Tumgik
#sorrido troppo
animadiicristallo · 1 year
Text
e tutte le canzoni, I colori che ti piacciono il mio film preferito era farti ridere e' bello così ti voglio ricordare così
2 notes · View notes
yomersapiens · 1 month
Text
La pizzeria è gremita e i tavoli sono occupati da precoci coppiette giunte ben prima dell'ora più consona alla cena, forse per finire velocemente e correre in casa ad accoppiarsi. O forse perché vivo a Vienna e qua cenano quando i comuni mortali normalmente fanno merenda. Inutile che sfotto, se sono entrato in pizzeria a quest'ora è perché pure io sto morendo di fame. Conosco la capo sala, ha letto il mio libro e dato che mi saluta ancora devo dedurre che non le ha fatto schifo. Le chiedo se posso mettermi al bancone, sono da solo, fuori fa freddo e ho fame, che mi basta una margherita e me ne vado. Annuisce e i suoi occhi si fanno compassionevoli. Non faccio in tempo a sedermi che il ragazzo al bancone, notando la mia condizone solitaria, mi porge una birra che non avevo ordinato. Mi sorprendo e dico che ci deve essere stato un errore, che ancora non ho chiesto nulla. Mi risponde che fa lui, posso stare tranquillo. Io desideravo una coca-cola e ora mi tocca bere una birra offerta accidenti. C'è una seggiola di fianco a me con una giacca poggiata, la proprietaria mi chiede se desidero che la sposti, le dico che non serve, tanto non arriva nessuno. Mi sorride e torna a limonare con un barbuto uomo di quasi due metri. Più passa il tempo più gli alti mi stanno sul cazzo e vorrei segargli le gambe mentre dormono. Poi mi ricordo di essere sopra la media in Italia (e anche in Sud America) e torno a concentrarmi sulla sala. Ci sono davvero solo coppie, uscite per festeggiare la ricorrenza amorosa. Noto con piacere un cospicuo numero di tavoli occupati da persone dello stesso sesso che si tengono per mano. Sorrido per loro. Che belli che siete, godetevi questo momento, vi lascerete anche voi, non temete. Il volume della musica è troppo alto, decido di mettere le cuffiette e ascoltare qualcosa di diverso, un concerto per orchestra a tema videogiochi giapponesi, tanto sono da solo, non devo interloquire con nessuno. Mentre divoro la mia margherita penso a San Valentino. Al fatto che come festa non serva a molto, a meno che tu non abbia 16 anni e bisogno di un pretesto per scopare. Ma è utile per chi come me la vede come un post-it, messo per ricordardati di essere grato a chi ti vuole bene. Anche se non te lo meriti perché fai schifo come essere umano. Anche se dovresti ricordartelo ogni giorno ma tra una cosa e l'altra ti passa per la testa e allora eccoti una data. Una volta all'anno, fai sto sforzo e scrivi a chi ti vuole bene, scrivi quanto ti ritieni fortunato ad avere qualcuno che ti sopporta. Servono a questo le feste. Natale per ricordarti di ringraziare la famiglia. Il compleanno per ricordarti dell'esistenza di qualcuno. L'onomastico per ricordarti pure come si chiama. Ferragosto per ricordarti che l'estate sta finendo. Pasqua boh, non lo so, per ricordarti che è possibile uccidere una divinità forse. Finisco la pizza e mi arriva un'altra birra che ancora non ho ordinato. Mi giro in sala per capire a chi ho fatto pena stavolta. Nessuno mi guarda. La finisco contro la mia volontà e mi dirigo a pagare il conto. Mi viene detto dalla capo sala che oramai faccio parte della famiglia, che posso considerarmi un cugino acquisito e che quindi mi basta darle la metà della metà di quello che avrei dovuto dare. Quanto adoro fare pena. È il mio superpotere. Birra gratis, pizza scontata e posso andare a letto con la pancia piena. Una coppia mi avrà notato e ora sarà nata una discussione, prima di fare l'amore. "Tesoro, voglio adottare un triste italiano solitario, hai visto quanto era carino mentre mangiava la sua pizza, starebbe così bene con il nostro arredamento". Qualcun altro avrà girato un video che diventerà virale su tiktok e dove magari vengo insultato. Poco mi interessa. Torno a casa dal mio gatto, gli dico che lo amo e che sono grato ci sia lui a volermi bene. Lui, per tutta risposta, vomita sul tappeto. L'amore è un linguaggio variopinto e maleodorante talvolta.
