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#prima che tu dica pronto
madamedecharte · 10 months
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Mi capitò una volta, a un crocevia, in mezzo alla folla, all'andirivieni. Mi fermai, battei le palpebre: non capivo niente. Niente, niente del tutto: non capivo le ragioni delle cose, degli uomini, era tutto senza senso, assurdo. E mi misi a ridere.
Lo strano era per me allora che non me ne fossi mai accorto prima. E avessi fin'allora accettato tutto: semafori, veicoli, manifesti, divise, monumenti, quelle cose così staccate dal senso del mondo, come se ci fosse una necessità, una conseguenza che le legasse l'una all'altra. Allora il riso mi morì in gola, arrossii di vergogna. Gesticolai, per richiamare l'attenzione dei passanti e - Fermatevi un momento! - gridai - c'è qualcosa che non va! Tutto è sbagliato! Facciamo cose assurde! Questa non può essere la strada giusta! Dove si va a finire?
~Il lampo, Calvino
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La vita coi cani è strana.
Diventerai, senza nessuno che te lo insegni o ti spieghi come farlo (a volte con qualche piccolo aiuto), il capo branco di un cane che sarà pronto a qualunque cosa per te non appena saprà riconoscere il tuo odore e la tua voce.
La vita coi cani è misteriosa.
Sarai spiato da un Grande Fratello peloso che non perderà nessun tuo movimento, specialmente quando capirà dove sono la cucina ed il recipiente dei premietti.
La vita coi cani è crescere.
Non puoi farci niente, non puoi fermare il tempo perché quel cucciolo che hai tenuto in braccio crescerà troppo velocemente, per diventare il grande amico che ti vorrà accompagnare ovunque andrai.
I cuccioli durano troppo poco.
La vita coi cani è confronto.
Avrai sempre uno sguardo con il quale misurarti, affogherai senza poterti salvare nelle profondità inimmaginabili degli occhi di un cane. Dove la gente crede che non ci sia un'anima.
La vita coi cani è sincera.
Non avrai bisogno di raccontar loro una bugia o delle storie inventate perché tanto, qualunque cosa tu dica loro, i cani la sanno. Sempre.
La vita coi cani è scomoda.
Ti ritroverai una sera d'inverno, con la tramontana che ti graffia il viso ed il gelo che ti arriva alle ossa, a passeggiare da solo con il tuo cane che corre e scodinzola felice, incurante del vento che gli arruffa il pelo e del caldo che avete lasciato in casa.
La vita coi cani è buffa.
Parlerai con un essere che non ti potrà mai rispondere e che però ascolterà ogni tua parola, con così tanta attenzione ed interesse che non ritroverai in nessun altro uomo o donna al mondo.
La vita coi cani è ritorno a casa.
Nessuno come il tuo cane sarà felice di vederti ogni volta che spunterai dalla porta dalla quale ti ha visto andar via; imparerà i tuoi orari, riconoscerà il tuo passo e sarà lì ad aspettarti, anche quando sarà vecchio e stanco, saltando di gioia come se non ti vedesse da un mese.
Anche se sei uscito per comprare il giornale.
La vita coi cani è rinuncia.
Perderai a poco poco quella porzione di divano su cui stavi tanto comodo, dove ti godevi il riposo ed il meritato relax dopo giornate faticose e noiose. E la cosa bella sarà che non ti dispiacerà affatto.
La vita coi cani è comunione.
Dividerai il tuo ultimo boccone con il tuo cane, perché non potrai resistere al suo sguardo implorante che hai incrociato purtroppo per te mentre stavi cenando.
La vita coi cani è insegnamento.
Sono loro che ti mostreranno, semplicemente correndo in un prato o sulla riva del mare, la bellezza di una giornata di sole e l'importanza di stupirsi -ogni volta- davanti alle cose semplici.
La vita coi cani è amore.
Quello che proverai ad emulare, che proverai a restituire al tuo cane senza però riuscirci.
Ma cimentarti in questa prova sarà una delle tue imprese più entusiasmanti.
La vita coi cani è un viaggio.
Nessun sentiero di montagna ti sembrerà lo stesso dopo che lo avrai percorso insieme al tuo cane: ricorderai profumi, odori e colori del bosco che prima non avevi sentito o visto; proprio come succederà per il tratto di vita che farete insieme.
