Comunque chi mi ha fatto fumare più di tutti è stata questa signora dietro di me che ha insultato l’arbitro tutto il tempo e a fine partita urla ‘è colpa tua arbitro’ ma porcodue la tua squadra per 95 minuti non ha fatto NULLA e te la prendi con l’arbitro? Ma quanto puoi essere distaccata dalla realtà per non dare le colpe a chi le merita.
io non ce l'ho con te. O meglio, ti considero un imbarazzante e goffo gavettone di bile, tuttavia non te ne faccio una colpa: è la tua natura.
Non potrei mai chiederti di essere altro perché renderti ridicolo e insopportabile allo stesso tempo è una caratteristica inscritta nel tuo DNA.
A non poter davvero essere perdonati sono coloro che ti hanno mostrato all'Italia come un luminare della scienza, come un paladino della ragione e addirittura come un arguto commentatore.
Sto parlando del maleodorante circo mediatico che per almeno due anni ti ha invitato, idolatrato, messo sotto le luci della ribalta.
Quanto ti è piaciuto godere delle prime serate e degli inviti prestigiosi? Quanto ti sono piaciute le risate di plastica che echeggiavano negli studi televisivi ad ogni tua battuta contro i non inoculati? E gli applausi, le strette di mano, gli editoriali, le copertine... Che sogno, eh?
Ma il problema, ripeto, non sei tu. Il problema vero, il più grande che abbiamo in Italia, è rappresentato dai giornalisti e dai conduttori che hanno innalzato la tua pochezza ponendola su di un piedistallo e costringendo tutta Italia a guardarla.
Sono loro, non tu, a doversi andare a nascondere. E se ciò accadesse, tu potresti davvero gironzolare dove ti pare. Perché se non avessimo la peggiore classe giornalistica del mondo, uno come te farebbe solo ciò per cui è nato: lo scemo del villaggio.
Alle medie ho volutamente svolto un tema andando fuori traccia. Ci fu qualcosa nella tematica proposta che mi fece pensare al pianto e parlai di quello. Visto che stavo in una classe di merda e detestavo anche la prof d'italiano, tutto pensavo tranne che ai voti, e poiché a quell'epoca avrei solo voluto piangere il tema sgorgò in tutti i sensi come d'impulso.
Feci un errore catastrofico perché la stronza della prof lo trovò molto bello e nonostante il mio palese rifiuto di seguire la traccia, lo lesse a tutti.
I giorni che seguirono furono per me un inferno aggiunto a quello in cui già stavo e solo a distanza di anni appresi una grande lezione.
Si ignora il dolore e ci si rifiuta di capire quale senso e quale scopo abbia. Siamo abituati a farlo di default, per gli uomini è un senso di vergogna, per le donne è debolezza. Tutte cavolate.
Se oggi dovessi consigliare a qualcuno che per un motivo o per l'altro sta soffocando una sofferenza per mostrarsi forte, fare finta di niente e credere che il tempo la cancelli, direi solo di piangere. Tanto e senza freni. Libera subito tutto lo schifo che hai accumulato e guardalo bene.
Il pianto purifica i pensieri inutili ed è capace di portarti subito dentro al nucleo del problema. Ti strappa le maschere, ti distrugge le bugie. Non nasconde niente, non ha paura di niente.
Per questo ha un valore fondamentale per l'essere umano e per questo ti insegnano a non prendertene cura. A non ascoltarlo nemmeno.
Eppure al mondo si viene piangendo... Eppure si passa il resto dei giorni a evitare di farlo, come fosse una colpa, un puntino nel corso della vita da non far quadrare mai con tutti gli altri.
Quando invece la verità che ti serve sapere è lá dentro.
È dal tuo primo respiro che nel pianto c'è la tua evoluzione.
C'è una netta differenza tra giustificarsi e dare spiegazioni.
Quando ti giustifichi, sei già scivolato su un piano difensivo.
Sei tornato ad essere, per un momento, quel bambino che viene beccato dalla mamma con le mani nella marmellata, e con gli occhi sgranati la implora di non punirlo.
Quando l'altro ti chiede spiegazioni accusandoti di qualcosa, insinuando ecc, anche sei hai quarant'anni, cominci a tremare di paura, il cuore ti batte a mille nel petto, e lo stomaco ti si stringe in una morsa dolorosa.
Anche sei grande, sei piccolo.
La testa ti si riempie di sensi di colpa, e il terrore di perdere qualcosa, come l'amore dell'altro, ad esempio, ti fa precipitare d'improvviso nel ruolo di vittima.
Quando sei una vittima, nessuno infatti può infierire.
Ma in realtà, ti accorgerai facilmente di una cosa.
