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#storia della filosofia
il-gufetto · 2 years
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Peirce è noto soprattutto per il suo interesse per la logica e nel 1878 cercò di chiarire la differenza tra:
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Deduzione
-TUTTI i fagioli in questo sacco sono bianchi
-Questi fagioli sono presi da questo sacco
-Questi fagioli sono TUTTI bianchi
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Induzione
-QUESTI fagioli sono di questo sacco
-Questi fagioli sono bianchi
-TUTTI i fagioli di questo sacco sono bianchi
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Ipotesi (o #abduzione) ossia il metodo di procedere della logica
-TUTTI i fagioli di questo sacco sono bianchi
-Questi fagioli sono bianchi
-Questi fagioli sono di questo sacco
Foto di Monstera presa dal sito di pexels
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simonarinaldi · 8 months
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Joseph Campbell. Dee: i misteri del divino femminile
Joseph Campbell. Dee: i misteri del divino femminile Joseph Campbell. Dee: i misteri del divino femminileMichele Trionfera racconta l’opera di Campbell«Ma è plausibile secondo voi che la dea, dopo tutti questi anni e millenni caratterizzati da forme e condizioni mutevoli, non sia ora in grado di far sapere alle sue figlie chi sono?» scriveva l’esperto di mitologie e religioni comparate Joseph…
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gregor-samsung · 1 month
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" La donna non ha contrapposto alle costruzioni dell'uomo se non la sua dimensione esistenziale: non ha avuto condottieri, pensatori, scienziati, ma ha avuto energia, pensiero, coraggio, dedizione, attenzione, senso, follia. La traccia di tutto ciò è sparita perché non era destinata a restare, ma la nostra forza è nel non avere nessuna mitizzazione dei fatti: agire non è una specializzazione di casta, ma lo diventa mediante il potere a cui l’agire viene indirizzato. L’umanità maschile si è impadronita di questo meccanismo la cui giustificazione è stata la cultura. Smentire la cultura significa smentire la valutazione dei fatti in base al potere.
La maternità è il momento in cui, ripercorrendo le tappe iniziali della vita in simbiosi emotiva col figlio, la donna si disaccultura. Essa vede il mondo come un prodotto estraneo alle esigenze primarie dell'esistenza che lei rivive. La maternità è il suo “viaggio”. La coscienza della donna si volge spontaneamente all'indietro, alle origini della vita e si interroga. Il pensiero maschile ha ratificato il meccanismo che fa apparire necessari la guerra, il condottiero, l’eroismo, la sfida tra le generazioni. L’inconscio maschile è un ricettacolo di sangue e di paura. Poiché riconosciamo che il mondo è percorso da questi fantasmi di morte e vediamo nella pietà un ruolo imposto alla donna, abbandoniamo l’uomo perché tocchi il fondo della sua solitudine. "
Carla Lonzi, Sputiamo su Hegel.
(Libro elettronico; 1ª edizione: casa editrice "Rivolta Femminile", 1970)
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t-annhauser · 1 year
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Filosofia 1: thaumazein
La storiella per cui la filosofia nascerebbe dalla semplice meraviglia di fronte all'ignoto, o dallo stupore per la magnificenza del Creato (che già presupporrebbe un Creatore), questa soluzione un po' naïf da manuale per le prime classi del liceo, mandava in bestia il professor Severino e io la penso come lui. La filosofia nasce da un bisogno più profondo che non è l'allegra meraviglia dell'uomo di fronte allo spettacolo di pupi che gli si para davanti, la filosofia nasce come bisogno di conoscere con verità il destino che vuole gli uomini eclissarsi nella morte per non tornare più, conoscere per prevedere, per schivare il dardo scagliato dall'imprevedibile. È Aristotele a dire nel primo libro della Metafisica che gli uomini furono mossi a filosofare dal thaumazein, e qui il professore ricordava come thauma richiama molto di più che quella "meraviglia" con la quale viene di solito tradotto il termine, richiama un terrore, un angoscioso stupore per l'imprevedibile che sbuca fuori dall'ignoto ("taumaturgia", cioè il prodigio che opera come forza misteriosa e salvifica).
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crazy-so-na-sega · 3 months
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Non v’è movimento proletario – neppure i partiti comunisti – che non abbia operato nell’interesse, nella direzione e per il tempo concesso dal danaro e ciò naturalmente senza che gli idealisti fra i capi ne avessero il minimo sospetto.
