Tumgik
#quella roba là
elperegrinodedios · 8 months
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Testimonianza di un convertito...
(Terza parte)
Ora, questa non era un'idea nuova, già prima di essere fatto Grande Druido io avevo pensato di tirarmene fuori, e cosi pure una giovane attrice in California, della quale, era già stata ordinata l'esecuzione e che era stata lasciata appesa per un piede con la gola tagliata ch'è una delle carte dei tarocchi, per informare tutte le streghe, che aveva tradito la stregoneria ed era morta per tal motivo. Dopo aver visto questo e quello che era già successo a Sharon Tate decisi di restare, ma ora volevo andarmene a tutti i costi. Tutti i costi.
Non sapevo come uscirne, ma non consideravo per niente il Cristianesimo, come una sicura via d'uscita. Ma volevo venirne fuori, ad ogni costo. Cosi passò un mese ed io rimasi più coinvolto in varie droghe. Anzi, la notte che mi sono salvato pesavo 67 kg. perchè facevo 150$ al giorno di metredina "speed" in vena, quella che, la gente della strada chiama "cristalli". Ero letteralmente in uno stato di paranoia a causa di questa droga e tutti questi piani mi avevano reso ancor di più irrequieto. Poi un sabato pomeriggio un pastore battista mi venne a trovare in uno di quei nostri negozi di occultismo. Si trovava là perchè da un giorno all'altro, si era reso conto, che la famosa Stregoneria era reale, mentre lui l'aveva sempre considerata una favola di streghe che volano su manici di scopa con porri sul naso e i cappelli a cono. L'aveva scoperto, perchè aveva scoperto che sua figlia, era una sacerdotessa iniziata di una congrega della Stregoneria! L'aveva vista e sorpresa in una notte, mentre lanciava sortilegi nella sua camera da letto. Non riusciva a parlare e nè comunicare con sua figlia, cosi pensava di dover andare alla radice e, se loro si salvavano, forse si sarebbe salvata anche sua figlia. È cosi che mi trovò in un nostro negozio di occultismo, lo "Spanish Bazaar" a San Antonio e cominciò a testimoniarmi. Lui sapeva chi ero, perchè io mi presentavo sempre con il mio nome di stregone, Lance, e quasi tutti in città mi avevano già visto alla televisione o avevano letto di me su giornali in servizi sulla Stregoneria. Cominciò a parlarmi e testimoniarmi e in parole molto profane io gli dissi, che non me ne importava proprio nulla, e che volevo che se ne andasse. Cosi quando fallì in questo, decise che non riusciva a passare su quei demoni che erano in me ed iniziò allora ad ordinare a quei demoni di stare zitti e poi subito procedette a pregare per me, che mi piacesse o no, e quella preghiera era qualcosa del genere:
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"Esigo che Satana smetta ora di darti i suoi benefici, compreso le droghe; ordino che sia cosi nel nome di Gesù! E comando ora a Satana di smettere di comunicare con te, soprannaturalmente ed ora spezzo il tuo forte potere di Stregoneria, fino a che verrai faccia a faccia con il Vangelo e poi comando che la tua mente venga liberata, cosi che tu, possa ricevere il Vangelo, e prendere da solo la tua decisione".
Poi se ne andò. Nelle mie condizioni questo era necessario, indispensabile perchè io non avevo una mente mia. Pensai che fosse pazzo e cosi andai di sopra e presi molta altra droga, perchè non riuscivo a capire come mai mi sentivo in tal modo e cioè, non molto bene. Quella sera, usai tutta la droga che avevo, perchè aspettavo una grossa partita che doveva arrivare da Laredo in Messico. Successe però, una cosa che non era mai successa prima: si, la droga fu sequestrata! Quella notte al confine c'era la guarda sbagliata, che non era pagata da noi, e usarono persino la macchina sbagliata, pure con il numero di targa sbagliato. Tutto quello che poteva andare storto andò storto e la spedizione fu sequestrata ed io ero senza droga. Feci alcune telefonate in varie zone degli USA, cercando di trovare della roba che mi potesse arrivare in fretta. Nulla. Dovevo aspettare il martedì mattina, per me era troppo tempo da aspettare per una persona assuefatta come lo ero io! Il lunedì sera poi, dato che stavo avendo dei sintomi piuttosto forti di astinenza, salii sulla mia auto, feci per uscire dal posteggio e quasi finii nel fiume! Cosi la lasciai lì e andai a fare una passeggiata. Camminai per quattro o cinque isolati e arrivai ad un cinema normale e là pagai ed entrai, mi sedetti in terza fila deciso a pensare solo al film. Era intitolato: "La croce e il pugnale". Può sembrare divertente, ma non lo era per me a quei tempi.
Fine terza parte
lan ✍️
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t-annhauser · 6 months
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un pomeriggio in Brianza
Tanti anni fa stavo aspettando l'autobus alla fermata, avevo appena finito di lavorare, era un pomeriggio caldo e luminoso, sarà stato maggio/giugno, anche la circonvallazione con la sua rotonda erbosa sembrava una riserva naturale, quando improvvisamente si ferma un fuoristrada e sento chiamare da lontano il mio nome. Io sorpreso, quasi allarmato, mi volto e vedo farmisi incontro un tizio che lì per lì non mi dice niente, eppure lui sembrava conoscermi benissimo. Sarà capitato anche a voi qualche volta, di un tizio che vi saluta e voi rimanete lì impalati col vuoto nella testa, situazione imbarazzantissima, insomma, questo mi viene incontro e mi saluta con tanto di pacche sulle spalle, io mi voglio fidare, sembra un tipo apposto, e ricambio il saluto nel modo più naturale possibile. Piano piano, una parola qua, una là, comincio a ripescare quella faccia dal fondo della memoria, era uno che veniva ogni tanto in studio parecchi anni prima, un amico del capo che aveva pure lui un'attività, un tipo bassino con una gran parlantina che guidava macchine più grandi di lui, un soggetto tipico della Brianza, insomma, la base elettorale di Forza Italia. Si vedeva chiaramente che mi compativa, io che non guidavo e aspettavo l'autobus, io soggetto poco imprenditoriale, una specie di disabile ai suoi occhi, però parlava e parlava e io intanto guardavo in direzione dell'autobus che si ostinava a non arrivare. Mi dava una confidenza sovradimensionata rispetto alla nostra precedente frequentazione, lui faceva i safari in Africa, una cosa esotica perché è risaputo che per il brianzolo tipo sotto la linea del Po è tutto hic sunt leones, terre popolati da esseri inferiori da colonizzare con le fabbriche o da sfruttare per il puro divertimento, aveva la jeep con lo snorkel per guadare i fiumi, tipo Tom è Gerry quando si tuffano in un laghetto per scampare a uno sciame di vespe e respirano con la cannuccia, insomma, una roba da sboroni. Aveva insistito per avere il mio numero di telefono, io avevo ceduto per togliermelo di torno meditando di metterlo prontamente nella black list una volta sparito, alla fine finalmente mi molla e mi fa il segno da lontano della cornetta del telefono, con la promessa solenne che ci saremmo risentiti. Morale della favola: io mi sono dimenticato di metterlo nella black list e lui non mi ha più telefonato. Questa è la Brianza, e questi sono i suoi personaggi da cinepanettone.
