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artedigitalia · 2 years
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Se ti piace fare illustrazione, su artedigitalia.it trovi tanti contenuti interessanti e utili! :)
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whyslowrush · 26 days
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Mary Jane! Live Session out on YouTube. Here's the link and a piece of cake 🍰 https://youtu.be/g7tUo0DJ1m0?si=otJSKWyJPGlYTGXg
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jacopocioni · 28 days
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Gli strumenti astronomici di Santa Maria Novella
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Nella Repubblica fiorentina l'affermarsi della famiglia Medici, salita al rango nobile, necessitava di una evoluzione da status di banchieri a qualcosa di più prestigioso.  Cosimo I intuì, o meglio copiò Lorenzo il Magnifico, che il mezzo per fare questo era la cultura. E' noto che Cosimo I fu mecenate per le arti ma allo stesso tempo, oltre scultori pittori ed architetti, chiamò a se anche scienziati impegnati in varie branche di studio. Una delle scienze a cui Cosimo I teneva particolarmente era il "tempo" e il calendario. All'epoca era in uso il calendario giuliano basato sul ciclo delle stagioni. Questo calendario era stato elaborato dall'astronomo greco Sosigene di Alessandria e poi introdotto da Giulio Cesare (per questo chiamato giuliano) nell'anno 46 a.C.. All'epoca era fondamentale l'individuazione del corretto giorno della Pasqua Cristiana, questo sia perché era una festività importantissima, sia perché si organizzava poi, di conseguenza, tutto il calendario liturgico cristiano. Per individuare il giorno della Pasqua si partiva a fare il calcolo dal giorno dell'equinozio. L'equinozio è il giorno in cui la notte e il giorno hanno la stessa durata, cioè quando il sole si trova allo zenit all'equatore e lo illumina perpendicolarmente. Perché questa lunga introduzione? Perché il calendario giuliano era impreciso e perdeva 11 minuti per ogni anno trascorso, rendendo i calcoli molto complessi. A questo, Cosimo I, aveva velleità di porre rimedio e sostituire il nome di Giulio Cesare con il suo. Sappiamo oggi che fu Gregorio XIII nel 1582 ad attuare questo cambiamento ed infatti ancora oggi ci basiamo sul calendario gregoriano che ha ridotto a soli 26 secondi la "perdita di tempo" in un anno.
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Questa "gara" dell'epoca per la riforma del calendario indusse Cosimo I a chiamare presso di se a Firenze uno dei più grandi astronomi del tempo, un frate domenicano che si chiamava Egnazio (Ignazio) Danti. L'incarico che aveva il frate era di trovare con la massima precisione il giorno dell'equinozio di primavera.
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Fu scelta la chiesa di Santa Maria Novella con la sua meravigliosa facciata di Leon Battista Alberti per realizzare ed applicare tre strumenti astronomici che ancora oggi sono osservabile dal fiorentino curioso e dal turista pellegrino. Questi strumenti furono realizzati tra il 1572 e il 1575 e sono: un grande quadrante con orologi solari, un'armilla equinoziale, e un foro gnomonico per una meridiana a camera oscura. Con questi strumenti si contava di individuare con estrema precisione il momento dell’equinozio di primavera, quindi studiare nuovi calcoli astronomici per riformare il calendario giuliano e alla fine individuare incontestabilmente il giorno di Pasqua.
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Il grande orologio, o meglio quadrante astronomico serviva a calcolare l’inclinazione dell’asse terrestre e l’altezza del sole durante tutto l’anno. Attraverso questo si poteva disporre di tutte le ore di tutti i sistemi orari dell’epoca, questo ma per la massima distribuzione del sapere.
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L’armilla è invece uno strumento poliedrico in quanto ha più scopi. Primo era ovviamente l'individuazione esatta dell’equinozio. La struttura consta di due cerchi di bronzo con un diametro di 130 centimetri che sono posti perfettamente perpendicolari tra di loro. Con il cerchio verticale, quello meridiano, si individua il mezzogiorno solare, cioè quando il sole è alla sua massima altezza. Il cerchio proietta sulla facciata della chiesa l'ombra di se stesso e quando questa ombra sovrappone perfettamente i lati del cerchio allora siamo al mezzogiorno preciso. L'altro cerchio, quello orizzontale o equatoriale, farà la stessa cosa al momento dell'equinozio. Quindi nel giorno dell'equinozio, a mezzogiorno preciso, le due ombre si porranno sulla facciata perpendicolari l'una all'altra disegnando una croce.