La vita coi cani è una parentesi.
Per te è una parte della tua vita, un dolce intervallo fra mille impegni e anni da riempire di cose da fare, un breve cammino insieme ad un cane che tu ben sai, ad un certo punto, si fermerà per lasciarti andare da solo.
Invece per il tuo cane, la tua vita è tutto.
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Ma guarda tutti quelli che ti stanno intorno e renditi conto di che cosa facciamo di noi e questa che consideriamo una nostra vittoria d'ogni giorno. Non amiamo, al di sopra di tutte le cose. Non accettiamo ciò che non si capisce perché non vogliamo passare per ingenui. Accumuliamo cose e sicurezze perché non riusciamo ad averci reciprocamente. Non abbiamo allegria che non sia stata già catalogata. Costruiamo cattedrali e ne rimaniamo al di fuori perché le cattedrali che noi stessi costruiamo, temiamo che siano trappole. Non ci consegniamo a noi stessi poiché questo sarebbe l'inizio di una vita vasta, e noi la temiamo. Evitiamo di cadere in ginocchio davanti al primo di noi che per amore dica: hai paura. Organizziamo associazioni e club sorridenti dove servono con o senza soda. Cerchiamo di salvarci ma senza usare la parola salvezza per non vergognarci di essere innocenti. Non usiamo la parola amore per non doverne riconoscere il suo intreccio d'odio, d'amore, di gelosia e di tante altre contraddizioni. Teniamo segreta la nostra morte per rendere possibile la nostra vita. Dissimuliamo con falso amore la nostra indifferenza, sapendo bene che la nostra indifferenza è angoscia dissimulata. Dissimuliamo con la paura piccola la grande paura più grande e perciò non parliamo mai di ciò che realmente importa. Parlare di quello che realmente importa è considerato una gaffe. Non siamo puri e ingenui per non ridere di noi stessi e perché alla fine del giorno possiamo dire "perlomeno non sono stato sciocco" e così non sentirci perplessi prima di spegnere la luce. Sorridiamo in pubblico per delle cose per cui, da soli, non avremmo sorriso. Chiamiamo debolezza il nostro candore. Ci temiamo l'un con l'altro, soprattutto. E tutto questo, lo consideriamo la nostra vittoria d'ogni giorno. Ma io ne sono fuggita, ne sono fuggita con la ferocia con cui si fugge dalla peste, e aspetterò fino a quando anche tu non sarai più pronto.
Clarice Lispector, Tr. Rita Desti, Un apprendistato o il libro dei piaceri Ph The New Yorker
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conleggerezza · 2 months
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prima che tu dica pronto :)
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anocturnalanimal · 5 months
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Non amiamo, al di sopra di tutte le cose. Non accettiamo ciò che non si capisce perché non vogliamo passare per ingenui. Accumuliamo cose e sicurezze perché non riusciamo ad averci reciprocamente. Non abbiamo allegria che non sia stata già catalogata. Costruiamo cattedrali e ne rimaniamo al di fuori perché le cattedrali che noi stessi costruiamo, temiamo che siano trappole. Non ci consegniamo a noi stessi poiché questo sarebbe l'inizio di una vita vasta, e noi la temiamo. Evitiamo di cadere in ginocchio davanti al primo di noi che per amore dica: hai paura. Non usiamo la parola amore per non doverne riconoscere il suo intreccio d'odio, d'amore, di gelosia e di tante altre contraddizioni. Dissimuliamo con falso amore la nostra indifferenza, sapendo bene che la nostra indifferenza è angoscia dissimulata. Dissimuliamo con la paura piccola la grande paura più grande e perciò non parliamo mai di ciò che realmente importa. Parlare di quello che realmente importa è considerato una gaffe. Non siamo puri e ingenui per non ridere di noi stessi e perché alla fine del giorno possiamo dire "perlomeno non sono stato sciocco" e così non sentirci perplessi prima di spegnere la luce. Sorridiamo in pubblico per delle cose per cui, da soli, non avremmo sorriso. Chiamiamo debolezza il nostro candore. Ci temiamo l'un con l'altro, soprattutto. E tutto questo, lo consideriamo la nostra vittoria d'ogni giorno. Ma io ne sono fuggita, ne sono fuggita con la ferocia con cui si fugge dalla peste, e aspetterò fino a quando anche tu non sarai più pronto.