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micarara · 9 months
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Ieri a Bologna tra una pausa e l'altra dei sintomi di un'insolazione causa Depeche Mode ho comprato dei vestiti al mercatino dell'usato e mi sento di dire che è stata l'unica nota positiva della giornata, perché per il resto sono stata talmente male da desiderare per la prima volta di lasciare la città il prima possibile. Al contrario di domenica, ieri è stata una giornata penosa in cui non mi sono goduta niente e non ho dato un ultimo sguardo ai miei posti preferiti, come ho sempre fatto prima di partire.
Dal concerto sembra già passata un'intera stagione, sono riuscita a rovinare il video in cui Martin Gore canta Home con la mia voce stonata, una roba da brividi; ma al di là di questo è stato un momento magico, le lacrime che ho versato mi spiegano il senso di completezza e felicità che ho provato ascoltando quella canzone dal vivo proprio a Bologna, mentre la solitudine maligna mi lasciava e mi rendeva grata di essere lì da sola, per aver scelto di non condividere un'esperienza di cui nessun'altro avrebbe potuto capire l'importanza. Custodirò quest'emozione con la cura che occorre per tutte le cose fragili e inestimabili, e sapere che lo devo solo a me stessa mi commuove profondamente.
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intotheclash · 10 months
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“Mi dovrai scusare”, gli ho detto. “Ma non ci riesco proprio a spiegarti com’è fatta una cattedrale. Non ne sono proprio capace. Non posso fare meglio di così”. Il cieco è rimasto seduto immobile e mi ascoltava con la testa abbassata. Ho detto: “Il fatto è che le cattedrali non è che significhino niente di speciale per me. Niente. Le cattedrali. Sono solo cose da vedere in tv la sera tardi. Tutto lì”. È stato a quel punto che il cieco si è schiarito la gola. Gli è venuto su qualcosa. Ha tirato fuori un fazzoletto dalla tasca di dietro. Poi ha detto: “Ho capito, fratello. Non è un problema. Capita. Non stare a preoccupartene troppo”, così ha detto. “Ehi, sta’ a sentire. Me lo fai un favore? Mi è venuta un’idea. Perché non ti procuri un pezzo di carta pesante? E una penna. Proviamo a fare una cosa. Ne disegniamo una insieme. Prendi una penna e un pezzo di carta pesante. Coraggio, fratello, trovali e portali qua”, ha detto. E così sono salito di sopra. Mi pareva di non avere più un briciolo di forza nelle gambe. Me le sentivo come dopo aver fatto una corsa. Ho rovistato un po’ nello studio di mia moglie. Ho trovato delle penne a sfera in un cestino sulla scrivania. E poi mi sono sforzato di pensare a dove potevo trovare il tipo di carta che mi aveva chiesto. Sono sceso in cucina e ho trovato una busta di carta del supermercato che aveva ancora delle bucce di cipolla in fondo.
L’ho svuotata scuotendola per bene. L’ho portata di là in soggiorno e mi sono seduto per terra vicino alle gambe del cieco. Ho spostato un po’ di roba, ho allisciato la busta e l’ho stesa sul tavolino. Il cieco si è tirato giù dal divano e si è seduto accanto a me sul tappeto. Ha passato le dita sulla busta. Ne ha sfiorato su e giù i margini. I bordi, perfino i bordi. Ne ha tastato per bene gli angoli. “Perfetto”, ha detto. “Perfetto, facciamola”. Ha trovato la mia mano, quella con la penna. Ha chiuso la sua mano sulla mia. “Coraggio, fratello, disegna”, ha detto. “Disegna. Vedrai. Io ti vengo dietro. Andrà tutto bene. Comincia subito a fare come ti dico. Vedrai. Disegna”, ha detto il cieco. E così ho cominciato. Prima ho disegnato una specie di scatola che pareva una casa. Poteva essere anche la casa in cui abitavo.
Poi ci ho messo sopra un tetto. Alle due estremità del tetto, ho disegnato delle guglie. Roba da matti. “Benone”, ha detto lui. “Magnifico. Vai benissimo”, ha detto. “Non avevi mai pensato che una cosa del genere ti potesse succedere, eh, fratello? Be’, la vita è strana, sai. Lo sappiamo tutti. Continua pure. Non smettere”. Ci ho messo dentro finestre con gli archi. Ho disegnato archi rampanti. Grandi portali. Non riuscivo a smettere. I programmi della televisione erano finiti. Ho posato la penna e ho aperto e chiuso le dita. Il cieco continuava a tastare la carta. La sfiorava con la punta delle dita, passando sopra a tutto quello che avevo disegnato, e annuiva. “Vai forte”, ha detto infine. Ho ripreso la penna e lui ha ritrovato la mia mano. Ho continuato ad aggiungere particolari. Non sono certo un artista. Ma ho continuato a disegnare lo stesso. Mia moglie ha aperto gli occhi e ci ha fissato. Si è tirata a sedere sul divano, con la vestaglia tutta aperta. Ha detto: “Che cosa state facendo? Ditemelo, voglio sapere”. Non le ho risposto. Il cieco ha detto: “Stiamo disegnando una cattedrale. Ci stiamo lavorando insieme, io e lui. Premi più forte”, ha detto, rivolto a me. “Sì, così. Così va bene”, ha aggiunto. “Certo. Ce l’hai fatta, fratello. Si capisce bene, adesso. Non credevi di farcela, eh? Ma ce l’hai fatta, ti rendi conto? Adesso sì che vai forte. Capisci cosa voglio dire? Tra un attimo qui avremo un vero capolavoro. Come va il braccio?”, ha chiesto. “Ora mettici un po’ di gente. Che cattedrale è senza la gente?” Mia moglie ha chiesto: “Ma che succede? Robert, che cosa stai facendo? Si può sapere che succede?” “Tutto a posto”, le ha detto lui. “E adesso chiudi gli occhi”, ha aggiunto, rivolto a me. L’ho fatto. Li ho chiusi proprio come m’ha detto lui. “Li hai chiusi?”, ha chiesto. “Non imbrogliare”. “Li ho chiusi”, ho risposto io. “Tienili così”, ha detto. Poi ha aggiunto: “Adesso non fermarti. Continua a disegnare”. E così abbiamo continuato. Le sue dita guidavano le mie mentre la mano passava su tutta la carta. Era una sensazione che non avevo mai provato prima in vita mia. Poi lui ha detto: “Mi sa che ci siamo. Mi sa che ce l’hai fatta”, ha detto. “Da’ un po’ un’occhiata. Che te ne pare?” Ma io ho continuato a tenere gli occhi chiusi. Volevo tenerli chiusi ancora un po’. Mi pareva una cosa che dovevo fare. “Allora?”, ha chiesto. “La stai guardando?” Tenevo gli occhi ancora chiusi. Ero a casa mia. Lo sapevo. Ma avevo come la sensazione di non stare dentro a niente. “È proprio fantastica”, ho detto.
