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#pozzo
illsadboy · 6 months
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La Menzogna disse alla Verità:
"Facciamo un bagno insieme, l'acqua del pozzo è molto bella"
La Verità, ancora sospettosa, provò l'acqua e scopri che era davvero bella.
A quel punto si spogliarono e fecero il bagno
Ma improvvisamente la Menzogna uscì dall'acqua e fuggì, indossando i vestiti della Verità
La Verità, furiosa,
uscì dal pozzo per riprendersi i vestiti
Ma il Mondo, vedendo la Verità nuda, distolse lo sguardo, con rabbia e disprezzo.
La povera Verità tornò al pozzo e scomparve per sempre, nascondendo la sua vergogna
Da allora, la Menzogna gira per il Mondo, vestita come la Verità, soddisfacendo i bisogni della società.
Poiché il Mondo non nutre alcun desiderio di incontrare la Verità nuda
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(Dipinto: La Verità che esce dal pozzo, Jean-Léon Gérome, 1896.)
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artsy-cactus · 7 months
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(Waiting for Godot, pg 29)
first post in what feels like forever and it’s a nightmarish waiting for godot comic 🫡🫡
click for better quality if you reeeally wanna see this upclose
credit to my darling brother @tyfinsux for rendering the middlemost panel! couldn’t have done it without you 🩷🩷
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mistysblueboxstuff · 2 years
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"They give birth astride of a grave, the light gleams an instant, then it's night once more."
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wtfcl0ud · 5 months
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yh you joke abt wanting to ask your friends if they hate you and how they enjoyed or not the time you spent together but like are you actually brave enough to get on pozzo's level 🤔
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kruber-meister-k · 5 months
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sketch variety at my BFs place
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yourtrashcollector · 7 months
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Poteva anche gettarsi in un pozzo: non avrebbe fatto alcun rumore
Bernardo Zannoni, 25
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serenamatroia · 1 year
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mi specchio su una vetrina o in una pozza d'acqua
osservo il mio riflesso con aria stanca
e mi domando che senso abbia tutto questo
i miei capelli scombinati la mattina presto
quel viso congelato
con la stessa espressione di sempre
gli occhi parlano e la bocca tace e acconsente
faccio qualche foto sperando di imprimere
qualche bel ricordo
ma ogni scatto è destinato ad essere dimenticato
metto da parte il telefono e continuo ad
osservare
quella sagoma allo specchio che vorrebbe soltanto scappare
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orzobimbaa · 1 year
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NON È POESIA È FRUSTRAZIONE
Che cosa rende ognuno di noi vulnerabile alla stessa maniera?
Qual è il fattore comune per il quale tutti cadremmo nell'abisso,
nel buio più profondo,
quello per cui piangeremmo tutte le nostre lacrime,
per cui urleremmo fino a distruggerci le corde vocali.
A cosa o a chi
diamo così tanto potere da straziarci fino a renderci gracili, stremati, affamati ma sazi del vuoto.
La mia risposta a questa domanda sei tu.
Non mi scorderò mai di come mi hai fatta sentire, di come mi hai penetrato la mente con le tue parole, di come mi hai torpiato e di quanto, senza volerlo hai riempito il mio animo in origine così limpido e puro da poterne far invidia persino ad Astrea.
Rimarranno per sempre recisi
tutti quei singhiozzi, soffocati su un cuscino nelle lunghe notti insonni.
Rimarranno per sempre incise sul mio viso
quelle lacrime che hai condizionato a spandere e che utili furono solo all'allungare del pozzo.
Rimarrà per sempre reciso nel tempo il grido d'aiuto che ho lanciato e che nessuno è riuscito ad udire.
Così da rendermi vuota, equabile ad un pomice che, lentamente solcato dalle intemperie si è fatto inerme forviato da quel vortice oscuro che un tempo minimamente mi riguardava.
Se ti dovessi guardare negli occhi per trasmetterti tutto questo; allora io, li chiuderei ti stringerei le mani e ti sussurrerei: "tanto ho sofferto quanto ti ho voluto, aspettando quello che era il mio pensiero di te. mentre il te in carne si faceva beffa di me."
