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webbozone-blog · 9 months
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Segnale Mobile Debole? Ecco le Soluzioni con i Ripetitori LTE 4G e 5G
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cancheabbaiamorde · 10 months
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Il livello di credibilità e di professionalità di giornalisti e analisti delle nostre TV non è degno di un paese del 3° mondo.
Sono solo insulsi ripetitori di interpretazioni stereotipate di meschina propaganda. Basta vedere cosa hanno scritto sul presunto golpe in Russia.
Un commentatore esperto e onesto racconta la cosa in un tutt’altro modo. Tutto ha inizio con la battaglia di Bakmuth. Chi sa le cose direbbe subito che l’obiettivo russo non era conquistare la città ma distruggere il nemico al suo interno.
Lo aveva detto il generale Gerasimov  il 18 ottobre scorso: non andiamo più avanti facendo grandi operazioni ma aspettiamo gli ucraini che avanzano e lo distruggiamo. Lo aveva capito il NYT che il 27 novembre aveva scritto:  “Bakmuth è il buco nero in cui Kiev perderà le sue truppo”.
E’ esattamente quello che è successo. Mosca avave dato a Progozhin 6 mesi di tempo per ottenere il risultato, fine ottobre – fine aprile.
La Wagner ha fatto il suo lavoro e il ministero, ad aprile, dice:  “bene, missione compiuta, arrivederci”.
Solo che Bakmuth non era completamente conquistata, perché l’obiettivo non era quello ma distruggere il nemico.
C’era ancora qualche palazzo da ripulire ed è a quel punto che Progozhin ha cominciato a protestare  ontro il ministero della difesa, non contro Putin, perché non riceveva più rifornimenti.
Logico per il ministero perché il lavoro era terminato e le armi servivano per l’esercito ordinario.
E’ lì che è iniziato lo psicodramma di maggio che ha condotto  ad una proroga del contratto fino al 21 maggio. Così la Wagner ha elimato anche le ultime sacche di resistenza ucraina e Prigozhin ha potuto dichiarare ufficialmente la presa di Bakmuth.
I russi hanno ben capito che difficilmente potevano integrare una società privata in una operazione militare condotta da un esercito, per motivi tecnici, legali e funzionali. Hanno così deciso di far ritirare completamente la Wagner, anzi di scioglierla  per integrare i componenti in qualche forma nell’esercito sotto il comando dello stato maggiore. Questo doveva essere fatto il 23 giugno. Qui si comincia a capire perché Progozhin ha ricominciato ad attaccare Shoigu e Gerasimov.
Stava cercando di difendere la sua “azienda” , protestando con chi voleva che portasse i libri in tribunale. In nessun momento ha detto di voler rovesciare il governo, mentre ha detto continuamente di avercela con chi era responsabile dello smantellamento di Wagner.
La Wagner, come compagnia privata poteva andar bene solo per una operazione speciale, in cui lo stato Russo non compare ufficialmente in guerra. Ma nel momento in cui si tratta di difendere i territori annessi del Donbass, allora è necessario utilizzare  l’esercito nazionale e i mercenari vanno in qualche modo esclusi. Tutte le altre compagnie private presenti in Ucraina, hanno accettato di sciogliersi, solo Progozhin, per interessi personali, ha tentato di resistere.
Putin non lo poteva accettare ed è per questo che è intervenuto duramente con l’accusa di tradimento. La repressione di Putin è stata molto meno dura di quella per una ribellione armata, ma alla fine si è dimostrata una mediazione efficace nel risolvere il problema,  dimostrando che Putin è un uomo di compromesso al contrario di come lo si dipinge in occidente. Insomma non c’è proprio nessun elemento che possa portare a parlare di colpo di stato. Stiamo parlando di una faccenda puramente commerciale.
Progozhin no ha voluto difendere la Russia ribaltando il governo, ha voluto difendere la sua azienda e i suoi affari;  il suo interesse è strettamente personale e finanziario.
Progozhin non è né un uomo politico, né un militare; è un uomo d’affari che ha voluto sfruttare fino in fondo, a suo vantaggio, la notorietà dopo la presa di Bakmuth. La storia raccontata dai media occidentali è solo fantapolitica interessata a compiacere l'establishment.
@fortnardelli
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veritanascoste · 3 months
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VIDEO | 🚨GLI ESPERTI DICONO CHE È POSSIBILE UCCIDERE
UN'INTERA CITTÀ UTILIZZANDO ARMI A RADIOFREQUENZA: AVETE IDEA DI COSA STIAMO RISCHIANDO CON IL 5G? GUARDATE ATTENTAMENTE IL VIDEO ED UNITE I PUNTINI...