80 notes · View notes
struruso · 7 months
Text
Tumblr media
“Sorridevo ieri, sorrido oggi e sorriderò domani. 
Semplicemente perché la vita è troppo breve per piangere per qualsiasi cosa.”
(Santosh Kalwar‌‌)
103 notes · View notes
eternosecondo · 7 months
Text
Neanche io mi innamorerei di me, perché non sono una persona facile
Non ho sentimenti facili.
Sorrido sempre ma poche cose mi piacciono davvero
E spesso sbaglio
Perché cerco casino che sia anche ordine.
Neanche io mi innamorerei di me
Ma dico sul serio, rendo complicato tutto anche un puzzle da dieci pezzi
Perché incastrarsi non è una cosa superficiale, per incastrarsi ci vuole logica
E poi rifletto troppo sulle cose, penso troppo e guardo poco
Perché mi piacciono le persone che non guardano chiunque, quelle che sanno stare da sole
Perché la solitudine è un punto di forza.
Io te lo sconsiglio uno come me, potresti non reggere il passo alla mia nostalgia
Potrebbe non piacerti che nel mare io ci vedo poesia
Te lo sconsiglio uno come me, perché sogno troppo
E non so essere superficiale.
113 notes · View notes
ildiariodigin · 16 days
Text
Presto che è tardi!
Sono le cinque! È l'ora del tè alla casa sull'albero.
"Povera me! Povera me! Arriverò in ritardo!"
Sì, sono in ritardo al nostro appuntamento, ma fortunatamente tolleri il ritardo altrui. Ecco, mi hai scoperta, la puntualità non è decisamente il mio punto forte. Sono una ritardataria cronica, perennemente in ritardo e di corsa.
Stai alzando gli occhi al cielo?! No, non mi piace farmi aspettare, ma pare che più io abbia fretta, più tutti i pianeti riescano a sincronizzarsi in una perfetta congiunzione astrale per farmi tardare.
"Non è colpa mia...Marte oggi non mi è proprio favorevole, Saturno contro. Mi perdoni?" Con occhi irresistibili da cerbiatta.
Mai sentito di un romano che si preoccupasse troppo della puntualità. Però devo dirtelo, mi piace saperlo perchè di mio non amo aspettare. Potrebbe sembrare giustamente un controsenso, visto che, quella in ritardo sono sempre io ma, ora non importa perchè sono le cinque e sei già alla casa sull'albero ad aspettarmi.
Nell'attesa hai avuto il tempo anche per la lavare le tazze. Impensabile! Non succede mai di aver tempo per lavare le tazze. Era negli "intervalli" non nell'attesa, ma questa è un'altra storia. La nostra.
Finalmente arrivo alla casa, il nostro confortevole rifugio. Mi stai comodamente aspettando sul divano con il tè già pronto.
"Non accavallare le gambe, potrei guardarti gli occhi..."
Sorrido e abbasso lo sguardo. È rossore quello che colora le mie guance?
"Se ti abbraccio cadi?"
"Se mi abbracci, stringimi più forte e non lasciarmi cadere..."
Nella nostra casa sull'albero c'è una botola e ogni volta che l'apriamo possiamo tirarci fuori tutto quello che vogliamo, per chi ha voglia come noi di stupirsi, per chi ama sorprendersi. Una botola segreta che contiene magia, sorpresa e meraviglia. Un libro che mi leggerai, un pianoforte che suonerò, un caminetto per scaldarci nelle fredde giornate invernali. Una scala infinita, un aquilone da far volare, un tappeto volante per fuggire insieme in Normandia...verso le costiere dall'abbagliante biancore di Etretat per ammirarne gli splendidi scorci e il panorama mozzafiato. Abbiamo poi un tesoro da trovare e un mistero da risolvere. Trovare il passaggio segreto nella guglia che nasconde l'inestimabile tesoro dei re di Francia.
