Tumgik
#ridò
kqluckity · 2 years
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fiordilota · 1 year
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Essere la sorella maggiore significa tre cose:
"Mi presti 10 euro poi te lo ridò?
"Mi dai una sigaretta poi te la ridò?"
"Ti devo dire una cosa però mi giuri che non dici niente a nessuno?"
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godisacutedemon2 · 4 months
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Domani ridò, che bellezza.
Sto apposto per Natale.
Poi se il carabiniere ritorna qua, vada pure con lui.
Tutto sta tornando lentamente al proprio posto e non me ne frega proprio un cazzo di quello che può pensare la gente.
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popolodipekino · 8 months
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fiorivano i rubini
Quando passo davanti a Tiffany's mi fermo a guardare le vetrine, contemplo i diamanti prigionieri, schegge del nostro regno perduto. Giacciono in bare di velluto, incatenati d'argento e di platino; con l'immaginazione e la memoria li ingigantisco, ridò loro dimensioni di rocca, di giardino, di lago, immagino l'ombra azzurrina di Vug che vi si specchia. Non l'immagino: è proprio Vug quella che ora avanza tra i diamanti. Mi volto: è la ragazza che guarda la vetrina alle mie spalle, sotto i capelli obliqui. - Vug! - dico. - I nostri diamanti! Ride. - Sei proprio tu? - chiedo. - Il tuo nome? Mi dà il suo telefono. Siamo tra lastre di vetro: io vivo nel finto ordine, vorrei dirle, ho un ufficio in East-Side, abito nel New Jersey, per il weekend Dorothy ha invitato i Bemberg, contro il finto ordine non può nulla il finto disordine, ci vorrebbe il diamante, non da averlo noi ma che il diamante ci avesse, il libero diamante in cui andavamo liberi Vug e io... - Ti chiamerò, - le dico, ed è solo per la voglia di riprendere a litigare con lei. Dove in un cristallo d'alluminio il caso disperde degli atomi di cromo, là la trasparenza si colora d'un rosso cupo: così sotto i nostri passi fiorivano i rubini. da I. Calvino, I cristalli, in Ti con zero (Tutte le cosmicomiche)
(ancora dei versi: 10, 6, 7, 10, 11, 9 sillabe
Dove in un cristallo d'alluminio il caso disperde degli atomi di cromo, là la trasparenza si colora d'un rosso cupo: così sotto i nostri passi fiorivano i rubini.)
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kritere · 8 months
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Scafisti le affidano una neonata, ricatta i genitori migranti: “Ve la ridò se mi pagate”, arrestata
DIRETTA TV 2 Settembre 2023 L’imbarcazione sulla quale viaggiavano era naufragata poco prima di arrivare a Lampedusa e la bimba era stata consegnata ad una 31enne di nazionalità guineana. 64 CONDIVISIONI Una storia triste e amara quella che arriva da Alessandria. Una storia iniziata con uno dei tanti viaggi della speranza di una coppia di migranti di nazionalità ivoriana, giunta a metà agosto…
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Fingo, è da un po' di tempo che fingo,
Fingo di essere felice quando sono con le persone, fingo di essere sorridente e spensierato.
Quando esco ridò e scherzo cercando di fare star bene tutti, tutti tranne me.
Quando mi chiedono "Come stai"? Io rispondo con un "benissimo" detto velocemente, ma dentro di me so che non è vero.
Fingo, non perché ho paura di come mi possano vedere gli altri, ma perché mi sento vuoto, ed è una cosa difficile da spiegare e da capire, forse non l'ho capita nemmeno io, poi mi succede una cosa bruttissima, dopo una serata torno a casa spengo la luce, mi metto nel letto e urlo, ma senza far rumore, dentro di me, in modo tale che solo io possa sentire.
