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#pittura metafisica
monogreek · 5 months
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Memorial to obscure combatants (1982) by Michalis Makroulakis (1940-November 29, 2023)
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skjppy · 4 months
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Giorgio Morandi, dipinti vari
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afantini · 8 months
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Di quel Mysterium in via d'estinzione
Per il luterano Rudolf Otto nel “mysterium tremendum et fascinans”, il mistero che attrae e avvince la coscienza nello sbigottimento, risiedeva l’esperienza del Sacro vissuto come l’Altro, l’alterità suprema, ineffabile, incomprensibile ed inquietante nel suo essere al contempo irresistibile e portentosa. Al netto delle sue implicazioni teologiche e mistiche, a questa definizione del Sacro come…
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atamascolily · 5 months
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Speaking of art references in Rebellion, an AO3 commenter named InquisitorKrieg tipped me off to another influence I'd missed: Georgio de Chirico, an early twentieth century artist who developed pittura metafisica, or "metaphysical painting", a kind of proto-Surrealism, featuring empty Italianate structures and an abundance of towers.
Inu Curry specifically cites de Chirico's work as an inspiration for Homura's "Tower of Mayu" in the Rebellion Production Note supplementary art book, along with the Tower of Babel. (No idea what the "Mayu" is referring to here, though.)
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Rebellion (2013) vs. The Red Tower (1913).
I had always thought of this structure as the "Colosseum" (after the arena in Rome), but I can definitely see the resemblance! This overlap is not surprising given that de Chirico was likely influenced by the same structure.
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Engraving of the Roman Colosseum by Giovanni Battista Piranesi (1860) vs. de Chirico's The Enigma of the Hour (1910-11?) vs. Rebellion (2013).
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Note also that this structure is not only egg-shaped (cracking through one's soul gem shell being a major theme), it also mimics the Incubator's enclosure back in the "real world" and Homura will burst through all of them before the end of the movie.
It will probably also not surprise you that de Chirico was strongly influenced by Nietzsche's philosophy, another prominent thread (heh) running through Rebellion, but that's a whole 'nother post.
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SENSI DELLARTE - di Gianpiero Menniti 
L'INASPETTATO
Edgar Degas (1834 - 1917) dipinge "Ballerina che fa un saluto", 1878, conservato al Museo d’Orsay a Parigi. Le forme scompaiono nel colore, riappaiono tra sfumature e contrasti. Nel 1890 dipinge "Russet Landscape" (Paesaggio color ruggine) e nel 1892 compie sperimentazioni ulteriori con la tecnica del "monotype" che coniuga incisione, disegno e pittura. Ulteriori poichè già nel 1876 aveva prodotto opere come "Dancer Onstage with a Bouquet" (Ballerina sul palco con un Bouquet, collezione privata). Potremmo chiuderla qui aggiungendo che si tratti di una direzione di "ricerca" poco nota dell'artista francese.  Qualcosa che nasce nel medesimo contesto dei soggetti tradizionali della sua pittura. Certo. Ma perchè? Ne realizzò circa centoventi di stampe con questa tecnica. Eppure, negli anni '90 del XIX secolo scompaiono le classiche figurazioni per dare vita a immagini che annullano la forma sondando esperienze visive abissali. Tuttavia, sullo sfondo delle altre due opere citate, queste rappresentazioni emergevano. L'irrazionalismo non è una corrente viva nel solo Novecento: è già negli aforismi di Nietzsche, nelle immagini poetiche di Baudelaire e nelle strutture visive dell'Impressionismo. Degas s'immerge in questa radicale percezione, l'anticipa nell'arte, la rivela facendo segno alla parola del suo tempo. La realtà non possiede un fondamento e la concezione tragica pervade la lunga stagione che segue alla rivoluzione scientifica e illuminista dei due secoli precedenti. Per dirla con le parole di Dostoevskij, tratte da "I fratelli Karamazov" (1880): 
«Se Dio e l’immortalità dell’anima non esistono tutto è possibile».