Facendoti così aizzare il pelo.
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kenneturner · 2 years
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I Remain A Traveler In Other People's Reality
I Remain A Traveler In Other People’s Reality
Self-portrait  Invoking the Full Meaning of Life How best to express sharing new life when each moment deserves its face. What seems apropos for the moment, when the next moment fosters a unique experience. Is it in a number? The number of days? The number of thoughts? The number of heartbeats? The number of turns? The number of prayers? . . . you can count the ways, only to still not know life’s…
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jacopocioni · 21 days
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Per chi abita in… Via Toscanella tra il Pozzo Toscanelli e la Madonna del Puzzo
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Via Toscanella è una stretta via che parte dallo Sdrucciolo De' Pitti e con un andamento leggermente curvilineo termina, diventando un vicoletto, in Borgo San Jacopo. In passato la via era frammentata in più vie con denominazione diversa. Da Borgo San Jacopo a Via dello Sprone, la parte più stretta della via, si chiamava Chiasso de' Marsili che poi diventò via del Forno. Qui la via si apre sulla famosa Piazza della Passera. Il tratto successivo da Via dello Sprone a Via de' Vellutini assumeva il nome di Via del Canto a' quattro Pagoni. Il tratto seguente da Via de' Vellutini a Via de' Velluti prima assumeva il nome di Canto a' quattro Leoni e poi Via Pagni. Lo spezzone successivo da Via de' Velluti fino allo Sdrucciolo de' Pitti si chiamava prima Via della Cella de' Fantoni e poi via Toscanella.
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Il nome via Toscanella dell'ultimo tratto, che poi diventa nome dell'intera via, derivava dal fatto che la via costeggiava posteriormente il Palazzo Dal Pozzo Toscanelli (con la facciata sulla Piazza de' Pitti).  La famiglia Toscanelli, antichissima famiglia fiorentina, era detta anche “dal Pozzo” perché in vicinanza della casa si trovava un pozzo pubblico denominato Pozzo Toscanelli. Addirittura il pozzo compariva nel loro stemma familiare.
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Pozzo Toscanelli disegno S. Valentini La falda acquifera che alimentava il pozzo proveniva quasi certamente da una sorgente presente sulla collina di Boboli, e l'abbondanza d'acqua faceva si che la cisterna del pozzo fosse sempre piena tanto da superare il livello massimo e riversarsi, grazie alla pendenza, in Via Sguazza che magari assumeva questo nome proprio per le pozze generate dall'acqua che la percorreva.
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Il pozzo era andato perduto nelle successive edificazioni, probabilmente nella costruzione del palazzo della famiglia Ridolfi di Piazza costruito circa nel Trecento, in via Maggio. Estendendosi con il giardino sino a via Toscanella hanno probabilmente chiuso il famoso pozzo. Dopo anni di ricerche recentemente è stato individuato grazie a Marco Conti e al proprietario del ristorante "Toscanella Osteria" Fabrizio Roberto Gori. Durante i lavori di realizzazione del ristorante hanno riportato alla luce il perduto Pozzo Toscanelli e con lungimiranza l'hanno restaurato ed è oggi visibile.
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Proiettandosi dall'altra parte di Via Toscanella, dove si restringe in un caratteristico vicolo, appena prima di aprirsi su Via San Jacopo si nota una rappresentazione in terracotta della Madonna. Questa rappresentazione è del 1984 ed è stata commissionata a Mario Mariotti e posizionata ad opera degli abitanti della via in segno di protesta. Tra spazzatura abbandonata e ricorrenti minzioni sui muri la via si caratterizzava per un fetido odore. La madonna è infatti rappresentata in un atteggiamento conseguente e ha preso il nome di Madonna del Puzzo. La via nasceva quindi come "retro" di palazzi signorili con le facciate in vie e piazze di più rinomata fama, ma nel corso del tempo il suo lastricato si è impregnato di storia ospitando anche le abitazioni di uomini illustri come Giovanni Boccaccio o Ottone Rosai. Oggi, grazie a piazza della Passera, è diventata un angolo di aggregazione.