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omarfor-orchestra · 2 years
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"Poi te li ridò i soldi eh"
"Non preoccuparti"
PorcJDKSKSOSPS
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t4merici · 5 years
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Comunque il tipo che mi chiede di uscire, mi offre un drink in tutta la serata e il giorno dopo va a dire "eh per colpa di Miriana ho finito i soldi ieri sera" mi mancava.
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tettine · 3 years
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Mia madre mi fa diventare ogni giorno più povera. Tipo oggi ha fatto un ordine su Amazon da 250 euro con la mia carta e mi ha scritto 'poi te li ridò' se se ci credo
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petalodiseta · 2 years
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Una mamma è quella che:
“Vieni a pranzo che ti ho preso il pane buono.” Non il pane fresco. Non il pane caldo. No. Il pane buono.
Una mamma è quella che:
- Amore tieni. Prendi i soldi che mi hai prestato l’altro giorno.
- Ma erano venti euro mamma, questi sono cinquanta.
- Non fa niente. Mettili via che ti fanno comodo.
E intanto te li spinge giù nella tasca.
Una mamma è quella che:
- Come stai tesoro?
- Eh insomma mamma. Un po’ di raffreddore.
- Hai preso un colpo d’aria?
- Ma non lo so mamma. Magari un po’ di freddo.
- Copriti bene che vai sempre in giro con “I RENI “ scoperti.
E mentre te lo dice, ti spinge la maglietta giù nei pantaloni.
Una mamma è quella che:
tu potrai anche fare 180 corsi di cucina. Prendere tre stelle michelin. Ma i suoi pomodori al riso saranno sempre mille volte più buoni dei tuoi. E comunque sia alla fine ti dirà: “Mah. L’ultima volta mi sono venuti meglio.”
Una mamma è quella che:
- Non fare troppo tardi che poi domani dormi fino a mezzogiorno!
- Veramente sono già a letto mamma.
Una mamma è quella che:
“Amore al telegiornale hanno detto che si fregano i numeri delle carte di credito.” “Ma da dove mamma?” “Non ho capito, ma tu stai attento.”
Una mamma è quella che:
“Amore vai piano!”
“Mamma vado in treno”
“Vai piano lo stesso!”
Una mamma è quella che:
Lei 50, tu 20.
- Tesoro mi accompagni a fare un po’ di spesa?
- Dai che palle mamma! Prossima volta. Giuro!
Lei 70, tu 40.
- Mamma andiamo a fare un po’ di spesa, ti accompagno?
- Ho un gran dolore alle ossa tesoro. Vai tu. Prendi un po’ di carne e di verdura. Poi ti ridò i soldi.
Una mamma è quella che:
- Buona notte amore.
- Buona notte mamma.
E tu dormi. E invece lei, soltanto un po’.❤️
Andrew Faber
Dio benedica chi ha avuto la fortuna di avere una mamma così!!!!
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rossana77 · 2 years
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Sai ,sono circa 2 mesi che "lavoro" su questo regalo e adesso non so come dirtelo/dartelo.
Mi impongo di essere breve se no lo so,ti annoi! Vediamo come posso darti questo strano regalo "simbolico"... te la do e basta senza tanti o troppi giri di parole...
Ti infiocchetto e ti ridò pari al primo giorno e come tu la nutri verso di me ... "La mia Fiducia", si è proprio questo il mio regalo,non è una stronzata e tu lo sai e non aggiungo una parola perché non voglio più guardare indietro .
Non aggiungo ma... oppure però...
Semplicemente ti dico ... custodiscila.
Buon Onomastico ��💝
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crocodilesareboring · 3 years
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Il tragitto casa-lavoro percorre svariate stradine di campagna strettissime, alcune delle quali a senso unico. Mentre sto rientrando a casa, percorrendo appunto una strada a senso unico, vedo questo macchinone dirigersi lentamente contromano nella mia direzione. Sono lì a interrogarmi su che diamine stia facendo questo novello Schumacher che intanto pian piano si avvicina, finché non arriva quasi cofano a cofano, spegne l'enorme suv BMW che occupa l'intera carreggiata e scende: una ragazza sulla trentina, tiratissima, bionda.
