualcosa di loro, come si chiamano, come vivono, che cosa aspettano, che cosa lì affligge, il mio turbamento avrebbe un senso e potrebbe diventar compassione. Ma così non sento dietro il loro volto se non il dolore della creatura, la tremenda tristezza della vita e la crudeltà degli uomini. Un ordine ha trasformato queste figure silenziose in nemici nostri; un altro ordine potrebbe trasformarli in amici. Intorno a un tavolo un foglio scritto viene firmato da pochi individui che nessuno di noi conosce, e per anni diventa nostro scopo supremo ciò che in ogni altro caso provocherebbe il disprezzo di tutto il mondo e la pena più grave. Chi può più distinguere e giudicare, quando vede questi poveri esseri silenziosi coi loro volti di fanciulli e con le loro barbe d'apostoli! Ogni sottufficiale per la sua recluta, ogni professore per i suoi alunni è un nemico peggiore che costoro non siano per noi. Eppure noi torneremmo a sparare contro di loro ed essi contro di noi, se fossero liberi... Qui mi fermo spaventato: non debbo andare avanti. Questi pensieri conducono all'abisso. Non è ancora tempo per approfondirli; tuttavia non li voglio lasciar dileguare, li voglio serbare, chiudere in me, per quando la guerra sarà finita. Mi batte il cuore: è questo dunque lo scopo, il grande, l'unico scopo, al quale ho pensato in trincea, quello che io cercavo come sola possibilità di vita, dopo questa rovina di ogni umanità: è questo il cómpito per la nostra vita di domani, degno veramente di questi anni d'orrore? Mi tolgo di tasca le sigarette, rompo ciascuna in due parti e le do ai russi. Si inchinano e le accendono. Ecco che sui loro visi brillano qua e là punti rossi, e mi consolano; sembrano piccole finestrelle chiare su facciate di oscure capanne, che rivelano, dentro, rifugi di pace... I giorni passano. In una mattinata nebbiosa si fa il funerale di un russo: quasi ogni giorno ne muore qualcuno. Sono di guardia mentre lo seppelliscono. I prigionieri cantano un corale a più voci: neppure sembrano voci, sembra un organo che risuoni da lungi sulla radura. Il funerale è presto finito. A sera i russi stanno di nuovo al reticolato, e il vento viene a loro dai boschi di betulle. “
Erich Maria Remarque, Niente di nuovo sul fronte occidentale, Mondadori (collana Oscar n° 30), 1965; pp. 158-160.
 NOTA: Il testo apparve dapprima sui numeri di Novembre e Dicembre del 1928 del giornale berlinese Vossische Zeitung, quindi in volume dal titolo Im Westen nichts Neues il 29 gennaio 1929 per l'editore Propyläen Verlag ottenendo un immediato successo internazionale.
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BUON 2024 - di Gianpiero Menniti
INGANNI IRRIPETIBILI
La prima immagine è di Louis Faurer, colta in una strada di New York nel 1947.
Le successive sono di Nino Migliori, bolognese, classe 1926, tuttora vivente: racconti silenziosi dell'Italia dal 1950 al 1957 circa.
La fotografia è una delle forme d'arte più intimamente tragiche emerse nell'età contemporanea: s'affianca alla millenaria pittura e come tutto quello che è accaduto e accade in quest'epoca assiale, è anch'essa fagocitata dalla velocità della trasformazione di ogni artefatto in traccia digitale.
È divenuta "storia", "momentum" che permane nel suo "movimento" intriso in una radice e proteso in uno sviluppo: si arresta e lascia il passo ai pensieri.
E in questi non riusciamo a farci capaci di accettare che i bagliori chiaroscuri siano fantasmi.
Come l'Anno che scompare e l'Anno che inizia formino l'illusione di un passaggio.
Ci affliggiamo nell'insensata scansione del tempo, rifiutando di abbandonarci ai suoi cicli segnati dalla sola natura.
Eppure, anche questa è civiltà che sarebbe irragionevole disprezzare: un edificio complesso, labirintico, spesso ineffabile.
Così, sovvengono a definirla le forme artistiche e la storia.
Per necessità.
Viviamo immersi in inganni irripetibili.
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dolcementefemmia · 28 days
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Nei miei silenziosi pensieri...
In my silent thoughts...
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Mi piace parlare mentre lo faccio, mi piace sentire le parole pronunciate fra i gemiti, ancorché audaci, trasportate da pensieri incontrollati.
Allo stesso modo mi piacciono quei baci silenziosi, di gratitudine per il piacere appena donato.
- Evasioni dell'Anima -
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la-scigghiu · 1 year
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Certi sensi sono ribelli non hanno i piedi per terra e rincorrono pensieri stupendi.
Li chiamano regali silenziosi e imperfetti.
.🦋.
🔸AsianneMerisi
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insicure-me · 5 months
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La solitudine è un viaggio interiore, un luogo in cui spesso ci si trova senza volerlo, o al contrario, si sceglie consapevolmente di avventurarsi. È un'esperienza personale, un territorio sconosciuto e complesso che può essere un rifugio ristoratore o una prigione opprimente.
In questa vasta e tumultuosa società, la solitudine può essere avvertita anche tra una folla di persone. È quel senso di disconnessione, di essere estranei persino a se stessi, quando il cuore è pesante di un silenzio assordante. È un sentimento che agisce come un eco nel vuoto, risuonando nelle pieghe più nascoste dell'anima.