La CNN (quando il giornalismo era onesto e non corrotto),
ha ripetutamente interrogato il Dipartimento della Difesa e l'Aureonatica sulle armi a radiofrequenza. Dopo molte resistenze il Ministero della Difesa ha dichiarato che l'argomento è troppo delicato per essere discusso.
🔴Gli esperti sanno benissimo che queste armi a radiofrequenza sono pericolosissime e hanno la capacità di spazzare via intere città.
Le armi elettromagnetiche, come le armi a impulsi elettromagnetici (EMP), sono principalmente progettate per danneggiare dispositivi elettronici piuttosto che per infliggere danni diretti alle persone.
🔴Tuttavia, ci sono anche armi che sfruttano onde elettromagnetiche per influenzare o disturbare il funzionamento di sistemi biologici.
🔴L'uso di tali armi solleva gravi preoccupazioni etiche e morali, e molte di esse sono soggette a regolamentazioni internazionali.
🔴QUESTI POSSONO CAUSARE UN AUMENTO DELLA PRESSIONE SANGUIGNA A RIPOSO DURANTE L’ESPOSIZIONE A UN CAMPO ELETTROMAGNETICO A RADIOFREQUENZA PORTANDO ICTUS A DISTANZA.
🔴Inoltre, tale rischio che stiamo correndo risulta enormemente gravoso per la tutela della salute, in quanto innumerevoli dossier riguardanti ricerche scientifiche comprovate mettono in elenco tra i primi posti, come agenti cancerogeni, anche le onde elettromagnetiche emesse da ripetitori, cellulari e altri dispositivi.
➡️Immaginate cosa possono fare con queste onde a frequenza con il grafene che ci stanno gradualmente inserendo nell'organismo...
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francescacammisa1 · 2 months
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[....] Ho lavorato in tre radio "libere", quelle erano radio libere! Mi portavo da casa le mie cassettine, i miei vinili, i miei giornali. Arrivavo in radio una mezz'oretta prima, sceglievo i dischi (anche se i mezzi erano davvero pochi e ci dovevamo accontentare di pochi dischi ma di quelli seri!). Fermavo la bobina che mandava la musica, accendevo la consolle, tiravo su il cursore e cominciavo a parlare. Tutto da sola. Era il mio ambiente naturale stare dietro al microfono (ogni tanto ero in difficoltà quando si bloccavano le cassette nel registratore, ma poi me la cavavo, ma i mezzi erano quelli che erano). Poi ho condotto altri programmi insieme ad altri amici. Ne conducevamo uno di notte ... That's the way. E ci ascoltavano. So che stranamente (nonostante dei ripetitori di fortuna) il segnale arrivava anche fino oltre cento chilometri e so che mi ascoltavano. Il segreto per me era pensare a chi potesse esserci dall'altra parte e parlargli direttamente, come se non ci fosse l'etere a dividerci. Insomma, la mia voce girava in quei posti, anche attraverso le registrazioni dei "Jingle" pubblicitari. Avevo deciso che quella sarebbe stata la mia vita. Avevo impostato i  miei studi in modo da esser pronta a poter lavorare in radio, in redazione, in voce, in qualche modo, ma in radio. Ma purtroppo non sempre le cose vanno come si vorrebbe che vadano (anzi mai) e la mia vita è virata verso altri lidi .... molto meno stimolanti per me (non meno caotici sicuramente). Quindi, in finale, non posso che dire: Viva la radio! e quando qualcuno mi dice: io non ascolto mai la radio! beh penso sempre che questa persona abbia dei seri problemi ....
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gregor-samsung · 1 year
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“ (D) I giornali hanno ricordato che il nazismo sognava l'uso generalizzato della t.v. e che solo la guerra distolse le energie tecniche ed economiche dal progetto. La t.v. nacque così, con una signorina tedesca impiegata delle Poste, Ursula Patschke, che [la sera del 22 marzo 1935] apparve in video e annunciò ai dieci apparecchi «ricevitori» esistenti a Berlino che tutto era pronto per «far scendere nei cuori dei camerati del popolo l'immagine del Fürher». Non le sembra un anniversario imbarazzante? Ha sottolineato che la t.v. è nata come strumento di consenso e di dominio.
