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#philippe herreweghe
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Geistliche Chormusik: Ich bin eine rufende Stimme, SWV 383 Heinrich Schütz | Duration: 4mins 7secs
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clamarcap · 15 days
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Meine Freude
Johann Crüger (9 aprile 1598 - 1662): Jesu, meine Freude, inno su testo di Johann Franck (pubblicato nella 5ª edizione dell’innario protestante Praxis pietatis melica, 1653). Cappella Vocale Berlin, dir. Carsten Albrecht. Jesu, meine Freude, Meines Herzens Weide, Jesu, meine Zier, Ach wie lang, ach lange Ist dem Herzen bange Und verlangt nach dir! Gottes Lamm, mein Bräutigam, Außer dir soll mir…
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mozart2006 · 9 months
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Ludwigsburger Schlossfestspiele 2023 - Philippe Herreweghe
Foto ©Mozart2006 Nel mese di luglio i Ludwigsburger Schlossfestspiele si concluderanno con una serie di appuntamenti di alto livello. Uno tra quelli che io attendevo con particolare impazienza era il concerto di Philippe Herreweghe, Continue reading Untitled
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turangalila · 5 months
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Orlando di Lasso (1532-1594) Prolongati sunt dies mei. [Cantiones sacrae 6 vocum. (Graz: Georg Widmanstetter, 1594.)]
Prolongati sunt dies mei in servitio tuo, Domine, et utraque tibi fortuna servientem probasti me ac in sudore vultus mei cognovisti labores et fidelitatem meam. Inveterata sunt ossa mea, in dies expectant dolores mortis ut rationem reddam villicationis meae ante conspectum Redemptoris qui pro nobis passus peccata nostra luit in crucis patibulo. Si ergo fas dicere, nunc dimitte servum tuum in pace, quia viderunt oculi mei te salvum in regno tuo et victorem bellorum omnium, cum felici gloria in qua vives in aeternum ante faciem populorum.
_ Cantiones Sacrae. Sex Vocum – Roland de Lassus. Collegium Vocale Gent. Philippe Herreweghe. (2008, Harmonia Mundi – HMC 901984)
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landrysg · 5 months
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New on YouTube: Music for the First Friday of Advent
J. S. Bach, the Advent Cantatas ("Schwingt freudig euch empor," BWV 36, "Nun komm, der Heiden Heiland," BWV 61 and BWV 62)
Performed by Collegium Vocale Gent, Philippe Herreweghe, conductor
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It's here 'cos I love it !
Johann Sebastian Bach - Widerstehe doch der Sünde, BWV 54: I. Aria "Widerstehe doch der Sünde" ·
Andreas Scholl, counter tenor ·
Collegium Vocale Gent · Philippe Herreweghe
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already-14 · 2 years
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Sanctus (à Madame Véra Stépanowa) par Jerome Vallet Via Flickr : En écoutant le Sanctus du Requiem de Gabriel Fauré, interprété par La Chapelle Royale et l'Ensemble Musique Oblique, dirigés par Philippe Herreweghe. youtu.be/XFLM99FprvM
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elgallinero · 1 month
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La Musica e Vita
St. Matthew Passion, BWV 244, Part 1 : No. 29. Choral “O Mensch, Bewein’ Dein Sünde Groß” by Collegium Vocale Gent & Philippe Herreweghe https://www.shazam.com/track/56300740/st-matthew-passion-bwv-244-part-1-no-29-choral-o-mensch?referrer=share
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boyiwakwambvukuta · 10 months
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Armide: Act IV, Scene 1: Le Chevalier Danois, Ubalde : "Nous ne trouvons partout" · Jean-Baptiste Lully - Bernard Deletré - Philippe Herreweghe - Collegium Vocale Gent - Gilles Ragon - La Chapelle Royale
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Armide: Act IV, Scene 1: Le Chevalier Danois, Ubalde : "Nous ne trouvons partout" · Jean-Baptiste Lully - Bernard Deletré - Philippe Herreweghe - Collegium Vocale Gent - Gilles Ragon - La Chapelle Royale
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personal-reporter · 11 months
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La stagione 2023 – 24 della Scala di Milano