Clarice Lispector, da Un apprendistato o il libro dei piaceri
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ininazseniram · 1 year
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“E vidi me impossibile a conciliare con il mondo intorno, scosceso e calcinoso com'ero io dentro e con squarci di colore d'una vivezza quasi cupa, come urli o risate.” — Italo Calvino, Fiume asciutto, da “Prima che tu dica pronto”
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incisodentro · 1 year
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È così strano come il mondo vada avanti. Come la vita vada avanti lo stesso anche se io non ci sono più. Sono giorni ormai che non esco di casa. Sono giorni che non ho contatti con il mondo esterno a parte il mio lavoro che è l'unica cosa che mi obbliga ad uscire di casa, ad avere contatti con la gente e forzarmi di essere sorridente e contenta. In realtà, è l'unica cosa che mi sta salvando. Mi chiedo come va la vita là fuori, quali cose sono successe al di fuori di queste quattro mura che io non so. Quante cose belle e brutte anche mi sono persa. Sono certa che questi giorni mi hanno cambiata parecchio. Non so cos'accadrà di me dopo tutto questo. È che a volte avresti solo bisogno che non ti lasciassero andar via. Hai bisogno di qualcuno che ti viene a riprendere pure se tu l'hai mandato via. Di qualcuno che ti dica "fanc*lo, tu sei più importante della paura che provo"... ma poi non lo fai mai nessuno. Tu sei lì, ti affezioni, ti leghi e poi? Cosa rimane? Nulla. Ammetto che questa volta ha fatto più male delle altre volte. Forse perché, questa volta, avevo (o almeno credevo) davanti una persona che era diversa da tutte le altre. Aveva conosciuto la mia parte tossica e non era andato via. Conosceva il mio passato e non era andato via. Conosceva il mio periodo più brutto e non era scappato. È stata la prima volta, in verità, che ne ho parlato a qualcuno. È stato strano. Stranissimo. Perché ne parlavo con la paura che potesse andare via, con la paura che potesse pensare di avere davanti a sé una pazza malata. Poi è stato liberatorio in verità. E quando mi sono resa conto che non l'aveva pensato, che sarebbe rimasto lì con me conoscendo anche questo io... non mi sono mai sentita così libera e leggera come in quel momento. È così strano pensare ora a dove siamo arrivati. Dal sentirci tutti i giorni a non sentirci affatto. Dal raccontarci tutto al non dirsi più niente. È stata l'unica persona ad aver capito che dietro tutto questo mio essere distante e distaccata da tutto c'è solo una bambina che ha bisogno che qualcuno, a volte, si prenda cura di lei. E quando l'ha capito, non è scappato. L'ha fatto. Si è preso cura di me quando ne avevo bisogno. Non c'era nemmeno bisogno di dirglielo a volte, lo capiva da solo e lo faceva e basta. Semplicemente lo faceva. Non so cosa sia successo dopo. Non so come ci siamo arrivati a questo. Forse è vero che la paura poi distrugge ogni rapporto, ogni cosa bella. E che, certe cose, se non sei pronto a viverle ti distruggono. Non lo so.. ma Dio quanto è stato bello.
-incisodentro.🥀
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solosepensi · 2 years
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“Non potrai mai cambiare il mondo da solo. Però puoi dare il tuo contributo per cambiarne un pezzetto. Quello che faccio davvero io per la povertà non lo dirò mai. La F1 è ben misera cosa in confronto a questa tragedia.Sono un privilegiato, ho sempre avuto una vita molto bella. Ma tutto quello che ho ottenuto dalla vita l'ho guadagnato con l'impegno e il desiderio fortissimo di raggiungere i miei obbiettivi , di vincere, nella vita, non come pilota. Perciò lasciate che vi dica che chiunque voi siate nella vita, sia che siate al livello più basso, o al più alto, dovete avere una grande forza e una grande determinazione e dovete affrontare qualsiasi cosa con grande amore e fede in Dio e un giorno raggiungerete i vostri obbiettivi e avrete successo.
Non ho idoli. Ammiro il duro lavoro, la dedizione e la competenza.