(R) Nella Germania nazista, come lei diceva, la televisione non fu diffusa su larga scala. Perché la televisione, a differenza della radio, ha bisogno che i ripetitori siano a vista, ha bisogno di grandi impianti e forti investimenti. I francofortesi, quando parlano di masse e «media», non si riferiscono quasi mai alla televisione, bensì alla radio e alle adunate oceaniche. Sono fuggiti da paesi fascisti e nazisti, per cui studiano soprattutto i mezzi impiegati davvero da quelle dittature: Hitler e Mussolini avevano usato ampiamente, oltre alla radio, il cinema di fiction e il documentario. Basti pensare a film come «Scipione l'africano» o a documentari come quelli di Leni Riefenstahl. Sì, la potenza dei media è stata intuita e sfruttata anzitutto dai regimi autoritari e gerarchizzati. La prima stazione radiofonica del mondo è stata quella del Vaticano. I francofortesi, però, non sono come il Karl Popper degli ultimi anni, che ha già mangiato, digerito e rifiutato la televisione. Vengono da un'esperienza tutta radiofonica. Eppure già la radio appare loro uno spauracchio terribile, un'inedita possibilità di massificazione. D'altronde era vero: prima della radio un predicatore, poniamo il Savonarola, poteva essere ascoltato al massimo da qualche migliaio di persone. Non c'era, tecnicamente, possibilità di maggiore "audience". Ora si è passati a milioni; in alcuni casi (come le Olimpiadi o lo sbarco sulla luna) addirittura a miliardi. Tenga conto, per di più, che a metà degli anni cinquanta la radio da noi era ancora un lusso. Ricordo che sotto casa nostra abitava una vecchietta che per tutta la vita, e inutilmente, ha desiderato di possedere un apparecchio radiofonico. A metà degli anni cinquanta arriva anche la televisione, un «medium» che d'improvviso irrompe e agisce con presa inaudita. S'immagini un paese d'inverno: alle cinque è buio, i bar sono chiusi, la gente è a casa... La televisione crea veramente il villaggio globale. All'improvviso dà a tutti la possibilità di entrare dovunque: nelle case di lusso come alla Scala. E all'improvviso Agnelli e un contadino lucano vedono lo stesso telegiornale. Nella gerarchia del mezzo televisivo basta essere utenti per essere uguali agli altri. Personaggi totalmente sconosciuti, poi, diventano idoli all'improvviso. Con due o tre puntate di «Lascia o raddoppia» Mike Bongiorno diventa una star. E si conquista il saggio semiologico di un autore sofisticato come Umberto Eco. “
Domenico De Masi, Ozio creativo. Conversazione con Maria Serena Palieri, Ediesse (collana Interventi), Roma, 1997¹; pp. 49-50.
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filorunsultra · 1 year
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Unrecorded: my first FKT
Foto di Elisa Bessega, l'articolo era stato pubblicato per la prima volta con un titolo diverso in The Pill n. 55.
Il Cammino Rigoni Stern è un sentiero escursionistico che collega l’Accademia Olimpica di Vicenza alla casa natale di Mario Rigoni Stern ad Asiago. Ufficialmente misura 80 chilometri con 1400 metri di dislivello, ed è stato ideato dall’associazione culturale Cammini Veneti per il centenario della nascita dello scrittore. Il CRS deve ancora essere inaugurato, ma sul percorso sono già presenti dei segnavia provvisori sulla base dei quali, il 30 aprile 2022, io e Andrea abbiamo percorso per primi l’intera pista. L'abbiamo percorsa nella direzione Asiago-Vicenza, in una sola tappa, in 7h48' e in modalità supported.