Nel 1882, ne "La gaia scienza", Nietzsche afferma perentoriamente:
«Dove se n’è andato Dio? – gridò – ve lo voglio dire! Siamo stati noi ad ucciderlo: voi e io! Siamo noi tutti i suoi assassini! Ma come abbiamo fatto questo? [...] Dello strepito che fanno i becchini mentre seppelliscono Dio, non udiamo dunque nulla? Non fiutiamo ancora il lezzo della divina putrefazione? Anche gli dèi si decompongono! Dio è morto! Dio resta morto! E noi lo abbiamo ucciso! Come ci consoleremo noi, gli assassini di tutti gli assassini? Quanto di piú sacro e di piú possente il mondo possedeva fino ad oggi, si è dissanguato sotto i nostri coltelli; chi detergerà da noi questo sangue? Con quale acqua potremmo noi lavarci? Quali riti espiatòri, quali giochi sacri dovremo noi inventare? Non è troppo grande, per noi, la grandezza di questa azione?».
In entrambi i casi, la fine della "cristianità" - non significa la fine del "cristianesimo" - s'annida nell'espressione figurativa che abbandona ogni certezza e muta in invocazione metafisica: semplicemente, la vocazione alla verità s'infrange con il baratro delle inattingibili origini. Il '900 comincia da lì, anche da un inaspettato Degas.
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thebeautycove · 7 months
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ETAT LIBRE D'ORANGE - SOUS LE PONT MIRABEAU - Eau de Parfum - Novità 2023 -
P+P what a terrific alchemy. Poems + Perfumes. Is there anything better than that to shake your S+S? Senses and Soul reply right away.
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Che stupefacente alchimia quando le fragranze scuotono la curiosità e sono ganci di riflessione su quanto si è appreso nella vita, soprattutto sui testi scolastici, sulle buone letture fatte nel tempo, su quanto certe esperienze si siano poi trasformate in una trama fitta di passione e condivisione.
Ritrovare Guillame Apollinaire in questa nuova fragranza di Etat Libre d'Orange - Sous le Pont Mirabeau - è stato come aprire un varco di luce nella memoria.
Apollinaire è uno dei grandi della poesia moderna, coniò il termine 'esprit nouveau' dando significato alle avanguardie artistiche francesi d'inizio 900.
La sua poesia multisensoriale vive nella sostanza del ricordo, affrancata dai confini del tempo, ne contrasta la forza dissipatrice per divenire incorruttibile.
Nei versi della sua celeberrima ‘Le Pont Mirabeau’, cui la fragranza si ispira, scorre la malinconia per un amore perduto, la nostalgia di un tempo che non conosce futuro e quella speranza violenta e timida che fu cara a Baudelaire.
E questa sensazione di fluire, del moto perpetuo e sincopato delle acque della Senna traspare da rigorosi accordi acquatici e minerali.
La sensazione in apertura è di freschezza acidula brumosa rubata alle luci dell'imbrunire, di sentori terrosi e metallici sostenuti dalla forza calma dei legni, sandalo e cedro.
Sono aromi sospesi e lenti, meditativi nel solenne evaporare dell'incenso, nel prolungato riverbero ozonato, rischiarati dagli accenti erbacei delle foglie di violetta, dalla poetica rima dell'ambra grigia.
E ancora, come a voler trattenere in circolo le sensazioni di attesa e speranza, riemergono i legni, più confortanti e magnetici nel loro levarsi dal fraseggio distensivo di vaniglia e muschi.
É indossare una poesia.
Creata da Mathieu Nardin.
Eau de Parfum 100 ml. In selezionati p.v.
©thebeautycove   @igbeautycove
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IL PONTE MIRABEAU Sotto il ponte Mirabeau scorre la Senna E i nostri amor Che io me ne sovvenga La gioia mai mancò dopo il dolor Venga la notte rintocchi l’ora I giorni se ne vanno io non ancora Le mani nelle mani restando faccia a faccia Lasciam che giù Sotto l’arcata delle nostre braccia D’eterni sguardi passi l’onda lassa Venga la notte rintocchi l’ora I giorni se ne vanno io non ancora L’amore se ne va come va la corrente L’amore va Come la vita è lenta E come la Speranza è violenta Venga la notte rintocchi l’ora I giorni se ne vanno io non ancora Giornate e settimane il tempo corre Né più il passato Né più l’amore torna Sotto il ponte Mirabeau la Senna scorre Venga la notte rintocchi l’ora I giorni se ne vanno io non ancora
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Il ponte Mirabeau deve parte della sua fama a questa celeberrima poesia di Apollinaire. Costruito nel biennio1895/97 ha una struttura a tre arcate in acciaio e collega la riva sinistra del 15°arrondissement alla destra del 16°. Quattro imponenti sculture in bronzo, poste alla base dei pilastri di sostegno, rappresentano l'abbondanza, la navigazione, il commercio e la città di Parigi. E' uno dei ponti più romantici della Ville Lumière, da sempre cantato e celebrato da artisti e letterati.
