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#scuola di ballo
assowebtv · 1 year
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BOLOGNA: LO SCHIACCIANOCI DI ČAJKOSKI AL TEATRO CELEBRAZIONI
BOLOGNA: LO SCHIACCIANOCI DI ČAJKOSKI AL TEATRO CELEBRAZIONI
Domenica 18 dicembre ore 16 al Teatro Celebrazioni, va in scena il balletto Lo Schiaccianoci di Čajkovski, ultimo appuntamento di BABY BOFE’, la rassegna di musica classica per bambini di Bologna Festival. Spettacolo natalizio per eccellenza LoSchiaccianoci è un capolavoro del balletto classico che incanta per la magia delle sue musiche, andato in scena per la prima volta al Teatro Marijinskij di…
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falcemartello · 9 months
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•••
Come tutte le favole la storia inizia con un "C'era una volta..." una adolescente con impermeabile giallo che aveva bigiando scuola...
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Ma come mai nei media si raccontano balle colossali sul clima spacciandolo per certezze scientifiche?
La storia è interessante, e vale la pena di raccontarla.
Ogni 7 anni l’ONU convoca un migliaio di scienziati da tutto il mondo che si suppone esaminino la comprensione scientifica del cambiamento climatico indotto dall’uomo.
Si tratta dell’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change)
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E’ importante perché gli scienziati si focalizzano su ciò che po’ essere attribuito agli esseri umani rispetto al cambiamento climatico dovuto a fattori naturali.
Si dividono in vari gruppi di lavoro e scrivono rapporti molto dettagliati di 1000-1200 pagine.
Questi rapporti vengono poi impacchettati e riassunti per i responsabili politici. In questa fase gli scienziati non hanno un grande ruolo.
Sono i funzionari governativi che producono queste sintesi.
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Quando si comparano i riassunti, che è ciò che sarà reso pubblico, ci si accorge che c’è una sconnessione con le conclusioni originali degli scienziati.
Ma c’è un ulteriore passaggio che provoca altre modifiche.
E’ il trasferimento sui media.
I giornalisti, che non sanno molto di scienza e non hanno né tempo ne competenza per accedere alle fonti originali, si preoccupano solo di distillare dalle sintesi, e ingigantire, quelle affermazioni sul clima più preoccupanti che attirano l’attenzione del pubblico.
Una volta condizionato in un senso il pubblico, tornano in ballo i politici che devono dimostrare di prendere sul serio le preoccupazioni diffuse dalla stampa e che hanno condizionato l’opinione pubblica.
Alla fine di questo storia di passaggi successivi, se gli scienziati nel loro documento iniziale scrivono che è possibile che una parte del riscaldamento globale sia causata alle attività umana ma non è certo, sui media compare “Così nel 2050 la civiltà umana collasserà”.
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Fortunato Nardelli
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casual-asexual · 3 months
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il corpo di ballo salta in aria a caso come i ragazzini sui libri di scuola di inglese
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canesenzafissadimora · 2 months
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E ti diranno un sacco di cose.
Te ne diranno tante.
Tutte giuste.
Tutte vere.
Ti diranno di non scappare dal dolore.
Di vivertelo tutto.
Di farci amicizia.
Che si può morire in mille modi
ma di certo
non si può morir d’amore.
Ti diranno di non restare sola
di uscire
di segnarti in palestra
cambiare taglio
di iscriverti a una scuola di ballo.
Conoscere gente.
Che lì ci si diverte solo
senza il bisogno
di pensare a niente.
Ti diranno che è andata
come doveva andare.
E di prenderti le gocce.
E di dormire.
Possibilmente per un po’
anche di smettere di sognare.
Che il più coraggioso
in fin dei conti resta sempre
e il più vigliacco, invece
decide di mollare.
E la mattina di svegliarti presto.
Andare a correre.
Sentirti bella.
Leggere un libro.
Leggerne tanti.
Che le risposte sono tutte lì.
Anche se adesso ti senti piccola.
In mezzo a un mondo di giganti.
Ti diranno un sacco di cose.
Te ne diranno tante.
Tutte giuste.
Tutte vere.
Ma non serviranno a niente.
Starà soltanto a te decidere.
Quando sarà il momento giusto
per dire: adesso basta.
E poi, ricominciare a vivere.
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Andrew Faber
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occhietti · 8 months
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A scuola c'insegnano a risolvere i problemi, a focalizzarci sulla soluzione, a raggiungere il risultato.
La nostra vita è divenuta un elenco infinito di problemi da affrontare.
La mente non ha tregua, il corpo non è mai rilassato.
Ci hanno abituati al problema: siamo dipendenti da esso, quasi drogati.
Se tutto scorre liscio lo andiamo a cercare in ogni dove, perché non sappiamo più vivere senza.
Eppure esiste un'immensa fetta della nostra vita che non ha nulla a che fare con i problemi: i desideri, l'immaginazione, l'intuito, la curiosità, la bellezza sono tutte forme di puro amore che possono avvolgere la nostra esistenza e renderla gioiosa, profonda, vera.
Capita spesso però di scambiare questi preziosi nutrimenti d'anima per problemi da risolvere.
E tutto ritorna tristemente alla mente e ai suoi infiniti grovigli contorti.
Pensiamo di essere noi a dominare i problemi, ma sono loro ad averci in pugno: manovrano le nostre vite, giorno dopo giorno e ci rendono schiavi di una vita triste, faticosa, apatica.
Che si radunino allora i valorosi guerrieri dell'anima, i custodi dei miracolosi battiti del cuore, i veri protettori della vita, e vadano nel mondo a scacciare i problemi.
Non a risolverli, ma a dare loro il piccolo spazio che meritano: un minuscolo angolo nella nostra mente.
Che si facciano largo il desiderio, il sogno, il ballo, la musica, l'arte e tutto ciò che accende la nostra fiamma interiore, che si conquistino finalmente gran parte della nostra attenzione, del nostro spazio vitale.
I problemi, allora, non saranno più pesi da portare ma opportunità di crescita, vere e proprie ali per volare, la creatività li trasformerà senza alcun sforzo in potentissimi maestri di vita.
Dinnanzi al prossimo problema c'è solo una cosa da fare: svuotare la mente e riempire bene il cuore!
- Elena Bernabè
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ancilla-hawkins · 3 months
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scuola di ballo di dualipa
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littlepaperengineer · 3 months
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La mia ex ragazza sta con una ragazza, che peraltro mi piace molto. Io vorrei essere una ragazza. Il ragazzo che sento non si fa vedere. Nessuna ragazza che conosco mi piace abbastanza. Vorrei una ragazza, ed un amore sincero e forte, vorrei costruire qualcosa.
Sono partito per questa città quando mi sono lasciato con la mia ex, quella che sta con una ragazza. Non mi piaceva abbastanza, abbiamo avuto una relazione forte ma caotica. Stavo troppo male. Sono venuto qui quando ci siamo lasciati. Ho iniziato a frequentare un gruppo grande, mi ha aiutato tanto stare con loro. Ho iniziato a fare ballo, e me la cavavo anche. Poi escalation, perdo la casa, il gruppo si sfalda, la scuola di ballo diventa troppo impegnativa.
Fotografia, che non riesco più a fare. Dipingo spesso adesso, spessissimo. Ma sono solissimo. Il lavoro va come va, io mi sento depresso.
Oggi mentre dipingevo mi domandavo che senso avesse impegnarsi così tanto per una cosa che non mi dà da mangiare.
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petalididonna · 5 months
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Buon sabato 🦋
"E ti diranno un sacco di cose. Te ne diranno tante. Tutte giuste. Tutte vere. Ti diranno di non scappare dal dolore. Di vivertelo tutto. Di farci amicizia. Che si può morire in mille modi ma di certo non si può morir d’amore. Ti diranno di non restare sola di uscire di segnarti in palestra cambiare taglio di iscriverti a una scuola di ballo. Conoscere gente. Che lì ci si diverte solo senza il bisogno di pensare a niente. Ti diranno che è andata come doveva andare. E di prenderti le gocce. E di dormire. Possibilmente per un po’ anche di smettere di sognare. Che il più coraggioso in fin dei conti resta sempre e il più vigliacco, invece decide di mollare. E la mattina di svegliarti presto. Andare a correre. Sentirti bella. Leggere un libro. Leggerne tanti. Che le risposte sono tutte lì. Anche se adesso ti senti piccola. In mezzo a un mondo di giganti. Ti diranno un sacco di cose. Te ne diranno tante. Tutte giuste. Tutte vere. Ma non serviranno a niente. Starà soltanto a te decidere. Quando sarà il momento giusto per dire: adesso basta. E poi, ricominciare a vivere."
A.Faber
Io fragilmente forte io:donna❣️
@petalididonna
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la-novellista · 8 months
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Come un dipinto
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Come ogni anno avevo il congresso annuale della scuola. A parte le interminabili ore di relazione il resto era sempre indescrivibile. Location meravigliosa dove si aggiravano colleghi e colleghe in abito da sera, senza mai farsi mancare la serata di gala con cena dei soci seguita dal ballo. La location era sempre un albergo bellissimo tutto dedicato al congresso. Tutto nostro. Un covo di specialisti che parlavano la medesima lingua. Tu sapevi dove fossi,ma sapevi anche che non era possibile alcun avvicinamento. La serata era stata fantastica ed era giunto il momento di ritirarsi nelle proprie stanze. Feci la doccia ma appena uscita, ancora in accappatoio, un messaggio: " Non mettere alcun tipo di profumo!" Conoscevo il mittente ma non capii la richiesta alquanto bizzarra. Mi asciugai ed indossai una sottoveste in raso un po' retro' azzurro polvere bordata da un pizzo chantilly. Feci per entrare sotto le coperte ed arrivò un nuovo messaggio: " Vai alla finestra e apri la tenda. Solo metà però,giusto quello che serve per la tua figura." Mi alzai ed andai, aprendo la finestra: " guarda davanti a te. La finestra di fronte..." Ero senza occhiali ma vidi nettamente una figura che teneva in mano un telefono: " Sorpresa eh? Bene, in camera tua ci saranno sicuramente dei fiori, prendine uno!" Andai e tornai : "Adesso, lentamente abbassa una spallina e scopri un seno..." Era piuttosto imbarazzante anche perché chiunque avrebbe potuto vedere ma vista l'ora tarda mi interesso' poco." Adesso sfiorati la pelle con il fiore...voglio sentire l'odore delle mie mani su di te. Ecco perché niente profumo. Io voglio la tua pelle!"
