Quando ti senti dire cose non vere con il peso addosso della tua personale verità, potrebbero far male. Cosa autorizza un essere umano a pensare che i sorrisi, una discreta presenza, una mente avanti nel tempo possano avere avuto una vita facile condita solamente da tanti Si??? Tu e tu e forse anche l'altra non sapete nulla di me, della mia crescita personale, delle maniche che ho voluto rimboccarmi senza che qualcuno mi aiutasse o muovesse un dito. Non sapete delle lacrime per amore, dei rifiuti non aspettati, delle prove dure superate in famiglia, niente. Non sapete niente. E mai saprete perchè scrivo qui e non sono abituata a giustificarmi per quello che faccio o dico. Questo si. Non sono abituata a dover spiegare perchè faccio una cosa piuttosto che un'altra, ma la faccio sempre senza disturbare nessuno, mi faccio la mia vita, mi faccio i miei pensieri, le mie deduzioni e le mie considerazioni senza sputare veleno. Perchè il veleno fa male ai corpi altrui ma forse non lo sapete fa male anche a chi sputa. Vi fa vivere male, vi rende cinici, senza alcuna empatia verso il prossimo. E se questa è la generazione di un domani, anche se solo 23enne sono fiera di appartenere ad una generazione passata dentro la mia anima. So di essere fuori posto, so di non volere essere come chi oggi non sa sedere accanto a qualcuno per dargli un consiglio, per capire cosa non va. Non abbiamo niente in comune io e voi e se nei miei occhi vedete un sorriso o la delusione giratevi dall'altro lato e non sperate di capire cosa infesta i miei pensieri perchè nemmeno se ve ne parlassi sapreste comprendere, voi non avete il cuore giusto, non avete la maturità giusta per rendere questo mondo migliore.
Quello che senti, quella voglia di avere gente intorno, si avere quel qualcuno che capisce davvero stringerti e dirti che va tutto bene, anche solo il bisogno di ricevere quel messaggio, quello che alleggerirebbe tutto, ogni singola pietra sulla schiena così si sposterebbe.
Ma so anche che al tempo stesso, senti di non essere in grado di tollerare la presenza di un altra persona, che respirare, vivere, anche solo aprire la bocca e parlare è intollerabile, perché sotto sotto anche tu ti infastidisci per la tua presenza.
Lo capisco.
So che è una merda, so che è una pesantezza diversa che non tutti capiscono, ma passerà.
Prima o poi, perché niente è eterno, manco le emozioni
Ci sono voluti quasi 45 anni perché io e mia sorella riuscissimo ad avere un rapporto pacifico, ma ora finalmente riusciamo a parlare tranquillamente di quanto nostra madre sia una manipolatrice seriale e nostro padre sia un depresso anaffettivo.
Se ci penso, trovo miracoloso il fatto che sia io che mia sorella non ci siamo suicidati e non siamo diventati tossicodipendenti! I danni ci sono stati lo stesso, ovviamente, le nostre vite avrebbero preso una strada diversa e ci saremmo affermati nel lavoro se non fossimo stati menomati dell'autostima fin da piccoli, ma poteva andare peggio in fin dei conti...
Faccio questa confessione personale solo per dire che dai genitori di merda si può guarire, basta accettare il fatto che siamo stati vittime di patologie altrui di cui non siamo responsabili e andare avanti per la nostra strada senza cercare il loro consenso né quello altrui.
Non è facile e non è privo di dolore, di errori e di ricadute, ma è l'unica strada percorribile se non vogliamo diventare come le persone che tanto male ci hanno fatto...
L'insegnamento di certi genitori, più spesso di quanto vorremmo, è per negazione: cosa non vogliamo diventare, come non vogliamo comportarci, a chi non vogliamo assomigliare. Prima lo si capisce e meglio è, perché se muoiono prima che ce ne siamo emancipati psicologicamente c'è il serio rischio di prendere il loro posto!