Elogio in fragranza al poeta Guillaume Apollinaire, che coniò il termine “esprit nouveau” per rappresentare l’avanguardia dei tempi moderni. Apollinaire aveva in se la genialità dell'innovatore, fu un visionario nell'approcciare le nuove correnti artistiche e il primo a riconoscere la valenza della pittura metafisica.
Il ponte Mirabeau è una delle sue poesie più belle, tratta dalla raccolta Alcools del 1913, in cui l'autore applica ai versi i principi della pittura cubista, le liriche non servono uno schema, non presentano un soggetto ricorrente ma, soprattutto, sono libere e non costrette in spazi limitati dalla punteggiatura.
Il ponte ha per Apollinaire una profonda valenza simbolica, è metafora del sentimento amoroso, luogo che induce a riflettere su sentimenti e tempo. Malinconia e visione onirica si fondono palesando il tratto distintivo dello stile del poeta, la sua poesia non è solo parola, è anche tattile, udibile, percepibile con i cinque sensi, qui sta la sua straordinarietà.
C'è il riferimento alla Senna, all’acqua che scorre veloce come il tempo, alle cose smarrite in esso, all'amore perduto per la pittrice Marie Laurencin, il ricordo e la nostalgia, la consapevolezza di ciò che non potrà tornare, l' abisso di solitudine e malinconia. Tutto passa, la giovinezza e la felicità spazzate via per sempre e la citazione alla 'speranza violenta' di Baudelaire è più che appropriata, poichè la tristezza ha per lui lo stesso significato, di violenza e timidezza congiunte.
E se il tema del tempo è cruciale in quest'opera, la protagonista assoluta è la poesia stessa. Tutto ciò che resiste all’azione distruttrice e implacabile del tempo è il dono di queste parole. Il dolore della separazione viene lenito dalla bellezza, dallo splendore del verbo poetico, che possiede la stessa funzione salvifica della memoria.
©thebeautycove
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fashionbooksmilano · 9 months
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Lee Ufan Resonance
Achille Bonito Oliva
Testi di: Gino Di Maggio, Achille Bonito Oliva, Lee Ufan
Fondazione Mudima, Milano 2007, 55 pagine, 27 x 23 cm, Inglese, brossura cartonata
euro 40,00
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Mostra 52 Biennale Venezia 2007 -Palazzo Palumbo Fossati. La mostra presenta 10 olii su tela di diverse dimensioni combinati con 8 installazioni realizzate con materiali naturali quali pietra e ferro. Lee Ufan, artista coreano fondatore del gruppo Mono–Ha, vive in Giappone ma è un nomade che ha saputo coniugare insieme il linguaggio delle avanguardie occidentali e la cultura di quelle orientali. Aggirando il ready made del cartesiano Duchamp ed il taglio del barocco Fontana, Lee Ufan sostituisce al principio di rappresentazione quello di presentificazione, in un percorso che corre dagli anni Sessanta, sculture e installazioni, alle "Corrispondenze" degli anni Novanta, fino alle pitture di oggi. Senza contrapposizioni ha fondato un incrocio spazio-temporale sostituendo al concetto di forma quello di "struttura", a quello di spazio quello di "campo", quale sistema di relazioni aperte a sviluppi che tendono a coniugare il pieno e il vuoto insieme. L'intera ricerca di Lee Ufan è una messa in crisi dell' "objet trouvé" e della sua metafisica: una forma morta scontornata nello spazio estetico e sottratta alla vita. Invece Lee Ufan non rappresenta ma "presentifica" un'idea di temporalità attiva che sostiene l'incontro dell'artista col mondo e dell'opera con lo spettatore. Ora una "tache" si irradia sulla superficie attiva di una pittura che sviluppa l'epifania di un incontro con il