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- Oswald Spengler (Il tramonto dell’Occidente)
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annalisalanci · 1 year
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iridediluce · 2 years
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Gregorio Paniagua: Musica della Grecia Antica
Gregorio Paniagua: Musica della Grecia Antica
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missrainworld · 9 months
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Per una piccola parte di me <3 0.1
La parte più difficile in ogni cosa è iniziare, come adesso. Non è facile trovare le parole giuste per aprire la strada alle milioni di cose che vorrei dirti. Ogni inizio è spaventoso, difficile. E me lo ricordo che qualche mese fa di paura ne avevo tanta, temevo tutte le cose che avremmo dovuto vivere.
Tu sei la prima volta in cui ho perso il controllo, in cui mi sono buttata nel vuoto e mi son detta 'Ora o mai più'. Perché in fondo te lo senti che alcune cose puoi farle solo in un determinato momento e che non c'è altro tempo per viverle.
Sei il mio momento giusto, su questo non ho dubbi, mi sei piombato addosso per caso e senza alcuna pretesa, nessuna forzatura e nessuna speranza, sei rimasto.
A volte mi chiedo perché, dopo aver visto tutto il casino che sono, tu sia rimasto. Non hai neanche dovuto lottare per entrarci nella mia vita, perché ti avevo lasciato ogni porta aperta, era troppo tempo che non davo così tanta fiducia a qualcuno ma stranamente con te mi sentivo al sicuro. E ci sono tutti gli ingredienti le farfalle, le palpitazioni, l'impazienza di essere tua.
Ci sono tutti gli ingredienti perché tu possa distruggermi e forse, per la prima volta, voglio correrne il rischio.
Probabilmente, anzi, sicuramente mi sono innamorata prima io ma come dovevo fare? Quando mi guardavi e mi parlavi di filosofia, di storia, cose che non mi hanno mai preso, ma che dette da te diventavano la cosa più interessante del mondo.
Non mi sono innamorata di te perché necessitavo di avere qualcuno al mio fianco, sono sempre stata bene da sola.
Non mi sono affezionata a te perché avevo bisogno di qualcuno che mi rendesse felice, ne perché stessi cercando qualcuno con cui stare.
In realtà, non cercavo proprio nessuno.
Mi sono innamorata di te perché mi sono sentita apprezzata, perché sei l'unica persona che mi restituisce tutto l'amore che do. Mi sono innamorata di te perché mi fai stare tranquilla, potremmo anche stare seduti senza dire nulla e guardare tik tok ed io non avrei ansia.
Siamo così simili ma in certi sensi così diversi, eppure sei esattamente quella parte che mi manca per essere come vorrei.
E' bastato un istante, uno sguardo e ti ho riconosciuto, come se in fondo ti avessi sempre aspettato. Delle volte sono istanti piccolissimi a cambiarci la vita, momenti così insignificanti da non rendercene nemmeno conto, ogni tanto mi chiedo cosa starei facendo ora se non ti avessi mai scritto, se tu non mi avessi mai baciata, se fossimo rimasti solo amici.
La maggior parte delle persone si limita al “mi piaci”, Kierkegaard invece scrisse: “Ti muovi costantemente sulle onde dell’intuizione; eppure, ogni singola somiglianza con te basta a rendermi felice. Perché? É a causa della ricca unità del tuo essere o della povera molteplicità del mio? Non é l’amare te, amare un mondo?”
D’altronde hai avuto tutto, prima ancora che te ne rendessi conto. Ti ho parlato di qualsiasi cosa, quando per me parlare di sentimenti o emozioni risulta essere complicato, tendo sempre a sopprimere qualsiasi cosa, penso perché da piccola venivo etichettata come “la bimba matura “e qualsiasi persona contava su di me ed io non avevo tempo di pensare a cosa realmente provassi.
Forse ho perso la testa, tu mi hai fatto perdere la testa, perché adesso non sento neanche di essere io, ho meno paura di tutto e provo cose talmente diverse che mi destabilizzano. Ti ho parlato di cose che non voglio ammettere nemmeno a me stessa, che portavo, e porto, come un peso, con vergogna, ma tu sei stato così paziente e mi hai ascoltato quando probabilmente quello che dicevo non aveva senso nemmeno per me.
