Tumgik
#romanzo a episodi
gregor-samsung · 9 months
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“  Di italiani non ce ne sono, quei pochi rimasti in Belgio stanno ancora alle mines, gli altri sono ormai tornati. Però tutti qui hanno il ricordo della nostra razza e quando giriamo Rue Blaes per la spesa ci riconoscono e ci fanno festa, anche i musulmani ai quali tante volte abbiamo fatto la gaffe di chiedere del prosciutto e quelli “Rien vian-de de porc! Rien!” ma poi, capita la buonafede, han fatto i gentili e i simpatici. E questa storia dei musulmani ha avuto anche dei risvolti nella nostra convivenza in Rue des Tanneurs perché la sera che era di turno in cucina Jeff aveva preparato un potage Campbell’s senza tanto badare a quello che c'era nella scatola e Ibrahim dopo qualche cucchiaiata comincia a farsi serio e stropicciare il naso e grattarsi il mento pensieroso e lisciarsi il baffo perplesso e chiedere infine che cosa c'è nel piatto e noi “verdure, son verdure Ibrahim” ma lui sembra proprio che avverta in gola un brutto, davvero brutto sapore e allora corre nel cestino dei rifiuti, recupera la scatoletta e legge gli ingredienti, poi arriva incazzatissimo dove sediamo a mangiare e urla che l'abbiamo fatto apposta qui c'è della carne impura e via di seguito, tanto che noi subito ci spaventiamo ma poi ci gettiamo a ridere perché Ibrahim si mette col capo a terra a far scongiuri e belare non si capisce bene che cazzo di Allah e poi s'infila alla brutto-dio un dito in gola per vomitare quel pezzetto di wurstel che c'era nel piatto… Ma soprattutto gli spagnoli sono bellagente e ci trattano come fossimo americani sbarcati in centrafrica, tutti premurosi e gioviali. Conosciamo Gonzales che ha una drogheria e noi gli abbiamo esaurito la scorta di spaghetti. Ci presenta il figlio di sedicianni che verrà poi con noi qualche sera al Jeu-de-Balle a bere la Trapiste. Gonzales ci racconta ogni volta degli italiani che ha conosciuto, “Ah, les italiens!” dice aprendo il suo sorriso baffuto e grasso eppoi estrae dal bancone una chitarra e intona funiculì-funiculà cha-cha-cha e io rido e applaudo e la moglie esce dal retrobottega e ci offre un sorso di vino spagnolo con la piccola Esterella di cinque anni stretta al sottanone e noi stiamo bene a sentirci italiani e ne siamo anche fieri e orgogliosi che capiamo che questi legami qui sono nati tra la gente che lavora mica trattati a tavolino da diplomatici o ministri del cazzo, che di loro ci vergognamo sì, altroché. “
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Brano tratto dal racconto Viaggio, testo raccolto in:
Pier Vittorio Tondelli, Altri libertini, Feltrinelli, 1980¹; pp. 76-78.
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dilebe06 · 2 months
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The Lost Tomb 2
Come quando vendi la tua casa per avere dei soldi con cui comprare all'asta un oggetto fondamentale per mandare avanti la trama... ma poi acquisti un vaso antico perché non puoi accettare che se lo comprino degli stranieri.
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E' difficilissimo. Scrivere un commento di questi 40 episodi mi porterà via quel poco di sanità mentale che la visione di questa serie mi aveva ancora lasciato.
Prima di iniziare però, ringrazio @veronica-nardi e @lisia81 per aver visto questa serie con me. Rega' ve lo dico con il cuore in mano: Lost Tomb va visto rigorosamente in compagnia. Mai da soli. Solo unendo più menti sarete capaci di dare un senso a tutto il bordello che vi viene messo davanti ed anche riderne assieme.
Perché sì, Lost Tomb è un drama unico nel suo genere: riesce ad essere difficilissimo da seguire (almeno 5 Lauree) ed allo stesso tempo è la cosa più rilassante di sempre. 😐
Siccome la serie mi ha rincoglionito tantissimo, farò un commento casuale. E pace se sarò caotica: d'altronde manco Lost Tomb è stato attento, figurati se lo sarò io!
Ovviamente sarà pieno di spoiler e richiami a Mystic Nine ed il primo Lost Tomb!
La prima cosa da dire è sul cambio degli attori. Per aumentare la confusione, ogni stagione di Lost Tomb cambia gli attori principali - ma anche gli altri - con il risultato che non fai in tempo ad affezionarti a qualcuno di loro che già lo devi salutare. Puoi ricordare un personaggio da una stagione all'altra, solo in base al nome e non alla faccia dell'attore...il che è una gioia considerando che certe volte cambiano pure i nomi dei personaggi con soprannomi, nomignoli o nomi formali. un disastro
Sarò sincera però: trovo che gli attori di Fatty, Poker Face e Wu Xie abbiano fatto il loro sporco lavoro molto bene. Wu Xie ha quella ingenuità, quella faccia da cucciolo da adottare che viene narrata anche nel romanzo mentre Poker Face pur non avendo gli statuari addominali di Yang Yang, compensa con un Poker Face laconico e misterioso ma capace anche di qualche sorriso. un miracolo
Ma chi davvero mi ha stupito è Fatty. Nella prima stagione lo avrei preso a vasate in testa e abbandonato nella prima bara disponibile. Qui invece è stato simpatico, divertente senza essere fastidioso e irritante.
Se c'è infatti qualcosa che Lost Tomb 2 ha fatto bene è stata la bromance tra i ragazzi del Triangolo di Ferro. Come proteggono Wu Xie , lo salvano, lo cercano quando sparisce... si vede che si prendono cura uno dell'altro ed è davvero una gioia vederli andare a caso per tombe solo loro tre che chiacchierano, bisticciano, scherzano... Se Lost Tomb riguardasse solo questi tre disgraziati che vagano per i sepolcri, me li vedrei in loop.
Fatty ,nel Triangolo sopracitato, in realtà regge il lume. Perché se ad un occhio disattento Lost Tomb può sembrare una serie incentrata su bare, cadaveri, mostri strani e artefatti da recuperare ma in verità è una struggente storia d'amore. ❤️
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Guarda sti due come se guardano. ❤️
Wu Xie e Poker Face ci regalano angst romantico a palate. Manco i BL riescono a buttarci in faccia tutta questa tensione sentimentale. Ogni volta che li vedi assieme, preghi che si imboschino dietro una colonna funeraria, per limonare come se non ci fosse un domani. La presenza di Poker Face riesce addirittura a distrarre Wu Xie dal suo amore per la storia e per la trama principale. ahinoi
Ma d'altronde, dopo la storia e Poker Face, l'altro grande amore del nostro lead sono i buchi. In tutti i sensi. Pure in quelli volgari.
Madonna ragazzi!! Appena Wu Xie vede un buco, uno spiraglio in mezzo alla terra, una fessura tra le fratte...lui ci si deve infilare dentro. Ha questa smodata passione per imbucarsi in questi pertugi in mezzo al nulla....😏
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Naturale quindi vederlo fare gli occhi a cuore ogni volta che Poker Face è nei paraggi. Buchi, tombe e Poker Face: un trittico imperdibile per il nostro Wu Xie.
Altri due personaggi degni di nota sono Xie Yu Chen e Hei Yan Jing. Il primo irriconoscibile rispetto al Lost Tomb 1 - anche perché è cambiato attore e quindi ci ho messo secoli a fare l'associazione tra i personaggi - qui molto più simpatico e alla mano rispetto alla stagione precedente. Ha anche più spazio, rivelandosi come un vero boss, intelligente e acuto ed unico uomo al mondo che sta bene vestito di rosa. Certo, va in montagna, a fare la scarpinate tra fango, melma e terra con le scarpette da ginnastica bianco latte ma d'altronde è così carino che gli si perdona tutto.
Hei Yan Jing invece è stato meno presente nella storia ma quel poco che si è fatto vedere, è stato simpatico. Le sue schermaglie con Fatty sono esilaranti e vedere qualcuno capace di combattere alla pari di Poker Face mi ha tranquillizzato molto.
Rimane da capire come facciano TUTTI i personaggi a conoscerlo ma questa è una domanda che mi sono fatta così tante volte lungo tutta la storia di Lost Tomb che ormai ha perso di qualsiasi significato. 😐
Chi invece si prende lo scettro di personaggio più insopportabile dopo Fatty nella prima stagione, è Ning.
Santo Cielo, l'avrei buttata in un burrone un episodio sì e l'altro pure.
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Il suo crimine? Essere una figurina. Se al posto di Ning ci mettevamo un cartonato con le sue sembianze avremmo avuto lo stesso risultato. Non ha carattere, carisma, personalità. Sta in questa serie per farsi dare ordini da "suo padre" e seguirlo come un cagnolino. Sembra provare qualcosa per Wu Xie ( mado' ho i brividi a pensarci) ma non si fa problemi a metterlo nei casini, nascondergli le cose, usarlo...
La cosa ancor più grave è il tentativo da parte degli autori di suggerire una love story tra lei e Wu Xie. Una cosa così forzata e poraccia che Fatty è costretto a dirlo proprio ad alta voce perché altrimenti non ti verrebbe MAI in mente che sti due possano essere una coppia.
E vogliamo parlare del suo plot armor?! cade da dirupi senza farsi un graffio, volteggia nel cielo aggrappata ad una liana sparando come fosse Lara Croft. Riesce a percorrere le stesse strade dei nostri eroi senza farsi quasi mai un graffio. Più la serie me la osanna come badass girl e più mi sta sul cazzo. Solo Poker Face può osare tanto ed essere credibile.
Ora che abbiamo sviscerato i personaggi della storia andiamo alla trama. Alla narrazione e a come esse viene messa in atto. 😶‍🌫️
Io, per carità, me lo aspettavo. Su Mystic Nine e Lost Tomb 1 tutto si può dire tranne che non siano coerenti con se stesse. Non con la trama - quella la puoi sfragnare in mille modi - ma rimanendo costante nelle sue brutture:
buchi di logica, montaggio strano, motivazioni incomprensibili, contraddizioni, dialoghi surreali, bipolarismo, esposizione inutile...
E' perciò confortante sapere che anche Lost Tomb 2 si mantiene fedele a questo mood. Senza andare troppo nello specifico la serie si perde in mille cazzate inutili e perdi tempo, riuscendo a toccare la vera trama principale, il fulcro della storia, solo nell'ultimo episodio. E contando che sono 40 in tutto, ti chiedi cosa hai visto fino a mo' e perché tu l'abbia visto.
Mi domanderò per sempre, ad esempio, perché abbiamo perso 3 minuti di puntata a discutere se il drago che abbiamo visto dentro una tomba fosse un drago candela o no, sviscerandone le caratteristiche, colore e occhi, mentre non abbiamo dedicato nemmeno 2 minuti a dire a Poker Face di aver trovato, dentro una tomba, un cadavere esattamente uguale a lui.
Abbiamo perso 20 minuti di puntata a vedere i nostri scalare la montagna sommersi nella neve fino alle ginocchia ma nemmeno 3 minuti a studiare il pesce rame che TUTTI sembrano così disperatamente volere.
A Lost Tomb piace divagare, fare mille giri inutili, darci informazioni che per carità sono anche carine da sapere ma che nulla c'entrano con la trama principale. Alla fine della puntata sei rincoglionita dalla mole di informazioni che hai ricevuto e non sai quali di queste tenere perché oh, possono sempre servire, e quali invece buttare perché fanno solo contorno.