Ci guardiamo per una manciata di secondi, consapevoli entrambi che lei corrisponde al 101% all'identikit che mi ero fatto in mente del pilota di quell'astronave. Le dico che è un senso unico, mi risponde che non l'aveva visto, e allora le suggerisco di fare retromarcia fino al primo vialetto e poi fare inversione. Annuisce.
Sale a bordo dell'Enterprise e inizia la retromarcia. Ora, a onor di cronaca, non è un'operazione semplice quella che le viene richiesta, e in più sulle sue spalle pesano decenni di sessismo sulle donne al volante comodamente riassunti nelle mie sopracciglia alzate. Cerco di non guardare, faccio il vago, accendo il cellulare e apro tutte le applicazioni, meteo incluso.
Se non che, 10 metri dopo, si arena su una buca adiacente ad un cartello stradale. Ormai la questione è personale, l'obiettivo non è più abbattere i miei pregiudizi, ma dimostrare di avere abilità di guida sufficienti a ottenere il foglio rosa. Sgasa forte, e con inaudita potenza di motore bavarese e rabbia sociale parte come una palla da schioppo. Contro il palo.
Scende, mi dà le chiavi e mi chiede di farle io la manovra. Molto meno galletto e col buco del culo del diametro di un capello, le rispondo che quella macchina vale 3-4 anni del mio stipendio e non so se me la sento. Mi risponde che tanto è già rovinata no?
A velocità di bradipo morto percorro i 10 metri che la separano dal vialetto e le ridò le chiavi. Mi ringrazia e si scusa. Parte, stavolta nella direzione giusta, ai 300 km/h. Sospiro. Non sempre la vita ti insegna qualcosa.
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ilgattonero · 2 years
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Mio padre ha dato di matto perché sul suo telefono il salvaschermo era cambiato d'improvviso e non riusciva più a vedere l'ora.
Mi chiede aiuto. Io controllo e vedo che il salvaschermo è quello di default (aka quello che aveva prima visto che non penso sappia cambiare salvaschermo), quindi non capisco cosa possa essere successo.
Gli ridò il cellulare e lui dice che è tornato tutto a posto. Io non capisco a cosa si riferisca. Guardo il telefono. E scopro che lui non aveva mai fatto caso al fatto di avere un salvaschermo e pensava che lo sfondo del telefono fosse il salvaschermo. (E chiaramente non vedeva le app e tutto essendo il salvaschermo).
Non ho parole.
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godisacutedemon2 · 9 months
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Ma almeno le tette! 10 euro per vede qualcosa che vedrei in qualsiasi spiaggia dc
Guarda, se ti sei abbonato dimmi chi sei che ti ridò gli 8 euro che ho guadagnato con te😂😂😂😂
Ho sempre messo in chiaro quello che avrei pubblicato e che non avreste MAI visto nudo integrale da parte mia, ergo cazzi tuoi. Se al suono di qualcuno che apre of vi buttate a capofitto perché morti di figa non è colpa mia🩷🫶🏼
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gregor-samsung · 3 years
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“ Stavano, con le loro valige di cartone e i loro fagotti su un tratto di spiaggia pietrosa, riparata da colline, tra Gela e Licata: vi erano arrivati all'imbrunire, ed erano partiti all'alba dai loro paesi; paesi interni, lontani dal mare, aggrumati nell'arida plaga del feudo. Qualcuno di loro, era la prima volta che vedeva il mare: e sgomentava il pensiero di dover attraversarlo tutto, da quella deserta spiaggia della Sicilia, di notte, ad un'altra deserta spiaggia dell'America, pure di notte. Perché i patti erano questi: "Io di notte vi imbarco" aveva detto l'uomo: una specie di commesso viaggiatore per la