Raymond Carver - Cattedrale
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crazy-so-na-sega · 4 months
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Si parla spesso, su X, del film di Kubrik Eyes Wide Shut in rapporto alle orge elitarie dell’Epstein Island. Roba americana, niente a che fare con la vecchia Europa? Vi ho già parlato del sabbatismo, del frankismo, del misterioso dr. Koreff,
divenuto il beniamino dei salotti parigini e in particolare d'intellettuali e letterati (tra cui Stendhal). L’ideologia sabbatista è, in parole povere, una sorta di gnosi demoniaca: immergersi, senza alcun limite morale, nell’abisso del male per arrivare alla conoscenza. Nella generazione successiva a quella sedotta da Koreff, una bambina che si dichiara guarita dal mitico dr. (e la cui madre aveva avuto da Stendhal una figlia illegittima subito smaltita al brefotrofio, dove sarebbe morta poco dopo) diventa una star della mondanità parigina dopo essere stata amante di un re (Vittorio Emanuele II), avere sposato un importante uomo politico (Rattazzi), essere stata nave-scuola e amante di un altro re (Alfonso XII di Spagna), questo per citare solo le esperienze ‘di vertice’.
Qualcuno diceva che, al di là dell'amicizia, avesse una relazione (essendo notoriamente bisex) anche con la "dama col ventaglio" (Nina de Villard) immortalata da Manet:
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Un informatore di polizia (1876, 14 agosto, giorno di canicola) descrive così una festa con recita a casa di Nina, presente la suddetta dama col suo più stretto entourage: “Allo spettacolo assiste Mme Rattazzi col fidanzato [il futuro 3° marito de Rute, ‘copertura’ dei traffici spagnoli di Mme, ivi compresi i servizi erotici dispensati al re]… Finita la commedia, senza alcun imbarazzo, ognuno prende il suo [+ o – occasionale] partner e fa le sue cosine sotto gli occhi di tutti. Catulle Mendès, noto scrittore, collaboratore di Mme Rattazzi e suo ferocissimo ritrattista in racconti e romanzi] palpeggia su un divano una qualche p..., mentre Mme R., col fidanzato accanto, flabella i due amanti recitando versi esotici”.
Ecco qua, conclude l’informatore, “il fior fiore della depravazione”. Non c’era solo quello. C’era una scia di sangue intorno a quella signora, e qualcuno dei presenti ne sarebbe stato inghiottito a sua volta. Inutile dire che in quei 'ricevimenti' l'assenzio e altri alcolici correvano a fiumi e si respiravano oppiacee fragranze...
-Lucia Lazzerini 08
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montag28 · 4 months
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Ma ‘ndo cazzo va tutta sta massa di gente? Dove cazzo andate voi, con tutti questi bambini, passeggini, sacchettini, cagnolini, cagnoni, entusiasmi, logorree? Dovreste aver anche già dato con quella roba tossica dello shopping natalizio. Qual è la vostra nuova meta di pellegrinaggio, oggi? A parte voi, coi trolley e i borsoni e le borsone sotto gli occhi, che prevedibilmente state andando in stazione, o un poco più in là, in direzione dell’aeroporto. A tutti gli altri, dico. Io vado al lavoro; voi, non so.
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bicheco · 7 days
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Roba da matti !
Il mondo, tutto quanto (America, Russia e Cina compresi), vive in apprensione dietro alle paturnie di quel pazzo criminale di Nethanyhau: che farà, come reagirà? Tutti i leader mondiale che incrociano le dita....
Ma porca di quella troia, andiamo là e rompiamogli il culo!
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der-papero · 2 years
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Conversazione porno-elettrica con la Mami
Si presenta con un cavo e una spina.
Mami: potresti farmi una prolunga? Io: sì, ma serve pure una femmina Mami: cosa è una femmina? Io: a parte il fatto che dovresti spiegarle tu a me queste cose, comunque ... questa, vedi, è il maschio, serve una femmina. Mami: nun aggie capit
(fratellanza inizia a ridere, io provo a spiegare e tenere un contegno, ci sono pure due pueri)
Io: allor ... questa, vedi, ha una protuberanza ... eh ... va infilata in qualcosa che "accoglie" la protuberanza ... Mami: ....... (faccia perplessa) ... Sorella: Maaaaa, 'a saje 'a fess? Io: ecco, non volevo subito metterla sul tecnico, ma sì, quella roba là Mami: e che c'azzecc??? Io: serve qualcosa col buco, dove poter inserire il fravagl... ehm ... il maschio Mami: .... Mami: .... Mami: .... AAAAAAAHHH, AGGIE CAPIT, CHIST S'INZIPP!!! Io: ecco, brava, serve adesso quella che viene inzippata.
Che faticata, oggi. Serve una doccia fredda adesso.