"Chiudo gli occhi e non guardo, cosa prendi oggi per me dalla botola segreta?"
Raccontiamoci poi qualcosa di appassionato e sconclusionato, perchè no, sulle origini del mio nome che significa in gallese "spirito puro" e del desiderio di mio padre di regalarmi quella regalità con il nome. Già, di quando con il vestitino bianco e le scarpette rosa qualche composto, impacciato e timido gesto di riverenza mi è toccato pure farlo. Per poi aspettare si girassero e poter fare una linguaggia, correndo via ridendo. Una piccola pesta!  Raccontiamoci del blu che è il tuo colore preferito e dell'ametista che è la mia pietra preferita. Ti svelerò poi che l'immagine di una Jo March ribelle mi si addice perchè in fondo sono insofferente alle costrizioni, alle forzature, alle imposizioni, mi assomiglia nell'esprimere ciò che penso e lottare per ciò in cui credo. Quell'essere controconcorrente e non convenzionale nell'accettare le sfide dell'ignoto, indipendente e libera, ma con tutte le mie fragilità.
"Ora potrei mettere il broncio per una carezza..."
"Ad un broncio non si riesce a resistere facilmente, poco dopo sarebbe una carezza..."
...
31 notes · View notes
instabilmenteanna · 2 months
Text
Chi sono?
Anna. 25 anni una ragazza normalissima penserai e forse è la verità. Ma nella mia vita mi sono sempre definita uragano, un po’ perché molti me lo hanno detto, ho un carattere semplicemente complesso, fatto di sorrisi sinceri , di allegria e tante risate. Ma sono anche malinconica,talvolta mi faccio trascinare dalla tristezza come se fossi un dolce lento che mi trasporta via. Sono molto sensibile, romantica e dolce, sono lati del mio carattere che mostro a pochi. Non amo gli abbracci se non dati da persone di cui fido. Sono logorroica, parlo parlo in continuazione ma quando si tratta di spiegare i miei sentimenti non riesco mai gli unici due modi che ho per comunicare con la scrittura o con gli attacchi di panico. Mi perdo in tutto ciò che è piccolo, sarà il mio amore per la letteratura o la mia sensibilità per la musica. Penso continuamente forse pure troppo, i pensieri tolgono il sonno e anche la tranquillità a volte. Non riesco a ferire le persone e se lo faccio me ne pento immediatamente. Sono tremendamente legata ai valori come amore,rispetto, e lealtà e tante volte per lottare per questi valori finisco per essere una sorta di paladina della giustizia fasulla. Del mio corpo non mi piace quasi nulla se non i miei occhi e ancora di più la fossetta che mi spunta quando sorrido.
Se vuoi conoscermi sappi che sarai trasportato in un vortice perché io sono una tipa dinamica non sto mai ferma, sono curiosa come i delfini e mi stupisco di ogni singola cosa nuova. Ci sono dei versi una scrittrice che adoro che mi descrivono in pieno. “Mi sento un po' come il mare, abbastanza calma per intraprendere nuovi rapporti umani ma periodicamente in tempesta per allontanare tutti, per starmene da sola.” Mi piace regalare momenti felici alle persone come quelle giornate estive di agosto, calde dove hai bisogno di andare a farti un bagno al mare stare meglio. Io sono come quel getto di acqua fresca che ti travolge piacevolmente. Ma allo stesso tempo sono un temporale estivo , nei miei momenti no io riesco a essere cupa, grigia e travolgente come un tempo che talvolta può distruggere tutto
Se vuoi immaginarti me è semplice pensa ad una ragazza con i capelli arruffati una canzone di Calcutta o di Mengoni sottofondo mentre pulisce con mille candele accese….che profuma di cioccolato e vaniglia, innamorata dell’idea dell’amore ❤️‍🔥🌻🧡
30 notes · View notes
ragazzoarcano · 7 months
Text
“Sorridevo ieri, sorrido oggi e sorriderò domani. Semplicemente perché la vita è troppo breve per piangere per qualsiasi cosa.”