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Infine furono realizzati due fori gnomici per una meridiana a camera oscura all'interno della chiesa. La luce passando dai fori avrebbe dovuto indicare l'ora e i solstizi, ma si presentarono due problemi. Il primo fu che uno altro foro sarebbe dovuto essere realizzato nella volta, creando un probabile danno strutturale e l'altro problema fu l'allontanamento del Danti da Firenze. Il Danti si trasferì a Bologna dove continuò i sui studi e poté mettere in atto il suo progetto nella cattedrale di San Petronio. Egnazio Danti riuscì comunque, grazie ai suoi strumenti di misura a calcolare la vera durata dell’anno solare commettendo un errore di soli 38 secondi e dimostrando come la riforma del calendario giuliano fosse imprescindibile. Nonostante il miglioramento ancora oggi necessitiamo di un anno bisestile ed infatti oggi è il 29 febbraio un giorno di più per recuperare il tempo perso.
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Jacopo Cioni Read the full article
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pazzoincasamatta · 2 months
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Ma che cos’è uno strumento? Esistono varie definizioni. Eccone una tratta da un testo fondamentale sul comportamento animale:
L’impiego esterno di un oggetto libero o vincolato all’ambiente ma manipolabile per modificare in modo più efficace la forma, la posizione o lo stato di un altro oggetto, di un altro organismo o del soggetto stesso che lo sta utilizzando, quando quest’ultimo tiene stretto e manipola direttamente lo strumento durante o prima dell’uso ed è responsabile del giusto ed efficace orientamento del medesimo.
Umani: La nostra storia di Adam Rutherford
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cambiolavita · 2 months
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Ritmo, potenza, passione
"Ritmo, potenza, passione: suonare la batteria è un'esplosione musicale!"
Sin da piccolo ho sempre sognato di suonare la batteria, non un qualsiasi strumento. Non ricordo esattamente quando è nata questa passione o quando l’ho sentita per la prima volta. Ma ricordo che il mio corpo, tutto, rispondeva a a qualunque ritmo, seguendolo con le mani e con i piedi, immaginando di suonarlo, finché arriva quel momento in cui tra le varie cose da fare ti viene proposto se vuoi…
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meritabiz · 2 months
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Social Media Marketing in Italia: c'è chi li vede come un dazio ta pagare e chi pensa siano la gallina dalle uova d'oro. Ovviamente la verità sta, come spesso accade, nel mezzo Il social media marketing può fare la differenza, ma ha bisogno anche di visione strategica e di conoscenza. Specialmente quando si acquistano servizi da professionisti o agenzie. Vediamo quindi come si comprano i servizi di Social Media Marketing e come il settore sta mutando completamente grazie all'arrivo dell'AI. Ne parliamo con Alessandra Salimbene. Note: https://www.merita.biz/362
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guida-ai · 3 months
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Combattere i pregiudizi nell'intelligenza artificiale: strumenti e strategie per ridurre i pregiudizi nei sistemi di intelligenza artificiale
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L’intelligenza artificiale (AI) è diventata una parte sempre più importante della nostra vita, dal potenziamento di assistenti virtuali come Siri e Alexa alla guida di automobili e all’analisi dei dati per le aziende. Tuttavia, una delle maggiori sfide che l’intelligenza artificiale deve affrontare è la questione dei pregiudizi. I pregiudizi nei sistemi di intelligenza artificiale possono portare a risultati discriminatori, perpetuare i pregiudizi e rafforzare le disuguaglianze esistenti nella società. In questo articolo esploreremo gli strumenti e le strategie che possono essere utilizzati per combattere i pregiudizi nei sistemi di intelligenza artificiale e ridurre i pregiudizi nei loro processi decisionali.