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melancomine · 1 year
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TEASING | peter parker x lettrice
trama: peter parker è il tuo migliore amico, ti sta tenendo nascosti piacevoli segreti ma li stai per scoprire tutti questa notte
pairing: peter parker x lettrice (mi riferisco a tasm ma può essere qualsiasi pp se lo desideri)
avvertenze: smut esplicito, sesso non protetto
word count: 2,7k
masterlist | wattpad
Questa sera fa particolarmente fresco a New York City, il tempo perfetto per un tè, una copertina e un film in streaming. Ma c’è una cosa che ti sta distraendo dalle immagini cruente di Alien, ovvero il disordine. Non riesci proprio a sopportare che la scrivania abbia ancora lo scompiglio dello studio del pomeriggio. Metti in pausa il film e ti alzi. Chiudi e raccogli i libri su cui hai passato ore e ore a memorizzarne le pagine e li riponi al loro posto, nella libreria. Le biro e gli evidenziatori nel portapenne e stavi per tornare a letto quando ti accorgi che una delle cornici appese al muro è storta. Appena noti che la foto in questione è quella del tuo diploma, inevitabilmente un sorriso scappa dalle tue labbra.
Sei felice, spensierata, emozionata e a condividere quel momento importantissimo per voi con le toghe blu è Peter Parker, il tuo migliore amico e spalla su cui puoi sempre contare. Peter Parker… Sei innamorata di lui dal momento in cui i vostri sguardi si sono incrociati per la prima volta a scuola. Lui un po’ goffo, imbranato, se ne andava in giro con lo skateboard e in un modo o nell’altro faceva sempre cadere qualcosa. Ma è questo che ti piace di lui. La sua spontaneità, il suo essere vero.
All’improvviso, un rumore alla finestra. Ti giri di scatto per vedere che un’ombra si sta muovendo da dietro le tende. Hai paura, tanta paura. Il tuo cuore inizia a battere fortissimo, ma pensi che è meglio avere il sangue freddo per qualsiasi evenienza. Cerchi l’oggetto più pesante che ti possa capitare sottomano e trovi una candela. Una candela?!
Ti avvicini lentamente alla finestra e con una mano sposti la tenda. Sei pronta a scaraventare quella profumatissima candela in testa all’intruso quando… ”Spider-Man?!” Esclami.
Cosa ci fa il più famoso e amato supereroe di New York sul tuo davanzale? Sei confusa, ma eccitata. Il mondo si ferma e il tuo cuore continua a battere veloce, non più per la paura ma per l’emozione.
”Calmati, calmati, per favore!” Il ragazzo con il costume ti fa segno di rimanere in silenzio, non vuole che qualcuno ti senti. Entra completamente nella tua stanza e tu lasci cadere la candela. Spider-Man posa una mano sulla tua bocca e l’altra dietro la nuca. Il tuo respiro si regolarizza. Quel tocco ti dà conforto. Rimanete in quella posizione per alcuni secondi, l’uomo ragno sta aspettando che ti sia rilassata completamente e tu ne approfitti per ammirarlo. Non ti è mai capitato di ritrovartelo così vicino. La sua tuta ha dei piccoli strappi qua e là ed è macchiata probabilmente di sangue. Il scintillio degli occhi di plastica della maschera non ti permette di vedere i suoi sotto di essa, riesci solamente a specchiartici.
”Non volevo irromperti in casa, ma non sapevo dove andare.”
Spider-Man ti lascia andare e ti allontani di un passo. ”Perché qui?” Domandi, con aria perplessa. Lui sembra perfettamente a suo agio in questa stanza, tanto da recarsi nel tuo bagno privato, aprire il secondo cassetto del lavandino e prendere il tuo kit del pronto soccorso. Ti stai chiedendo come faccia a sapere dove tieni quella roba. 
Spider-Man ti passa la scatola e tu la prendi, ma il tuo sguardo è ancora più confuso di un attimo fa.
”Prometti di non agitarti.” L’uomo ragno mette in avanti le mani come se fossi una belva da domare. Lentamente, si toglie la maschera. In quella frazione di secondo pensi che sia meglio non guardarlo, per proteggere la sua identità segreta, ma lui sta compiendo quel gesto per infrangere questa etica. 
”Peter?!” I tuoi occhi si spalancano. ”Cosa- Ma quindi- TU?!” Farfugli qualcosa ma hai un uragano di emozioni dentro lo stomaco e non riesci a formare una frase di senso compiuto.
Ecco perché conosceva dove tieni i medicinali. Qui c’è già stato.
Spide… o meglio, Peter Parker si accascia sul divanetto davanti alla finestra e ti rivolge il suo solito caldo e amichevole sorriso che in un certo senso riesce a far sciogliere quella tempesta che hai dentro. 
Lo guardi meglio e noti che perde sangue dal naso e da un taglietto sul labbro. ”Ma tu sei ferito.” In mano hai ancora il kit del pronto soccorso quindi ti accomodi di fianco a lui sul divano verde e prendi gli oggetti necessari per pulirlo e disinfettarlo.
”Dovresti vedere quegli altri.” Ridacchia il ragazzo con il costume rosso e blu. ”Cinque ragazzi se la stavano prendendo con un povero fattorino. Ho fatto vedere loro le buone maniere ma mi hanno rincorso e non potevo scappare all’infinito quindi… Eccomi qui. Tranquilla, non mi hanno visto entrare. Per fortuna abiti all’ultimo pia- Ah! Piano!” Un urletto stridulo esce dalla sua bocca quando il batuffolo impregnato di disinfettante tocca la ferita che ha sul labbro.
”Hai lottato contro una lucertola gigante e ti lamenti di questo micro taglietto?” La cosa ti fa inevitabilmente ridere.
”Guarisco in fretta, ma brucia lo stesso.” Peter fa cadere la testa sullo schienale del divano e ti guarda mentre lo curi. Le sue iridi marroni sono stracolme di dolcezza e passano dai tuoi occhi alle tue labbra, bagnate dalla punta della lingua che fai uscire ogni volta che ti concentri.
”Lo sospettavo, comunque.” Sospiri. Conosci troppo bene Peter e hai capito che ti stava nascondendo qualcosa. Quelle fughe in piena notte e quei giorni passati a non sentirvi erano troppo loschi. Vederlo con quella tuta, ti fa salire un brivido freddo lungo la schiena che improvvisamente si trasforma in una calda e piacevole sensazione nello stomaco. Ti piace, tantissimo.
”Non mi dire.” Ti stuzzica ironicamente Peter per poi tornare serio per un attimo. ”Mi fido di te. Ciecamente. Ecco perché sono qui, sei l’unica su cui posso contare.” 