— Santosh Kalwar‌‌
42 notes · View notes
nospiderpls · 4 months
Text
1 dicembre
Mi sveglio storcendo appena il naso, ma mi ci vuole solo un istante. Mi volto solo un attimo guardando l'ora. Le 8:00. Mi tiro su appena, e mi poso al tuo petto picchiettandolo con le mani per svegliarti. << Greengrass, Greengrass. Sveglia Greengrass, Greengrass? >>
Il borbottio mi dice che in qualche modo si è svegliato: << Sì sì che c'è, ho capito. Che succede? >> ha solo aggrottato la fronte, non ha ancora aperto gli occhi. Non che questo sia in grado di fermarmi: << E' il primo dicembre >> << Sì beh, sai, capita quando finisce novembre >> Il colpo con la mano che gli rifilo al petto l'istante seguente sembra togliergli il fiato, abbastanza da aprire un occhio. Io gli sto sorridendo a sessantacinque denti.
<< Oddio che succede? >> << Dobbiamo preparare la casa! >> << Preparare la casa? Perchè, dove deve andare? >> Altro colpo. << Per Natale! >> Resta qualche istante a guardarmi, vedevo i suoi pensieri che cercavano una qualche spiegazione. Poi ride sornione tornando a chiudere gli occhi: << Sì certo, come no >> << Greengrass... >> << Non ti farò addobbare tutta casa mia Travers >>
E' il silenzio che segue quelle parole che gli fa riaprire gli occhi, qualche istante dopo. Ho le labbra arricciate, le guance gonfie con lo sguardo triste. << Credevo abitassimo insieme, non di essere solo un ospite a casa tua... >> << Infatti è casa tua... >> << E mi sentirei moooolto a casa se fosse tutta addobbata per Natale! >> Silenzio. << Mh >> dice solo. Gli sorrido, facendogli il verso << Mh? >> << Sembra molto pericoloso parlare in questo momento >> Lo guardo divertita, e poso il mento sul suo petto. << Volevo solo vivermi queste feste assieme a te, tutto qui >> vedo il suo sguardo combattuto, e gioco decisamente sporco. Abbasso il viso e gli lascio un bacio sul petto tornando a guardarlo.
Il sospiro che segue è talmente profondo che quasi mi solleva. Esordisce quasi criptico: << In soffitta >> Sollevo un sopracciglio confusa: << Vuoi segregarmi in soffitta finchè non passano le feste? >>. Nel suo sguardo per un breve istante vedo che il pensiero lo attraversa, ma poi scuote il viso. << Dev'esserci della robaccia della mia ex, avrà distrutto la maggior parte ma troverai sicuramente qualcosa con cui infestarmi casa... >> Mentre parla, mi tiro leggermente su con sguardo impassibile. Mi poso meglio con le braccia sul suo petto, per reggermi la testa osservandolo con enorme curiosità: << Oh splendida mossa Greengrass, offrirmi gli scarti delle cose con cui passavi felicemente il Natale con le donne che hai sposato prima di incontrarci. Pensi che dovrei arrabbiarmi subito o quando starnutirò per la polvere della tua soffitta tenendoti il broncio tutto dicembre? >> Vedo il suo sguardo andare prima a destra, poi a sinistra. Sembra pensare a come risolvere la situazione, ma conosco abbastanza quello sguardo da capire che sta passando la camera per controllare quante cose potrei rompere lì dentro. Deve aver individuato i portagioie e le borse, forse anche qualche vaso.
Torna a guardarmi con gli occhi a una fessura, so che quell'espressione arrabbiata è la mia vittoria. << Un solo albero >>. Mi tiro su d'istinto ascoltando estremamente attenta quello che ha da dire. << Ti porto a prendere un unico piccolo insignificante minuscolo albero, solo un albero >> Mi brillano gli occhi: << Sì tranquillo, ti costringerò a fare solo solo quello per il resto mi arrangerò in tutto io! >>
L'istante seguente sono in bagno a prepararmi, senza lasciargli controbattere. Sento solo il suo borbottare che mi accompagna, ma ormai è troppo tardi. Sarà un Natale fantastico.