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Se poi ci aggiungiamo che certe volte le informazioni si contraddicono tra loro, il dramma raggiunge livelli da TSO. 😵‍💫
Prendi lo zio di Xie Yu Chen che andò a fare un esplorazione anni prima con lo zio di Wu Xie e non tornò mai. Prima ci dicono che hanno trovato il suo cadavere nella barriere corallina - anche se quelli sono scogli rega' ! - e che lo hanno seppellito. Qualche puntata dopo, Xie Yun discute con altri che vuole cercare lo zio perché non hanno mai trovato il corpo. Ma quindi, sto cadavere c'era? Lo hanno seppellito?!
Poi va beh, sul discorso dello zio e di cosa è successo dentro la tomba sottomarina ci sono ben 2 versioni differenti della vicenda che si contraddicono palesemente e quindi all'inizio cerchi di capire ma poi per mantenere la sanità mentale, cali il velo dell'ignoranza e fingi di non aver mai sentito nulla e che nulla sia mai accaduto.
Questa è la bellezza di Lost Tomb. Amo questa serie. <;3
La narrazione è così brutalizzata che i personaggi fanno cose e vanno in determinati posti senza che tu abbia esattamente capito il perché. Li vedi partire e girovagare per ste tombe, rischiando vari arti e dopo un po' ti domandi :-" ma noi, qui, che ci siamo venuti a fare? che cercavamo? e perché non lo stiamo cercando ma sembriamo un gruppo di turisti al museo?
In questa seconda stagione visitiamo ben 3 tombe. Una sottomarina, una con un albero di bronzo ed una con l'esercito del Muti. E vi giuro, ricordare il motivo per cui le siamo andate a visitare mi richiede uno sforzo sovraumano. Oddio, in realtà la motivazione mi viene anche in mente - Ning e le sue manipolazioni - ma il perché sentiamo il bisogno di andare a fare una capatina alla tomba dell'albero di bronzo per via di una campanella che appare spesso in queste tombe ma che non ci fermiamo mai a studiare, mi sfugge.
Andiamo alla tomba sottomarina perché ci hanno detto che lo zio di Wu Xie è sparito mentre era lì ma non lo cerchiamo mai attivamente. Giriamo a vuoto per le stanze, ci facciamo terrorizzare dai fantasmi, ammiriamo vasi di terracotta, commentiamo estasiati l'abilità dello zio di Xie Yu di scavare gallerie di 2 metri per 3 in mezza giornata, pontifichiamo per ore sul modellino di Bruno Vespa nella sala principale, leghiamo mummie di scimmie con conveniente esplosivo al loro interno alle colonne, che però tornano magicamente in vita, ( che la mummia si sia rifiutata di farsi esplodere un po' la capisco) , sfidiamo la fisica pensando di far saltare in aria una cupola sott'acqua senza che il peso dell'acqua ci affoghi...ma sto zio non lo abbiamo manco chiamato.
Anche perché poi ce ne andiamo - dopo aver annegato tutto peggio del Titanic - e quindi ipoteticamente affoghiamo pure lo zio. 👏👏👏
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In queste tombe poi ci trovi di tutto. Da animali modificati a animali che si incastrano tipo Lego: scimmie con in faccia dei parassiti giganti, fanciulle fantasma, eserciti di gente verde fluorescente che non muore, comodi uffici, modellini di Bruno Vespa, bare a fischio, Thanos, stanze padronali, bozzoli di cadaveri che dovrebbero far esaudire i desideri... pensa a qualcosa e Lost Tomb te lo darà. In questa stagione abbiamo anche tirato in ballo lo spazio/tempo, le linee parallele... mancano solo gli alieni. e i due leocorni.
Io qui lo dico e qui non lo nego: se nelle prossime stagioni, in una di queste tombe scopriremo le mummie di Godzilla e King Kong morte mentre prendevano un caffè assieme, io non mi stupirei.
Perché questo è il bello di Lost Tomb: non puoi prevedere mai cosa accadrà. Mai. E' impossibile. E non perché sia fatto così bene da nascondere allo spettatore i suoi colpi di scena ma perché è fatto in un modo così fuori da ogni logica che tutto può davvero succedere.
I personaggi sanno cose Dio solo sa come. E' tutto un "si dice", "si narra", " ho sentito dire" che onestamente è la cosa più paracula e poraccia che io abbia mai visto per esporre delle informazioni. La gente non sa cose perché le ha studiate prima o perché le ha cercate ma te le dice come se avessero la scienza infusa. Conoscono la funzione di oggetti antichi, dove si trovino e come fare ad arrivarci ed ad una certa smetti pure di domandarti come la gente le sappia queste cose.
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Seguire la storia di Lost Tomb quindi è un lavoro da RIS. Mettere assieme le briciole di trama principale, scartare la caterva di informazioni inutili, decidere quale ipotesi seguire anche se si contraddice con altre, cercare di indovinare le motivazioni dei personaggi che spesso hanno comportamenti incomprensibili e bipolari...non è un lavoro facile.
Tutto questo è reso ancor più difficile dal fatto che siccome mi sono andata a leggere la storia originale facendomi grossi spoiler, ho sofferto come una bestia nel rendermi conto che la trama orizzontale - quella che copre tutto l'arco di Lost Tomb - viene tirata in ballo, praticamente a 10 minuti dalla fine della stagione. Certo, ci sono delle piccole cose lungo la stagione, ma sono cose che si perdono nel marasma di informazioni.
E' memorabile poi, se ci pensi, come Wu Xie sia andato in giro per tombe per tutto sto tempo anziché studiare il pesce rame che aveva in casa, come invece ha sapientemente fatto il Monaco che sta con Chen Pi. Forse se al posto di distruggere tutti i sepolcri della Cina si fosse preso mezza giornata a guardalo attentamente sto pesce, non avremmo dovuto aspettare 40 episodi e passa per svelare il perché tutti lo vogliono così spassionatamente. 😶
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Ma se c'è una cosa che racchiude ciò che penso di Lost Tomb 2 è la sua musica. Bellissima. Come bellissima è tutta la saga di Lost Tomb.
Peccato che in alcune scene la musica non ci azzecchi un cazzo. Perché quando i nostri scalano la montagna in mezzo alla neve parte sta musica epica con il canto gregoriano delle fate? Perché quando Ning, nella tomba sottomarina, entra nella stanza rossa con l'albero di campanelle si sente una musichetta spagnoleggiante che manco Ibiza ad agosto? Che ci azzecca?!
Questa domanda potrei applicarla a molte scene di Lost Tomb 2:
E' curiosa la vicenda del drago candela o anche tutta la vicenda dell'amico di Wu Xie che si rivela essere già morto prima ancora di averlo incontrato - a spasso con i cadaveri - ma ai fini della trama orizzontale, tutto questo che ci azzecca?
Esattamente come la sua musica, Lost Tomb inserisce nella sua storia cose potenzialmente interessanti ma che "stridono" con l'economia generale della serie perché senti che sono un po' inutili.
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Chiariamoci, tutto ciò è il grande motivo del perché io adori la saga di Lost Tomb. D'altronde, se mi sto vedendo tutte queste stagioni non è certo per spirito masochista. E' perché mi piace. Mi attirano queste tombe grandi come centri commerciali e sempre strapiene di gente come le spiagge ad agosto. Amo come siano piene di cose strane e assurde, come una volta che ci sei entrato dentro, tutto può realmente succedere. Stimola la mia voglia d'avventura e la mia fantasia.
Adoro la poraccittudine e gli errori da quattro soldi da parte degli sceneggiatori, la loro adorabile disattenzione verso una coerenza narrativa o logica. Rimango morbosamente affascinata dalla ragnatela di spiegazioni contraddittorie che costringono il mio cervello a ragionare a 4 corsie nel tentativo di stare dietro a quello che stanno spiegando i personaggi.
Solo per citare un messaggio che @lisia81 mi ha inviato verso il finale della serie, dove si discuteva sul pesce rame e su come fosse finito in mano a certi personaggi: Rubato da Chen Pi, dato allo zio di Wu Xie che lo vende al padre di Ning e che viene successivamente preso da Xie. che al mercato mio padre comprò.
Adorabile. ❤️🤣
Concludendo: una seconda stagione più bella delle precedenti, grazie ad uno splendido lavoro di bromance e di love story bl tra Wu Xie e Poker Face. Carini anche gli altri personaggi che danno quel tocco di interesse in più alla storia. Come sempre si pecca dal punto di vista narrativo e di messa in atto della storia...ma ragazzi, questo è il bello di Lost Tomb! E' la sua particolarità, la sua firma, il suo autografo. Solo i veri amanti del caos, dell'occulto e dell'inspiegabile, possono apprezzare tale capolavoro. ❤️❤️
Voto: 7
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Alcuni appunti sparsi:
Tutta la vicenda del nostro Poker Face mezzo addormentato nella bara. Giuro, io ci ho provato ha capire questa cosa dell'immortalità. Sia io che @lisia81 ci siamo messe d'impegno nel tentativo di comprendere a cosa si stessero riferendo i personaggi ma ancora oggi tutta questa vicenda rimane per me un glorioso buco nero.
Lo Zio di Wu Xie che probabilmente non è suo zio. La serie gioca con lo spettatore facendoti pensare che sto tizio non sia davvero il parente del nostro lead. Per fare ciò, fa comportare il personaggio nel modo più bipolare possibile aumentando la confusione a livelli da galera.
Domanda: ma Chen Pi A Si è il Chen Pi di Mystic Nine? No perché se è lui sarei curiosa di sapere come si è salvato dal finale della stagione sopracitata. L'ultima volta che lo abbiamo visto nel finale, lo avrei dato per morto 10 a 1.
Tutta la vicenda del gruppo d'esplorazione sottomarina di tanto tempo fa, ha una rilevanza con la trama principale? Perché questa stagione sembra parlare di questo, ma all'atto pratico, nessuno sembra dedicarci abbastanza studio sopra. L'unica che ha scoperto realmente qualcosa è la nipote della Nonna Hua mentre Poker Face e lo zio raccontano l'evento della sparizione del gruppo in modo contradditorio per poi lasciarlo cadere e non pensarci più.