Appena finisci di pulirgli il viso, butti per terra i batuffoli di cotone usati e metti da parte il kit. Stai per alzarti quando Peter ti afferra un polso con delicatezza. ”Torna qui.” Dice, tirandoti verso di lui. Sei nuovamente seduta, ma il tuo amico non ha intenzione di lasciarti. Tu non riesci a opporre resistenza, quindi ti lasci cullare dalle sue mani quando una di queste si appoggia sulla tua guancia accaldata.
”Sono contenta che ti sia aperto con me. Significa tanto.” Ringrazi Peter per aver confidato con te il suo più grande segreto, nonostante i rischi che corre.
I vostri visi sono incredibilmente vicini. Peter riesce a percepire il tuo battito accelerato con il suo senso sviluppato da supereroe. A cosa fare adesso ci sta pensando da una vita intera. Con il pollice ti accarezza lo zigomo e la mano scende verso la nuca e ti avvicina ancora di più. I vostri nasi si stanno sfiorando. Rimanete così, con le labbra che quasi si toccano ma ancora non si incontrano. I vostri respiri si uniscono.
”Peter…” Sussurri. Quella lontananza ti sta torturando. Perché non si decide a baciarti? La verità è che anche lui sta fremendo, ma vuole capire se sta facendo la cosa giusta.
”Sì?” Sussurra a sua volta. 
”Non farmelo dire.” Sorridi ma stai tremando.
Peter ti guarda negli occhi, che nel frattempo sono diventati lucidi di desiderio e con la debole luce dei lampioni che viene da fuori si nota più facilmente. ”Voglio sentirtelo dire.”
Potresti morire di infarto. ”Baciami, ora.”
Le vostre labbra finalmente si incontrano in quello che sembra essere uno spettacolo di fuochi d’artificio. Peter è così delicato ma anche così passionale, questo bacio sta riempiendo la stanza con rumori bagnati e ansimi pesanti. La sua mano scivola verso la tua clavicola, scoprendola dalla sottile spallina della canottiera bianca che indossi come pigiama. Peter ama come il tuo corpo reagisce al suo contatto e sorride nel bacio quando sente i brividi salirti lungo la schiena.
Le vostre forme si fanno più vicine. L’uomo ragno prende di nuovo il controllo della situazione e ti fa sdraiare, la sua figura esile in mezzo alle tue gambe. Con un braccio regge il suo peso appoggiato di fianco alla tua testa, l’altro lo usa per abbracciarti la vita. Sussulti quando senti una dura presenza affermarsi attraverso il suo attillato costume di spandex e sbattere contro la tua intimità.
Le tue mani si trasferiscono dallo stringere i suoi capelli castani e arruffati a cercare la zip nascosta dietro la tuta. La trovi e la tiri giù, lo aiuti a togliersela e quando si allontana per riuscire meglio nel vostro intento, ”Tienila.” Mormori, così Peter l’abbassa il necessario per mostrare il suo torace liscio e i suoi addominali. Sul fianco destro noti che ha un grosso ematoma probabilmente derivante dalla scazzottata di prima.
Ti sollevi per toglierti la canottiera che in quel momento vi sembra un grande ostacolo. Non porti il reggiseno, per questo i tuoi capezzoli si irrigidiscono per l’improvvisa aria fresca. Peter si china per lasciarti dei baci umidi sul collo, sulle spalle, infine sul tuo seno. Inarchi la schiena per cercare più contatto con l’altra persona. Lui lo prende come indizio e con una mossa veloce fa scivolare i tuoi pantaloni larghi felpati lungo le gambe, fino a toglierli completamente e lasciare scoperto il tuo intimo per niente sexy e soprattutto con disegnati sopra dei cuoricini. Ma è Peter Parker, hai condiviso il liceo con lui, tanti pianti e tante risate, e non ti vergogni affatto di quelle mutandine.
Il percorso di baci di Peter continua fino ad arrivare al tuo ombelico, poi si allontana. Ti sta guardando negli occhi con il respiro pesante, studia ogni particolare del tuo volto, te lo accarezza, con il pollice traccia il contorno delle tue labbra. Le dita dell’altra mano stanno sfiorando i tuoi fianchi e il ventre. L’indice e il medio si fanno strada verso il tessuto di quelle ridicole mutandine e da sopra di esso inizia ad accarezzare il tuo sesso, o meglio, a stuzzicarti, perché quel tocco è talmente leggero da essere a malapena percepito, come uno straziante solletico, una tortura, perché ne vuoi di più e non te ne dà, ma è questo che ti fa eccitare. Questa delicatissima e lentissima carezza, insieme al suo sguardo che punge su di te.
Il tuo corpo si sta contorcendo sotto di lui e questo fa impazzire Peter. Decide che questa sofferenza è troppa anche per lui, per cui, finalmente, ti spoglia delle mutandine e riposiziona le dita nell’esatto punto di prima, ma questa volta con più decisione e maggiore pressione. ”Sei eccitata, lo sento.” Dice Peter riferendosi al fatto che lì sotto sei talmente bagnata e calda da far quasi squagliare la stoffa del divano. Annuisci e ti lecchi le labbra. ”Allora dimmelo. Dimmi quanto mi vuoi.”
”Ti prego Peter, ne voglio di più.” Ansimi e lui ti risponde con l’indice che si inserisce completamente dentro la tua apertura, seguito poi anche dal medio. Le dita dell’uomo ragno si stanno muovendo su e giù contro le tue pareti e inizi a gemere oscenamente. Il ragazzo si china nuovamente per cercare le tue labbra e ti bacia appassionatamente, strozzando i tuoi gemiti. Gli stai stringendo, quasi tirando, i capelli. Sei vicina all’orgasmo. Peter continua, più veloce, inoltre friziona con il palmo contro il tuo clitoride pulsante di eccitamento. Ci sei quasi. Lui lo sa. Si stacca dal bacio per leccarti il collo e le clavicole e il suo respiro caldo contro la tua pelle esposta ti fa provare sensazioni uniche. Raggiungi l’apice del piacere e Peter lo capisce dal tuo grido - soffocato per non svegliare i coinquilini - di piacere e per le gambe che stringono il suo corpo esile ma muscoloso.