Passai il fiore un pò ovunque poi arrivata al capezzolo mi fermo' :" Adesso rimani così per me. Perfetta, come un dipinto che profuma di me e solo per me!"
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abatelunare · 2 months
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Ritardi onirici
Nel sogno di stanotte mi sono ritrovato nuovamente sui banchi di scuola. Nuovamente ero in ritardo su ciò che avrei dovuto studiare. Ma a differenza delle volte precedenti, la materia in ballo non era storia, bensì matematica. C'era una specie di compito in classe. Sono arrivato in aula tardissimo. L'insegnante mi ha messo davanti un foglio ciclostilato. Dovevo commentare le parole o i numeri (adesso non ricordo bene) scritti in un colore diverso rispetto agli altri. Il mio era il rosso, estratto a caso dal docente. Solo che io non sapevo cosa fare. E quando l'ho intuito era ormai troppo tardi.
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anonpeggioredelmondo · 10 months
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L'amica @pianetatschai mi ha tirato in ballo in questa catena, nel caso prendetevela con lei
1. Are you named after anyone?
No. Nessuno della mia famiglia è stato battezzato con il nome di un avo. Sarà sciocco, ma mi sembra una buona idea concedere al nascituro una partenza senza inutili vincoli
2. Quando è stata l'ultima volta che hai pianto?
Non ricordo la data, ma sono abbastanza sicuro sia successo quando ho letto l'epilogo della storia della nonnina che evoca per errore un demone. Mi sale la lacrimuccia tutte le volte
3. Hai figli?
Sì. E ciò mi fa molto felice
4. Fai largo uso del sarcasmo?
Tutte le volte che è umanamente possibile
5. Quali sport pratichi o hai praticato?
A livello agonistico, nel senso di essere tesserato presso una società sportiva, calcio, rugby, vela e biliardo; a livello amatoriale vado tanto in bicicletta
6. Qual è la prima cosa che noti in una persona?
Gli occhi, ma solo se è girata di fronte
7. Qual è il colore dei tuoi occhi?
Verde scuro con sprazzi di marrone
8. Scary movies o happy endings?
Happy tutto, mica solo ending. E vissero da sempre felici e contenti
9. Qualche talento particolare?
L'understatement, ovviamente
10. Dove sei nato?
Brescia
11. Quali sono i tuoi hobby?
Ultimamente ho ripreso a fotografare
12. Hai animali domestici?
Esiste lo stepdog?
13. Quanto sei alto?
Poco
14. Materia preferita a scuola?
Fisica. Nel senso newtoniano del termine
15. Dream job?
Nei miei sogni non lavoro (cit.)
Non vi taggo, che se poi non lo faceste ci resterei anche male, ma sentitevi liberi
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diceriadelluntore · 11 months
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Storia Di Musica #276 - AA.VV., Pretty In Pink (o.s.t.), 1986
John Hughes non suona famosissimo oggi, ma per 15 anni, dal 1980 al 1995 è stato una sorta di gallina dalle uova d’oro per un genere cinematografico, i film per i ragazzi, collezionando successi che ancora oggi ricordiamo: basta dire che è lo sceneggiatore di Mamma Ho Perso L’Aereo e Beethoven. Ma prima ancora fu anche regista, a metà degli anni ‘80, di una serie di film sugli adolescenti che hanno segnato un certo tipo di immaginario, come Una Pazza Giornata Di Vacanza del 1986 (che la Biblioteca del Congresso USA ha deciso di inserire nella lista dei film da preservare per i valore artistico, culturale o estetico del lavoro) e una serie di film con protagonista una giovane attrice, Molly Ringwald, che con i suoi capelli rossi e il broncio naturale fece innamorare una generazione intera di ragazzi. Tra i film, Sixteen Candles - Un compleanno da ricordare del 1984, The Breakfast Club del 1985 (un culto, anch’esso nel Registro di conservazione della Biblioteca del Congresso) e il film di oggi, Pretty In Pink (in italiano Bella in Rosa) del 1986. La trama è semplice:, Andie Walsh (la Ringwald) è una studentessa che lavora part-time in un negozio di dischi, gira su una macchina rosa e vive con il padre disoccupato non ancora ripresosi dall'abbandono della moglie. Grazie a una borsa di studio, ha l'occasione di frequentare una facoltosa scuola frequentata da ricchi e snob figli di papà: sentendosi inadeguata all’ambiente e per l’astio degli altri studenti viene presa in giro dai suoi compagni ed è costretta a cucirsi gli abiti per apparire sempre diversa. L'amico d'infanzia Duckie (Jon Cryer, con lei anche in The Breakfast Club) è da sempre innamorato di lei e la corteggia, ma Andie si innamora di Blane (Andrew McCarthy) , ragazzo di buona famiglia che la ricambia, invitandola al ballo scolastico, tirandosi però indietro dopo le pressioni di amici e genitori, che per lui sognano un futuro promettente al fianco di una ragazza di ben altro ceto sociale. Nonostante il rifiuto di Blane, Andie non si scoraggia e, confezionato un bellissimo abito rosa, chiede all'amico Duckie di accompagnarla al ballo, dove Blane, senza tenere in conto dei pareri contrari di coloro che lo circondano, dichiara il suo amore ad Andie. Duckie rendendosi conto di fare la cosa giusta si mette da parte, permettendo l'amore tra Andie e Blane. Il film fu un successo al botteghino, decuplicando i costi di produzione, e tra i meriti c’era anche una favolosa colonna sonora, che racchiude il meglio della new wave del tempo, con canzoni quasi tutte scritte appositamente per il film. Tra l’altro, Pretty In Pink prende spunto da una canzone degli Psychedelic Furs del 1981, Pretty In Pink appunto, dall’album Talk Talk Talk. Hughes, che aveva una certa passione per la musica, riuscì a farsi scrivere dei pezzi clamorosi: Orchestral Manoeuvres In The Dark per la prima versione della scena finale, dove Duckie bacia Andie che non va più da Blane, offrirono Goddess Of Love, ma una visione privata del film fece decidere il cambio del finale, e la band scrisse per questo momento If You Leave che divenne una hit internazionale. Suzanne Vega è accompagnata al piano da Joe Jackson nell’altrettanto famosa Left Of The Center. Hughes pesca Jesse Johnson, che fu uno dei co-protagonisti di Purple Rain di Prince, e gli fa cantare in pieno stile folletto di Minneapolis Get To Know Ya. Michael Hutchens scrisse il testo di Do Wot You Do (che per un errore di stampa non era il corretto What) su un foglietto di carta di un bar, e gli INXS non la pubblicarono che su una raccolta di rarità solo molti anni dopo. I New Order scrissero Shellshock, che addirittura comparirà prima nella colonna sonora che come singolo ufficiale (nel film verrà usata anche la b-side del singolo, Thievies Like Us che però non compare nella compilation), altro brano che arriverà nelle posizioni di classifica alte in mezzo mondo. Gli Echo And Bunnymen ri-registrarono per il film una nuova versione di una loro canzone, Bring On the Dancing Horses, che appariva in una loro compilation del 1985, Songs To Learn & Sing. Nel film appaiono anche tre canzoni simbolo del decennio: Round, Round di Belouis Some, anch’essa scritta apposta, e poi due miti degli anni ‘80, Wouldn't It Be Good di Nik Kershaw, dall’album Human Racing del 1984 (che aveva copertina e videoclip curati da Storm Thorgerson) e soprattutto quel capolavoro in meno di due minuti che è Please, Please, Please, Let Me Get What I Want dei The Smiths, dove Morrisey e Johnny Marr racchiudono la grazia e la potenza della liberazione da un dolore in meno di due minuti, con finale affidato al mandolino suonato dal produttore John Porter. Per il successo del film e dei brani, per la riuscita amalgama dei brani con le scene del film e per il fatto che molte canzoni divennero famosissime, la colonna sonora è considerata una delle migliori di tutti i tempi. Nel film un cameo lo ebbe pure Dweezil Zappa, che all’epoca era un volto famoso di MTV America, che ebbe anche una storia d’amore con Molly Ringwald, divenendo invidiatissimo da un’intera generazione di ragazzi innamorati di quella rossa dal broncio irresistibile.