Ti ho amata fin da subito ed ho avuto paura della velocità con cui un sentimento del genere sia cresciuto, d’altronde sono un overthinker e mi son chiesta, che vuoto lascerà una persona del genere nella mia vita? Come mi faccio domande, mi do anche risposte e Tu lasceresti un vuoto enorme, incolmabile.
Oramai occupi tutto, tutto lo spazio che c'è, sei ovunque e neanche me ne rendo conto.  Se conquisti la mia mente ci sarai sempre dentro.
Hai reso tutto pieno di significato, pieno d'amore e di timori. Per la prima volta ho davvero paura di perdere qualcuno, per la prima volta penso che non esista qualcosa che non farei per te, qualsiasi cosa pur di farti stare bene.
Non lo dico perché ti amo, ma lo dico perché sei una persona speciale. Meriti qualsiasi cosa di bello possa esserci, tutta la felicità che possa provare. Hai così tante cose dentro, che non dici e che non mi mostri. Ed io vorrei sapere tutto, conoscerti meglio di te stesso perché niente che ti riguarda mi è estraneo.
Ho capito che ero fottuta quando non mi sapevo dare una risposta al perché ti amassi, lo faccio e basta.
Ogni volta che dico di amarti significa che ti accetto per la persona che sei, e che non voglio trasformarti in qualcun altro. Significa che ti amerò e starò al tuo fianco anche nei momenti peggiori. Significa amarti anche quando sei giù di morale, non solo quando è divertente starti vicino. "Ti amo" significa che conosco la tua persona e non ti giudico. Significa che ci tengo abbastanza da lottare per quello che abbiamo e che ti amo abbastanza da lasciar perdere, se ciò significa vederti felice. Vuol dire pensarti, sognarti, volerti e aver bisogno costantemente di te, e sperare che tu provi lo stesso per me.
Mi stai donando qualcosa che non potrò che inscrivermi nel cuore, quelle cose che ti porti gelosamente dentro, che sai di poter vivere solo con una determinata persona.
Alla fine, ogni cosa mi riconduce a te. Sei nei libri che sottolineo e nella musica che ascolto, in ogni film che mi segno, in tutte le parole che scrivo, persino in quelle che non scrivo ma che custodisco gelosamente dentro di me, tra l’anima e il cuore, in quello spazio che solo tu riesci a raggiungere e che vorrei non abbandonassi mai. É come se dopo un viaggio molto lungo tu mi avessi finalmente riportato a casa.
Mi hai dato talmente tanto che adesso sono piena di te e non potrei dimenticarti mai, seppur volessi.
Mi hai riempita di un amore che non credevo avrei mai provato, così forte che adesso fatico nello scrivere senza commuovermi, senza sentire quelle stupide farfalle, perché pensarti mi fa questo effetto.
Esattamente come quando ti guardo troppo a lungo, penso a quanto sei stupenda, a quanto sai farmi stare bene e mi escono dagli occhi tutte le parole che mi rimangono bloccate in gola. Non riesco a dirtelo mentre ti ho davanti, ma hai dato alla mia vita un valore aggiunto e che avrei milioni di parole da dedicarti se solo riuscissi a concentrarmi mentre mi guardi con quegli occhioni da cui non riesco a fuggire.
Quando mi guardi dimentico tutti i miei difetti ma allo stesso tempo ho paura che guardandomi troppo o standomi troppo vicina tu mi veda come mi vedo io.
Vorrei rivivere ogni ora passata insieme, per rendermi conto di quanti dettagli mi son persa, ma poterli assaporare tutti, coglierli e conservarli. Sei un regalo grandissimo, per il quale sarò per sempre in debito verso il destino. Non so cosa succederà un domani, non importa se un ti amerò esattamente come adesso, probabilmente di più, ma sarai sempre e comunque tu, niente ti renderà diverso di fronte ai miei occhi, adesso non vedo altro che la tua essenza. Non vedo l'ora di poterti baciare, mi manchi da morire e niente mi rende felice come averti accanto e poter sentire il calore di un tuo abbraccio che tanto ho desiderato. Sei ciò di cui ho più bisogno e che non voglio lasciar andare per nulla al mondo.
Ti amo, come non amo altro.
Tua, A.
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moonyvali · 9 months
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"Averte mai sentito l’espressione «la bellezza salverà il mondo?» Vi siete mai chiesti cosa significa?