Comprendere i bias nell'intelligenza artificiale
Il bias nell’intelligenza artificiale si riferisce alle preferenze o ai pregiudizi sistematici e ingiusti che i sistemi di intelligenza artificiale possono mostrare in base a determinate caratteristiche come razza, sesso, età o status socioeconomico. Questo pregiudizio può essere involontario ed emergere dai dati utilizzati per addestrare i sistemi di intelligenza artificiale, dagli algoritmi utilizzati per elaborare tali dati o dalla progettazione e implementazione del sistema stesso. Ad esempio, se un sistema di intelligenza artificiale viene addestrato su dati già distorti, è probabile che riproduca e perpetui tale pregiudizio nei suoi processi decisionali. Una delle principali sfide nella lotta ai bias nell’intelligenza artificiale è che possono essere difficili da identificare e misurare. A differenza dei pregiudizi umani, che possono essere palesi e consapevoli, i pregiudizi nell’intelligenza artificiale possono essere sottili e spesso nascosti nella complessità degli algoritmi e dei dati utilizzati. Di conseguenza, è essenziale sviluppare strumenti e strategie che possano aiutare a scoprire e mitigare i bias nei sistemi di intelligenza artificiale.
Strumenti per combattere i pregiudizi nell’intelligenza artificiale
Sono stati sviluppati diversi strumenti per aiutare a identificare e mitigare i bias nei sistemi di intelligenza artificiale. Questi strumenti generalmente rientrano in due categorie: quelli che valutano i dati utilizzati per addestrare i sistemi di intelligenza artificiale e quelli che valutano i risultati o le decisioni prese dai sistemi di intelligenza artificiale. Strumenti di valutazione dei dati Gli strumenti di valutazione dei dati sono progettati per aiutare a identificare e mitigare i bias nei dati utilizzati per addestrare i sistemi di intelligenza artificiale. Questi strumenti analizzano i dati di addestramento per individuare modelli di bias e forniscono informazioni su come i bias possono influire sulle prestazioni del sistema di intelligenza artificiale. Ad esempio, il Indicatori di equità Lo strumento sviluppato da Google consente agli utenti di valutare l'equità dei propri modelli tra diversi gruppi di persone fornendo molteplici metriche e visualizzazioni di equità. Un altro esempio è il Strumento di rilevamento e mitigazione dei bias sviluppato da IBM, che aiuta a identificare e mitigare i bias nei modelli di machine learning. Questo strumento può essere utilizzato per misurare e visualizzare l'impatto di diverse variabili sulle previsioni del modello, aiutando a identificare potenziali fonti di distorsione. Strumenti di valutazione dei risultati Gli strumenti di valutazione dei risultati sono progettati per aiutare a valutare le decisioni prese dai sistemi di intelligenza artificiale per identificare e mitigare eventuali distorsioni. Questi strumenti analizzano i risultati dei sistemi di intelligenza artificiale e forniscono informazioni su come i pregiudizi potrebbero aver influenzato tali decisioni. Ad esempio, il equità Lo strumento sviluppato dall'Università di Chicago aiuta a valutare i bias nei modelli di machine learning utilizzando una varietà di metriche e visualizzazioni di equità. Allo stesso modo, il Strumento What-If sviluppato da Google consente agli utenti di visualizzare le prestazioni e il comportamento dei modelli di machine learning modificando gli input e osservando gli output, aiutando a identificare e comprendere potenziali fonti di bias.
Strategie per combattere i bias nell’intelligenza artificiale
Oltre a utilizzare strumenti per identificare e mitigare i pregiudizi nei sistemi di intelligenza artificiale, esistono diverse strategie che possono essere impiegate per ridurre i pregiudizi nei processi decisionali dell’intelligenza artificiale. Queste strategie si concentrano sulla progettazione e implementazione dei sistemi di intelligenza artificiale, nonché sul quadro etico e normativo che ne circonda l’utilizzo. 1. Dati diversi e rappresentativi Una delle strategie più efficaci per combattere i pregiudizi nell’intelligenza artificiale è utilizzare dati diversificati e rappresentativi per addestrare i sistemi di intelligenza artificiale. Garantendo che i dati di formazione coprano un’ampia gamma di esperienze e prospettive, è possibile ridurre la probabilità che emergano distorsioni nel sistema di intelligenza artificiale. Ciò può essere ottenuto ricercando attivamente diverse fonti di dati e utilizzando tecniche come l’aumento dei dati per creare set di dati più rappresentativi. 2. Trasparenza e responsabilità La trasparenza e la responsabilità sono essenziali per combattere i pregiudizi nell’intelligenza artificiale. Rendendo i processi decisionali dei sistemi di intelligenza artificiale più trasparenti e responsabilizzando gli sviluppatori e gli utenti dei risultati di tali decisioni, è possibile ridurre la probabilità che emergano pregiudizi. Ciò può essere raggiunto attraverso l’uso di tecniche di intelligenza artificiale spiegabili e lo sviluppo di chiare linee guida etiche per l’uso dei sistemi di intelligenza artificiale. 3. Supervisione regolamentare La supervisione normativa è un’altra importante strategia per combattere i bias nell’intelligenza artificiale. Implementando regolamenti e linee guida per l’uso dei sistemi di IA, è possibile garantire che questi sistemi siano utilizzati in modo giusto ed equo. Ciò può essere raggiunto attraverso lo sviluppo di leggi e regolamenti che affrontino esplicitamente la questione dei pregiudizi nell’intelligenza artificiale e ritengano gli sviluppatori e gli utenti responsabili di eventuali risultati discriminatori.