parlantina, ma serio e onesto nel volto "e di notte vi sbarco: sulla spiaggia del Nugioirsi, vi sbarco; a due passi da Nuovaiorche… E chi ha parenti in America, può scrivergli che aspettino alla stazione di Trenton, dodici giorni dopo l'imbarco… Fatevi il conto da voi… Certo, il giorno preciso non posso assicurarvelo: mettiamo che c'è mare grosso, mettiamo che la guardia costiera stia a vigilare… Un giorno più o un giorno meno, non vi fa niente: l'importante è sbarcare in America". L'importante era davvero sbarcare in America: come e quando non aveva poi importanza. Se ai loro parenti arrivavano le lettere, con quegli indirizzi confusi e sgorbi che riuscivano a tracciare sulle buste, sarebbero arrivati anche loro, «chi ha lingua passa il mare», giustamente diceva il proverbio. E avrebbero passato il mare, quel grande mare oscuro, e sarebbero approdati agli stori e alle farme dell'America, all'affetto dei loro fratelli zii nipoti cugini, alle calde ricche abbondanti case, alle automobili grandi come case. Duecentocinquantamila lire: metà alla partenza, metà all'arrivo. Le tenevano, a modo di scapolari, tra la pelle e la camicia. Avevano venduto tutto quello che avevano da vendere, per racimolarle: la casa terragna il mulo l'asino le provviste dell'annata il canterano le coltri. I più furbi avevano fatto ricorso agli usurai, con la segreta intenzione di fregarli; una volta almeno, dopo anni che ne subivano angaria: e ne avevano soddisfazione, al pensiero della faccia che avrebbero fatta nell'apprendere la notizia. «Vieni a cercarmi in America, sanguisuga: magari ti ridò i tuoi soldi, ma senza interesse, se ti riesce di trovarmi.» Il sogno dell'America traboccava di dollari: non più, il denaro, custodito nel logoro portafogli o nascosto tra la camicia e la pelle, ma cacciato con noncuranza nelle tasche dei pantaloni, tirato fuori a manciate: come avevano visto fare ai loro parenti, che erano partiti morti di fame, magri e cotti dal sole; e dopo venti o trent'anni tornavano, ma per una breve vacanza, con la faccia piena e rosea che faceva bel contrasto coi capelli candidi. “
Leonardo Sciascia, Il lungo viaggio, racconto contenuto in:
Id., Il mare colore del vino, Einaudi (collana Nuovi Coralli, n° 82), 1980⁵; pp. 19-20.
Nota: La terza raccolta di scritti brevi dello scrittore siciliano comparve dapprima nel 1966 col titolo Racconti siciliani, pubblicata in appena 150 copie, impreziosite da una acquaforte di Emilio Greco, dall’ “Istituto statale d'arte per la decorazione e la illustrazione del libro” di Urbino. Nel 1973 Einaudi ripropose l’opera ampliata e commentata da una nota dell’autore, il quale la considerò quasi un sommario della propria attività letteraria.
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therefore-farewell · 4 years
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SCELTA
Sei stato nei miei pensieri
E nel mio sangue
E nessun altro lo sapeva oltre noi
Hai lasciato la tua impronta
Nei miei passi dentro di me
E la mia mente aveva trovato
Per un istante la quiete
E provato una leggera ebbrezza
Durante una breve vertigine
Malgrado le catene ai polsi
Ma hai sfiorato soltanto il mio cuore
Urlando "sei mia"
Corpo nudo in cambio di nuda anima
Mentre io volevo sentirti dire
"Ci siamo scelti"
"Ti voglio tenere sul cuore"
Ma ora rivoglio i miei colori
Ti ridò il nostro breve
Sospiro di felicità
Io appartengo solo alla fuga
Percorro strade invisibili
Cercando altre giuste mani
Guardarci per riconoscerci
Pensarci per appartenersi
Diventare il destino di qualcuno
E solo così io non sarò più tua.
— Oana Lupascu
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