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canesenzafissadimora · 5 months
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E ti diranno un sacco di cose. Te ne diranno tante. Tutte giuste. Tutte vere. Ti diranno di non scappare dal dolore. Di vivertelo tutto. Di farci amicizia. Che si può morire in mille modi ma di certo non si può morir d’amore. Ti diranno di non restare sola di uscire di segnarti in palestra cambiare taglio di iscriverti a una scuola di ballo. Conoscere gente. Che lì ci si diverte solo senza il bisogno di pensare a niente. Ti diranno che è andata come doveva andare. E di prenderti le gocce. E di dormire. Possibilmente per un po’ anche di smettere di sognare. Che il più coraggioso in fin dei conti resta sempre e il più vigliacco, invece decide di mollare. E la mattina di svegliarti presto. Andare a correre. Sentirti bella. Leggere un libro. Leggerne tanti. Che le risposte sono tutte lì. Anche se adesso ti senti piccola. In mezzo a un mondo di giganti. Ti diranno un sacco di cose. Te ne diranno tante. Tutte giuste. Tutte vere. Ma non serviranno a niente. Starà soltanto a te decidere. Quando sarà il momento giusto per dire: adesso basta. E poi, ricominciare a vivere.
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Andrew Faber
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gregor-samsung · 1 year
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“ Dovevo ben insegnare come il cittadino reagisce all’ingiustizia. Come ha libertà di parola e di stampa. Come il cristiano reagisce anche al sacerdote e perfino al vescovo che erra. Come ognuno deve sentirsi responsabile di tutto. Su una parete della nostra scuola c’è scritto grande «I care». È il motto intraducibile dei giovani americani migliori. «Me ne importa, mi sta a cuore». È il contrario esatto del motto fascista «Me ne frego». Quando quel comunicato* era arrivato a noi era già vecchio di una settimana. Si seppe che né le autorità civili, né quelle religiose avevano reagito. Allora abbiamo reagito noi. Una scuola austera come la nostra, che non conosce ricreazione né vacanze, ha tanto tempo a disposizione per pensare e studiare. Ha perciò il diritto e il dovere di dire le cose che altri non dice. È l’unica ricreazione che concedo ai miei ragazzi. Abbiamo dunque preso i nostri libri di storia (umili testi di scuola media, non monografie da specialisti) e siamo riandati cento anni di storia italiana in cerca d’una «guerra giusta». D’una guerra cioè che fosse in regola con l’articolo 11 della Costituzione. Non è colpa nostra se non l’abbiamo trovata. Da quel giorno a oggi abbiamo avuto molti dispiaceri. Ci sono arrivate decine di lettere anonime di ingiurie e di minacce firmate solo con la svastica o col fascio. Siamo stati feriti da alcuni giornalisti con «interviste» piene di falsità. Da altri con incredibili illazioni tratte da quelle «interviste» senza curarsi di controllarne la serietà. Siamo stati poco compresi dal nostro stesso Arcivescovo (Lettera al Clero 14.4.1965). La nostra lettera è stata incriminata. Ci è stato però di conforto tenere sempre dinanzi agli occhi quei 31 ragazzi italiani che sono attualmente in carcere per un ideale. Cosi diversi dai milioni di giovani che affollano gli stadi, i bar, le piste da ballo, che vivono per comprarsi la macchina, che seguono le mode, che leggono giornali sportivi, che si disinteressano di politica e di religione. Un mio figliolo ha per professore di religione all’Istituto Tecnico il capo di quei militari cappellani che han scritto il comunicato. Mi dice di lui che in classe parla spesso di sport. Che racconta di essere appassionato di caccia e di judo. Che ha l’automobile. Non toccava a lui chiamare «vili e estranei al comandamento cristiano dell’amore» quei 31 giovani. I miei figlioli voglio che somiglino più a loro che a lui. “
* L'11 febbraio 1965 un gruppo di cappellani militari in congedo della Toscana, riunitisi in assemblea a Firenze nell’anniversario della conciliazione tra Stato e Chiesa, votarono un ordine del giorno in cui dichiaravano, fra l’altro, di considerare «un insulto alla Patria e ai suoi Caduti la cosiddetta “obiezione di coscienza”, che, estranea al comandamento cristiano dell’amore, è espressione di viltà». L’ordine del giorno, pubblicato dal quotidiano «La Nazione» di Firenze, fu fatto conoscere a don Lorenzo da alcuni giovani di San Donato e da un amico professore di Prato saliti a Barbiana la domenica successiva. Il Priore stava facendo scuola. Lesse il ritaglio del giornale insieme ai ragazzi. Se ne discusse un’intera serata, e maturò così la «Lettera ai cappellani militari toscani che hanno sottoscritto il comunicato dell'11 febbraio 1965». La Lettera, firmata da don Lorenzo, venne diffusa a stampa in forma di volantino e fu riprodotta parzialmente da vari giornali e per intero dal settimanale del P.C.I. «Rinascita» [ Nota del curatore ].
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Lettere di don Lorenzo Milani priore di Barbiana, a cura di Michele Gesualdi, Mondadori (collana Oscar n° 431), 1976; pp. 213-214.
[1ª Edizione: 1970]
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melancomine · 1 year
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SEX ON FIRE | eddie munson x lettrice
trama: la tua vita è fatta di concerti, sei sempre sotto al palco e sai come farti notare. eddie munson, la persona che più ti ha dato il tormento al liceo, responsabile di tutti i tuoi sogni bagnati, è il frontman della band che suona stasera. è la tua occasione.
pairing: eddie munson x lettrice
word count: 7,9k
avvertenze: smut esplicito, gelosia, preliminari (m/f), sesso protetto, dirty talking, un po' di fluff alla fine, gli eventi di st4 non sono mai accaduti, 1987
masterlist | wattpad
sex on fire
”È questo il posto?” Chiede Steve Harrington quando scendete entrambi dalla sua BMW del ’77 color Borgogna. Siete amici da quando ne hai memoria e ti ha sempre accompagnata in mille avventure. Questa sera avete trovato un locale che ospita una band di cui hai sentito parlare spesso, i Corroded Coffin, ma che non hai mai avuto l’occasione di ascoltare.
Ami andare ai concerti. Ti senti viva, l’energia e la forza che provi sotto al palco non le troverai mai da nessun altra parte. Non importa quale sia il genere che stai ascoltando, almeno una volta a settimana hai bisogno di un concerto. Una droga a tutti gli effetti. Per fortuna Steve ti capisce e ti appoggia.
”Sembra proprio di sì.” Rispondi con un sorriso. Sei emozionata perché sai che una bellissima serata ti sta aspettando dietro quella porta. L’insegna al neon raffigurante il nome del locale, The Hideout, illumina le vostre persone di uno sgargiante verde fluorescente mentre vi avvicinate all’ingresso.
L’ambiente non è tanto grande. Una volta entrati, il bar si presenta alla vostra sinistra e dalla parte opposta, appena dopo la pista da ballo, il palco, alto appena sessanta centimetri, permettendo alle band di suonare in un luogo più intimo. Le pareti sono tappezzate di poster di gruppi e cantanti famosi come i The Clash, gli Eagles e Bruce Springsteen. Le luci sono spente e le uniche illuminazioni sono altre insegne al neon e i riflettori puntati sul palco, a decorarlo gli strumenti dei componenti dei Corroded Coffin, pronti ed esitanti di essere suonati.
Sono le dieci e il concerto non inizierà prima di mezz’ora, tu e Steve decidete di prendere qualcosa da bere per sciogliere la tensione. Le persone presenti sembrano avere avuto la stessa idea, infatti si trovano sparse per il locale con un bicchiere in mano a ballare sulla musica degli U2 trasmessa in questo momento. Alcuni già ubriachi, altri persi completamente nella melodia delle canzoni. Delle ragazze si sono già appostate in prima fila, sono ammiratrici dei Corroded Coffin e le riconosci dalle t-shirt che indossano con il loro logo, lo stesso stampato sulla grancassa della batteria. 
Sei in fila per ordinare da bere, quando una chioma riccia e scura ti sorpassa. Sei un po’ perplessa e sei pronta ad arrabbiarti con chiunque ti abbia rubato il posto. Picchietti con un dito la spalla del ragazzo ed egli si gira, facendoti rimanere a bocca aperta.
”Eddie?” Lo stronzo che ha provato a sorpassarti lo conosci bene, anzi benissimo. Non sai come hai fatto a non riconoscere subito quel mullet e quelle spalle alte e possenti. Improvvisamente non sei più arrabbiata e dei flash del liceo ti annebbiano la vista. Eddie lo svitato Munson era due anni più indietro di te al liceo a causa del suo comportamento da classico ribelle e i voti troppo bassi. La sua brutta reputazione e la sua personalità estroversa erano i motivi per cui a scuola si parlava in continuazione di lui e della sua setta satanica. Sapevi che erano tutte voci false, in quanto l’Hellfire Club era solo un gruppo di ragazzini, denigrati come lui, che si ritrovava per giocare a Dungeons and Dragons. Lo hai sempre ammirato ma non hai mai avuto il coraggio di parlarci, soprattutto non dopo il primo di una lunga serie di sogni bagnati che hai avuto su di lui. Immaginavi quelle lunghe dita da metallaro in mezzo alle tue gambe e ti chiedevi che sensazione avrebbero provocato i suoi anelli contro la tua pelle. Hai la bocca leggermente aperta e hai iniziato a salivare. Istintivamente stringi le cosce perché quel pensiero lo stai avendo anche adesso che ce l’hai davanti.
Eddie ti rivolge un sorrisetto che contrasta il suo sguardo confuso, ma solo per un momento, perché la memoria sembra essergli tornata. ”Hey! Andavi alla Hawkins High, giusto?”
È passato un anno da quando hai finito la scuola e quindi da quando hai visto Eddie per l’ultima volta ma non è affatto cambiato. Indossa ancora quella catenina al collo con un plettro e soprattutto alle mani ha ancora gli stessi anelli che ti hanno fatto sognare. La maglietta dei Pink Floyd a cui ha strappato le maniche è infilata nei jeans neri strappati alle ginocchia con cui eri abituata a vederlo e mostrano con orgoglio i tatuaggi sulle braccia. Dei grossi anfibi ai piedi e una camicia di flanella rossa legata alla vita. Attorno al bicipite è stretta una bandana con dei teschi disegnati e ricordi che anche quella faceva parte di ogni suo outfit, in qualche modo. 