Nella solitudine si sperimenta un dialogo intimo, un incontro profondo con i propri pensieri e le emozioni più profonde. È un'opportunità di auto-riflessione, una sorta di viaggio interiore in cui ci si confronta con le proprie gioie, paure, sogni e delusioni.
Tuttavia, la solitudine può anche trasformarsi in un'oscillazione tra la quiete e la tormenta. Quando diventa soffocante, si trasforma in un vuoto che si espande, divorando ogni speranza di connessione umana. È in questi momenti che la solitudine diventa un peso insostenibile, una prigione emotiva da cui sembra non esserci via d'uscita.
Ma c'è bellezza anche nella solitudine. È in grado di nutrire la creatività, di ispirare pensieri profondi e di dar vita a opere d'arte straordinarie. È in quei momenti silenziosi, mentre ci si siede da soli con i propri pensieri, che nascono le idee più brillanti e i capolavori più emozionanti.
La solitudine non è necessariamente una condizione negativa, ma piuttosto un'occasione per conoscere se stessi, per accettare i propri limiti e per crescere interiormente. È un compagno di viaggio che può insegnarci la forza della resilienza, l'importanza della pace interiore e la bellezza della propria compagnia.
In questo mondo frenetico, abbracciare la solitudine non dovrebbe significare isolamento, ma piuttosto una pausa riflessiva che arricchisce il tessuto della nostra esistenza. È un invito a esplorare l'infinito universo che risiede dentro di noi, portando con sé la speranza di un'intima comprensione di se stessi e del mondo che ci circonda.
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occhietti · 2 years
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C'è un inquinamento che ci sta avvelenando. Ogni giorno. Più volte al giorno. E non ne siamo nemmeno consapevoli.
È un inquinamento che ha origine da un luogo sacro trasformato in una vera e propria discarica.
È dalla nostra mente che parte la nube tossica dei pensieri, delle preoccupazioni, dei ragionamenti, delle notizie che senza chiedere il permesso entrano prepotentemente in noi.
La nostra mente riceve tonnellate di rifiuti quotidianamente. Non riciclabili.
Ma c'è un modo per porre fine a questo avvelenamento d'anima: ci dobbiamo trasformare in pescatori di intuizioni.
Scegliere il luogo sul fiume che ci fa stare bene ed attendere con fiducia che abbocchi qualche intuizione all'amo della nostra domanda.
I ragionamenti ci consumano, le intuizioni ci rigenerano.
Il pescatore non può controllare la sua cattura. Può scegliere il luogo adatto, l'esca migliore, godersi l'attesa e rimanere pronto a scattare al minimo movimento dell'amo.
È ora di divenire pescatori silenziosi, pacati, attenti.
E di afferrare la soluzione nel nostro sentire, non nel ragionamento.
C'è un mare di intuizioni che attende di essere scoperto.
Là sotto, dove non si può vedere nulla.
Ma dove sono depositati tesori che vogliono essere portati a galla.
Puliamo il mondo. Pulendo prima noi stessi.
Elena Bernabè
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Insegnatemi, vi prego,
il segreto della poesia;
che io possa sedurre
Venere e la Luna,
e ogni altra creatura
fatta di nostalgia.
Che io possa ammaliare
quei capelli e quelle ciglia,
quei pensieri silenziosi,
quella fronte senza pace.
Che possa conquistare
il suo sguardo severo;
possa avere in consegna
le sue labbra riottose.
Possa governare la pioggia,
possa cavalcare i venti.
Insegnatemi, vi prego,
il segreto della poesia;
come il pifferaio magico,
l'incantatore di serpenti,
possa dirigere le sue mani
col mio solo pensiero.
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armandoandrea2 · 6 months
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Amami
Senza dirmi perché, senza dirmi come. Amami fino all’ultimo dei tuoi giorni, all’estremo mio respiro.
Amami con baci silenziosi
e carezze che gridano. Amami
al di là dell’ultimo orizzonte,
al di sopra della più lontana stella.
Amami quando le parole mancheranno, quando scenderà la notte. Amami con più ferocia dell’impossibile, con più fantasia di un sogno. Amami quando non resterà traccia di gioventù né memoria di bellezza, ma solo l’indistricabile intreccio dei nostri pensieri.
Amami così.
Come io ti amo.
Lucia Lorenzon
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roxan-world · 8 months
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Ci son pensieri che non fanno rumore.
Sono silenziosi come il battito d'ali di una farfalla.
E come la farfalla, ti emozionano 🦋
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cywo-61 · 1 year
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Ogni notte quando si spengono le luci accendo la luna e piccoli pensieri prendono vita. Mossi dalla brezza notturna parlano di dolcezza e abbracci che la mia pelle reclama. Arrivano silenziosi ad accarezzarmi l'anima e la mente si riempie di te, sulle mia labbra si poggia lieve il tuo nome e il mio cuore spera di poter essere felice.
cywo
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Ci sono giorni in cui sono un gran chiacchierone, dico cazzate, sparo battute sarcastiche anche se nessuno le capisce. Sorrido e rido. E poi ci sono giorni in cui non parlo se non interpellato, non scherzo, non rido e fisso il vuoto nonostante la testa sia rumorosa di quei pensieri bui.
Ultimamente sono più i giorni silenziosi. Sono sempre più stanco.
@al-sapore-di-sigarette
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