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diceriadelluntore · 9 months
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Storia di Musica #287 - Tool, Lateralus, 2001
Ho scelto di dedicare la serie di album di Agosto ad un pensiero che nella musica popolare (nel senso più puro del termine) spesso non è il primo sentimento che passa per la testa dell’ascoltatore. Sto parlando di album “impegnativi”, che capisco benissimo che come concetto è qualcosa di aleatorio, ma che nella mia idea di scelte questa volta vogliono rappresentare un certo stato dell’arte dal punto di vista tecnico musicale, e spero che da queste scelte ne possa scaturire un bel dibattito al riguardo. Il primo di oggi ci porta negli Stati Uniti ad inizio anni ’80. Maynard James Keenan nato a Ravenna (quella in Ohio) e che era compagno di corso all’Università di Grand Rapids con il padre di una mia pen friend americana, è un tipo dai mille interessi, fa due anni a West Point, la prestigiosa accademia militare americana. Li con il termine tool si intende un cadetto che segue senza nessuna esitazione qualsiasi tipo di ordine dai superiori, che spesso li usavano anche per episodi di nonnismo. Scelse Tool come nome della band che fondò nel 1990 per il principio che avrebbe fatto sempre e solo quello che gli piaceva. Inizia così il percorso di una delle più incredibili realtà musicali degli ultimi anni, capaci di rinnovare e sperimentare almeno tre generi: l’heavy metal, il progressive e la musica sperimentale. Insieme al chitarrista Adam Jones (che è anche un grande esperto di effetti visuali e scenici, e ha lavorato in pellicole come Jurassic Park), dal bassista Paul D'Amour (prima) e in seguito dal britannico Justin Chancellor (dal 1995) e dal batterista Danny Carey (quest’ultimo uno dei più incredibili e bravi batteristi di tutti i tempi) pubblica Undertow nel 1993, che pur rimanendo in un solco heavy metal elettrico ha già degli spunti interessanti, si prendano come riferimento le adesso iconiche Prison Sex e la lunghissima Disgustipated. Nel 1996 l’album della consacrazione. Ænima è infatti un disco tutto giocato sul concetto della catarsi junghiana (ascoltate la lunga Third Eye o andatevi a rileggervi la storia che riguarda questo disco) ma che ha ancora momenti di puro e durissimo hard rock (la seminale Stinkfist) e rock progressive del ventunesimo secolo (H., Forty Six & 2). Per problemi con la casa discografica passeranno oltre 5 anni per il lavoro successivo. Keenan tra l’altro non si perde d’animo ed inizia il suo progetto parallelo degli A Perfect Circle, dove cura più la sua anima heavy metal, ottenendo tra l’altro grande successo. Nel 2001, dopo aver per mesi parlato di un album intitolato Systema Encéphale, il 15 maggio esce Lateralus. Il titolo è un riferimento sia al muscolo vasto laterale (Vastus Lateralis che ci permette di piegare le gambe) sia al pensiero laterale, definizione dello psicologo Edward De Bono, che individua soluzioni non di logica sequenziale, risolvendo il problema non partendo dalle considerazioni che sembrano più ovvie, ma cercando punti di vista alternativi per trovare la soluzione. Le fotografie interne fanno capire ancora più a fondo il percorso musicale di questo album: un viaggio nella mente umana, nelle sue passioni, nelle più profonde fratture, in cerca di risposte, anche di tipo politico, religioso, spirituale con il chiaro intento di arrivare alla perfezione, quindi ad un incontro con la divinità. Musicalmente è come proiettare i Van Der Graaf Generator o i King Crimson, scontratisi con il grunge e la musica industriale, negli anni 2000. Ne esce fuori un capolavoro assoluto, dalle infinite sfaccettature musicali.
The Grudge parla del mito di Saturno che divora i suoi figli, ed è una scalata strumentale incredibile, spezzata da un urlo di Keenan che supera i 20 secondi, citando anche La Lettera Scarlatta, romanzo del 1850 di Nathalien Hawthorne. The Patient inizia lenta e sognante ma poi finisce in una contorsione ipnotica. Schism, uno dei capolavori del disco (e Grammy per la miglior canzone metal del 2002, sebbene sia una costrizione bella e buona definirla tale), cambia il ritmo per 47 volte, inizia con un tempo di 12/8, poi passa prima a 7/8 e poi a 5/8, e parlando di scismi religiosi, effettua musicalmente uno scisma metrico (che geni…). Ticks & Leeches è uno dei più incredibili brani di batteria, grazie anche alla maestria diabolica di Carey, un gigante dello strumento, e che è rabbiosa e allucinata nel canto di Keenan, che dedica la canzone a tutti coloro gli hanno succhiato il sangue dalle vene. Mantra è uno di quei giochi musicali per cui sono famosi: è la registrazione lavorata come si deve dei miagolii di uno dei suoi gatti siamesi (i primi ascolti ipotizzavano fosse una donna che in trance dicesse I Love You). Parabol\Parabola sono due brani che si fondono in uno, con una natura da cantata funebre tibetana, mistica e struggente ed una seconda di rock maestoso. La triade finale che è da considerarsi come una super suite in tre parti è formata dalle splendide Reflection, Triad e da Faaip de Oiad (che in lingua enochiana, la lingua degli angeli, significa Visione di Dio) che sono lunghe, ipnotiche e dimostrano la maestria assoluta di questi musicisti (i duelli ritmici basso batteria, la chitarra affilata come una lama di Jones, un fenomeno). Menzione speciale però ha Lateralus, una canzone che ha affascinato i fan sul significato ma soprattutto per la sua struttura: Keenan canta parole le cui sillabe seguono la successione di Fibonacci (1,1,3,5,8…), per una musica ed un testo che non seguono un andamento lineare, ma a spirale (la canzone finisce con i versi Spiral out, keep going…). La copertina, realizzata da Alex Grey, è composta da strati trasparenti con la figura di un busto umano, e man mano che si sfogliano le pagine si penetra al suo interno così da vedere in successione i muscoli, lo scheletro, gli organi ed infine, voltata la penultima pagina, si trova la chiave di accesso al mondo spirituale, nell'ultimo strato è nascosta nel cervello la parola "GOD". Quella che ho postato all'inizio è la prima ristampa europea del 2003, molto più bella della prima in assoluto, che per dovere di cronaca posto adesso:
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La copertina Digitale è ancora più bella, e da collezione è il picture disc olografico per l’edizione celebrativa del 2005. Dopo altri 5 anni ritorneranno con 10.000 days, che è molto meno fantasioso e mistico, ma che mantiene un ottimo livello generale. Ne passeranno addirittura 13, quando nel 2019 uscirà Fear Inoculum (da cui dovete andare ad ascoltare 7empest che racchiude un po’ l’essenza della musica Tool) la cui title track da 10 minuti e 21 secondi è citata nel Guinness dei primati per la canzone più lunga mai entrata nella classifica di Billboard. Tutta questa carne al fuoco tra musiche elaborate, testi dalle mille citazioni e dai mille simbolismi, le grafiche dark e potentissime dei dischi (tra l’altro, per riallacciarci alle storie di Luglio, le prime copie di Undertow furono censurate per le foto di donne nude che c’erano a corredo dell’album), sono facili da spiegare le tentazioni dei più maliziosi alle immancabili allusioni magiche ed occulte; resta il fatto che sono uno dei più grandi e riusciti tentativi di modernizzare la musica contemporanea degli ultimi 30 anni. E come sempre possono piacere o meno, ma resta la novità stilistica dei linguaggi e soprattutto della musica. Ascoltateli. Ne vale la pena.
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newsintheshell · 8 months
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🔴 THE APOTHECARY DIARIES: L'ANIME DEBUTTERÀ SU CRUNCHYROLL IL 21 OTTOBRE CON I PRIMI TRE EPISODI!
Confermato inoltre il format di due cour, questo vuol dire che la serie ci terrà compagnia per due stagioni consecutive.
Quello ad opera di TOHO ANIMATION STUDIO e OLM (Summer Time Rendering, Komi Can’t Communicate), è l'attesissimo adattamento del premiato racconto seinen fra commedia, giallo e romanzo storico firmato da Natsu Hyuga, che qua in Italia conosciamo come IL MONOLOGO DELLA SPEZIALE o I DIARI DELLA SPEZIALE.
L'anime è scritto e diretto da Norihiro Naganuma (The Ancient Magus' Bride - Stagione 1, Yowamushi Pedal Movie).
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Ciao cara,
scusa se ti disturbo. Ho letto tutti i tuoi post su James I e George Villiers e complimenti per la passione con cui ne parli (e, wow, che fortuna condividiamo la stessa lingua XD)
Vorrei chiederti una cosa che potrà sembrarti veramente stupida, alla luce del fatto che viviamo in un'epoca completamente diversa (anche perché non sapremo nemmeno come la serie adatterà una storia così complessa in appena otto episodi): pensi che George ricambiasse, almeno in parte, il Re?
A parte tutto, la faccenda con la Regina d'Austria è inquietante. Soprattutto perché Dumas, successivamente, ci ha ricamato su una cosa completamente opposta.
Ti ringrazio molto se avrai la pazienza di rispondermi (anche in privato). Non vedi l'ora anche tu di guardare la serie?
Gli Stuart sono una delle mie dinastie preferite, motivo per cui mi sono interessata moltissimo a loro.
George ricambiava? Non al 100% ma sicuramente fu molto preso dal re e le sue stesse lettere lo provano, quella che oggi va sotto il nome di "the master and his dog" lo prova, in qualche modo c'era un sentimento da parte sua. Le lettere che infatti Robbie Carr sono molto più asettiche e fredde di quelle di George, sia all'inizio che verso la fine della loro relazione, quando Robbie avrebbe avuto ogni interesse nel fingere amore per poter provare a riconquistare James e allontanare George
La faccenda con Anna d'Austria è di un cringe assurdo, lei poverina pensava che si sarebbero limitati a darsi i bacetti sulla guancia, lui era stato così viziato che non riuscì a gestire un "no" e le saltò letteralmente addosso, fu Pierre La Porte, maggiordomo della regina, accorso a seguito delle urla delle damigelle d'onore a doverlo staccare a forza da Anna
E' dal 2016, quando lessi il romanzo della Gregory in cui è un importante personaggio secondario, che aspetto una serie o un film su George Villiers e i due re della sua vita, James e Charles perché anche con Charles... è complicato ;)
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⚠️ NOVITÀ IN LIBRERIA ⚠️
Alberto Brandi
TERRA ANCESTRALE
La memoria del sangue - Volume 1
Prefazione di Francesco Perizzolo
In un futuro prossimo, l’umanità ha ritrovato nello Stato delle Nazioni – un governo unitario alla guida dei diversi popoli – le proprie radici e lo slancio per uscire dalla sua epoca più buia. L’uomo ha conquistato il Sistema Solare e prospera, finalmente libero dai vincoli della scarsità di risorse e della sovrappopolazione. La Terra è tornata ad essere un gioiello naturale, Marte è una fortezza inespugnabile e una moltitudine di insediamenti e stazioni spaziali si staglia da Venere fino ai confini più remoti di Sol.
Ma antichi odi e conflitti ideologici covano come braci. Mentre una scoperta epocale spinge l’uomo a interrogarsi sul suo destino, le conflittualità interne si sovrappongono all’azione implacabile di un variegato quanto determinato gruppo di dissidenti, disposti a tutto pur di rovesciare lo Stato e ritornare a una condizione di libertà individuale assoluta.
In un montare di intrighi, complotti e vicende personali, questa umanità rinnovata sarà costretta a fare i conti con se stessa e a realizzare che il baratro e la rovina sono costanti apparentemente ineluttabili, anche in un’epoca di progresso e splendore. Se nell’uomo agiscono forze trascendenti apparentemente contrapposte, quale sarà l’elemento in grado di far pendere l’ago della bilancia da un lato o dall’altro?
La memoria del sangue è un romanzo a episodi che apre la saga di Terra Ancestrale, un’epopea di fantascienza che affronta i temi antichissimi delle origini e del destino dell’umanità da una prospettiva che coniuga tecnologia, spirito, visioni e radici. Una fantascienza che è possibile definire mitica.
INFO & ORDINI:
www.passaggioalbosco.it
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weirdjanuary · 9 months
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🇮🇹 Ho iniziato questa serie quasi per caso. Ero su un profilo IG che parlava di un romanzo di prossima pubblicazione qui in Italia, “Vespertine” (ne ho parlato anche qui in un post) e tra i commenti un utente aveva citato questa serie. Incuriosita, l’ho recuperata. Che dire?! Non sapevo cosa mi stavo perdendo! Amo gli intrighi che vedono coinvolta la Chiesa (in particolar modo il Vaticano) e l’eterno scontro tra scienza e fede. Lo show per me è strutturato molto bene. Qualcuno sostiene che i primi episodi siano lenti e noiosi io invece li ho trovati “realistici”. Trovo verosimile che la protagonista non accetti subito la nuova situazione e si trasformi, di punto in bianco, in un’eroina nel giro di un episodio o due (come è successo e succede in altri show). Solitamente trovo irritanti o piatti i personaggi femminili ma questa volta non è stato così, anzi! Ho trovato curata e ben fatta (e interessante) anche la “mitologia” su cui si basa lo show. Insomma promossa a pieni voti! Edit: nonostante la cancellazione della serie da parte di Netflix, ho letto che, grazie a una campagna lanciata dai fan, la storia non si fermerà qui ma proseguirà con una trilogia di film!! --- 🇬🇧 I started this series quite by accident. I was on an IG profile that was talking about a novel to be published here in Italy, “Vespertine” (I also talked about it here in a post) and among the comments a user had mentioned this series. Intrigued, I retrieved it. What to say?! I didn’t know what I was missing! I love the intrigues involving the Church (especially the Vatican) and the eternal clash between science and faith. The show for me is structured very well. Someone argues that the first episodes are slow and boring, but I found them “realistic”. I find it likely that the protagonist doesn’t immediately accept the new situation and transforms, out of the blue, into a heroine within an episode or two (as has happened and happens in other shows). Usually I find female characters irritating or flat but this time it wasn’t like that, on the contrary! I also found the “mythology” on which the show is based accurate and well done (and interesting). In short, promoted with full marks! I can’t wait to watch the 2nd season too! Edit: despite the cancellation of the series by Netflix, I read that, thanks to a campaign launched by fans, the story will not stop here but will continue with a trilogy of movies!!