Annuisci e ricambi il sorriso. Fuori sembri sicura di te ma dentro hai tutti gli organi in subbuglio, le farfalle nella pancia non ti stanno dando pace e cerchi di placarle stringendo i pugni. ”Sì, esatto! mi chiamo Y/N.” Il suo buon umore si riflette su di te.
”Certo, mi ricordo. Una volta hai fatto una foto a me e al mio club. È ancora appesa sopra la mia scrivania.” Credevi che Eddie non fosse neanche al corrente della tua esistenza ma ora il pensiero che non solo si ricorda di te, ma che persino ti pensa ogni volta che vede quello scatto, ti fa serrare la mandibola per trattenere un saltello di gioia. ”Finalmente la fotografa misteriosa ha un nome.” Ridacchia. Facevi parte del giornale della scuola ed eri incaricata alle fotografie. Quel giorno è impresso nella tua memoria indelebilmente. Stavi ritraendo le cheerleader per un nuovo articolo e l’Hellfire Club era presente nella stessa palestra. L’idea di Eddie era prenderle in giro e scherzare mettendosi in posa proprio come loro, la cosa ti ha fatto talmente ridere che hai dovuto immortalare il momento per forza. Sei corsa via ancor prima che potessero rivolgerti parola. Avevi sviluppato la foto e data a Nancy Wheeler e in qualche modo era arrivata a Eddie. ”Posso offrirti da bere?”
Ci troviamo in un altro tuo sogno erotico o Eddie Munson ti ha chiesto davvero se vuoi bere qualcosa con lui?
”Volentieri.” Ammicchi.
È il vostro turno al bar, Eddie si appoggia con le mani al bancone e si avvicina al barista per farsi sentire meglio a causa della musica alta. ”Due birre, grazie.” 
Con le vostre bevande, vi allontanate di qualche passo. Siete di fianco allo stand del merchandising dei Corroded Coffin e ne approfitti per mandare avanti la conversazione. ”La conosci la band di stasera?”
Eddie trattiene una furba risata, ”Sì, se la cavano.”
”È strano che con un nome così non siano famosi.”
”Certamente chi l’ha inventato deve essere un genio.” Si gratta ironicamente il mento.
Dai un’occhiata allo stand e alle cose che vendono. Insieme ai CD, alle cassette del loro album e le t-shirt, ci sono anche delle spille con il solito logo contornato da corna da diavolo e coda appuntita stilizzate. ”Dai, una spilla me la prendo.” Confermi, vuoi avere un souvenir. Il ragazzo dietro al tavolino prende i soldi che gli stai passando e ti giri di nuovo in direzione di Eddie.
”Ottima scelta.” Eddie ti sorride, mostrando che sulla sua maglietta strappata ce n’è una uguale ben salda. Tu, indossando solo una canottiera corta sotto la camicia, decidi di applicarla sulla tua gonna a pieghe nera. Gli occhi di Eddie cadono involontariamente sulle tue gambe coperte dal povero tessuto delle calze a rete e ciò lo sta mandando ai pazzi. Sta solo pensando di strappartele di dosso. Il conflitto è che deve ammettere che ti stanno davvero bene insieme agli anfibi che porti e il make up nero.
”Y/N, ho preso un drink anche per te.” L’inaspettato incontro con Munson ti ha fatto completamente dimenticare di Steve, che ora, con due bicchieri di Gin Lemon in mano ti affianca e te ne passa uno prima di accorgersi che lo possiedi già. Il suo sguardo è confuso e i suoi occhi vagano prima su di te, poi sul ragazzo più alto in piedi di fronte. Realizza subito cosa sta succedendo e sussurra un piccolo ”oh” prima di alzare il mento in forma di saluto a Eddie. ”Ciao, Eddie, anche tu qui?”
”Mi aspettavo di vederti a qualche festa e non in un locale punk, Steve. Che sorpresa!” La frase pronunciata con entusiasmo ma la sua espressione dice il contrario. Riconosci un sorriso falso anche ad occhi chiusi. 
”Non ti ci abituare, accompagno solo Y/N. Tutte queste borchie mi mettono un po’ i brividi.” Steve intuisce la situazione e, sentendosi di troppo, aggiunge ”Cerco qualcuna a cui offrire il drink in più, a questo punto. Sei in ottime mani, Y/N, vi lascio!”
Eddie fa un gesto con la mano con cui tiene saldo il bicchiere di birra per salutarlo e dopo un ”D’accordo, a dopo.” da parte tua, Steve sparisce nella folla che pian piano, con l’avvicinarsi dell’inizio del concerto, sta aumentando. 
”Sei venuta con Harrington.” Eddie conosce la reputazione da rubacuori di Steve, per questo sembra turbato dalla cosa. La mandibola tesa, gli occhi scuri ti stanno fissando, quasi nascosti dalle sopracciglia a causa dell’angolazione del suo viso rivolto verso il basso, alla Stanley Kubrick. Come d’istinto, il suo corpo si è fatto più vicino al tuo.
”È solo un amico.” Ci tieni a precisare e noti come i suoi muscoli si stiano rilassando a questa rivelazione. La sua gelosia invia una scossa che ti percorre tutta la schiena fino a farti venire la pelle d’oca. Sei nervosa e speri che un sorso della tua birra possa aiutare.
Call Me di Blondie irrompe nella stanza ed Eddie chiude gli occhi facendo cadere la testa all’indietro. ”Amo questa canzone.” Afferma, entrando completamente in un mondo a parte. Le sue spalle larghe stanno oscillando a tempo di musica e non riesci a fare altro che guardarle muoversi mentre lo imiti e cerchi di entrare in quel suo mondo, tra le nuvole. La vostra connessione rende facile il tuo compito e ora state ballando insieme, persi tra le note musicali. Il tuo bacino dondola e viene incitato da una calda mano che ci si appoggia sopra. Non ci rimane a lungo, le dita di Eddie sfiorano il fianco tracciando la tua silhouette da sotto la camicia larga a quadri che indossi, simile a quella che porta lui al posto della cintura, fino ad arrivare al braccio, viaggiano ancora un po’ e poi arrivano alle tue dita. Il tuo mignolo è ancorato al suo indice intanto che i vostri corpi si fanno più vicini, senza fermarsi dal ballare. Le vostre teste stanno facendo avanti e indietro a tempo di batteria e non vi azzardate a rompere il contatto visivo. Entrambi state cantando ma la musica alta non permette di far risaltare le vostre voci.
Vorresti che Call Me non finisse mai, se questo vuol dire averlo così vicino, ma purtroppo è proprio quello che accade. Tornate entrambi coi piedi per terra ed Eddie solleva il polso per guardare l’ora sul suo orologio. ”Devo andare.”
Scuoti la testa in confusione, sei disorientata, pensavi che vi steste divertendo. Siete stati insieme solo per poco tempo, non hai nemmeno finito la tua birra. ”Ma-” provi a dire.
”Tranquilla, ci vediamo tra poco.” Eddie ti fa l’occhiolino regalandoti uno splendido sorriso adornato da fossette prima di posare un leggerissimo bacio sulla tua guancia che immediatamente si colora di una sfumatura più scura di rosa. Non lasciandoti mai con lo sguardo, si allontana dalla tua accaldata figura e sparisce dietro una porta che chiude appresso a sé. La scia del suo profumo fa sembrare che sia ancora lì per qualche istante e nel momento in cui realizzi che se n’è andato per davvero fai scappare un sospiro.
Ti guardi intorno e vedi che Steve è in compagnia di una ragazza dai capelli rossi, non vuoi disturbarlo. Un vecchio orologio a pendolo in un angolo del locale segna le dieci e mezza, il concerto dovrebbe iniziare a momenti. Non ti resta che dirigerti verso il palco per godertelo e sperare di riuscire a incontrare di nuovo Eddie a fine serata. Ti affianchi alle fan che hai notato all’inizio in prima fila e attendi, come stanno facendo le altre persone dietro di te, che lo spettacolo abbia inizio. Guardando le altre ragazze, capisci che stasera dovrai competere per ottenere l’attenzione dei componenti della band, in special modo del cantante. Ti piace finire la serata in loro compagnia e spesso e volentieri, finirci a letto. Sei brava in quel che fai, stasera farai di tutto per farti notare. La cosa che più ami, è che queste scappatelle iniziano e terminano nella stessa notte, con una persona importante e desiderata da tutti e questo ti fa sentire speciale, gonfia il tuo ego, ti diverti senza complicazioni.
All’improvviso tutte le luci si spengono. Ed eccolo, il brivido che sale lungo la tua schiena, familiare e sempre benvenuto. Un ampio sorriso compare sul tuo volto e l’adrenalina che stai provando in questo momento ti obbliga a liberare dai polmoni un urlo acuto. La stessa adrenalina provoca applausi e schiamazzi simili ai tuoi a tutto quanto il pubblico quando i riflettori si accendono di rosa e viola e puntano sul palco.
La macchina del fumo si aziona e fai fatica a distinguere cosa stia accadendo. Delle figure, in mezzo alla nebbia, prendono postazione ai loro rispettivi strumenti. Poi, con una rullata di tamburi preliminare, la batteria dà il via alle danze e tiene il ritmo. Un basso si unisce, il suo profondo suono ti entra fin dentro le ossa. Dum… Dum dum… Dum… 
Non stai più nella pelle. Involontariamente il tuo corpo ha iniziato a muoversi a tempo con l’introduzione dei Corroded Coffin, a saltellare sul posto. Il pubblico sta battendo le mani e decidi di fare lo stesso. Siete tutti impazienti.