pubblico. Ora realizza pitture in cui egli è totalmente artefice del tutto. I segni orchestrati sulla tela hanno una tensione, un percorso e una durata spaziale giocati nel segno di una misura standardizzata a mano. Una misura memorizzata da un gesto che non dimentica precisione ed energia, scorrevolezza artigianale e geometria dell'estensione. Spesso questi spazi costituiscono degli architrave della visione, nell'ordine di due o tre organizzano il campo spaziale in termini di essenzialità visiva tesa ad evidenziare precisione ed indeterminazione, costrizione e potenziale modificazione. L'artista sembra voler dare al forte segno tracciato sulla superficie pittorica l'incisivo volume dell'oggetto o materia adoperata precedentemente nelle sue installazioni. La forza del tracciato serve proprio ad intensificare il momento dell'incontro tra l' opera lo spettatore mediante un intreccio tra tempo e spazio, dimensioni entrambe necessarie per realizzare il valore dell'arte, quello della "presentificazione". Ecco che Lee Ufan risolve il problema della immortalità dell'opera senza voler ipotecare il futuro, piuttosto fondando la persistenza del presente. Estendere il presente diventa per l'artista orientale un modo di eliminare da una parte il patetico sistema di previsioni del futuro e di ipotecare invece, attraverso una diversa dimensione dello spazio, un campo così vasto da accogliere il tempo del suo battito costante.
19/07/23
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argan-g · 10 months
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INDEX
CLASSICO E ROMANTICO
William Blake, Newton
Jöhan Heinrich Füssli, L'incubo
Étienne-Luoise Boullée, Progetto per il cenotafio di Newton
Claude-Nicolas Ledoux, Casa delle Guardie campestri
John Constable, La chiusa
e il mulino di Flatford
William Turner, Mare in tempesta
Francisco Goya, Fucilazione
Jacques-Louis David, La morte di Marat
Antonio Canova, Monumento di Maria Cristina d’Austria
Jean-August-Dominique Ingres, La bagnante di Valpingon
Théodore Géricault, La zattera della Medusa
Eugène Delacroix, La Libertà guida il popolo
Lorenzo Bartolini, Monumento funebre della contessa Zamoyska
François Rude, Rilievo dell'Arco di trionfo di Parigi Camille Corot, La cattedrale di Chartres
Théodore Rousseau, Temporale; veduta della piana di Montmartre
Honoré Daumier, Vogliamo Barabba
Constantin Guys, Per la strada
Honoré Daumier, Il vagone di terza classe
François Millet, L’Angelus
Camille Pissarro, Sentiero nel bosco in estate
LA REALTA' E LA COSCIENZA (l’Impressionismo; La fotografia; Il Neo-impressionismo; Il Simbolismo; L’architettura degli ingegneri)
Gustave Courbet, Ragazze in riva alla Senna (Estate)
Edouard Manet, Le déjeuner sur l'herbe
Alfred Sisley, Isola della Grande Jatte
Claude Monet, Regate ad Argenteuil;
Claude Monet, La Cattedrale di Rouen
Auguste Renoir, Le Moulin de la Galette 
Edgar Degas, L'absinthe
Paul Cézanne, L'asino e i ladri
Paul Cézanne, La casa dell'impiccato ad Auvers (Non Aversa)
Paul Cézanne, I giocatori di carte
Paul Cézanne, La montagna Sainte-Victoire 
Georges Seurat, Una domenica pomeriggio all’isola della Grande-Jatte
Paul Signac, Ingresso del porto a Marsiglia
Paul Gauguin, Te Tamari No Atua
Vincent van Gogh, Ritratto del postino Roulin 
Henri de Toulouse-Lautrec, La toilette
Henri Rousseau detto il Doganiere, La Guerra 
Odilon Redon, Nascita di Venere
Gustave Moreau, L'apparizione 
Pierre Bonnard, La toilette del mattino
Auguste Rodin, Monumento a Balzac
Medardo Rosso, Impressione di bambino davanti alle cucine economiche
I pittori della cerchia di Mallarmé
Edouard Vuillard, La pappa di Annette.