Questa è una delle più celebri frasi di Dostoevskij. La potete leggere ne L’Idiota, ma pochissimi ne hanno compreso il vero significato. In tanti credono che queste parole siano un semplice omaggio alla bellezza. Ma non è così. Che cosa vi sta dicendo in realtà Dostoevskij?
Ecco, pensate a cosa provate quando guardate un dipinto di Caravaggio o di Michelangelo. Quando osservate un tramonto. O un paesaggio talmente bello che vi toglie fiato. Sentite una sensazione di benessere, di piacere, ma anche qualcos’altro. Un sentimento più profondo ma anche più sottile. Guardate questa Venere di Botticelli: guardate i suoi occhi, i suoi capelli, il suo volto. Che emozioni vi trasmette? Una soave, irresistibile dolcezza che vi spezza il cuore. Vi sentite incantati, stupiti, commossi.
La grande bellezza ha sempre il potere di commuovere. «Dove c’è bellezza, c’è anche compassione, per la semplice ragione che la bellezza deve morire». Ogni momento può essere l'ultimo per noi, perché siamo mortali. Quando guardiamo un’alba che si specchia nelle acque del mare, quando vediamo nel viso di un uomo o di una donna una bellezza irresistibile, dentro di noi sappiamo che quel momento non tornerà. È questo che vi sta dicendo Dostoevskij. È la compassione che nasce in noi grazie alla contemplazione della bellezza che salverà il mondo. O meglio salverà l’uomo.
La bellezza che i media ci vendono invece è una bellezza plastificata, prodotta in serie, perché l’uomo per essere un buon consumatore deve innanzitutto credere di essere immortale. In una società che ha fatto dell’egoismo una moda e del consumismo un’arte, non c’è più spazio per la poesia, per pensare all’altro, per sentire. Non c’è più il tempo per vivere. Ma se voi invece di lasciarvi vivere, come fanno tanti, vi fate inebriare dalla bellezza della natura, dell’arte, della poesia, non troverete in queste cose soltanto una mera bellezza estetica ma la radice più profonda della vita stessa."
G. Middei, anche se voi mi conoscete come Professor X (Cari amici, con un senso di commozione vi comunico che il mio romanzo Clodio è alla sua ultima ristampa. Se vi piacciono la storia e la filosofia, vi lascio il link per leggerne un estratto gratuito: https://www.amazon.it/Clodio-G-Middei/dp/8832055848
#letteratura #cultura #istruzione #dostoevskij
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klimt7 · 2 months
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24 febbraio 2024
Un sabato pomeriggio
speso bene
A volte ci sono storie che meritano di essere raccontate. Lo capiamo solo dopo.
Quando comprendiamo che la scintilla iniziale, quella luce da cui ci siamo fatti guidare, seguendo la nostra intuizione, era fondata.
Nel mio caso, tutto è iniziato da un articolo della stampa locale. Un articolo apparso su CesenaToday, un sito web, che si occupa di dare informazioni e portare all'attenzione di tutti, le iniziative, gli eventi e molte delle manifestazioni del territorio, tutto ciò che accade - insomma - nel Cesenate e nei Comuni della vallata del Savio.
Riporto di seguito il testo dell'articolo, che avevo letto alcuni giorni fa :
Di notizie di questo tipo, sulla stampa e in Rete, ne appaiono decine, ogni giorno, eppure, in questo caso, qualcosa deve avermi colpito ad un livello più profondo della semplice curiosità.
Sarà che anche io, durante gli anni del Liceo Classico, mi sono appassionato alla pittura da autentico autodidatta, dopo che ho conosciuto le opere di Van Gogh e di Gustav Klimt! Sarà che il disegno, fin dalle scuole Elementari, era una delle attività preferite...
E così dai disegni a matita e coi pastelli, ero passato ai primi lavori a tempera (colori acrilici) e poi ai primi quadri su legno e alle prime tele ad olio.
Sarà che il mondo dell'Arte, mi ha sempre attratto e incuriosito...
Sarà che dopo l'aggressione russa all'Ucraina del 24 febbraio 2022, ho sempre fatto il tifo per il popolo ucraino e ho partecipato a diverse iniziative di volontariato, per inviare aiuti e soldi, agli ospedali di Leopoli e Kyiv, sia per dare supporto ai bambini e ragazzi universitari e alle madri ucraine fuggite dal proprio paese e arrivate in italia, nei primi mesi di questa assurda guerra, scatenata dal sanguinario dittatore di Vladimir Putin...