Una chitarra prende in mano la situazione e la canzone prende forma. Un’altra chitarra segue il resto degli strumenti e le fan vicino a te sembrano impazzite. Stanno saltando e portando le mani in avanti per avvicinarsi quanto più possibile alla nuova figura entrata in scena.
Il fumo piano piano sbiadisce, così riesci a vedere meglio i componenti. Il batterista ha i capelli, castano chiaro e lunghi, che gli coprono l’intero viso a causa dei suoi sfrenati movimenti contro il suo strumento. Indossa un gilet di jeans con delle spille degli Iron Maiden e dei Metallica, sotto di questo, niente, il suo petto nudo è già sudato e sopra ci cade una collanina con un teschio. Sposti il tuo sguardo sul bassista e ti rendi conto di averlo già visto da qualche parte. La sua lucente giacca di pelle quasi ti acceca, non riesci capire chi sia questo volto familiare. La realizzazione fa capolino sul tuo viso quando vedi che il chitarrista sta indossando la maglia dell’Hellfire Club. Questi ragazzi venivano tutti alla Hawkins High. Non ti resta che posare gli occhi sul frontman e… 
”Buonasera, bellezze! Siete pronti a spaccare tutto quanto?” Eddie fottuto Munson.
Spalanchi la bocca, sei stupita, ma anche eccitata. Non te lo aspettavi e internamente ti stai schiaffeggiando. 
Eddie si allontana dal microfono per sfoggiare la sua scintillante BC Rich Warlock rossa e nera e, suonando, viene dritto nella tua direzione. Le vibrazioni delle corde di quella chitarra elettrica dominano sull’intero Hideout. Il resto della band, che finalmente hai riconosciuto, accompagnano quella potenza Metal che è Eddie Munson. L’altezza del palco gli consente di chinarsi solo leggermente verso di te per guardarti negli occhi. Quel caldo marrone delle sue iridi è capace di scioglierti e quando ti sorride, mostrando le fossette lungo le guance, le tue gambe diventano gelatina. Prima di ritirarsi per attraversare l’intero perimetro del palco ed esibirsi davanti alle ammiratrici con le magliette del merchandising, ti rivolge un occhiolino. 
Durante il concerto, gli occhi di Eddie non ti abbandonano mai. Anche le fan di fianco a te se ne stanno accorgendo, infatti ti ucciderebbero con il loro sguardo pungente e infuocato, se potessero. Sei ammaliata dai suoi movimenti, il suo intero corpo si agita insieme alla chitarra e quelle dita, oh… quelle dita. Veloci e abili in quello che fanno, maestre esperte, il plettro stretto tra l’indice e il pollice, la mano sinistra che cerca gli accordi. Ti chiedi come facciano a non sanguinare sopra quelle corde in metallo per via della passione che ci mette nel suonare. Non fai altro che immaginarle dentro di te, impegnate a muoversi nello stesso modo, dedicandoti la stessa foga. Lo smalto nero che porta sulle unghie è rovinato e a questo punto immagini che sui palmi ci siano anche dei calli. Pensi che il suo tocco potrebbe essere talmente ruvido da farti male, in contrasto con la tua pelle liscia, ma ciò non ti ferma dal desiderarlo ardentemente su tutto il tuo corpo nudo. I muscoli delle sue braccia che si irrigidiscono. Stringi le cosce per contenere l’eccitamento ma lo sai benissimo che hai le guance di due tonalità più scure, le labbra più gonfie del normale e soprattutto le mutandine fradice. Non conosci le canzoni ma ti rapiscono e ti obbligano a ballare, a concederti a ogni nota.
Il sudore che scende dalla fronte di Eddie fa sì che i suoi capelli ricci e crespi si attacchino sul suo viso, sciolti sulle spalle si agitano insieme a lui a ritmo. La sua voce è celestiale, roca e profonda. Le tue orecchie non hanno mai udito tale bellezza. 
Finita la canzone che stavano suonando, Eddie si allontana di qualche passo per prendere un asciugamano e asciugarsi il viso. Le sua testa è piegata in avanti e le sue spalle sembrano ancora più grandi viste da dietro. ”Questa che stiamo per suonare è una canzone che non è ancora uscita.” Annuncia tornando alla sua postazione. Fa una piccola pausa quando il pubblico strilla in risposta. ”È l’ultima per stasera, si chiama Sex on Fire e fa più o meno così.”
Il brano inizia tranquillo con il profondo basso di Jeff e la chitarra di Grant. Eddie intanto ha chiuso gli occhi per immergersi completamente nel momento e col piede sta tenendo il tempo. Dopo qualche secondo entra anche Gareth con la batteria insieme alla chitarra principale di Eddie e tutto si fa più movimentato.
Il ritornello libera tutta la forza che possiede Eddie nel cantare e tu rimani ipnotizzata. È orecchiabile, per cui non fai fatica a imparare le parole. Le sue carnose e rosse labbra vicino al microfono, sono fatte apposta per baciarti, leccarti, esplorarti. I suoi lineamenti sono evidenziati dalle luci stroboscopiche colorate dei riflettori, illuminando i suoi zigomi e le sue gote incavate. L’arco di cupido inciso in modo perfetto sopra il labbro, progettato sicuramente da qualche scultore, potrebbe fare invidia alla più perfetta statua greca. Eddie ha notato che hai imparato il pezzo in tempo zero, per cui ti sorride prima di staccare il microfono dall’asta e avvicinarsi a te durante l’ultima ripresa. Si china, posiziona la chitarra dietro la sua schiena e lascia che sia Grant a suonare al posto suo e non più ad accompagnare. Porta il microfono vicino alla tua bocca e lui fa lo stesso, continuando a cantare. I vostri visi sono vicinissimi, afferri il concetto e canti insieme a lui, non interrompendo il contatto visivo.
You Your sex is on fire
Consumed With what’s just transpired
And you…
Il resto del pubblico è sparito. Siete solo voi due e la canzone. I vostri nasi si stanno sfiorando e se non fosse per il microfono vi stareste baciando. Stai ballando, saltellando e anche lui fa lo stesso. I vostri occhi, gli uni persi nel profondo degli altri. Non ti preoccupi di essere intonata o meno - e molto probabilmente stai gridando e basta - perché Eddie è davanti a te, ti sorride, con tutta la sua accecante bellezza, complice. Non esiste sensazione migliore, il cantante della band che si dedica completamente a te, solo e soltanto a te nell’intero pubblico, con tante ragazze urlanti disposte a tutto per prendere il tuo posto, e quando è Eddie Munson a farlo, il gesto assume ancora più valore.
Sex on Fire finisce ed il pubblico applaude, tu fai lo stesso. 
”Siamo i Corroded Coffin, grazie di tutto!” Eddie esclama lanciando il plettro in mezzo alla folla. Con la mano alzata in segno di saluto e un sorriso in volto si allontana verso il backstage, seguito poi da Jeff e Grant. 
”Comprate il nostro CD!” Afferma Gareth, si alza dalla sua postazione dietro la batteria e imita Eddie lanciando entrambe le sue bacchette. Una fan di fianco a te sta piangendo, essendo riuscita ad incoronare il suo sogno di avere sia il plettro che la bacchetta.
Le persone si sparpagliano per la sala, la musica della radio ricomincia a suonare mentre tutta l’atmosfera si affievolisce. L’adrenalina che hai nel corpo ci sta mettendo più del dovuto a scendere, per cui, sgambettando, vai alla ricerca di Steve. Per fortuna è solo a qualche metro più in là, con un braccio avvolto intorno alla vita della rossa che hai visto prima.
”È stato magnifico!” Affermi sorridendo.
Steve ricambia l’espressione contenta. ”Vai da lui.”
Aggrotti le sopracciglia. ”Cosa?”
”Vai da lui.” Ripete. Capisci subito di chi sta parlando, ancora prima che possa continuare ”Vi ho visti durante il concerto, se non fosse stato per tutte queste persone vi sareste saltati addosso.”
Ti prendi un momento per riflettere sulla cosa. Cazzo, se ha ragione. Eddie Munson ti ha letteralmente divorata per tutta la durata dello show e te lo stai facendo scappare così? Per un attimo hai dimenticato persino il tuo nome.
”Vero, credo che tu debba anche sbrigarti.” La ragazza dai capelli rossi si permette di intervenire, indicando dietro di te. Ti giri, il suo dito sta puntando su un cerchio di fan accanite in cerca di autografi, probabilmente lì in mezzo c’è Eddie.
Annuisci a entrambi e saluti Steve con un abbraccio, in questo modo gli hai fatto intendere che non hai bisogno di lui per tornare a casa.
I sentimenti che provi nei confronti di Eddie sono ancora più forti di prima, non può finire così e lui non può portarsi via un’altra ragazza quando sapete entrambi che siete fatti l’una per l’altro. Ti avvicini minacciosamente al gruppo di ammiratrici, con un paio di gomitate hai raggiunto Eddie. I suoi occhi si illuminano alla tua visione angelica, la salvezza che gli serviva. Probabilmente un bagliore circonda la tua persona.
”Ancora tu?” Qualcuna sbuffa, il sentimento di gelosia che provano e la tensione tra di voi è palpabile. Ti limiti a lanciarle un’occhiataccia.
”Scusate ragazze, ma io devo proprio andare.” Il fenomenale chitarrista si porta una mano al cuore dispiaciuto, china leggermente la testa. Ama le sue fan ma a volte esagerano ed è sicuro che le rivedrà al prossimo live.