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Jacopo Cioni Read the full article
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popolodipekino · 21 days
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Buenos Aires, 1899 El ajibe. En el fondo la tortuga. Sobre el patio la vaga astronomia del niño. La heredada platería que se espeja en el ébano. La fuga del tiempo, que al principio nunca pasa. Un sable que ha servido en el desierto. Un grave rostro militar y muerto. El húmedo zaguán. La vieja casa. En el patio que fue de los esclavos la sombra de la parra se aboveda. Silba un trasnochador por la vereda. En la alcancía duermen los centavos. Nada. Solo esa pobre medianía que buscan el olvido y la elegía. [trad. Il pozzo. In fondo c'è la tartaruga. Sopra il cortile vaghe astronomie di un bimbo. Argenterie ereditate si specchiano nell'ebano. La fuga del tempo, che al principio sembra fermo. La spada che ha servito nel deserto. Un grave volto militare e morto. La vecchia casa. L'umido vestibolo. Nel cortile che era degli schiavi l'ombra del pergolato si arrotonda. Il fischio di un nottambulo per strada. Le monetine nel salvadanaio. Nulla. Le povere modeste cose tanto care all'oblio e all'elegia.] da J. L. Borges, Historia de la noche (Storia della notte)
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ps-ped-metod · 2 months
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Le quattro macro aree identificate da Luciano Mariani e Graziella Pozzo all'interno delle loro ricerche sugli stili di apprendimento sono :
1. Le preferenze fisiche e ambientali: si riferiscono al modo in cui un individuo preferisce apprendere in termini di ambiente fisico, come il livello di rumore, la luce, la temperatura ecc.
2. I tratti di personalità: si riferiscono a come le caratteristiche della personalità di un individuo, come l'introversione o l'estroversione, possono influenzare il suo stile di apprendimento.
3. Le modalità sensoriali: si riferiscono al modo in cui un individuo preferisce ricevere informazioni, ad eserpio attraverso la vista, l'udito, il tatto, ecc
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asadeluaproducoes · 5 months
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mylifeasaburrito · 5 months
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Discorso sulle donne
di Natalia Ginzburg
L’altro giorno m’è capitato fra le mani un articolo che avevo scritto subito dopo la liberazione e ci sono rimasta un po’ male. Era piuttosto stupido: quel mio articolo parlava delle donne in genere, e diceva delle cose che si sanno, diceva che le donne non sono poi tanto peggio degli uomini e possono fare anche loro qualcosa di buono se ci si mettono, se la società le aiuta, e così via. Ma era stupido perché non mi curavo di vedere come le donne erano davvero: le donne di cui parlavo allora erano donne inventate, niente affatto simili a me o alle donne che m’è successo di incontrare nella mia vita; così come ne parlavo pareva facilissimo tirarle fuori dalla schiavitù e farne degli esseri liberi. E invece avevo tralasciato di dire una cosa molto importante: che le donne hanno la cattiva abitudine di cascare ogni tanto in un pozzo, di lasciarsi prendere da una tremenda malinconia e affogarci dentro, e annaspare per tornare a galla: questo è il vero guaio delle donne.
Le donne spesso si vergognano d’avere questo guaio, e fingono di non avere guai e di essere energiche e libere, e camminano a passi fermi per le strade con bei vestiti e bocche dipinte e un’aria volitiva e sprezzante (…) M’è successo di scoprire proprio nelle donne più energiche e sprezzanti qualcosa che mi indiceva a commiserarle e che capivo molto bene perché ho anch’io la stessa sofferenza da tanti anni e soltanto da poco tempo ho capito che proviene dal fatto che sono una donna e che mi sarà difficile liberarmene mai.