Spider-Man ti solleva per i fianchi con neanche un minimo di difficoltà, infondo ha la super forza, e ti porta su di lui. Siete entrambi seduti, lui appoggiato allo schienale del divano e tu sopra le sue gambe. Hai le guance e il naso rosso, per non parlare delle labbra, sembra che ti sia messa il rossetto talmente sono gonfie e scarlatte. I tuoi capelli sono un disordine totale. Questo è l’aspetto dell’orgasmo. 
”Tu non sai che effetto mi stai facendo. Ho aspettato troppo a lungo.” Ti sussurra sulla bocca, finendo la frase poi con un bacio. Le tue braccia sono ancorate dietro il suo collo e le sue girovagano sulla tua schiena.
È il tuo turno di stuzzicare quel carnefice che ti ha fatto contorcere dal piacere, ma non riesci, devi averlo subito tutto per te. Accarezzi i suoi pettorali nudi e con qualche vecchia cicatrice e le tue mani si perdono sotto la parte inferiore della tuta rossa e blu che, grazie alle tue istruzioni, ha ancora addosso. La sua erezione reagisce pulsando con il tuo contatto. La prendi in mano e la liberi dalla tuta attillata. Ti aiuti con le gambe per muoverti contro di essa, sfregando i due sessi insieme. Peter fa cadere la mandibola e si lascia scappare un piccolo gemito. Rallenti dal strusciarti sulla sua presenza sudato fino a fermarti. Lui afferra il suo pene e lo indirizza dentro di te, lentamente. Il piccolo gemito si trasforma in un profondo sospiro e la stessa cosa vale per te. La sua grande presenza al tuo interno ti fa strizzare gli occhi e aprire la bocca.
Il rumore della pelle delle tue cosce che sbatte contro le sue coperte dal costume di spandex si confonde con quello dei versi di piacere che riecheggiano nella stanza. Appoggi entrambe le mani sulle sue spalle toniche per aiutarti con i saltelli quando Peter ti afferra per i fianchi, ti solleva leggermente ed inizia lui a spingersi verso di te. Sa perfettamente quello che deve fare e questa cosa piace sia a te che a lui. Il comando.
”Guardami.” Geme Peter e ti prende il collo con una mano, le dita ti stanno stringendo le guance, obbligandoti ad aprire di più la bocca. Rispondi al suo incoraggiamento e con un’espressione di piena goduria obbedisci. ”Brava, piccola.”
”Continua così. Ancora.” Mormori. Ti è molto difficile parlare in questo momento. Sei nel pieno del tuo secondo orgasmo e ci è vicinissimo anche Peter. Quei movimenti stanno facendo rimbalzare il tuo seno a qualche centimetro dalla sua faccia, il tuo culo trema quando colpisce le sue cosce. Peter sta memorizzando tutti questi particolari, come le tue sopracciglia corrugate che creano delle piccole rughe sulla fronte, gli occhi socchiusi che lo ammirano con desiderio.
”Voglio sentire. Tutto quanto. Voglio che- voglio che tu venga dentro di me.”
Peter cambia velocemente posizione, senza mai fermarsi dallo scoparti, e ti ribalta. La tua schiena è a contatto con il divano e la sua mano ancora aggrappata al suo viso. Gli stringi il braccio con le mani. Peter porta l’altra mano sul tuo gluteo sinistro e ti piega la gamba in modo che il ginocchio sia vicino al tuo corpo per sprofondare dentro di te e farti provare più piacere. Ti agguanta il culo e lo strizza talmente forte che ti lascia il segno.
”Sì, ti prego.” Lo stai implorando. Il modo in cui lo supplichi, non solo a parole ma anche con l’espressione, fa girare la testa a Peter, che non resiste un secondo di più, e con un ultima e forte spinta viene copiosamente dentro di te.
Appoggia la sua fronte contro la tua e ci lascia un leggero bacio, aspetta che i vostri respiri si regolarizzino per far uscire il suo pene arrossato da te, lasciandosi dietro una scia di liquido seminale che ti sporca il divano. Si rimette seduto e tu lo segui, la tua testa sulla sua spalla. Peter ti afferra una guancia e ti obbliga a guardarlo, poi unisce nuovamente le vostre labbra in un bacio, questa volta più dolce, più stanco.
Quando entrambi i vostri cuori ricominciano a battere normalmente, Peter si riveste della tuta da Spider-Man e tu fai lo stesso ma solo con i pantaloni felpati, lasciando libero il tuo seno. 
Dal pavimento prendi la maschera che aveva lasciato qualche momento fa, la guardi, poi la indossi. ”Come mi sta?” Chiedi, facendo qualche ironica mossa da supereroe. ”Ciao! Sono il tuo amichevole Spider-Man di quartiere, come posso aiutarti oggi?” Ridacchi e fai ridere anche Peter dalla tenerezza.
Lui ti osserva, ti studia, una visione quasi eterea, hai addosso la sua maschera ma la parte sopra del tuo corpo è ancora nuda. Sei splendida.
”Dove si comprano i costumi da supereroe?” Domandi sorridendo, Peter non può vederlo attraverso la maschera ma lo percepisce.
”L’ho fatto io.” Si vanta il ragazzo.
”Davvero? Come?”
Peter si avvicina al tuo viso coperto e solleva la maschera quel tanto che serve per scoprirti le labbra. ”Stai zitta.” Sussurra prima di baciarti di nuovo.
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persephoneflouwers · 9 months
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Ci siamo 🎪 https://twitter.com/filmupdates/status/1689407171300356096?s=46&t=BRJY4ZQz89uxpR8KiGdarQ
Io ferma al tatuaggio sulla coscia. Purtroppo per lui, quella roba là ha rovinato a priori qualunque altro stunt lmao
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deathshallbenomore · 1 year
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Professore essere come “l’attività con i bambini delle elementari è molto carina………….sicuramente più utile di quell’altra roba là [l’attività di cui mi lamentai qualche tempo fa, loschissima esclusiva escludente e misteriosa, che a quanto pare non serve a nessuno se non al tizio che la coordina per permettergli di dire che è il boss di quella roba lì e che intorno a lui gravita una galassia di subalterni alla sua mercé]” e io sarò come “lollll peraltro ogni volta che viene menzionata io faccio finta di non saperne nulla e di non ricordare in alcun modo la sua esistenza cioè insomma mi dileguo” e Professore allora essere come “brava, è esattamente quello che farei anch’io”
in breve:
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firewalker · 11 months
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è sicuro bere una monster da 500 ml in un’ora? Potrei averlo fatto senza preoccuparmi minimamente di quanta caffeina stessi ingerendo 🥲
Mi vanto di aver bevuto una sola RedBull, anzi in realtà un solo assaggio, in tutta la mia vita, l'ho trovata decisamente sgradevole e da quel momento non ho mai più voluto avere niente a che fare con quella roba, né qualcosa di affine, quindi non ho alcuna esperienza con la Monster.