James MeNeill Whistler, Notturno in blu e oro: il vecchio ponte di Battersea
L' OTTOCENTO IN ITALIA, IN GERMANIA, IN INGHILTERRA
1. Giovanni Fattori, In vedetta
IL MODERNISMO (Urbanistica e architettura moderniste; Art Nouveau; La pittura del Modernismo; Pont-Aven e Nabis)
1. Antoni Gaudí, Casa Milá a Barcellona
2. Adolf Loos, Casa Steiner a Vienna
3. Antoni Gaudi, Il Parco Güell a Barcellona
L’ARTE COME ESPRESSIONE (Espressionismo; La grafica dell’Espressionismo)
1. Edvard Munch, Pubertà
André Derain, Donna in camicia
Ernst Ludwig Kirchner, Marcella
Henri Matisse, La danza
Emil Nolde, Rose rosse e gialle
Oskar Kokoschka, Chamonix, Monte Bianco
L’EPOCA DEL FUNZIONALISMO (Urbanistica, architettura, disegno industriale; Pittura e scultura; Der blaue Reiter; L’avanguardia russa; La situazione italiana; École de Paris; Dada; Il Surrealismo; La situazione in Inghilterra; La situazione italiana: Metafisica, Novecento, anti-Novecento)
Le Corbusier, Villa Savoye a Poissy
Le Corbusier, Cappella di Nötre-Dame-du-Haute a Ronchamp
Walter Gropius, La Bauhaus a Dessau
Ludwig Mies van der Rohe, Plastico di un grattacielo in verro per Chicago
Ludwig Mies van der Rohe, Seagram Buildings a New York
Tre progetti per il Palazzo dei Soviet. Le Corbusier e Pierre Jeanneret,
Walter Gropius, Bertold Luberkin,
Teo van Docsburg e Hans Arp, Cinema-ristorante L'Aubette a Strasburgo.
Thomas Gerrit Rietveld, Poltrona con elementi in nero, rosso, blu
Pier Mondrian, Composizione in rosso, giallo, blu
Aivar Aalto, Sanatorio a Paimio - Poltrona
Frank Lloyd Wright, Casa Kaufmann a Bear Run 
Pablo Picasso, I saltimbanchi; Les demoiselles d’Avignon; Natura morta spagnola
Georges Braque, Narura morta con l’asso di fiori
Robert Delaunay, Tour Eiffel
Juan Gris, Natura morta con fruttiera e bottiglia d’acqua
Georges Braque, Natura morta con credenza: Café-bar
Marcel Duchamp, Nu descendant un escalier n. 2
Umberto Boccioni, Forme uniche nella continuità dello spazio
Giacomo Balla, Automobile in corsa
Vasili; Kandinsky, Primo acquerello astratto; Punte nell'arco
Paul Klee, Strada principale e strade laterali
Anton Pevsner, Costruzione dinamica
Naum Gabo, Costruzione nello spazio; Il cristallo
Fernand Léger, Composizione con tre figure
Joan Miró, La lezione di sci; Donne e uccello al chiaro di luna
Giuseppe Terragni, Progetto dell'Asilo Sant'Elia a Como
Atanasio Soldati, Composizione
Constantin Brancusi, La Maiastra 
Amedeo Modigliani, Ritratto di Léopold Zborowski 
Georges Rouault, Cristo Deriso
Marc Chagall, A la Russie, aux anes et aux autres
Pablo Picasso, Guernica
René Magritte, La condizione umana Il
Man Ray, Motivo perpetuo 
Henry Moore, Figura sdraiata
Alexander Calder, Mobile
Ben Nicholson, Feb. 28-53 (Vertical Seconds)
Francis Bacon, Studio dal ritratto di Innocenzo X di Velázquez
Diego Rivera, L'esecuzione dell'imperatore Massimiliano
David Alfaro Sigueiros, Morte all'invasore
Giorgio De Chirico, Le Muse inquietanti
Carlo Carrà, L'amante dell'ingegnere 
Alberto Savinio, Nella foresta
Osvaldo Licini, Amalasunta su fondo blu
Giorgio Morandi, Natura morta con fruttiera
7. LA CRISI DELL'ARTE COME "SCIENZA EUROPEA" (Urbanistica e architettura; La ricerca visiva; La pittura negli Stati Uniti)
Ellsworth Kelly, Verde, blu, rosso
Morris Louis, Gamma Delta
László Moholy-Nagy, Composizione Q XX
Julius Bissier, 25 settembre 1963?
