“Se davvero la sofferenza impartisse lezioni, il mondo sarebbe popolato da soli saggi. E invece il dolore non ha nulla da insegnare a chi non trova il coraggio e la forza di starlo ad ascoltare.”
(S. Freud)
Credo fedelmente che qualsiasi legame richieda responsabilità emotiva. Non puoi nasconderti dietro un "Io sono così" perchè se sei consapevole che stai facendo stare male qualcun altro e non cerchi di modificare i tuoi atteggiamenti, il problema sei tu
Tu non sei mai responsabile delle azioni degli altri.
Sei responsabile di te stesso. Se qualcuno che non ti tratta con amore e rispetto si allontana da te, consideralo un dono. Forse per un po' soffrirai, ma alla fine il tuo cuore guarirà.”
Se hai intenzione di allontanarti da qualcuno, spiegagli le ragioni, abbi responsabilità affettiva e impedisci a quella persona di credere a mille storie nella sua testa chiedendosi perché non fosse abbastanza.
" Nella lettera del 1963 scritta al figlio di Eichmann, dopo il processo e la condanna a morte di suo padre in Israele, Anders, nel tentativo di andare alle radici di quella mostruosità che fu lo sterminio di sei milioni di ebrei, scrive: «L’inadeguatezza del nostro sentire non è un semplice difetto fra i tanti; non è neppure soltanto peggiore del fallimento della nostra immaginazione o della nostra percezione; essa è invece addirittura peggiore delle peggiori cose che sono già accadute; e con questo voglio dire che essa è persino peggiore dei sei milioni [di morti della Shoah]. Perché? Perché è questo fallimento che rende possibile la ripetizione di queste terribilissime cose; ciò che facilita il loro accrescersi; ciò che probabilmente rende addirittura inevitabili questa ripetizione e questo aumento. Infatti a incepparsi non sono solo i sentimenti dell'orrore, della stima o della compassione, bensì anche il sentimento della responsabilità. Per quanto possa sembrare infernale, anche per quest’ultimo valgono le medesime cose che valevano per l’immaginazione e la percezione: esso si fa tanto più debole quanto più aumenta l’effetto a cui miriamo o che abbiamo già raggiunto; diventa cioè uguale a zero. E questo significa che il nostro meccanismo d’inibizione si arresta del tutto non appena si sia superata una certa grandezza massima. E poiché vige questa regola infernale, ora il ‘mostruoso’ ha via libera» [G. Anders, Wir Eichmannsöhne, 1964].
L’esperimento nazista – non per la sua crudeltà, ma per l’irrazionalità che scaturisce dalla perfetta razionalità di un’organizzazione che cresce su se stessa al di fuori di ogni orizzonte di senso, dove, come nel caso di Stangl, “sterminare” assume il semplice significato di “lavorare” – può essere assunto come quell'evento che segna l’atto di nascita dell'età della tecnica. "
Umberto Galimberti, Il libro delle emozioni, Feltrinelli (collana Serie bianca), settembre 2021. [Libro elettronico; corsivi dell’autore]
“Forse la rabbia non è l’unica gabbia dentro la quale si può rimanere prigionieri. Il senso di responsabilità, il timore di deludere o di ferire chi ci ama, possono essere anche peggio.”
— Matteo Bussola, “Il rosmarino non capisce l’inverno”.
Le diversità culturali sono un esempio di come la massa sia priva di logica. Ciò che viene visto normale in un luogo, può essere ritenuto pericolosissimo in un altro.
Un esempio è il concetto di sicurezza, che come tanti altri, è una struttura del Sistema.
Ovvero un indottrinamento di convenienza e di manipolazione.
Un altro esempio sono i valori di riferimento delle analisi cliniche.
Ogni costrutto in questa dimensione è usato e impacchettato a seconda di quello che si vuole ottenere in un determinato periodo storico nella società.
Ciò rende tutto possibile, perché tutto è arbitrario.
“Quando qualcuno ti ascolta davvero senza giudicarti, senza cercare di prendersi la responsabilità per te, senza cercare di plasmarti, ti senti tremendamente bene. Quando sei stato ascoltato ed udito, sei in grado di percepire il tuo mondo in modo nuovo ed andare avanti.
È sorprendente il modo in cui problemi che sembravano insolubili diventano risolvibili quando qualcuno ti ascolta. Quando si viene ascoltati ed intesi, situazioni confuse che sembravano irrimediabili si trasformano in ruscelli che scorrono relativamente limpidi.”
Noi siamo la memoria che abbiamo e la responsabilità che ci assumiamo. Senza memoria non esistiamo e senza responsabilità forse non meritiamo di esistere.