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abatelunare · 2 years
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Rimembranze televisive
Le cose ti tornano in mente quando pare a loro. E all’improvviso, così ti prendi un bello spaghetto. Sto leggendo il poderoso Ivanhoe di Walter Scott. Mi sono ricordato di una serie televisiva probabilmente più vecchia di me e che immagino essere tratta da questo romanzo. Perché s’intitolava proprio Ivanhoe. Era composta di 39 episodi. Io ne ho visti pochissimi frammenti. Era in bianco e nero, poi non sono mai andato matto per le storie di cavalieri e balle varie. Però mi è rimasta impressa, in quanto ha costituito (l’ho scoperto molto poi) l’esordio di un giovanissimo Roger Moore, che io avevo già apprezzato nei panni di Simon Templar (Il Santo) e di Brett Sinclair (Attenti a quei due). Era uno dei miei attori preferiti, ora che ci penso. Mi spiaceva sempre quando gli proponevano ruoli da antipatico o di secondo piano. Il suo è stato il James Bond che ho preferito. In assoluto.
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pleaseanotherbook · 1 year
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Ritratto del barone d’Handrax di Bernard Quiriny
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Un trattato su chi guarda ma non compra. «È un tipo umano bizzarro. Si pianta di fronte alla vetrina di un negozio in cui ogni cosa appare desiderabile, ma non acquista nulla. Sa benissimo che non entrerà mai in possesso dell'oggetto contemplato, ma ciò non gli impedisce di continuare a fissarlo, quasi volesse impregnarsi della sua aura; da queste contemplazioni trae un piacere derivato e tuttavia reale, che rimpiazza - e al contempo nutre - il piacere originario e tuttavia virtuale, ovvero quello dell'acquisto. Anch'io, spesso, me ne vado in giro per negozi come quei bambini che, davanti alle vetrine di giocattoli, s'incantano su una macchinina che non possono comprare. Eppure non si scoraggiano; tornano li ogni volta che possono; sanno che non l'avranno mai, ma ciò, lungi dal generare repulsione e frustrazione, rintuzza il loro attaccamento e la loro brama dell'oggetto. A me accade lo stesso. Ecco, credo che questo istinto possa insegnarci qualcosa sulla psicologia umana, sul nostro rapporto con le merci e sulla nostra capacità di sperare senza credere.»
"Ritratto del barone d'Handrax" è l'ultima fatica di Bernard Quiriny edito in Italia da L'orma Editore. Io non vedevo l'ora di leggerlo fin dal momento in cui ho scoperto per caso che era uscito in un giro fortuito in libreria e sono contentissima che sia stato all'altezza delle mie aspettative. Ormai leggo il nome dello scrittore e non mi faccio più nessun tipo di domanda, voglio leggere ogni suo scritto. E ancora una volta mi sono innamorata della sua scrittura.
Il barone Archibald d’Handrax è l’ultimo rampollo di una lunga dinastia nobiliare, vive nel maniero di famiglia in un paesino che porta il nome della sua casata, e incontrarlo significa entrare in un universo bislacco in cui si parlano lingue sconosciute, si collezionano case fatiscenti, si organizzano cene tra sosia e di tanto in tanto ci si trasferisce in collegio per riassaporare il gusto dell’infanzia. Un giorno il narratore Bernard, appassionato d’arte, giunge al castello per chiedere informazioni su un avo del barone, il misconosciuto pittore Henri Mouquin d’Handrax, e si ritrova risucchiato suo malgrado in un mondo spiazzante e fuori dal tempo che finirà per cambiargli la vita. Nel Ritratto del barone d’Handrax Quiriny si abbandona al piacere dell’invenzione e dello stile, e affastella dialoghi arguti, dissertazioni erudite e brevi bozzetti di un’assurda quotidianità per consegnarci un romanzo gioiosamente strampalato che mescola con la consueta maestria umorismo nero e ridanciana ironia.
Da quando per un caso fortuito ho scoperto Bernard Quiriny non ho mai smesso di leggere tutto quello che ha scritto. Immergermi nel suo mondo è una esigenza forte che mi ha conquistato completamente e mi lascia sempre senza parole, come quando scopri un tesoro e lo devi studiare a fondo per capire cosa recuperare e tenere vicino. Quiriny ha la capacità di costruire fondamenta solide per storie che lasciano sempre senza parole, che disegnano i confini di personaggi che emergono dalla pagina scritta con una chiarezza che lascia sorpresi e compiaciuti. Non fa eccezione neanche il Barone Archibald d'Handrax l'ultimo personaggio nato dalla fantasia della sua penna. Lo scrittore belga ricostruisce la vita di questo personaggio tramite le esperienze del narratore, non percepiamo mai interamente l'intimità delle sue emozioni, ma la sua personalità e i suoi guizzi emergono chiari e precisi dalle sue interazioni e dagli episodi raccontati. Il narratore, appassionato d'arte fa conoscenza per caso del Barone d'Handrax, sta infatti cercando informazioni su un suo antenato e si ritrova catapultato direttamente nella sua vita e nelle dinamiche della sua famiglia. Mentre le sue ricerche si approfondiscono, Bernard resta affascinato dalla figura del Barone e mentre le pagine scorrono il lettore ne conosce sempre più aspetti fino a rimanere avvinghiato alla sua personalità. Il Barone è una persona curiosa, effervescente, che cerca sempre nuovi modi per affermarsi in un mondo che lo incuriosisce ad ogni passo. Bernard racconta episodi quotidiani: le cene, gli intrattenimenti, le feste e noi scopriamo la casa del Barone, i suoi hobby, le sue necessità. Mentre il gioco diventa scoprire le persone appena decedute, in una stanza della casa appare la stanza delle mappe, mentre i pasti sono un affare speciale, pure il suo menage familiare non è così scontato. Archibald è un uomo che ha un'opinione su tutto, che non si lascia facilmente spaventare, un instancabile collezionista, un portento affascinante. Mentre organizza cene con sosia di personaggi famosi, invia biglietti divertenti in giro, e mentre gli anni passano, Bernard diventa parte integrante della sua famiglia per più di un motivo. Quiriny è straordinario nel delineare un personaggio con tutta una serie di particolarissimi dettagli che creano una visione di insieme non solo di un uomo, ma di una intera situazione. In un angolo sperduto di mondo d'Handrax è una di quelle personalità molto amate e molto apprezzate, che conosce, che esplora, che vaga, che costruisce. Non è solo adamantino nelle sue esternazioni, ma diventa l'ago di una bussola per distinguere e destreggiarsi nella vita, per Bernard è più di un amico, è un riferimento che determina il cammino che continuerà ad intraprendere attimo dopo attimo. Tutto diventa un pretesto per condividere le opinioni del barone, le sue idiosincrasie, la sua visione dell'esistenza, in un insieme di aneddoti che diventano le pennellate per dipingere il suo ritratto.
Il particolare da non dimenticare? Un armadio...
Il ritratto pieno di contrasti di un uomo che ha vissuto appieno tutte le sue peculiarità, in un insieme di episodi apparentemente scollegati ma che regalano il senso di tutta una vita, difficile e serena, dolorosa ed effervescente, piena di affetti e di sacrifici. Quiriny esplora il barone d'Handrax ma esplora tutta una pletora di emozioni umane distintive della sua produzione, guizzi creativi che si sommano in una storia che rimane nei ricordi, perché il barone diventa una figura cara indimenticabile.
Buona lettura guys!
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carmelagabriele · 2 years
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Classifica vincitori del Premio di Narrativa, Teatro e Poesia “Il buon riso fa buon sangue” 4^ Edizione
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Sez A) Narrativa o Teatro a tema comico
1)  “Quella rompipalle in carrozzina. Zibaldone di episodi tragicomici” romanzo edito di Elvira Trap (Genova – GE)
2) “Vacanze, che passione! e altri racconti” libro di racconti edito di Mario Trapletti (Roma – RM)
3) “Ti l’Ovvio (ovvie e meno ovvie considerazioni)” libro di racconti edito di Rossella Longo (Noicattaro – BA)
4) “Il Maracchioni vuole un testo” commedia brillante inedita di Maria Giulia Magrini (Roma – RM)
Menzione Speciale a:
“Una quarantena forzata” commedia brillante inedita di Marco Ciaramella  (Pontedera – PI)
Sez B) Poesia a tema comico
1) “ ‘O munno a’ verità” poesia in dialetto napoletano con traduzione in italiano di Francesco Lastaria (Solofra – AV)
2) “Famo du’ conti...” poesia in romanesco con traduzione in italiano di Fabio Tinalli (Olevano Romano – RM)
3) “Il Signore dei fornelli” poesia di Francesco Petrucci (Verona – VR)
4) “Pinocchio” poesia di Gianluca Repossi (Milano – MI)
Menzione Speciale a:
“ Effetti dopo un bicchiere di vino” poesia di Maurizio Laugelli (Girifalco – CZ)
“Un vampiro dal...dentista!” poesia di Alessandro Porri (Roma – RM)
Diploma d’onore a:
“Il rap del mal di testa” poesia di Mario Trapletti (Roma – RM)
 Sez C) Poesia a tema libero
1) “Scarpe rosse numero ventiquattro (memoria di un bambino morto a Buchenwald)” poesia di Stefano Baldinu (San Pietro in Casale – Bo)
2) “Solitudine ribelle” raccolta poetica inedita di Roberta Matassa (Bari – BA)
3) “ ‘E criature” poesia in dialetto napoletano con traduzione in italiano di Michele La Montagna (Acerra – NA)
4) “Fu l’incertezza” poesia di Daniele Ambrosini (Cecina – LI)
Premio per Alti Meriti Culturali  a:
“Luna” poesia di Laura Marcucci (Roma – RM)
Menzione speciale a:
“Martina” poesia in dialetto calabrese con traduzione in italiano di Saverio Macrì (Bovalino – RC)
“Andromeda” poesia di  Rosa Almanno (Orta di Atella – CE)
Premio assegnato per Merito dal Presidente di Giuria ad Autore Emergente a:
Barbara Wioletta Baka, poetessa, per la sua raccolta di liriche inedite in fase di lavorazione (Carapelle – FG).