Josef Albers, Omaggio al quadrato
Arshile Gorky, Giardino a Sochi 
Jean Fautrier, Nudo
Jean Dubuffet, Orateur
André Masson, Les Chevaliers
Hans Hartung, Composizione 
Jackson Pollock, Sentieri ondulati
Mark Rothko, Rosso e blu su rosso
Albero Burri, Sacco B. 
Antoni Tápies, Bianco e arancione 
Giuseppe Capogrossi, Superficie 114
Lucio Fontana, Concetto spaziale: attesa 
Alberto Giacometti, Figura
Ettore Colla, Officina solare 
Mark Tobey, Circus transfigured
Georges Mathieu, Cast 
Victor Vasarély, Composizione. 
Kenneth Noland, Empireo 
Clyfford Still, 1962-D
Emilio Vedova, Plurimo n. 1; Le mani addosso 
Robert Rauschenberg, Letto
Mimmo Rotella, Marilyn 
Roy Lichtenstein, Il tempio di Apollo
Andy Warhol, Marilyn Monroe
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themuseumwithoutwalls · 10 months
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MWW Artwork of the Day (6/20/23) Carlo Carrà (Italian, 1881-1966) The Engineer’s Mistress (L’amante dell’ingegnere)(1921) Oil on canvas, 55 x 40 cm, Peggy Guggenheim Collection, Venice
This powerful and strange small painting closed the period of Carlo Carrà's "pittura metafisica," of which he was one of the leading exponents together with Giorgio de Chirico.  Although evidently a mere sculpture, the upright female head is invested with an aura of semi-consciousness, as if hypnotized —- the eyes closed but the mouth open in readiness to speak. The preternaturally long neck appears frequently in Carrà's work prior to this. Certainly the tension between the dead and the live in an indeterminate interior-exterior space and in a pre-dawn light evokes a Metaphysical dream state with masterly brevity. No explanation of the title has ever been given. To suggest that the square and compass represent the engineer's profession and the plaster head his secret life impoverishes the richly evocative mystery of the painting. The goal of Metaphysical painting was to make ordinary objects transcend reality and induce an elevated state of consciousness.
More of this artist's work is included in this MWW gallery/album:s https://www.facebook.com/media/set/?set=a.2546346572137363&type=3
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Si tratta di riconoscere la scoperta di un nuovo territorio estetico posto in un "Altrove extra mondo. Il suo acronimo è (ia) (immateriale arte) viene definito con un perimetro ∆ triangolare scoperto con una ricerca pittorica, la quale deriva da una mia invenzione, concretizzata e messa a punto nella (PdT) (Pittura di Trasformazione).
Codesta PdT è un modo di dipingere alternativo, che mi permette di trasformare la mia pittura originale, mantenendola tale, in mega agglomerati di flussi dati, tutti dipinti a mano.
Questa PdT è quindi un mezzo che trasla, trasforma e trasporta i miei oggetti pittorici (#) dal mondo umano a quello digitale. Una sorta di ponte che collega il lato umano con il mondo digitale, su questo ponte transitano i miei contenuti (#) pittorici subendo una trasformazione che li mantiene originali, anche nel passaggio di stato da umano a digitale.
Questi miei contenuti (#) pittorici finiscono in un contenitore posto in un "Altrove"extra mondo. Nel mio caso io li raccolgo nel perimetro ∆ di (ia) (immateriale arte) un luogo che è divenuto il mio studio immateriale, in questa porzione di spazio pittorico che avrei scoperto poter qui esistere.