Eddie ti afferra la mano e ti trascina via da lì. Tra la folla scivola come olio e fa strada verso la stessa porta in cui era entrato prima di iniziare. Attraversate per un attimo il backstage e varcate un’altra porta. Adesso siete sul retro del locale, è buio, notte fonda, una debole luce di un lampione riesce a illuminare voi e i cassonetti dell’immondizia, dimora di alcuni gatti randagi che con la vostra presenza sono scappati. Un van marrone mezzo ammaccato è parcheggiato nello stesso vicolo. Vedevi Eddie arrivare a scuola a bordo di esso e hai unito i puntini. 
The dark of the alley The breaking of day
Solo ora noti che Eddie si è cambiato i vestiti, sicuramente a causa del sudore. La t-shirt che sta indossando è dei Black Sabbath e anche questa è strappata, ma a differenza della precedente, a mancare non sono le maniche, bensì la parte di sotto. Il suo addome è completamente scoperto, la V è una perfetta pista d’atterraggio e i tuoi occhi stanno planando nella direzione in cui punta, il suo ombelico è esposto e decorato da una striscia di peli neri. I suoi boxer blu fuoriescono leggermente dai jeans, gli stessi di prima. Dalla tasca posteriore di quest’ultimi tira fuori un pacchetto di sigarette. Gli dà due colpetti con il palmo dell’altra mano, un’abitudine che non ha senso, ma che ha sempre fatto scaramanticamente.
”Un po’ di pace.” Dice, tirando fuori due sigarette, una te la porge prima di mettere la sua tra le labbra. L’accetti. Dall’altra tasca estrae il suo accendino Zippo, con un gesto veloce fa scattare il meccanismo che aziona la fiamma, porgi il viso in avanti, la sigaretta ben ancorata trai denti, Eddie te l’accende. Fa la stessa cosa con la sua. Con rapido movimento della mano chiude lo Zippo e rimette il tutto nei jeans.
”Già, incominciava a mancarmi il fiato lì dentro.” Le tue parole escono insieme ad una nuvoletta di fumo.
”Scusa, faccio questo effetto.” Scherza Eddie ma in realtà è proprio così. Fa un passo indietro per appoggiarsi al suo van, modello Chevrolet Nomad del ’79, la schiena completamente aderente al furgone e un piede alzato. Ha le braccia conserte ma una mano l’ha vicina al viso per poter fare qualche tiro ogni tanto dalla sigaretta.
Questa improvvisa distanza tra voi due non ti piace, non la sopporti, quindi ti avvicini, ancora, ancora. Ti accomodi tra le sue gambe, il ginocchio che tiene alzato ti sta sfiorando la coscia. ”Menomale che siamo soli, non riesco più a sentire da un orecchio, quelle di fianco a me non smettevano di strillare.”
Eddie rilassa le braccia e con un dito si aggrappa ad un passante della tua minigonna a pieghe. Aspira un altro tiro. ”Sei una piacevole sorpresa, ragazzina, lo sai?” Il fumo esce dalle sue labbra e ti sfiora il viso delicatamente. 
”Penso lo stesso.”
Sei naufraga di quegli occhi così caldi e profondi, più scuri di come li ricordavi. Un luccichio, forse dovuto dalla luce del lampione, o forse dovuto alla brama che prova nel vederti, fa sì che assomiglino a due ossidiane. ”Il tuo amico Steve dove l’hai lasciato?” Inspira attraverso un sorrisetto, l’estremità della sigaretta che si consuma e la cenere che cade tra il minuscolo spazio che vi divide. Ti tiene ancora ben stretta per la gonna.
Sai come agire e ricambi con lo stesso sorriso malizioso. ”Lascialo stare, il mio amico Steve.” Il tuo corpo si fa più vicino al suo, lasci cadere per terra la sigaretta quasi finita e la pesti con lo stivale. Hai in mano il controllo e sei tu a decidere che le vostre labbra devono solo sfiorarsi e non incontrarsi. Sei in punta di piedi per via della differenza d’altezza. Hai gli occhi fissi su di lui. La tua mano si aggrappa alla fibbia della sua cintura.
Il chitarrista deglutisce. ”Da dove cazzo sei uscita, tu?” Si riferisce alla chimica che c’è tra voi due. Vi conoscete da qualche ora ma state funzionando, gli piaci così tanto e desidera assaporare ogni secondo con te. I suoi occhi sono chiusi e ti scappa una risata quando lo senti strozzare un sospiro, la tua mano pronta a slacciargli la cinta. Eddie lancia via la ormai consumata sigaretta.
”Perché non ce ne and-” provi a dire, ma vieni interrotta da Eddie che ribalta la situazione, prendendo il tuo viso e sbattendoti contro il furgone. Quella sofferenza era durata fin troppo e azzera la distanza che vi separa, unendo finalmente le vostre labbra. Le sue dita in mezzo alle ciocche dei tuoi capelli, tirano leggermente e non ne può fare a meno, vuole sentirti più vicina possibile. Il suo naso contro la tua gota e la sua bocca, oh Dio, si dimena contro la tua in un miscuglio di lingue e saliva. Degli ansimi silenziosi e caldi fuoriescono da entrambi. Non ti sembra vero. Stai sicuramente sognando.
Eddie ti solleva per le cosce e ti fa sedere sul cofano del van. Rabbrividisci un attimo per via del materiale freddo del veicolo contro la tua pelle, la tua gonna è molto corta e a coprirti le gambe solo le calze a rete. Ti sta stringendo la schiena per far sì che le vostre figure siano legate completamente, le tue braccia sulle sue spalle. 
You…
Vi siete desiderati così tanto che adesso non volete lasciarvi andare. Ma c’è luogo e tempo per tutto, per cui Eddie si stacca dal bacio, con rammarico, e osserva le tue labbra gonfie e scarlatte, bagnate. Sei così sexy e lui deve averti. ”Sì, sì. Andiamocene.” Eddie continua la tua frase.
Con un piccolo aiuto scendi dal cofano, il frontman dei Corroded Coffin apre la portiera al tuo posto e ti fa salire, poi fa lo stesso con la sua e si posiziona sul lato del guidatore. Dall’aletta parasole fa cadere la chiave e accende il motore, uscendo da quel vicolo stretto. Vi state lasciando alle spalle il The Hideout.
Non sai dove state andando, ma non ti importa. Stai solo pensando a Eddie. Eddie, Eddie, Eddie. Sta guidando dritto nel buio e stringe il volante talmente forte da far diventare le sue nocche bianche. La mancanza delle tue morbide labbra si fa sentire, così tanto da obbligarlo a mordersi le proprie. 
Head while I’m driving I’m driving
Una mano si appoggia sul tuo ginocchio, è Eddie, cerca disperatamente il tuo contatto. Viaggia sulla tua coscia e finisce sotto la minigonna. Le sue dita sono sulle le tue mutandine e ti stanno accarezzando. Il respiro si fa sempre più pesante e la tua intimità sempre più calda e bagnata. Il tuo corpo si rilassa sul sedile ma sobbalzi quando senti il materiale delle calze a rete venire strappato. Le aveva afferrate in un pugno e strattonate con una mossa rapida. Tale prepotenza fa scappare un gemito dal fondo della tua gola. Un grosso buco permette a Eddie di sentire ancora di più tutto l’eccitamento che stai covando per lui.
Soft lips are open Them knuckles are pale
Eddie sta continuando a guardare la strada mentre tu hai il capo che affonda sul poggiatesta, il mento in alto, gli occhi rivolti verso il tettuccio del van. Le tue gambe sono spalancate ed Eddie ti sposta le mutandine da un lato. Con una mano stringi il sedile mentre l’altra è ben salda all’orlo della tua gonna. La punta delle sue dita sono sulla tua entrata, il medio e l’anulare sprofondano in te senza alcuna resistenza, le riporta fuori per collezionare tutto il tuo eccitamento fino al clitoride, poi le inserisce nuovamente, ancora una volta, e ancora una volta. Fai fatica a trattenere i gemiti di piacere, per cui decidi di lasciarti andare e coinvolgere Eddie nel tuo pornografico concerto di ansimi e respiri profondi.
Feels like you’re dying You’re dying
”Eddie, Eddie. Ti prego…” Riesci a dire in un sussurro, mentre le sue dita si divertono a muoversi dentro il tuo sesso. Le senti fino in fondo e finalmente hai una risposta, i suoi anelli sono ghiacciati a contatto con la tua bollente pelle. Ti stai contorcendo dal piacere.
You… Your sex is on fire
Eddie ha la bocca leggermente aperta per fare uscire meglio il suo affanno e ciò che ha nei boxer non riuscirà a tenerlo a bada ancora a lungo. ”Ci siamo quasi, piccola, casa mia è qui vicino.” Ti rassicura.
”Ti voglio. Adesso. Ho bisogno di te.”
Non se lo fa ripetere una seconda volta e appena vede l’opportunità, sterza tutto il volante per accostare all’entrata del bosco.
Nel frattempo, il resto dei Corroded Coffin sta uscendo dal retro. Hanno tutti gli strumenti e l’attrezzatura pronta per essere caricata sul van, ma boccheggiano quando si accorgono che quello che li sta aspettando non è altro che un vicolo vuoto. Gareth fa cadere i piatti a terra. ”Ma che cazzo?”
”Fottuto Munson.” 