Ho conosciuto moltissime donne, donne tranquille e donne non tranquille, ma nel pozzo ci cascano anche le donne tranquille: tutte cascano nel pozzo ogni tanto. Ho conosciuto donne che si trovano molto brutte e donne che si trovano molto belle, donne che riescono a girare i paesi e donne che non ci riescono, donne che hanno mal di testa ogni tanto e donne che non hanno mai mal di testa, donne che hanno tanti bei fazzoletti e donne che non hanno mai fazzoletti o se li hanno li perdono, donne che hanno paura d’essere troppo grasse e donne che hanno paura d’essere troppo magre, donne che zappano tutto il giorno in un campo e donne che spezzano la legna sul ginocchio e accendono il fuoco e fanno la polenta e cullano il bambino e lo allattano e donne che s’annoiano a morte e frequentano corsi di storia delle religioni e donne che s’annoiano a morte e portano il cane a passeggio e donne che s’annoiano a morte e tormentano chi hanno sottomano, e donne che escono il mattino con le mani viola dal freddo e una sciarpetta intorno al collo e donne che escono al mattino muovendo il sedere e specchiandosi nelle vetrine e donne che hanno perso l’impiego e si siedono a mangiare un panino su una panchina del giardino della stazione e donne che sono state piantate da un uomo e si siedono su una panchina del giardino della stazione e s’incipriano un po’ la faccia.
Ho conosciuto moltissime donne, e adesso sono certa di trovare in loro dopo un poco qualcosa che è degno di commiserazione, un guaio tenuto più o meno segreto, più o meno grosso: la tendenza a cascare nel pozzo e trovarci una possibilità di sofferenza sconfinata che gli uomini non conoscono forse perché sono più forti di salute o più in gamba a dimenticare se stessi e a identificarsi con lavoro che fanno, più sicuri di sé e più padroni del proprio corpo e della propria vita e più liberi. Le donne incominciano nell’adolescenza a soffrire e a piangere in segreto nelle loro stanze, piangono per via del loro naso o della loro bocca o di qualche parte del loro corpo che trovano che non va bene , o piangono perché pensano che nessuno le amerà mai o piangono perché hanno paura di essere stupide o perché hanno pochi vestiti; queste sono le ragioni che danno a loro stesse ma sono in fondo solo dei pretesti e in verità piangono perché sono cascate nel pozzo e capiscono che ci cascheranno spesso nella loro vita e questo renderà loro difficile combinare qualcosa di serio.
Le donne pensano molto a loro stesse e ci pensano in modo doloroso e febbrile che è sconosciuto a un uomo. Le donne hanno dei figli, e quando hanno il primo bambino comincia in loro una specie di tristezza che è fatta di fatica e di paura e c’è sempre anche nelle donne più sane e tranquille. E’ la paura che il bambino si ammali o è la paura di non avere denaro abbastanza per comprare tutto quello che serve al bambino, o è la paura d’avere il latte troppo grasso o d’avere il latte troppo liquido, è il senso di non poter più girare tanto i paesi se prima si faceva o è il senso di non potersi più occupare di politica o è il senso di non poter più scrivere o di non poter più dipingere come prima o di non poter più fare delle ascensioni in montagna per via del bambino, è il senso di non poter disporre della propria vita , è l’affanno di doversi difendere dalla malattia e dalla morte perché la salute e la vita della donna è necessaria al suo bambino.(…) Le donne sono una stirpe disgraziata e infelice con tanti secoli di schiavitu sulle spalle e quello che dovono fare è difendersi dalla loro malsana abitudine di cascare nel pozzo ogni tanto, perchè un essere libero non casca quasi mai nel pozzo e non pensa così sempre a se stesso ma si occupa di tutte le cose importanti e serie che ci sono al mondo e si occupa di se stesso soltanto per sforzarsi di essere ogni giorno più libero. così devo imparare a fare anch’io per la prima perchè se no certo non potrò combinare niente di serio e il mondo non andrà mai avanti bene finchè sarà così popolato d’una schiera di esseri non liberi
*
Natalia Ginzburg, Discorso sulle donne, in Tuttestorie n. 6/7 dicembre 1992
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donotscratchyoureyes · 6 months
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Vendilo, Gino
As you might be aware, I coined the phrase #parlacigino (talk to us Gino) back in March after the diabolical QPR match. It felt like a natural line in the sand after two seasons of what can only be described as attritional football played by uninterested players, too many head coach sackings, crass stadium measures, a tone deaf comms policy and, lest we forget, a badly executed and poorly communicated ‘fans forum’.