Ogni persona ha la sua fede, il suo modo di guardare alla vita. La maggior parte della gente rifiuta temi come questi. Per quanto mi riguarda l'importante e essere in pace con se stessi. Il modo per trovare questo equilibrio per me passa attraverso la fede in Dio.
I ricchi non possono vivere su un'isola circondata da un oceano di povertà. Noi respiriamo tutti la stessa aria. Bisogna dare a tutti una possibilità.
Se ho fatto le cose che ho fatto è perchè ho avuto, nella vita, una grande possibilità. Crescere nel modo giusto, vivere bene, godere di una buona salute, imparare molto. E sono stato aiutato, nei momenti giusti, ad andare nella giusta direzione.
La cosa più importante è essere te stesso, senza permettere a nessuno di ostacolarti, senza essere diverso perchè qualcuno vuole che tu sia diverso. Devi essere te stesso. Molte volte farai degli errori a causa della tua personalità, del carattere o delle interferenze che puoi trovare lungo il cammmino. Ma solo così puoi imparare: dai tuoi errori. E’ questa la cosa principale: utilizzare gli errori per imparare. Io credo nell'abilità di concentrarsi profondamente, in modo da rendere e progredire ancora di più.
C'è una certa dose di rischio nelle corse automobilistiche e la F1, come sapete, fa parte di queste corse. Così quando guidi, fai le prove o corri sei esposto a dei rischi. Ci sono rischi calcolati e altri che provocano situazioni inaspettate. E tu puoi non esserci più, cosi, in una frazione di secondo. In questo modo capisci che tu non sei nessuno. All'improvviso la tua vita può finire. Ciò fa parte di questo mestiere, o lo affronti da professionista, in modo distaccato o altrimenti lasci perdere e smetti e si da il caso che io ami troppo quello che faccio per lasciare semplicemente perdere; non posso è parte della mia vita. Nessuno è immortale, la differenza tra i piloti e la gente comune è che noi siamo più esposti ai rischi. Che cosa ci puoi fare? Siamo esposti ai rischi. Potresti smettere di correre… e pensare di essere al sicuro, ma poi può capitarti un incidente per strada. Credo che faccia parte della vita stessa. La cosa importante è aumentare il più possibile la sicurezza, non solo sui circuiti, ma anche sulle vetture. Fortunatamente, ho avuto… ho… una vettura molto solida, progettata molto bene, che mi ha salvato la vita, questa volta, ma posso assicurarvi che la prossima volta che passerò in quel punto, farò la stessa cosa, perché darò tutto gas. Non ho altra scelta. O corro a tutto gas oppure non corro per niente. Un pilota deve essere pronto a un'eventualità del genere, ma dovremmo avere uno spazio di fuga migliore.
Le cose ti riportano alla realtà di quanto tu sia fragile; ad un certo momento tu stai facendo qualcosa che nessun altro è capace di fare. In quello stesso momento sei visto come il migliore, il più veloce, ma sei enormemente fragile. Perchè in un piccolo secondo, è tutto finito.
Correre, competere è nel mio sangue, è parte di me, è parte della mia vita; è da sempre che lo faccio e viene prima di ogni altra cosa.
Correre è la mia passione. La F1 è una gran parte della mia vita. Battermi al volante è nel mio sangue. Non sfuggire alla lotta è nella mia natura. Io voglio essere il più veloce, io voglio dimostrare di essere il migliore.
La spinta ad essere più competitivo è una cosa molto stimolante per me, non saprei, almeno adesso, come farne a meno.
E’ strano. Proprio quando penso di essere andato il più lontano possibile, scopro che posso spingermi ancora oltre.
Credo che sia molto importante per un pilota vincere un campionato dimostrando una netta e indiscutibile superiorità.
Non è realistico pensare di vincere sempre ma io spero sempre che questo non sia il week-end in cui perdo.
Ho bisogno di fare qualcosa di speciale. Ogni anno qualcuno vince un titolo. Io voglio fare di più.
La cosa importante è vincere tutto, sempre.
Io voglio vincere sempre. L'opinione secondo cui la cosa importante è competere è un assurdità.
È la voglia di vincere che mi spinge ad andare avanti. È questa la mia maggiore motivazione; la voglia di vincere è ciò che mi spinge a gareggiare.