Se cominci a giustificarti perché sei uscito con gli amici, perché avevi voglia di prendere una boccata d'aria o di rimanere solo, accampando scuse come "Mi spiace tanto, non volevo ferirti", "Ti prego, ascoltami non l'ho fatto apposta...", stai dicendo all'altro che ha ragione nell'attaccarti.
E l'altro ti aggredirà ancora più forte, proprio perché tu ti giustifichi come se avessi torto.
Quando dai spiegazioni, invece, tu sei nel tuo io adulto.
Sei centrato, fermo, assertivo.
Vivi uno stato di sicurezza interna che nessuno può scalfire.
Il tuo cuore e la tua mente, sono blindati a prova di proiettile.
L'altro può andare su tutte le furie e scalpitare perché non lo hai chiamato, perché avresti dovuto portarla fuori a cena, fargli un regalo, avvertirlo che...
E invece, semplicemente, non ne avevi voglia, oppure ti sei dimenticato.
Non lo hai fatto apposta: è così e basta.
E non devi giustificarti perché hai dimenticato qualcosa, o perché non sei stato all'altezza delle aspettative dell'altro.
Stai dando spiegazioni su quello che hai fatto, o non hai fatto, a partire da quello che sentivi, volevi fare o non volevi fare.
Punto.
Nel dirlo, la tua voce è ferma, il tuo cuore batte calmo e regolare, il tuo stomaco è tranquillo e le tue spalle sono rilassate.
Il tuo sguardo, è fisso su un punto come se guardassi un panorama immenso dopo aver scalato una montagna.
L'altro può accettare o meno tutto questo.
Ma di sicuro, se rimarrai saldo dentro di te nel tuo io adulto, o riuscirai a proteggere il tuo io bambino prima che ti faccia scivolare in un turbine di emozioni incontrollabili, sarai saldo come una roccia.
Immobile come un albero.
Chi si giustifica si prostituisce, e quindi può essere comprato e usato dall'altro tanto più cadrà in uno stato di autosvalutazione, di preghiera, di dipendenza.
Chi spiega, invece, informa, chiarisce, attesta che.
Non si muove dal suo centro.
Mette confini stabili tra sé e l'altro, perché sa di potersi proteggere da solo.
Sa che può reggersi e camminare con le proprie gambe, ovunque vuole e in qualunque condizione.
Diventa il tuo punto fermo, respira, ancorati a te.
E non avrai più paura di perdere nessuno, perché avrai conquistato te stesso.
Mi chiedo ogni giorno cosa posso fare, se ho mai fatto qualcosa e se mai sarò in grado di essere utile alla causa. Ricordo solo delle mie liti verbali con conoscenti quando oggettificavano ripetutamente altre ragazze, nelle solite chiacchiere di uomini alfa che vedono nella donna l'oggetto del desiderio.
Mi sto chiedendo se anche io nel mio piccolo sono parte di questo sistema culturale marcio che vede nella possessione, l'ossessione e il predominio l'unica cosa che conta.
Come quando irrazionalmente ti dico che sei mia per tutto ciò che provo per te, eppure anche quel pensiero è sbagliato e marcio perché tu sei tua, non sei mia, hai scelto di stare con me, non di essere per me.
E allora dovremmo iniziare a zittire l'amico che se n'è scop4to quattro la sera prima e se ne vanta come trofeo. E dovremmo iniziare a preoccuparci quando una nostra amica non può vestirsi come c4zzo vuole o non può avere proprio amici perché il ragazzo è geloso. Dovremmo iniziare a smetterla di girarci dall'altra parte, di dire "non voglio sentire queste cose", e smettere di pensare che non siamo parte del problema perché ogni volta che non ci sentiamo colpevoli stiamo chiudendo gli occhi ancora una volta e ancora una volta un'altra donna morirà e noi saremo lì a dire che non è colpa nostra, che noi non siamo così. Continuerà questo circolo vizioso di uomini bramanti di potere e deresponsabilizzati dall'idea che la gelosia, l'ossessione, la possessione e il predominio non siano altro che parole unite nel semplice e squallido "ma sì, è un bravo ragazzo, un po' geloso"
Ho sofferto a lungo di dolori al collo. Ho cambiato sedia, ho comprato un collare ortopedico, ho fatto yoga, pilates, sono andata da un chiropratico e da medici di ogni genere, ma il dolore è continuato; un peso, un disagio che non mi faceva nemmeno dormire più. A volte era anche difficile per me respirare.
Poi, incontrai una saggia ed anziana donna.
Solo guardando la mia colonna vertebrale tesa e compressa,
solo tastando la mia pelle nuda con il suo tocco di mani vecchie e consumate.
Mi disse: "Hai portato così tante pressioni negli anni, così tanto dolore, da perderne il conto; porti il peso del tuo mondo e di quello degli altri."
- Sospirai...
