Tumgik
#rigirarsi
thricellamaaddicted · 4 months
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ritrosia · 4 months
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Ieri sera sono uscita di casa alle 22, nel vialetto isolato di casa mia c'era una ragazzina che camminava poco più avanti di me. Quando ha sentito i miei passi, si è girata terrorizzata per poi rigirarsi con tranquillità alla vista di una ragazzina come lei e non di qualcun altro.
Voi pensate siano cazzate, questa è semplicemente la vita di una donna da quando nasce fino a quando muore: doversi guardare le spalle continuamente e sperare non ci sia qualche uomo di merda.
Mi dispiace tantissimo, oggi mi viene soltanto da piangere.
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nipresa · 9 months
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Tenete presente questo: Morgan sarà capace tra qualche tempo, quando essere stati nel giro del governo Meloni sarà diventato uno stigma nell’ambiente mediatico, di rigirarsi la frittata è di sostenere di avere provocato apposta Sgarbi al MAXXI, “come i Sex Pistols alla BBC”.
Se succederà, ricordatevi di dove lo avete letto per la prima volta 😅
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justscar · 2 years
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▫️Story Credit: @shionancientsblog
TAGS: nsfw - subby!denki kaminari - fem!reader - 490 parole
PROMPT: “Really? Humping me when I’m asleep? You must be really desperate to release.”
⚠️ minori e utenti senza età in bio non interagite, verrete bloccati.
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Tra mezzanotte e le due del mattino si rese conto ch’era eccitato. Molto eccitato.
Non la smetteva di girarsi e rigirarsi nel letto per cercare di estinguere la fiamma che gli bruciava lo stomaco, senza successo. Non poteva mica alzarsi e occuparsene in bagno, ma non poteva nemmeno ignorare la sua erezione fino al mattino.
Tentò di toccarla con il dorso della mano in cerca di un qualche tipo di sollievo ma non fece altro che peggiorare; ad aggravare la situazione ci si mettono in mezzo le sue fantasie sporche in cui ti prendevi cura del tuo “bravo ragazzo”.
Si gira verso di te, guardandoti la schiena mentre respiravi lentamente in un sonno profondo.
“Ehi…” sussurra, toccandoti con l’indice. “Piccola…?” nessuna risposta; emette un respiro tremante, trattenendo un grugnito quando premi i fianchi contro i suoi, il braccio serrato sulla tua vita in uno stretto abbraccio.
Inizia a sfregarsi lentamente e si tiene il labbro tra i denti per trattenere i gemiti, la curva delle tue natiche offriva l’attrito che voleva ma non quella di cui aveva bisogno.
Per favore non svegliarti, per favore non svegliarti… Recita nella sua testa. Aveva il volto così caldo che pensava si sarebbe sciolto, i polmoni gli facevano male come se stesse trattenendo il respiro per troppo tempo; nel frattempo tu eri nel mondo dei sogni, – o almeno, così credeva – il fiato calmo e costante a differenza del suo.
Un lamento soffocato gli lascia le labbra e pregò mentalmente che non l’avessi sentito. Il respiro gli si blocca quando ti spingi contro il suo dolorante membro con un mormorio, la bocca gli si apre in un grido muto come viene nei suoi pantaloni senza preavviso. Col fiato pesante nasconde il viso – rosso dalla vergogna – nella tua spalla.
Una lieve risata gli fa gelare il sangue. Alza la testa nello stesso momento in cui giri la tua, i vostri occhi si incontrano a metà strada. “Sul serio? Strofinarti contro di me mentre dormo?” dici divertita dal colore della sua faccia e gli occhi spalancati. “Devi essere piuttosto disperato di venire…” aggiungi sensuale mentre gli carezzi piano la pancia, cosa che lo fa rabbrividire. “Non è così, Denki?”
La tua mano gli stringe il membro attraverso i pantaloni, un forte gemito echeggia nella stanza dato ch’era ancora sensibile da poco prima. Ti metti a cavalcioni sui suoi fianchi, un ghigno sornione sulle labbra. “Ti è piaciuto sfregarti sulla tua signora mentre dormiva?” annuisce ancora rosso, le mani gli si spostano per coprirsi la bocca. “Rispondi!” ordini. “Sì! Mi è piaciuto! Mi è piaciuto davvero tanto, signora!” guaì in risposta, un sorriso vittorioso si dipinge sulla tua bocca.
Trattieni una risata quando vedi la sua faccia disperata, erezione ancora prominente e vivace contro il tuo sesso vestito e bagnato. “Ora, se vuoi venire di nuovo, dovrai tenere le mani a posto.” Imponi e mugola pietosamente. “Farai il bravo ragazzo per me, non è vero?”