 Premi Speciali
1) Premio Assoluto alla Carriera al dott. Andrea Santaniello (Mercogliano – AV), autore delle poesie a tema libero “Amor di madre” e “Rosse d’amore”
2) Premio Speciale della Critica all’autore Angelo Dario Garziano (Mazzarino – CL) per il racconto a tema comico “Generale d’Armata Tarzan”
3) Premio Speciale per Alti Meriti Culturali Fuori Concorso a Carmelina Petullà (Lamezia Terme – CZ) per il suo eccellente operato culturale ed in particolare per la poesia “Il miracolo della Vita”
Sez D) Narrativa o Teatro a tema libero
1)“Soliloquio della mia morte” monologo inedito di Roberto Collari (Lanusei – NU)
2)“Diversamente uguali” testo teatrale inedito di Rodolfo Andrei (Roma – RM)
3) “Quinta elementare - Sezione B” racconto inedito di Maria Rosaria Esposito (Genova – GE)
4) “Mala Jin. Tulipani nel cemento” romanzo edito di Anna D’Auria (Gragnano – NA)
Diploma d’onore a:
“Nessun gineceo si addice a quelle quattro. Canto muliebre per quattro voci ed un poeta (La metà del mondo può salvare ancora l’altra?)” commedia brillante di Giuseppe Raineri (Bergamo - BG)
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carmy77 · 2 years
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Classifica vincitori del Premio di Narrativa, Teatro e Poesia
“Il buon riso fa buon sangue” 4^ Edizione
 Sez A) Narrativa o Teatro a tema comico
 1)  “Quella rompipalle in carrozzina. Zibaldone di episodi tragicomici” romanzo edito di Elvira Trap (Genova – GE)
2) “Vacanze, che passione! e altri racconti” libro di racconti edito di Mario Trapletti (Roma – RM)
3) “Ti l’Ovvio (ovvie e meno ovvie considerazioni)” libro di racconti edito di Rossella Longo (Noicattaro – BA)
4) “Il Maracchioni vuole un testo” commedia brillante inedita di Maria Giulia Magrini (Roma – RM)
Menzione Speciale a:
“Una quarantena forzata” commedia brillante inedita di Marco Ciaramella (Pontedera – PI)
 Sez B) Poesia a tema comico
 1) “ ‘O munno a’ verità” poesia in dialetto napoletano con traduzione in italiano di Francesco Lastaria (Solofra – AV)
2) “Famo du’ conti...” poesia in romanesco con traduzione in italiano di Fabio Tinalli (Olevano Romano – RM)
3) “Il Signore dei fornelli” poesia di Francesco Petrucci (Verona – VR)
4) “Pinocchio” poesia di Gianluca Repossi (Milano – MI)
Menzione Speciale a:
“ Effetti dopo un bicchiere di vino” poesia di Maurizio Laugelli (Girifalco – CZ)
“Un vampiro dal...dentista!” poesia di Alessandro Porri (Roma – RM)
Diploma d’onore a:
“Il rap del mal di testa” poesia di Mario Trapletti (Roma – RM)
  Sez C) Poesia a tema libero
 1) “Scarpe rosse numero ventiquattro (memoria di un bambino morto a Buchenwald)” poesia di Stefano Baldinu (San Pietro in Casale – Bo)
2) “Solitudine ribelle” raccolta poetica inedita di Roberta Matassa (Bari – BA)
3) “ ‘E criature” poesia in dialetto napoletano con traduzione in italiano di Michele La Montagna (Acerra – NA)
4) “Fu l’incertezza” poesia di Daniele Ambrosini (Cecina – LI)
Premio per Alti Meriti Culturali  a:
“Luna” poesia di Laura Marcucci (Roma – RM)
Menzione speciale a:
“Martina” poesia in dialetto calabrese con traduzione in italiano di Saverio Macrì (Bovalino – RC)
“Andromeda” poesia di Rosa Almanno (Orta di Atella – CE)
Premio assegnato per Merito dal Presidente di Giuria ad Autore Emergente a:
Barbara Wioletta Baka, poetessa, per la sua raccolta di liriche inedite in fase di lavorazione (Carapelle – FG).
  Premi Speciali
 1) Premio Assoluto alla Carriera al dott. Andrea Santaniello (Mercogliano – AV), autore delle poesie a tema libero “Amor di madre” e “Rosse d’amore”
2) Premio Speciale della Critica all’autore Angelo Dario Garziano (Mazzarino – CL) per il racconto a tema comico “Generale d’Armata Tarzan”
3) Premio Speciale per Alti Meriti Culturali Fuori Concorso a Carmelina Petullà (Lamezia Terme – CZ) per il suo eccellente operato culturale ed in particolare per la poesia “Il miracolo della Vita”
 Sez D) Narrativa o Teatro a tema libero
 1)“Soliloquio della mia morte” monologo inedito di Roberto Collari (Lanusei – NU)
2)“Diversamente uguali” testo teatrale inedito di Rodolfo Andrei (Roma – RM)
3) “Quinta elementare - Sezione B” racconto inedito di Maria Rosaria Esposito (Genova – GE)
4) “Mala Jin. Tulipani nel cemento” romanzo edito di Anna D’Auria (Gragnano – NA)
Diploma d’onore a:
“Nessun gineceo si addice a quelle quattro. Canto muliebre per quattro voci ed un poeta (La metà del mondo può salvare ancora l’altra?)” commedia brillante di Giuseppe Raineri (Bergamo - BG)
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reading-marika · 1 month
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American Psycho - Bret Easton Ellis
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"American Psycho" è un romanzo di Bret Easton Ellis scritto nel 1991. L'edizione da me letta è quella del 2014, pubblicata da Einaudi Editore. Il romanzo rientra in parte nel genere thriller ed in parte nella narrativa contemporanea. Infatti, la componente spazio-temporale è molto forte, tanto da prevalere sulla trama.
Il libro è ambientato negli anni '80 negli Stati Uniti, più precisamente a New York e si concentra su una particolare categoria di persone, un particolare status sociale, quello della alta borghesia e ne fa un affresco partendo da una trama prettamente thriller. La trama, appunto, si incentra su Patrick Bateman, un uomo di 27 anni definito come il ragazzo della porta accanto che lavora a Wall Street e, nel tempo libero, si diletta ad uccidere. Quindi, il romanzo in breve racconta le vicende di un serial killer, ma non è questo l'obiettivo del romanzo.
"Senti, dovremmo tutti poter fare esattamente ciò che vogliamo. Io voglio che tu faccia quel che vuoi."
Si provi ad analizzare attentamente il personaggio di Patrick Bateman: è un uomo che si confonde con i suoi colleghi, perché la classe sociale rappresentata è estremamente superficiale e non ha interesse nell'approfondire veri e propri rapporti. Questo comporta una sorta di generalizzazione di Patrick Bateman, perché egli può essere chiunque. Ovviamente, queste non sono le uniche informazioni che si guadagnano sul tale personaggio durante la lettura, infatti l'autore riesce a dipingere un quadro estremamente dettagliato di Bateman attraverso episodi sconnessi tra loro, ma che crescono di tensione con lo scorrere del tempo. Questi episodi non sono univoci, bensì si possono distinguere episodi sociali, ovvero tutti quei momenti in cui Patrick Bateman è inserito in un contesto sociale con i propri colleghi, che permettono di osservare l'interazione del protagonista con altre persone; episodi "psicopatici", molto esplicativi, in cui il protagonista commette atti violenti e omicidi; episodi generici, che descrivono la vita di tutti i giorni di Bateman, con i quali l'autore di approfondire diversi aspetti della società che sta trattando. Un esempio di questi ultimi sono tutti quei capitoli in cui Ellis si intromette nella narrazione per poter parlare di musica, di moda. Queste tre tipologie di episodi danno al lettore tutti gli strumenti per conoscere Patrick Bateman: un uomo narcisista, violento, metodico, nonché razzista, maschilista e omofobo, caratteristiche che lo accomunano ai suoi colleghi. Infatti, l'obiettivo dell'autore va oltre la narrazione degli atti di uno psicopatico, ma è quello di evidenziare e analizzare una precisa classe sociale, caratteristica che accomuna anche altre opere di Bret Easton Ellis. Si osserva, in questo romanzo, come già detto, come Patrick Bateman si mimetizza tra i suoi colleghi, per cui vale anche il viceversa: sono tutti uguali, si vestono nella stessa maniera, frequentano gli stessi luoghi e le stesse persone, nessuna persona tra loro spicca, si distingue, Bateman si distingue solo perché l'autore ha deciso di raccontare la sua storia. Questa somiglianza è presente soprattutto nelle ideologie di questi uomini: essi sono razzisti, maschilisti, omofobi. Ciò viene descritto direttamente tramite l'utilizzo di episodi diversi, con l'interazione con altre persone, l'interazione tra loro, come parlano delle donne, come le trattano, cosa dicono. L'intento di Ellis è, quindi, mettere in evidenza i lati negativi di una società che pensa di meritarsi tutto dal mondo, che pretende tutto e Patrick Bateman è solo un modo per farlo.
"Questa era la geografia intorno alla quale ruotava la mia vita: non mi era mai venuto in mente, mai, che la gente fosse buona o che un uomo potesse cambiare o che il mondo sarebbe potuto essere un posto migliore grazie a un sentimento o a uno sguardo o a un gesto, o al fatto di accettare l'amore o la gentilezza di un'altra persona."
10/10
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dilebe06 · 1 year
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Ultimo giro...ultima corsa dell'anno: Nirvana In Fire, D-day e Unexpected Heroes
Ci tenevo, prima di salutare quest'anno, a scrivere almeno due righe sugli ultimi drama visti.
Anche perché tutto sommato non è andata affatto male.
Nirvana in Fire
“Right and wrong can only be justified in one’s heart. You think I am wrong, but since when did I think that you were right? Xia Jiang, you may not believe in the ties of friendship, but you best not look down on times of friendship. Else, you will fail because of it.”–Marquise Yan
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Partiamo con il pezzo da novanta. Questo drama era in lista dall'alba dei tempi e che avevo sempre pochissima voglia di vedere, data la mole di episodi: 54.
Troppi per me.
Fortunatamente @veronica-nardi è venuta in mio soccorso ed insieme abbiamo affrontato questo viaggio che a me devi dire è piaciuto assai.
Non starò a scrivere la trama qui. Vi basti sapere che Nirvana tratta il tema della vendetta o meglio di un percorso arduo ed a tratti impossibile che porta ad ottenere giustizia. È un viaggio lungo e complesso, intricato e super interessante che porta in scena tantissimi personaggi e piani strategici.
Nirvana in Fire è una serie complessa soprattutto inizialmente ma una volta che prende il via cattura. Soprattutto gli amanti dei piani e complotti...coloro che adorano vedere gente chiusa in una stanza che chiacchiera e pianifica nell'ombra.
Lin Shu o Mu Cheng - dipende a chi lo chiedi - offre allo spettatore un viaggio attraverso complotti e piani strategici ( è il Petyr Bealish asiatico ) alla corte dell'Imperatore con lo scopo di far salire al trono il 6° figlio dell'uomo e riaprire un caso di tradimento di 12 anni fa portando alla luce la verità di ciò che è davvero successo.
Mentre osserviamo il percorso del nostro protagonista è inevitabile rimanere folgorati dalla sua intelligenza e capacità di pianificazione. E' talmente davanti a tutti gli altri partecipanti alla corsa per il trono che i cosiddetti villain fanno solo la figura degli idioti incapaci.
Nonostante io abbia ammirato Lin Shu, devo dire che ho dato il mio cuore al Principe Jung. Tralasciando il fatto che pensavo che la storia tra lui e Lin Shu fosse un mezzo BL visto il grande affetto e ricordo tra i due... Il Sesto Principe mi ha fatto una tenerezza assurda, in tutti i momenti in cui pensava o soffriva la mancanza di Lin Shu, rifiutandosi di darlo per morto e sperando sempre nella sua salvezza e in un suo ritorno a casa. La perla portata a casa come ultimo regalo per il migliore amico è una storia bromance stupenda.