Al di là della mia scarsa esperienza personale, però, la risposta deve essere oggettiva, e per farla breve è: non preoccuparti, non morirai.
Vado a spiegare.
Secondo il produttore, la Monster Energy apporta 160 mg di caffeina in una lattina da 500 ml. Facendo un rapido giro sul sito, pare che i 160 mg di caffeina siano lo standard di tutti i vari tipi di prodotti.
Secondo l'EFSA, l'Autorità Europa per la Sicurezza Alimentare:
Adulti Dosi singole di caffeina fino a 200 mg, circa 3 mg per kilogrammo di peso corporeo (mg/kg pc) da ogni fonte non destano preoccupazioni in termini di sicurezza per la popolazione adulta e sana in generale. Lo stesso quantitativo di caffeina non desta preoccupazioni neanche se consumato meno di due ore prima di intenso esercizio fisico in normali condizioni ambientali. Non sono disponibili studi su donne in gravidanza o soggetti di mezza età/anziani che svolgano esercizio fisico intenso. Dosi singole di 100 mg (circa 1,4 mg/kg pc) di caffeina possono influire sulla durata e sulla qualità del sonno in alcuni adulti, soprattutto se consumate poco prima di andare a dormire. L’assunzione di caffeina fino a 400 mg al giorno (circa 5,7 mg/kg pc al giorno), consumata nel corso della giornata, non pone problemi di sicurezza per gli adulti sani della popolazione in genere, fatta eccezione per le donne in gravidanza. Donne in gravidanza/allattamento Un quantitativo di caffeina sino a 200 mg al giorno, da ogni fonte, consumato nel corso della giornata, non desta preoccupazioni per la salute del feto. Un quantitativo di caffeina sino a 200 mg al giorno, da ogni fonte, consumato nel corso della giornata, non desta preoccupazioni per la salute del feto. Bambini e adolescenti Le dosi singole di caffeina considerate non preoccupanti per gli adulti (3mg/kg pc al giorno) possono essere applicate anche ai bambini, in quanto la velocità di metabolizzazione della caffeine in bambini e adolescenti è per lo meno pari a quella degli adulti, e gli studi disponibili sugli effetti acuti della caffeina su ansia e comportamento in bambini e adolescenti confermano tale livello. Per il consumo abituale di caffeina da parte di bambini e adolescenti viene proposto un livello di sicurezza di 3 mg/kg pc al giorno.
Io non so se sei incinta o se hai 12 anni, in ogni caso sembra che fino a 200 mg al giorno non abbiano particolari effetti negativi. Certo, per i bambini io farei il conto sul peso effettivo (3 mg/kg, non 200 e basta). Se sei un adulto sano puoi arrivare anche a 400 mg.
In tutto ciò, un espresso italiano generalmente contiene 80 mg di caffeina, un caffè americano ne contiene 90 mg e una tazza di tè ne contiene 50 mg (fonte: la stessa pagina dell'EFSA di prima), inoltre le linee guida per l'alimentazione italiana suggeriscono di consumare i vari tipi di bevande zuccherate e energetiche il meno possibile
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La vita non è in ordine alfabetico come credete voi.
Appare… un po’ qua e un po’ là, come meglio crede, sono briciole, il problema è raccoglierle dopo, è un mucchietto di sabbia, e qual è il granello che sostiene l’altro? A volte quello che sta sul cocuzzolo e sembra sorretto da tutto il mucchietto, è proprio lui che tiene insieme tutti gli altri, perché quel mucchietto non ubbidisce alle leggi della fisica, togli il granello che credevi non sorreggesse niente e crolla tutto, la sabbia scivola, si appiattisce e non ti resta altro che farci ghirigori col dito, degli andirivieni, sentieri che non portano da nessuna parte, e dai e dai, stai lì a tracciare andirivieni, ma dove sarà quel benedetto granello che teneva tutto insieme… e poi un giorno il dito si ferma da sé, non ce la fa più a fare ghirigori, sulla sabbia c’è un tracciato strano, un disegno senza logica e senza costrutto, e ti viene un sospetto, che il senso di tutta quella roba lì erano i ghirigori.
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Antonio Tabucchi, da Tristano muore
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Questo pomeriggio sono passato davanti al negozio di Vivienne Westwood e ho detto: mah, che ganzi quei pantaloni. Guardo in basso e venivano 910 euro. Novecento. Dieci. Euro. E ho pensato subito a due cose: ma davvero esiste gente che se li compra così senza battere ciglio? E soprattutto i personaggi di Nana, a lavorare di qua e di là per arrivare a fine mese, ma intanto giravano vestiti con quella roba da capo a piedi, come è sta storia?
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heresiae · 2 years
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una roba dovete saper fare. UNA.
sono quattro anni che ho un box con easy box (perché quando il tuo coping mechanism preferito per una vita è stato accumulare fumetti, a na certa in casa non ci stai più) e fino a qualche mese fa tutto bene.
dopo tre anni decidono di ritrutturare la parte che affitto per farci na roba diversa e mi dicono "se ci porta le chiavi spostiamo noi in quello nuovo".
ok. nessun problema. Sorella porta le chiavi (perché loro sono in culo ai lupi e fanno orari d'ufficio) e io me ne sbatto abbastanza, perché sono una ditta di depositi che ha la fiducia di migliaia di persone, mica il tizio che sosta sempre due portoni più in là e lascia cumuli di mozziconi come a dimostrazione dell'orario di lavoro rispettato.
qualche mese dopo ci porto delle cose pre-trasloco e inorridisco, perché io avevo allestito il mio box in maniera molto ordinata, da un lato tutti i fumetti (con un telo sotto le scatole a mo' di protezione), da un lato roba varia (ben accatastata) e in fondo la roba da sub. potevo, insomma, accedere a tutto con agilità, dato che mi ero lasciata un mini corridoio centrale. loro no. loro hanno semplicemente impilato tutto a mo di tetris con il muro (alto) di fumetti e basta. non riesco manco a vedere se c'è tutto.