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(Preparativi in Piazza Carli, Asiago)
Per chi non è addentro al gergo della corsa, un FKT è un percorso su cui si registra il tempo più veloce, è un record se volete. Gli FKT sono nati per creare un storico dei tentativi e dei migliori tempi di percorrenza su percorsi su cui non era possibile organizzare una gara per motivi legali. Per sistematizzare la cosa venne aperto un sito web per raccoglierli tutti, e oggi, potenzialmente chiunque può disegnare un percorso, registrare il proprio tempo, e caricarlo sul sito. Questa semplicità unita alla sospensione delle gare durante la pandemia ha portato all'esplosione del fenomeno anche in Europa, facendo progressivamente perdere valore al movimento. Nell’ultima settimana (oggi è il 2 maggio 2022) sul sito fastestknowntime.com sono stati registrati trentadue FKT. Di questi, cinque nel Regno Unito, due in Germania, uno in Italia, e i restanti negli Stati Uniti. Fra questi trentadue convivono pacificamente il recente record di Jeff Browning sul Grand Canyon Crossing, uno dei più importanti percorsi nella storia dell’ultrarunning, e un FKT di 10 chilometri su un percorso arbitrario in un parco pubblico di Mannheim, una cittadina del land del Baden-Württemberg ricordata dai musicologi e da nessun altro per aver dato il nome alla Mannheimer Schule. Il valore di questi due percorsi è molto diverso: il primo è un percorso storico della tradizione dell'ultrarunning, il secondo è un percorso che probabilmente nessuno ripeterà mai. Tradizionalmente il valore di un FKT è dato dalla sua storia, dalla logicità del percorso e dalla semplicità nel ripeterlo con il minor supporto esterno possibile. Inoltre, nascendo come record escursionistici sui grandi cammini, un FKT dovrebbe avere un interesse escursionistico, ancor prima che sportivo. Tutti questi elementi concorrono a rendere un FKT da un lato interessante per chi cerca il record del percorso, dall'altro per chi, pur non avendo le capacità di tentare il record, può tentare il percorso per motivi storici e paesaggistici. Ciononostante, l'80% degli FKT oggi esistenti non ha probabilmente valore per nessun altro al di fuori di chi li ha registrati. Che il sito fastestknowntime.com non abbia un criterio di selezione ha contribuito all’esplosione del fenomeno FKT, ma ne ha anche sminuito il valore. In Italia oggi il sito registra novantotto FKT. Di questi, alcuni sono belli e logici (come Ortogonale 1 e Alta Via del Granito), altri meno. In ogni caso manca la voglia generale di ripeterli, mentre è un po’ troppo presente quella di crearne di nuovi. In questo vedo il principale limite del movimento e del sito fastestknowntime.com.
Registrare il percorso sul sito non mi sembra un valore aggiunto, né un criterio di legittimazione. Per questa ragione abbiamo deciso di non registrare il nostro tentativo su fastestknowntime.com, ma soltanto di informare l’associazione che si occupa del sentiero del nostro tentativo prima e del risultato poi, e di rendere pubblico l'FKT con un articolo ragionato. Limitando l'accesso alle informazioni sul percorso se non attraverso l'articolo e il sito Cammini Veneti, i futuri ripetitori saranno più portati a informarsi sulla sua storia e sulla sua identità, dandogli più valore.
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(Correndo i primi chilometri in compagnia del Geno, sulla Strada del Trenino poco dopo Roana)
In realtà il Cammino Rigoni Stern non è ancora un percorso storico, anzi, deve ancora nascere: l’apertura ufficiale era prevista per il 2021, centenario della nascita di Mario Rigoni Stern, ma per questioni amministrative è slittata più volte. Non esiste una traccia ufficiale e le indicazioni sul percorso sono provvisorie. L’associazione che se ne occupa, Cammini Veneti, è nota soprattutto per il Cammino Fogazzaro Roi, un percorso parallelo al Rigoni Stern, che già da anni porta escursionisti tra pianura e Prealpi vicentine. Noi abbiamo scelto di percorrere il CRS in discesa, da Asiago a Vicenza, sia per motivi logistici che affettivi (rappresentava un ritorno a casa); ma anche per motivi estetici: percorrere un sentiero al 75% in pianura significa entrare in relazione con un territorio poco considerato da chi fa outdoor e soprattutto da chi fa trail running. Abbiamo un’idea di trail talmente legata alla montagna e al dislivello che quasi non ci accorgiamo della potenzialità di questi spazi.
Ho scoperto questo percorso finendoci a correre dentro per caso, mentre cercavo dei sentieri vicino a casa, per evitare l'asfalto. Ho iniziato a studiarlo e a unirne i pezzi, un po’ alla volta, come si fa con una via di arrampicata. Avevo voglia di entrarci, anche emotivamente, con «l’idea che i chilometri che macini con le tue gambe in qualche modo ti appartengano. Li conosci da vicino un metro alla volta, quello che era un numero diventa un paesaggio, ambiente e territorio, senti che ti appartiene nel senso che te ne senti parte», come ha scritto Elisa il giorno dopo il nostro tentativo. Coinvolgere Andrea è stata la chiave per condividere con qualcuno il momento conclusivo di un processo in larga parte solitario. Andrea è rimasto totalmente coinvolto e assorbito dall’idea, dall’ambiente e dalla corsa. Durante le prime ore di corsa, mentre il nostro amico Davide ci accompagnava alle porte dell’Altopiano, abbiamo parlato parecchio tra noi, ma quando io e Andrea siamo rimasti soli, iniziando la discesa verso la Val d'Astico, siamo caduti nel silenzio. Eravamo noi due coi nostri pensieri, a correre uno davanti all’altro tra i boschi umidi che costeggiano il fiume.