@alanmgreengrass
Tumblr media
16 notes · View notes
silvyysthings · 7 months
Note
Io lavoro e penso a te Torno a casa e penso a te Le telefono e intanto penso a te
“Come stai?” E penso a te “Dove andiamo?” E penso a te Le sorrido, abbasso gli occhi e penso a te
Non so con chi adesso sei Non so che cosa fai
Ma so di certo a cosa stai pensando
È troppo grande la città Per due che come noi Non sperano però si stan cercando... cercando...
“Scusa, è tardi” e penso a te “T’accompagno” e penso a te Non son stato divertente e penso a te
Sono al buio e penso a te Chiudo gli occhi e penso a te Io non dormo e penso a te...
YUKYK
❤️❤️❤️
Noooooo😭😭😭😭anon piango tantissimo , le parole 😭😭😭
Tumblr media
Tumblr media
Tumblr media
21 notes · View notes
dearcatastropheblog · 1 month
Text
Uscita dall'auto devo attraversare la fiera con le giostre ormai spente e mezze smontate. Una bottiglia di vetro mi osserva abbandonata su un davanzale; la birreria illuminata non è per nulla vuota ma è stranamente silenziosa, come riempita di teste di pupazzi. Mi fanno paura i pupazzi, è qualcosa di ancestrale legato all'impossibilità di lettura delle emozioni, ho scoperto. Come le bambole o i pagliacci: la percezione e la realtà che risultano dissonanti.
Mentre imbocco il vicolo col disegno del gatto egizio, appoggiata ad un muro una ragazza scherza con due uomini. Li supero sentendo il rumore di un bacio lungo e umido, poi una risata femminile. È passato davvero tanto tempo dall'ultima volta che ho visitato la città che mi ha ospitata per quasi dieci anni, penso. Non mi mancava; non mi manca il posto, mi mancano le persone. Mi mancano i miei vent'anni.
Fatto sta che è cambiato tutto da allora. È soltanto una la cosa che non cambia. Sorrido a me stessa e scuoto la testa, scacciando un pensiero. Devi fare silenzio, Martina. Devi fare il solito cazzo di silenzio. Peccato che lo spritz di questa sera fosse annacquato, non mi ha fatto alcun effetto, sono troppo lucida. I pensieri sembrano gomitoli di filo nero, tanto che andrà a finire che mi ci appendo come a una corda e poi...
E invece sarà meglio che scriva, lo so. Le parole rimpiccioliscono anche i concetti più mastodontici, quelli che fanno salire l'anima in superficie e la stropicciano. Infilo la chiave nella serratura. I vicini nuovi non hanno ancora capito che la lampadina vicino alla loro porta non è temporizzata. Salgo le scale, la gatta mi guarda dai vetri senza tende.
Sono tornata, penso nella mia testa. Sono tornata anche stasera.
Mi aggrappo a questo pensiero, stringo forte le dita.
7 notes · View notes
tinxanax · 7 months
Text
Papà mi vede per la prima volta con un mollettone che raccoglie i capelli. Dice che sono bella. Che gli ricordo la mamma da giovane. Che quando l’ha conosciuta portava i capelli come li porto io adesso. Aveva la mia età quando l’ha conosciuta. 21 anni. “Non mi sopportava, perché io le dicevo che con quel mollettone sembrava una zingara. Che solo le zingare portano i capelli in quel modo.” “Tua mamma aveva quella che per me era la classica bellezza meridionale ad essere sincero. Carnagione olivastra, occhi scuri, capelli lunghi e neri. Sempre legati col mollettone. E quei vestiti a fiori mai troppo corti e mai troppo lunghi. E stava così sia in casa che in giro. L’unica differenza è che per uscire si truccava. E in realtà il fatto che tenesse il mollettone mi piaceva da morire, perché quando lo toglieva e scioglieva i capelli, mostrava un’ulteriore bellezza. Poi li legava di nuovo, quasi subito. Ma era bella in tutti i modi tua mamma.”… sorrido. “Papà mamma è ancora viva, non dire che ERA bella. Mamma è, bella” scoppia a ridere.