Negli ultimi mesi sono ingrassata, mi sentivo sempre in colpa perché pensavo fosse dovuto alla mia poco equilibrata alimentazione e agli ormoni della pillola anticoncezionale, così ho cercato di cambiare, di mangiare più sano, di cominciare ad avere una vita più attiva anche a livello di sport, inconsapevole che dentro di me c’era un mostro che metteva radici sempre più profonde man mano che passava il tempo. Giorno dopo giorno mi sentivo cambiare, ero sempre più stanca, nonostante dormissi anche più di 7-8 ore era come se mi fossi riposata soltanto per un paio. Questo si ripercuoteva sulle mie giornate, sul mio carattere sempre meno paziente per la stanchezza, sempre più nervoso. Ho allontanato persone perché iniziavo a non sopportarle, ero troppo stanca. Ho iniziato ad avere dolori muscolari sempre più intensi, ma anche qui ho dato colpa al mio poco sonno in corpo e al fatto del poco esercizio. Ho deciso di fare le analisi del sangue e nei referti c’erano più asterischi* che valori che andavano bene. Ho iniziato a preoccuparmi. In meno di 10 giorni ho effettuato tutti gli esami e le visite del caso. Nelle ricette mediche i dottori hanno cominciato a segnalare sempre più urgenza per le prenotazioni. C’era qualcosa che non andava, ma nessuno mi diceva niente. Nell’ultimo esame, quello che avrebbe stabilito una diagnosi più accurata, mi hanno imbottita di valium e antidolorifici, una sensazione che riproverei (pensiero dato forse dal fatto che era tanto tempo che non mi rilassavo così tanto e che non mi sentivo “così bene” senza un minimo di dolore). Una volta (s)drogata, quando ho ripreso in mano la mia facoltà cerebrale, le notizie che mi hanno dato non sono state buone, un po’ me l’ero intagliata,il classico 1+1=2. “Signorina lei è piena di ulcere nell’intestino, abbiamo inviato 6 campioni per la biopsia. Ma noi crediamo sia Morbo di Crohn”. Morbo di Crohn? Che cazzo è il morbo di Crohn? È grave? Si guarisce? Devo operarmi? Cosa devo fare??? Queste tutte le cose che mi sono balzate in testa. Oltre che stavo cominciando a rivivere un incubo. Ad oggi ancora non mi sono data completamente tutte le risposte alle domande. Sono ancora allo sbaraglio. Devo evitare l’ansia e lo stress perché è come mettere benzina sul fuoco. Ce la farò?
Nessuno conosce la fatica o il disagio che una persona può provare nell'interagire con gli altri.
Nessuno conosce l'ansia che una persona può provare nel trovarsi in luoghi lontani dalla propria comfort zone.
Nessuno conosce le paure che una persona può provare semplicemente nell'esporsi.
Nessuno conosce cosa c'è dietro l'atteggiamento di una persona, nessuno conosce le ragioni che la spingono ad essere così complessa.
È più semplice giudicare, invece bisognerebbe iniziare a capire che ognuno è fatto a modo proprio, e che la timidezza ci sta stretta, ma non l'abbiamo scelta noi, ci appartiene.
Le persone timide si sentono sempre fuori luogo, mai all'altezza, diverse, limitate in tutto.
Ma spesso dietro la timidezza si nasconde un mostro più grande, un'ansia sociale che non può essere compresa, se non è vissuta.
sto piangendo, per un libro, voi direte - è esagerato - ma no non lo è.
Quando rivedi una situazione così brutta, in un libro, quando rivedi la tua vita, ti senti spezzare perché qualcun altro lo ha fatto vivere a dei personaggi, descrivendolo così bene da fartelo quasi rivivere.
Sembra di stare di nuovo lì, in quella casa, con mia madre che beveva, che si distruggeva e non mi aiutava, sembra di stare ancora lì.
Sono distrutta e ricomposta, un Tetris di dolori.
Un ritratto a pastello di ciò che è stato il mio inferno.
Quanto odio le "feste comandate" quelle giornate in cui obbligatoriamente dovresti fare qualcosa di speciale perché devo sempre affrontare la domanda: e tu cosa hai fatto?
Nulla, come sempre, perché no non sono come voi, gli amici di una vita io non li ho, quel gruppo bello solido dove alla fine puoi sempre tornare non l'ho mai avuto, ne sono sempre stata esclusa e quindi sì la notte di San Lorenzo la passo a casa davanti alla tv, Ferragosto lo passerò a casa e così tutte quelle giornate a venire in cui dovresti uscire e divertirti con gli amici.