Conclusione
Poiché l’intelligenza artificiale continua a svolgere un ruolo sempre più importante nelle nostre vite, è essenziale affrontare la questione dei pregiudizi nei sistemi di intelligenza artificiale. Utilizzando strumenti per identificare e mitigare i pregiudizi e implementando strategie per ridurre i pregiudizi nei processi decisionali dell’IA, è possibile creare sistemi di IA giusti ed equi per tutti. Con gli sforzi continui per combattere i pregiudizi nell’intelligenza artificiale, possiamo lavorare verso un futuro in cui l’intelligenza artificiale sia una forza positiva nella società. Read the full article
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marcogiovenale · 8 months
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amelia rosselli su carmelo bene
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lovelycasualkoala · 10 months
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Cosa si intende per social media.
Per definizione, i social media sono portali web pensati per far interagire gli utenti, per scambiare informazioni e per socializzare. Le connessioni create da questi strumenti consentono di creare delle reti sociali che uniscono gli utilizzatori attraverso legami di conoscenza, rapporti di lavoro e vincoli famigliari.
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aitan · 1 year
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corco vado e corco vengo
quaranta anni di canzoni stonate e musiche fuori tempo
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Non si può 'fare figli' con lo scopo di riempire asili e assicurare al Paese nuove leve che paghino le pensioni degli anziani: i figli sono Persone, non oggetti da usare come strumenti per sostenere un welfare o rivendicare l'eterosessualità.
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lealiwp · 1 year
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In risposta ai volantini omofobi distribuiti da Forza Nuova a Lajatico (PI).
Considerando l’elevata Ignoranza di chi partecipa e sostiene circoli antisociali (omofobi) come Forza Nuova, è chiaro che ‘avere un pene ed una vagina funzionanti’ non garantisce affatto di poter crescere figli mentalmente equilibrati: servono Cultura ed Empatia, che ad essi sono fortemente mancati in famiglia.L’omofobia, poiché odio irrazionale, è la prova di essere cresciuti in un ambiente…
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emilianobertelli · 1 year
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loveint-diario · 1 year
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“La tecnologia fornisce nuovi e popolari strumenti per stimolare il desiderio, proteggendolo dai rischi e rendendolo il più possibile mentale […]
E le restrizioni relative al contatto oggi si applicano anche al mondo dell’informatica. A chi fa uso di un computer si raccomanda di considerare ogni nuovo elemento di provenienza esterna come un ‘potenziale portatore’ di virus. <<Non inserite mai un dischetto nel vostro computer senza verificarne l’origine>>. A quanto pare, i cosiddetti programmi antivirus disponibili sul mercato offrono una qualche protezione, ma gli esperti concordano nel sostenere che l’unico modo efficace per contenere la minaccia dei virus informatici è quello di non condividere programmi o dati. Ed è in realtà possibile che un invito alla maggiore prudenza, a un maggiore egoismo, rivolti ai consumatori di beni e servizi di ogni genere, stimoleranno la cultura del consumo. Perché le loro paure richiederanno un’ulteriore crescita della produzione di beni e di servizi.”
Susan Sontag, Malattia come metafora (1977-78) e L’Aids e le sue metafore (1988-89).
Nella socialità virtuale le regole del gioco le detta la volontà sovrana della piattaforma, gli algoritmi specificano gli obiettivi che dobbiamo raggiungere e il risultato è quello stabilito dal suo proprietario.
Ogni applicazione social che utilizziamo è gratuita, il proprietario non ci chiede denaro, ci chiede solo nome, cognome, numero di telefono o indirizzo email, e la nostra data di nascita. Magari, per farci gli auguri il giorno del nostro compleanno con una notifica. Che carino… Ci invita a condividere la nostra vita, a promuovere le nostre attività, ci suggerisce nuovi profili da seguire e naturalmente la variante importantissima, per usare l’applicazione bisogna essere connessi alla rete.