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Altri personaggi che mi sono piaciuti sono stati il Marchese di Yan e suo figlio mentre avrei avuto piacere in un pò più di spazio per Xiao Jinrui. Partito quasi all'inizio della serie e tornato praticamente gli ultimi 3 episodi. Peccato, perché secondo me poteva portare un ottimo status di conflitto e tensione nella storia.
Ovviamente menzione d'onore per Il comandante Meng che rispecchiava perfettamente tutti noi quando Lin Shu spiegava i suoi piani cervellotici e c'era della difficoltà nel capirli. Le sue espressioni erano oro colato. XD
Dal lato villain invece vorrei spezzare una lancia verso il Principe Yu. A me è piaciuto tantissimo: intelligente e ambizioso con quel pizzico di tragedia che male mai non fa. Ho adorato la sua determinazione per 10 anni nella lotta per il trono con il Principe Ereditario prima e con il principe Jing poi... non ha mai mollato. E le scene con suo padre nel finale della sua storia sono i suoi momenti più belli.
Ho letto che nel romanzo - che spero prima o poi di leggere ma in italiano sarà difficile - la storia di sua madre diverge dalla serie. Ed onestamente forse lo avrei preferito: quella parte è così casuale e poco studiata che cozza che la perfezione e cura del dettaglio che contraddistingue tutta la serie.
Ultima nota per quanto riguarda i personaggi la vorrei lasciare alla Consorte Jing - nel podio del personaggi più intelligenti della serie - e all'Imperatore. Vedere la scalata sua e di suo figlio tra i ranghi della corte è stato molto soddisfacente: bravissima nel nascondere le sue vere emozioni e intenzioni facendo la remissiva e accomodante mentre "manipolava" l'Imperatore mi ha dato enorme soddisfazione!
Mentre l'imperatore credo che sia stato uno dei personaggi più interessanti della serie. La sua ossessione per il trono, l'invidia per il primogenito, il suo voler controllare la status quo della corte aizzando i fratelli uno contro l'altro, favorendo uno o l'altro perché non si alleassero contro di lui, denota per me una caratterizzazione molto avvincente. Il suo scontro finale con Lin Shu chiude in modo perfetto il suo arco narrativo tirando fuori tutte quelle tensioni e rivelazioni che si annusavano già durante la serie.
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Un altro punto a favore devo darlo alla fotografia e alla regia. Semplicemente perfette, insieme alle OST azzeccatissime. Ci sono state delle inquadrature e dei lavori di montaggio strepitosi, a tratti poetici.
Ultima nota prima di andare alle parti che mi hanno lasciato un po' meh, riguarda la morte del protagonista. Io e veronica speravamo che Lin Shu ci lasciasse davvero le penne e che non trovassero una cura miracolosa per salvarlo come accade spesso nei drama. Fortunatamente non è stato così ed ho apprezzato la coerenza narrativa che ha donato quel tocco di dramma e tristezza che il finale di questa serie si meritava.
Andiamo alle questioni invece, che mi hanno lasciato più perplessa:
La protagonista e la storia d'amore.
Per carità, l'idea della protagonista guerriera e fedele innamorata non era male. Ma credo che sia rimasta troppo poco sullo schermo ed ho trovato la sua storyline legata unicamente al lead, un po' noiosa. Ritengo che Mu Sh avesse tutte le caratteristiche, come carattere e storia per avere più presenza e una storyline tutta sua. Magari anche legata al suo ruolo come guerriera.
Ed anche la storia d'amore per quanto bella, non l'ho minimamente percepita. Sarà il poco minutaggio appunto. O forse il fatto che raramente i due personaggi pensavano uno all'altro. Non so'...magari delle scene dove Lin Shu sognava un futuro irrealizzabile con la sua amata? O magari Mu ricordava il primo incontro tra loro? Non basta dirmi che erano e sono innamorati. Devi farmelo anche vedere il loro amore.
2) Introspezione
Sarò cagazzi io, ma amo quando le serie si prendono la briga di fermarsi un attimo e analizzare la psicologia e l'animo dei personaggi. Per me Nirvana in Fire - anche a causa della storia così complicata - non ha lasciato abbastanza spazio a questo, preferendo concentrarsi sullo svolgersi della storia. Che non è male! Ed è perfettamente in linea con il genere della storia. Ma non nego che avrei amato se la serie avesse rallentato un attimo lasciando pezzi di analisi e introspezione.
Tipo ampliando il risvolto della storia tra Jinrui e Lin Shu. O della scoperta della vera identità di Lin Shu da parte di Jingyi. O anche un minimo approfondimento degli eventi di 13 anni prima che hanno portato poi all'ammazzamento generale. Magari con il Marchese Yan che ricordava la sua amata...
3) Parenti ovunque
Capire le parentele ed i legami tra i personaggi meriterebbe una laurea a parte. Soprattutto inizialmente quando la storia entra nel suo svolgimento e ti vengono presentati via via i characters, ho fatto una fatica incredibile non solo a ricordarmi chi fosse quel personaggio. Ma anche a collegarlo con gli altri: solo verso il 10° episodio e guardando una mappa online ho capito che l'Imperatore aveva delle sorelle! Tutto molto intrigante - io ho adorato una così complessa dinamica familiare - ma non posso negare la fatica.
Concludendo: Nirvana in fire è una serie da vedere per chi ama il genere vendetta/giustizia portata alla luce in modo intelligente, quasi intellettuale. E' poetico, drammatico e richiede un cervello attivo 24H ma alla fine regala una storia stupenda e narrativamente coerente. Anche nel finale che di solito scagano tutti!
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Voto: 8.6
D- day
Terremoti e tragedie
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Drama che ho inserito e tolto più volte dalla mia lista perché le recensioni non mi convincevano ma che alla fine ha vinto la battaglia della visione perché non solo l'ho visto...ma l'ho anche apprezzato. Certo, non è un capolavoro quanto il drama sopracitato ma ha saputo tenermi incollata allo schermo per 20 episodi, narrandomi una storia carina e avvincente con qualche spunto di riflessione interessante.
Certo, un grande merito va al cast: Kim Young Kwang porta in scena un così adorabile Lee Hae Sung modello dottorino che è impossibile non amarlo. E anche Jung So Min è stata molto brava - forse mi è piaciuta più di lui - nel suo ruolo di specializzanda così tenera: sono già 2 drama che mi vedo con lei e che la apprezzo sempre di più come attrice!
La storia parla di un terremoto che porta morti e feriti nella città di Seoul. Non solo: con l'elettricità mancante, l'acqua risicata, strade inagibili e mancanza di medicinali diventa difficilissimo sopravvivere. Ma è difficilissimo anche per i dottori e pompieri aiutare e fare il loro lavoro. D- day si concentra sulle lotte dell'animo umano di fronte ai disastri: tra chi è disposto a sacrificarsi per gli altri e chi invece mette sé stesso ed i suoi principi davanti a tutti.
Adoro le serie apocalittiche o post apocalittiche: osservare la natura umana trovarsi di fronte a scelte difficili in condizioni fuori da ogni zona di comfort. E su questo frangente la serie non mi ha delusa. Certo la CGi poteva essere fatta un tantino meglio ma ho apprezzato quello che ho visto: la sensazione di pericolo era palpabile e tanto mi basta.
Come è stato encomiabile il lavoro svolto per la parte etica/morale di dottori e pompieri ma anche di persone comuni. Per quanto si possa parteggiare per il lead nel suo voler salvare a tutti i costi quante più vite umane possibili è importante il punto di vista del dottor Han quando sosteneva che operare in certe condizioni facesse più male al paziente che bene. Ora, io sto dalla parte del lead ma ho apprezzato come il drama mettesse in campo anche voci ragionevoli contrarie: l'ho trovato realistico. Come ho trovato realistico il fatto che molti dottori abbiano abbandonato il loro posto per salvarsi ecc ecc... era facile scadere nel buonismo e sono contenta che D- day non abbia fatto quest'errore.
Come detto sopra ho apprezzato anche i due lead: lui così eroico - pure troppo - da andare contro tutti e tutto pur di salvare la vita di qualcuno. Ho perso il conto delle volte in cui ha rischiato o è stato licenziato... e questo forse è stata una delle cose che ho trovato un po' ripetitive. Ma accidenti! Lee Hae Sung ha un sorriso e un modo di fare talmente adorabile che gli si perdona tutto. Anche fare operazioni chirurgiche avendole viste una volta sola. Ora, io capisco tutto...ma davvero questo basta che gli metti un bisturi in mano e ti fa qualsiasi operazione: dal cuore al cervello fino al parto ecc ecc... un genio della medicina.
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Ddol Mi invece non è brava quanto il lead...ma ha talento. Sotto la guida del guro del bisturi da specializzanda di ortopedia porta a termine qualsiasi genere di chirurgia. Bravissima. XD Tralasciando le battute è stato bello vedere la sua evoluzione: da dottoressa un po' menefreghista e poco responsabile a medico capace e competente, che rimane in trincea per aiutare gli altri.
Anche la loro storia d'amore è stata carina e adorabile. Credo che i due attori abbiano una buona chimica che li ha aiutati a rendere più vere e divertenti le scene assieme. Peccato che tra loro ci sia solo un misero bacio...per di più a stampo. Si sono sprecati! Ed anche il finale poteva essere fatto un po' meglio...un tantinello frettoloso.
A fare compagnia ai due lead troviamo anche i dottori ed infermieri dell'ospedale: alcuni carini e interessanti. Altri meno. Il dottor Han mi piaceva come personaggio ma non mi ha convinto troppo la sua recitazione. E la rivelazione dell'errore compiuto sulla mamma del lead è stata così anti climatica e inutile che avrei fatto causa agli sceneggiatori: qual era il senso di aver messo tutta tra tensione e conflitto per questa storyline se poi è finita a tarallucci e vino? L'infermiera Ji Na poi non mi ha smosso chissà quali emozioni ed il suo conflitto con il padre sembrava uno spreco di tempo. Il Direttore faceva qualcosa di male, lei lo sgridava e lo rimproverava piangendo e... stop. Basta. E si andava avanti così per 20 episodi. Avrei capito se la figlia avesse fatto poi effettivamente qualcosa per o contro questo padre ma vederla solo urlargli addosso per poi andarsene per i fatti suoi non è stato poi così avvincente.
Mi è piaciuto invece il tirocinante che lavorava a stretto contatto con Ddol Mi! Era carino e divertente e le sue scene con la ragazza mi hanno strappato spesso delle grasse risate. Che nella tragedia generale serviva per stemperare un po' il dramma. XD
Bello anche il ruolo che la serie ha dato ai pompieri e le difficoltà che insieme ai dottori hanno dovuto affrontare: la poca acqua per spengere gli incendi, il mettere a rischio la loro vita per salvare gli altri ecc ecc... fino ad arrivare alla morte e sacrificio del fratello del lead. E' stato straziante soprattutto per il protagonista che povero, si è ritrovato con un padre morto, una madre in coma ed infine un fratello deceduto. E' morto da eroe...ma ha fatto comunque male. Certo è che avrei sofferto ancora di più se la serie avesse approfondito un po' il suo personaggio e le sue relazioni con gli altri. Ma non mi lamento troppo.
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Bocciato invece il villain della serie: il Direttore dell'ospedale. Troppo cattivo e avido tanto da rasentare una macchietta. Io capisco l'avidità e l'ambizione...ma circondato da personaggi umani e realistici nelle loro scelte etiche e morali, un cattivo così stereotipato mi ha rovinato tutta l'atmosfera. E no, il change of heart finale non risolleva il suo personaggio. Anzi.