Sarà anche che io sono sempre stato affascinato della storia di chi è costretto ad abbandonare la propria Patria a causa di una guerra e a reinventarsi una vita.
Saranno stati tutti questi motivi assieme, ma qualcosa mi ha spinto a voler visitare la Mostra di questa artista ucraina, che grazie all'aiuto concreto del Comune di Mercato Saraceno è riuscita a coronare uno dei suoi sogni e presentare al pubblico parte dei suoi lavori.
Oggi alle 16, quindi, sono andato a Mercato Saraceno, a questo piccolo-grande evento : l'inaugurazione della Mostra di pittura di Kira Kharchenko.
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E così, in un pomeriggio piovoso di metà febbraio, mi son trovato ad essere investito dall'energia dei quadri di questa ragazza che giunta in Italia, per colpa della guerra, ha intrapreso un percorso scolastico nel nostro paese, iscrivendosi al Liceo Artistico di Forlì.
Conversando con Kira, è diventato chiaro come il suo soggiorno in Italia sia stata anche una svolta della sua vita. Nel giro di appena due anni, ha infatti imparato ad esprimersi nella nostra lingua e ha cominciato un percorso artistico importante, adottando la tecnica dei colori ad olio.
Ma la cosa, ancora più importante è che Kira in questi anni è riuscita a portare avanti un progetto personale di grande valore:imparare ad esprimere grazie alla Pittura e al disegno il proprio mondo interiore fatto di idee e sentimenti.
Cosi come ha scoperto l'importanza della Filosofia come strumento per leggere il mondo e comunicare le idee che ci guidano nella vita.
Ciò che infatti colpisce di questa ragazza è il fatto che una sua opera, qualsiasi sua opera, parte sempre da uno stato d'animo, una riflessione, una emozione profonda. Tutti i suoi quadri, sono un mezzo per fare arrivare un messaggio legato alle emozioni e al mondo dei propri sentimenti.
È sufficiente allora, leggere le didascalie che accompagnano le sue tele per immergersi nel mondo interiore di Kira, continuamente in bilico fra pensieri cupi e paure legate alle minacce che ha portato la guerra nel suo paese, e la sua forza di volontà che la sorregge e la porta a credere alla speranza e a un futuro migliore, più umano e orientato al valore della Libertà.
Un futuro dove ogni sentimento trova la forza di emergere per esprimere la propria umanità.
Ed ecco che visitare la sua esposizione significa leggere molte delle pagine del suo personalissimo "romanzo di formazione".
È un pò come leggere il libro che Kira crescendo e prendendosi responsabilità del tutto nuove, sta scrivendo in questi anni.
Ci sono pagine chiare, luminose, abbaglianti che tuttavia non cancellano i momenti bui e i colori più cupi che esprimono le paure e le preoccupazioni.
Ma Kira ha dalla sua parte, due energie incredibili: è guidata da due stelle polari.
La sua fede religiosa ( kira è ortodossa) e la forza del dialogo ininterotto che lei stessa, ha con la propria anima.
Un confronto fertile con se stessa, con la persona che è e con il mondo dei propri pensieri, oltre che con i pensieri eterni, quelli validi in tutte le epoche, quelli che per comodità, noi indichiamo col termine "FILOSOFIA".
Perchè Kira non è soltanto una pittrice.
È prima di tutto una filosofa, una persona riflessiva che esprime le sue convinzioni profonde, le sue visioni, il modo di percepire la realtà, attraverso il linguaggio potente che è la Pittura.
Prossimamente dedicherò uno o più Post ai suoi quadri.
Per oggi, sono felice di aver partecipato a questa Mostra, di aver conosciuto questa promettente artista ucraina e aver iniziato a comprendere il suo linguaggio pittorico.
Piu di tutto, credo che il suo mondo interiore, la potenza del linguaggio che ha scelto, la profondità del suo modo di esprimere i sentimenti con immagini potenti e insieme, piene di armonia e grazia, ne fa un talento precocissimo, dal grande potenziale .
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kon-igi · 10 months
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L'altro giorno in un angolo del cortile dell'RSA dove lavoro ho notato il fiore più brutto che avessi mai visto: rinsecchito e morente, coi petali metà mancanti e metà ingialliti, usciva da una crepa dell'asfalto dove si erano depositati mozziconi di sigaretta in un angolo sempre in ombra. Poi un'ape è arrivata ronzando, ci si è posata sopra per prendere un po' di nettare e poi è volata via. 2600 anni di storia della filosofia condensati in 10 secondi e io lì con le lacrime agli occhi.