Stiamo quindi dicendo che lo studio pittorico, (ia) dove opero la mia creatività non è più posto sul nostro lato umano del mondo, ma è ubicato dentro un perimetro triangolare ∆, dove si amalgamano sui suoi lati differenti tipi di prospettive: quella umana, la metafisica e come terza la virtuale.
L'area di questo perimetro ∆ è totalmente digitale, ed è stata collegata da me con la mia ricerca, attraverso la costruzione di questo mio ponte di collegamento tra umano e digitale.
Ora fino a questo punto stiamo parlando della scoperta di un territorio estetico (ia) di natura immateriale, effimera e fluida posto in un "Altrove" extra mondo. Che non è direttamente visibile dal nostro lato del mondo materico se non a me stesso. Tutto sommato stiamo praticando un territorio di confine che assomiglia molto a una perfetto scenario da Utopia.
Posso però dimostrare l'esistenza di tutto ciò con il (QL) (Quadro Liquido) un nuovo oggetto visivo che definisce la possibilità di trasformare i mega flussi dati di cui sono composti i miei oggetti (#) pittorici . Questo QL è quindi un paradigma visivo innovativo, un trasporto di visioni effimere organizzate in un nuovo senso estetico fluido, che utilizza la luce per riproporsi alla nostra pubblica visione qui sulla terra.
QL definisce in questo modo una nuova opportunità di racconto estetico fluido e luminoso, per raccontare la pittura con la luce. In particolare il QL porta la mia pittura a una trasformazione definibile: con un flusso di luce capace di raccontare con uno start e uno stop nel tempo dell visioni pittoriche di nuovo senso estetico, attraverso una performance visiva.
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#Pictart #Picta2024 #RosettaSavelli #Julietartmagazone
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monogreek · 11 days
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Still Life by Sarantis Karavousis (1938-2011)
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pikasus-artenews · 3 months
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Mirco Marchelli. Buoni offici
Mirco Marchelli propone una sua metafisica del reale, dove pittura e musica sono interpretazione e emersione dell’esperienza personale e collettiva
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personal-reporter · 5 months
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Una mostra su Achille Funi a Ferrara
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Virgilio Socrate Achille Funi (Ferrara, 1890 - Appiano Gentile, 1972) visse da protagonista i principali movimenti che hanno caratterizzato la cultura italiana della prima metà del Novecento e, dopo essersi distinto nel Futurismo, divenne uno tra i grandi interpreti del Realismo magico, del moderno classicismo di Novecento e del muralismo degli anni Trenta, pur mantenendo sempre una spiccata autonomia. Innamorato dei miti classici, Funi assimilò dai maestri dell'Officina ferrarese uno sguardo legato alla tradizione figurativa antica come al linguaggio più attuale di Cézanne, Picasso, Derain, de Chirico. Ora Ferrara, fino al 25 febbraio 2024,  gli rende omaggio con una vasta rassegna antologica al Palazzo dei Diamanti, organizzata dalla Fondazione Ferrara Arte e dal Servizio Musei d'Arte del Comune di Ferrara. La mostra, a cura di Nicoletta Colombo, Serena Redaelli e Chiara Vorrasi, ripercorre la vita del pittore attraverso più di centotrenta opere, provenienti da prestigiose collezioni pubbliche e private, italiane e straniere, tra cui figurano i suoi capolavori, come dipinti a olio e a tempera, acquerelli e disegni a carboncino e a sanguigna, nonché cartoni preparatori per i grandi affreschi e mosaici, che offrono al pubblico l'occasione di scoprire lo straordinario talento di uno dei più grandi maestri del Novecento. L'esposizione prende avvio dalle prime prove del giovane Funi, per poi lasciare spazio ai capolavori futuristi, come Uomo che scende dal tram e Il motociclista del 1914, che suscitarono l'ammirazione dell'amico Umberto Boccioni poi, dopo le testimonianze della prima guerra mondiale, il percorso mette in luce il cruciale apporto dell'artista alla stagione del Ritorno all'ordine e alla