Sono divorziati da 12 anni, ma ogni volta che papà viene a casa di mamma a bere il caffè, ridono e scherzano come due vecchi amici, e sono felice che abbiano divorziato, mi piace vederli così tranquilli, piuttosto che vederli litigare sempre come quando ero piccola ed erano ancora sposati. Ogni tanto mi raccontano del loro passato insieme. Hanno passato bei momenti, e mi piace che rispetto ad altri genitori divorziati che si insultano tra loro, loro mantengono quel bel ricordo e vadano avanti.
18 notes · View notes
yomersapiens · 1 year
Text
che male c'è se voglio una vita all'altezza della mia immaginazione? ero di fretta e dovevo prendere la metro ma io non amo correre appresso alle cose e alle persone figuriamoci dietro a una metro perché tanto dopo 4 minuti ne arriva un'altra, ma sento il bip bip bip insistente delle porte che si stanno per chiudere e decido di fare uno scatto ed evito le persone che escono e il mio sprint è insuperabile e come Indiana Jones mi ci infilo dentro al pelo e sento quasi le porte chiudersi sul mio zaino ma niente, sono illeso, mi giro verso il vagone in attesa del mio applauso, io voglio il mio applauso, perché nessuno applaude e celebra questo momento insieme a me? cosa diavolo avete di sbagliato? arrivo in ospedale cantando una canzone degli squallor dal testo così volgare che mi distrae dalle notizie del cazzo dei dottori e lo so che dovrei stare serio ma a me non interessa, canticchio in testa quelle parole orribili e quando finiscono di ripetere le solite cose e dirmi che dovrò aspettare ancora un altro mese se non di più io indosso di nuovo le cuffiette e mi metto a cantare per le corsie e non mi interessa se c'è gente che soffre, tutto sommato ho una bella voce e la linea melodica è allegra e molti sorridono, un'infermiera mi dice qualcosa ma non capisco, dove sono i malati che si alzano e miracolosamente guariscono grazie a me? io li pretendo, voglio le madri che mi porgono i figli appena nati e mi chiedono di benedirli con il mio buon umore nonostante tutto e invece devo uscire dall'ospedale e fare i conti con un'altra giornata grigia così mi nascondo dietro a un muretto e faccio psss pssss al sole per sfidarlo, lui risponde e fa un psss psss altrettanto molesto, "brutto stronzo, stai nascosto dietro alle nuvole anche oggi?" gli urlo arrabbiato, "cazzo vuoi tu, cazzo hai da canticchiare e sorridere, lasciami in pace oggi non ho voglia..." mi risponde con la sua voce solare, "no senti bello mio ora smettila di fare il coglione e esci da là dietro e porta un po' di calore che non ne posso più" lui sospira "ma cosa vuoi che sono tutti incazzati con me e mi dicono che ho rovinato l'inverno e non c'è neve e non sono potuti andare a sciare" lo sento davvero giù e cerco di fare il possibile "ma sciare fa cagare, è uno sport di merda per ricchi del cazzo, lo snowboard pure peggio, hai fatto bene, io non ce l'ho con te dai, esci una mezz'ora, fammi compagnia mentre torno verso casa e poi torna a nasconderti dietro le tue amate nuvole" forse l'ho convinto, "mezz'ora? va bene dai, ma poi se mi prendo maleparole mi difendi tu!" sorrido, "certo amico". ecco non credo di avere aspettative troppo assurde tutto sommato eh, solo un po' di sole e controllare le condizioni atmosferiche e magari anche guarire le persone e perché no, se ci scappa anche me stesso.