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(Un pezzo di sentiero che taglia il Costo Vecchio che dall'Altopiano scende a Cogollo del Cengio)
Da Piazza Carli, deserta, si prende la ciclabile del trenino che porta prima a Canove di Roana e poi a Tresche Conca. La pista attraversa prima i pascoli di Asiago e poi un fitto bosco di pecci. Al limite occidentale dell'Altopiano si percorre il Costo vecchio fino in valle, a Cogollo del Cengio, su una serpentina di tornanti prima sterrati e poi asfaltati. Tra Calvene e Fara si attraversano due piccole valli circondate da colline e ville palladiane: la pianura inizia poco dopo. Al quarantesimo chilometro, a Breganze, si imbocca definitivamente l’argine dell’Astico, che dopo aver cambiato nome in Tesina conduce fino alle porte di Vicenza. Passiamo prima a un paio di chilometri da casa mia, e poi davanti a quella di mia nonna (che, positiva al covid, ci aspettava alla finestra). Via Aldo Moro, viale della Pace, Borgo Berga, e Olimpico, l’unico teatro di Vicenza in cui non ho mai suonato, e in cui ormai non suonerò più. Correre per primi un cammino che attraversa i luoghi in cui sei cresciuto, se accompagnati da una certa predisposizione d’animo, può essere toccante. Il paesaggio, i colori morbidi, il cielo che sembra limpido ma non lo è, perché è sporco di una leggera umidità che solo chi è nato in pianura sa conoscere. Perché la limpidezza che c’è appena dopo un temporale è tutta un’altra cosa.
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(Trying to cool down in Lupia)
L’argine è un cannocchiale sulla pianura che attraversa paesi, campi, periferie e zone industriali senza essere visto, unendosi e dividendosi con altri mille fiumiciattoli, fossi e torrenti, creando un’enorme ragnatela che copre la pianura da Torino a Venezia. È allo stesso tempo un sentiero, un universo biologico a sé stante e il prodotto di politiche di regolazione idrica antichissime; ma è soprattutto un punto di vista rialzato in un paesaggio in cui tutto è orizzontale.
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(Somewhere on the riverbank between Quinto Vicentino & Marola)
Avevamo voglia di fare questa cosa anche per essere liberi di correre con uno stile che ci piac: nudi. I primi cacciatori di FKT – David Horton, Brian Robinson, Ted ‘Cave Dog’ Keizer – nei loro percorsi cercavano la solitudine. Negli anni quello stile si è perso, andando sempre di più verso una modalità di corsa assistita, supported. Leggere questa tendenza solo come una questione di prestazione sarebbe parziale, credo invece che, per gente come noi, avere assistenza sia più che altro un modo per condividere l’esperienza con persone a cui vogliamo bene: fare le cose da soli in fondo non è così interessante, al di là della scarica iniziale di trovarsi da soli di fronte a ottanta, cento o mille chilometri. Non c’è niente da misurare e niente contro cui misurarsi. E se è la solitudine che cerchi, presto o tardi la trovi comunque, pur correndo uno accanto all’altro, con una macchina ogni venti chilometri. Così abbiamo preferito condividere.
Adesso andate su quella pista e tirateci giù il tempo.
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(The coolest finishline banner ever)
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Il tonno tonnato
Ovvero, il mezzo tonno...!
Alla fine, proprio nei giorni vicini all'inizio della guerra, si è scoperto cosa volesse dire Maugeri: voleva assicurarsi che la sua parente, figlia o nipote che sia, non si trovasse a Londra sotto i bombardamenti, per il pesce d'Aprile russo Perché la Middleton sembra essere qui a Catania, comunque la si sente comunicare grazie ai ripetitori di Mascalucia Da qualche giorno si vocifera che la Russia abbia puntati tre missili sull'Europa, un missile per ogni capitale: Londra, Parigi, Roma Sono sicura che Putin dica la verità quando ci assicura che eventualmente colpiranno soltanto gli aeroporti militari, purtroppo però i Windsors non la pensano allo stesso modo, non la famiglia di Kate Middleton comunque... Qualcuno dice che la Russia non oserebbe, ma la Russia ha il suo terrorismo al potere come qualunque altra nazione, e la NATO che risponderà sarà terrorista pure, ci vanno di mezzo le persone qualunque, i colpevoli sanno come mettersi al sicuro Fermiamo questa guerra finchè siamo ancora in tempo, fermiamola ora!