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Per la Stagione 2023/2024 la Scala d Milano vedrà un calendario di oltre 250 spettacoli tra Opera, Balletto, Concerti e programmazione per i ragazzi e per le famiglie, ricco di conferme ma anche di proposte inattese, completato da mostre, incontri, visite e approfondimenti per stringere ancora di più il rapporto con il nostro pubblico milanese, nazionale e internazionale. Inoltre il 2024 vedrà concludersi i lavori della nuova palazzina di via Verdi, che accoglie nuove sale prova per l’Orchestra e il Ballo, oltre che gli uffici attualmente dislocati in altri edifici, e garantisce ulteriore profondità al palcoscenico. La Stagione d’Opera 2023/2024 del Teatro alla Scala si compone di 14 spettacoli, 10 dei quali sono nuove produzioni, oltre allo spettacolo inaugurale della Stagione 2024/2025, e ci saranno 3 opere di Giuseppe Verdi e 2 di Giacomo Puccini e  con un titolo ciascuno sono rappresentati Antonio Cesti, Luigi Cherubini, Gaetano Donizetti, Ruggero Leoncavallo e Pietro Mascagni, Jules Massenet, Wolfgang Amadeus Mozart, Gioachino Rossini, Nino Rota, Richard Strauss, Richard Wagner. Alle Stagioni d’Opera e Concerti partecipa una schiera di direttori del più alto livello internazionale, al Direttore Musicale Riccardo Chailly, come Alain Altinoglu, Myung-Whun Chung, Daniele Gatti, Daniel Harding, Michele Mariotti, Ingo Metzmacher, Riccardo Muti, Kirill Petrenko, Esa-Pekka Salonen, Christian Thielemann, Lorenzo Viotti, e nel repertorio barocco Giovanni Antonini, William Christie, Marc Minkowski, Philippe Herreweghe. In campo registico il cartellone vedrà nuovi allestimenti di Daniele Abbado, Irina Brook, Robert Carsen, Davide Liver-more, Christof Loy, David McVicar, Damiano Michieletto, Chiara Muti, Lluis Pasqual e del giovane Mario Acampa per il progetto Accademia, mentre tra le riprese vanno citati Harry Kupfer, Mario Martone e Giorgio Strehler. Il repertorio italiano è al centro della programmazione dal titolo inaugurale, Don Carlo, diretto da Riccardo Chailly nella versione italiana in quattro atti scritta da Verdi per la Scala con la regia di Lluis Pasqual e che fu diretto per due inaugurazioni da Claudio Abbado, di cui cade nel 2024 il decennale della scomparsa. Seguiranno la nuova produzione di Simon Boccanegra diretta da Lorenzo Viotti con la regia di Daniele Abbado, ma anche le riprese di Pagliacci e Cavalleria rusticana nello  storico allestimento di Mario Martone con Giampaolo Bisanti sul podio e di Don Pasquale nella produzione di Davide Livermore ambientata a Cinecittà, diretta da Evelino Pidò. Nel 2024 ricorre il centenario della scomparsa di Giacomo Puccini e la Scala lo celebra con nuove produzioni de La rondine, che mancava dal 1994 e sarà diretta da Riccardo Chailly per la regia di Irina Brook, e di Turandot, diretta da Daniel Harding per la regia di Davide Livermore. Sempre nell’ambito del grande repertorio italiano la nuova produzione di Guillaume Tell sarò per la prima volta alla Scala nella versione originale francese con Michele Mariotti sul podio e il debutto scaligero di Chiara Muti alla regia. Anche Médée di Luigi Cherubini, diretta da Michele Gamba, giunge per la prima volta sul palcoscenico in versione originale francese, sessantatré anni dopo l’ultima produzione diretta da Thomas Schippers con Maria Callas protagonista. Il percorso di esplorazione del Barocco italiano avviato dal Sovrintendente Meyer con le felici produzioni de La Calisto di Francesco Cavalli e Li zite ngalera di Leonardo Vinci arriva all’Orontea di Antonio Cesti, dramma per musica del 1656 di cui proprio la Scala aveva avviato la riscoperta con l’edizione diretta da Bruno Bartoletti nel 1961. Ogni anno un titolo della Stagione d’Opera è affidato agli allievi dell’Accademia e per il 2024 sarà Il cappello di paglia di Firenze, la farsa che Nino Rota trasse da Labiche. Read the full article
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21peky1150 · 11 months
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Beethoven: Coriolan-Ouvertüre ∙ hr-Sinfonieorchester ∙ Philippe Herreweghe
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clamarcap · 1 year
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Super Dixit Maria
Hans Leo Hassler von Roseneck (1564 - 1612): Dixit Maria ad Angelum, mottetto a 4 voci (pubblicato in Cantiones sacrae, 1591, n. 7). The Cambridge Singers, dir. John Rutter. Dixit Maria ad angelum: Ecce ancilla Domini, fiat mihi secundum verbum tuum. Hassler: Missa super «Dixt Maria» a 4 voci (pubblicata in Missae quaternis, V, VI et VIII vocibus, 1599). Ensemble Vocal Européen, dir. Philippe…
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Il ritorno di Philippe Heerewege al Bologna Festival