Credo che ogni pilota sia convinto di essere il migliore e di poter vincere tutto.
Pensi di avere un limite, così provi a toccare questo limite. Accade qualcosa. E immediatamente riesci a correre un po’ più forte, grazie al potere della tua mente, alla tua determinazione, al tuo istinto e grazie all'esperienza, puoi volare molto in alto.
Quando correvo con le FF1600 avevo qualche problema di guida. La FF2000 mi è sembrata molto più facile, più leggera, più naturale da guidare. Con la Ralt F3 mi sono trovato ancora meglio. Credo che questo sia molto importante: mi trovo meglio man mano che la potenza aumenta.
Lui con me è umanamente incompatibile, ma non riesco ad immaginare la mia carriera senza lo stimolo rappresentato da Alain.
Nessuno può mettere in dubbio che Prost sia un grande pilota; i suoi risultati parlano da soli; ma non c'è nient'altro in comune tra noi.
Non c'è scelta; o ti dedichi totalmente ad essere un pilota professionista che vuole vincere, oppure… arriverai terzo, o quinto. A me non interessa arrivare secondo o terzo. Io corro per vincere, per quanto è possibile. Può anche succedere che commetta un errore, certo. È impossibile fare sempre la cosa giusta. Ma io corro … per vincere.
Io non potrei mai, una volta smesso di correre, avere un futuro in F1, come hanno fatto molti miei colleghi. Ho troppe cose buone dall'altra parte della mia vita per scegliere di restare sempre in F1
Il matrimonio, i figli? Calma… ma di sicuro, al momento giusto, dei bambini li vorro’ anch'io.
La motivazione più grande è sapere che c'è una squadra di due - trecento persone che lavorano con me. Sono là per me, credono in me, sanno che arriverò là in orario e che non li deluderò.
Non è solo una caccia al titolo mondiale: è una passione molto più vasta. E che richiede un enorme concentrazione.
La cosa importante è la gioia che mi da ogni vittoria, il piacere che offre, al pari di una grande conquista, un'enorme sfida, come combattere e vincere una battaglia. Senza queste emozioni, tutte queste emozioni, correre non avrebbe senso.
Sì, sono il nemico della Ferrari, nemico sul piano sportivo, ma la gente mi vuole bene. E’ normale che a volte mi fischi, ma non lo fa con cattiveria…
La pole position è come una gara di cento metri. Dai tutto quello che hai, in quel minuto, minuto e mezzo, trattenendo il fiato in certe curve, non respirando per bilanciare meglio la vettura, per aumentare la sensibilità. La carica di adrenalina è incredibile, da un secondo all'altro. Credo che sia il momento più grande, il più forte, il più alto… Ne ho già ottenute 52 e spero di conquistarne ancora. Ogni volta che ottengo una pole position, mi sento rinascere e voglio accaparrare la prossima, anno dopo anno, pole dopo pole
Se guadagni tanto è perché meriti e vali tanto.
Vedi loro [i giornalisti] vorrebbero sempre da me una lamentela contro Prost. In mancanza di questa va bene anche una considerazione sulla Fede. Se invece mi dilungo su un fatto squisitamente tecnico, chiudono i taccuini e leggo nei loro occhi lo smarrimento. Di fatto non scriverebbero nulla: cerco allora di aiutarli…
Se sono ossessivo, lo sono in una maniera positiva. Io ho una forte spinta naturale, ma non è dannosa non è un problema.
E’ un po’ difficile stringere un rapporto con una persona dell'altro sesso. Soprattutto se sei giovane e fai una vita che attira le ragazze.
La mia responsabilità è forse più grande verso i più giovani, i bambini, perché da parte loro avverto un grande affetto e ammirazione, e questo mi spinge a lottare ancora di più per dare loro qualcosa di speciale. Perciò io mi sento, soprattutto, responsabile nei confronti dei bambini che amano le corse, che si alzano presto e assillano i genitori perché li portino all'autodromo. E, come accade con le persone a cui sono molto vicino, sto bene quando li incontro. “
Ayrton Senna da Silva
#28anni
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alonewolfr · 5 months
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L’assenza è un telefono che squilla una volta soltanto e smette prima che tu dica Pronto…
|| R. Cotroneo
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gravidansia · 2 years
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Settimana 32+6
Ciao amorino della mamma!