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il-gufetto · 1 year
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La fede, per Marx, scaturisce dalla consolazione dinanzi alla sofferenza umana. Sofferenza che, durante questo periodo, si è accentuata con l'industrializzazione. Infatti una celebre frase del filosofo è:
"La religione è il sospiro della creatura oppressa, il sentimento di un mondo senza cuore, lo spirito di situazioni in cui lo spirito è assente. Essa è l'oppio dei popoli"
Foto di Pedro Figueras presa dal sito web di Pexels
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falcemartello · 1 year
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Mi sto progressivamente allontanando dalla cosiddetta area del dissenso, giorno dopo giorno.
Il motivo? Alla base di questo universo dalle forme indefinite vi è la stessa filosofia che anima la peggiore politica italiana.
No, non sto parlando della corruzione o del malaffare. E nemmeno dei personalismi, delle singole ambizioni o dei sotterfugi. Acqua acqua acqua.
Sto parlando di quella perniciosa, demenziale e distruttiva idea che, tutto sommato, la Storia sia già scritta.
Che si parli di un vincolo esterno o di una congrega segreta, poco cambia: nulla si può fare, nulla si può cambiare, nulla si può contrastare. Spazzatura post-storica spacciata per realismo, perfettamente funzionale allo status quo, anticamera dell'inazione più pigra, arrendevole e codarda.
Questo è il grande virus che divora le menti degli occidentali moderni, prosciugandone ogni forza vitale, ogni pulsione alla ribellione che non si risolva in un personalissimo quanto autocelebrativo scatto d'ira.
A conti fatti cosa differenzia davvero, oggi, un conformista e un dissidente?
Il primo crede di vivere nel migliore dei mondi possibili e agisce come un cane da guardia, più o meno pasciuto, davanti ai cancelli del pensiero dominante.
Il secondo riconosce le storture di quest'epoca ma le ritiene frutto di un piano talmente ben congeniato e talmente perfetto da aver plasmato ogni pagina di Storia umana fino ai giorni nostri.
Risultato?
Entrambi considerano pericoloso il cambiamento. Lo avversano con rabbia.
I primi per fanatico servilismo, i secondi per malfidato fatalismo.
E la conclusione è sempre la stessa: There Is No Alternative.
Qualsiasi progetto voglia affrancarsi da questa fetida palude post-storica, da questo triste fanclub di Fukuyama, dovrà avere il coraggio di recidere i legami con un'area che, consapevolmente o meno, è destinata per vocazione all'inoffensività.
Basta negare il ruolo dei popoli, delle collettività e delle nazioni.
Basta negare l'imprevedibilità della Storia.
Basta negare la potenza degli ideali.
Uscite dalla palude.
O sguazzate in silenzio.
Matteo Brandi
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gregor-samsung · 4 months
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“ Noi dobbiamo cessare di attendere in ogni occasione l'uomo provvidenziale: ci dobbiamo convincere che quest'uomo provvidenziale è in tutti, e dobbiamo considerare gli altri uomini non già come il mezzo, ma come lo scopo. L'uomo provvidenziale non esiste: e se a un uomo è dato di far più che agli altri, non bisogna nemmeno esagerare ciò che un uomo può. Quei grandi politici o finanzieri che noi invidiamo spesso agli altri, se si potessero trasportare da noi non farebbero se non ciò che i nostri fanno: infatti essi sono grandi perché imperniano movimenti che in realtà esistono. Questa contemplazione buddistica, per cui in ogni partito ci asteniamo da ogni opera attiva di bene e aspettiamo che venga l'uomo forte, l'uomo provvidenziale, è quanto di più dissolvente si possa immaginare, ed è il risultato della nostra concezione eroica della storia. Le società umane in tanto valgono in quanto valgono non alcuni uomini, ma tutti gli uomini che le compongono. I popoli che prevalgono durevolmente sono quelli di cui la educazione intellettuale e materiale delle masse è più alta e dove la solidarietà è più grande. Dove l'anima collettiva vibra di più, dove più grande è l'unione, ivi la forza è maggiore. Pensate invece quale effetto debba avere sopra menti incolte, in cui fermentano l'odio e la superstizione, l'insegnamento che noi diamo. Noi siamo gli eredi dei meriti e delle colpe dei nostri padri, e noi già scriviamo con le opere nostre la storia dei nostri figliuoli. Facciamo che questa storia sia meno faziosa; insegnamo che il lavoro umano è sacro; che la violenza comunque adoperata è male; infondiamo quel rispetto della libertà umana da cui purtroppo ci allontaniamo; evitiamo anche di ripetere, ciò che non è vero, che il passato è più grande del presente. “
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Brano tratto dal saggio breve Eroi (1898) raccolto in:
Francesco Saverio Nitti, Eroi e briganti, Edizioni Osanna (collana Biblioteca Federiciana n° 3), Venosa (PZ), 1987¹; pp. 28-29.