restaurazione delle forme classiche. La fase del dopoguerra è rappresentata da opere nel segno di Cézanne, della pittura metafisica e di  Leonardo, come Genealogia (La mia famiglia) del Mart di Rovereto o Il bel cadavere (Le villeggianti) del Museo del Novecento di Milano, cui seguono i capolavori del Realismo magico, la cui atmosfera di stupore attinge alla cultura figurativa quattro-cinquecentesca e, oltre a Maternità e La terra, c’è anche L'acqua, presentata in questa occasione per la prima volta dopo oltre un secolo. Sono inoltre esposte alcuni lavori di Novecento, il movimento coordinato da Margherita Sarfatti, che raduna i più autorevoli esponenti di un moderno e maestoso classicismo, come il leonardesco Autoritratto da giovane del Museo d'arte della Svizzera Italiana di Lugano, la picassiana Saffo, la raffaellesca Lettura domenicale della GNAM di Roma o l'androgina Venere del Musée cantonal des Beaux-Arts di Losanna. Negli anni Trenta e Quaranta Funi cercò i segreti dei maestri antichi rileggendo i generi della storia dell'arte in una chiave moderna, dal ritratto alla pittura storico-mitologica, testimoniata da Publio Orazio uccide la sorella della Nationalgalerie di Berlino, dalla natura morta al paesaggio di Il Foro romano delle GAMC di Ferrara. L'esposizione si conclude con la stagione della pittura murale dove, assieme a Sironi, Funi diede un nuovo slancio alla tradizione italiana dell'affresco e del mosaico, impegnandosi nelle campagne decorative con i miti della nazione sulle pareti di edifici monumentali. La rassegna offre l'occasione per riscoprire Il Mito di Ferrara, impresa decorativa che Funi ha realizzato per la Sala dell'Arengo del Palazzo Municipale della città estense, che rappresenta la summa dei grandi progetti murali che il pittore ferrarese ha affrescato negli anni Trenta e Quaranta a Milano, Trieste, Roma e Tripoli, di cui si può ammirare nell’esposizione una selezione di cartoni preparatori. Read the full article
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odaraghimell · 6 months
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Da: SGUARDI SULL’ARTE LIBRO TERZO - di Gianpiero Menniti 
METAFISICA
Il fondo oro delle immagini sacre non è stato solo un evento simbolico nella pittura. Il richiamo all'invisibile diventa possibilità, fenomeno che sposta il piano della rappresentazione dalla mìmesis a quello dell'aletheia, dall'imitazione che non forma la verità dell'oggetto, al significato metaforico di una verità priva della forma: è presente ma, nel medesimo tempo, "steresis", privazione.  Esiste, ma non è visibile, esiste, ma non è rappresentabile in una forma: non è il contrario di questa, ma ciò che può solo essere pensato. Nell'estetica di Platone, la "mìmesis" è "aletheia" solo quando è richiamo all'idea: il tentativo di dire la cosa per com'è e non di descrivere l'oggetto come se fosse il reale trasposto sul piano del rappresentato.  Non è l'oggetto reale ma la sua imperfetta imitazione. Dunque, nella logica platonica, quanto appare riconoscibile è mistificazione, mentre il riferimento simbolico è espressione del vero. E per quanto possa apparire un riferimento lontanissimo, la proposta metafisica di Platone è rimasta centrale nel corso della storia, un concetto insuperabile con il quale, come in un ritorno sorprendente, l'arte occidentale ha dovuto misurarsi, anche nel confronto con la pittura orientale, rimasta fedele all'impostazione simbolica quale alternativa al rigore del concetto iconoclasta.  Fino all'astrattismo. Questa corrente artistica, nelle sue numerose sfaccettature, nel tentativo di condurre alla tensione estrema la possibilità del rappresentabile, ha introiettato la visione platonica, rifiutando l'imitazione dell'oggetto fisico per varcare la soglia della metafisica. Il sacro, quello che è "separato", diventa, nuovamente, possibilità.
- Masaccio (1401-1428): "Crocifissione, dal Polittico di Pisa", 1426, Napoli, Museo Nazionale di Capodimonte
- Vasilij Kandinskij (1866-1944): "Senza titolo", 1941, New York, Guggenheim Museum
- In copertina: Maria Casalanguida, "Bottiglie e cubetto", 1975, collezione privata
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