Prese le mie mani, tra le sue mani nodose, di vecchia signora; mi fece abbassare le mani, sciogliere le spalle, sollevare il mento e si mise dietro di me. Le sue labbra sfiorano il mio orecchio e sussurrarono dolcemente:
- "Non tutto è colpa tua. "
- "Non tutto è tua responsabilità. "
- "Non puoi fare tutto. "
- "Non puoi sistemare tutto. "
- "Non devi farti carico di tutto. "
I miei occhi all'improvviso, iniziarono a versare lacrime spesse come vetro rotto...
C'è stato un momento in cui ho pensato che avrei pianto sangue, per quanto dolore stavo provando.
Piano piano le mie spalle sono tornate al loro posto, il mio collo è diventato morbido e si è rialzato, la mia schiena si è raddrizzata come non accadeva da anni e ho sentito le mie ossa come rinsaldarsi.
Il peso del mondo era sceso dalle mie spalle ed il peso del dolore del passato,
(Sono l'anon che ha parlato di Loredana Bertè, Big Mama, Fiorella Mannoia e il fatto di Angelina Mango e il suo non essere visibilmente meridionale) Non voglio essere frainteso sul fatto di Angelina Mango e il fatto che lei sia una meridionale meno visibile che va a significare che qui non ci sia dell'antimeridionalismo, anzi l'antimeridionalismo entra in gioco anche con questo discorso, gli antimeridionalisti sono quella gente che pur essendo antimeridionalisti sono disposti a sopportarti (non accettarti) se ti assimili con il resto di loro, pur non piacendo il fatto che tu sia del sud, ma se non lo dimostri siamo disposti anche a dimenticarlo, Angelina Mango pur facendo cosi ha a che fare con antimeridionalismo, non ne è salva, ma sarà meno rumoroso, è solo che sono disposti a tollerarti, il momento in cui tu fai sentire una cadenza dell'accento o parli la tua lingua regionale, allora hai osato troppo, motivo per cui molti antimeridionalisti si sono riversati su Geolier, pur essendo a conoscenza che ci siano altri artisti meridionali, alla fine l'antimeridionalismo lo avvertono sia Geolier sia Angelina Mango, ma Angelina ha il "privilegio" (che privilegio non è, assimilarsi per non essere discriminato pesantemente non si deve mai pensare come un privilegio, ma non trovando altre parole ho deciso di usare questa) di non essere (o non rendersi) troppo visibile mentre Geolier lo fa (scusami per l'ask lungo, mi faceva brutto poter essere frainteso e ho questo bisogno di spiegarmi in lungo pur di non esserlo poi mi andava di entrare in questo discorso visibile/non visibile perché alla fine si sa che la colpa è sempre e solo di quello che discrimina e mai delle vittime che siano esse visibili o meno)
Onestamente non so cosa aggiungere a questo ask perfetto in ogni parola, non mi rimane altro che pubblicare e dire che non hai ragione, hai ragionissima.
"Sai qual è la cosa più ingiusta di tutte?Gli anni che passano, Elle. Gli anni che tu hai impiegato per diventare indipendente, in cui hai imparato ad essere felice stando da solo.E poi, arriva una persona, una sola cazzo di persona che entra nella tua vita senza un motivo, e ti rende completamente dipendente. E improvvisamente la tua felicità dipende da lei. E poi un giorno, lei se ne va. E non è colpa di nessuno, se ne va e basta, senza che tu lo volessi. E tu rimani solo, completamente perduto."
Raccomandare a una adolescente di evitare di uscire seminuda di notte e ubriacarsi, è come affermare che i ciclisti dovrebbero viaggiare mantenendo la destra senza zigzagare. E' odioso buonsenso.
Non perché il solo doverlo dire sia offensivo, implicando di aver a che fare con dei minus habentes che da soli non ci arrivano.
Gli è che brandire pvovocatoviamente il buon senso nel mondo dei desideri non va bene: qualifica il fassista o peggio, il boomer legato a schemi tradissionalisti che van superati. LA COLPA E' SEMPRE TUA, MAI MIA.
È colpa tua se a distanza di tutto questo tempo non riesco più ad aprire il cuore a nessuno, se il mio cuore si è spezzato e ho passato mesi a rimettere insieme i pezzi. È colpa tua se ora non riesco più a fidarmi di nessuno, se non riesco più ad essere felice. È colpa tua se giorno dopo giorno devo fare finta che tutto vada bene, se fingo un sorriso. È colpa tua se è tutto diventato grigio e non riesco più a vedere i colori, se tutto ciò che ho sempre voluto adesso mi fa solo tanta paura. È colpa tua se ho il cuore in gola ogni volta che sento il tuo nome, se guardo indietro e vedo solo dolore. È colpa tua se non riesco più ad ascoltare le mie canzoni preferite, perché erano anche le tue preferite. È colpa tua se nonostante tutto ti voglio ancora e sono qui ad aspettarti. Tutto questo, è solo colpa tua.