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scontomio · 24 days
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💣 TP-Link RE700X Ripetitore WiFi 6 Dual-Band AX3000Mbps con MU-MIMO 🤑 a soli 29,99€ ➡️ https://www.scontomio.com/coupon/tp-link-re700x-ripetitore-wifi-6-dual-band-ax3000mbps-con-mu-mimo/?feed_id=224215&_unique_id=6603327f519dc&utm_source=Tumblr&utm_medium=social&utm_campaign=Poster&utm_term=TP-Link%20RE700X%20Ripetitore%20WiFi%206%20Dual-Band%20AX3000Mbps%20con%20MU-MIMO Il ripetitore WiFi 6 TP-Link RE700X, ricondizionato, offre connettività ad alta velocità fino a 3000Mbps. Estendi la copertura WiFi, ottimizza la connessione e goditi la massima performance. #coupon #tplink #ripetitori #offerteamazon #scontomio
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crossroad1960 · 2 months
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“Tra i dettagli che complicherebbero il quadro, in pochi ricordano ad esempio il sostegno incondizionato che a Netanyahu e alla sua strategia Trump ha offerto in questi anni, un aspetto che andrebbe invece ricordato ogni giorno ai tanti ingenui o interessati ripetitori della propaganda sull’unico presidente americano che non avrebbe mai fatto guerre (tipo Giuseppe Conte, che proprio con un simile argomento ha clamorosamente motivato, qualche settimana fa, la sua riluttanza a scegliere tra i due candidati alla Casa bianca).”
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Telefoni muti a Capodanno, il comune apre un hot spot
AGI – Telefoni muti e connessioni Internet impossibili a Campertogno, in Alta Valsesia, piccolo comune di poco più di 200 residenti ma meta turistica importante, nei dintorni di Alagna. A spegnere tutte le connessioni è stato un incendio sul traliccio che ospita i ripetitori degli operatori Tim e Vodafone. Quindi non è disponibile la linea telefonica né la rete dati. Attualmente, come fanno…
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radioascolto · 7 months
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ferris60 · 8 months
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Come senza volerlo abbiamo provocato uno shitstorm
Mentre sono andata a lavorare nel bel mezzo della Pianura Padana, senza lo straccio di una collina intorno e scoprendo tuttavia che senza ripetitori internet non prende neppure lì (con qualche intermezzo comico e qualche patema per chi come me ha scritto “vai lì e fai bella figura!” nel DNA), ho lasciato indietro polemiche e rovine fumanti. E pensate, nemmeno le ho provvocate io. L’ultimo giorno…
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infosannio · 9 months
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Berlusconi, la consigliera di FdI giustifica i rapporti di Dell’Utri con la mafia: “In Sicilia servono compromessi, tutti lo sanno”
(ilfattoquotidiano.it) – “Berlusconi? Può aver avuto contatti con la mafia all’epoca in cui in Sicilia si facevano saltare i ripetitori Mediaset. La mafia voleva essere pagata per non farli saltare e forse avrà utilizzato Dell’Utri il quale, da buon siciliano, sapeva a chi rivolgersi per trattare. Se questo si considera reato allora sarebbero dovuti essere rinviati a giudizio un bel po’ di…
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adrianomaini · 10 months
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Secondo l’analisi di Lefébure, le radio periferiche [in Francia] avevano contribuito all’affermazione del modello di radio commerciale
Nel paesaggio radiofonico francese, accanto ai canali del servizio pubblico come France Inter, France Musique e France Culture, creati nel 1963, si registrava la presenza anche delle radio cosiddette “periferiche”. Queste emittenti si caratterizzavano per avere i ripetitori situati all’estero e gli studi in territorio francese al fine di evitare le restrizioni legate al monopolio. Esse erano…
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bagnabraghe · 10 months
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Secondo l’analisi di Lefébure, le radio periferiche [in Francia] avevano contribuito all’affermazione del modello di radio commerciale
Nel paesaggio radiofonico francese, accanto ai canali del servizio pubblico come France Inter, France Musique e France Culture, creati nel 1963, si registrava la presenza anche delle radio cosiddette “periferiche”. Queste emittenti si caratterizzavano per avere i ripetitori situati all’estero e gli studi in territorio francese al fine di evitare le restrizioni legate al monopolio. Esse erano…
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mapforham · 1 year
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