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t-annhauser · 1 year
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Filosofia 2. Aletheia, epistème
È universalmente noto, anche alle pietre, che l'etimo di philosophía è "amante della sapienza", dalla parola philo-, amico, e sophos, sapiente, che rimanda a saphes (safí, safes), cioè chiaro, manifesto, luminoso, che si mostra nella luce. La filosofia è il sapere che si mostra con evidenza, che non confida, che non si affida alla fede negli dei o al responso degli oracoli. Aletheia, la parola greca per "verità", significa "ciò che non è nascosto", dove la fede implica invece un nascondere, un avere fiducia in ciò che non viene mostrato (perché, se si mostrasse, non occorrerebbe credervi). La verità filosofica, epistème (la certezza del sapere, contrapposta alla doxa, cioè all'opinione), si propone di respingere con verità il thaumazein, cioè il turbamento provocato dall'imprevedibilità dell'accadere. Tale è l'urgenza che il rimedio non può essere semplice fede o doxa, l'argomento deve poter mantenersi saldo per affermarsi sopra gli altri con evidenza incontrovertibile, e solo la verità possiede la forza per imporsi, perché la menzogna, contraffazione del vero per definizione, non può avere l'ultima parola. Questo è il vasto programma, che la filosofia sia poi riuscita nel corso dei secoli a mantenersi all'altezza dei suoi propositi è tutta un'altra storia.
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crazy-so-na-sega · 6 months
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«Nessuna religione tanto quanto quella giudaica fu mai così impastata di anima e di spirito. Questa religione, che costituisce parte integrante della razza giudaica, ha creato un popolo di finanzieri e rivoluzionari perché è
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Esclusiva - quindi inassimilabile.
Terrena - quindi materialista.
Messianica - quindi rivoluzionaria.
Il fondamento del giudaismo, ciò che costituisce il suo pensiero principale, ciò che gli conferisce una straordinaria originalità, è la sua esclusività. Tutta la storia del popolo ebraico e della sua religione, che è inseparabile da esso, ruota intorno a questo fenomeno centrale. Un Dio geloso: Iahvé, il suo popolo eletto: Israele. I riti, i comandamenti, la legge che li lega l'uno all'altro, questa è l'essenza di ogni verità e di ogni giustizia; fuori di questo c'è solo il mondo e il male; il mondo del male. Questa miopia, ma appassionata e singolarmente potente, ha fatto l'integrità di un popolo per tremila anni. Questo indefettibile esclusivismo ha creato una razza, una nazione, una religione, una mentalità che sono senza analogia nella storia universale. Attraverso la forza delle sue tradizioni, di mezzo alle tempeste che hanno fatto turbinare gli uomini nei secoli, il giudaismo è rimasto incrollabile, inesorabilmente simile a sé stesso; come lo scopriamo alle sue origini, tale lo ritroviamo oggi. L'umanità cambia, gli Imperi sorgono e crollano, gli ideali nascono, risplendono e poi si spengono, ma l'ebreo rimane, il Giudaismo rimane, avvolto nel suo accanito esclusivismo, sperando tutto nel domani, instancabilmente... sovrumano, inumano.
Prigionieri delle immutabili tradizioni che sono l'essenza del loro esclusivismo, i Giudei sono, in mezzo all'umanità che si compone di un'immensa maggioranza di non-Giudei, degli eterni disadattati.