Chi jè l’amuri, s’amuri nun è?
Picchi l’amuri è vuliri dari
pi du santu beni chi tra dui c’è
ma c’addiventa quannu poi scumpari?
Quannu l’amuri nostru sinni mori
cu iddu si potta u to passatu
tu votiti, sduvaculu du cori
a vita nun è sulu u lassatu.
a idda ommai, lassala stari
u beni i ieri, no fari raggia
nun vuliri cuntu, nun ci spiari
non fari du passatu na jaggia.
Spiati si ci dasti u giustu
si ci dasti u dovutu rispettu:
l’amuri non è piaciri o gustu
è impegnu, sacrificiu, affettu
Picchì si sulu pigghi ma non dai
si ogni cuppa è sulu a soi
si a ragiuni sulu tu l’ hai
nun è l’amuri chi d’idda tu voi
Voi na criata, chi mai si lagna
chi sempri t’avi diri sulu si
muta e mansa tu voi na cagna
chi mai spia, mai voli un picchì
Voi sulu na fimmina i pezza
fatta i rasta e tutta pittata
chi mai ridi mai parra o schezza
fossi bedda, cu anima stutata
Nuddu ni zigna ad amari
nuddu sapi vuliri beni
ma na cosa tu t’ha nzignari
nun ama cu dugna peni
nun ama cu si fa patruni
cu giusta tuttu nzuttannu
cu voli sempre ragiuni
cu voli fari sulu dannu
L’amuri è semi da giustizzia
in nomi soi nun si po' mazzari
non si dugna lacrimi e malizia
quannu poi ni veni a mancari
Lassa a sciarra o a to ragiuni
non ti luddari i mani du so sangu
l’amuri mossi? finiu na stagiuni
u mali chi senti ti fa liuni.
Cos’è l’amore se amore non è? Perché l’amore è volere dare, per quel santo bene che tra due c’è, ma cosa diventa quando scompare?
Quando l’amore nostro se ne muore, con lui si porta il nostro passato, tu voltati, svuotalo dal tuo cuore, la vita non è quello che hai lasciato.
A lei ormai lasciala stare, non far diventare il bene di ieri rabbia, non volere spiegazioni, non chiedere, non far diventare il tuo passato una gabbia.
Chiediti se le hai dato il giusto, se le hai dato il dovuto rispetto, l’amore non è piacere o gusto, è impegno, sacrificio, affetto.
Perché se prendi solo senza dare, se ogni colpa è solo sua, se la ragione ce l’hai solo tu, non è l’amore che vuoi da lei
Vuoi una serva che non si lamenta mai, che ti deve dire solo di si, muta e mansueta vuoi una cagna, che non chiede mai, che non vuole mai un perché.
Vuoi solo una donna di pezza, fatta di coccio e tutta dipinta, che non ride mai, mai parla o scherza, forse bella, ma con l’anima spenta.
Nessuno ci insegna ad amare, nessuno sa voler bene, ma una cosa devi imparare, non ama che dona sole pene.
non ama chi si fa padrone, chi aggiusta tutto insultando, chi vole sempre ragione, chi vuol fare solo danno.
L’amore è il seme della giustizia, in suo nome non si può ammazzare, non si da lacrime e cattiveria, quando poi ci viene a mancare.
Lascia la guerra o la tua ragione, non ti sporcare le mani di sangue: l’amore è morto? È finita una stagione, il male che senti, ti renderà un leone.
What is love if it isn't love? Because love is wanting to give, for that holy good that exists between two, but what does it become when it disappears?
When our love dies, it takes our past with it, turn around, empty it from your heart, life is not what you left.
Leave her alone now, don't let yesterday's love become anger, don't want explanations, don't ask, don't let your past become a cage.
Ask yourself if you gave her the right love, if you gave her due respect, love is not pleasure or taste, it is commitment, sacrifice, affection.
Because if you only take without giving, if everything is to blame only her, if only you have the reason, it's not the love you want from her.
You want a servant who never complains, who only has to say yes, silent and meek, you want a bitch, who never asks, who never wants a why.
You just want a rag woman, made of earthenware and all painted, who never laughs, never speaks or jokes, perhaps beautiful, but with a dull soul.
Nobody teaches us to love, nobody knows how to love, but you have to learn one thing, it's not love if you gives only pain.
you doesn't love if you make yourselves masters, if you fix everything by insulting, if you always want to be right, if you only want to cause damage.
Love is the seed of justice, in its name one cannot kill oneself, one cannot give tears and malice when it then fails in us.
Leave the war or your reason, don't get your hands dirty with her blood: is love dead? A season is over, the evil you feel will make you a lion.