D- day poi ha una fraccata di altri personaggi...pure troppi. Dalla primaria del pronto soccorso al suo fidanzato, dalla bambina sorda al dottore che faceva la spia per il direttore. Dal cognato del Direttore all'infermiera/sorella del protagonista fino alla psicologa amica del lead. Troppi. E' chiaro l'intento della serie nel portare in campo così tanti personaggi: avere uno sguardo a 360 gradi sulle dinamiche in questo contesto portando più storie possibili su schermo. Devo però dire che non è una strategia che amo particolarmente.
Riassumendo D- day è stata una serie piacevole e godibile. Mi ha tenuta incollata allo schermo per 20 puntate non solo per la trama avvincente ed il suo genere ma anche per aver saputo portare alla luce l'umanità, il bene e male dei suoi personaggi, catapultandoli in un contesto disperato.
Voto: 8
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Unexpected Heroes
Partire a razzo e finire a ca....o
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Dramino su You Tube - un web drama da pochissime puntate - Unexpected Heroes, nonostante le sue basi partiva a bomba.
La storia era seducente: tre adolescenti - che casualmente frequantano tutti e tre la stessa scuola - ricevono rispettivamente un trapianto d'organi dallo stesso donatore. Il donatore in questione non è però una persona qualunque ma un detective che è stato assassinato.
Quando i tre giovani di risvegliano scoprono di avere poteri soprannaturali legati all'organo donatogli: c'è che vede benissimo e ricorda tutto ciò che vede, chi mantiene i battiti del cuore a 70 qualsiasi cosa accade e chi si ritrova con una super forza. I tre ragazzi si ritrovano infine a vivere assieme e decidono prima di usare i loro poteri per fare giustizia e poi di scoprire chi abbia ammazzato il loro donatore.
Non è una storia carina? Insomma a me ha ispirato parecchio. Tanto da maratonarmelo e godermelo pure con i sub inglesi da quanto mi incuriosiva. Di mezzo poi c'è anche la storia d'amore - triangolo per lo più - che pur non essendo nulla di speciale mi interessava assai. Ed a distanza di 10 episodi ancora non so per chi dei due ragazzi tifare. XD
Trovo inoltre intrigante il fatto che i poteri non fossero roba alla raggi laser o invisibilità ma cose più particolari e meno stereotipate.
Anche i personaggi e il cast non erano male. Chiaramente con 10 episodi da 15 minuti non puoi certo caratterizzare o approfondirli ma quel pochino che era su schermo non era male. Ed i ragazzi erano stati tratteggiati abbastanza bene e chiaramente. Devo fargli i complimenti per la recitazione perché se la sono cavata egregiamente.
E quindi, dove è il dramma? Perché quel sottotitolo?
Per il finale.
Perché è brutto? uno si può chiedere.
Perché è incoerente?
o poco chiaro?
No. E' perché non c'è.
La serie si chiude con il cattivo - l'assassino del donatore - che sta davanti alla casa de tre ragazzi armato di mazza mentre guarda la casa con sguardo cattivo.
E fine.
FINE.
F.I.N.E.
MA COME ACCIDENTI TI VIENE IN MENTE DI CHIUDERLA COSì?????????? DOVE è LA SECONDA STAGIONE? Perché se la chiudi in questa maniera è perché hai in programma un seguito per concludere tutta la storia...giusto?!
Ma a quanto pare non si parla di nessuna seconda stagione...ergo per adesso devo considerare QUESTO come finale. E fa male perché questa fine mi ha lasciata cosi frustrata e insoddisfatta per una serie tutto sommato godibile e carina.
VOTO: 7.1
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frabooks · 2 months
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Moby Dick (bozza)
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Appunti
Non ha trama, è un insieme di episodi e/o descrizioni. Ciò che succederà lo si sa fin dal principio: Moby Dick uccide tutti. È l’esempio plastico che la trama è solo un elemento di un romanzo e può, se serve, anche essere semplice allo stremo.
Ha pezzi di saggio e teatrali, esperimento interessante. Con sorpresa ho scoperto che vari capitoli sono in forma di pièce teatrale e altri in forma di saggio divulgativo. Esperimento interessante. Probabilmente ci sono ragioni filosofiche e letterarie specifiche per questa scelta, o comunque ci sono messaggi specifici che Melville voleva passare, ma io non ne so nulla. Mi è piaciuta la varietà dei capitoli, tutto qua.
Stile di scrittura. Una particolarità che ho notato è l’impatto visivo che Melville vuole dare. Interi capitoli sono pieni di coinvolgimento del lettore: “Rovesciamo ora” “Ma adesso venite fuori”. Guida il lettore alla scoperta della barca e della balena. Rende molto bene.
Improvvisazione? Un altro aspetto che mi ha stupito è che Melville ha scritto interi capitoli come se li avesse pensati sul posto. Non li aveva previsti ma, scrivendo, gli sono venuti in mente, e voilà, ecco un altro capitolo. È una scelta molto curiosa che rende la lettura stranamente leggera.
Lento. Rispetto alla scrittura, prendo nota che la parte centrale l’ho sentita pesante. Un po’ per l’assenza di trama, un po’ per le digressioni meno interessanti, un po’ per la claustrofobia della scenografia.
600 pagine su una barca. È la prima volta che leggo un libro lungo con una scenografia così limitata. Dopo pagina 50, all’incirca, non c’è altro luogo che non sia la barca, il Pequod. Da un lato è interessante come la barca cambi col lettore e col protagonista, come la si scopra nel tempo, pian pianino fino agli spazi più remoti e mai frequentati dai marinai; dall’altro lato, mi ha dato, in diverse occasioni, un forte senso di claustrofobia, come se mancasse l’aria. Ecco che le digressioni sui tipi di balene o sulla nave o sulla caccia alle balene, hanno saputo staccare lo sguardo e farmi tornare un po’ il respiro.
Scene d'azione confuse. Rispetto alla scrittura, noto che le scene d’azione mi sono risultate tutte abbastanza confuse, come se lo sguardo fosse appannato, impreciso. Non so se è solo un’impressione mia o se fosse una scelta intenzionale di Melville.
Giochi di parole. All’inizio del libro ho apprezzato i continui giochi di parole di Melville. Divertenti, inaspettati. Poi dopo il millesimo gioco di parole, dopo pagina 100.000, mi sono sembrati sempre di più giochi di parole un po’ ridicoli.
Leviatan Noto, in ultimo, l’uso spasmodico di “Leviatan” o simili. C’è praticamente in ogni capitolo, anche più volte, con un’ossessione simile a quella di Achab.
La voce dell’autore è sempre presente. È chiara, limpida, giocosa, sarcastica, molto visuale. In definitiva ho trovato Moby Dick un libro scritto molto bene.
Achab. Ho due cose da dire su Achab. Innanzitutto non avevo capito che fin dal principio fosse chiara la sua mitomania. Sapevo che era pazzo ma pensavo lo sarebbe diventato lungo il libro; invece è pazzo dal principio in modo molto chiaro, tanto che tutti lo sanno. La seconda cosa è che, talvolta, Achab non l’ho capito. Col suo linguaggio aulico e onirico mi è risultato davvero ostico.
C’è tensione erotica omosessuale. Lo noto con sorpresa perché avevo il pregiudizio che non avrei mai potuto trovare cose simili in un libro simile di quell’epoca, e invece mi sono dovuto ricredere.
Bestemmie. Noto divertito la presenza di vere e proprie bestemmie. Interessante la scelta di pavese.
Il famoso capitolo sulle balene. Ci sono innumerevoli digressioni ma, forse, una delle più famose sta nel famoso capitolo dedicato alla spiegazione di tutti i tipi di balene. L’ho trovato interessante e per nulla pesante.
Pezzi
P 37 “Ogni volta che m’accorgo di atteggiare le labbra al torvo, ogni volta che nell’anima mi scende come un novembre umido e piovigginoso, ogni volta che mi accorgo di fermarmi involontariamente dinanzi alle agenzie di pompe funebri e di andar dietro a tutti i funerali che incontro, e specialmente ogni volta che il malumore si fa tanto forte in me che mi occorre un robusto principio morale per impedirmi di scendere risoluto in istrada e gettare metodicamente per terra il cappello alla gente, allora decido che è tempo di mettermi in mare al più presto.”
P 41 “E dunque, per quanto il vecchio capitano mi dia ordini su ordini, per quanto io riceva pugni e spunzonate, io ho la soddisfazione di sapere che tutto va bene, che ogni uomo è, in un modo o nell’altro, servito esattamente alla stessa maniera, voglio dire, da un punto di vista fisico o da uno metafisico, e così l’universale spunzonatura va attorno e tutti dovrebbero fregare la schiena uno all’altro e restare soddisfatti.”
P 71 “Perché tutti i viventi si sforzano tanto di far tacere i morti, onde il semplice rumore di una bussata in una tomba atterrisce un’intera città? Tutte queste cose non sono senza significato.”
P 85 “Non più il mio cuore infranto e la mia mano esasperata stavano in guardia contro un mondo di lupi. Questo conciliante selvaggio me l’aveva redento”.
P 88 “Poiché nessuno può sentire in modo soddisfacente la propria identità se non ha gli occhi chiusi: come se l’oscurità fosse davvero l’elemento proprio delle nostre essenze, sebbene la luce sia più congeniale al fango che è in noi.”
P 93 “Finito un viaggio lunghissimo e pericolosissimo, ne comincia soltanto un secondo e, finito il secondo, ne comincia un terzo, e così via, sempre e sempre. Tale è l’interminabilità e, sì, l’intollerabilità di ogni sforzo terrestre.”
P 108 “Poiché tutti gli uomini tragicamente grandi sono tali attraverso qualcosa di morboso.”
P 114 Achab
P 138 “Osservai, con cordiale reverenza e timore, quell’uomo che, nel cuore dell’inverno, sceso allora da un viaggio di quattro anni pieno di pericoli, poteva con tanta irrequietezza di nuovo cacciarsi in rotta per un altro periodo di tempeste. La terra pareva scottargli sotto i piedi. Le cose più meravigliose sono sempre quelle inesprimibili, le memorie profonde non concedono epitaffi.”
P 148 “La cosa che forse tra l’altro faceva di Stubb un uomo così facile e senza paure, che così allegramente se ne faticava sotto il peso dell’esistenza in un mondo pieno di merciaiuoli cupi, tutti curvati a terra dai fardelli, la cosa che lo aiutava a portare in giro quel suo buon umore quasi empio, doveva essere la sua pipa.”
P 175 “Poiché sono le costruzioni piccole che possono venir terminate dai loro primi architetti; le grandiose, le vere lasciano sempre il soffitto all’avvenire. Che Dio mi guardi dal completare qualcosa; tutto questo libro è soltanto l’abbozzo di un abbozzo.”
P 186 “Per la massima parte di questa vita baleniera tropicale, vi circonda una sublime assenza di fatti: non udite notizie, non leggete giornali, nessun’edizione straordinaria con sorprendenti resoconti di banalità vi illude mai in agitazioni non necessarie; non sentite di dispiaceri domestici, di cauzioni fallimentari, di cadute di borsa, non vi preoccupate mai al pensiero di che cosa mangerete a pranzo, dato che per tre anni e più tutti i vostri pasti sono bellamente stivati in barili e la vostra lista immutabile.”
P 191 “Ed era così pieno del suo pensiero Achab che, a ogni voltafaccia uguale che faceva, ora all’albero di maestro ora alla chiesuola, si poteva quasi vedere quel pensiero voltarsi e camminare con lui; tanto completamente lo possedeva da non parer altro che la forma interiore di ogni suo movimento esterno.”