Che problema c’è? Siamo sempre connessi. Sì, siamo sempre connessi, ma questo avviene solo da qualche anno, non è sempre stato così. Adesso siamo sempre connessi e quando siamo connessi trasmettiamo continuamente dati su di noi e sulla nostra rete di contatti, non perché ne abbiamo bisogno ma perché siamo stati addestrati a farlo.
Pensateci un attimo cosa facciamo per la maggior parte del tempo in rete?
Se non sapete rispondere a questa domanda potete consultare il consumo della batteria del vostro smartphone o il consumo dei vostri dati, e scoprirete quale delle vostre applicazioni usate maggiormente.
In Italia l’uso di internet si diffuse in maniera sempre più rapida tra la popolazione comune, non esperta d’informatica e pc, alla fine degli anni Novanta.
Vi ricordate quale è stata la prima cosa che avete fatto la prima volta che vi siete collegati alla rete?
La prima cosa che facemmo tutti, suppongo, fu cercare, cercare qualcosa, fare una ricerca. Internet era una finestra sul mondo e potevamo cercare qualsiasi cosa, non era garantito che la si trovasse, soprattutto se non sie era esperti e non tanti lo erano e non tutti volevano esserlo, ma il sentimento che ci animava tutti era quello della ricerca e della connessione con altre persone anche lontanissime da noi.
E poi c’erano i giochi naturalmente, internet era anche la possibilità di giocare ai tuoi giochi preferiti da casa, davanti a un pc, con altri appassionati come te. Se ricordate bene, nessuno vi ha dovuto spiegare nel dettaglio il funzionamento di internet o del vostro computer, erano lì insieme pc e modem, la procedura per connettersi era semplice, chi non è un nativo digitale ricorda benissimo quei strani suoni di collegamento che finivano per diventare un messaggio musicale, del quale ci sembrava di aver perfino imparato ad individuarne la fine, che indicava che eravamo finalmente online.  
Dagli anni Novanta del secolo scorso ad oggi, siamo passati dalla finestra sul mondo che aprivamo e chiudevamo quando sceglievamo di farlo, alla domestica digitale Alexa che ci accende la luce in bagno mentre siamo in cucina.
Possiamo farlo perché siamo sempre connessi e lo siamo perché non siamo liberi di scegliere.
Prima di riprendere le caratteristiche degli pseudo-ambienti gamificati, nello specifico parlerò di Instagram, per capire come siamo stati lentamente addestrati a parteciparvi e come abbiamo contribuito al loro sviluppo, vorrei riprendere i testi di Susan Sontag da cui è tratta la citazione in epigrafe.
Malattia come metafora è un saggio che Sontag scrive mentre si sta curando dal cancro e uso questa espressione in luogo della comune espressione ‘sta lottando contro il cancro’, non solo perché guarì ma perché le metafore che più vuole denunciare, criticare, attaccare, usurare, sono proprio quelle prese dal linguaggio militare: la malattia come nemico da combattere e la medicina che, come la guerra, vuole essere totale.
In questo saggio Sontag ci fa riflettere su come facendo leva sull’ansia che genera ogni situazione d’incertezza e sulla paura della morte, la malattia venga strumentalizzata per scopi di controllo della società, e sottolinea come il suo significato venga manipolato in modo così distorto da allontanare sempre di più da quello che Sontag citando Kafka, ci dice essere la malattia:
“…soltanto una maggiore intensità del germe generale della morte”.
Sono d’accordo. La morte per malattia è un evento naturale, forse il più naturale tra gli eventi che conducono alla morte. Non so voi, ma io non so di molti che abbiano fatto quella che si definisce la morte dei giusti, ovvero addormentarsi dolcemente cadendo in un sonno da cui non ci si risveglia più.
Penso che sia necessario curare le malattie, sostenere e rendere libera la ricerca scientifica, garantire il diritto alla salute e alla cura ad ogni essere vivente, ma continuo a considerare la morte un evento innaturale quando avviene per omicidio, per negligenza, per crudeltà, per i disastri evitabili e per le guerre.