This lead to some fans feeling disconnected from their club and an air of frustration gave way to low level demonstration.
This was met by the club enforcing measures so draconian that it took everyone by surprise. A towel that had ‘Pozzo Out’ written on it saw it’s owner being ejected from the ground, spoken to by the police and then banned from buying any further tickets until he ‘came in for a chat’.
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Another banner with the same message was met with the phrase ‘there’s no free speech in this stadium’ as the owner was frog-marched out.
Stewarding levels were ramped up in both number and snarly attitude and the PA volume was increased to 11 to drown out the very small pockets of ‘get out of our club’ vocal dissent.
The original family club, everyone.
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This ‘Pozzo Out’ sentiment, I felt, was premature. We’ve enjoyed 5 consecutive seasons and some famous victories in the premier league under Gino’s tenure. We do have, at last, a fully completed stadium which had previously looked like a building site with a condemned stand. So what had changed for some fans to want the owner out?
It seemed clear we needed to see the whites of his eyes, hence one small hashtag posted on the ‘Do Not Scratch Your Eyes’ twitter by myself. Obviously I was expecting for it to be lost in the sea of ‘Pozzo Out’ sentiment that was permeating, but it got a small amount of traction and within a week we were gathering like-minded folk together to work out how to get Gino and supporters in the same room after the club cannily chucked it over to the fans to organise after their disastrous cock-up the previous season.
I’ll not go into the machinations of how the event in June finally happened as this has been discussed to death elsewhere and I don’t think my mental health could take it, but happen it did. Gino met the supporters.
And again, I’ll not go into details of what was said at the meeting, you can find the live blogs and the full transcript elsewhere. However at the end of the meeting it did feel like some air was cleared and that there was an understanding of what Pozzo was trying to achieve. We finally had a clue about his personality and crucially his philosophy after 11 years of his club ownership.
Four months later we have had a terrible (in my view) transfer window in terms of players coming in and we are watching what is now, worryingly, looking like relegation form football. Yes, we are sitting a few places off League One as this is being typed.
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‘Oh’ say some supporters ‘but what about the January window? Maybe he’ll bring in the right players then!’ I doubt that. It hasn’t happened for the past, what, five windows has it? And now the person responsible for bringing in the talent has been sacked. Goodbye Ben Manga.
Enough now. Enough. The slippery slope we have found ourselves on since the 2019 FA Cup final shows no sign of abating; in fact it looks like it’s taking steeper turns.
Pozzo heard the hopes, expectations and concerns of Watford fans at that meeting in June and should have left feeling buoyant but also humbled having been handed a second chance whilst having to tiptoe on the thinnest of ice.
That ice is showing signs of cracking now. Previously staunch supporters of Pozzo are turning against him and if things on the pitch don’t improve dramatically (and the fan reaction to that isn’t handled in a more measured way by the club this time around) it could be that he is inching towards demonstrations that could well be more vociferous this time around, too.
So here’s a new hashtag: #VendiloGino (‘Sell Gino’). Sell whilst your legacy is relatively untarnished. Sell whilst the supporters might still think of you as the second greatest owner after Elton John. Sell before it’s too late and further damage is done. Sell before your bloody-mindedness sees our club drop down to the third tier of English football.
Sell to someone with a spark of enthusiasm. Someone willing to throw more than £50k on Tom Ince after reaping tens of millions in transfer fees. Someone who will hire the right recruitment team and not rely on peculiar looking deals with less than reputable looking agents.
We were here before you arrived. We’ll be here after you go. Don’t worry about us. We’ve seen all this before. But nothing changes until it changes at the top. It’s time for that change.
#VendiloGino
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