butto la roba dentro e fuggo, anche perché non avevo previsto di stare lì per due ore a rimettere tutto a posto (e poi la luce dura 3 minuti -.-).
quest'anno però si va in campeggio e mi servono le cose. quindi vado a scavare, fiduciosa che quello che prima era di fianco alla porta ora sia sommerso dalle scatole in fondo alla parete.
non era sommerso.
non era da nessuna parte.
mi manca il vecchio porta biancheria dove c'erano due tende da campeggio, di cui una se volete ve la regalo e l'altra invece era una Bertoni Mistral Alu 2, scelta dopo tre mesi di ricerche intense online e con grande sacrificio di portafoglio, ma molta gioia successiva.
il tizio della reception ha promesso che mi chiamava entro ora. non l'ha ancora fatto e ieri sta cosa mi ha rovinato la gioia della fine dell'isolamento, tanto che sono entrata da Leroy & Merlin e per la prima volta ne sono uscita con solo tre robine sotto i 10 euro (it's my new coping mechanism).
rivoglio la mia tenda.
la mia.
e anche il mio porta biancheria, anche se non sono sicura di volerlo usare.
anche perché potrei averci messo dentro altro oltre le tende ma cor cazzo che me lo ricordo.
(e potrebbe mancare un'altra borsa, ma pure di quella me ne frega poco)
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nusta · 1 year
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Oggi mi sono imbattuta per la prima volta in quella che mi sembra una specie di setta "italiana". Sto ancora cercando di capire se si tratta di una semplice truffa o se ci sono aspetti più omnicomprensivi rispetto alla vita delle persone coinvolte, dai termini in cui è presentato il tutto mi pare di sì, e devo ammettere che sono un tantino sconvolta. Ne ho sempre sentito parlare a proposito di gente degli USA e, forse anche perché sto poco su Facebook, mi ero come immaginata che il fenomeno da noi non ci fosse, invece ovviamente tutto il mondo è paese e anche da noi ci sono un sacco di persone vulnerabili e poco attente che finiscono tra le grinfie di questi gruppi.
Questo in particolare si presenta con la classica rivendicazione di verità rivelata, fondata su nozioni giuridiche completamente farlocche (principalmente si tratta del modello del One People Public Trust, su bufale.net c'è un articolo molto completo a proposito) con una marcata inflessione spirituale e una alternata presenza di latinorum e inglese maccheronico per rendere ancora più incomprensibile il testo. Secondo quanto riportato sul loro sito, tra le millemila verbosissime dichiarazioni, siamo chiamati a rispondere davanti al "primo creatore", in forza di fantomatici documenti Eterni, Universali e Internazionali, che dimostrano la nullità di qualsiasi atto costitutivo ivi compresi quelli del preteso governo "et similia et idem sonans", e compresi quindi contratti commerciali, ordini esecutivi, multe e via dicendo.
In sostanza, ci si rifiuta di riconoscere qualsiasi tipo di autorità (tranne quella del gruppo) e si smette di pagare multe e rate dei debiti rivendicando la nullità di questi vincoli nei confronti delle autorità giudiziarie o degli istituti di credito in virtù di questi fantomatici documenti che invaliderebbero l'esistenza stessa dello stato e di qualsiasi forma di rapporto giuridico basato sulla legge in vigore.
Ora, al di là del fatto che possa sembrare assurdo a chi ha un minimo di lucidità mentale, sta di fatto che c'è gente che ci crede. E io mi chiedo come sia possibile e, soprattutto, come fanno a fare soldi, ovvero dove sta la parte della truffa (furto di identità? Firme per donazioni e cessioni? Versamenti di contanti per la cassa comune? Prestazioni lavorative gratuite? Cercando online per esempio ho trovato un sito di cucina vegana che fa capo a questo gruppo, chi l'ha messo in piedi? Chi ci guadagna? E via dicendo, per qualsiasi altro tipo di attività che possa farsi forte di un network di persone a disposizione altamente fidelizzate). E quanto sia potente la parte della "setta", in tutto questo, ossia quanto lavaggio del cervello sia necessario per convincere qualcuno di robe talmente fuori dai coppi.
Mi chiedo cosa raccontino alle persone che vogliono circuire e come funzioni il sistema di reclutamento, se è come per gli MLM o come per la parrocchia di paese, o un mix delle due. Mi chiedo se ci sia un target in particolare e quanto tempo passi prima che le persone coinvolte finiscano nei guai, che tipo di conseguenze ci siano nelle loro famiglie, nei loro circoli sociali, se finiscono nella trappola pure altri oppure riescono a salvare qualcuno prima che sia troppo tardi.
Vorrei poterli incontrare di persona, vorrei sentire le loro storie, dei frammenti della loro vita si leggono nel sito, nel settore delle testimonianze, quando raccontano come hanno rifiutato di firmare per una raccomandata o di presentare la carta d'identità come documento di riconoscimento, usando invece la nuova "tessera" creata secondo i parametri indicati dal gruppo, e io vorrei sapere il prima e il dopo, chi li ha contattati, come ne sono usciti, sperando che ne siano usciti.
Non so, da un lato mi pare una roba da matti, dall'altro, avendo avuto a che fare più o meno indirettamente con qualche matto nella mia vita, e sapendo quanto sia sdrucciolevole la strada verso la follia quando si è in difficoltà economica ed emotiva, mi chiedo come si possa mettere su qualche difesa, qualche barriera, come si possa creare qualche salvagente.
Mi chiedo a chi mi potrei rivolgere se capitasse a qualcuno che conosco.
Cercando online mentre scrivo questo post ho trovato anche questo articolo di diegozilla su una storia particolarmente triste e questo approfondimento molto chiaro di Vice, con tantissimi link, in cui si capisce che le dimensioni del problema sono contenute ma non trascurabili.
A me pare un sintomo di qualcosa di rotto nella nostra società, che sicuramente ha sempre avuto dei pezzi rotti o marci o completamente sbagliati e sempre ne avrà qualcuno, ma che forse sottovaluta le conseguenze della loro presenza nella nuova era che internet ci ha permesso di costruire da un paio di decenni, nel bene e nel male. Mi pare che ci siano un sacco di connessioni e relazioni sottostimate che andrebbero invece tenute sotto osservazione con più precauzione (ed empatia). Ma forse sono una cospirazionista pure io. Come sempre, spero di sbagliarmi u_u
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