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l giudaismo dunque non può che desiderare la sovversione: è dovere del Giudeo e soprattutto del suo istinto, formato da tradizioni tre volte millenarie, di contribuire alla distruzione dell'ordine. L'esclusivismo giudaico comanda e giustifica lo spirito di rivolta. Il Giudeo fu sempre animato da quel vecchio materialismo giudaico che sognò perennemente un paradiso realizzato sulla terra e respinse sempre la lontana e problematica speranza di un Eden dopo la morte. Si sa che il giudaismo antico ignora l'Aldilà. L'uomo può sperimentare il bene o il male solo in questo mondo; se Dio vuole punire o ricompensare, può farlo soltanto durante la vita dell'uomo. È dunque qui sulla terra che i giusti devono prosperare e gli empi devono soffrire. La filosofia del Giudeo fu semplice...avendo solo un numero limitato di anni da dedicarvi, volle goderne, e non erano i piaceri morali che chiedeva, ma quelli materiali, atti ad abbellire e addolcire la sua esistenza. Poiché il Paradiso non esisteva, egli poteva aspettarsi da Dio, in cambio della sua fedeltà, della sua pietà, solo favori tangibili; non vaghe promesse, buone per i cercatori dell'aldilà, ma realizzazioni formali, risolte con un incremento della fortuna, un aumento del benessere... Non avendo alcuna speranza di compenso futuro, il Giudeo non poteva rassegnarsi alle disgrazie della vita; può consolarsi dei suoi mali pensando alle beatitudini celesti solo molto in avanti con l'età. Alle calamità che lo colpivano, non rispondeva né con il fatalismo, né con la rassegnazione; rispondeva con la rivolta. Così la concezione che i Giudei si fecero della vita e della morte fornisce il primo elemento al loro spirito rivoluzionario. Parlando di questa idea che il bene, ovvero ciò che è giusto, dovesse essere realizzato non nell'oltretomba,
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poiché nell'oltretomba c'è il sonno fino al giorno della resurrezione del corpo, ma durante la vita, essi cercarono la giustizia e, non trovandola giammai, perpetuamente insoddisfatti, si consumarono per ottenerla. Senza la legge, senza Israele per praticarla, il mondo non sussisterebbe, Dio lo farebbe rientrare nel nulla; e il mondo non conoscerà la felicità se non quando sarà sottomesso all'impero universale di questa legge, ossia all'impero dei Giudei. Questa felicità si realizzerà attraverso la libertà, l'uguaglianza e la giustizia. Tuttavia, se tra le nazioni quella di Israele è stata la prima a pensare a queste idee, altri popoli, in vari momenti della storia, le hanno sostenute, ma nel farlo non sono stati popoli di ribelli come il popolo giudaico. Perché? Perché se questi popoli erano convinti dell'eccellenza della giustizia, dell'uguaglianza e della libertà, non ritenevano la loro piena realizzazione come possibile, perlomeno non in questo mondo, e quindi non lavoravano unicamente per il loro avvento. Al contrario, gli ebrei credevano che la giustizia, la libertà e l'uguaglianza non soltanto potessero essere sovrane del mondo, ma si credevano in particolare incaricati di lavorare per questa loro attuazione. Tutti i desideri, tutte le
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speranze che queste tre idee suscitavano finirono per cristallizzarsi intorno ad un'idea centrale: quella dei tempi Messianici, della venuta del Messia, che doveva essere inviato da Iavhé per consolidare il potere delle rovine terrene. Ora gli avvenimenti contemporanei dimostrano ancora, qualunque cosa si voglia controbattere sull'argomento, la stretta parentela che unisce il Giu45ismo e lo spirito di rivolta. Sotto formule differenti è sempre il vecchio sogno messianico dei profeti e dei salmisti che infesta i cervelli. Ecco in cosa consiste la religione giudaica, ecco come si differenzia da qualsiasi altra fede. È una rottura con tutto il genere umano; essa non fa proseliti perché non può trasfondere il sangue d'Israele che solo vanta la promessa; tra tutte le religioni che si professano, ce n'è una [il giudaismo] che aborrisce la religione di Cristo, poiché questa gli ha strappato la promessa interpretandola diversamente. L'idea fondamentale, quella secondo cui si doveva a uno straniero meno considerazione che a un compatriota, a un correligionario, è rimasta la stessa dai tempi della Torah fino ai giorni nostri. Questa è l'impressione che devono riportare tutti coloro che eseguono uno studio imparziale del diritto internazionale privato nei libri sacri ebraici: Torah, Talmud, Codici e commentari.
- G.Léon Marie Pierre de Montaigne de Poncins.
(La misteriosa internazionale giudaica)
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