“Sì, mia signora…”
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chiesovic · 2 years
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oooh che belli questi bei tre minuti a rigirarsi la palla confusi in difesa... feels like home<3
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il-gringo88 · 1 year
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Girarsi e rigirarsi nel letto passando da Twitter a Tumblr non è così male dopo tutto
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anocturnalanimal · 1 year
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"Ero innamorata di lui da anni. In modo appassionato, folle. Ma Nathan era uno di quei rari individui dispensati dall’amore. Fin dal nostro primo incontro mi sembrò così indipendente, così completo, che mi era inconcepibile pensarlo un giorno alla mercé di qualcun altro. Iniziai a sospettare che amasse più di tutto tirare fuori emozioni e desideri dagli altri senza mai lasciarsi coinvolgere. A volte credo che non interessi a nessun’altra ragazza tanto quanto interessa a me. Come avevo potuto pensare che fosse casa mia, che fosse un luogo a cui appartenere? Era soltanto uno spazio temporaneo che avevo abbellito con oggetti che avevo comprato, per potermi convincere di essere al sicuro. E questo valeva anche per tutto ciò che avevo sempre pensato di me: che fossi una persona con princìpi morali, con un credo politico, attenta alla realtà di estranei legati a me soltanto da circostanze analoghe. Erano convinzioni che avevo cristallizzato, fissandole al muro per guardarle meglio, per immaginare di far parte di qualcosa di prezioso e di possederlo a mia volta. Per Nathan smontarle era un gioco da ragazzi. E io volevo vederle cadere.
Sono innamorata di lui da dieci anni. 
Sapevo che questo non lo assolveva dai suoi errori, né significava che fosse un brav’uomo, eppure quelle parole sembrarono liberarmi da una visione pusillanime: la visione di un uomo capace di inscenare i sentimenti ma non di abitarli davvero. Nathan non era pericoloso, dopotutto – non era un sociopatico, non aveva mai ingannato.
Nathan, dissi dopo un momento, questo mi rende felice. Non è strano? 
In effetti sei molto strana. Perché ti rende felice? 
Perché scopro che torni a casa per amare. 
Lui mi guardò, continuando a rigirarsi l’anello intorno al dito. 
C’è un lato triste, però, dissi. Non sei la persona che credevo. Per niente. Pensavo che fluttuassi attraverso le cose della vita per conto tuo – ti immaginavo così indipendente. Pensavo fossi solo al mondo."
Servirsi - Lillian Fishman
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princessofmistake · 1 year
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Non riesco a pensare a Helen mentre sono con te, non per più di un istante. Per me non ha senso, ecco. E quando sono con lei non penso mai a te, né a Olivia, né a nessun’altra. Non penso neppure più di tanto al lavoro. È il mio modo di essere, nient’altro. Perciò non voglio parlarti di lei. Quando sono con te è l’ultima cosa che mi passa per la testa. 
Sei davvero innamorato?, chiesi. Di… Helen? 
Sì, disse Nathan, e sorrise come sorrideva quando gli raccontavo della mia vita con Fatima. Davvero. Sono innamorato di lei da dieci anni. 
A quelle parole sentii una calda sensazione di euforia esplodermi nel corpo. Sapevo che questo non lo assolveva dai suoi errori sul lavoro, né significava che fosse un brav’uomo, eppure quelle parole sembrarono liberarmi da una visione pusillanime: la visione di un uomo capace di inscenare i sentimenti ma non di abitarli davvero. Nathan non era pericoloso, dopotutto – non era un sociopatico, non aveva mai ingannato Olivia. Era solo innamorato di una donna che non conoscevo. Mi sentii travolgere dalla leggerezza. Per motivi inspiegabili, lo immaginai seduto alla guida di un’auto, a guardare, orgoglioso e sbarazzino, una donna senza volto sul sedile del passeggero. Non avevo mai visto un’espressione così umana come quella sul viso di Nathan, lì, nella macchina che avevo dipinto nella mia fantasia, su una strada inondata di sole. Adesso potevo concedermi di amarlo. C’era posto per il mio amore. 
Nathan, dissi dopo un momento, questo mi rende felice. Non è strano? 
In effetti sei molto strana. Perché ti rende felice? 
Perché scopro che torni a casa per amare. 
Lui mi guardò, continuando a rigirarsi l’anello intorno al dito. 
Ti piaccio molto, disse. All’inizio non era così, ma ora sì. È per questo che te l’ho detto. 
C’è un lato triste, però, dissi. Non sei la persona che credevo. Per niente. Pensavo che fluttuassi attraverso le cose della vita per conto tuo – ti immaginavo così indipendente. Pensavo fossi solo al mondo.