(ANSA) – BOLOGNA, 25 MAG – Il 26 maggio alle 20.30 l’Auditorium Manzoni ospita Philippe Herreweghe con la sua Orchestre des Champs-Elysées per uno degli appuntamenti più attesi del Bologna Festival.    Specialista delle prassi esecutive antiche, Philippe Herreweghe si avvale di un complesso orchestrale con strumenti originali di eccezionale versatilità e perfezione tecnica, da lui stesso fondato…
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elmartillosinmetre · 1 year
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La Pasión de todas las Pasiones
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[El conjunto coral belga Vox Luminis / DAVID SAMYN]
El Femás clausura su cuadragésima edición el Domingo de Ramos con un concierto en el Teatro de la Maestranza en el que dos de los más prestigiosos conjuntos europeos ofrecerán una de las obras artísticas más trascendentes de la cultura occidental, la Pasión según San Mateo de Bach
Domingo de Ramos. En los albores de la Cristiandad, ese era el día reservado para la lectura del relato de la pasión de Cristo siguiendo el evangelio de Mateo, y ese ha sido el día escogido este año por el Festival de Música Antigua de Sevilla (Femás) para la clausura de la que es su cuadragésima edición, que se materializará justamente con la interpretación de la más célebre obra musical dedicada a ese texto evangélico, la que Johann Sebastian Bach (1685-1750) presentara en la Semana Santa de Leipzig de 1727.
Hacía seis años, desde que Philippe Herreweghe y su Collegium Vocale de Gante cerraran el Femás de 2017 con ella, que la obra no se escuchaba en Sevilla. Si Herreweghe pasa por ser uno de los grandes bachianos de nuestro tiempo y en 2017 su experiencia y la de su conjunto con esta obra se medía en décadas, la apuesta esta vez es algo más arriesgada, ya que el conjunto belga Vox Luminis se enfrenta en esta gira europea (en España antes de Sevilla, pasa por Madrid y Barcelona y termina el Lunes Santo en Valencia) a su primera Pasión según San Mateo, y lo hace de forma bastante novedosa, pues la obra se presentará sin un director en el podio. No quiere decir ello que no tenga un responsable musical, que será Lionel Meunier, el bajo francés fundador en 2004 y director desde entonces de Vox Luminis, que formará como uno más de los cantantes del coro, por lo que faltará esa figura que la tradición romántica hizo habitual pero antes resultaba prácticamente inexistente, la del maestro que, de espaldas al público, dirige con sus gestos a los intérpretes. Junto a Vox Luminis, que participó ya en el Femás en la edición de 2021, actuará la Orquesta Barroca de Friburgo, compañeros habituales desde 2017 (en 2021 también acompañaron al coro belga pero en formato reducido) y uno de los conjuntos barrocos más prestigiosos de las últimas décadas. Además, participarán los niños de la Escolanía de Nuestra Señora de los Desamparados de Valencia, seguro que como tiples de ripieno en el número de apertura de la obra, aunque quizás refuercen también algún otro pasaje de la partitura.
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[La Freiburger Barockorchester. / MARCO BORGGREVE]
La Pasión según San Mateo de Bach se ha convertido casi en un mito de la cultura occidental por su solemne majestuosidad y la forma en la que penetra expresivamente en los misterios de ese Gran Relato de nuestra civilización, el de la pasión y muerte de Cristo. La obra se estrenó el Viernes Santo de 1727 en la iglesia de Santo Tomás, en un tiempo en el que la liturgia de la iglesia reformada de Leipizg para ese día incluía un gran oficio matinal de unas cuatro horas de duración y unas Vísperas que empezaban a la dos de la tarde y a las que seguía la Pasión, dividida siempre en dos partes con un sermón entre ambas.
La iglesia de Santo Tomás tenía entonces dos tribunas separadas, cada una con un órgano, y Bach aprovechó esa disposición del templo para dar vida a su composición más monumental, pues diseñó un dispositivo de doble coro, que obligaba también a doblar los contingentes instrumentales, hasta un total de entre 60 y 65 intérpretes (jamás volvería a concebir una obra de este tamaño). La composición también es monumental por su extensión, pues sus 68 números sobrepasan las dos horas y media de duración. Pero en realidad las dimensiones materiales de la obra son anecdóticas al lado de la genial disposición de todos los elementos, conjuntados con la única intención de conmocionar emocionalmente a los feligreses, a los que Bach asombró ya en 1724, en su primera Semana Santa en Leipzig, con la más pequeña (en lo material), pero igualmente magistral Pasión según san Juan.