P 194 “Tutti gli oggetti visibili, vedi, sono soltanto maschere di cartone, ma in ogni evento, nell’atto vivo, nell’azione indubitata, qualcosa di sconosciuto, ma sempre ragionevole, sporge le sue fattezze sotto la maschera bruta. E se l’uomo vuol colpire, colpisca sulla maschera! Come può il prigioniero arrivar fuori se non si caccia attraverso il muro? Per me la Balena Bianca è questo muro, che mi è stato spinto accanto. Talvolta penso che di là non ci sia nulla. Ma mi basta. Essa mi occupa, mi sovraccarica: io vedo in lei una forza atroce innerbata da una malizia imperscrutabile.”
198 “Questa bella luce non mi rischiara più: ogni bellezza mi è d’angoscia, dacché non posso più goderla. Dotato della percezione superiore, mi manca la bassa potenza di godere: sono dannato così nel modo più sottile e più perverso; sono dannato in mezzo al paradiso!”
P 214 “Achab […] era giunto infine a identificare con Moby Dick non solo tutti i suoi mali fisici, ma ogni sua esasperazione intellettuale e spirituale. La Balena Bianca gli nuotava davanti con monomaniaca incarnazione di tutte quelle forze malvagie da cui certi uomini profondi si sentono rodere nell’intimo, finché si riducono a vivere con mezzo cuore e con mezzo polmone”.
P 235 “I più tra la gente di terra sono così ignoranti di certe delle più semplici e palpabili meraviglie del mondo, che senza un qualche cenno intorno ai semplici fatti storici e non storici della baleniera, magari disdegnerebbero Moby Dick come una favola mostruosa o, peggio e più detestabile, come una ributtante e insopportabile allegoria.”
P 257 “Ci sono certe bizzarre circostanze e occasioni in questa strana e caotica faccenda che chiamiamo la vita, che un uomo prende l’intero universo per un’enorme burla in atto, sebbene non riesca a vederne troppo chiaramente l’arguzia, e sospetti anzichenò che la burla non sia alle spalle di altri che le sue.”
P 329 “… e tutti sanno come certi campioni di epicurei, a forza di mangiar sempre cervelli di vitello finiscano per avere anch’essi un po’ di cervello, in modo da saper distinguere tra una testa di vitello e la propria: il che, sul serio, richiede un discernimento non comune.”
P 340 “Oh Natura, e tu, anima umana! Come le vostre analogie si distendono oltre quanto è dicibile! Non il più piccolo atomo si muove o vive nella materia, che non abbia il suo sottile riscontro nello spirito.”
P 349 “-Zenzero? È zenzero, che sento? - domandò Stubb sospettosamente, avvicinandosi. -Sì, dev’essere zenzero - sbirciando nella tazza tuttora intatta. Poi, fermandosi un istante come incredulo, camminò tutto calmo alla volta del dispensiere stupefatto, dicendogli adagio: -Zenzero? zenzero? e volete avere la bontà di dirmi, signor Panada, dov’è la virtù dello zenzero? zenzero! è lo zenzero il combustibile che usate, Panada, per fare un po’ di fuoco in questo cannibale gelato? Zenzero! Cosa diavolo è lo zenzero? carbone di mare? legna? fiammiferi? esca? polvere da cannone? Che cosa volo è lo zenzero, vi dico, da offrirne una tazza al nostro povero Quiqueg?
P 369 “Guardando fuoribanda si vedeva la testa prima inanimata palpitare e sussultare proprio sotto il pelo dell’acqua come se l’avesse presa in quel momento un’idea di somma importanza, mentre era soltanto il disgraziato indiano che inconsciamente rivelava con quei guizzi la pericolosa profondità cui era disceso”.
P 373 “Ma come? Genio in un capodoglio? Ha mai il capodoglio scritto un libro o pronunziato un discorso? No, il suo genio immenso si rivela in questo, ch’egli non fa nulla di speciale per mostrarlo”.
P 439 “Il mare aveva beffardamente sostenuto il suo corpo finito, ma annegato l’infinito del suo spirito.”
P 441 “Ch’io potessi continuare a spremere quello spermaceti per sempre! Poiché, ora per molte lunghe e ripetute esperienze mi sono accorto che, in ogni caso, l’uomo deve ultimamente abbassare o almeno mutare la sua idea di felicità raggiungibile, non collocandola in qualche regione dell’intelletto e della fantasia ma nella moglie, nel cuore, nel letto, nella tavola, nella sella, nel focolare e nella patria, ora che mi sono accorto di tutto ciò, io sono pronto a spremere la tinozza in eterno.”
P 447 “Gli aspetti abbronzati, ora tutti sufici di fumo e di sudore, le barbe ingarbugliate e il contrasto del barbarico splendore dei denti, tutto si rivelava stranamente nella decorazione capricciosa delle fiamme. Mentre costoro si narravano a vicenda le proprie non sante avventure, i loro racconti di terrore espressi in parole di allegrezza; mentre le loro poco civili risate forcheggiavano in alto, come le fiamme del forno; mentre, sotto i loro occhi, innanzi e indietro, i ramponieri gesticolavano selvaggiamente con le enormi forche puntute e i ramaioli; mentre il vento ululava e il mare balzava e la nave gemeva e tuffava la propria, trascinando fermamente il suo inferno rosso sempre innanzi nel buoi del mare e della notte, stritolando sdegnosa gli ossi bianchi tra i denti e sputacchiando malvagiamente intorno a sé; allora il Pequod scagliato, carico di selvaggi e pieno di fuoco, bruciante un cadavere e tuffatesi in quella nerezza tenebrosa, pareva il riscontro materiale dell’anima del suo monomaniaco comandante.”
P 478 “Si sente sovente di scrittori che s’innalzano e crescono con l’argomento, anche se questo può sembrare soltanto ordinario. Che cosa accadrà di me allora, scrivendo di questo Leviatan? Inconsciamente la mia calligrafia si espande in maiuscole cubitali. Datemi una penna di condor! Datemi il cratere del Vesuvio come calamaio! Tenetemi, amici! Poiché nel semplice atto di vergare i miei pensieri intorno a questo Leviatan, i pensieri mi stancano, mi spossano con la loro immensa comprensività, come per includere tutto il giro delle scienze e tutte le generazioni presenti, passate e di là da venire, di balene, di uomini, di mastodonti, con tutti i mutevoli panorami di potenza sulla terra e nell’intero universo, non esclusi i sobborghi. […] Nessun’opera grande e duratura potrà mai venire scritta sulla pulce, benché molti abbiano tentato.”
P 489 “Era un punto manipolatore: il cervello, se mai ne aveva avuto uno, doveva essergli colato nei primi tempi giù per i muscoli delle dita.”
P 511 “Nella vita non c’è un fermo progresso continuo, noi non avanziamo per gradi fissi verso la pausa finale: attraverso l’inconsapevole incanto dell’infanzia, la fede spensierata dell’adolescenza, il dubbio della giovinezza (il destino comune), e poi lo scetticismo, poi l’incredulità, noi ci fermiamo infine nel riposo meditabondo della virilità, del Se. Ma una volta finito, ripercorriamo la strada, e siamo bambini, ragazzi e uomini e Se, in eterno. Dov’è quest’ultimo porto, donde non salperemo mai più? In quale etere estatico naviga il mondo, di cui i più stanchi non si stancano mai? Dov’è nascosto il padre del trovatello? Le nostre anime sono come quegli orfani, le cui ragazze-madri muoiono dandoli alla luce, il segreto della nostra genitura giace in quella tomba e là dobbiamo conoscerlo”.
P 547 “Ma dalla sua marcia intermittente e dalla triste rotta serpeggiante si vedeva chiaro che questa nave piangendo di spuma restava tuttavia senza conforto. Era Rachele che piangeva i suoi figli perché non c’erano più.”
P 555 “Di sotto al cappello calcato, una lacrima cadde nel mare dall’occhio di Achab; tutto il Pacifico non conteneva tante ricchezze che valessero quella misera goccia.”
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newsintheshell · 1 year
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KONOSUBA AN EXPLOSION ON THIS WONDERFUL WORLD: lo spinoff prequel su Megumin arriverà ad aprile, godiamoci il nuovo trailer
Ancora nessuna data per la terza stagione della serie principale.
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Tanti auguri Megumin! Festeggiamo tutti assieme il compleanno della nostra maga delle esplosioni preferita, con il nuovo trailer di “KONOSUBA: AN EXPLOSION ON THIS WONDERFUL WORLD!”.
Lo spinoff prequel della celebre commedia fantasy isekai, nata dalla penna di Natsume Akatsuki (Kemono Michi: Rise Up, Combatants Will Be Dispatched!), avrà proprio lei come protagonista e andrà in onda a partire da aprile 2023.
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La serie animata è in cantiere presso lo studio DRIVE (To Your Eternity Season 2, Teppen!!!!!!!!!!!!!!! Laughing ‘til You Cry) con alle spalle più o meno lo stesso staff di sempre.
Alla sceneggiatura troviamo ancora una volta Makoto Uezu (Kengan Ahsura, Fate/Grand Carnival) e il chara design è sempre quello di Koichi Kikuta (Tamayomi, Blue Reflection Ray) al character design.
La regia, invece, è affidata al debuttante Yujiro Abe, mentre stavolta Takaomi Kanasaki (Kore wa Zombie Desu ka?, Princess Connect! Re:Dive) si occupa solo della supervisione.
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Ricordo, inoltre che è già stata confermata anche una terza stagione di “KONOSUBA: THIS WONDERFUL WORLD!”, prodotta dallo stesso team, ma ancora non sappiamo quando andrà in onda.
La prima stagione di 10 episodi, è andata in onda durante l’inverno del 2016, mentre la seconda stagione è stata trasmessa l’anno seguente. Inoltre sono stati prodotti due episodi OVA inclusi con il 9° e il 12° volume del romanzo. 
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Questi primi adattamenti sono stati realizzati presso STUDIO DEEN (Sasaki and Miyano), mentre J.C. STAFF (DanMachi) si è occupata del film del 2019 chiamato “KONOSUBA: LEGEND OF CRIMSON”.
Satou Kazuma è un ragazzo che passa tutto il giorno in casa a giocare ai videogiochi. Un giorno ha un incidente e muore. Con sua sorpresa si risveglia davanti ad una splendida ragazza, la dea Acqua, la quale gli offre di reincarnarlo in un altro mondo. Può portare qualsiasi cosa voglia con sé. Il ragazzo accetta e sceglie proprio Acqua. D'improvviso si ritrovano catapultati in un mondo fantasy dove li aspetta una grande avventura, ma prima devono procurarsi cibo, vestiti, un riparo, l’equipaggiamento…e come se non bastasse, questo mondo è sotto la minaccia dell’armata del Re dei Demoni!
La light novel principale, illustrata da Kurone Mishima (Akashic Records of the Bastard Magical Instructor), è stata pubblicata fra il 2013 e il 2020. La storia è stata raccolta in 17 volumi.
Dell’opera esiste anche una versione manga, disegnata da Masahito Watari, giunta attualmente al 16° volume ed edita in Italia da Panini Comics, sotto l’etichetta Planet Manga.
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Autore: SilenziO)))
blogger // anime enthusiast // twitch addict // unorthodox blackster - synthwave lover // penniless gamer
[FONTE]
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paoloferrario · 2 months
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Roberto Vecchioni, Tra il silenzio e il tuono, Einaudi, 2024
Tra il silenzio e il tuono, Roberto Vecchioni. Giulio Einaudi editore – I coralli Tra il silenzio e il tuono Questo è un romanzo fatto di lettere, ma non è un romanzo epistolare come gli altri. Si alternano due voci: da una parte c’è lui, Roberto Vecchioni, che racconta a un fantomatico nonno alcuni degli episodi piú significativi della sua vita. Li riporta in presa diretta, proprio mentre gli…
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