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viveritt · 3 months
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Certe volte il mondo appare chiaro in cima alla vie senza sfondo, ad Atene, su cui dominano le alte rovine: luoghi in cui è proibito giocare a pallone, c’è vento, non prende il telefono, ma si può dormire in effetti all’ombra un'eternità ammaestrata, tra pietre dalla punta arrotondata, carezze di dei inutili. Fanno tramontare il sole ed avvolgono gli ulivi con i loro mantelli, i marciapiedi, le signore che si affacciano dai balconi, la cartellonistica pubblicitaria; al punto che ogni passeggiata si fa inaspettatamente lunga e non porta più dove dovrebbe. Allora bisogna rigirarsi per strade contorte, circonvolute, pretestuose talvolta, sentieri che non si trovano seguendo la trama principale, ma solo riavvolgendo i percorsi, riavviandosi, finché la notte prende a vibrare nelle spine dei calabroni, si arrende, lascia andare, apre la sua porta e la richiude, fa resistenza quando cerchi di attraversarla con la mano, non cede il posto alla destinazione. Così la memoria ricalcola i giorni, mentre arretra infinitamente su un campo di sterminio, si muove a tentoni, e ritirandosi bagna i nomi sul tuo fazzoletto, calpesta i fiori più belli fra i fiori più tristi - inciampa sulla mina imprevedibile della fine, cade avvolta in lenzuola nuove, dove non ha ancora dormito nessuno.
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thelastdinner · 7 months
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Si perde il sonno.
Due lenzuola e un ventilatore.
Una goccia che scende silenziosa e salata.
La voglia di rigirarsi.
Azeruel
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canecucciolo · 1 year
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Perché i Cani Scavano nel Letto | 4 Motivi “Nascosti”
Il tuo cucciolo è andato a cuccia, ma ha iniziato a rigirarsi spostando il telo con le zampette? In questo articolo scoprirai perché i cani scavano nel letto…e molto altro! Perché i cani scavano nel letto? I cani sono animali straordinari e amorevoli. Tuttavia, a volte possono fare cose che non comprendiamo completamente, come scavare […] Perché i Cani Scavano nel Letto | 4 Motivi “Nascosti”
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La notte, mi fotte sempre...
Ma alla fine basta soltanto girarsi e rigirarsi, chiudere gli occhi, far scendere 5, 4, 3 gocce, fino ad arrivare a zero, con il tempo...
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Programmare i fine settimana, le decisioni dell'ultimo minuto, i viaggi in macchina, la pioggia che batte sui finestrini, i cuori disegnati sui vetri della macchina, la radio accesa, la musica che fa da colonna sonora ai momenti, quella canzone che diventerà nostra, fare le commissioni assieme, restare seduta in macchina ed aspettare di vederti arrivare, tornare a casa col cuore felice per la serata appena trascorsa, sentirsi parte dell'altro, non vedere l'ora di rivedersi, masturbarsi pensandosi, i momenti improvvisati, i tramonti insieme, i cieli stellati, le cene d'asporto, restare abbracciati sul divano a guardare la tv, rigirarsi nel letto e sentirsi respirare, il desiderio che brucia dentro, le coccole di prima mattina, i vai piano e scrivimi quando arrivi, i baci e ti amo pieni di speranza, i cuori in chat, le frasi sussurrate, quelle urlate ad alta voce, i litigi senza mai arrivare ad una soluzione, gli abbracci per far pace, i luoghi che custodiscono i ricordi, i ricordi che custodiscono luoghi, un po' di noi in tutti i luoghi in cui siamo stati insieme, gli occhi negli occhi, sfiorarsi la pelle, il profumo dell'altro addosso, il sapore dei baci, le passeggiate mano nella mano, le promesse mai mantenute, la speranza di un per sempre.
-laragazzadagliocchitristi
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s-memorando · 2 years
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Metamorfosi
Un mattino, al risveglio da sogni inquieti, Tondo si trovò trasformato in Quadrato.
Aveva avuto qualche sensazione premonitrice, un faticoso rigirarsi che l’aveva trattenuto nel lenzuolo che gli si era attorcigliato intorno al corpo e da cui non riusciva più a districarsi. I sogni che lo avevano tormentato erano stati spinosi e faticosi e non riusciva a capire ora che aveva gli occhi aperti come mai non riusciva a girare la testa con la solita agilità.
Provò ad alzarsi e si accorse prima con stupore e poi con ansia crescente che la sua visuale era cambiata, aveva lo sguardo fisso in avanti ed era completamente sparita la sua visione periferica, anche i pensieri sembravano diventati spigolosi e taglienti.
Si alzò a fatica e pensò che quel giorno avrebbe dovuto incontrare una persona importante per il suo lavoro, una persona che avrebbe dovuto acconsentire a finanziare un suo progetto, ma non un generico progetto, bensì “il “ progetto della sua vita.