Aunque no fue hasta 1717 que en Leipzig se empezaron a interpretar pasiones en el conocido como estilo figuraliter (es decir, con polifonía), Bach asume la tradición del género tal y como se había ido desarrollando en Alemania en las décadas finales del siglo XVII, pasada ya la época de las pasiones dramáticas, mucho más austeras, de Heinrich Schütz. Por influencia de la cantata italiana, se hicieron habituales entonces los números cerrados, divididos entre recitativos y arias, a los que se unían los coros y los corales luteranos. 
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[El bajo francés Lionel Meunier fundó Vox Luminis el año 2004 / TOM BLATON]
En Bach, el relato evangélico se pone en boca de un tenor que hace el papel del Evangelista, un bajo, que interpreta a Jesús, y voces diferentes para los soliloquentes (esto es, el resto de personajes del drama). El Evangelista interpreta sus partes siempre en un recitativo secco (acompañado solo por el bajo continuo), mientras que Jesús canta en un estilo arioso con acompañamiento de toda la cuerda de la orquesta, una forma que en este mismo Femás pudo escucharse ya en la Pasión según San Marcos de Reinhard Keiser, de hacia 1712, que interpretó justo un domingo antes el Conductus Ensemble. El resto de personajes cantan también en recitativos seccos cuando participan en solitario, en forma de canon cuando lo hacen en dúo y en el estilo del motete, a cuatro voces, cuando son más, los famosos coros de turba.
Las quince arias de la obra, todas en estilo da capo, una de ellas en dúo y diez antecedidas por recitativos en arioso, están compuestas sobre los textos escritos por Christian Friedrich Henrici, alias Picander, habitual colaborador de Bach en aquel tiempo. Suyos son también los textos de los dos grandes números para coro que abren y cierran la partitura, incluido el recitativo para cuatro solistas que antecede a ese estremecedor tombeau final. Estas interpolaciones poéticas en el relato evangélico son las que dan carácter al tipo de pasión que Bach hereda y eleva a un nivel de magnificencia incomparable. No son en cambio de Picander los poemas del soberbio coral figurado con el que se termina la primera parte de la obra ni los de los innumerables corales que la recorren (musicalmente, son en total doce, algunos repetidos varias veces con textos diferentes), que proceden de la tradición luterana y que Bach, salvo en esa brillantísima conclusión de la parte I (que había abierto la Pasión según San Juan en la versión que el compositor presentase en 1725), armoniza en un sencillo estilo homofónico a cuatro voces, pues estas piezas representaban la participación directa de la comunidad en el culto.
Programar una obra de estas características en un día tan señalado en Sevilla es sin duda un gesto de audacia por parte del Femás, pero parece que el aficionado lo ha recibido con entusiasmo, pues a la hora de escribir estas líneas, a cuatro días del acontecimiento, apenas quedan ochenta entradas disponibles y es muy posible que el teatro tenga que poner el cartel de Completo. Sería formidable vincular la Pasión de todas las pasiones al Domingo más importante del calendario festivo de la ciudad, y crear con ello una tradición asociada, ahora así, a una de las obras más conmovedoras y deslumbrantes del patrimonio universal de la Humanidad.
[Diario de Sevilla. 1-04-2023]
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landrysg · 2 months
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Have you heard Mass today? How about two by Monteverdi?
Claudio Monteverdi (1567-1643), Missa a quattro voci and Missa in illo tempore
Nicely performed and recorded by Ensemble Vocal Européen de La Chapelle Royale, Philippe Herreweghe, director
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Kurt Weill (1900-1950) - Concerto for Violin and Wind Band, Op. 12 (1924)
Wind Band: piccolo, 2 flutes, oboe, 2 clarinets, 2 bassoons, 2 horns, trumpet, timpani, xylophone, triangle, cymbals, side drum, bass drum, double bass.
1. Andante con moto 2. a. Notturno: Allegro un poco tenuto (9:48) b. Cadenza: Moderato (13:00) c. Serenata: Allegretto (16:51) 3. Allegro molto, un poco agitato (20:32)
Elisabeth Glab, violin and the Ensemble Musique Oblique conducted by Philippe Herreweghe
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