Oggi siamo a circa 50 giorni dal parto ed ho fatto la flussimetria. Abbiamo visto che stai bene, hai abbastanza liquido amniotico intorno e non ti sei attorcigliato col cordone ombelicale.
Pesi circa 2,030 kg per un’altezza approssimativa di 45,5 cm. Un patatino che non vedo l’ora di spupazzare!
Siamo stati a Capri questo fine settimana. All’andata ho vomitato tutto, anche l’anima, negli ultimi 10 minuti di traversata col traghetto, al ritorno è andata un pochino meglio, ma ho comunque avuto un po’ di nausea.
Ho avuto la sensazione, in entrambi i viaggi, che tu fossi agitato. Ti sentivo premere con forza sotto lo stomaco e mi stavo chiedendo se i feti vomitassero.
So che urinano, che hanno il singhiozzo, ma a quanto pare non vomitano! Compensate quando nascete, però!
Insomma, sei già pronto in posizione per il parto. Hai la testolina in basso già dalla scorsa ecografia. Ho chiesto anche questo: pare che non abbiate problemi di sangue che va alla testa!
Meno male, perché ormai è un mese che stai messo così!
Che dire… io non credo che arriveremo al termine delle 40 settimane, nonostante si dica che i primi figli nascano sempre più tardi del previsto. La data presunta del parto è il 16/06, ma io penso proprio che arriverai prima.
Ho già alcune contrazioni preparatorie e ieri sera ti sentivo un pochino spingere, in più sei già in posizione da molto tempo! Sono certa che arriverai prima, ma non esagerare. Almeno alla 37ª settimana arriviamoci!
Ti amiamo già tanto
mamma ♥️
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fuoridalcloro · 2 years
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“E vidi me impossibile a conciliare con il mondo intorno, scosceso e calcinoso com’ero io dentro e con squarci di colore d’una vivezza quasi cupa, come urli o risate. E per quanto m’ingegnassi a mettere parole tra me e le cose, non mi riusciva di trovarne d’adatte a rivestirle; perché tutte le mie parole erano dure e appena scheggiate: e dirle era come posare tante pietre”.
Italo Calvino - Prima che tu dica pronto (cap.  Fiume asciutto)
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spettriedemoni · 3 years
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"Che pena.
Sperare, intendo.
È la pena di chi non sa rinunciare".
Italo Calvino "Prima che tu dica pronto"
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somehow---here · 4 years
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E mi dico: tra tutte, proprio lei è riuscita a sfuggirmi, come se non l'avessi mai avuta. Ma l'ho davvero avuta? E poi mi chiedo: e chi ho avuto davvero? E poi, ancora: avere chi? che cosa? che vuol dire?
Italo Calvino, In Le memorie di Casanova, da Prima che tu dica «Pronto»
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micarara · 3 years
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[...] l'esperienza che occupava interamente Fulvia per tutto il tempo che aveva passato con me non era la scoperta di me e neanche la scoperta dell'amore o degli uomini, ma di se stessa; anche in mia assenza questa scoperta, ormai iniziata, non avrebbe avuto più fine; io ne ero stato solo uno strumento.
Prima che tu dica «Pronto», Italo Calvino
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scoprirci · 4 years
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«Sperare, intendo. È la pena di chi non sa rinunciare. Cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio.»
(Italo Calvino - "Prima che tu dica pronto")
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doppisensi · 4 years
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So bene che, quando finalmente le nostre voci riusciranno a incontrarsi sul filo, ci diremo delle frasi generiche e monche; non è per dirti qualcosa che ti sto chiamando, né perché creda che tu abbia da dirmi qualcosa. Ci telefoniamo solo perché nel chiamarci a lunga distanza, in questo cercarci a tentoni attraverso cavi di rame sepolti, relais ingarbugliati, vorticare di spazzole di selettori intasati, in questo scandagliare il silenzio e attendere il ritorno di un’eco, si perpetua il primo richiamo della lontananza, il grido di quando la prima grande crepa della deriva dei continenti si è aperta sotto i piedi di una coppia di esseri umani.
Italo Calvino, Prima che tu dica pronto
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