Ci aveva lavorato tantissimo, studiando ogni parola da inserire, da dire, da pronunciare, per far capire la bontà della sua idea, aveva ammorbidito e limato ogni angolo che potesse produrre attrito, le idee gli erano circolate in testa con fluidità, giravano quasi da sole, trovando curve morbide che assecondavano i suoi propositi egli facevano trovare la strada a soluzioni che aggiravano i contrasti che avrebbero potuto crearsi.
Si vestì con calma, e non poté fare a meno di osservare che la felpa che fino a ieri gli cadeva morbidamente sulle spalle ora sembrava appoggiata a un manichino ossuto e rigido. Si contrariò e la contrarietà lo fece irrigidire di più, quasi che, invece di sciogliersi nella fiducia in se stesso, si indurisse in un pregiudizio mai provato. Si vedeva improvvisamente brutto e stecchito, come se ogni cosa al mondo gli riflettesse la sua inadeguatezza, come se le difficoltà che fino ad allora scorrevano leggere trovassero improvvisi scogli che le frenavano e le rendevano turbolente.
Si sentiva cambiato, all’improvviso la sua idea, il suo progetto su cui tanto aveva lavorato era come se non fosse più suo, tutta la fatica che aveva fatto a levigare superfici per togliere anche il più piccolo granello di polvere era stata inutile, nel giro di una notte tutto si era ricompattato come dentro ad una scatola da scarpe troppo stretta.
Ogni pensiero girava e rimbalzava da un lato all’altro ed era diventato tutto diverso.
Usci di casa irritato e scontento, rendendosi conto che le dolci colline che fino a ieri erano il suo paesaggio si erano trasformate in palazzi grigi e squadrati, rigidi come lui.
Rigido, ecco come si sentiva, rigido, i suoi pensieri erano rigidi, non era più propenso al compromesso e alla comprensione, ma dentro di lui era cresciuto il desiderio di affermazione e prevaricazione. Come aveva potuto vivere fino ad allora senza le sicurezze di un appoggio stabile, di piedi ben piantati per terra, di certezze solide e pensieri quadrati?
Si fermò, girò la testa a 90 gradi verso una vetrina e si vide finalmente come avrebbe sempre voluto essere, risoluto e deciso, lo sguardo fermo in avanti, pronto a far valere le sue ragioni al cliente che lo aspettava. Non una palla da disprezzare e far rimbalzar via con una calcio, ma un bel pezzo di marmo solido e risoluto.
Ora poteva presentarsi all’appuntamento, la trasformazione era avvenuta, vita nuova, strade nuove, belle, diritte e a senso unico, avrebbe pensato lui ad asfaltarle come si deve senza tentennamenti, ondeggiamenti e squilibri. Ora era il signor Quadrato, sicuro di sé, difficile da spostare ed evitare. Pensò: “Solidità, ecco la mia nuova parola d’ordine!” e si avviò al suo appuntamento.
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guidogaeta · 2 years
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Stare nel letto a rigirarsi tra le coperte, è un piacere sereno che caccia via l’angoscia e perciò mi pare una rinuncia senza ragione
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lunamarish · 2 years
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Eppure, per quanto indubitabilmente sia meravigliosa la luce della sera, c’è qualcosa che ancora riesce ad essere più bello della luce della sera, ed è per la precisione quando, per incomprensibili giochi di correnti, scherzi di venti, bizzarrie del cielo, sgarbi reciproci di nubi difettose, e circostanze fortuite a decine, una vera collezione di casi, e di assurdi – quando, in quella luce irripetibile che è la luce della sera, inopinatamente, piove. C’è il sole, il sole della sera, e piove. Quello è il massimo. E non c’è uomo, per quanto limato dal dolore o sfinito dall’ansia, che di fronte a un’assurdità del genere non senta da qualche parte rigirarsi un’irrefrenabile voglia di ridere. Poi magari non ride, veramente, ma se solo il mondo fosse un sospiro più clemente, riuscirebbe a ridere. Perché è come una colossale e universale gag, perfetta e irresistibile. Una cosa da non crederci. Perfino l’acqua, quella che ti casca sulla testa, a minute gocce prese di infilata dal sole basso sull’orizzonte, non sembra neanche acqua vera. Non ci sarebbe da stupirsi se ad assaggiarla si scoprisse che è zuccherata. Per dire. Comunque acqua non regolamentare. Tutt’una generale e spettacolare eccezione alle regole, una grandiosa presa per il culo di qualsiasi logica. Un’emozione. Tanto che tra tutte le cose che poi finiscono per dare una giustificazione a questa altrimenti ridicola abitudine di vivere certo figura anche questa, in cima alle più nitide, alle più pulite: esserci, quando in quella luce irripetibile che è la luce della sera, inopinatamente, piove. Almeno una volta, esserci. 
Alessandro Baricco, Castelli di rabbia
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