Eddie scende dal veicolo spento e ti raggiunge per aprirti la portiera. Ti aiuta porgendoti una mano e quando i tuoi piedi toccano terra con un saltello, Eddie non perde tempo per ricominciare a baciarti. La vivida fiamma all’interno dei vostri petti fa sì che il vostro cercarvi l’un l’altra sia doveroso, le vostre mani aggrappate al corpo dell’altro come se in qualsiasi momento poteste scappare via. Tira la maniglia della portiera scorrevole posteriore, poi prende la giacca di pelle appesa ad uno dei sedili e l’adagia sul pavimento del van. Non ce n’è bisogno in quanto è presente la moquette: oltre al furgone per l’attrezzatura dei Corroded Coffin, Eddie lo utilizza come covo per fumare erba ed è arredato per renderlo più confortevole possibile. Sorridi lo stesso in quanto pensi che sia un bel gesto.
Ti trasferisci sul retro del van e ti siedi, le mani appoggiate dietro di te e le ginocchia alzate, le gambe leggermente divaricate. Il chitarrista ritrova le tue labbra e annaspando con una mano trova la maniglia della portiera per chiuderla dietro di sé. Afferrandoti una guancia, ti fa sdraiare sulla sua giacca di pelle.
Si adagia in mezzo alle tue gambe, ti sta stringendo il culo da sotto la gonna a pieghe. Un rigonfiamento duro sta spingendo contro la tua intimità e la cosa ti fa sospirare oscenamente. Il grezzo materiale dei suoi jeans inizia a muoversi contro di te, sul tuo delicato sesso. Le sue mani esplorano la tua intera persona, ti spogliano della camicia, lanciata poi lontana da voi e abilmente ti sfila anche il top. Eddie trova il delicato materiale del tuo reggiseno e ne traccia i contorni, provocandoti dei brividi. Fa cadere le sottili bretelle lungo le tue spalle, le vostre lingue ancora attorcigliate, inarcando la schiena lo aiuti a slacciartelo e poi a fargli fare la stessa fine della camicia. Il tuo seno viene stretto, nonostante la vostra foga, in modo delicato e non potresti amare questo uomo più di adesso. Il perfetto equilibrio tra passione e rispetto ti fa sentire al settimo cielo. Eddie ti tratta come la più delicata creatura ma al tempo stesso ti fa sentire una porno star. Il suono di un profondo gemito da parte sua vibra sulle tue labbra. Riprende fiato, sussurra un leggero ”Cazzo…” e poi i suoi denti ti sfiorano il collo, poi le clavicole, infine il tuo capezzolo già irrigidito ed eccitato. 
Hot as fever Rattling bones
Il bottone della gonna viene slacciato dalle sue esperte mani ed essa viene poi sfilata, facendola scendere lungo le tue meravigliose gambe. Eddie ti sta ammirando. Ora hai addosso solamente le calze a rete, rotte, che permettono alle tue mutandine di essere protagoniste, e gli anfibi ai piedi. Sembri uscita da un magazine di Play Boy e lui potrebbe venire solamente guardandoti. Sei impaziente e lo vuoi dentro di te, ma Eddie vuole assaggiarti e ricordarsi per sempre del tuo sapore. Si abbassa verso il tuo addome, tracciando con la lingua una linea immaginaria fino al pizzo del tuo intimo, ci lascia un caldo e umido bacio prima di soffiarci sopra ”Sei così bagnata, è tutto per me, non è vero?”
I could just taste it Chased it
Eddie ti apre ancora di più le tue gambe e te le abbraccia, portandole sopra le sue spalle. La sua testa è immersa lì in mezzo e i suoi capelli lunghi stanno solleticando le tue cosce. Il suo delicato ma ruvido tocco arde sulla tua pelle. In questo momento sei la miccia di una bomba pronta ad esplodere. ”Sono solo tua.”
Eddie ti sposta le mutandine da un lato. ”Brava, ragazzina, dillo.” Altri baci vengono posati sul tuo sesso.
”Tua.” Ansimi. 
Sorride compiaciuto e affonda completamente il viso in te. La sua lingua si muove frenetica sul tuo clitoride, la sua bocca ti avvolge. Fai fatica a vederlo per via del buio della notte, ma percepisci ogni suo movimento e la tua mano finisce tra i suoi capelli, permettendogli di starti più vicino. Intanto ti stai stimolando un capezzolo. Il rumorino dei suoi baci e della sua lingua si confondono coi tuoi affanni e riempiono il van di passione che si manifesta sui vetri, appannandoli.
”Dimmi come ti faccio sentire, piccola.” Il tuo sapore è diventata la sua nuova cosa preferita.
Stai tremando e i tuoi fianchi oscillano su e giù sul suo naso. ”Mi fai bagnare così tanto, Eddie…”
”Amo il modo in cui dici il mio nome.” Si allontana dolcemente e tira una leggera pacca sul tuo sesso gonfio, gli anelli di acciaio ti colpiscono e gemi per il loro materiale duro contro di te. Eddie afferra l’orlo del suo crop top e se lo sfila di dosso, esibendo il suo petto virile e tatuato. Vorresti leccarglielo e morderlo, lasciargli i segni del tuo passaggio e ufficializzarlo tuo.
Le tue mani finiscono sulle sue spalle per fargli cambiare posizione, sfiorando quella collanina con il plettro a cui è tanto affezionato, si appoggia con la schiena alla parete del van mentre ti fai strada tra le sue gambe. Gli sfibbi la cintura e gli tiri giù la zip dei jeans. Eddie solleva il bacino per far scendere meglio i pantaloni insieme ai boxer, fino a toglierli. La sua prorompente erezione sbatte contro il suo addome e tu boccheggi alla meraviglia che hai davanti. Eddie è così grande, non sai come farai a gestirlo. Lo guardi dritto negli occhi e gattoni verso il suo pene lentamente, sensualmente, l’espressione colma di malizia, le tue iridi velate dalle lunghe ciglia truccate di nero. Ti chini su di lui, sei inginocchiata e il tuo culo, coperto dalle calze a rete e dal pizzo, è ben in alto, donando a Eddie una vista che non dimenticherà mai. La tua lingua sfiora le sue palle e traccia una linea lungo tutta la lunghezza del suo sesso, Eddie fa uscire un profondissimo lamento alla nuova sensazione. La sua voce è roca, il suo petto si alza e si abbassa velocemente. Prendi la punta tra le labbra, bagnandola con la saliva e lentamente lo fai entrare nella tua bocca. Arrivata a metà, non ce la fai. Sollevi la testa e ci riprovi, ricreando le stesse azioni ma prima ci sputi volgarmente sopra e lo pompi un paio di volte con la mano mentre riprendi fiato.
”Sei bravissima, pensi di riuscire a prenderlo tutto?” Eddie prende il tuo viso con una mano, poi la sposta tra i tuoi capelli. Dai lati della tua bocca escono dei rivoli di saliva e le tue labbra sono gonfie e bagnate. Annuisci ed Eddie ti conduce di nuovo verso il suo pene. ”Brava.”
Avvolgi nuovamente la sua punta e questa volta con più decisione, fai scendere la testa fino in fondo, il tuo naso solleticato dai peli corti alla base del cazzo. Eddie ansima per la tua iniziativa e il suo pene ha un piccolo spasmo nella tua gola. Riesci a sentirlo tutto, la cappella sta stuzzicando la tua ugola e ciò ti provoca un piccolo conato, ma resisti. Due lacrime solitarie scorrono lungo il tuo viso, Eddie impedisce loro di cadere, raccogliendole con il pollice.
Ti prendi qualche secondo per abituarti all’enorme presenza, successivamente riprendi a muovere la testa, su e giù. La tua lingua crea disegni immaginari sulla sua lunghezza. Eddie venera il capolavoro che sei, come ti agiti sensualmente e quando inizi a masturbarti, soffocando i tuoi gemiti intorno al suo pene, facendo vibrare l’intera bocca, Eddie fa cadere la testa all’indietro, provocando un rumore quando il suo capo si scontra con la parete metallica del furgone. I suoi occhi non ti lasciando andare e tu fai lo stesso. 
”Sì, continua così.”
La sua mano tra i tuoi capelli non ti spinge più in profondità ma accompagna i tuoi movimenti. Sei sicura di te e la tua autostima ti fa giocare con Eddie. Hai una mano sul suo addome, l’altra sta stimolando il clitoride. Il fondo della tua gola viene colpito in continuazione e ciò ti fa lacrimare. Senti che Eddie è sempre più vicino, i suoi gemiti sono più rimbombanti. Aumenti il ritmo e lui, stringendoti le ciocche per tenerti ferma, viene copiosamente nella tua bocca. Il suo caldo sperma scende lungo la tua gola e ingoi tutto quanto. Alzi la testa e una scia di saliva collega il tuo labbro inferiore con la sua arrossata e gonfia cappella. Hai le guance rosse, gli occhi lucidi e il mascara si è sciolto in due righe nere lungo il tuo viso per colpa delle lacrime. Riprendi fiato guardando Eddie che fa lo stesso. Sei un disastro ma il chitarrista pensa che tu sia migliore di qualsiasi quadro del rinascimento e pensare che quel viso distrutto ma contento e soddisfatto è opera sua, provoca un altro spasmo al suo cazzo.
Gattoni su di lui, sedendoti sopra il suo grembo, ”Devo averti dentro di me, Eddie.” Fai ricongiungere le vostre labbra, sulla tua lingua inciso il suo sapore. 
Eddie brancola nel buio alla ricerca dei suoi pantaloni e una volta trovati, tira fuori dalla tasca anteriore il portafogli. Lo apre ed estrae la bustina luccicante e argentata di un preservativo. I tuoi occhi si illuminano di lussuria. Apre attentamente l’involucro e se lo infila.