54 notes · View notes
haiku--di--aliantis · 3 months
Text
Tumblr media
Vorrei scriverti una lettera d'amore. Una di quelle scritte col cuore, piena di frasi che non si usano più. Niente di barocco o ridondante, per carità. Odio il banale, il già detto. I cliché mi danno sullo stomaco. Mi piacciono i pensieri obliqui, nuovi. I giochi mentali. Gli stimoli e le sorprese continue. Mi piacerebbe molto un contatto incessante con te. Anche per questo però tu mi dici che sono difficile, stancante. E t'allontani.
Tumblr media
Ma dentro di me alla fine, credimi, c'è solo un bambino desideroso di giocare con te, che ha un assoluto bisogno che tu semplicemente ti lasci andare e "al mio via scatenate la dolcezza" come solo tu sai fare. Niente giri troppo complicati o dietrologie: giuro. Vorrei avessi una diversa opinione di me. Perché sei una donna matura, molto intelligente e spesso te lo dici da sola! Non si fa, scema! È un evidente lapsus freudiano. Io ne sorrido tra me e me. Quindi, in silenzio e di nascosto accarezzo con la mente le tue insicurezze.
Tumblr media
Bambina fragile e stupenda. Vorrei scriverti che hai una personalità e soprattutto un corpo molto attraente, anche se davanti allo specchio ti butti sempre giù. Ti denigri. Ti vedi brutta. Ma la bellezza è negli occhi di chi ti ama, cioè io. E comunque io li vedo, gli occhi di chi ti osserva mentre siamo insieme e non sono sguardi troppo gentili, credimi.
Tumblr media
Come far sì che tu creda di più in te stessa. Come dirti che sei una donna meravigliosa, senza scadere nella melassa... Forse basta che ti dica che questo mio cervello sempre in moto non avrebbe potuto innamorarsi di nessun'altra. E che non sei sola. Ma in fondo sono solo stupide parole d'amore. Perché, sai: mi manchi un po'. Non sei sola.
Aliantis
Tumblr media
-----
Not alone (Lari Basilio)
youtube
7 notes · View notes
principessa-6 · 1 year
Text
Tumblr media
Il mio problema é la sincerità. Non sono capace di fingere, se non ti sopporto te lo dico, se non mi rispetti non ti rispetto, se non ti voglio vicino, ti allontano. Non fingo un’amicizia che non esiste, non sorrido per circostanza e se non ho stima di una persona, la tengo ben lontana da me.
La gente non sopporta la mia sincerità, perché essere troppo vera, spaventa, ma mi rendo conto che preferisco cent’anni di solitudine che un solo giorno in compagnia della falsità... 🤍 💜 🤍
86 notes · View notes
solanas65-blog · 5 days
Text
E scusa se me ne vado
dai posti che non parlano di me
dai tramonti presi a ridere
dagli amori dosati
dai cuori deserti
e dalle passeggiate
dove dopo si torna indietro
...
ho bisogno di una ragione, io,
per perdere la ragione,
di una vittoria da ringraziare
o una disperazione da danzare
...
e scusa se non riesco
ad uscirne vivo
laddove gli altri riescono
a non morire,
ho la pelle troppo sottile
per esporla a chiunque
...
e scusa se mi allontano dagli altri
se cerco sempre l'occasione di un riparo
se mi considero sempre
se quando piove mi copro
se sorrido tra una guerra dentro e l'altra
scusa,
se me ne vado
ma non posso più vedermi
appassire.
Tumblr media
Gio Evan
Scusa
ma me lo devo.....
4 notes · View notes
lasignorinanessuno · 4 months
Text
07. 12. 2023
vorrei dire che questa è stata una settimana pesante ma:
1) non è ancora finita;
2) fosse stata solo questa
la verità è che sono settimane, giorni, dove una parte di me vorrebbe farla finita per risolvere tutto e smettere di soffrire, visto che non avrò mai un posto nel mondo né tanto meno un grammo della vita che vorrei e dall'altra la me che mi ricorda che non voglio realmente questo finale, vorrei solo essere felice svegliarmi la mattina e riavere la mia vita del 2019.
Perché quello, anche se allora non lo apprezzavo, anche se c'erano cose che andavano male, è stato il mio anno felice.