Non parlare della morte, mantenerne il tabù, non svelarne il mistero, serve davvero a utilizzare le nostre paure per manipolare i nostri comportamenti. Non permette di creare contesti in cui si possa dare significato a questa parte fondamentale dell’esistenza, non permette di potersi preparare, di decidere come affrontare il momento, di decidere autonomamente quando si è pronti per morire.
In Italia abbiamo ancora martiri che accompagnano persone, impossibilitate ad andare per conto proprio, in Paesi in cui poter accedere a un servizio di morte assistita, che dopo tornano e si autodenunciano. Si denuncia anche chi rispettando la legge, salva persone che invece non vogliono morire.
Malattie come la tubercolosi e la sifilide, di origine incerta, con sintomi così impattanti sul corpo dei malati e soprattutto che, fino a quando non se ne conobbero le cause e quindi le cure, conducevano alla morte, si prestavano perfettamente per essere utilizzate come strumenti atti a reprimere comportamenti sessuali considerati devianti e a fungere da moniti per educare la società ad una specifica morale.
La tubercolosi è una malattia che viene associata alle personalità deboli, artistiche forse ma deboli, e meno di un secolo dopo, ci dice Sontag, il cancro viene ritenuto una malattia dovuta a un’emotività repressa. Malattia dell’anima la tbc, malattia del corpo il cancro. Malattia del tempo la tbc che consuma febbrilmente in poco tempo, malattia dello spazio il cancro che si espande fino a decomporre tutto. Malattie per le quali si costruisce uno scenario che vede il nemico da combattere all’interno del malato, a differenza della sifilide prima e dell’Aids successivamente, per le quali lo scenario costruito mira a individuare il nemico nell’altro e nel contagio che questo porta con sé. Malattie che cavalcando la retorica della paura, si usano come metafore definendo una cancrena la corruzione morale della società, apostrofando come un cancro da estirpare i propri nemici politici e costruendo un instabile e fatidico noi che si consolida contro un loro.
Undici anni dopo, Susan Sontag ritorna sulla sua indagine e questa volta si concentra su quella malattia che, siamo alla fine degli anni Ottanta, fu definita come la peste, come l’epidemia più pericolosa della storia dell’umanità, la Sindrome da Immunodeficienza Acquisita, anche detta Aids.
Leggendo questo testo la somiglianza con la recente pandemia di Covid-19 è così evidente che il testo non sembra sia stato scritto ben 38 anni fa. Nonostante in principio le persone più colpite fossero bianchi eterosessuali, l’incertezza sulla sua eziologia e sulla modalità di trasmissione, permisero a politici, ad organizzazioni sanitarie e a predicatori religiosi di identificarla come la malattia degli omosessuali e dell’Africa, di additarla come la punizione divina per comportamenti sessuali promiscui, devianti ed animaleschi, esattamente come meno di un secolo prima, si fece con la sifilide. Secondo Sontag, questa strumentalizzazione non serviva soltanto ad indicare il modello monogamico eterosessuale come quello corretto contro ogni deviazione, ma doveva permettere alla governace, indebolita dalla rivoluzione sessantottina, di riacquistare potere mediante il controllo della popolazione.
Il ’68 aveva rivendicato il diritto alla libertà, all’amore libero inteso come il diritto di poter amare chi si sceglie, aveva rivendicato un visione del mondo pacifica e comunitaria, aveva messo al centro l’inalienabile diritto di esistere con il proprio corpo e con il proprio essere. Gli anni successivi si incupiscono nel tentativo di soffocare questa rivendicazione di libertà e gli anni Ottanta, quando l’attenzione al corpo è massima con video di rockstar dal look sgargiante e brillantinato, tute di lattice luccicanti e sagomanti, telefilm come la donna bionica o l’uomo bionico i due primi super umani, programmi televisivi con continui doppi sensi sulla sessualità e i corpi nudi di ballerine e veline, diventano il contesto adeguato per instillare la paura del contagio, strumentalizzando l’Aids e instillando la paura del contatto intimo tra le persone.
Analogamente alla sifilide, l’Aids evidenzia vulnerabilità sia individuali che sociali, viene descritta come un’epidemia che invade la società. Quando la naturale virale della malattia fu assodata, le caratteristiche di invasività, contagiosità e mutevolezza tipiche dei virus furono immediatamente attribuite alla Sindrome, questo generò un’incertezza simile all’incertezza che ha portato il mondo a chiudersi per lunghi lockdown appena due anni fa. Come tutti sappiamo bene ormai, non sapere a che cosa attribuire la morte improvvisa di numerose persone, scoprire che si tratta di un virus, non sapere come agisce, da dove viene, come si trasmette e soprattutto come si cura, genera quel tipo di situazione incerta che genera paura e si lascia trasportare nel partecipare alla lotta contro il nemico indicato. Nel caso della Sindrome e nel Covid-19, il nemico indicato erano i nostri simili, possibili trasportatori di contagio, privi di alcun segno evidente di malattia.