Direzionato da Eddie, la punta del suo pene picchietta sulla tua rovente entrata e ciò ti fa fremere. Spostandoti le mutandine di lato, raccoglie tutto il tuo eccitamento per lubrificare il profilattico e quando sentite che è abbastanza, Eddie affonda in te. Tenendoti sulle le sue spalle, lo fai entrare lentamente. ”Guardami dolcezza, senti come ti stai aprendo per me.” Ti mormora sul viso.
Hai la bocca spalancata, ti siedi completamente su di lui, le vostre cosce che si toccano. ”Hai visto? Questo cazzo è fatto apposta per te.”
Sei piena, il suo membro ha raggiunto punti che nessuno è riuscito a toccare. Inizi a saltellare su di lui, le sue mani sui tuoi fianchi per guidarti nei movimenti. Il tuo seno rimbalza a qualche centimetro dal suo viso e il tuo culo sta schiaffeggiando le sue cosce causando dei rumori assordanti ed eccitanti. La sua pelle nuda è così morbida e liscia, adornata da tatuaggi che lo rendono possibilmente più attraente. L’interno del tuo sesso lo avvolge con armonia e ogni tanto lo stringe con delle piccole contrazioni e ciò lo fa impazzire. La tua schiena è inarcata per sentirlo ancora di più dentro di te, ti stai dimenando e ora non è più un saltellare ma un avanti e indietro. Il clitoride sta sfregando sul suo pube e le tue ginocchia grattano contro l’apparente materiale morbido della moquette, ma in realtà ti sta graffiando la pelle per colpa della foga che ci stai mettendo a fottere Eddie Munson.
”Sì, sì, sì… Oh, Eddie.” Ogni parola esce insieme ad un gemito a ritmo con le tue spinte.
But it’s not forever But it’s just tonight Oh, we’re still the greatest
Sei vicinissima all’orgasmo quando Eddie ti afferra entrambe le guance con una mano, obbligandoti a guardarlo. Con l’altro braccio ti tiene ferma, abbracciandoti, cosicché tu non possa più muoverti e sia lui a spingersi dentro di te, sollevando i fianchi da terra e affondando più in profondità. I tuoi occhi girano all’indietro.
La miccia si sta consumando e la bomba sta per esplodere, ma il metallaro sconvolge la situazione, girandoti e posizionandoti a quattro zampe. Eddie continua a scoparti, aggrappato al tuo culo, stringendo la tua carne. In pugno ha le tue calze a rete e con ogni spinta si strappano sempre di più. Stai urlando dal piacere e odi non poterlo guardare, ma la nuova posizione favorisce al tuo orgasmo di arrivare più rapidamente. ”Sì, Eddie, proprio lì. Continua così, ti prego, non ti fermare.” Ti sollevi per raggiungere il sedile anteriore e avvolgere un braccio intorno al poggiatesta. Sei sicura che se non ti reggi a qualcosa potresti svenire. Il tuo corpo sta tremando insieme all’intero van, hai le gambe deboli ed Eddie si sta spingendo in te sempre più forte e veloce.
”Non ci penso neanche a fermarmi. Sei perfetta.” Eddie ti afferra i capelli dalle radici, portandoti la testa all’indietro e ciò rende i tuoi gemiti soffocati. Il suo respiro contro il tuo orecchio, i vetri dei finestrini oscurati dai vostri affanni. Uno schiaffo arriva prepotente sul tuo culo e un grido esce dalla tua peccaminosa bocca. Un altro, seguito da un altro ancora. Hai la pelle arrossata e leggermente violacea.
The greatest The greatest
And you… Your sex is on fire
”Cazzo.” La vocale finale è prolungata in quanto il tuo orgasmo si sta facendo strada nel tuo corpo, portandoti sulle nuvole, la tua voce storpiata a causa dei fianchi di Eddie che violentemente si scontrano coi tuoi. Lo senti nello stomaco, nella gola e lo lasci andare con un urlo. La bomba sta esplodendo in mille fuochi d’artificio che rendono la tua figura tremante. Le tue gambe hanno degli spasmi quando senti che Eddie sta andando incontro al suo secondo orgasmo.
”Sto venendo.” Afferma Eddie in un gemito e gli servono solo qualche altro paio di spinte per svuotarsi all’interno del preservativo. Rimane fermo qualche secondo dentro di te, poi si sdraia sulla moquette sfinito. Anche tu lo sei, per questo fai la stessa cosa, usando il suo braccio come cuscino.
”Cazzo.” Ripeti mentre il tuo fiato torna regolare.
Eddie sfila il profilattico dal suo pene rosa che si sta ammorbidendo e ci fa un nodino prima di lanciarlo da qualche parte nel van come avete fatto coi vostri vestiti. Sollevandosi coi gomiti, raggiunge il tuo viso per un bacio finale molto stanco ma ugualmente pieno di passione. La sua mano da chitarrista è grande quanto la tua faccia. Si stacca dal bacio e ti sorride, ”Sei una fottuta meraviglia.” Dice, poi si riveste. Tu rimani sdraiata un po’ più a lungo di lui e quando ti alzi noti che le tue calze sono ridotte a brandelli. Non ti importa più di tanto e dopo aver setacciato il van, ti rimetti i vestiti.
Scendete entrambi dal furgone per tornare ai sedili anteriori ed Eddie si rimette alla guida.
”Dove andiamo?” Gli chiedi, la voce un po’ roca dovuto al potentissimo orgasmo che Eddie ha saputo donarti. Pensi che sia stato il più intenso che tu abbia mai avuto.
”La mia roulotte è proprio qui dietro. Non ti lascio tornare a casa ridotta così.” Eddie si riferisce alle tue calze distrutte, il trucco colato e i capelli che stanno facendo invidia a Ozzy Osbourne. Ma ti trova stupenda, più bella di inizio serata, quello scompiglio esiste grazie a voi e alla vostra sfrenata connessione.
Annuisci e dopo soli cinque minuti siete arrivati al suo caravan. Scendi dal van e lasci che Eddie ti mostri la via. Ti apre la porta e ti fa accomodare nella sua dimora. Ti fa strada fino in fondo al corridoio, in camera sua e ti consiglia di sdraiarti sul letto. È esattamente come te l’aspettavi, rispecchia in pieno la sua personalità. Il tema scuro delle tende, altre due chitarre appese al muro, amplificatori, i poster delle band Metal più famose e sulla scrivania, come aveva detto, la foto che avevi scattato all’Hellfire Club in palestra. Quando il tuo corpo entra a contatto con quel morbido materasso, chiudi istintivamente gli occhi. Fai uscire un mugugno dalla bocca, ti sembra di stare su una nuvola rispetto alla moquette del furgone.
”Puoi farti una doccia e sentiti libera di usare i miei vestiti.” Dice Eddie, indicando il suo armadio dall’altro lato della stanza.
Noti che lui, invece di raggiungerti a letto, si infila la giacca di pelle recuperata dal furgone e sembra di fretta. ”Tu dove vai?” Gli chiedi in mezzo ad uno sbadiglio. Chiudi di nuovo gli occhi e il tuo intero corpo si rilassa.
”Ho dimenticato qualcosa al locale.” Si china per darti un bacio sulla tempia, ti sposta qualche ciocca di capelli dal viso e la usa come scusa per accarezzarti. Sei in completa balia del suo tocco e appena si accorge che ti sei addormentata, Eddie sorride. Ti sfila le scarpe e ti copre col suo lenzuolo, poi, accorgendosi che deve affrettarsi per recuperare cosa, o meglio chi, ha lasciato al The Hideout, corre in direzione del van.
Tu, al contrario, sei tranquilla e ti senti al sicuro tra le sue coperte.
I sogni si avverano, anche quelli bagnati.
And you… Your sex is on fire
Consumed With what’s just transpired
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t-annhauser · 1 year
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In caso di guerra
(nascondersi)
Se dovesse vincere la Russia ci si presenterebbe la necessità di dichiararle guerra e per l'occasione dovremo schierare l'artiglieria pesante, vale a dire le nostre batterie di missili intercontinentali. Certe meraviglie della tecnica non sono fatte per restarsene chiuse in un buco scavato nella terra, hanno bisogno di prendere aria, di correre e sudare, come i cani da caccia. Ricordo l'impressione che mi fecero quelle montagnette perfettamente lenticolari che spuntavano come mammelle in mezzo ai prati della base missilistica di Zelo-Ceneselli, Rovigo, quando da giovane mi recai lì per un'esibizione di ballo. Dismessa nel 1998, la base era sede del 79º Gruppo IT (Intercettori Teleguidati) e distava pochi chilometri da casa mia. Erano "batterie missilistiche schierate principalmente nel nord-est, con lo scopo di contrastare gli attacchi provenienti dai paesi dell'ex-patto di Varsavia". Per la cronaca, quella sera mi feci prendere dall'emozione e sbagliai tutte le figure del paso doble. Anni dopo venni a sapere che in quella base prestò servizio militare un mio compagno di scuola, come barman. La guerra è un affare così grosso che al solo pensarci provo un grande senso di inadeguatezza, non so nemmeno come si fa ad accoppare un cristiano, anche se ortodosso. Forse potrei sorprenderne uno alle spalle tirandogli una padellata in testa, tuttavia hanno sempre quei maledetti elmetti che rischiano di graffiare il fondo antiaderente, e una volta graffiato non si possono più riutilizzare, c'è scritto sulle istruzioni, tocca buttarle. Forse a frantumargli le rotule con i pestacarne, soffocarli con una polpetta di riso, ma anche lì avranno delle protezioni, se le inventano tutte 'sti maiali. No, l'unica è nascondersi, se uno non può rendersi utile meglio lasciar fare ai professionisti, la guerra non è affare per signorine.
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