È lì che mi rifugio ogni volta che sto male, penso a quel periodo e sorrido, anche se qualcuno in qualche libro, disse che ad abbracciate troppo il passato alla fine ci si rimette o qualcosa di simile.
Mi sono resa conto che fino ad ora, qui ho parlato solo del mio lavoro come fosse l'unica causa del mio male, in realtà lo è solo in parte e non so neanche se la parte più rilevante. Sicuramente influisce molto visto che ci passo il più delle mie giornate e dove sono più sotto stress.
Ci sono anche dei fattori esterni, nella mia famiglia che si riduce a mia madre che nonostante abbia provato a fare del suo meglio, si è sempre e solo improvvisata tale senza mai esserlo davvero; mi ha fatto mancare tutte quelle sicurezze, tutte quelle risposte a quelle domande che avevo; invece troppo presto, mi sono ritrovata ad essere io quella a dover trovare soluzioni e risposte, a doversi sobbarcare situazioni pesanti.
Qui, ritorniamo alla situazione lavoro: sì perché questa situazione è stata creata proprio per poter risolvere i problemi, solo che ne ha causati altri e non ha risolto, almeno non del tutto, quelli di partenza.
La mia psicoterapeuta mi ha detto di non avere fretta e di non prendere decisioni affrettate al riguardo, onde evitare, di licenziarmi per poi trovarmi nuovamente ad accettare una situazione lavorativa pessima solo perché costretta.
Questo, infatti è ciò che successo l'anno scorso: ho lasciato il mio vecchio lavoro perché non ne potevo più, per riprendermi ho cominciato a cercare altro quando mi mancavano pochi mesi dalla fine della disoccupazione. Era un periodo morto, c'erano pochi annunci e ovviamente i colloqui nei posti buoni, dove sarei stata contenta di lavorare mi avevano scartata, facendomi sentire da schifo come se la mia unica opzione fosse lavorare in un negozio di categoria c come questo, ed è stato questo pensiero e lo stipendio alto a farmi accettare qui.
Mi maledico da quel sabato.
Quindi la mia psicoterapeuta non ha tutti i torni, anzi, ha proprio ragione: se mi licenzio a fine a gennaio avrò solo qualche mese di disoccupazione; l'inverno è il famoso "periodo morto" citato sopra, quindi trovare altro, prima maggio/giugno è impensabile (mese in cui già avrei finito la disoccupazione). Quindi le opzioni poi sarebbero due: o accettare di nuovo in lavoro pessimo o nell'attesa mettere mano ai miei risparmi (che ovviamente non potrei toccare).
Con questo giustissimo ragionamento, dovrei scartare l'ipotesi di licenziarmi e farmi rinnovare altri sei mesi, però anche qui ci sono dei ma enormi.
Il più grande "ma" è che dopo che oggi ho litigato con la responsabile per una delle sue solite regole inesistenti, che poi per magia sono sempre esiste, non penso che mi farà rinnovare, oppure se lo farà sarà solo perché non mi reputa all'altezza ma meglio di niente (ovvero mandare via me il male minore e poi ritrovarsi una peggio) e questa cosa mi fa sentire ancora peggio. Aggiungiamo poi che l'altra collega mi ha rinfacciato che non faccio una delle mansioni che loro non mi hanno mai lasciato fare perché appunto non mi reputano all'altezza, questo mi fa capire quanto ho ragione quando dico che mi sminuiscono.
Gli altri ma ovviamente riguardano, il mobbing, il pressing psicologico per le vendite (ho avuto un attacco di panico perché le persone che entravano non compravano e non volevo essere rimproverata), i riposi saltati, l'orario troppo lungo, i mistery shopper e potrei continuare.
Tutto questo per dire, che vorrei i parte resistere per altri sei mesi, ma non ce la faccio. Sì sono debole, sì scappo dai problemi (perché tanto se provi a discuterne non cambia nulla, tipo oggi che cercavo di spiegare a due persone il mio punto di vista senza ovviamente essere capita, anzi pure incolpata per aver creato un disaggio) ; sì questo non risolve nulla e sono la causa del mio male, ma già si sapeva.
7 notes · View notes