La metafora della malattia virale era stata acquisita dal linguaggio informatico già ai tempi di Susan Sontag, ma quello che più sorprende è che nonostante il velocissimo sviluppo tecnologico, riguardo la sicurezza, i virus, l’incapacità di proteggere i programmi e i dati dei fruitori della rete, non ci sia stato nessun progresso tecnologico e gli esperti dicano oggi, le stesse cose che dicevano quando usavamo ancora i dischetti. Quello che fa sentire amareggiati è che le parole di Susan Sontag si siano rivelate profetiche.
Come ha affermato lei, la strumentalizzazione di ogni malattia si contrappone al sano processo di ricerca delle cause e al corretto processo di significazione degli eventi. Impedire l’accesso alle corrette informazioni, aumentare la confusione e la paura, isolare le persone le une dalle altre, puntare il dito contro un nemico e promettere di sconfiggerlo combattendo duramente, sono tutti strumenti che forniscono schemi di comportamento predefiniti improntati alla diffidenza, alla rabbia e alla competizione, mirano ad ottenere consensi, ad annichilire su tematiche periferiche il dibattito pubblico e a distrarre dall’osservare e comprendere i processi di quello che realmente accade.
Come aveva previsto Sontag le paure sarebbero state sfruttate anche per creare nuovi beni e servizi tecnologici. Gli strumenti e i metodi della sorveglianza di massa nascono in seguito al crollo delle Torri Gemelle come strategia di lotta al terrorismo islamico e nonostante la marea di antivirus per smartphone e pc, qualunque siano i sistemi operativi utilizzati, gli esperti continuano a dire, che l’unico modo per non essere hackerati è conoscere perfettamente e in ogni momento, come è assemblato il proprio computer o smartphone e cosa c’è scritto nel codice del sistema operativo che si utilizza. Dicono anche di spegnare i dati e le connessioni quando non si usano, Di togliere la posizione e di silenziare, o proprio rimuovere, i microfoni. Ma riguardo al riconoscimento facciale, alla sorveglianza su strade e a virus silenti come Pegasus, non hanno molto da dire. I componenti di Anonymous hanno risolto mascherandosi nella virtual life e proteggendo la loro privacy nella vita reale.
Io non sono riuscita, nonostante abbia provato, a possedere quegli strumenti e quelle capacità tecniche, e aggiungo quelle caratteristiche paranoiche, che mi permettano di liberarmi dall’abuso di stalking online. Non ho gli strumenti è vero, non posso ribellarmi a questa condizione di impotenza con gli stessi strumenti di un hacker, ma posso farlo contrapponendomi a questi strumenti nel mio specifico modo d’essere, comprendendo i processi sottostanti la pratica e proponendo a chi vorrà leggere, un significato che supera le vulnerabilità individuali attraverso le risorse sociali.
Continua…
Roma 14 dicembre 2022 h: 04:18 am
Capitolo 14 Love Gaming – III Parte
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guida-ai · 3 months
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Esplorando i vantaggi degli strumenti di traduzione automatizzata come DeepL per traduzioni accurate
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Nel mondo globalizzato di oggi, la capacità di comunicare in diverse lingue è fondamentale per aziende, organizzazioni e individui. Con l’avvento di Internet e della collaborazione internazionale, la richiesta di servizi di traduzione accurati ed efficienti non è mai stata così alta. È qui che entrano in gioco strumenti di traduzione automatizzata come DeepL, che offrono un’ampia gamma di vantaggi per gli utenti che cercano traduzioni accurate e affidabili.
1. Traduzioni accurate
Uno dei principali vantaggi derivanti dall'utilizzo di strumenti di traduzione automatizzata come DeepL è la capacità di ottenere traduzioni estremamente accurate. Questi strumenti utilizzano algoritmi avanzati di apprendimento automatico e intelligenza artificiale per migliorare costantemente la qualità della traduzione. Di conseguenza, gli utenti possono aspettarsi traduzioni che non solo siano corrette dal punto di vista grammaticale, ma mantengano anche il significato e il tono originali del contenuto, essenziali per una comunicazione efficace.
2. Risparmio di tempo
Un altro vantaggio significativo degli strumenti di traduzione automatizzata è la loro capacità di far risparmiare tempo agli utenti. A differenza dei metodi di traduzione manuale, che possono richiedere molto tempo e manodopera, gli strumenti automatizzati possono tradurre grandi volumi di testo in una frazione del tempo. Ciò è particolarmente utile per le aziende e le organizzazioni che necessitano di tradurre documenti, e-mail e altre comunicazioni in modo rapido ed efficiente.
3. Conveniente
Gli strumenti di traduzione automatizzata possono anche offrire risparmi sui costi per gli utenti, soprattutto se paragonati ai servizi di traduzione tradizionali. Automatizzando il processo di traduzione, aziende e privati ​​possono eliminare la necessità di assumere traduttori professionisti o esternalizzare progetti di traduzione, che possono essere costosi. Possono invece fare affidamento su strumenti automatizzati per fornire traduzioni accurate a una frazione del costo.
4. Supporto multilingue
DeepL e altri strumenti di traduzione automatizzata sono in grado di tradurre contenuti in un'ampia gamma di lingue, rendendoli ideali per utenti con esigenze linguistiche diverse. Che si tratti di tradurre un documento dall'inglese allo spagnolo, dal francese al tedesco o qualsiasi altra combinazione linguistica, questi strumenti possono gestire l'attività con facilità. Questa flessibilità consente una comunicazione e una collaborazione senza soluzione di continuità attraverso diverse barriere linguistiche.
5. Interfaccia intuitiva
Molti strumenti di traduzione automatizzata, incluso DeepL, offrono un'interfaccia intuitiva, facile da navigare e comprendere. Ciò rende semplice per gli utenti inserire il testo, selezionare le lingue desiderate e ricevere traduzioni istantanee con pochi clic. Il design intuitivo di questi strumenti garantisce che gli utenti possano accedere in modo rapido ed efficiente ai servizi di traduzione di cui hanno bisogno senza alcuna competenza tecnica.
6. Maggiore produttività
Semplificando il processo di traduzione ed eliminando la necessità di intervento manuale, gli strumenti di traduzione automatizzata possono aumentare significativamente la produttività degli utenti. Che si tratti di tradurre documenti aziendali, contenuti di siti web o comunicazioni personali, questi strumenti consentono agli utenti di concentrarsi sulle proprie attività principali senza essere gravati dalle complessità della traduzione. Ciò alla fine porta a una migliore efficienza e produttività in vari contesti.
7. Miglioramento continuo
Gli strumenti di traduzione automatizzata come DeepL sono in continua evoluzione e miglioramento per soddisfare le mutevoli richieste degli utenti. Attraverso continui aggiornamenti e progressi tecnologici, questi strumenti mirano a migliorare la qualità della traduzione, espandere il supporto linguistico e introdurre nuove funzionalità per soddisfare le esigenze degli utenti. Questo impegno per il miglioramento continuo garantisce che gli utenti possano fare affidamento su questi strumenti per traduzioni accurate e affidabili a lungo termine.
Conclusione
In conclusione, gli strumenti di traduzione automatizzata come DeepL offrono un’ampia gamma di vantaggi per gli utenti che cercano traduzioni accurate ed efficienti. Dall'elevata precisione e capacità di risparmio di tempo al risparmio sui costi e al supporto multilingue, questi strumenti hanno il potenziale per trasformare il modo in cui comunichiamo in diverse lingue. Poiché la tecnologia continua ad avanzare, possiamo aspettarci che gli strumenti di traduzione automatizzata svolgano un ruolo sempre più importante nel facilitare la comunicazione e la collaborazione globale. Read the full article
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cybeout · 2 years
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Il Samsung Galaxy potenzia i suoi strumenti di fotoritocco con l'intelligenza artificiale
Lo smartphone è oggi la fotocamera più utilizzata al mondo e i marchi migliorano ogni anno la qualità delle immagini prodotte da questi dispositivi. Samsung mette la fotografia al centro dei suoi ultimi smartphone Samsung è uno degli allievi più diligenti nella fotografia mobile con dispositivi come il Samsung Galaxy S22 Ultra che offre non meno di quattro sensori, di cui uno principale da 108…
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